ZEUS CHAPTER

L'OMBRA DI HADES

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BGM: Inside a Dream

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Pegasus era a terra, cosciente, ma troppo intorpidito per muoversi. La Nebulosa lo aveva investito in pieno ed il ragazzo aveva bisogno di tempo per riprendersi del tutto. Vide Andromeda avvicinarsi con la mano sollevata, ma non era nelle condizioni di muoversi, e pensò che non avrebbe mai immaginato che un giorno sarebbe stato ucciso da un suo amico. Andromeda si preparò ad abbassare il pugno, ma improvvisamente barcollò e si portò la mano al volto, come se fosse confuso.

Con la pace nel cuore, Andromeda avanzò lentamente verso Hades, che indietreggiò di un passo "E' sia ! Avrei voluto evitarti quest'umiliazione, ma non mi lasci scelta ! Sarà la tua stessa arma a porre fine alla tua esistenza ! Onde del Tuono !" affermò il Dio scagliando entrambe le catene contro Andromeda. Il ragazzo però si mantenne concentrato sui suoi amici, e fu assalito da una sensazione di pace, la pace che può prosperare solo in un mondo governato dalla giustizia. Le catene si fermarono a metà strada, come se avessero perso la loro energia, e caddero a terra, per poi riagganciarsi ai bracciali dell'armatura di Andromeda.

Davanti agli sguardi confusi di Pegasus e Sirio, Andromeda crollò su un ginocchio.

Hades indietreggiò di un altro passo. Andromeda notò che stava avvicinandosi alla sua spada, ancora conficcata al suolo, ma non se ne preoccupò. "Non osare un passo di più, ti avverto ! Tu credi di potermi respingere, ma non puoi farlo, perché dentro di te, tu desideri essere come me, e tutti gli uomini che hai ucciso ne sono la prova ! Non puoi sconfiggermi ! Prendi ora: Nebulosa di Andromeda !" gridò Hades, mentre la tempesta si abbatteva contro Andromeda. Il ragazzo non accolse la provocazione, e pensò alla freschezza delle prime giornate di primavera, quando i fiori ricominciavano a sbocciare, ed al calore delle serate passate conversando e scherzando con i suoi amici, nella grande villa di Lady Isabel. Una leggera brezza, tutto quello che restava della Nebulosa, gli mosse leggermente i capelli.

Sotto gli occhi di Sirio e Pegasus, Andromeda emise un gemito di dolore e si portò entrambe le mani alla testa.

Hades indietreggiò ancora, ed impugnò la spada liberandola dal suolo, pronto ad attaccare. Andromeda lo guardò negli occhi "Hai detto che non posso sconfiggerti perché desidero essere come te, ma ti sbagli. E' vero, ho ucciso molti nemici nel corso delle tante battaglie, ma non ce n'è uno del quale non abbia sofferto la scomparsa. Quando arriverà il mio momento, pagherò per la loro morte, ma fino ad allora continuerò a combattere perché le lacrime si mutino in sorrisi e mai più nessuno debba soffrire a causa del male. Sono un cavaliere di Atena, e lotterò per far trionfare la giustizia !" affermò con voce colma di determinazione, e la spada di Hades divenne polvere nelle mani del Dio che, disarmato, si lanciò urlando contro il nemico. Andromeda sollevò allora la catena e sussurrò "va, mia fedele Catena di Andromeda !", poi lanciò la sua arma, non verso Hades, ma verso il vero nemico, la sua surplice che giaceva immota sul piedistallo. La catena saettò verso il bersaglio e centrò la maschera. Sottili crepe si disegnarono sul volto malvagio, poi la maschera andò in pezzi, ed Hades scomparve.

Andromeda fu assalito da un senso di vertigine e chiuse gli occhi. Quando li riaprì, Pegasus e Sirio erano accanto a lui. "Amici…" disse guardandoli, e gli occhi gli si riempirono di lacrime di gioia.