GENBU DI LIBRA

(LIBRA GENBU)

ETA': Sconosciuta, 22 anni circa.

ALTEZZA: Sconosciuta, 1.85 circa

PESO: Sconosciuto, 90 kg circa.

OCCHI: Azzurri

CAPELLI: Arancioni

DATA DI NASCITA: Sconosciuta

LUOGO DI NASCITA: Sconosciuto, presumibilmente Cina

GRUPPO SANGUIGNO: Sconosciuto

SEGNI PARTICOLARI: Nessuno.

PARENTI CONOSCIUTI: Nessuno. Da quel che sappiamo è orfano.

COSTELLAZIONE / SIMBOLO: Bilancia, settima costellazione dello zodiaco.

ELEMENTO: Acqua

ARMATURA / ARMI: Armatura d'oro della Bilancia, versione Cloth Stone. L'armatura di Libra ha la particolarità di essere dotata di sei paia di armi: due scudi, due spade, due tridenti, due barre gemellari, due lance bracciali e due barre tripunte. Queste dodici armi, una per ogni Cavaliere d’Oro, hanno poteri immensi e possono sfondare anche difese particolarmente resistenti, o manufatti divini di un certo tipo. A causa del veto di Atena contro le armi, non possono essere usate liberamente ma solo con il permesso della Dea o del Cavaliere di Libra. Inoltre, tradizionalmente non vengono usate nell’uno contro uno, ma solo contro le divinità, le loro armi o oggetti inanimati. Gli scudi, in particolare, dovrebbero rappresentare la difesa più potente esistente, corazze divine escluse. Rinata sotto forma di Cloth Stone, sembra aver ottenuto dei poteri aggiuntivi: tutte le armi possono essere usate per aprire varchi dimensionali o teletrasportare chi toccano, e la resistenza degli scudi è estesa a tutta la corazza rendendo non necessario il posizionarli sulle braccia. La Cloth Stone è verde e raffigura una bilancia stilizzata. Per il resto, l’armatura di Libra, come tutte le corazze d'oro, è estremamente resistente e congela solo allo zero assoluto (- 273.16 °C). Viene però danneggiata dalla spada divina di Hyperion, nelle mani di Aegir.

STIRPE: Cavaliere d'oro di Atene, protettore della settima casa del Grande Tempio.

PRIMA APPARIZIONE: Saint Seiya Omega episodio 19, "Il segreto dei Cinque Picchi! Eredita lo spirito combattivo di tuo padre Shiryu!".

EPISODI (SAGA): 19, 39, 41, 48-50 (Mars); 58, 61-63, 87 (Pallas).

NUMERI DEL MANGA: Saint Seiya Omega 1.

COLPI SEGRETI / POTERI: Allievo di Doko proprio come Sirio, Genbu non possiede le classiche tecniche del drago, ma ha comunque colpi segreti legati a Rozan. Il primo è il Rozan Shinbu Ken, un colpo semplice ma devastante con cui Genbu concentra il cosmo nel pugno e sferra un diretto contro il nemico. Si tratta quindi di un attacco a distanza ravvicinata, utile solo nel corpo a corpo visto che Genbu non sembra mai proiettare in fuori l'energia accumulata, ma può essere variato avvolgendo entrambi i pugni contemporaneamente e sfruttando la notevole abilità marziale del ragazzo. Verosimilmente, la quantità di cosmo che Genbu accumula varia in base alla sua volontà, e frazionarlo su entrambi i pugni potrebbe rendere la tecnica più debole, ma la questione non viene mai espressamente affrontata. Per aumentare la forza del pugno, Genbu spesso lo esegue dandosi lo slancio con un salto e usando il braccio destro. Sembra comunque incapace di sfondare la barriera psichica eretta da Aegir con la Psionic Hand. Il secondo colpo segreto è il Rozan Sho Ten Ha, un potente attacco energetico che Genbu esegue usando entrambe le mani e facendo partire un raggio abbastanza devastante da annientare la Chrono Execution di Tokisada e distruggere lo spirito dell'armatura dell'Acquario. Questo colpo, chiaramente la sua mossa più potente, è collegato alla costellazione della Bilancia, ma in un'occasione assume anche la forma di drago, sottolineando il legame di Genbu con Doko e i suoi insegnamenti. Durante lo scontro con Aegir, Genbu riesce a lanciarlo attraverso la spada della Bilancia, aumentandone verosimilmente la forza al punto da riuscire a scheggiare la spada sacra di Hyperion. Sebbene non venga detto o mostrato, è probabile che avrebbe potuto usare qualsiasi arma d'oro come conduttore, aggiungendone la forza a quella del suo colpo segreto.

A parte queste tecniche, Genbu possiede una straordinaria abilità nel corpo a corpo che si manifesta con uno stile di lotta fisico e veloce, per certi versi simile alle arti marziali. Il suo cosmo è talmente forte da porlo dichiaratamente tra i Cavalieri d'Oro più potenti, in grado di spazzare via decine di nemici con un colpo solo, paralizzare i Cavalieri di Bronzo con la sola pressione dell'aura o parare facilmente l'energia del Demon's Hammer di Thebe. Si ritiene però inferiore a Sirio e non riesce mai a raggiungere o sfiorare il cosmo Omega. Come accennato, può utilizzare con maestria le dodici armi della Bilancia, e mostra di saperle maneggiare sia per combattere che per aprire varchi dimensionali, riuscendo a percepire l'esplosione del cosmo di Haruto dal luogo alla Fine del Tempo. Definito come il Cavaliere d'Oro che governa l'equilibrio e l'armonia, è un fine lettore di caratteri, sa analizzare al meglio le situazioni e possiede una notevole attitudine al comando che per un breve periodo lo pone di fatto alla guida dell'esercito di Atena. Come Cavaliere della Bilancia, ha il dovere aggiuntivo di preservare l'equilibrio del Grande Tempio e proteggere le dodici case.

STORIA: Buona parte del passato di Genbu è sconosciuto, ma in qualche modo arrivò ai Cinque Picchi e divenne l'ultimo allievo di Doko della Bilancia, anziano Cavaliere di Atena sopravvissuto alla guerra sacra di oltre due secoli prima contro Hades. Qui, Genbu ebbe modo di conoscere Sirio, altro allievo di Doko di diversi anni più grande di lui, il cui addestramento era già nelle fasi conclusive. Pur possedendo un notevole talento naturale che lo destinava addirittura a diventare un giorno Cavaliere d'Oro della Bilancia - la casta più alta tra i seguaci di Atena - il giovane Genbu era frenato da uno spirito apatico e svogliato, a causa del quale prestava poca attenzione alle lezioni del maestro e non si impegnava quanto avrebbe potuto. Nel corso degli anni, ebbe comunque modo di apprendere i rudimenti del cosmo, ma soprattutto di ascoltare le perle di saggezza dell'anziano insegnante, convinto che ogni generazione avesse il dovere di addestrare, fortificare e - alla fine - essere superata dalla successiva, in modo da creare guerrieri sempre più valorosi che un giorno avrebbero potuto raggiungere Omega, il cosmo in assoluto più potente. La speranza di Doko era che un giorno anche Genbu avrebbe addestrato degli allievi, portando avanti la tradizione. A lungo andare però, la pigrizia del ragazzo lo spinse ad abbandonare del tutto i Cinque Picchi, ritirandosi dall'addestramento e venendo visto con sospetto da Sirio.

Negli anni successivi, Doko perse la vita durante una nuova guerra contro Hades, e molto tempo dopo anche Sirio, divenuto prima Cavaliere del Dragone e poi successore del maestro come Cavaliere della Bilancia, perse i cinque sensi durante una battaglia contro il dio della guerra Mars. Impossibilitato a combattere, il ragazzo si ritirò in meditazione ai Cinque Picchi, dove utilizzò il cosmo per addestrare il suo giovane figlio Ryuho. Trascorsero così tredici anni circa, durante i quali Genbu ebbe modo di ravvedersi e maturare, comprendendo quali fossero i suoi doveri e sviluppando lo spirito leale di un vero Cavaliere di Atena. Quando Mars fece ritorno sulla Terra e rapì la Dea, ponendosi a capo del Santuario, Gembu inizialmente finse di mettersi al suo servizio per scoprirne i piani e le reali intenzioni. Mentre un gruppo di giovani Cavalieri tra cui Ryuho - che nel frattempo aveva ereditato l'armatura del Dragone da Sirio - girava il mondo per distruggere i nuclei del cosmo e ostacolare i piani di Mars, Genbu si recò ai Cinque Picchi per recuperare l'armatura della Bilancia. Trovatosi di fronte a Ryuho e gli altri, li spaventò con il suo cosmo e ottenne la corazza d'oro, che lo riconobbe come suo legittimo possessore e volò nelle sue mani dopo essere stata per anni custodita da Sirio. Nel corso di questa missione, Genbu vide anche Aria, la ragazza identificata da Mars come nuova Atena, e pensò di catturarla e riportarla dal dio, ma venne fermato dall'innalzarsi del cosmo di Sirio. Temendone la forza nonostante fosse privo dei cinque sensi, e volendo evitare un combattimento con lui, Genbu accettò di ritirarsi, dando appuntamento a Ryuho e gli altri al Grande Tempio.

Poco tempo dopo, Mars riunì dodici nuovi Cavalieri d'Oro a lui fedeli in un nuovo Grande Tempio che si innalzava verso il cielo, mentre il cosmo del pianeta veniva rapidamente risucchiato e inviato su Marte. Genbu obbedì all'ordine di raccolta, fece conoscenza con i vari parigrado e si posizionò alla settima casa, attendendo l'arrivo di Ryuho e dei Cavalieri suoi amici, tra i quali vi era anche Koga, novello Pegasus. Motivati dalla morte di Aria e con poche ore per salvare il pianeta, i ragazzi effettivamente attaccarono il Santuario, facendosi faticosamente strada tra le prime sei case nonostante l'opposizione di diversi Cavalieri d'Oro. Preoccupata dalla loro avanzata, Medea, sposa di Mars, elevò il Cavaliere d'Argento Tokisada dell'Orologio a Cavaliere d'Oro dell'Acquario, e lo inviò in campo. Tokisada intercettò i ragazzi tra la sesta e la settima casa, arrivando quasi a sconfiggerli, ma Genbu usò le armi della Bilancia per portare tutti loro nel piazzale antistante il suo tempio. Qui dichiarò finalmente le sue vere intenzioni, proclamandosi come vero Cavaliere di Atena e successore di Doko e Sirio. Rifiutando sia l'aiuto dei giovani Cavalieri che la possibilità di usare le armi della Bilancia, sfidò Tokisada a duello, impressionando tutti con la vastità del suo cosmo.

Il combattimento tra i due fu breve ma intenso: nonostante Tokisada possedesse la capacità di rallentare il tempo, Genbu riuscì ad accelerare i propri movimenti tanto da annullare lo svantaggio, e mostrò di avere un cosmo tale da superare quello del nemico ed evitare che il duello si mutasse in una battaglia dei mille giorni. Non ancora pronto al ruolo di Cavaliere d'Oro, Tokisada era in parte posseduto da uno spirito maligno insito nell'armatura, ma aveva anche il potere di riportare indietro il tempo e curare le proprie ferite, mentre Genbu andava progressivamente affaticandosi per lo sforzo di combattere a quelle condizioni. Ciononostante, la maggior sintonia con la sua corazza gli permise di avere la meglio, sconfiggendo l'avversario con il Rozan Sho Ten Ha e dissolvendo lo spirito maligno.

A questo punto Genbu avrebbe voluto accompagnare Ryuho e gli altri nella scalata, ma Medea intervenne e causò un violento terremoto che minacciò il crollo delle Dodici Case. Obbligato a preservarne l'equilibrio per via del suo ruolo di Cavaliere della Bilancia, Genbu dovette utilizzare il suo cosmo per arrestare le scosse, rimanendo di fatto impossibilitato a proseguire. Per di più, Tokisada perse il controllo dei suoi poteri e teletrasportò se stesso, Ryuho e Haruto del Lupo in un luogo misterioso chiamato Fine del Tempo. Solo un paio d'ore più tardi, quando Haruto raggiunse il settimo senso, Genbu riuscì a percepirne il cosmo e a riportare indietro lui e Ryuho con le barre gemellari di Libra. Mandati avanti i ragazzi, rimase bloccato alla settima casa fino allo scoccare delle dodici ore, quando il iniziò il processo di distruzione del pianeta. Con Mars ormai sconfitto e la battaglia che si era spostata sul pianeta Marte contro Medea e il dio dell'oscurità Abzu, Genbu chiamò a raccolta i Cavalieri d'Oro superstiti: Fudo della Vergine, Kiki dell'Ariete e Harbinger del Toro, usando le armi d'oro per teletrasportare gli ultimi due al tempio della Bilancia. Qui, il quartetto unì le forze, prima per teletrasportare i giovani Cavalieri su Marte e poi per rallentare la distruzione del pianeta. Grazie anche ai loro sforzi, Abzu alla fine fu sconfitto, Atena venne salvata e vari Cavalieri in giro per il mondo, tra cui Sirio, tornarono in salute.

Il periodo di pace che seguì fu quantomai breve. Neanche il tempo di giurare fedeltà ad Atena insieme a Fudo, Kiki e Harbinger, e di far conoscenza con Pegasus di Sagitter, Cavaliere leggendario amico di Sirio, che scoppiò una nuova guerra contro Pallas, dea dell'amore adirata con Atena a causa di un antico torto. Dopo un breve periodo di stallo iniziale durante il quale i Cavalieri subirono gli attacchi dei Pallasite - guerrieri di Pallas in grado di rubare il tempo degli esseri umani e mutarli in statue - Atena decise di accettare la sfida. Genbu riportò Harbinger al Grande Tempio e partecipò insieme agli altri Cavalieri d'Oro e alla dea a una raccolta di tutte le forze del Santuario. Con Isabel indebolita a causa di un bracciale che le sottraeva il cosmo e Pegasus interessato soprattutto a prendersi cura di lei, Genbu di fatto prese il comando dell'esercito e dichiarò guerra a Pallas, ordinando a tutti i Cavalieri di mettere in fuga i Pallasite in giro per il mondo.

Questi conflitti produssero una serie di superstiti tra le persone comuni, che i Cavalieri man mano raccolsero a Palaestra, la loro ex accademia di addestramento. Temendo che essere così raccolti li rendesse vulnerabili a un attacco, Genbu venne inviato lì per prendere il comando, e in questo ruolo accolse il ritorno di Koga, Ryuho e gli altri, le cui corazze nel frattempo si erano evolute in New Cloth. Vedere i danni sulle armature e lo scarso stato di cura in cui i ragazzi le avevano tenute però lo fece infuriare, accusandoli di affidarsi troppo alle corazze e avvertendoli che in questo modo avrebbero finito per morire come sciocchi. Per far capire loro con i fatti come un Cavaliere dovesse comportarsi, al prevedibile attacco del nemico Genbu scese in campo da solo, sconfiggendo l'intero plotone grazie alla forza del cosmo, senza fare affidamento solo sull'armatura e badando a evitare anche gli attacchi in apparenza più inoffensivi. In questo modo sconfisse facilmente anche Thebe di Demon Hammer, Pallasite di terza classe, e mise in grossa difficoltà il suo superiore Aegir. Quando la vittoria sembrava a un passo, sul campo di battaglia arrivò però la spada sacra Taglio del Cataclisma, appartenente a Hyperion, uno dei quattro Pallasite più potenti, e dotata di un cosmo divino che capovolse completamente gli equilibri in campo.

Ora in difficoltà, Genbu venne ferito gravemente, e scoprì a sue spese che né l'armatura d'oro né l'uso disperato della spada della Bilancia bastavano ad arrestare l'arma in mano ad Aegir. Per di più, il cosmo della spada pietrificò tutti i Cavalieri e civili di Palaestra, rendendo Genbu responsabile della loro difesa e sopravvivenza. Alle strette e in condizioni sempre più precarie per le ferite subite e l'influsso nefasto della spada, il Cavaliere ricordò gli insegnamenti di Doko e decise di tentare il tutto per tutto con una mossa suicida, mirata solo a salvare e preservare le nuove generazioni in cui il suo maestro così tanto credeva. Lasciatosi colpire dalla spada, l'intrappolò nel proprio corpo e, facendo ricorso a tutte le forze, la colpì con il Rozan Sho Ten Ha potenziato dalla spada della Bilancia per cercare di spezzarla.

Questo sforzo supremo non riuscì del tutto e fu la spada della Bilancia a spezzarsi, ma l'arma di Hyperion venne almeno scheggiata e ciò permise a tutti coloro che erano stati pietrificati di tornare normali. Felice per l'essere riuscito a salvarli, affidò il futuro ai giovani Cavalieri, convinto che un giorno sarebbero riusciti a raggiungere Omega, e si accasciò a terra, morendo senza rimpianti tra le braccia di Koga e Ryuho. Il suo corpo venne in seguito sepolto a Palaestra, con una cerimonia funebre cui presero parte numerosi Cavalieri. In seguito, il suo spirito ebbe però modo di scendere un'ultima volta in campo, aiutando Kiki, Fudo e Sirio - che aveva ripreso il titolo di Cavaliere di Libra - contro Hyperion: la scheggiatura prodotta sulla spada e l'apporto del suo cosmo dall'aldilà permisero infatti all'Athena Exclamation del trio di distruggere finalmente l'arma del potente Pallasite.

NOTE: Le informazioni presenti in questo profilo provengono dagli episodi 19, 39, 41, 48-50, 58, 61-63, 87 di Saint Seiya Omega, ambientata circa 13 anni nel futuro dopo gli eventi della serie classica. Di conseguenza, Genbu non esiste nel manga. In questa serie, le armature, se non indossate, vengono trasportate sottoforma di gioielli di vario tipo chiamati Cloth Stone, ma possono esistere anche come totem, con fattezze leggermente diverse rispetto al passato. Dell'armatura di Genbu vediamo entrambe le versioni, e la Cloth Stone raffigura una piccola bilancia stilizzata. Non sappiamo in che circostanze Genbu sia finito ai Cinque Picchi, ma gli allievi di Doko sono tradizionalmente orfani che l'uomo ha raccolto e addestrato, quindi è possibile che lo stesso valga per lui. Dall'abbigliamento, sembrerebbe cinese. Il nome inoltre è quello della tartaruga, uno dei quattro animali sacri di Cina, simbolo di longevità.

Non è possibile collocare con precisione il periodo dell'addestramento di Genbu. Di certo è successivo a quello di Sirio, che era già adulto quando lui era un bambino di 6-8 anni, ma è impossibile dire se il ragazzo fosse già Cavaliere del Dragone, o se fosse ancora nel periodo finale precedente l'investitura. Genbu si definisce l'ultimo allievo di Doko e non accenna mai a Demetrios, la cui diaspora con il maestro e Sirio è probabilmente precedente all'arrivo del bambino ai Cinque Picchi. L'assenza di Genbu dalla serie classica viene giustificata a posteriori attraverso il suo scarso impegno, culminato con l'abbandono dai Cinque Picchi che deve obbligatoriamente essere avvenuto prima della serie di Hades. Di conseguenza, è plausibile che Genbu sia stato addestrato poco prima o parallelamente agli eventi della prima parte della serie classica. Sirio è inizialmente sospettoso del vecchio compagno, segno che non avevano mai avuto modo di legare molto a causa della differenza di età. A differenza di Sirio e Demetrios, Gembu sembra sapere l’identità di Cavaliere d’Oro di Doko già durante l'allenamento.

Terzo nuovo Cavaliere d'Oro a essere presentato dopo Ionia e Mikene, Genbu inizialmente si comporta da nemico, ma poi si rivela uno dei più leali protettori di Atena e dei suoi ideali. A sottolineare il suo legame con Doko, per personalità e senso dell'onore ricorda i Cavalieri d'Oro della serie classica rispetto a quelli complessivamente più umanizzati e meno integralisti visti in Omega. È inoltre il primo Cavaliere d'Oro in tutte le saghe a voler accompagnare i protagonisti nella scalata alle dodici case, salvo venir bloccato alla settima da Medea. Le circostanze del suo incontro con Mars non vengono mai svelate, ma si può supporre che lo abbia ingannato per osservarlo da vicino e scoprirne le intenzioni, come d'altra parte dovrebbe aver fatto anche Kiki. Inizialmente, Genbu viene presentato come diretto successore di Doko come Cavaliere di Libra, ma lui stesso afferma che in realtà il titolo spetterebbe a Sirio, e di essere sceso in campo solo perché il vecchio compagno è impossibilitato a combattere. Vista la peculiarità del segno, questo lo rende appena il terzo Cavaliere della Bilancia mai visto in tutte le serie. In battaglia, Genbu è il primo a non usare le classiche tecniche come il Drago Nascente, segno che potrebbe aver terminato l'addestramento prima di averle imparate. Il suo elemento, l'acqua, non viene mai mostrato apertamente, ma è indicato nel merchandising della serie. A tal proposito, la prima apparizione di Genbu con indosso l'armatura proviene dal videogioco Saint Seiya Ultimate Cosmos, uscito mentre la prima stagione di Omega era in corso.

Per attirare i vecchi fan, la seconda stagione di Omega ha cercato progressivamente di riportare in campo i personaggi della serie classica in ruoli di primo piano e, in termini di trama, si può supporre che la morte di Genbu serva più che altro a far tornare in scena Sirio senza privare Ryuho dell'armatura del Dragone. Dopo la morte, lo spirito di Genbu aiuta Sirio, Fudo e Kiki a distruggere la spada sacra di Hyperion: il Cavaliere si manifesta come spirito nella posa dell'Athena Exclamation e sembra unire le sue forze ai compagni, ma non è possibile stabilire se quella sia davvero la sua anima, venuta in soccorso dei tre, o se sia un'immagine simbolica visto il danno che Genbu aveva causato in precedenza alla spada del nemico. Stranamente, Genbu non fa mai evolvere l'armatura in New Cloth, come invece avviene a Sirio non appena l'indossa.

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