ZEUS CHAPTER

LA RESURREZIONE DELLE ARMATURE DIVINE

 Parte precedente

13° Parte

BGM /

Parte successiva

"La direzione è questa, andiamo amici !" dice il ragazzo conducendo gli amici nella direzione indicata dalla pietra. Per lunghe ore i cavalieri percorrono i cunicoli, illuminati solo da quella strana luce che sembrava provenire dalle rocce stesse. In alcuni punti il soffitto è così basso da obbligarli ad avanzare quasi piegati in due, in altri il percorso è reso scivoloso dal muschio cresciuto sulle pareti e sul pavimento. Per parecchie volte si trovano ad un bivio, ma il gioiello li guida sempre nella direzione giusta, illuminandosi sempre maggiormente. Alla fine, quando ormai lo smeraldo splende di una luce brillante come quella di una torcia, i ragazzi avvertono intorno a loro un'aria stranamente calda ed iniziano a sentire un rumore metallico. Giunti alla fine della galleria, gli amici si trovano in una grotta più grande e molto calda. La sorgente del calore appare subito evidente, al centro della grotta vi è infatti una specie di fucina, attorno alla quale vi sono vari attrezzi da fabbro. Un crogiolo, delle pinze, delle incudini, svariati martelli e moltissimi altri oggetti. Anche la fonte del rumore udito prima si trova in quella grotta. A pochi metri dai ragazzi infatti un nano sta battendo pesantemente un martello su una piastra metallica, appoggiata sopra una grossa incudine. Pegasus e gli altri si guardano per un attimo, negli occhi di ciascuno di loro si leggeva la stessa cosa "Lo abbiamo trovato, finalmente ! Ecco il nano Etri di cui parlava Mur !" pensa l'eroe.

Non appena i cavalieri entrano nella grotta, Etri si volta di scatto ed osserva gli intrusi con sospetto e diffidenza.

"Non ti preoccupare ! Non vogliamo farti del male !" si affretta a rassicurarlo Andromeda.

"Chi siete e che cosa ci fate qui ? Come mi avete trovato ?" chiede il nano, il suo sguardo resta sospettoso.

"E' stato Odino a farci venire qui. Abbiamo bisogno del tuo aiuto per riparare le nostre armature. Tu sei l'unico che può farlo !" gli spiega Cristal, mentre gli altri poggiano a terra gli scrigni delle armature divine e li aprono. Il nano osserva per un attimo le corazze incrinate e danneggiate, poi, con un sogghigno, mormora "Così voi vorreste che io riparassi le vostre armature, si, potrei aiutarvi…" ed allo stesso tempo si muove lentamente verso destra.

"Ehi, dove stai andando ?" gli chiede Pegasus.

"Non agitarti ! Per aggiustare le vostre armature ho bisogno dei miei attrezzi !" risponde il nano, indicando la parete opposta, davanti alla quale sono ammassati diversi oggetti, ed un tavolo da lavoro sul quale sono poggiati alcuni utensili da fabbro. Poi, vedendo lo sguardo del cavaliere rilassarsi, il nano riprende a camminare verso il tavolo. "Così dovrei riparare le vostre armature…certo, posso farlo, non per niente sono il miglior fabbro fra i nani…" dice il nano, non senza orgoglio, poi si avvicina al tavolo da lavoro e prende in mano una pinza. "già, sono il miglior fabbro fra i nani…" mormora sommessamente, ed intanto si abbassa verso un telone verde scuro poggiato accanto al tavolo a coprire qualcosa. "sono io il migliore…il migliore"

"Che cosa c'è la sotto ?" chiede Cristal incuriosito, ma il nano non risponde, si limita ad un sogghigno e contemporaneamente alza il telone, rivelando degli uccelli di metallo. Gli uccelli hanno l'aspetto di grifoni, il corpo, la testa e le zampe sono di ferro ma gli artigli, le ali ed il becco sono di un metallo sconosciuto, affilato e brillante. Alla vista di quegli strani uccelli i cavalieri si irrigidiscono, sentendosi improvvisamente minacciati.

"Che cosa sono quelli ? non avevi detto che avresti riparato le nostre armature ?" chiede Pegasus con un moto di agitazione. Il nano però non risponde, anzi accarezza i suoi uccelli come se fossero veri. Poi, dopo qualche istante di silenzio, si volta verso i cavalieri, il sorriso trasformato in un ghigno maligno "Ho detto che sarei in grado di riparare le vostre corazze…ma non ho mai detto che lo avrei fatto !". afferma ridendo, poi pronuncia delle parole in una lingua sconosciuta, e quasi istantaneamente gli occhi dei grifoni si accendono di una luce minacciosa. I cavalieri osservano in silenzio gli uccelli alzarsi e distendere le zampe e le ali. Inizialmente le creature si muovono come se si stessero risvegliando da un lungo sonno, poi focalizzano il loro sguardo sui cavalieri e subito dopo sul nano.

Per alcuni attimi restano immobili, in attesa di ordini, poi, ad un cenno di Etri, emettono un verso orribile e si alzano in volo, come predatori intorno alle prede. I cavalieri li vedono volteggiare sopra di loro, ed Etri scoppia a ridere e grida "Se riuscirete a distruggerli, riparerò volentieri le vostre armature…ma è impensabile che riusciate. Questi grifoni sono il frutto unito della magia e della mia abilità di fabbro, non riuscirete mai a fermarli ! ah ah ah"

La risata del nano riecheggia e si amplifica nella grotta, diventando ben presto assordante, ma i ragazzi si sforzano di ignorarlo mentre osservano i grifoni.