LEAR

(USHIO)

ETA': Sconosciuta, 16 anni circa.

ALTEZZA: 1.78 M circa.

PESO: 88 Kg circa.

OCCHI: Castani

CAPELLI: Viola

DATA DI NASCITA: Sconosciuta.

LUOGO DI NASCITA:.Sconosciuto, verosimilmente Giappone.

GRUPPO SANGUIGNO: Sconosciuto

SEGNI PARTICOLARI: Nessuno.

PARENTI CONOSCIUTI: Nessuno, potrebbe essere orfano (vedi Note).

COSTELLAZIONE / SIMBOLO: Lear non è un vero Cavaliere dello Zodiaco e di conseguenza non ha una costellazione guida. Il suo simbolo è comunque il Pesce Spada, o Dorado.

ARMATURA / ARMI: Armatura di acciaio del Dorado. La particolarità del'armatura di Lear è nell’elmo, da cui può generare delle onde in grado di annullare i poteri mentali, agendo un po’ come un disturbatore. Non è chiaro come si attivi il congegno, ma, quando Lear lo usa, gli occhi dell’elmo si illuminano. La forza è tale da impedire a Virnam di usare la telecinesi, ma non sappiamo se sarebbe efficace contro guerrieri dotati di poteri più grandi, come Mur, Virgo o Papillon. È comunque un gadget abbastanza utile per compensare allo stile di lotte prettamente fisico di Lear. Come le altre armature d'acciaio, la corazza può essere trasformata in un piccolo veicolo con cui il cavaliere può spostarsi. Nel caso di Lear, il veicolo, pur avendo la forma di un mezzo acquatico, può volare come un aeroplanino, e usare la punta per perforare la roccia. È quindi una specie di ibrido, che curiosamente non vediamo mai in acqua. La velocità massima che il veicolo può raggiungere non è nota, così come l’autonomia o la forza della punta, che rientra quando l’armatura viene indossata. La corazza è abbastanza leggera da poter essere trasportata con facilità, ma anche resistente contro esplosioni, calore ed elettricità. Copre solo una parte ridotta del corpo, e non sembra dotata di armi d'attacco.

STIRPE: Cavaliere di acciaio agli ordini di lady Isabel e del professor Righel.

PRIMA APPARIZIONE: Episodio 25, "In nome di Atena" (anime).

EPISODI (SAGA): Episodi 25-29, 32-33, 35-36, 40-41 (saga del Grande Tempio). Saint Seiya Omega 73-74, 78, 93-94 (saga di Pallas).

NUMERI DEL MANGA: /

COLPI SEGRETI / POTERI: Lear non ha un vero colpo segreto, ma è un discreto combattente corpo a corpo, più agile dei compagni e, all’apparenza, specialmente abile negli attacchi di piede. Non essendo un vero cavaliere, non possiede un cosmo, e di conseguenza deve basarsi solo sulla forza fisica e sull'agilità, entrambe a livello di un atleta esperto, ma difficili da paragonare a quelle di un Cavaliere. Di conseguenza, Lear può sollevare pesi notevoli e muoversi con rapidità, ma non frantumare la pietra con un pugno o scalare palazzi con dei balzi. Considerandolo nell’insieme, e con l’armatura, è probabilmente al livello di un Cavaliere di Bronzo normale. Insieme ai compagni Shadir e Lear può però eseguire un colpo chiamato Uragano d'acciaio. Nell'eseguirlo, i tre corrono ad altissima velocità attorno al nemico o all'obbiettivo, sollevando abbastanza vento da creare un vero e proprio piccolo tornado, capace di confondere e stordire la vittima. Lear è poi abile ad usare la sua armatura d'acciaio, sia come corazza che come mezzo di locomozione, e possiede un buon senso dell'equilibrio. A parte questo, Lear sa pilotare l'elicottero e, probabilmente grazie alle lezioni del professor Righel, è capace di usare bene computer e sistemi elettronici in generale.

In Saint Seiya Omega, la sua armatura è stata potenziata e può sferrare getti d’acqua ad alta pressione in grado di travolgere i nemici.

STORIA: Nulla è noto del passato di Lear, che in tenerà età venne però scelto da Alman di Thule, padrone della ricca fondazione Thule, per un progetto speciale. All'epoca Alman stava accudendo una bambina di nome Isabel, che in realtà era la reincarnazione di Atena, Dea della Giustizia. Secondo le leggende, Atena tornava sulla terra ogni volta che il male era sul punto di prendere il sopravvento, e con lei vi erano sempre i suoi guerrieri, i Cavalieri dello Zodiaco, eroi capaci di combattere usando il cosmo, un'immensa forza interiore nascosta in ogni essere vivente, e protetti da speciali armature. Alman, sapendo che in futuro Isabel avrebbe avuto bisogno dei cavalieri, aveva radunato un centinaio di bambini orfani, per poi inviarli in varie località del mondo per ricevere l'addestramento necessario a conquistare l'armatura e diventare cavalieri. Tuttavia, temendo che questo non fosse abbastanza, e che i cavalieri ed Isabel in futuro potessero aver bisogno di aiuto, Alman decise di creare tre cavalieri speciali, e di dotarli di armature costruite con i più moderni mezzi tecnologici.

L'incarico di costruire queste tre armature venne dato da Alman al Professor Righel, direttore di un centro ricerche a Nuova Luxor, in Giappone, e contemporaneamente Alman stesso scelse i tre ragazzi che un giorno avrebbero indossato quelle corazze. Lear fu uno dei tre prescelti e così venne portato al laboratorio del Professor Righel, dove conobbe anche i suoi due compagni, Shadir e Benam. I tre divennero facilmente amici, anche grazie al carattere naturalmente solare di Benam e alle noti da leader di Shadir.

Alman spiegò ai tre ragazzi la loro missione ed il ruolo che avrebbero avuto in futuro, ed i tre, in attesa che il professor Righel completasse le armature, iniziarono gli allenamenti, basati principalmente sullo sviluppo della forza fisica e dell'agilità. Alman stesso fece portare vari equipaggiamenti da palestra al Centro Ricerche, in modo che i tre avessero tutto ciò che gli serviva.

Purtroppo, poco tempo dopo Alman morì, ma ciònonostante i tre ragazzi scelsero di non voltare le spalle al suo desiderio e continuarono ad allenarsi sotto la guida di Righel, che si occupò anche di insegnar loro come usare computer e sistemi elettronici. Inoltre, il professore poteva disporre dei mezzi della Fondazione Thule, e grazie ad essi i tre ragazzi poterono anche imparare a pilotare vari veicoli, come barche o elicotteri.

Qualche anno dopo la morte di Alman, il professor Righel riuscì finalmente a portare a termine la sua opera, ed a creare le tre armature che il magnate gli aveva commissionato. Queste corazze, dotate di sofisticati congegni tecnologici, capaci di volare, resistenti ed al tempo stesso leggere, rappresentavano il cielo, il mare e la terra, rispettivamente simboleggiate dal Tucano, il Pesce Spada e la Volpe. A Lear venne assegnata la corazza del mare, ed il ragazzo passò molto tempo a far pratica per imparare ad usarla a dovere, sia come armatura che come mezzo di locomozione (vedi Note). Pur molto potenti, le armature d’acciaio affaticavano enormemente il corpo di chi le indossava, richiedendo allenamenti costanti che riducevano, ma non facevano svanire del tutto, il dolore e le crisi (vedi Note). Anche per questo, i tre ragazzi, che Righel soprannominò Cavalieri di Acciaio, non persero di vista gli allenamenti e continuarono ad eseguirli con costanza. Consapevoli di non avere un colpo segreto, caratteristica dei Cavalieri dello Zodiaco, i tre misero a punto una loro tecnica speciale, l'Uragano d'Acciaio, eseguibile solo in gruppo.

Pochi anni dopo, Isabel, che ormai era cresciuta ma ignorava l'esistenza dei Cavalieri di Acciaio, diede il via ad un Torneo chiamato Guerra Galattica, il cui vincitore avrebbe ricevuto in premio l'armatura d'oro del Sagittario, una tra le più potenti in assoluto. Ricordando le parole di Alman, che gli aveva chiesto di mantenere segreta l'esistenza dei Cavalieri d'Acciaio finché Isabel non avesse radunato attorno a se una schiera di leali Cavalieri dello Zodiaco, il professor Righel non la contattò, ma mandò Shadir, Lear e Benam ad osservare i vari combattimenti del Torneo. I tre obbedirono e, mischiandosi al pubblico, videro i vari cavalieri combattere, notando particolarmente quattro di loro: Pegasus, Sirio il Dragone, Cristal il Cigno e Andromeda. Volendo mantenere segreta la propria esistenza, i tre cercarono di evitare di essere inquadrati dalle telecamere del Palazzo dei Tornei, ma in un'occasione non poterono evitare di essere ripresi per pochi secondi.

Dopo i primi giorni di combattimenti, il Torneo venne improvvisamente interrotto dall'arrivo di Phoenix, uno dei cavalieri partecipanti che, deciso a vendicarsi della Fondazione per dei vecchi torti, fece rubare l'armatura d'oro. I Cavalieri d'Acciaio decisero di non intervenire, ma continuarono a seguire di nascosto lo svolgersi degli eventi, venendo così tempo dopo a sapere che Pegasus, Sirio, Cristal e Andromeda avevano sconfitto Phoenix e recuperato un pezzo dell'armatura, l'elmo. Non sapendo se potersi fidare o meno dei Cavalieri dello Zodiaco, Righel ordinò ai Cavalieri di Acciaio di non rivelarsi ancora, e così i tre non presero parte ai combattimenti successivi di Pegasus e compagni. Ciononostante, seguirono con attenzione le mosse del gruppo, cui nel frattempo si era unito Phoenix, oramai ravvedutosi.

Alcuni giorni dopo, i Cavalieri dello Zodiaco ed Isabel vennero attaccati da Babel, un cavaliere d'argento inviato dal Grande Sacerdote di Atene, l'uomo dietro i vari attacchi subiti dal gruppo. Dei cinque cavalieri solo in due indossavano le armature, ed uno di loro, Pegasus, era malconcio per via di un precedente scontro. Temendo per l'incolumità di Isabel, il professor Righel diede finalmente ai Cavalieri d'Acciaio il permesso di intervenire, ma, non sapendo se potersi fidare dei cavalieri, ordinò loro di non rivelare la propria identità e di fuggire a missione compiuta. Trasportati dalle loro armature, i tre raggiunsero il luogo dello scontro e, presentatisi, scesero in campo indossando le corazze. Nonostante un pò di nervosismo per la sua prima missione, Lear non si fece prendere dal panico ed agì con determinazione, collaborando con gli amici ed usando l'Uragano d'Acciaio per spegnere le fiamme che Babel era in grado di evocare.

L'arrivo dei Cavalieri di Acciaio permise a Cristal di reagire e sconfiggere Babel, così i tre obbedirono agli ordini di Righel e sparirono prima che Isabel ed i cavalieri potessero interrogarli. Oramai comunque i Cavalieri d'Acciaio si erano rivelati, così, d'accordo con il professore, i tre decisero di continuare ad aiutare i cavalieri di Isabel se necessario. Un paio di giorni dopo lo scontro con Babel, Pegasus, Sirio e Andromeda partirono per la Grecia in missione esplorativa, ma il loro aereo venne abbattuto obbligando i tre ad un atterraggio di emergenza su un'isola nell'Egeo, dove erano attesi da tre nemici: Tisifone, Virnam ed Argor. Grazie agli strumenti del laboratorio il professor Righel si accorse dell'accaduto, ed inviò subito i Cavalieri di Acciaio in loro soccorso con un jet supersonico (vedi Note). In viaggio per l'Egeo, i Cavalieri di Acciaio mandarono un messaggio a Lady Isabel, spiegandole cos'era successo ai tre cavalieri, poi, a poche miglia dalla destinazione, lasciarono il jet e raggiunsero l'isola con le loro armature.

Lear e compagni arrivarono giusto in tempo per soccorrere Sirio contro Argor di Perseo, un cavaliere d'argento armato dello scudo di Medusa, capace di trasformare gli esseri umani in pietra. Proprio questo era stato l'atroce destino di Pegasus e Andromeda, mentre Dragone era ferito ma vivo. Indossata l'armatura, Lear si scagliò contro Argor insieme agli amici, ed i loro colpi, uniti all'effetto sorpresa ed alle armi dell'armatura di Shadir, misero inizialmente in difficoltà il cavaliere d'argento. A differenza di Babel però, Argor seppe reagire, ed anche Lear venne atterrato da un suo colpo improvviso. Poco dopo, Argor colpì i tre con uno dei suoi colpi segreti, lo Stratagemma della Gorgone, ferendoli al volto ed atterrandoli. Troppo debole per rialzarsi, Lear rischiò di essere pietrificato dallo scudo della Medusa, ma venne salvato dall'intervento di Sirio, che decise di accecarsi con le sue mani pur di sconfiggere Argor e salvare Pegasus e Andromeda. Nel vedere il suo gesto d'amicizia, i cavalieri d'acciaio rimasero sorpresi e sconvolti, al punto da cercare di alzarsi per aiutarlo nonostante le ferite. Sirio però, temendo per loro, gli chiese di non intervenire, ed alla fine riuscì a sconfiggere Argor da solo.

Lear rimase molto stupito dal gesto di Sirio e dal suo spirito di sacrificio, così corse subito a soccorrerlo insieme agli amici, e potè dirgli che dopo la morte di Argor il potere dello scudo di Medusa su Andromeda e Pegasus stava svanendo. Sfortunatamente Virnam, che durante lo scontro con Sirio era stato pietrificato per errore da Argor, fu il primo a liberarsi, ed attaccò subito i cavalieri con i suoi poteri mentali. Fortunatamente, Lear era attrezzato per questo tipo di evenienze e, annullato l’attacco grazie ai poteri del suo elmo, potè costringere Virnam alla fuga. Non appena Pegasus e Andromeda si furono liberati, i Cavalieri d'Acciaio spiegarono loro quel che Sirio aveva fatto, e Lear non potè trattenere delle lacrime di commozione. Ancora dubbioso su di loro, Pegasus gli chiese da che parte stessero, ed i tre, oramai convinti di potersi fidare dall'eroismo di Dragone, dopo qualche secondo di esitazione gli dissero di rivolgersi al professor Righel per avere maggiori informazioni. Consapevoli che i soccorsi sarebbero arrivati in fretta, Lear e gli altri lasciarono poi l'isola. Durante il viaggio di ritorno a Nuova Luxor, i Cavalieri d'Acciaio ebbero modo di ripensare al combattimento con Argor, e dovettero ammettere che, per quanto ben allenati, non erano fisicamente forti quanto dei veri cavalieri.

Varie ore più tardi, quando era ormai sera, i Cavalieri d'Acciaio raggiunsero il laboratorio del Professor Righel ed iniziarono subito ad allenarsi. Lear in particolare si mise al lavoro esercitando i pettorali sollevando enormi pesi metallici. Ben presto il professore li informò di essere stato contattato da Lady Isabel, che l'aveva avvisato che sarebbe passata presto per avere spiegazioni sui Cavalieri di Acciaio. Non molto più tardi infatti, l'allenamento di Lear e compagni venne interrotto dall'arrivo di Pegasus, Cristal ed Isabel stessa. Oramai ogni dubbio nei confronti dei Cavalieri dello Zodiaco era stato sepolto, e così Lear li salutò amichevolmente e chiese subito notizie di Sirio, che in quel momento era in sala operatoria. Insieme al professor Righel, i Cavalieri d'Acciaio raccontarono ad Isabel e gli altri le loro origini, per poi mettersi interamente al servizio della ragazza. L'allegria della sancita alleanza con Pegasus e compagni non durò però molto, poche ore più tardi infatti Lear e gli altri vennero informati dell'esito dell'operazione di Sirio: sebbene i medici fossero riusciti a salvargli la vita, per i suoi occhi non c'era stato niente da fare.

La notizia della cecità di Dragone addolorò molto i cavalieri d'acciaio, che sapevano quanto dovevano al ragazzo, e così quando, alcuni giorni dopo, seppero che l'eroe era in partenza per un periodo di convalescenza in Cina, comprarono un mazzo di fiori per salutarlo ed andarono a trovarlo all'ospedale.

La partenza di Sirio causò della tensione tra i Cavalieri dello Zodiaco, e la cosa culminò con un litigio tra Pegasus e Phoenix e la volontaria uscita di quest'ultimo dal gruppo. La situazione venne ulteriormente complicata da un nuovo attacco dei cavalieri di Arles, che rapirono Lady Isabel. Colti di sorpresa, i Cavalieri d'Acciaio non ebbero modo di intervenire ed alla fine furono Pegasus, Cristal, Andromeda e lo stesso Phoenix a salvare la ragazza. Nel corso dei combattimenti però Pegasus rimase gravemente ferito, e fu necessario ricoverarlo in ospedale. Mentre il cavaliere si rimetteva, Isabel chiese a Lear e gli altri notizie di Phoenix, che se ne era di nuovo andato senza dir niente. I ragazzi investigarono ed alla fine scoprirono che Phoenix si stava recando sull'Isola della Regina Nera, suo luogo di addestramento. Immediatamente, avvisarono della cosa Isabel, Cristal e Andromeda. Quest'ultimo, preoccupato per il fratello, decise di andarlo a cercare insieme a Cristal, e Pegasus, appena ripresosi, insistette per accompagnarli. I Cavalieri d'Acciaio ed Isabel andarono con loro, portandoli prima in barca e poi in elicottero sull'Isola. Lear pilotò il velivolo, informando Isabel dell’accaduto, e rabbrividì nel vedere l’isola inabissarsi a causa di un'improvvisa eruzione vulcanica. Isabel però, usando i suoi poteri, portò in salvo i guerrieri.

Nei giorni immediatamente successivi non ci furono nuovi attacchi del nemico, ma neanche notizie di Sirio dalla Cina. Preoccupati per lui, Lear e gli altri Cavalieri d'Acciaio si offrirono di andarlo a cercare, ma furono invece obbligati a restare a causa delle partenze inattese di Phoenix e Pegasus. Il primo lasciò il gruppo ancora una volta per via di incomprensioni con i compagni, il secondo partì per il Tibet nella speranza di trovare una cura per la cecità di Dragone. Proprio durante l'assenza dei due, un fatto inaspettato pose fine al breve periodo di quiete: l'elmo d'oro del Sagittario, l'unico pezzo della sacra armatura che i cavalieri di Isabel erano riusciti a recuperare, scomparve nel nulla, sottratto da una forza misteriosa. Temendo che l'elmo fosse finito nelle mani di Arles, già possessore degli altri pezzi della corazza, Lear ed i Cavalieri d'Acciaio si mobilitarono alla ricerca di informazioni, ma riuscirono a scoprire solo che anche i pezzi custoditi al Grande Tempio erano scomparsi. Nonostante il ritorno di Pegasus dal Tibet, l'atmosfera era ora di grande tensione, e tutti faticavano a trattenere rabbia e sconforto.

Per di più, Pegasus, debole dopo lo scontro contro un cavaliere d'argento, dovette essere ricoverato nuovamente in ospedale, e lì venne assalito prima da una vecchia nemica, Tisifone, e poi da un potentissimo cavaliere d'oro: Ioria del Leone. Lear non assistette al combattimento, ma venne poi a sapere che Pegasus si era salvato grazie all'armatura del Sagittario, giunta in suo soccorso, e che insieme a Lady Isabel era riuscito a convincere Ioria ad abbandonare Arles. L'armatura del Sagittario inoltre aveva indicato la via per il Grande Tempio, ed i cavalieri avevano finalmente deciso di andare all'attacco. Nei giorni di preparativi che seguirono, Lear e gli altri discussero a lungo se partire anche loro per il Grande Tempio o meno, ed alla fine decisero di restare a Nuova Luxor, consapevoli che sarebbero stati più utili lì, visto che la loro forza era nulla paragonata a quella dei Cavalieri d'Oro.

Il giorno della partenza, i Cavalieri d'Acciaio accompagnarono Isabel all'aeroporto, e restarono in attesa dell'arrivo degli altri. Pegasus e Cristal giunsero puntuali, ma Andromeda tardava. Preoccupato per lui, Benam guidò i compagni alla sua casa, ma la trovarono vuota. Tornati a riferire a Lady Isabel, i tre intuirono, a ragione, che il cavaliere doveva essere stato attaccato lungo il tragitto tra la casa e l'aeroporto. Lear e gli altri avrebbero voluto correre in suo aiuto, ma Isabel li convinse ad avere fiducia nel ragazzo ed aspettare. La fanciulla mostrò di aver ragione, e poco più tardi Andromeda giunse all'aeroporto, portando in braccio con se Nemes, un tempo sua compagna d'addestramento ed ora ferita e priva di sensi. Felice di vedere l'amico sano e salvo, Lear prese Nemes, promettendo che lui ed i compagni si sarebbero presi cura di lei. Pochi minuti dopo, i Cavalieri d'Acciaio salutarono per l'ultima volta gli amici, che partirono per la Grecia. Quasi immediatamente dopo però, crollarono a terra, sofferenti per i danni inferti ai loro corpi dalle armature d’acciaio (vedi Note).

Ripresisi, i Cavalieri d'Acciaio portarono Nemes in una delle cliniche della Fondazione perché potesse essere curata, poi tornarono al laboratorio del Professor Righel e rimasero in attesa di notizie. Alcuni giorni dopo, seppero che Pegasus e gli altri, insieme anche a Sirio e Phoenix, erano riusciti a sconfiggere Arles ed a salvare Isabel, la cui vita era stata in grave pericolo. La vittoria ottenuta contro un nemico così potente confermò che ormai i Cavalieri dello Zodiaco non avevano più bisogno dei Cavalieri d'Acciaio, e così Lear e compagni - ormai al limite a causa dei danni causati dalle corazze sui loro corpi - scelsero di restare in disparte, e lasciare ai cinque amici la difesa della giustizia.

Passarono alcuni anni, durante i quali Atena, Pegasus e i Cavalieri combatterono numerose guerre e sconfissero nemici del calibro di Nettuno e Hades, senza bisogno dell’aiuto di Lear e compagni. Ci fu anche un periodo di pace, durante il quale Sirio ebbe un figlio, il piccolo Ryuho, e Pegasus venne promosso a Cavaliere d’Oro di Sagitter. Come sempre, la pace fu di breve durata, stavolta a causa dell’attacco di Mars, dio del pianeta Marte, e del suo esercito. Pegasus ed i compagni di sempre corsero ad affrontarlo, e seguì una violenta battaglia. Prima della conclusione, lo scontro in qualche modo attirò sulla Terra un meteorite dai misteriosi poteri che, esplodendo, si fuse con tutte le armature esistenti, cambiandone l’aspetto e trasformandole, quando non indossate, in cristalli chiamati Cloth Stone. La caduta del meteorite interruppe per un po’ la guerra, anche perché un suo secondo effetto era stato modificare il cosmo, permettendo ora ai Cavalieri di dominare uno tra sette elementi: luce, tenebre, vento, acqua, fuoco, terra e fulmine. Il risvolto della medaglia era che tutto ciò richiedeva tempo, e che, senza il controllo del proprio elemento, non era praticamente possibile combattere. Poco tempo dopo, Mars tornò alla carica, forte dei poteri dell’oscurità. Pegasus lo affrontò per primo e riuscì a ferirlo, ma venne trascinato nelle tenebre e scomparve. Il suo sacrificio bastò a debellare la minaccia di Mars per qualche tempo, ma il risvolto della medaglia era che anche Isabel era stata ferita, ed ora non poteva più usare il suo cosmo. Prima di ritirarsi su un’isola insieme a Tisifone e Mylock, Atena fece costruire la Palaestra, un’accademia per Cavalieri ove potessero imparare a dominare i loro elementi. Consapevole che il suo esercito era numericamente svantaggiato rispetto ad altri, Isabel riprese inoltre l’idea dei Cavalieri d’Acciaio, chiedendo al professor Righel - invecchiato ma ancora in attività - di produrre in serie nuove corazze.

Trascorsero tredici anni, e il professor Righel mantenne ancora una volta la promessa, creando un esercito di nuove armature d’acciaio. Rispetto alle tre originali, queste corazze erano meno potenti e con armi più standardizzate, ma non danneggiavano il corpo di chi le indossava. Negli anni, Benam, Shadir e Lear non tornarono sul campo ma rimasero al suo fianco.

L’intervento del nuovo esercito di Cavalieri d’Acciaio non fu necessario contro Mars, che alla fine venne sconfitto da un gruppo di giovani Cavalieri, tra cui Ryuho e Koga, novello Pegasus. Il loro addestramento però proseguì, sotto la supervisione degli ex Cavalieri Black e Ban, e tra i cadetti ben presto spiccò il misterioso Subaru, un ragazzino ignaro del suo passato ma con un cosmo talmente potente da far pensare che un giorno sarebbe potuto diventare un vero Cavaliere, sogno di tutti i giovani apprendisti. Lear e compagni - ormai noti e ammirati come i Cavalieri d’Acciaio leggendari - non lo incontrarono di persona, ma presero comunque a considerarlo la speranza dei Cavalieri d’Acciaio.

Qualche tempo dopo, la pace venne nuovamente spezzata dalla comparsa della Dea Pallas, sorella mitologica di Atena ora decisa a vendicarsi di lei, e del suo esercito di guerrieri, chiamati Pallasite. Questi ultimi avevano centinaia e centinaia di soldati semplici a disposizione, così - nonostante il ritorno all’azione di Pegasus - fu necessario spiegare sul campo i Cavalieri d’Acciaio, in una lunga serie di scontri e schermaglie. Lear, Shadir e Benam però non presero inizialmente parte alla guerra, perché le loro armature avevano bisogno di essere rimesse in sesto e potenziate. Quella di Lear in particolare acquisì la capacità di generare getti d’acqua ad alta pressione. I tre entrarono finalmente in scena nella parte finale della guerra, quando i Cavalieri attaccarono la città fortificata nemica, Pallasvelda, giungendo appena in tempo per proteggere l’ospedale da campo in cui Kiki, ormai divenuto Cavaliere d’Oro dell’Ariete, si occupava di riparare le armature dei feriti. Nel pieno delle forze, eseguirono una versione potenziata dell’Uragano d’Acciaio per tenere a distanza l’esercito nemico e il suo capo, Dione, che venne poi finito da Kiki in persona. Conosciuti di persona Koga, Ryuho, Subaru e gli altri ragazzi che avevano sconfitto Mars, Lear e compagni li lasciarono andare avanti, rimanendo ancora per un po’ a guardia dell’ospedale.

Più tardi, quando il gruppo di Koga, cui nel frattempo si erano uniti anche Atena, i Cavalieri d’Oro, Pegasus, Sirio, Cristal, Andromeda e Phoenix, entrò nella parte interna del castello di Pallas, Lear e gli altri rimasero ancora una volta nelle retrovie, proteggendo l’ingresso dall’esercito nemico insieme a Tisifone e un’armata mista di Cavalieri regolari e d’Acciaio. Trascorsero così diverse ore, durante le quali avvertirono anche lo spegnersi dei cosmi di Sirio, Kiki e Fudo di Virgo contro Hyperion, oltre alla violenta esplosione dell’Atena Exclamation. Quando la vittoria sembrava ormai vicina, la situazione prese una piega imprevista: Subaru si rivelò essere l’avatar di Saturn, dio supremo del tempo che aveva utilizzato quella forma per studiare da vicino gli esseri umani. Potenziati dal suo cosmo, schiere di soldati Pallasite più potenti di prima attaccarono i difensori, che per di più si trovarono anche di fronte Aegir, un Pallasite potenziato da un frammento di spada divina. Benam, Shadir e Lear scesero in campo contro di lui, arrivando tra l’altro appena in tempo per salvare diversi alleati, e riuscirono persino a metterlo in difficoltà con l’Uragano d’Acciaio. All’ultimo momento però, le loro armature raggiunsero il limite, facendoli crollare a terra agonizzanti e riportando Aegir in vantaggio. Per tutti loro sarebbe stata la fine se non fosse stato per l’altruismo e il coraggio della piccola Emma, una giovane Cavaliere d’Acciaio che aveva assistito con orrore alla violenza della guerra. Incoraggiata dalle sue parole, Lear bruciò al massimo il proprio cosmo, unendolo a quello degli amici e riuscendo a raggiungere un frammento di Omega, il potere supremo, con cui annullarono la tecnica di Aegir, che poi venne sconfitto da Asher, appena sopraggiunto. Sotto la guida dell’antico Cavaliere d’Unicorno, Lear corse ad attaccare gli ultimi Pallasite rimasti.

Nel frattempo però, Saturn si rivelò essere un nemico quasi invincibile per Koga, Isabel, Pegasus e gli altri. Sconfitta facilmente ogni resistenza, paralizzò tutti gli esseri viventi del pianeta con il Chrono Conclusion Eternal, intenzionato a lasciarli così per tutta l’eternità. Lear, come tutti i suoi compagni, ne rimase vittima e venne pietrificato. Con il solo Koga rimasto a combattere, Isabel però fece spiritualmente appello a tutti i presenti, chiedendo loro di donargli i loro cosmi e aiutarlo. Lear accettò con entusiasmo, inviando al giovane Pegasus il suo cosmo e la sua anima. Con la forza di tutti, Koga riuscì a tenere il passo con Saturn, che, colpito dall’energia che gli esseri umani possono sviluppare quando collaborano, accettò di liberarli e ritirarsi, ponendo di fatto fine alla guerra.

Con il conflitto finalmente concluso, Lear presumibilmente tornò dal professor Righel.

NOTE: Le informazioni presenti in questo profilo provengono dagli episodi 25-29, 32-33, 35-36, 40-41 dell'anime e dagli episodi 73-74, 78, 93-94 di Saint Seiya Omega. I Cavalieri di Acciaio non esistono nel manga, e vennero creati per soddisfare i fan più giovani, nella convinzione che questi ultimi faticassero un pò ad identificarsi con gli altri personaggi e potessero apprezzare dei guerrieri più giovani e con armature tecnologiche. La previsione si rivelò inesatta ed i cavalieri d'acciaio non incontrarono mai l'approvazione del pubblico, venendo così abbandonati nel 41° episodio, dopo il quale non vennero mai neppure nominati. La spiegazione è arrivata oltre 20 anni dopo in Saint Seiya Omega, in cui vengono spiegati gli effetti deleteri delle armature d’acciaio originali sul corpo dei tre e il loro conseguente abbandono, con tanto di flashback che li vede crollare sofferenti subito dopo aver salutato Pegasus e soci nel 41° episodio della serie classica.

La storia di Lear è quasi interamente la stessa degli altri Cavalieri d'Acciaio, visto che i tre sono quasi sempre insieme. A differenza dei cavalieri tradizionali, non è certo che Lear sia orfano, ed in effetti il suo atteggiamento non assomiglia in generale a quello aggressivo di molti altri personaggi, temprati ma anche induriti dalla strada. D'altra parte è improbabile che una qualsiasi famiglia avrebbe accettato di consegnare Lear ad Alman, quindi si può ipotizzare che il ragazzo si sia offerto volontario per motivi sconosciuti. Caratterialmente, Lear è un po’ il duro del gruppo, con il volto sfregiato e l’espressione sicura di sé.

E' interessante notare che, a differenza dei cavalieri tradizionali, i cui esercizi occasionali hanno più che altro uno scopo rilassante, i Cavalieri di Acciaio continuano ad allenarsi pesantemente, evidentemente per mantenere la forma fisica raggiunta. Pur avendo un fisico nella norma, vediamo Lear sollevare almeno 100-150 chili per braccio quando fa gli esercizi per i pettorali, un livello probabilmente intermedio tra essere umano e Cavaliere. Nel complesso, è difficile valutarne la forza, visto che non combatte mai da solo, ma è anche vero che riesce a tenere brevemente testa a Babel o Argor. Lo si più quindi porre a livello di un Cavaliere di Bronzo di basso livello, come Ban, cui forse è anche un po’ superiore. In gruppo, i tre sembrano invece ad un livello intermedio tra bronzo e argento. In più di un'occasione Lear mostra di saper usare le apparecchiature elettroniche a disposizione di Isabel, e di saper pilotare navi ed elicotteri. Questo lascia intuire che l'addestramento ricevuto presso il professor Righel non si sia incentrato solo sulle tecniche di combattimento, di cui peraltro lo scienziato poteva sapere ben poco.

L'armatura di Lear sembra capace di volare, almeno per brevi distanze, come si vede nel 25° episodio, in cui la corazza scende dal cielo con quelle dei compagni, o nel 28, in cui arriva perforando una montagna. Nel 28° comunque i Cavalieri d'Acciaio devono per forza aver usato un jet per raggiungere l'Isola nell'Egeo, visto che arrivano molto prima di Cristal e Phoenix, a loro volta a bordo di un jet, e che le armature d'acciaio non sembrano poter viaggiare a velocità supersoniche. È possibile che l’elmo permetta anche di respirare sott’acqua.

Saint Seiya Omega è una serie animata del 2012, con nuovi protagonisti ed ambientata circa 13 anni nel futuro. A detta della Toei, è in continuity con l’anime, Hades incluso, ma non con il manga o con il suo seguito Next Dimension, anche se, per ora, le due serie non si escludono a vicenda. La serie Omega introduce numerose novità e riporta in scena i Cavalieri d’Acciaio, nel ruolo di nuovi soldati semplici delle armate di Atena. I nuovi Cavalieri d’Acciaio indossano armature standard e intercambiabili, prodotte in serie e capaci di lanciare raggi da bracciale e pettorale, ma prive delle particolarità tecniche delle originali. Shadir, Benam e Lear entrano in scena nella seconda parte di stagione, e sono ammirati e riveriti come Cavalieri leggendari per essere stati i capostipiti della nuova casta. Fisicamente, Lear è rimasto identico al passato, ma pare aver perso il secondo posto in importanza del trio a favore di Benam. Il loro ingresso ritardato in scena è spiegato con operazioni di revisione e potenziamento delle loro corazze, e in effetti si vede Lear lanciare getti d’acqua, cosa che non aveva mai fatto nella serie classica, oltre a una versione potenziata dell’Uragano d’Acciaio, che ora mette in difficoltà nemici dalla forza paragonabile ai Cavalieri d’Oro.

Nella battaglia finale, viene dato a intendere che Lear risvegli una parte del suo cosmo, riuscendo persino a sfiorare l’Omega. La serie non svela che fine faccia dopo la vittoria contro Saturn, ma si presume torni alle vecchie mansioni.

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