CRISTAL IL CIGNO

(CYGNUS HYOGA)

ETA': 14 anni (inizio della serie), 18 anni (serie di Hades), 30-31 anni (Saint Seiya Omega), 35-36 anni circa (Episode G: Assassin).

ALTEZZA: 1.73 M.

PESO: 60 Kg.

OCCHI: Azzurri.

CAPELLI: Biondi.

DATA DI NASCITA: 23 Gennaio.

LUOGO DI NASCITA: Ex Unione Sovietica.

GRUPPO SANGUIGNO: 0

SEGNI PARTICOLARI: Nessuno

PARENTI CONOSCIUTI: Natassia (madre, deceduta).

COSTELLAZIONE / SIMBOLO: Il Cigno, o Croce del Nord, costellazione ispirata al personaggio mitologico Cicno, trasformato in costellazione da Apollo.

ARMATURA / ARMI: Armatura di bronzo del Cigno. L'armatura di Cristal, in tutte le sue forme, è priva di armi o poteri speciali, ma è dotata di un piccolo scudo sul braccio sinistro, verosimilmente più resistente del resto dell'armatura. Lo scudo viene però usato solo in rarissime occasioni, e mai contro un vero colpo segreto, quindi la sua attuale resistenza è incerta. Almeno nella sua prima versione, la corazza ha la forza di una normale armatura di bronzo e congela a - 190°. L'armatura viene danneggiata in numerose occasioni e distrutta tre volte: la prima da Acquarius, cavaliere d'oro dell'Acquario, la seconda da Nettuno e la terza dal Thanatos, Dio della Morte. In tutte le occasioni viene riparata e potenziata, la prima volta da Mur dell'ariete, che usa il sangue dei cavalieri d'oro, la seconda da Sion, ex grande sacerdote, che usa il sangue di Atena, e l'ultima da Cristal stesso, che bruciando al massimo il suo cosmo la fa evolvere in armatura divina. Dopo la prima riparazione, l'armatura prende il nome di Cigno d'Argento ed assume il potere di diventare dorata se supportata da un cosmo adeguatamente forte. La doratura rende la corazza molto più resistente, anche se non al livello delle vere armature d'oro.

Nella seconda riparazione, il sangue di Atena risveglia le ali dell'armatura, caratteristica presente fin dalla prima versione ma inutilizzabile fino a quel momento. Le ali sono più sottili del resto della corazza, e quindi più fragili, ma permettono di volare a buona velocità e indipendentemente dalle condizioni ambientali. L'armatura divina del Cigno è immensamente più resistente delle versioni precedenti, copre il corpo interamente ed è anch'essa dotata di ali. L'armatura divina viene danneggiata, ma non distrutta, da Hades, signore dell'aldilà. In seguito alla sconfitta di quest'ultimo, la corazza ritorna alla sua penultima forma, quella creata da Sion, e viene in seguito distrutta da Odisseo, cavaliere di Artemide. Per un breve periodo, Cristal ha indossato anche l'armatura del Nord di Midgard (vedi Note).

Nella serie Saint Seiya Omega, l’armatura del Cigno entra in contatto con un frammento di meteorite e si trasforma in Cloth Stone, mantenendo più o meno la stessa forma pur con qualche differenza. Più avanti, si evolve ulteriormente in una nuova forma chiamata New Cloth.

STIRPE: Cavaliere di bronzo di Atena.

PRIMA APPARIZIONE: Episodio 3, "Un temibile rivale" (anime). Saint Seiya N° 2, 1° capitolo (manga edizione Star Comics).

EPISODI (SAGA): 3-9, 11-12, 14-49, 59-62, 64-67, 73 (saga del Grande Tempio), 74-84, 86-92, 94-99 (saga di Asgard), 101-103, 105-109, 111-114 (saga di Nettuno), 118, 120-129, 131-133, 135-136, 138-139 (saga di Hades), OAV 1 (Discordia), OAV 2 (Balder), OAV 3 (Apollo), OAV 4 (Lucifero), 5 (Artemide). Saint Seiya Omega 21, 43, 45 (saga di Mars), 62, 68, 73, 76-78, 80-85, 87-88, 93-97 (saga di Pallas)..

NUMERI DEL MANGA: N° 2-28. Saint Seiya Next Dimension nn 4, 7. Saint Seiya Episode G: Assassin n°2.

COLPI SEGRETI / POTERI: Cristal possiede numerosi colpi segreti, quasi tutti offensivi e tutti basati sull'uso delle energie fredde. Grazie all'addestramento ricevuto in Siberia, Cristal può infatti usare il suo cosmo per creare fiocchi di neve, cristalli di ghiaccio, correnti fredde e vere e proprie bufere. In tutti i casi, il meccanismo d'azione è lo stesso: concentrando il suo cosmo, Cristal rallenta il moto degli atomi di un corpo, abbassandone di conseguenza la temperatura, in proporzione. La temperatura minima che Cristal può raggiungere varia a seconda dell'intensità del suo cosmo e dell'esperienza, andando da circa 0 °C allo zero assoluto, pari a -273.16 °C. In questo modo, Cristal può congelare praticamente qualsiasi tipo di sostanza, inclusi persino il fuoco e la lava, ed anche gli esseri viventi. Cristal ha un enorme controllo sui suoi poteri, e, in base alla temperatura raggiunta, può intrappolare un nemico nel ghiaccio lasciandolo cosciente, facendolo cadere in coma o uccidendolo. Gli unici ad essere immuni a questo potere sono gli Dei, i cui corpi ghiacciano a temperature molto inferiori persino allo zero assoluto. Portando un oggetto, o anche un essere vivente, ad una temperatura estremamente bassa, Cristal ne modifica le proprietà fisiche, rendendolo di gran lunga più fragile e facile da mandare in frantumi o uccidere. Il ghiaccio creato dal cosmo di Cristal non è ghiaccio comune, ma il cosiddetto ghiaccio eterno siberiano, che non risente del calore normale e può resistere anche per svariate ore a temperatura ambiente senza sciogliersi. Normalmente, privo del supporto di Cristal, il ghiaccio è vulnerabile al fuoco o ad un calore abbastanza intenso, ma questa limitazione viene meno se la sua temperatura è vicina allo zero assoluto. Il ghiaccio allo zero assoluto può essere annullato soltanto a temperature altissime o da un cosmo abbastanza potente.

Il colpo base di Cristal è la Polvere di Diamanti. Questa tecnica è la prima che Cristal sviluppa e, per sua stessa ammissione, la più "soave", perchè le energie fredde non si abbattono con particolare violenza sulla vittima. Solitamente, prima di eseguirla Cristal esegue una complessa danza, che dura pochi secondi e si conclude con la posa a croce, tipica della costellazione del Cigno. Nel far ciò, Cristal espande il suo cosmo, materializzando attorno a se centinaia di cristalli di ghiaccio e concentrandoli in una mano, solitamente la destra. Il cavaliere sferra poi il pugno, generando una corrente ghiacciata che congela il nemico, spesso senza travolgerlo. A volte, la corrente fredda prende la forma di un cigno bianco, ma più spesso la figura dell'animale compare soltanto alle spalle del cavaliere, segno del suo cosmo che si espande. A seconda delle necessità, Cristal può abbreviare l'esecuzione della Polvere di Diamanti evitando la danza, il cui scopo è probabilmente solo quello di confondere il nemico. In alcune occasioni, la Polvere di Diamanti può essere lanciata a ripetizione, alternando entrambe le mani. Per far ciò, Cristal modifica un pò l'esecuzione, e, al termine della danza, lancia i cristalli verso il cielo, facendoli poi ricadere su di se e dividendoli tra entrambi i pugni. Questa seconda modalità risulta in varie raffiche di energia fredda, ma non è chiaro se la loro potenza sia maggiore rispetto a quella di una normale Polvere di Diamanti. Raramente, Cristal modifica ulteriormente l'esecuzione, lanciando la Polvere di Diamanti con i pugni uniti, nella posa tipica dell'Aurora del Nord.

Grazie ai consigli del suo insegnante, il Maestro dei Ghiacci, Cristal ha sviluppato una strategia speciale con la Polvere di Diamanti. Per eseguirla, il cavaliere raggiunge l'avversario alle gambe, a volte lasciandosi scivolare sul suolo ghiacciato, e le afferra, concentrando su di esse il suo potere e congelandole. Così facendo, il Cigno può paralizzare il nemico ed al tempo stesso indebolirlo portandolo a basse temperature. Questa strategia ha però due punti deboli: per poterla usare, Cristal deve essere fisicamente in contatto col nemico per molti secondi, cosa che lo rende del tutto indifeso e vulnerabile ad attacchi ravvicinati. Inoltre, un guerriero dal cosmo superiore può liberare le gambe frantumando il ghiaccio senza sforzo, e quindi vanificando il tutto.

A causa della sua scarsa aggressività, la Polvere di Diamanti è raramente mortale, e per questo Cristal la usa spesso solo come colpo d'apertura. Ben più violento e pericoloso è il suo secondo colpo segreto, l'Aurora del Nord. Questa tecnica, soprannominata anche "Vortice Fulminante dell'Aurora", è per molto tempo il colpo più potente del Cigno, e fa uso di violente correnti fredde. La fase preparatoria è molto simile alla Polvere di Diamanti, ma alla fine della danza Cristal lancia i cristalli in aria e, prima che ricadano, unisce le mani sopra la testa. Il ragazzo raccoglie poi i cristalli con le mani unite e li scaglia in una o più raffiche contro il nemico, sotto forma di forti correnti gelide. In questo modo, al gelo si unisce la forza del vento, che travolge la vittima lanciandola in aria e nel contempo rendendola indifesa ai cristalli di ghiaccio. I risultati dell'Aurora del Nord possono essere molteplici. Nella maggior parte dei casi, la vittima si schianta semplicemente a terra, venendo ferita sia dal freddo che dall'impatto, ma a volte può anche restare letteralmente intrappolata nel ghiaccio, specie se i venti l'hanno sbattuta contro una parete o una superficie simile. In alcune occasioni, Cristal completa l'Aurora del Nord colpendo il nemico con un montante, sempre allo scopo di lanciarlo in aria. Quando viene lanciata, l'Aurora del Nord si manifesta a volte sotto forma di uno stormo di cigni in volo, ed a volte come una vera e propria aurora. Nel manga, al posto dell'Aurora del Nord c'è il Kholodniy Smerch, un vortice di ghiaccio che Cristal scatena sollevando repentinamente un braccio verso l'alto e scatenando contro il nemico una corrente molto violenta.

Evoluzione dell'Aurora del Nord è il Sacro Acquarius, tecnica che Cristal apprende durante il combattimento con il cavaliere d'oro dell'Acquario e che diventa la sua arma più devastante. Il Sacro Acquarius è il colpo più potente tra quelli che usano le energie fredde e, per eseguirlo, Cristal solleva le mani congiunte sopra la testa, facendo apparire alle sue spalle l'immagine dell'acquario. Mentre Cristal abbassa le braccia, l'anfora dell'acquario, colma di energia cosmica, viene idealmente puntata verso il nemico, poi, quando le braccia sono a mezz'aria davanti al petto del ragazzo, il colpo viene scagliato, ed ha l'aspetto di una tempesta di cristalli di ghiaccio e venti gelidi. Se Cristal non ne limita volontariamente la forza, il Sacro Acquarius è quasi sempre mortale al primo tentativo, e può facilmente distruggere una corazza nemica inferiore ad un'armatura d'oro. Va però ricordato che la differenza tra i colpi segreti di Cristal non è nella temperatura, ma nella loro aggressività e violenza. Con il dovuto allenamento la Polvere di Diamanti può ad esempio raggiungere lo zero assoluto, ma resta comunque inferiore al Sacro Acquarius per la minore energia con cui le energie fredde si abbattono sulla vittima. Molto raramente, Cristal lancia il Sacro Acquarius due volte consecutive, ma in quel caso uno dei due attacchi risulta inevitabilmente più debole perchè il ragazzo non ha il tempo di concentrare di nuovo l'energia del suo cosmo.

Completamente diversa dai colpi precedente è la quarta tecnica di Cristal, gli Anelli del Cigno. Si tratta di un colpo segreto molto debole, ma utile sia per difendersi che per attaccare, che consiste in una serie di anelli di ghiaccio che circondano il corpo di Cristal o quello del nemico. Nel primo caso, Cristal lo esegue semplicemente concentrandosi e bruciando una frazione del suo cosmo. Gli Anelli lo circondano creando una specie di sottile vortice attorno a lui, e assorbendo l'energia degli attacchi nemici. La resistenza esatta di questa barriera non è nota, ma Cristal la usa molto raramente, facendo intuire che non è particolarmente potente. Inoltre, la barriera non vortica molto rapidamente e questo la rende vulnerabile a colpi abbastanza mirati da poter passare attraverso gli anelli. Come detto, Cristal può usare gli Anelli del Cigno anche come colpo offensivo. In quel caso, il ragazzo concentra una piccola parte del suo cosmo nel dito indice e lo punta verso il nemico, facendo partire un sottile raggio di energia fredda, che a pochi centimetri dal bersaglio si trasforma nel primo anello, di solito all'altezza dell'addome. Nel giro di pochi secondi gli Anelli si moltiplicano, diventando tre o cinque, ed impediscono di fatto al nemico di muoversi, intrappolandolo al loro interno. Gli Anelli inoltre generano un discreto freddo, probabilmente vicino agli 0 °C, testimoniato da qualche fiocco di neve. Nel complesso però l'energia degli Anelli è abbastanza limitata, e qualsiasi nemico con un cosmo non troppo inferiore a quello di Cristal può distruggerli facilmente in pochi secondi, semplicemente spezzandoli con un braccio.

La quinta tecnica di Cristal è sia offensiva che difensiva, si tratta del Sarcofago di Ghiaccio. È un colpo che il cavaliere eredita da Acquarius dopo averlo subito lui stesso per ben due volte, e lo mette in campo in un'unica occasione, nella serie di Hades. Normalmente, il Sarcofago viene usato sollevando il braccio e concentrando su di esso il cosmo gelido, per poi riversarlo lentamente attorno alla vittima ed imprigionarla in una bara di ghiaccio, ma Cristal usa una variante di questa tecnica, erigendo uno spesso muro di ghiaccio con la sola concentrazione. Il muro è estremamente resistente, a detta di Cristal quanto quello di Acquarius, ma serve a tenere lontano il nemico piuttosto che ad imprigionarlo. Verosimilmente, Cristal concentrandosi può dargli qualsiasi forma o spessore desideri. La temperatura raggiunta dal ghiaccio del muro non è nota, ma dovrebbe essere molto vicina allo zero assoluto. Per quanto resistente, il muro non è indistruttibile: un guerriero con un cosmo abbastanza potente può infatti sfondarlo, e molto probabilmente l'impresa riuscirebbe anche alle armi della Bilancia.

Oltre a tutti questi colpi segreti, Cristal possiede i poteri normali di un cavaliere, può compiere grandi balzi e spaccare la pietra con un pugno. Quando non usa il cosmo, una sua tecnica comune è di saltare verso l'alto e poi colpire il nemico ripetutamente al volto con una serie di calci. L'aver passato anni in Siberia lo ha reso inoltre molto resistente al freddo, al punto da poter restare con le braccia scoperte a temperature sottozero per periodi prolungati. Cristal è anche un abile nuotatore, capace di trattenere il fiato e restare in apnea per periodi molto lunghi, anche vicini all'ora, e persino di combattere e lanciare i propri colpi segreti sott'acqua. Fare ciò però consuma parecchie energie, stancandolo rapidamente. Infine, Cristal ha un discreto autocontrollo, che gli permette di ragionare a mente fredda e pianificare la situazione, anche se ciò non lo rende immune a crisi di emotività.

STORIA: Cristal nacque in Russia, da una giovane donna del luogo, di nome Natassia, e da un uomo di Nuova Luxor. Dal momento che il padre li aveva abbandonati entrambi prima ancora che il bambino venisse alla luce (vedi Note), Cristal venne cresciuto esclusivamente dalla madre, e non ricordò mai neppure il volto o il nome dell'altro genitore. I primi anni di vita non furono certo facili per i due, ma Natassia non fece mai mancare al piccolo figlio il proprio affetto e si prese sempre cura di lui. Donna profondamente religiosa, Natassia gli insegnò l'importanza della vita e del perdono, ma anche quella di non arrendersi mai nemmeno di fronte a situazioni disperatamente svantaggiose. In segno di affetto, la madre donò a Cristal il suo unico gioiello, una ciondolo d'oro con rubini a forma di croce, da portare al collo. Pur essendo ancora molto piccolo, Cristal comprese e portò sempre con se nel cuore il messaggio della madre.

Nonostante le condizioni non fossero le migliori quindi, i primi anni di Cristal furono abbastanza felici, grazie all'affetto di Natassia. Un giorno però i due si imbarcarono su una nave che, dopo aver attraversato il mare Siberiano, avrebbe dovuto portarli in un luogo migliore in cui vivere. Purtroppo, durante il viaggio vi fù un'incidente e la nave, speronata da un iceberg (vedi Note), iniziò ad imbarcare acqua. L'equipaggio ed i pochi passeggeri a bordo, inclusi Natassia e Cristal, si diressero verso le scialuppe, che però non bastavano per tutti. Determinata a non lasciar morire suo figlio, Natassia, senza dirgli niente, gli cedette il suo posto a bordo, preferendo restare sulla nave che affondava. Resosi conto troppo tardi dell'accaduto, Cristal non potè far altro che chiamare disperatamente la madre, mentre quest'ultima affondava nel gelido mare Siberiano insieme alla nave. Quando la scialuppa raggiunse la riva inoltre, Cristal venne a sapere che le correnti avrebbero spinto il relitto ancora più a nord, dove il ghiaccio era così spesso da essere praticamente indistruttibile, e dove quindi sarebbe stato impossibile recuperarlo. Facendosi forza, Cristal promise che un giorno avrebbe frantumato il ghiaccio e raggiunto sua madre, ma gli uomini della scialuppa risposero che soltanto i leggendari Cavalieri di Atena avrebbero potuto avere una forza tale da riuscire in quell'impresa. Queste parole furono dette per impedire al bambino di llludersi, ma Cristal le prese seriamente e si ripromise di diventare cavaliere di Atena, in modo da essere abbastanza forte da poter raggiungere il luogo dove riposava sua madre (vedi Note).

In seguito, Cristal venne verosimilmente trovato dagli uomini di Alman di Thule, ricco uomo d'affari di Nuova Luxor, che, per uno strano disegno del destino, all'epoca stava cercando dei bambini che potessero essere adatti, un giorno, a diventare cavalieri di Atena. Il bambino venne portato a Nuova Luxor, e poi affidato all'orfanotrofio St. Charles, in cui Alman stava raccogliendo i bambini potenzialmente adatti a diventare cavalieri. Qui, Cristal conobbe altri orfani con il suo stesso destino, tra cui i due fratelli Phoenix e Andromeda, il pacato Sirio, il vivace Pegasus, Asher, Aspides, Black, Geki, Ban ed altri. Tutto sommato, l'atmosfera nell'orfanotrofio era amichevole, e Cristal passò ore piacevoli giocando a pallone con gli altri bambini, ma non dimenticò mai il suo obiettivo, e continuò a custodire gelosamente la croce d'oro donatagli dalla madre, che ora era diventata l'unico ricordo che gli restava di lei.

Passarono così circa tre anni, poi Alman decise che era il momento di preparare i bambini all'addestramento per diventare cavalieri, e li fece portare tutti nel suo palazzo, allo scopo di farli allenare per circa un anno nella sua palestra, prima di mandarli dai vari maestri sparsi in giro per il mondo. Cristal accettò di buon grado la cosa perchè, a differenza di molti altri bambini, erà già intenzionato a diventare cavaliere, e quindi non tentò mai la fuga. Nell'anno trascorso a casa di Alman, si occupò principalmente di far pratica con il nuoto, disciplina che gli sarebbe tornata utile in futuro, ed imparò i primi rudimenti di lotta corpo a corpo. Oltre a ciò, Cristal fu spesso testimone dei surprusi della piccola Isabel, nipote di Alman, nei confronti degli altri bambini, ma, per sua fortuna, non ne fu mai vittima in prima persona. Finalmente, dopo vari mesi, venne il momento in cui i bambini avrebbero dovuto sorteggiare i luoghi in cui sarebbero andati per l'addestramento. Cristal fu uno dei primi a pescare, e la sorte gli fece capitare proprio la Siberia del Nord, il luogo in cui, sotto uno spesso strato di ghiaccio, si trovava il relitto con il corpo di sua madre. Sorpreso ma anche felice per questa coincidenza, Cristal non si oppose in alcun modo e venne ben presto mandato in Siberia, per essere allenato dall'uomo chiamato Maestro dei Ghiacci.

Arrivato in Siberia, un pò spaventato e confuso dall'intera situazione, Cristal conobbe l'insegnante, che a sua volta gli presentò un altro suo allievo, Abadir, che lo salutò amichevolmente chiamandolo "compagno ed avversario", visto che entrambi concorrevano per la stessa armatura. Come Cristal ebbe modo di apprendere dal Maestro, l'armatura in questione era quella della costellazione del Cigno, sepolta da secoli all'interno di un ghiacciaio antichissimo, considerato praticamente indistruttibile, e conquistabile solo da qualcuno capace di dominare il potere del ghiaccio. Il Maestro mostrò a Cristal il luogo dove avrebbe vissuto insieme a lui ed Abadir, una piccola casa di legno a qualche chilometro dal villaggio di Kobotek, poi iniziò l'addestramento. Per lungo tempo, Abadir e Cristal seguirono gli insegnamenti del Maestro dei Ghiacci, allenando la loro forza colpendo montagne di ghiaccio a mani nude, la loro velocità schivando pioggie di stalattiti e la loro resistenza nuotando a lungo sotto il ghiaccio nel gelido mare Siberiano o restando per ore immobili davanti ai venti sferzanti del Nord. Sotto il vigile sguardo del Maestro, i due si affrontarono spesso in scontri di allenamento, dai quali Abadir, probabilmente più motivato del compagno, usciva spesso vincitore. A differenza del compagno, che voleva diventare cavaliere di Atena per proteggere la giustizia, Cristal era infatti solamente interessato a diventare abbastanza forte da rompere il ghiaccio e rivedere sua madre, e tale motivazione non bastava a dargli gli giusti stimoli nell'allenamento. Nonostante ciò, l'amicizia tra i due bambini continuò a rafforzarsi., anche se Cristal tenne all'oscuro Abadir delle sue reali intenzioni.

Col tempo, forse per evitare che Cristal restasse troppo indietro rispetto ad Abadir, che dopo tutto aveva iniziato ad allenarsi un pò prima di lui, il Maestro dei Ghiacci lo prese da parte per alcune lezioni individuali. Nel corso di queste occasioni gli insegnò il segreto dei colpi congelanti: rallentare il moto degli atomi fino a sfiorare la stasi, senza però intaccare il nucleo, e gli parlò della più bassa temperatura esistente, lo zero assoluto, pari a - 273.16 °C. Per diventare padrone dell'armatura del Cigno e dei colpi di ghiaccio, Cristal avrebbe dovuto avvicinarsi il più possibile allo zero assoluto. In un'occasione, Cristal, incapace di frantumare il ghiaccio a mani nude, si lamentò con il Maestro dicendo di essere ancora troppo piccolo per riuscire. L'insegnante però gli parlò del proprio maestro, il cavaliere d'oro di nome Acquarius, dicendo che era più giovane di lui, eppure molto più potente, e che quindi Cristal non avrebbe dovuto lasciarsi condizionare dall'età, o nascondersi dietro scuse. Capita la lezione, il bambino riprese a tentare con costanza. Qualche tempo più tardi, Cristal ed Abadir ebbero modo di conoscere personalmente Acquarius, durante una breve visita di quest'ultimo in Siberia, ed il secondo riuscì persino a vedere la posa della sua tecnica più potente, il Sacro Acquarius (vedi Note).

Man mano che il tempo passava, Cristal continuava a migliorare, ma anche a sentirsi inferiore ad Abadir, di cui ammirava la forza. Interrogato dal Maestro, il bambino gli rivelò in segreto le sue reali motivazioni. L'uomo le criticò, definendole labili ed insufficenti per diventare cavaliere, ma scelse di rispettarle e non prese provvedimenti, tenendole anche segrete ad Abadir.

Passarono i mesi e gli anni, ed Abadir e Cristal, da bambini quali erano, divennero ragazzi forti e coraggiosi. Cristal, che ormai amava il Maestro come un padre e l'amico come un fratello, continuava a sentirsi inferiore a quest'ultimo, che però non era d'accordo e rispondeva dicendo che ormai la loro forza era pari, e che l'amico aveva fatto passi da gigante in quegli anni. Abadir esortava Cristal ad avere fiducia in se stesso, affermando che era necessaria perchè uno di loro potesse realizzare il proprio sogno e diventare cavaliere di Atena, protettore della giustizia. Più o meno in questo periodo, Cristal conobbe anche Jacov, un bambino del vicino villaggio di Kobotec, con cui fece amicizia. Pur vivendo essenzialmente da soli, nella casa del maestro, Cristal, Abadir e l'insegnante infatti erano soliti recarsi al villaggio per comprare il cibo, e quindi erano conosciuti ed apprezzati da tutta la popolazione. Un giorno, il Maestro dei Ghiacci parlò ai due allievi del leggendario mostro Kraken, la cui forza era tale da distruggere i vascelli su cui navigavano uomini malvagi, e li avvisò caldamente di non seguirne mai l'esempio, ma qualche tempo dopo Abadir rivelò all'amico di volersi ispirare proprio a lui ed alla sua potenza, in modo da poter proteggere la giustizia nel migliore dei modi. Di fronte a questi discorsi, Cristal solitamente si limitava ad abbassare lo sguardo, incapace di rivelare all'amico le sue vere motivazioni, finchè un giorno, a circa un anno dalla fine dell'addestramento, decise di essere sincero con lui e gli disse che in realtà l'unico motivo per cui si era addestrato era diventare abbastanza forte da frantumare il ghiaccio del mare e poter raggiungere il relitto sommerso del vascello in cui riposava sua madre.

Questa rivelazione fece infuriare Abadir, che colpì ripetutamente l'amico, accusandolo di tradimento e continuando ad affermare che con una motivazione così puerile Cristal non sarebbe mai diventato cavaliere. Nonostante le accuse dell'amico, Cristal, pur ammettendo di non essere adatto a diventare cavaliere, continuò a difendere le proprie motivazioni, dichiarando di non voler dimenticare l'affetto che lo legava a sua madre, e di essere determinato a raggiungerla, sotto il mare di ghiaccio o addirittura in Paradiso. Sotto l'influsso della collera, Abadir quasi uccise Cristal, ma il suo ultimo colpo fu diretto contro una montagna di ghiaccio piuttosto che contro l'amico. La montagna non era di ghiaccio comune ma di ghiaccio secolare, vecchio di centinaia di anni e dotato di una resistenza notevole, eppure il pugno di Abadir, che pure non aveva ancora imparato alcun colpo segreto, la mandò in pezzi senza apparente difficoltà. Tale dimostrazione di forza convinse Cristal che il compagno gli era effettivamente superiore, e non di poco. Prima di allontanarsi, Abadir avvisò Cristal circa le correnti sottomarine, violente ed imprevedibili.

Non molto tempo dopo, in un periodo in cui il Maestro dei Ghiacci era probabilmente assente, Cristal andò sul mare di ghiaccio e, dando fondo a tutte le sue forze, riuscì ad aprire un'enorme voragine con un pugno, ottenendo finalmente un accesso alle acque sottostanti. Felice di essere vicino a rivedere finalmente sua madre, il ragazzo si tuffò, incurante dei rischi e degli avvertimenti di Abadir. Dopo aver nuotato per vari minuti nelle gelide acque, andando sempre più in profondità, Cristal raggiunse finalmente il relito del vascello della madre, accasciatosi vicino ad un profondo dirupo sottomarino. La gioia per il ritrovamento però lo rese imprudente, ed un'improvvisa corrente lo travolse in pieno, spingendolo via. Con grande determinazione, il ragazzo riuscì ad aggrapparsi al sartiame del relitto, salvandosi la vita ma perdendo i sensi per lo sforzo. A soccorrerlo fu Abadir che, scoperta la voragine nel ghiaccio, si era tuffato in suo aiuto, approfittando di un temporaneo chetarsi delle correnti.

Privo di forze, Cristal riuscì appena a vedere l'amico che lo staccava dalle corde e cercava di portarlo con se in superfice, promettendogli che avrebbe rivisto la madre in un altro momento. A metà strada però i due vennero sorpresi di nuovo dalle correnti, e spinti lontano dal varco aperto da Cristal. A peggiorare le cose, Abadir sbattè contro uno spuntone di ghiaccio sottomarino, perdendo un'occhio e sanguinando copiosamente. Con Cristal ancora troppo debole per essere d'aiuto, Abadir si sforzò di aprire un nuovo varco nel ghiaccio, riuscendoci dopo molti sforzi. Comprendendo di essere ormai condannato, Abadir lanciò fuori l'amico, salvandogli la vita, ma venne poi travolto dalle correnti. Dal canto suo, Cristal riuscì appena a gridare il nome del compagno, prima di perdere i sensi e svenire sul ghiaccio.

Da allora e per molto tempo, Cristal sentì un profondo senso di colpa per la scomparsa di Abadir, cui fece fronte raddoppiando i propri sforzi nell'addestramento e cercando di diventare il più forte possibile. Il Maestro dei Ghiacci, seppur rammaricato per la morte dell'allievo, non accusò il ragazzo, continuando ad appoggiarlo e ad insegnargli quante più cose possibile. Alla fine, Cristal imparò ad usare varie tecniche speciali, come gli Anelli del Cigno, la Polvere di Diamanti, tecnica base delle energie fredde, e la più aggressiva Aurora del Nord. Il Maestro inoltre gli spiegò vari trucchi e modi per sfruttare al meglio quanto appreso, ad esempio usando la Polvere di Diamanti per congelare le gambe del nemico. Tale mossa, ravvicinata e pericolosa, era comunque molto utile, e Cristal, dopo vari tentativi andati a vuoto, riuscì a dominarla. Non avendo più nulla da insegnargli sul campo della lotta, il Maestro parlò all'allievo di vari fatti e leggende legati al mondo dei Cavalieri di Atena: dei Cavalieri Neri, guerrieri rinnegati e votati al male, di uno di loro che usava il suo stesso simbolo, la croce del Nord, di alcune tra le altre armature di bronzo, come quella del Dragone dotata di uno scudo insuperabile, di Atena, di un cavaliere d'argento capace di usare i corvi in battaglia e di molto altro. Cristal ascoltò diligentemente le lezioni, continuando anche a sviluppare e potenziare il proprio cosmo, per diventare sempre più forte. Col tempo, il senso di colpa per la morte di Abadir diminuì, ed il ragazzo divenne più sicuro di se, determinato ed orgoglioso della propria forza.

Oramai, Cristal avrebbe potuto affrontare facilmente la prova ultima per conquistare l'armatura del Cigno: sfondare il ghiacciaio antico di millenni e considerato indistruttibile in cui era sepolta. Diventare cavaliere però, per quanto motivo di orgoglio, era ancora un obiettivo di secondo piano rispetto a quello di rivedere le madre, e così, un giorno, sentendosi adeguatamente forte per affrontare le correnti, il ragazzo frantumò di nuovo il mare di ghiaccio, tuffandosi e riuscendo a raggiungere il relitto sommerso. Trovatolo, entrò al suo interno, fino alla cabina in cui lui e Natassia avevano alloggiato durante il viaggio, e lì, distesa sul letto, ritrovò finalmente la madre. Miracolosamente, le acque ghiacciate e la struttura del vascello ne avevano lasciato intatto il corpo, e nel rivedere il suo viso Cristal non potè trattenere le lacrime di commozione. Da allora, il ragazzo iniziò ad immergersi tutti i giorni, depositando di volta in volta un fiore accanto al letto della madre e pregando per lei. Convinto che la vita non potesse riservargli più nulla di bello, Cristal iniziò persino a considerare il suicidio, pensando che in questo modo lui e sua madre sarebbero rimasti insieme per sempre, in Paradiso.

Un giorno, durante un periodo in cui il Maestro era lontano, Jacov portò a Cristal una lettera proveniente da Lady Isabel. La fanciulla era succeduta ad Alman, defunto da quasi sei anni, alla guida della fondazione creata da quest'ultimo, e stava cercando di riunire tutti i cavalieri sopravvissuti all'addestramento per farli combattere in un grande torneo, la Guerra Galattica, al cui vincitore sarebbe andata in premio la più potente delle corazze: l'armatura d'oro di Sagitter. Inizialmente Cristal non fu interessato dalla cosa, restio all'idea di dar spettacolo, ma poi gli giunse notizia della vittoria di Pegasus su Geki, nel frattempo diventato cavaliere dell'Orsa Minore. Questa notizia fece nascere in lui il desiderio di mettere alla prova la propria forza confrontandosi con altri cavalieri suoi pari, e così, dopo aver salutato la madre, promettendo che sarebbe presto tornato da lei per poi non abbandonarla mai più, Cristal frantumò finalmente la montagna di ghiaccio, conquistando l'armatura del Cigno.

Salutato Jacov e lasciato un messaggio per il Maestro, Cristal il Cigno raggiunse così Nuova Luxor, recandosi al luogo in cui si svolgeva la Guerra Galattica, un enorme edificio a forma di Colosseo soprannominato Palazzo dei Tornei. Per coincidenza, Cristal arrivò giusto quando sarebbe stato il suo turno di combattere, e così, salutati tutti gli altri cavalieri con parole di sfida cariche di orgoglio, saltò sul ring, pronto ad affrontare Aspides di Idra. Quest'ultimo non aveva reali colpi segreti, ma la sua armatura era armata di letali artigli velenosi che, come Cristal ebbe modo di scoprire in fretta, ricrescevano subito dopo essere stati distrutti o staccati. Ciononostante, Cristal non si fece intimorire ed affrontò l'incontro con un misto di sufficenza e superiorità, lasciandosi spesso colpire anche solo per dimostrare la resistenza della sua armatura, ed al tempo stesso dando prova dei suoi poteri congelando il braccio del nemico. Nell'unico momento difficile, Cristal si fece coraggio ripensando alla madre, ed alla fine annientò Aspides impressionando tutti con la sua Polvere di Diamanti. Sceso dal ring, il ragazzo scambiò qualche battuta provocatoria con Asher d'Unicorno, che in passato lo aveva insultato per il suo sangue misto, e con Pegasus, che era uno dei suoi due possibili avversari per il turno successivo. L'altro, era il nemico di Pegasus nel prossimo combattimento di quest'ultimo: Sirio il Dragone.

Presa residenza temporanea nell'enorme villa di lady Isabel e volendo studiare gli avversari, il giorno dopo Cristal andò ad assistere al combattimento tra Pegasus e Sirio, incrociando anche gli altri cavalieri ancora in gioco nel torneo: Asher, Black il Lupo ed Andromeda. L'ultimo guerriero, Fenice, non aveva ancora fatto ritorno. Nel corso del duello tra Sirio e Pegasus, Cristal mostrò grandi capacità analitiche, scoprendo per primo il punto debole dello scudo del Dragone ed intuendo le strategie e le intenzioni dei due guerrieri, ma venendo nel contempo stupito dal loro valore, determinazine e spirito di sacrificio. Alla fine, Pegasus uscì vincitore, ma lo scontro costò quasi la vita ai due, ed in particolare Sirio rischiò di morire per arresto cardiaco. Pegasus, a sua volta in gravi condizioni, era l'unico a poterlo salvare, riattivando il suo cuore con un altro colpo. Per aiutarlo, Cristal gli fece da spalla, suggerendogli la posizione migliore da cui colpire per riuscire nel suo scopo senza uccidere Dragone. Fortunatamente il disperato tentativo ebbe successo, e Cristal fu felice di vedere che il ragazzo si sarebbe salvato. Guardando Pegasus festeggiare, il Cigno si disse che presto sarebbe stato lui il suo avversario.

I suoi piani vennero bruscamente interrotti il giorno dopo, quando, nel mezzo dell'incontro tra Asher ed Andromeda, la catena di quest'ultimo, dotata di vari poteri speciali, scrisse al suolo la parola "Axia", causando una certa confusione tra i presenti. Dopo qualche minuto di caos, la catena iniziò a puntare verso l'armatura d'oro del Sagittario, permettendo ad Andromeda di capire che Axia, in greco antico, vuol dire "cosa di grande valore". Temendo l'arrivo di un nemico, Cristal, pur senz'armatura, saltò sul ring, pronto a combattere insieme ad Andromeda, Asher e Black, e prendendo addirittura instintivamente il comando della situazione. Come ben presto tutti ebbero modo di scoprire, la catena di Andromeda aveva ragione e dallo scrigno dell'armatura del Sagittario emerse Fenice, il cavaliere ancora assente dal torneo. Il fatto che si trattasse di uno di loro rassicurò inizialmente tutti, ma dopo qualche secondo i timori precedenti si rivelarono fondati. Fenice aveva infatti un cosmo oscuro ed aggressivo, al punto che la catena di Andromeda, capace di reagire da sola alle minacce, gli si legò al polso. Per di più Sirio e Pegasus, appena sopraggiunti, rivelarono che in realtà Fenice era Phoenix, il fratello perduto di Andromeda, e la cosa venne confermata quando il cavaliere si tolse la mascherina con cui copriva parte del volto. Phoenix era però cambiato rispetto ad un tempo e sembrava posseduto dal male: ferito Andromeda senza pietà, saltò sul ring sconfiggendo uno dopo l'altro Asher e Black il Lupo, e colpendo Mylock, maggiordomo di lady Isabel. Prima che Cristal potesse fare qualcosa, Phoenix ammise di volere la fine di tutti i cavalieri di lady Isabel, ma decise anche che non valeva la pena di continuare a combattere subito, e dal nulla apparsero i suoi seguaci: guerrieri con indosso armature nere come la notte. Ricordando le parole del Maestro, Cristal capì che erano Cavalieri Neri e che Phoenix doveva essersi alleato con loro, rinnegando la lotta per la giustizia.

In pochi attimi, i Cavalieri Neri bloccarono Cristal, Pegasus e Sirio, giusto in tempo per non farli reagire quando Phoenix decise di fuggire, portando con se l'armatura del Sagittario. Senza perder tempo, Cristal si lanciò all'inseguimento, precedendo Pegasus, Sirio e Andromeda. Dopo una lunga corsa sui tetti e per le strade di Nuova Luxor, rallentando solo per assicurarsi che i piloti di un elicottero della polizia abbattuto da Phoenix fossero incolumi, il Cigno perse di vista i fuggitivi nella zona del porto. Intuendo di aver bisogno di aiuto, usò il suo cosmo per generare dei fiocchi di neve, che indicarono la via ad Andromeda, Sirio e Pegasus, rimasti più indietro. Riunitisi, i quattro si organizzarono per esplorare i cantieri e magazzini del porto, avendo parzialmente successo ed obbligando Phoenix a scappare di nuovo, dividendo i pezzi dell'armatura d'oro tra i suoi seguaci. Raggiunto uno di loro, Cristal lo sconfisse facilmente, riconquistando il braccio sinistro della corazza. Più tardi, Cristal si riunì ai compagni, scoprendo che anche loro erano riusciti a recuperare un pezzo ciascuno, ma che purtroppo ben cinque mancavano all'appello. Non avendo scelta, i quattro tornarono da lady Isabel, consegnando i quattro pezzi ed ammettendo di non essere riusciti a recuperare gli altri, ma promettendo anche di sconfiggere i malvagi Cavalieri Neri.

Nonostante Pegasus avesse la tendenza spontanea a guidare i cavalieri, Cristal preferiva agire per conto suo, e così, la mattina seguente, dopo aver salutato Sirio, in partenza per l'Oriente per far riparare la propria armatura e quella di Pegasus, danneggiatesi nel loro incontro al Torneo, decise di allontanarsi dal gruppo senza dir niente, per indagare da solo. Qualche ora dopo, le sue indagini lo portarono nel parco cittadino, dove avvertì Andromeda impegnato in battaglia contro un cosmo sconosciuto. Raggiunto il posto, Cristal intervenì giusto in tempo per salvare Andromeda dal suo nemico, che si rivelò essere il suo doppio oscuro, Cigno Nero. Ricordando le parole del Maestro e le voci su un guerriero con il suo stesso simbolo, il ragazzo decise di affrontarlo da solo, respingendo aggressivamente l'offerta di aiuto di Pegasus, da poco sopraggiunto. Nel combattimento che seguì, Cristal, dopo un attimo di iniziale difficoltà, ebbe la meglio, arrivando a sfiorare la vittoria. A fermarlo fu l'arrivo di altri tre cavalieri neri: Dragone Nero, Pegasus Nero ed Andromeda Nero, venuti a riprendersi il compagno come ordinato da Phoenix. In inferiorità numerica e preso di sorpresa, Cristal non potè impedire la loro fuga, ed anzi scoprì presto che il colpo di Cigno Nero, che credeva di aver evitato, lo aveva in realtà ferito, segno che quelli non erano nemici da sottovalutare.

Dopo questa vicenda, chiaramente preludio ad una nuova battaglia con i Cavalieri Neri, Cristal comprese di non poter fare tutto da solo e tornò tacitamente nel gruppo, in attesa della prossima mossa di Phoenix, che non si fece aspettare. Pochi giorni dopo infatti, il guerriero mandò una lettera di sfida, in cui invitava i quattro cavalieri in un luogo chiamato Valle della Morte, dove avrebbero combattuto per il possesso dell'armatura d'oro. In mancanza di Sirio, i tre cavalieri partirono con un aereo di Lady Isabel per quel luogo, dal quale nessuno in passato era tornato in vita. Siccome c'era il rischio di perdersi, Andromeda portò con se quattro campanellini, e ne diede uno a Cristal e due a Pegasus, nel caso Sirio fosse tornato, poi il gruppo si separò e ciascuno andò in una direzione diversa. Ben presto, Cristal si imbattè di nuovo in Cigno Nero, cui Phoenix aveva dato in custodia i coprispalla dell'armatura del Sagittario. Stavolta pronto alla lotta, l'eroe si mostrò enormemente superiore al nemico, subendo i suoi colpi segreti senza riportare ferite, intrappolandolo con gli Anelli del Cigno e travolgendolo con l'Aurora del Nord, che usò per la prima volta dalla fine dell'addestramento. Grazie a questo colpo, Cigno Nero era mortalmente intrappolato nel ghiaccio, ma Cristal, che finora non aveva mai ucciso nessuno, ebbe pietà di lui e gli lasciò liberi un braccio e la testa, dicendo che così avrebbe potuto salvarsi. Cigno Nero però rispose che questo gesto di superiorità sarebbe costato caro al nemico e, dopo aver staccato il piccolo cigno dal suo diadema, bruciò al massimo il suo cosmo, teletrasportandolo via ed esplodendo per lo sforzo.

Confuso, Cristal non comprese il significato di quel gesto, e, raccolti i coprispalla dell'armatura d'oro, si diresse alla ricerca di Phoenix, per affrontarlo e sconfiggerlo da solo. Trovatolo, lo sorprese proprio con il diadema di Cigno Nero in mano e, incurante della cosa, lo sfidò a duello. Phoenix però si rivelò molto più forte del previsto, anche perchè aveva spiato tutti i combattimenti della Guerra Galattica, incluso quello tra Cristal ed Aspides, e quindi sapeva come respingere la Polvere di Diamanti. Preso di sorpresa, il Cigno si ritrovò indifeso di fronte al colpo segreto del nemico, il Fantasma Diabolico, una tecnica capace di far vivere orribili incubi. Il ragazzo vide il corpo della madre sfigurarsi orrendamente, fino a diventare un cadavere decomposto, e la cosa lo fece quasi impazzire di dolore. Alla fine però, la rabbia ebbe il sopravvento ed il cavaliere trovò la forza di rialzarsi e contraccare con l'Aurora del Nord, deciso ad annientare il nemico e vendicarsi per quanto aveva appena visto. Inizialmente, Phoenix sembrò venire spazzato via, ma poi Cristal dovette allentare l'attacco, improvvisamente stanco e privo di forza. Guardando meglio, si accorse di avere davanti a se solo l'armatura vuota della Fenice, ma non Phoenix. Raggiungendolo alle spalle, il cavaliere lo derise, dicendo di conoscere alla perfezione l'Aurora del Nord grazie al sacrificio di Cigno Nero ed al suo diadema, in cui quest'ultimo aveva impresso i dettagli della tecnica di Cristal. Il ragazzo cercò allora di reagire, ma improvvisamente si ritrovò paralizzato, a causa di un effetto ritardato del Fantasma Diabolico. Alla mercè del nemico, Cristal venne colpito in pieno petto dal pugno di Phoenix, che sfondò il pettorale e lo raggiunse al cuore. Nel colpire, Phoenix accusò il ragazzo di essere uno smidollato, incapace di lasciarsi alle spalle il ricordo di sua madre, e di capire che, per gli orfani come loro, non esistono buoni sentimenti. In lacrime al pensiero di Natassia, e gravemente ferito, Cristal decise di morire con valore e strinse il polso del nemico, congelandolo, per poi crollare al suolo proprio quando Phoenix stava per finirlo con un colpo al volto.

In realtà, la croce d'oro donatagli dalla madre aveva salvato la vita all'eroe, smorzando il pugno di Phoenix ed impedendogli di raggiungere il cuore. Così, qualche ora dopo, Cristal si rialzò, giusto in tempo per trovare Pegasus, Andromeda e Sirio, nel frattempo riunitosi al gruppo, pronti ad affrontare il cavaliere della Fenice. Unitosi a loro, il cavaliere accettò la sfida di Phoenix e dichiarò di esser capace di ribaltare il suo Fantasma Diabolico, causando la prevedibile reazione del nemico. Stavolta però Cristal era pronto e, usando la Polvere di Diamanti come specchio, riflesse il colpo del cavaliere mandandolo al mittente e paralizzando temporaneamente Phoenix. Consapevole che il nemico non sarebbe rimasto così a lungo, il Cigno cercò di finirlo, ma venne fermato da Andromeda, non disposto a permettergli di uccidere suo fratello in questo modo. L'intervento di Andromeda fece infuriare Cristal, che cercò di convincerlo a liberarlo, abbassando la guardia e ritrovandosi esposto al ritorno di Phoenix, che lo colpì di nuovo al cuore. Stavolta, il cavaliere della Fenice si accorse della croce e la tirò fuori, intuendo che era stata quella a salvare Cristal prima, ma continuando a deriderla. Dopo aver spiegato a Cristal che il Fantasma Diabolico non può aver effetto su chi non ha tracce di amore nel cuore, Phoenix mise fuori combattimento lui e gli altri con la sua tecnica più potente, le Ali della Fenice.

Quando Cristal riprese i sensi, circa un'ora più tardi, Phoenix era stato praticamente sconfitto da Pegasus, ma lui aveva comunque contribuito, unendo inconsciamente il proprio cosmo a quello del compagno mentre era svenuto. Ormai sconfitto, Phoenix rivelò la ragione delle sue azioni, raccontando gli anni terribili dell'addestramento sull'Isola della Regina Nera, ma, prima che Cristal e gli altri potessero decidere cosa fare di lui, nuovi nemici irruppero sulla scena, intenzionati a prendere la sacra armatura. Nella furiosa battaglia che seguì, il Cigno tenne testa a numerosi avversari, resistendo fino all'apparizione di Docrates, un gigantesco guerriero a capo degli uomini che avevano attaccato poco prima. Cristal rispose con spavalderia all'arrivo del nuovo nemico, ma Phoenix, conoscendo la sua forza devastante e temendo che potesse uccidere Andromeda e gli altri cavalieri, affidò a Pegasus l'elmo del Sagittario, l'unico pezzo ancora in suo possesso, e causò una frana che travolse il nemico, rischiando però di seppellire anche i cavalieri. Non avendo scelta, Cristal corse via, salvandosi insieme ai compagni, ma non potendo far nulla per Phoenix, che rimase sepolto. Più tardi, lui e gli altri si riunirono per dare l'estremo saluto al cavaliere della Fenice e piantarono una croce simbolica al suolo in suo ricordo. In segno di profondo rispetto per il guerriero, e di riappacificazione dopo quanto era successo, Cristal lasciò la sua croce d'oro sulla tomba del cavaliere.

Più tardi, Cristal tornò a Nuova Luxor insieme agli altri cavalieri per riconsegnare l'elmo a Lady Isabel e per discutere circa l'identità del nuovo misterioso nemico, ma lui ed i compagni dovettero prima subire le dure critiche di Mylock, maggiordomo di Isabel, che li rimproverò per aver perso gli altri pezzi dell'armatura d'oro. Il burrascoso arrivo di Kiki, apprendista cavaliere e fratello minore di Mur, l'uomo che aveva riparato le armature di Pegasus e Sirio, allentò un pò la tensione della serata. Rimasto solo nella sua stanza, Cristal scaricò la tensione con una serie di flessioni, riflettendo anche sull'accaduto. La Guerra Galattica, lo scontro con Phoenix ed il trovare negli altri cavalieri degli spiriti affini, aveva infatti cambiato i suoi piani, ed allentato la morsa di solitudine in cui si era sempre sentito dalla morte di Natassia. Mettendo da parte le intenzioni suicide, Cristal aveva ora deciso di rendere fiera sua madre con le proprie azioni in difesa della giustizia. Inoltre, gli ultimi fatti lo avevano avvicinato ad Andromeda, di cui poteva comprendere il dolore per aver visto il fratello morire sotto i suoi occhi. L'esercizio diede i suoi frutti, e Cristal potè dormire profondamente quella notte, alzandosi anche relativamente tardi la mattina successiva.

Il relax però non durò a lungo, perchè improvvisamente il palazzo venne scosso da un segnale d'allarme. Indossata l'armatura, Cristal corse nel giardino della villa ad affrontare il nemico, Docrates, sopravvissuto alla frana del giorno prima ed arrivato insieme ai suoi uomini per riprendere l'elmo. Aiutato da Andromeda, Cristal sconfisse facilmente i soldati nemici, ma Docrates stesso si rivelò troppo forte per loro ed il Cigno sarebbe stato sconfitto se non per l'aiuto di Sirio. Ciononostante, il potente colpo del nemico, il Pugno di Eracle, atterrò temporaneamente i cavalieri e fu necessario l'arrivo di Pegasus per impedire a Docrates di impadronirsi dell'elmo. Messo alle strette, il gigante rapì Isabel e Mylock ed ordinò in cambio l'elmo d'oro, per poi fuggire. Questa situazione obbligò i cavalieri a formulare una strategia, e portò anche ad uno scontro di vedute tra Pegasus, favorevole ad un attacco frontale, e Cristal stesso, più prudente. Appoggiato da Sirio, cui Pegasus dava particolarmente ascolto, il ragazzo riuscì a convincere gli amici a seguire il suo piano, e così, mentre Andromeda e Pegasus si presentavano da soli all'appuntamento con Docrates, portando con loro l'elmo, il Cigno attendeva i nemici al varco, pronto a riprenderlo. Pur con un pò di fatica, questa parte del piano ebbe successo e Cristal riuscì a sconfiggere i soldati di Docrates ed a riprendere l'elmo, tornando dagli amici giusto in tempo per salvare Andromeda dalle mani del gigantesco avversario. Intuendo che Docrates era troppo forte per sconfiggerlo normalmente, e ricordando che gli uomini molto alti hanno di solito nelle gambe il loro punto debole, Cristal, nel primo vero gesto di amicizia da quando era entrato nel gruppo, decise di rischiare la vita per dare un'occasione ai due compagni. Bloccando Docrates alle gambe, lo colpì con il suo colpo congelante come gli aveva spiegato il Maestro, esponendosi però alla sua reazione. Fortunatamente, il rischioso piano ebbe successo, e Pegasus e Andromeda riuscirono ad approfittare del vantaggio per uccidere il nemico.

La vittoria portò solo a pochi giorni di pace, poi il nemico attaccò di nuovo, stavolta dirottando una petroliera della flotta di Lady Isabel ancorata nei Caraibi e chiedendo l'elmo in cambio della sua liberazione. Una delle condizioni era che fossero i quattro cavalieri a portare l'elmo, e così Cristal e gli altri partirono in elicottero per i Caraibi, dove vennero accolti da tre cavalieri nemici, Serpente di Mare, Delfino e Medusa, agli ordini della misteriosa Morgana. I tre minacciarono di distruggere la petroliera ed ordinarono a Pegasus di incatenare i compagni, per poi attaccarlo in gruppo. Grazie ad Andromeda, che, usando la catena di nascosto, riuscì a bloccare Medusa, il nemico che avrebbe dovuto affondare la nave, i cavalieri poterono però reagire senza esitazioni, portandosi subito in vantaggio e sconfiggendo gli avversari. La vittoria venne però mandata in fumo dall'arrivo di Morgana, i cui poteri illusori permisero a Serpente di Mare e gli altri di fuggire con l'elmo.

Fortemente demoralizzato, come tutti i compagni ed in particolare Pegasus, Cristal attese sulla nave l'arrivo di lady Isabel, venuta a rincuorarli, ed anche a portare indicazioni per raggiungere l'isola su cui Morgana si nascondeva. A bordo di un aereo a reazione, il cavaliere partì insieme ai compagni, ma il mezzo venne abbattuto poco prima di arrivare a destinazione e cadde in mare. Lì, i cavalieri vennero attaccati da Serpente di Mare, che trascinò sul fondo Andromeda, non a proprio agio in acqua. Più familiare in quell'ambiente degli amici, Cristal salvò l'amico, lanciando la Polvere di Diamanti sott'acqua nonostante la cosa richiedesse parecchie energie, e congelando parte della superfice, in modo da permettere a Pegasus di sconfiggere il seguace di Morgana. Arrivati a riva, i cavalieri si trovarono ai piedi di una ripida scogliera, ed Andromeda usò le sue catene per aiutare gli amici nella scalata, tirandoli su quando dei ragni velenosi li assalirono a metà strada. Quest'ulteriore sforzo lasciò Cristal completamente senza forze e così il ragazzo, non sopportando di essere un peso per i compagni, decise di restare lì per rifiatare, promettendo di raggiungerli più avanti. Ripresosi poco più tardi, Cristal proseguì da solo verso il castello di Morgana, riunendosi a Sirio e Andromeda, rimasti a loro volta indietro per vari motivi, e raggiungendo finalmente Pegasus, che nel frattempo aveva sconfitto la donna e recuperato l'agognato elmo d'oro.

Con questa vittoria, Pegasus aveva in qualche modo saldato il suo ruolo di leader del gruppo, e lo stesso Cristal, pur non mancando mai di esprimere opinioni contrarie se necessario, iniziò ad adattarsi. Tornato a Nuova Luxor con gli amici, Cristal potè festeggiare la vittoria, ma la felicità venne offuscata pochi giorni dopo da un incendio appiccato al Palazzo dei Tornei da alcuni teppisti. Per di più, il mistero sull'identità del nemico dietro i recenti attacchi rimaneva irrisolto, e tutto ciò lasciava i cavalieri in una situazione di stallo. Per avere una persona in meno di cui preoccuparsi, i cavalieri decisero che sarebbe stato meglio per Lady Isabel nascondersi in un posto sicuro con l'elmo d'oro, insieme ad Andromeda e Mylock, mentre gli altri si sarebbero recati dai rispettivi Maestri per chiedere consigli e informazioni. Ben consapevole della saggezza del Maestro dei Ghiacci, Cristal tornò quindi in Siberia, per la prima volta da quando l'aveva lasciata per partecipare nella Guerra Galattica. La sua prima tappa fu il mare ghiacciato, e per un attimo il Cigno fu tentato di frantumare il ghiaccio ed immergersi di nuovo, ma poi decise di farsi forza è di resistere alla tentazione, in un tentativo di spezzare i ponti con il suo triste passato. Alla ricerca del Maestro, Cristal si recò a Kobotek, trovandolo però misteriosamente deserto, e la cosa lo preoccupò non poco. Finalmente, dopo aver cercato in tutta la zona, si imbattè in Jacov che avanzava nella neve, debole e ferito.

Dopo averlo soccorso, Cristal lo portò in una delle case, dove il bambino raccontò che il villaggio era stato attaccato e saccheggiato da alcuni soldati, che avevano rapito tutti gli abitanti. La cosa peggiore però era che al comando degli uomini vi era proprio il Maestro dei Ghiacci. Incredulo di fronte a questa notizia, e consapevole del nobile animo del Maestro, Cristal corse verso la sua casa per chiedere spiegazioni, ma l'uomo che si trovò di fronte era del tutto diverso da quello che conosceva. Con orrore, il Cigno vide che l'insegnante aveva uno sguardo freddo e crudele, ed era chiaramente intenzionato a ucciderlo. Dopo aver chiesto l'elmo d'oro dell'armatura di Sagitter, naturalmente invano, l'uomo lo attaccò, e Cristal, privo di armatura, troppo sorpreso per reagire, e non intenzionato a lottare contro chi ormai amava come un padre, optò per la fuga. Tornato alla casa dove riposava Jacov, non potè fare a meno di ammettere che il Maestro era realmente cambiato, e non aveva più nulla in comune con l'uomo nobile di un tempo

Nonostante la difficile situazione comunque, Cristal non poteva abbandonare gli abitanti del villaggio, che nel frattempo erano obbligati a costruire un'enorme piramide di ghiaccio come tributo ad Arles, Grande Sacerdote di Grecia e uomo a capo di tutti i cavalieri di Atena. Indossata l'armatura del Cigno, e sperando di non incontrare l'insegnante, il ragazzo raggiunse il luogo dei lavori, sconfiggendo facilmente i soldati e liberando tutti. Purtroppo però, il Maestro dei Ghiacci sopraggiunse, e Cristal non potè fare a meno di affrontarlo di nuovo. Stavolta il Cigno combattè sul serio, ma si trovò comunque in grossa difficoltà perchè l'avversario conosceva tutte le sue tecniche, ed infatti ben presto si ritrovò con le gambe intrappolate nel ghiaccio. Ad aiutarlo fu Pegasus, appena venuto dalla Grecia, che potè anche spiegargli finalmente la verità: durante una visita in Grecia, il Maestro dei Ghiacci era stato plagiato da Arles e costretto contro la sua volontà ad agire in quel modo.

Finalmente a conoscenza della situazione, Cristal insistette per continuare a combattere da solo e, dopo molti sforzi, alla fine ebbe la meglio, anche perchè il Maestro, nel tentativo di liberarsi dalla volontà di Arles, era piegato da lancinanti dolori che gli impedivano di combattere al meglio delle forze. Malconcio ma vivo, l'uomo, finalmente tornato in se, si congratulò con l'allievo per la forza del suo attacco, aggiungendo però che era comunque ancora lontano dalla perfezione, e per provarlo scaglio un colpo con le sue ultime forze, abbattendo la piramide di ghiaccio. Purtroppo, quest'ultimo sforzo fu fatale al guerriero, che si accasciò a terra in fin di vita. Cristal lo soccorse subito, ma l'insegnante riuscì solo a chiedergli perdono ed a fargli promettere di combattere per la giustizia, poi, con un'ultima lacrima, si spense tra le sue braccia. La morte del Maestro sconvolse profondamente Cristal, che, dopo la madre ed Abadir, ancora una volta perdeva una persona molto cara, ma al tempo stesso lo motivò a dare il meglio ed a combattere con tutte le sue forze contro le forze oscure, incarnate dal sinistro Arles. Sistemato con tutti gli onori il Maestro in una teca di ghiaccio eterno, il Cigno lasciò la Siberia insieme a Pegasus, diretto verso il luogo in cui si trovava Lady Isabel.

Fortunatamente, per una volta ad attenderli vi fu una bella sorpresa: dopo un lungo viaggio infatti, i due arrivarono giusto in tempo per assistere al ritorno di Phoenix ed alla sua vittoria su un altro sicario di Arles, il Cavaliere della Fiamma, che aveva sconfitto Andromeda. Con questo gesto, il cavaliere della Fenice sanciva il suo passaggio alle forze di lady Isabel, diventando un'importante aggiunta per il gruppo. A suggellare ciò, e mostrando di voler seppellire gli antichi rancori, Cristal fu tra i primi a stringere la mano al redivivo cavaliere. Quella sera, Isabel, Mylock ed i ragazzi, ai quali si era unito anche Sirio, appena tornato dalla Cina dopo una visita al suo maestro, tennero una piccola festa nella baita per festeggiare il ritorno di Phoenix, e per discutere circa l'identità del loro misterioso nemico, che Dragone aveva scoperto essere proprio Arles. Pegasus, stanco di aspettare che fossero gli altri a fare la prima mossa, propose ai cavalieri di andare al Grande Tempio per affrontare il nemico, ma Isabel li fermò, ricordando loro quanto avessero combattuto ultimamente e consigliando di prendersi alcuni giorni di riposo per recuperare le forze e rilassarsi dopo tante battaglie. Alla fine le parole della ragazza riuscirono a convincerli ed i cavalieri, tornati a Nuova Luxor, si separarono.

Comprensibilmente, Cristal non se la sentì di ritornare così presto in Siberia, e così, dopo aver recuperato la propria croce d'oro dalla Valle della Morte (vedi Note), rimase in città, cercando di rilassarsi con visite allo zoo locale. Ben presto però avvertì il cosmo di Pegasus indebolirsi sensibilmente, e poco dopo venne convocato a palazzo da lady Isabel, che gli chiese di correre alla spiaggia, perchè lì il ragazzo era stato attaccato da nuovi nemici. Indossata l'armatura, il Cigno si affrettò il più possibile, ma una volta arrivato scoprì che i nemici, appartenenti alla stirpe dei Cavalieri d'Argento, erano stati già sconfitti da Pegasus e dalla sua insegnante, Castalia. Prima di partire, quest'ultima aveva lasciato all'allievo la misteriosa scritta "Pegasus, proteggi Atena". Quella sera, il ragazzo si riunì a Mylock, Isabel, Sirio, Andromeda, Phoenix e Pegasus tra le rovine del Palazzo dei Tornei, per parlare dei nuovi aggressori e del significato di quell'incomprensibile messaggio. A sorpresa, a chiarire la verità fu Mylock, svelando che Isabel in realtà altri non era che la reincarnazione di Atena, Dea della giustizia. A riprova di ciò, il suo cosmo dorato abbracciò l'area, unendosi a quelli scintillanti dei cinque cavalieri. Tale visione riempì di gioia il cuore di Cristal, che giurò fedeltà alla Dea insieme agli altri cavalieri.

I festeggiamenti vennero interrotti dall'arrivo di un nuovo nemico, Babel, capace di creare sfere di fuoco con la forza del proprio cosmo. Dal momento che lui e Pegasus erano gli unici con indosso l'armatura, e che il primo era esausto per i vari combattimenti consecutivi vissuti, Cristal cercò di affrontarlo da solo, proteggendo nel contempo gli amici. La battaglia però si rivelò più difficile del previsto perchè Babel attaccava senza un attimo di sosta con piogge di palle di fuoco, e Cristal, doppiamente impegnato a difendere se stesso e gli amici, non poteva contrattaccare. Improvvisamente, nel pieno della battaglia, tre nuovi guerrieri in armatura apparvero tra le rovine ma, dal momento che sembravano limitarsi solo a guardare, Cristal non se ne interessò molto, cercando di concentrarsi su Babel. Alla lunga però gli assalti continui del nemico misero in crisi il cavaliere del Cigno, che fu sul punto di cedere, quando i tre si decisero ad intervenire, aspirando le fiamme di Babel e rimandandole al mittente. Ciò diede finalmente a Cristal la possibilità di reagire, scatenando l'Aurora del Nord e colpendo mortalmente Babel. Al nemico ormai in fin di vita, il Cigno anticipò quel che tutti i cavalieri stavano pensando da qualche tempo: presto, con l'aiuto di Atena, avrebbero invaso il Grande Tempio e deposto il malvagio Arles, mettendo fine a quella guerra. A conferma dei suoi nuovi poteri, e del suo status di divinità, Isabel liberò la mente di Babel dall'influsso di Arles, riportando il cavaliere al bene prima di morire. Osservando il nemico, Cristal, dando prova di una ritrovata umiltà ben lontana dalla spavalderia della Guerra Galattica, ammise che probabilmente non ce l'avrebbe fatta senza l'aiuto dei tre guerrieri, che nel frattempo si erano presentati come Shadir, Benam e Lear, i Cavalieri d'Acciaio. Stranamente però, i tre erano scomparsi, cosa che rendeva la loro posizione nella guerra tra le forze di Isabel e quelle di Arles alquanto dubbia.

Nei giorni successivi per fortuna la tensione della guerra si allentò, ed i cavalieri poterono rilassarsi un pò, al punto che Cristal potè fare un pò di pratica di guida (vedi Note).

Ben presto però, i ragazzi dovettero tornare a concentrarsi su Arles. Dopo che Lady Isabel ebbe mostrato loro il nuovo quartier generale, scavato nella roccia sotto il Palazzo dei Tornei, Pegasus decise di partire per una missione esplorativa in Grecia, e scelse di portare con se Sirio e Andromeda. Cristal sarebbe voluto andare anche lui, ma Pegasus rifiutò, per dargli modo di riprendersi dopo le dure battaglie con Babel e Relta. Non avendo scelta, il Cigno accettò e rimase indietro insieme a Phoenix, ma, alcune ore più tardi, a palazzo giunse la notizia della scomparsa dell'aereo su cui i tre cavalieri stavano viaggiando. Quasi contemporaneamente, arrivò un comunicato dei Cavalieri d'Acciaio, i quali informavano che il velivolo di Pegasus e gli altri era precipitato su un'isola dell'Egeo a causa di un attacco nemico. Pur non sapendo se fidarsi o meno, Isabel non ebbe scelta e mandò Cristal e Phoenix in soccorso degli amici. Mostrando di aver appreso molto dalle poche lezioni prese, Cristal portò l'amico in aeroporto in macchina, poi i due salirono su un velocissimo jet alla volta del Mar Egeo. Purtroppo, anche con quei mezzi, il viaggio era molto lungo, e Cristal fu obbligato a passare molte ore in attesa, cercando di non perdere la calma e di rincuorare Phoenix, profondamente preoccupato per Andromeda. Alla fine, i due raggiunsero finalmente l'isola, trovando Pegasus e Andromeda quasi incolumi, ma Sirio in gravi condizioni a causa di varie ferite, tra cui una molto profonda agli occhi.

Dagli amici, Cristal apprese che i tre erano stati sorpresi da un gruppo di nemici, tra cui Argor, un cavaliere d'argento capace di pietrificare i nemici, e che Sirio si era accecato con le sue mani pur di sconfiggerlo. Ad aiutarli inoltre erano intervenuti di nuovo i cavalieri d'acciaio, che, prima di andarsene, avevano volutamente lasciato un indizio su come ritrovarli. Tornati a Nuova Luxor e lasciato Sirio in ospedale per una delicata operazione agli occhi, Cristal, Pegasus, Isabel e Phoenix si recarono dall'uomo che i cavalieri d'acciaio avevano citato, il professor Righel, uno studioso al servizio della Fondazione Thule. Qui, il gruppo apprese che era stato Alman, anni prima, a porre le basi per la creazione dei Cavalieri d'Acciaio, le cui armature robotiche supplivano alla mancanza di cosmo, e che quindi i tre erano realmente dalla loro parte. L'allegria per la bella notizia però non durò a lungo, raggiunto Andromeda all'ospedale dove Sirio stava venendo operato infatti, i cavalieri scoprirono che l'amico era fuori pericolo, ma anche che il danno agli occhi era irreparabile, e che quindi Sirio sarebbe rimasto cieco per sempre. Comprensibilmente, la notizia gettò Cristal e gli altri cavalieri in un profondo sconforto.

Qualche giorno dopo così, Cristal dovette salutare l'amico, in partenza per un periodo di convalescenza in Cina. La defezione di Sirio però non fu l'unica a cui Cristal dovette assistere, quello stesso giorno Phoenix, senza motivi apparenti, scatenò quasi una rissa con Pegasus e poi lasciò il gruppo. I problemi per quella giornata non erano terminati, pochi minuti dopo la partenza del cavaliere della Fenice, i ragazzi vennero attaccati da uno stormo di corvi ammaestrati, che rapirono Lady Isabel. Cristal si ricordò quel che aveva sentito su un cavaliere d'argento capace di controllare quei volatili ed intuì che si trattava dell'ennesimo attacco da parte di Arles. Per permettere a Pegasus di lanciarsi all'inseguimento dei corvi e salvare Isabel, Cristal restò indietro, aiutando Andromeda contro i soldati che avevano accompagnato lo stormo. Insieme, i due li sconfissero in fretta, ma ormai Pegasus ed i corvi erano troppo lontani per poterli ritrovare facilmente. Fu solo dopo una notte di ricerche, all'alba del giorno dopo, che i due trovarono il compagno, ferito e svenuto, e Lady Isabel, giusto in tempo per proteggerli contro Tisifone, sacerdotessa guerriero, ed un cavaliere d'argento di nome Damian. Quest'ultimo venne eliminato facilmente, ma lo scontro con Tisifone fu più difficile perchè la donna mostrò un'agilità straordinaria e riuscì a mettere in difficoltà Cristal con i propri colpi.. Alla fine, unendo le forze, il ragazzo e Andromeda riuscirono a sconfiggerla, ma proprio quando le battaglie sembravano concluse, sul posto giunsero altri due nemici, i cavalieri d'argento Agape e Vesta, armati rispettivamente di dischi rotanti e di una catena chiodata.

Andromeda e Cristal si rifiutarono di consegnare Isabel ai nemici e li affrontarono in battaglia, ma Cristal si trovò in difficoltà quasi subito a causa della tecnica di Agape, capace di moltiplicare i propri dischi ed usarli per attaccare da più direzioni contemporaneamente. Ferito alla schiena nonostante l'aiuto di Andromeda, il ragazzo venne bloccato alla caviglia dalla catena di Vesta, e lanciato svenuto nel burrone insieme all'amico, legato all'altra estremità della catena chiodata. Fu solo per pura fortuna che il ragazzo si salvò, in quanto la catena si incastrò in un ramo a pochi metri dal fondo del burrone. Ripresi i sensi, Cristal e Andromeda scalarono il burrone grazie alla catena del secondo, ed i due raggiunsero la cima giusto in tempo per interrompere un duello tra Vesta e Phoenix, che, sopraggiunto nel frattempo, aveva già ucciso Agape. Il cavaliere della Fenice li accolse freddamente, limitandosi a lasciare Vesta ad Andromeda e ad andarsene. Non appena l'amico ebbe sconfitto il cavaliere d'argento, Cristal potè finalmente tornare a palazzo insieme a lady Isabel ed a Pegasus, che venne ricoverato per le gravi ferite.

Qualche giorno più tardi, i cavalieri vennero a sapere che Phoenix aveva fatto ritorno sull'Isola della Regina Nera per chiudere definitivamente i conti col proprio passato. Preoccupato per il fratello, Andromeda decise di andare a sua volta sull'Isola Nera, e Cristal ed il convalescente Pegasus lo accompagnarono. Giunti sull'Isola grazie ad un elicottero di Lady Isabel, i cavalieri trovarono l'amico impegnato ad affrontare il suo doppio oscuro, Phoenix Nero, e dovettero affrontare alcuni cavalieri rinnegati. Toltili di mezzo, Cristal e gli altri furono testimoni della morte di Phoenix Nero e del suo capo, Jango, per mano di Phoenix, ma anche dell'esplosione dell'Isola Nera, provocata dai poteri di Arles. Isabel però salvò il ragazzo e gli altri cavalieri avvolgendoli in sfere luminose che li portarono al sicuro. Ancora una volta però la presenza di Phoenix nel gruppo fu di breve durata, visto che il cavaliere inscenò un nuovo litigio con Pegasus per andarsene di nuovo, preferendo star da solo. Pegasus stesso partì per un breve periodo, alla ricerca di una cura per gli occhi di Dragone, dal quale non giungevano notizie, e così Cristal e Andromeda rimasero soli a difesa di lady Isabel. A complicare le cose, ad un paio di giorni di distanza, l'elmo della sacra armatura del Sagittario scomparve nel nulla, rubato da una forza misteriosa.

Il non essere riuscito ad impedire il furto provocò un certo senso di frustrazione in Cristal, che non potè fare altro che aumentare quando tutte le ricerche si rivelarono vane. Il ritorno di Pegasus risollevò un pò l'ambiente, anche se solo per poco dal momento che il cavaliere venne ricoverato quasi immediatamente a causa delle ferite riportate in un recente scontro. Preoccupati per lui, Andromeda e Cristal andarono a trovarlo, ma si trovarono di fronte a Ioria, cavaliere d'oro del Leone inviato da Arles. A rendere le cose persino più sorprendenti, Pegasus stava indossando l'armatura del Sagittario. Vedendo l'amico in difficoltà, Andromeda e Cristal non esitarono ad accorrere in suo aiuto, ma vennero sconfitti con rapidità, anche se non riportarono ferite gravi. Al risveglio, Cristal scoprì che Ioria era partito per tornare ad Atene.

La comparsa dei cavalieri d'oro fece capire ai cavalieri che era tempo di attaccare direttamente il Grande Tempio, e così i tre iniziarono ad organizzare il viaggio insieme a Lady Isabel. Dopo diversi giorni di preparazione, i ragazzi erano ormai pronti a partire, ma prima visitarono un'ultima volta l'orfanotrofio St. Charles per salutare i loro piccoli amici. Vedere i bambini che giocavano risvegliò in Cristal e gli altri diversi ricordi della sua infanzia trascorsa insieme agli amici, ed il ragazzo partecipò addirittura ad una partita a calcio contro gli orfani del collegio, venendo però sonoramente sconfitto.

La mattina dopo, alzatosi di buon ora, Cristal si recò insieme a lady Isabel, Mylock ed i Cavalieri d'Acciaio all'aeroporto dal quale sarebbero partiti alla volta di Atene. Lì vennero raggiunti da Pegasus, ma non da Andromeda, il cui preoccupante ritardo suggeriva un attacco nemico. In pena per l'amico, Cristal sarebbe voluto andarlo a cercare, ma Isabel disse a tutti di avere fiducia nel cavaliere, perchè solo credendo gli uni negli altri avrebbero avuto speranze contro Arles. Le parole della ragazza si rivelarono sensate, e non molto dopo Andromeda raggiunse gli amici, raccontando di essere effettivamente stato attaccato da due vecchi compagni di addestramento e dalla vecchia amica Nemes, che voleva proteggerlo impedendogli di affrontare nemici ritenuti troppo forti.

Salutati i Cavalieri d'Acciaio, che rimasero a Nuova Luxor, Cristal e gli altri poterono finalmente partire per la Grecia. Durante il lungo volo, Cristal apprese che un altro cavaliere d'oro, Scorpio, aveva devastato l'isola di Andromeda, uccidendo Albione, maestro del ragazzo. Poi la conversazione si spostò sul Grande Sacerdote e sulla sua identità, ma nessuno potè arrivare ad una conclusione concreta. Alla fine Cristal e gli altri decisero di riposare e dormirono per la maggior parte del viaggio.

Finalmente, dopo diverse ore di volo, l'aereo arrivò ad Atene ed atterrò in un'arena nelle vicinanze del Grande Tempio. Lì, il gruppo venne accolto da una guida mascherata inviata da Arles, che Isabel aveva deciso di avvisare del loro arrivo. Pochi minuti dopo, i cavalieri ebbero anche una lieta sorpresa, nei panni di Sirio, venuto al Grande Tempio per combattere insieme a loro sebbene ancora privo della vista. La guida poi li portò alla base di un'altissima gradinata, scavata nella montagna, nel corso della quale erano posti dodici templi, e spiegò che quelle erano le Dodici Case dello zodiaco, presidiate dai dodici cavalieri d'oro. Per poter raggiungere Arles, la cui residenza era in cima alla scalinata, i cavalieri ed Isabel avrebbero dovuto attraversare tutti i templi e di conseguenza sconfiggere i dodici cavalieri d'oro, un'impresa in cui nessuno era mai riuscito dai tempi dell'antica Grecia. A complicare ulteriormente le cose, la guida si rivelò un cavaliere d'argento di nome Betelgeuse, che, prima di essere abbattuto da Pegasus, riuscì a ferire gravemente Isabel vicino al cuore con una freccia d'oro. Prima di morire, Betelgeuse disse che solo Arles avrebbe potuto estrarre la freccia, e che altrimenti Isabel sarebbe morta in dodici ore. A segnare lo scorrere del tempo, Betelgeuse indicò una meridiana sulla quale vi erano dodici fuochi, uno per ciascuna casa dello zodiaco. Ogni fuoco si sarebbe spento dopo un'ora, indicando ai cavalieri il tempo restante per salvare Isabel.

Non avendo altra scelta, Cristal e gli altri indossarono le armature e, dopo aver promesso ad Isabel che l'avrebbero salvata, si precipitarono sulle scale della prima casa, il tempio dell'Ariete. La loro corsa venne però fermata dall'apparizione del Grande Mur, il fratello maggiore di Kiki, che si rivelò essere proprio il cavaliere d'ariete. L'uomo all'inizio parve ostile, ma in realtà voleva solo mostrare ai quattro cavalieri in che condizioni precarie fossero le loro armature dopo le varie battaglie che avevano combattuto. Mur si offrì poi di riparare e fortificare le corazze, avvisando però che avrebbe avuto bisogno di un'ora per farlo. Cristal e gli altri lasciarono la scelta a Pegasus, che accettò. Dopo un'ora, i cavalieri poterono così indossare le loro nuove armature, esteticamente identiche alle precedenti ma ora ricche di energia vitale e capaci di resistere, almeno temporaneamente, ai colpi dei cavalieri d'oro. Mur inoltre informò i ragazzi circa l'esistenza del cosiddetto settimo senso, la capacità di conoscere il proprio cosmo fin nel profondo ed espanderlo oltre ogni limite, spiegando che era quello il segreto della potenza dei cavalieri d'oro, e che avrebbero dovuto raggiungerlo anche loro per vincere e salvare Atena. Salutato Mur e lasciata la prima casa, i cavalieri raggiunsero la seconda, quella del Toro, in cui i cavalieri entrarono di slancio, venendo però atterrati con facilità dal suo custore, il guerriero del Toro. Costui, che non aveva neanche bisogno del suo cosmo per combattere, si rivelò subito un guerriero formidabile, capace, al pari di tutti i cavalieri d'oro, di muoversi e lanciare colpi alla velocità della luce. Affidando a Pegasus la battaglia, i cavalieri cercarono di oltrepassare la seconda casa, ma bastò un colpo del nemico per metterli fuori combattimento.

Destato da Sirio quasi un'ora dopo, Cristal scoprì che Pegasus nel frattempo aveva sconfitto il nemico trovando dentro di se la forza del settimo senso ed ottenendo il permesso di superare la casa. Toro tuttavia non volle concedere lo stesso permesso agli altri tre cavalieri senza che prima lo sconfiggessero a loro volta. Dopo aver convinto Pegasus a proseguire da solo, i tre attaccarono insieme il nemico. Inizialmente in difficoltà, i cavalieri seppero reagire e, dopo che Andromeda ebbe bloccato Toro per qualche attimo, Cristal e Sirio combinarono le loro tecniche di attacco per sconfiggerlo. Nemmeno questo assalto di gruppo si rivelò fruttuoso, ma impressionò Toro a sufficienza da dare ai tre il permesso di passare. Prima però il cavaliere li avvisò che solo lottando da soli e cercando in se stessi avrebbero potuto raggiungere il settimo senso.

Oltrepassata la seconda casa, i cavalieri raggiunsero la terza, quella dei Gemelli, e si riunirono a Pegasus, che finora era stato incapace di attraversarla. Decisi a tentare insieme, i quattro entrarono nel tempio, ma al suo interno percepirono solo un cosmo fatto di luci ed ombre senza incontrare alcun nemico. Raggiunta quella che credevano l'uscita però si ritrovarono all'entrata, come se si fossero persi in un labirinto, e per di più nel voltarsi scoprirono che la casa si era sdoppiata ed ora ne esistevano due identiche. Non avendo altra scelta, su suggerimento di Cristal i cavalieri si divisero in due coppie, promettendo che quelli che fossero riusciti a passare sarebbero andati alla casa di Cancer senza attendere gli altri. Augurata buona fortuna agli amici, il Cigno entrò insieme af Andromeda nella casa di sinistra. Stavolta i due non trovarono un labirinto, ma davanti a loro d'improvviso comparve il cavaliere di Gemini, dal volto completamente invisibile sotto l'elmo bifronte della corazza. Stranamente però la catena di Andromeda non reagì al nemico, a sua volta immobile davanti ai due. Solo quando Cristal attaccò l'avversario la catena si mosse per un attimo, segnalando la comparsa del cosmo del cavaliere d'oro, ma Andromeda non fece in tempo ad avvertire il compagno, la cui Polvere di Diamanti tornò inspiegabilmente indietro, travolgendo lui e l'amico. Resosi conto del rischio, Andromeda suggerì prudenza, ma Cristal, preoccupato per lady Isabel e preso dalla foga, mise da parte la ragione e non lo ascoltò, preferendo attaccare di nuovo, stavolta con l'Aurora del Nord. Come Andromeda aveva temuto, l'attacco si ritorse contro di loro, facendogli perdere i sensi.

Al risveglio, Cristal fu sbalordito nello scoprire di non essere più nella terza casa, e soprattutto di avere davanti addirittura Acquarius, il maestro del Maestro dei Ghiacci e custode dell'undicesima casa. Come il ragazzo ebbe modo di sapere, si trovavano alla settima casa della Bilancia, temporaneamente vuota perchè il custode, maestro di Sirio, aveva rifiutato l'ordine di Arles di tornare al Grande Tempio. Acquarius aveva teletrasportato lì il Cigno per parlargli da solo, ma Cristal rimase stupefatto nel sentire che l'uomo era deciso ad affrontarlo ed ucciderlo, come ordinato da Arles. Incapace di spiegarsi perchè Acquarius, che in fondo era un suo maestro indiretto, volesse eliminarlo senza nemmeno avergli dato modo di parlare, Cristal cercò di informarlo sulla vera natura di Arles raccontandogli la morte del Maestro dei Ghiacci, e non nascondendo il proprio ruolo in essa. Nel parlare, Cristal rivelò tutto il senso di colpa che lo opprimeva per la morte dell'amato insegnante, sottolineando come il rimorso non lo avesse abbandonato dal giorno del loro combattimento in Siberia, ma Acquarius si mostrò del tutto disinteressato al fato dell'allievo ed ai sentimenti di Cristal. Tale atteggiamento deluse ed amareggiò profondamente il cavaliere del Cigno, che però, fermamente deciso a non affrontare un altro insegnante, seppur indiretto, in battaglia, rifiutò ancora di affrontarlo. Con un gesto inatteso allora, Acquarius usò i propri poteri per far sprofondare il vascello in cui riposava Natassia, fino ad un punto troppo profondo per essere raggiungibile, e rese Cristal testimone di tutta la scena con una visione.

Come ai tempi del duello con Phoenix, un gesto così inutilmente crudele risvegliò la rabbia in Cristal, che attaccò con tutta la propria foga ed energia, senza però impensierire il potente nemico. Gradualmente, la personalità di Cristal tornò quella di un tempo, che trovava conforto solo dalle visite al luogo in cui riposava la madre, ed alla fine la rabbia venne sostituita da un senso di abbattimento e delusione, che spinse il ragazzo in ginocchio. Nemmeno le parole di Acquarius, che gli spiegò come ricordi e sentimentalismi rendessero difficile raggiungere il settimo senso, senza il quale era impossibile sconfiggere un cavaliere d'oro, riuscirono a smuovere Cristal, che anzi ammise in lacrime di non potere, nè volere, dimenticare sua madre. Deluso e frustrato dal comportamento del ragazzo, Acquarius lo sconfisse con il proprio colpo più potente, il Sacro Acquarius, e ne imprigionò il corpo in fin di vita in una bara di ghiaccio eterno. Prossimo alla fine, Cristal sognò di ricongiungersi a sua madre, incurante delle parole di quest'ultima che gli chiedeva di restare in vita, e del fatto che la sua anima si stava lentamente incamminando verso il luogo del non ritorno.

A salvare il Cigno dal suo triste destino giunsero, tre ore più tardi, gli altri cavalieri. Sirio frantumò il ghiaccio usando le armi d'oro della Bilancia, mentre Andromeda quasi esaurì il proprio cosmo per riscaldare il corpo congelato dell'amico. Riaperti gli occhi, Cristal trovò il compagno svenuto sopra di lui, in fin di vita e con il cosmo quasi completamente esaurito. Vedere la determinazione e lo spirito di sacrificio di Andromeda risvegliò in Cristal la determinazione e lo spirito guerriero, spingendolo a non arrendersi per non vanificare un così nobile gesto di aiuto. Prendendo con se l'amico, Cristal raggiunse Pegasus e Sirio all'ottava casa dello Scorpione, interrompendo il loro scontro con il cavaliere d'oro che ne era custode ed esortandoli a non cedere nonostante le recenti ferite. In lacrime, il Cigno non esitò ad esprimere di fronte ai due amici tutta la sua gratitudine per Andromeda, ma neanche a minacciare il pericoloso Scorpio. Intuendo di essere l'unico con i mezzi adatti per sconfiggerlo, Cristal convinse i due amici a proseguire con Andromeda, restando indietro per combattere da solo.

Lo scontro però fu molto più difficile del previsto, ed il ragazzo, ancora privo di esperienza con i cavalieri d'oro, venne ferito gravemente dal venefico e dolorosissimo attacco avversario, la Cuspide Scarlatta. Dando prova di rinnovato valore e coraggio, Cristal continuò a combattere nonostante il dolore ed i ripetuti inviti alla resa del nemico, riuscendo persino a portarsi in vantaggio per qualche attimo, grazie ad una strategia appositamente elaborata. Alla fine però, tutto parve vano, ed il cavaliere si ritrovò quasi dissanguato e privo di forze. Riconoscendone il valore, Scorpio, buon amico di Acquarius, decise di spiegargli il perchè delle azioni ostili del cavaliere dell'undicesima casa: tutto era stato mirato a liberare il Cigno dagli opprimenti ricordi del suo passato ed a risvegliare in lui il settimo senso, senza il quale sarebbe sicuramente morto in battaglia. Non essendo riuscito a separare Cristal dai ricordi, e non volendo vedere l'allievo cadere contro gli altri cavalieri d'oro, Acquarius aveva deciso di rinchiuderlo nella bara di ghiaccio, al sicuro, nella speranza che un giorno si sarebbe risvegliato più forte e determinato. Seppur convinto della bontà di quel gesto, il cavaliere d'oro poche ore prima aveva pianto per il destino del suo allievo indiretto, e per la mancanza di altre soluzioni.

Le parole di Scorpio fecero chiarezza nel cuore di Cristal, rivelandogli le reali motivazioni di Acquarius, ma quando il cavaliere d'oro gli disse di lasciare Atene per aver salva la vita, l'eroe rifiutò fermamente. Seppur grato ad Acquarius infatti, Cristal si sentiva ora ancora più legato di prima a lady Isabel e soprattutto ai suoi amici, che anzichè abbandonarlo avevano rischiato tutto pur di riaverlo con loro. Il ragazzo decise che da quel momento in avanti non avrebbe più combattuto per dare prova di se a sua madre, ma per Atena e per i suoi amici, per non rendere vani i loro sacrifici e per non deluderli. Avrebbe continuato a portare nel cuore il ricordo di sua madre e del Maestro dei Ghiacci, ma non si sarebbe più lasciato opprimere dai sensi di colpa o dalla solitudine, trovando nel coraggio dei suoi compagni la forza per reagire. Nuovamente sicuro di se e determinato, Cristal portò a termine il duello con Scorpio, sfiorando finalmente il settimo senso e mettendo a segno un colpo che, senza l'armatura d'oro, avrebbe ucciso il guerriero. Alla fine, il ragazzo rischiò di soccombere per la grave emorragia e le ferite subite, ma Scorpio stesso, mosso a compassione e segretamente dubbioso sugli intenti di Arles, gli salvò la vita, permettendogli di proseguire.

Ben presto così Cristal potè ricongiungersi agli amici, che trovò alla nona casa del Sagittario, e lì vide con gioia che anche Andromeda si era ripreso. Di nuovo insieme, gli amici si avventurarono nei misteriosi cunicoli dell'edificio, stranamente privo di uscita. La corsa fu però più complicata del previsto, i cunicoli infatti si rivelarono stretti e pieni di trappole. Vittima di una di queste fu Dragone, che rimase sepolto da una frana per permettere ai compagni di proseguire. Pegasus avrebbe voluto tornare indietro per aiutarlo, ma Cristal, a malincuore, dovette agire con freddezza e ricordare agli amici il poco tempo a disposizione, invitandoli ad aver fiducia gli uni negli altri, come lady Isabel aveva raccomandato poco prima della partenza per la Grecia, ed a continuare il cammino senza fermarsi. Proseguendo, Cristal, Pegasus e Andromeda si ritrovarono in una caverna sotterranea formata da rocce calcaree, dove vennero accolti prima da una pioggia di stalattiti e poi da un'inondazione. Deciso a far proseguire i compagni, Cristal rimase indietro per fermare l'acqua con i propri poteri, ma, ancora debole per lo scontro con Scorpio, dopo un iniziale successo fallì, venendo travolto dalle acque e perdendo i sensi. Allo stremo delle forze per le battaglie affrontate nelle case inferiori, Cristal rischiò di non riprendersi mai più, ma in suo soccorso venne l'armatura del Sagittario, la cui luce dorata sfiorò il suo cuore con il ome di Atena e rinfrancò le sue forze e quelle degli altri cavalieri. Ripresosi, il ragazzo vide un lampo di luce che lo riportò alla nona casa insieme agli amici. Subito dopo, la freccia d'oro del Sagittario frantumò la parete, facendo apparire un messaggio in greco antico lasciato 13 anni prima da Micene. Le parole del defunto cavaliere, che affidava loro la difesa di Atena, commossero i quattro amici, che in lacrime rinnovarono il giuramento di salvare Isabel.

Lasciata la nona casa, i cavalieri raggiunsero la decima, quella del Capricorno. Dopo essere entrati con prudenza, vi trovarono una statua raffigurante Atena che donava la sua spada sacra, Excalibur, ad un cavaliere a lei fedele, evidentemente Capricorn, il custode di quel tempio. Non incontrando nemici, i cavalieri lasciarono subito il tempio, ma appena fuori vennero attaccati da Capricorn, il cui colpo aprì un crepaccio al suolo. Avvertito per tempo da Sirio, Cristal non riportò ferite, ma appena in salvo si accorse che Sirio era rimasto alla decima casa ad affrontare il nemico. Unico tra i cavalieri a comprendere che Dragone era rimasto volontariamente indietro, rischiando la vita per permettere loro di proseguire, Cristal fu obbligato ad agire con freddezza e convinse Pegasus e Andromeda a riprendere la corsa per l'undicesima casa, lasciando indietro l'amico. Quasi un'ora più tardi, quand'ormai i tre erano già davanti all'undicesima casa, nel cielo si levò il grido di Sirio, che chiese ai compagni di salvare Atena e se stessi. Guardando verso il cielo, Cristal vide un fascio di luce dirigersi verso lo spazio e comprese che Dragone si era sacrificato per sconfiggere il suo nemico. Stavolta incapace di trattenere le lacrime, il Cigno non potè far altro che continuare a guardare mentre Sirio sembrava svanire in un lampo di luce.

Le sue lacrime vennero interrotte dall'apparizione di Acquarius, in piedi davanti all'undicesima casa. A Cristal bastò guardarlo per un attimo per capire di doverlo affrontare da solo, e così spinse i due amici a proseguire ed entrò con calma nell'undicesima casa, pronto a riprendere la battaglia interrotta al tempio della Bilancia. Prima di iniziare, Cristal chiese al maestro se far sprofondare il vascello di sua madre negli abissi fosse davvero l'unico modo possibile per spezzare il suo legame con i ricordi, ma non ottenne che una breve risposta positiva. In combattimento, il Cigno si trovò rapidamente in difficoltà di fronte al superiore potere congelante dell'avversario, capace di portarsi molto vicino allo zero assoluto, ed Acquarius stesso ammise che il vincitore sarebbe stato colui che si fosse avvicinato di più a quella temperatura. Gradualmente però, Cristal mostrò una forza e determinazione sempre crescente, resistendo al Sacro Acquarius e mostrandosi più deciso che mai a vincere il combattimento. Intrappolato nuovamente nel sarcofago di ghiaccio, il ragazzo ebbe modo di riflettere sulla posta in gioco, la salvezza di Atena e dell'intera umanità, e sul sacrificio compiuto da Sirio alla decima casa, sfiorando il settimo senso e trovando da solo la forza di liberarsi.

Oramai pienamente sicuro di se, al punto da non dire più una parola, Cristal continuò ad aumentare il suo cosmo attimo dopo attimo, non esitando nemmeno quando l'armatura del Cigno andò in pezzi e riuscendo persino a congelare il coprispalla di Acquarius, segno che aveva raggiunto lo zero assoluto. Quando il cavaliere d'oro si preparò ad usare contro di lui la propria tecnica suprema, il Sacro Acquarius, Cristal, mostrando di credere senza riserve in se stesso e nei propri mezzi, assunse la medesima posa, pur avendo visto il colpo segreto solo due volte. Mentre l'intera undicesima casa veniva coperta dal ghiaccio, Cristal sferrò il proprio colpo contro quello del maestro, raggiungendo il settimo senso e lo zero assoluto, ma venendo colpito a sua volta. Davanti ai suoi occhi, Acquarius gli lasciò in dono il dominio delle energie fredde e crollò a terra privo di vita. Ora libero di dar sfogo alle sue emozioni, il cavaliere del Cigno pianse amaramente la morte del maestro, cui non desiderava essere superiore e, dopo aver detto addio agli amici con un ultimo fiocco di neve, cadde esanime al suolo.

Il riposo di Cristal durò solo due ore. A sua insaputa infatti Pegasus era riuscito a salvare Lady Isabel e la fanciulla, rialzatasi, aveva iniziato a scalare le dodici case insieme a Kiki, Mylock, Asher e gli altri cavalieri di bronzo, giunti in sua difesa alcune ore prima, e soprattutto con i cavalieri d'oro sopravvissuti, Mur, Toro, Ioria, Virgo e Scorpio. I cavalieri d'oro avevano infatti finalmente riconosciuto Atena in Lady Isabel e giurato lei fedeltà. Alla fine, Isabel giunse all'undicesima casa, dove si trovava il corpo congelato di Cristal, e ad un suo tocco i ghiacci si sciolsero. Il cosmo della fanciulla inserì una scintilla di vita nel corpo esanime dell'eroe, che così riuscì a rialzarsi, seppur con estrema fatica per tutte le ferite ancora presenti. Per di più, Cristal ebbe anche la felice sorpresa di vedere vicino a se Sirio, a sua volta tornato in vita grazie ai poteri di Atena.

Troppo debole per camminare, Cristal venne quasi trascinato da Ban fino alla statua di Atena, posta in cima alle dodici case, dove Phoenix e Pegasus stavano disperatamente combattendo contro Arles, che si era rivelato essere Gemini, il custode della terza casa. Cristal fu felice di vedere gli amici ancora vivi e, deciso ad aiutarli, trovò incredibilmente le forze per avanzare contro Gemini, affiancato da Sirio e Andromeda. Raccogliendo le ultime forze, i tre lanciarono i loro colpi più potenti, e Cristal arrivò persino ad usare di nuovo il Sacro Acquarius pur di fermare il nemico. Gemini però si rivelò troppo forte per gli esausti eroi, e riuscì con relativa facilità ad evitare i loro colpi ed a travolgerli con una scarica di energia. Cristal crollò al suolo insieme agli altri, troppo debole per rialzarsi, ma anche in queste condizioni rifiutò di darsi per vinto, e quando Pegasus, moribondo, si rimise in piedi, strisciò verso di lui per aiutarlo.

Alla fine, con uno sforzo straordinario, Cristal si rialzò insieme a Sirio, Andromeda e Phoenix, e tutti insieme bruciarono al massimo quel che restava dei loro cosmi per donarne l'energia a Pegasus. Un tale sforzo prosciugò completamente le energie dei quattro, ma permise a Pegasus di assestare il colpo che sostanzialmente sconfisse Gemini, il quale poi si suicidò chiedendo perdono ad Atena. Privo di sensi, Cristal venne soccorso da Isabel e gli altri cavalieri, che onorarono lui e gli altri come salvatori della giustizia. Le condizioni dei cavalieri però erano disperate e nessun medico avrebbe potuto salvarli. Nella speranza di un miracolo, i ragazzi vennero portati in un tempietto nella periferia del Grande Tempio, dove sin dalle epoche mitologiche venivano portati gli eroi in fin di vita. Per giorni Isabel vegliò sui suoi paladini, ma alla fine il miracolo si compì ed i cinque eroi superarono il periodo critico e si ripresero.

1°-2° OAV, Asgard, Nettuno

3° OAV, 4° OAV, Hades

Tenkai, ND, Omega, Assassin, Note

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