ZEUS CHAPTER

L'OMBRA DI HADES

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BGM: Seiiki no Kutou

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Mentre Pegasus e Dragone varcavano l'uscita del terzo tempio, un'esile figura correva sui gradini della scalinata del monte Olimpo.

La sua mente però era altrove, persa in un amaro ricordo. Davanti a se non vedeva più le scale di pietra bianca, ma una sala ornata da statue di demoni. Vedeva una donna dai lunghi capelli corvini che si diceva decisa a difenderlo, vedeva Phoenix, col volto rigato da lacrime amare e la mano grondante sangue, vedeva Isabel, inginocchiata ai suoi piedi, pronta a sacrificare se stessa pur di fermarlo, poi più nulla, solo un dolore al tempo stesso profondo e liberatorio, ed alla fine il volto amico di Pegasus chino su di lui.

Ed ora Andromeda stava correndo verso il tempio di Hades, Andromeda che un tempo era stato Hades, il re degli inferi, l'essere più temuto dagli uomini. "Yours Ever", "tuo per sempre" recitava il ciondolo che, a sua insaputa, aveva legato il suo destino a quello del Dio. Quanta verità era celata in quelle due sole parole, Andromeda non era stato posseduto da Hades che per poche ore, eppure ogni singolo momento era ancora vivo in lui, impresso a fuoco nella sua anima. Nei mesi successivi alla battaglia si era sforzato di dimenticare, concentrandosi solo sui suoi amici e sulla minaccia di Zeus, ma quante volte si era svegliato nel cuore della notte, con il cuore che gli batteva all'impazzata e gli occhi colmi di lacrime, quante volte guardandosi allo specchio aveva creduto di vedere il volto di Hades che lo guardava e sorrideva beffardo.

"Dimentica !" aveva detto a se stesso, ma è davvero possibile dimenticare quel disprezzo verso la razza umana, quell'ardente desiderio di oscurità ? è davvero possibile dimenticare di essere stati il signore della morte, di essere stato Hades ? In quelle poche ore in cui il Dio aveva preso possesso del suo corpo, era stato come se l'anima gli fosse stata strappata, imprigionata in una parte remota del suo essere, costretta a guardare il male ed il dolore che lo circondava.

E' un cavaliere di Atena, ed aveva cercato di uccidere la sua Dea, è un difensore della giustizia, ed aveva cercato di sterminare l'umanità… come avrebbe mai potuto allontanare da se quella triste verità ? Soltanto ora capiva veramente cosa avevano dovuto passare Gemini ed Ilda, suoi nemici d'un tempo. Il quarto tempio era ormai a pochi metri da lui.

Mentre correva abbassò lo sguardo verso le catene che porta ai polsi, catene che lo avevano sempre difeso e che tante vittorie gli avevano dato. Era abituato al loro peso, quelle catene erano sempre state parte dell'armatura di Andromeda, eppure ora, mentre avanzava, sentiva il peso di altre catene, le catene dell'innocenza, del rimorso, del dolore, della colpa e, più pesanti di tutte, le catene della paura, ed in quel momento si chiese se queste catene lo abbandoneranno mai, se sarà mai libero dall'incubo di Hades.

Questi pensieri avevano frenato la corsa di Andromeda, ma ora, alzando lo sguardo, il ragazzo si rese conto di essere finalmente arrivato all'ingresso del tempio di Hades. "Ora finirà… in qualche modo ora finirà tutto !" pensò e, dopo aver esitato ancora un attimo, varcò la soglia dell'edificio.