GEMINI / GRANDE SACERDOTE ARLES

(GEMINI SAGA / POPE ARES)

ETA': 28 Anni

ALTEZZA: 1.88 M

PESO: 87 Kg

OCCHI: Blu / Rossi

CAPELLI: Blu / Grigi

DATA DI NASCITA: 30 Maggio

LUOGO DI NASCITA: Grecia

GRUPPO SANGUIGNO: AB

SEGNI PARTICOLARI: Gemini soffre di schizofrenia, ed il colore di occhi e capelli varia a seconda della personalità dominante. Nell'anime, la personalità buona ha i capelli e gli occhi blu, quella cattiva ha i capelli grigi e gli occhi totalmente rossi. Nel manga, la personalità buona è bionda, mentre la cattiva ha i capelli neri. In Episode G, la personalità buona ha i capelli grigi, quella cattiva li ha blu scuro / neri.

PARENTI CONOSCIUTI: Kanon, noto sia come Dragone del Mare che come Cavaliere dei Gemelli.

COSTELLAZIONE / SIMBOLO: Gemelli, la terza costellazione dello zodiaco.

ARMATURA / ARMI: Armatura d'oro dei Gemelli. L'armatura di Gemini non ha caratteristiche particolari, ma come tutte le armature d'oro è pressochè indistruttibile e congela solo allo zero assoluto (- 273.15 °C). Ha una maschera particolare, raffigurante due visi contrapposti tra loro, uno gentile ed uno malvagio. Entrambi, rispecchiano in qualche modo le due metà del carattere di Gemini. Il viso buono è particolarmente in sintonia con la volontà di Atena, al punto da piangere quando Gemini sta per macchiarsi di un peccato particolarmente grave. Al contrario, il viso malvagio viene distrutto e sostituito da un secondo viso buono quando la personalità oscura di Gemini viene purificata dall'attacco di Pegasus e dal cosmo di Atena. Anche per questo motivo, l'armatura è particolarmente restia ad attaccare Atena, e si scompone, abbandonando Gemini, quando il Cavaliere leva la mano contro la Dea. La corazza non viene mai realmente distrutta o danneggiata. Nella serie di Hades, Gemini indossa brevemente la Surplice dei Gemelli, molto meno resistente, nera e con un elmo le cui facce sono entrambe malvagie. Quest'armatura viene quasi distrutta da Virgo e poi dall'Urlo di Atena della Sesta Casa, dissolvendosi in seguito alla morte del Cavaliere. Per diversi anni, Gemini indossa i paramenti da Grande Sacerdote, ed una maschera particolare in grado di celare la sua mente a qualsiasi tipo di attacco o sonda psichica. Chi prova a leggere la sua mente vede solo quel che Gemini vuole fargli vedere, credendo nel contempo che siano i suoi reali pensieri. L'origine di questi paramenti è sconosciuta, ma sono efficaci al punto da bloccare la vista di divinità ancestrali come Crono e Ponto. Sempre nei panni del Sacerdote, Gemini è a volte armato di un particolare gladio d'oro, dalle dimensioni di pugnale o spada corta, capace di uccidere o ferire persino le divinità nei loro corpi umani o originali. Lorigine di tale lama è da attribuirsi a Crono, che la donò a Gemini ordinandogli di usarla per uccidere Atena.

STIRPE: Cavaliere d'oro di Atene, protettore della terza casa del Grande Tempio. Precedentemente, Primo Ministro del Grande Tempio; Grande Sacerdote per 13 anni circa.

PRIMA APPARIZIONE: Episodio 1, "Pegasus l'Invincibile" (anime), Saint Seiya N° 1, 1° capitolo (manga).

EPISODI (SAGA): 1, 16-18, 20, 23, 25-26, 29, 32, 35-36, 38, 41, 44-46, 52, 63, 65, 68, 70-73 (saga del Grande Tempio), 98 (saga di Asgard), 112 (saga di Nettuno), OAV 3 (Apollo),116-119, 122-127, 139, (saga di Hades), OAV 5 (Tenkai). Saint Seiya Soul of Gold 1, 3-4

NUMERI DEL MANGA: 1, 7-9, 12-13, 19-22, 26, Episode G 1-3, 5-9, 11, 20.

COLPI SEGRETI / POTERI: Gemini possiede un cosmo straordinariamente potente, superiore persino alla media dei Cavalieri d'Oro, ed una sagacia fuori dal comune, che gli permette di impersonare per anni il Grande Sacerdote senza essere scoperto, ed ingannando persino numerose divinità. Le sue tecniche di lotta riflettono questi aspetti della sua personalità, e sono basate sia sulla forza che sulla mente. Il colpo segreto più potente in suo possesso è l'Esplosione Galattica. E' una tecnica dall'enorme potenziale distruttivo, che Gemini esegue con entrambe le braccia, incrociandole e sollevandole di colpo oppure facendole scattare in avanti. In alcuni casi, il Cavaliere ne esegue una versione più debole con una mano sola, mentre in altri concentra il suo cosmo in una sfera davanti al corpo prima di lasciarla eplodere. Ad ogni modo, quando Gemini usa l'Esplosione Galattica, il suo cosmo si manifesta sempre facendo comparire attorno a lui una galassia, composta da numerose stelle e pianeti, che vanno simultaneamente in pezzi generando l'energia distruttiva del colpo segreto. Anche se la sua forza non viene mai quantificata con precisione, l'Esplosione Galattica è più volte indicata come uno dei colpi più potenti dei Cavalieri d'Oro, paragonabile persino al Photon Burst di Ioria, rispetto al quale però è meno insidiosa. È capace di fare a pezzi un'armatura di bronzo appena riforgiata dal cosmo di un altro Cavaliere d'Oro e, in Episode G, di distruggere ripetutamente le spoglie illusorie di Crono, cariche del suo cosmo divino.

Il secondo colpo segreto di Gemini è una tecnica indiretta, la Dimensione Oscura. Nell'eseguire questo attacco, Gemini accumula il proprio cosmo in una mano, oppure lo fa esplodere allargando di colpo le braccia. L'energia liberata provoca una distorsione nello spazio tempo, aprendo letteralmente le porte di un'altra dimensione, raffigurata come uno spazio buio e distorto, non dissimile dall'iperdimensione che separa Inferno ed Elisio. Questo luogo è chiamato Dimensione Oscura perchè, pur essendo pieno di pianeti, è per lo più privo di stelle, la cui luce va rapidamente annullandosi. Solitamente, chi viene imprigionato nella Dimensione Oscura è destinato a vagarvi per l'eternità, a meno di non possedere poteri dimensionali o ricevere un aiuto esterno. La Dimensione Oscura sembra possedere un discreto campo gravitazionale, che attira a se non solo le vittime ma anche parte dell'ambiente circostante. Le dimensioni della fessura spaziale possono variare, arrivando anche ad inglobare un'intera stanza in un'occasione, ma la sua forma è sempre quella di due piani orizzontali che si allargano, aprendo idealmente le porte dell'altra dimensione. A differenza dell'Esplosione Galattica, la Dimensione Oscura può essere eseguita anche a distanza attraverso il fantasma dei Gemelli.

Quest'ultimo non è un vero e proprio colpo segreto, ma un'abilità di Gemini, che, concentrandosi adeguatamente, può controllare da lontano la propria armatura d'oro, facendola assemblare, muovere e persino parlare. In questa forma, il Cavaliere non può usare il pieno del suo cosmo nè ricorrere alla maggior parte dei suoi poteri, ma è comunque abbastanza forte da eseguire la Dimensione Oscura, generare illusioni e lanciare attacchi energetici base. Essendo una mossa a distanza, Gemini è principalmente al sicuro quando la esegue, anche se lo spazio vuoto all'interno dell'elmo è collegato a lui da un vero e proprio corridoio spaziale, attraverso il quale il Cavaliere può essere colpito. Essendo d'Oro, l'armatura non può essere distrutta e non risente di danni fisici diretti. Eventuali attacchi tornano contro chi li ha lanciati o, nel peggiore dei casi scompongono l'armatura, facendo volare via i pezzi individuali. Entro certi limiti, l'armatura può ancora essere usata senza alcuni pezzi, come visto quando resta in piedi pur priva dell'elmo, e verosimilmente ricomporsi dopo essere stata del tutto smontata. Per eseguire questa mossa però, Gemini ha bisogno di totale concentrazione, e se qualcosa lo disturba l'armatura crolla a terra inutilizzabile. Gemini non può controllare separatamente i pezzi della corazza, ad esempio per farli agire in luoghi diversi. Per perfezionare l'illusione, l'armatura riproduce anche i suoi capelli.

Come intuibile da questa mossa, Gemini possiede quindi ampi poteri mentali. Pur non essendo al livello di Mur, è capace di generare illusioni, soprattutto alla terza casa che può sdoppiare o trasformare in un infinito labirinto, comunicare con la telepatia ed il cosmo, e muovere gli oggetti con la telecinesi, come ad esempio fa per far comparire dal nulla la sua armatura in alcune occasioni. In alcuni casi è suggerito che possa anche teletrasportarsi e viaggiare tra le dimensioni, ma la cosa non viene mai mostrata apertamente. In un caso, i poteri mentali gli permettono persino di comunicare con degli spiriti maligni a migliaia di chilometri di distanza, alimentando e servendosi del loro odio per far esplodere e inabissare l'Isola della Regina Nera. Massima espressione dei poteri mentali del Cavaliere è il Fantasma dell'Oscurità, colpo segreto proprio del Grande Sacerdote, che Gemini ha imparato a dominare dopo una lunga pratica. Questa tecnica serve a prendere il controllo della mente della vittima, la cui volontà viene piegata ed asservita ai desideri del Cavaliere. Il comportamento della vittima ed grado di controllo variano, probabilmente anche in relazione alla forza spirituale e cosmica di chi subisce il colpo: nel caso più netto, Gemini ne ha preso totalmente il controllo per alcuni giorni, trasformando completamente la sua personalità. In un altro, ha esercitato solo qualche ora di controllo, ed in un altro ancora ha permesso alla personalità originale di tornare fino al momento in cui non avesse avuto nuovamente bisogno di lui. In più occasioni, Gemini accenna al poter decidere quanto controllo esercitare sulla vittima, ed in che modo modificarne la personalità, come visto quando lascia intatta la coscienza di Ioria. Gli effetti del Fantasma dell'Oscurità sono potenzialmente eterni, ma Gemini ha il potere di liberare, anche a distanza, la mente della vittima, o di impartire una condizione in seguito alla quale essa tornerà normale, agendo quindi come una sorta di ipnosi molto avanzata. Chi subisce il Fantasma dell'Oscurità è obbligato ad obbedire a qualsiasi ordine di Gemini, indipendentemente da quanto lontani dalla sua personalità originale, ma mantiene anche un certo controllo e potere decisionale di base. In altre parole, permane quindi la libertà di decidere come mettere in atto l'ordine ricevuto, ma non quella di ribellarsi o annullarlo. A meno che Gemini non voglia il contrario, la personalità di chi riceve il Fantasma dell'Oscurità varia praticamente sempre, diventando crudele e sadica, al punto da essere paragonata a quella di un demonio, ma mantenendo una certa coscienza di se, testimoniata dal fatto che, chi si risveglia, ricorda abbastanza bene quanto fatto quando era sotto il controllo del Cavaliere. Ciò non succede se è invece Gemini stesso ad annullare la tecnica, nel qual caso i ricordi si fanno molto meno precisi e completi.

Pur con tutta la sua forza, il Fantasma dell'Oscurità è però una tecnica imperfetta, il cui successo dipende da diversi elementi, tra cui il livello del cosmo della vittima. Guerrieri dal cosmo molto inferiore a quello di Gemini, come i Cavalieri di Bronzo o d'Argento, possono essere facilmente sottomessi. Al contrario, per prendere il controllo di un Cavaliere d'Oro, è fondamentale coglierlo di sorpresa quando le sue difese mentali sono abbassate. In passato, Gemini ha avuto bisogno di colpire anche due volte consecutive Capricorn prima di calmarlo, ed anche in quel caso ha poi dovuto ragionare con lui, spingendolo a vedere le cose da un'angolazione che permettesse al Cavaliere in tranche di giurargli fedeltà senza andare contro il proprio senso di giustizia. Tale limite però sembra essere stato superato con gli anni, ed infatti basta un colpo solo, di sorpresa, per prendere il controllo di Ioria, e per mantenerlo per diverse ore. In un'occasione, Gemini accenna al fatto che è la presenza della sua metà buona a impedirgli di raggiungere la perfezione di questo colpo segreto. Altro effetto collaterale del Fantasma dell'Oscurità sono violentissimi mal di testa nella vittima, talmente acuti da ridurlo all'impotenza per alcuni attimi, quando gli ordini sono in eccessivo disaccordo con la volontà originale. Ogni volta che una cosa del genere è successa però, Gemini è stato in grado di mantenere il controllo, e quasi nessuno è mai riuscito a liberarsi da solo dal colpo segreto. Il Fantasma dell'Oscurità è molto meno efficace contro guerrieri dotati di spiccate doti psichiche o di colpi simili a quello di Gemini. In questo caso, la tecnica agisce solo per pochi secondi, solitamente il tempo di far eseguire un unico, breve ordine. Per di più, essere colpiti abbastanza duramente solitamente scuote abbastanza da liberare permanentemente la vittima dall'influsso del Fantasma dell'Oscurità. Gemini esegue questo colpo in maniera molto simile al Fantasma Diabolico di Phoenix, ovvero concentrando il cosmo nel dito indice e colpendo il bersaglio in linea retta al centro della fronte. Il controllo è solitamente totale nel giro di pochi secondi, ed in caso di necessità il Cavaliere può annullarlo, o impartire gli ordini, anche comunicando telepaticamente.a distanza.

Altro potere di Gemini, poco visto nel corso della serie, è la sua capacità di privare il nemico dei cinque sensi. In apparenza simile al Sacro Virgo ma più veloce, questa tecnica viene realizzata colpendo il bersaglio con raggi energetici individuali sferrati con una mano sola, in maniera simile al Fantasma dell'Oscurità. Gemini può decidere quale senso far scomparire, ma non annullarne più di uno per attacco. A differenza di Virgo inoltre, non può intervenire sul sesto senso, e nel complesso, a giudicare dallo stato delle vittime, sembra non poter procurare danni altrettanto gravi, suggerendo che chi subisce il colpo mantenga un minimo livello sensoriale. A parte tutto ciò, Gemini può ovviamente sferrare diversi tipi di attacchi energetici, mantenendo una notevole precisione anche su medie distanze. La forma di questi colpi varia, ma nel corso della serie si sono visti sia raggi individuali che veri e propri reticolati di luce, non diversi da quelli del Sacro Leo o di Mime. Per il resto, sul campo fisico, ha i poteri di un cavaliere d'oro e può muoversi e lanciare colpi alla velocità della luce, mentre su quello psicologico può contare su un enorme carisma e intelligenza, una naturale abilità al comando ed una notevole astuzia, che gli è valsa la fedeltà di quasi tutti gli abitanti del Grande Tempio nonostante l'atrocità delle sue azioni. In seguito alla distruzione della metà malvagia, la sua forza pare venire in qualche modo ridimensionata, ma non è mai mostrato esplicitamente se ciò sia vero ed in che modo.

In Episode G, Gemini indica i gemelli divini Castore e Polluce come fonte simbolica dei suoi poteri, dicendo "Io sono colui che possiede la forza dei Due Gemelli dalle Immortali Spoglie…. Dei due fratelli, Castore è colui che dispone dell'Arte della Guerra: tale potere consente alla mia anima di comandare tutti i Cavalieri. Di suo fratello Polluce è l'Invincibile Pugno di Ferro, offertogli da Efesto, Fabbro Divino: tale potere consente alle mie braccia di disintegrare l'Intera Galassia"

STORIA: Verosimilmente orfano di entrambi i genitori, Gemini, il maggiore di due gemelli, nacque in Grecia, durante il periodo in cui il Grande Sacerdote Sion governava in vece di Atena sul Santuario. Scelto per diventare Cavaliere, Gemini iniziò ad allenarsi allo scopo di ottenere l'armatura d'oro dei Gemelli, una delle dodici corazze appartenenti ai guerrieri più forti del Grande Tempio e sommi difensori di Atena, Dea della Giustizia. Nulla è noto dell'addestramento, se non che alla fine Gemini ottenne una forza straordinaria, diventando uno dei primi Cavalieri d'Oro della nuova generazione, insieme a Micene di Sagitter.

Negli anni dell'infanzia e dell'addestramento, Gemini mantenne sempre segreta l'esistenza del suo gemello, Kanon, che spesso comunque lo osservò di nascosto mentre si allenava, imparando ad eseguire egli stesso la maggior parte dei colpi segreti del fratello. Dall'animo profondamente buono e generoso, Gemini iniziò ben presto ad essere paragonato ad un Dio per la sua forza e gentilezza, venendo amato da tutti gli abitanti del Grande Tempio, che vedevano in lui un esempio di bontà. Il ragazzo però nascondeva gelosamente un segreto: affetto da schizzofrenia, soffriva di una doppia personalità, alternando a quella dominante un'altra completamente oscura, assetata di potere e pronta a qualsiasi crimine pur di ottenerlo. Grazie alla sua ferrea volontà, Gemini riuscì a mantenere per lo più segreta questa seconda personalità, ma Kanon, che conosceva il fratello meglio di chiunque altro, riuscì a scorgerla nelle profondità del suo cuore.

Assetato a sua volta di potere, Kanon chiese a Gemini di incontrarlo in un luogo isolato, e gli propose un piano per diventare i padroni del Grande Tempio: secondo le sue previsioni del Grande Sacerdote Sion, ormai molto vecchio, ben presto Atena sarebbe tornata alla luce, reincarnandosi in una fanciulla mortale. Uccidendo la Dea in fasce e sostituendosi al Sacerdote, lui e Gemini avrebbero potuto governare facilmente il Grande Tempio, ottenendo il comando di tutti i Cavalieri e di conseguenza la forza per mettere sotto scacco il mondo intero. Inorridito da quest'offerta, Gemini la rifiutò con forza, accusando Kanon di tradimento ed imprigionandolo nella prigione di Capo Sounion, ai piedi dell'antico tempio di Nettuno, da cui sarebbe riuscito a fuggire solo dopo aver purificato il suo spirito. Furioso, Kanon maledì il fratello, avvertendolo che un tale atto avrebbe risvegliato in lui lo spirito malvagio che finora era riuscito a reprimere. Tale profezia si rivelò accurata, e ben presto la personalità oscura di Gemini divenne sempre più potente, fino a diventare quella dominante.

Schiacciato dalla brama di potere a lungo repressa, Gemini iniziò lentamente a organizzare un piano che gli avrebbe consentito di prendere il pieno controllo del Santuario. In quegli anni, il Grande Tempio era in fermento per diversi motivi. Da una parte, erano ormai trascorsi 229 anni dall'ultima guerra contro Hades, storico nemico di Atena il cui risveglio si faceva ogni giorno più vicino, dall'altra era necessario tenere sotto controllo anche Nettuno, altro antico avversario della Dea della giustizia, per evitare un suo improvviso risveglio. Inoltre, Sion, ormai bicentenario, era vicino all'abdicare in modo che un nuovo Sacerdote più forte potesse guidare il Grande Tempio in attesa del ritorno di Atena. Tradizionalmente, il nuovo Sacerdote era scelto tra le schiere dei Cavalieri d'Oro, ma siccome la maggior parte di loro erano ancora dei bambini, i candidati più probabili erano lui stesso e Micene di Sagitter. Vi era inoltre un terzo elemento, il primo ministro del Sacerdote, Arles, che pur essendo solo un Cavaliere d'Argento, era amato dal regnante come un fratello, e rispettato da tutti i Cavalieri. Per ragioni di protocollo, sia Sion che Arles avevano i volti perennemente coperti da una maschera, cosicchè quasi nessuno li conosceva. Prendendo in considerazione tutti questi elementi, Gemini iniziò ad ordire le sue trame, che ricevettero un ulteriore vantaggio quando il Sacerdote, convocatolo, gli ordinò di vegliare per un possibile ritorno di Nettuno, compito che avrebbe giustificato una sua prolungata assenza dal Grande Tempio.

Nei recessi della terza casa però, il Cavaliere era ancora lacerato dal conflitto interno tra le sue due personalità, al punto da attirare un gruppo di spiriti maligni, che sentivano in lui un animo affine. Rifiutando le loro proposte di alleanza, Gemini li annientò con facilità, dovendo però ammettere a se stesso in lacrime di non sapere neppure lui quale fosse la sua vera natura.

Una sera, Gemini avvertì un nuovo cosmo raggiungere il Grande Tempio, e, con la scusa dell'essere di ritorno per fare rapporto, si recò nelle sale del Sacerdote ad incontrarlo. Si trattava di Capricorn, di ritorno dopo alcuni anni di allenamento volontario trascorsi tra le montagne della Spagna. Amico fraterno di Micene, Capricorn era il terzo Cavaliere d'Oro più anziano, dopo lui e Sagitter, tra quelli della nuova generazione. Nel percepirne il cosmo e lo spirito fiero, Gemini intuì che avrebbe potuto essere un alleato o una minaccia ai suoi piani, e decise di accellerare i tempi ed agire subito. Indossando un'armatura da guerriero di Nettuno, di cui era venuto in possesso grazie alla missione affidatagli dal Sacerdote, Gemini si recò nottetempo nelle stanze di quest'ultimo, deciso ad ucciderlo.

Il suo cosmo, pur restando irriconoscibile, venne però percepito da Micene e Capricorn, che si precipitarono nelle stanze del Sacerdote, cosicchè Gemini si trovò impegnato ad affrontare i due Cavalieri d'Oro, il Sacerdote ed Arles. Inizialmente in vantaggio nonostante tutto, il ragazzo rise delle accuse di Micene, riuscendo a ferire Arles e ad arrivare molto vicino dal prendere la vita del Sacerdote. Riuscendo però a risvegliare per la prima volta la sacra lama Excalibur, propria dei Cavalieri del Capricorno, Capricorn lo ferì ad una spalla. Ora che la situazione si era capovolta, Gemini fu obbligato alla fuga, e scomparve rapidamente tra le ombre della notte. Raggiunta la terza casa, si liberò dell'armatura marina e, senza spendere troppo tempo a curarsi le ferite, indossò una tunica e fece ritorno alle stanze del Sacerdote, dicendosi preoccupato per i cosmi che aveva percepito. Questo stratagemma gli permise di allontanare ulteriormente i sospetti, nonchè di congratularsi con Capricorn per l'essere riuscito a risvegliare Excalibur.

Tale piano, all'apparenza perfetto, venne però rovinato da Arles, che già nutriva dei sospetti a causa dello sguardo spesso freddo e misterioso del Cavaliere d'Oro, e che aveva giudicato molto difficile il fatto che un nemico esterno riuscisse a penetrare sin nel cuore del Grande Tempio nonostante la presenza di numerosi scudi difensivi e di vari Cavalieri. Ora molto turbato, Arles si accorse che Gemini sanguinava leggermente proprio dal punto in cui il nemico era stato ferito da Capricorn. Dopo che il Sacerdote si fu ritirato, Arles, non osando parlare ad altri dei suoi sospetti per timore di sbagliare, congedò i cavalieri ma chiese a Gemini di restare e seguirlo nelle sue stanze. Rimasto da solo con lui, Arles gli parlò apertamente, scoprendo il polso effettivamente ferito ed accusandolo dell'aggressione. D'altra parte, confidando nel fatto che un cavaliere d'oro non potesse essere veramente malvagio, Arles gli consigliò di mettere da parte le sue cattive intenzioni e rivelò di non aver parlato con nessun altro dei suoi sospetti. Questo si rivelò un errore fatale, apprendendo che il suo piano poteva proseguire indisturbato, Gemini bruciò il suo cosmo d'oro e, dopo aver confermato i timori dell'uomo ed aver rivelato di essere stato proprio lui, sotto mentite spoglie, ad attaccare il Sacerdote, scatenò il suo terribile colpo Esplosione Galattica e lo uccise. In seguito, Gemini si sbarazzò di nascosto del corpo di Arles e ne rubò l'identità, approfittando della maschera e dei paramenti che ne celavano il corpo.

Passarono alcuni i mesi, durante i quali Capricorn abbandonò nuovamente il Grande Tempio, avvantaggiando lo svolgimento dei piani di Gemini. Ben attento a non farsi scoprire, il Cavaliere recitò alla perfezione la sua parte, impersonando Arles e facendo solo saltuarie apparizioni nella sua vera identità. La personalità buona era ormai incapace di manifestarsi, se non come occasionali visioni o riflessi allo specchio, e neppure la misteriosa scomparsa di Kanon dalla prigione di Capo Sounion lo turbò. L'evento che Gemini aveva a lungo atteso si era infatti avverato: Atena era tornata a nuova vita, apparendo come una neonata ai piedi dell'enorme statua che sovrastava il Grande Tempio. Pochi giorni dopo, il Grande Sacerdote convocò Gemini e Micene, informandoli che la nuova Guerra Sacra contro Hades era ormai imminente, e decretando il Cavaliere di Sagitter come suo successore. A Gemini, il Sacerdote chiese semplicemente di appoggiare con ogni mezzo il compagno. Facendo buon viso a cattiva sorte, il ragazzo finse di accettare e si congratulò con Micene. Quella stessa notte però, si recò all'Altura delle Stelle, il luogo accessibile solo al Sacerdote da cui si osservavano i movimenti degli astri e si prediva il futuro, per chiedere al vecchio regnante le ragioni di quella scelta. In realtà, Gemini era già deciso sul destino da seguire, e così, quando Sion ammise di percepire un'ombra di malvagità nel suo cuore, diede libero sfogo alla propria metà malvagia, uccidendolo con un colpo al cuore. Nei panni di Arles, Gemini potè poi annunciare pubblicamente la morte del precedente sovrano, affermando che era stata causata da un'improvvisa malattia, e prendere il potere al suo posto. Essendo rispettato da tutti, persino i Cavalieri d'Oro, nessuno si oppose alla sua ascesa al trono.

Sulla strada di Gemini restavano però ancora due ostacoli: Micene, e soprattutto Atena. Consapevole di doversi sbarazzare di entrambi, il Cavaliere approfittò del ritorno di Capricorn al Grande Tempio, intercettandolo nelle vesti di Arles e dicendogli che Sagitter era deciso ad uccidere la Dea, e che quindi era necessario fermarlo. Usando tutta l'autorità derivante dal suo nuovo titolo di Grande Sacerdote, ed il carisma che non gli faceva difetto, Gemini riuscì a convincere Capricorn, e ad ordinargli di prepararsi ad uccidere Micene. L'uomo poi si recò nella sala del trono, determinato a compiere l'infanticidio che avrebbe privato il mondo di Atena. Il suo spirito però si ribellò di fronte ad un tale crimine, permettendo alla personalità buona di lottare per riemergere, riuscendo persino a far vacillare la sua determinazione. A convincerlo del tutto, ed a fornirgli l'arma necessaria ad uccidere la Dea, comparve, inatteso, uno spirito dagli immensi poteri: Crono, signore dei Titani che era stato sconfitto e sigillato da Zeus millenni prima. Crono aveva bisogno della morte di Atena per i propri scopi e, percependo lo spirito lacerato di Gemini, si manifestò a lui, esortandolo ad agire e donandogli un pugnale capace di uccidere persino gli Dei.

Pur lacerato tra bene e male, Gemini obbedì, avviandosi verso la stanza in cui riposava la piccola Atena. Dopo averle chiesto perdono ed averle affidato la propria anima, il Cavaliere sollevò la spada e vibrò l'attacco omicida. A fermarlo, intervenne Micene, che aveva tra i vari compiti anche quello di fare la guardia alla neonata. Non riuscendo a credere alle azioni di Arles, il ragazzo lo colpì, facendogli cadere l'elmo, e riconoscendo il volto di Gemini alla luce delle torce. Ora privo di qualsiasi dubbio, Gemini lo colpì, ferendolo ed obbligandolo alla fuga, per poi dare l'allarme ed annunciare a tutti che Micene si era macchiato di tradimento, ed era fuggito insieme ad Atena per ucciderla. Iniziò così una caccia all'uomo contro il Cavaliere di Sagitter, che, messo alle strette da un gruppo di soldati, venne poi mortalmente ferito da Capricorn e scomparve insieme alla neonata. Con questi ultimi avvenimenti, la prima parte del piano di Gemini fu così completata: Atena, Micene e Sion erano morti, ed Arles era accettato da tutti come legittimo Grande Sacerdote. All'uomo non restò che organizzare una riunione tra Cavalieri d'Oro, o Chrysos Synagein, per informare tutti gli altri custodi delle Dodici Case del crimine commesso dal Sagittario, e solidificare ulteriormente il proprio regno, giustificando contemporaneamente la prolungata assenza di Gemelli con la missione di vegliare per un eventuale ritorno di Nettuno.

Nonostante il trionfo conquistato però, non tutto era andato precisamente come desiderato da Gemini. I cadaveri di Micene ed Atena non erano mai stati ritrovati, e l'armatura del Sagittario, tra tutte la più potente, era scomparsa insieme al suo proprietario. Inoltre, Mur dell'Ariete e Doko della Bilancia, pur non opponendosi apertamente al suo regno, si erano rifiutati di far ritorno al Grande Tempio, e Ioria del Leone, fratello minore di Micene, stentava a credere alle accuse di colpevolezza del fratello. Per evitare il diffondersi di pericolose voci, Gemini fece preparare una copia fasulla dell'armatura del Sagittario, ponendola alla nona casa insieme ad un finto cadavere di Micene, atto a sviare qualsiasi sospetto. Inoltre, quando lo spirito di Crono comparve di nuovo, gli mentì, dicendo che Atena era sicuramente morta.

Trascorsero così sei anni, durante i quali Arles mantenne il potere sul Grande Tempio, comportandosi in maniera sostanzialmente giusta per fare in modo che nessuno dubitasse del suo diritto ad essere Grande Sacerdote. In questi anni, egli ricevette numerose visite di Crono e del suo alleato, il Dio primordiale Ponto, cui giurò fedeltà, promettendo che li avrebbe aiutati a perseguire i loro scopi. In realtà, dando fondo a tutta la sua astuzia e abilità, Gemini stava segretamente tessendo le proprie trame, per portare avanti un triplice gioco che avrebbe visto lui solo come unico vincitore. Pur avendo promesso a Crono che lo avrebbe aiutato a riconquistare il suo vero corpo, sigillato nella falce chiamata Megas Drepanon, nascosta sotto la statua di Atena, lo tradì segretamente a favore di Ponto, che stava portando avanti una sua strategia, atta a far scontrare i Titani sudditi di Crono con i Cavalieri d'Oro, in modo da far morire i primi e poterne assorbire la forza. E pur fingendo la propria alleanza a Ponto, Gemini era pronto a tradire anche lui, per perseguire i propri scopi e conquistare il potere che bramava. Centrali perchè queste trame potessero andare a compimento erano due elementi: la sua capacità di ingannare le due divinità, usando il proprio ruolo di Grande Sacerdote per predire futuri fasulli che li avrebbero visti vincitori, ed una profezia incentrata attorno ad un misterioso "uomo della sventura", che avrebbe giocato un ruolo chiave nella guerra contro i Titani.

Altra fonte di preoccupazione per Gemini era Ioria, che, pur continuando ad obbedire agli ordini, covava dentro di se un enorme dolore per quel che era accaduto a Micene anni prima, ed un odio verso i parigrado e le istituzioni del Grande Tempio. Non sapendo se potersi fidare di lui o meno, Arles gli affidò numerose missioni, valutandone il compimento insieme a Virgo, custode della sesta casa e dotato di una forza tale che persino Gemini stesso temeva. Proprio in seguito a queste missioni, e memore del fatto che Ioria aveva dopotutto lo stesso sangue di Micene, Arles iniziò a considerare che potesse essere lui l'uomo della sventura, suggerendo questa possibilità anche a Crono e Ponto, i quali misero a loro volta alla prova il Cavaliere del Leone. Tale prova permise a Virgo di percepire il cosmo oscuro di Ponto dall'interno del Grande Tempio, e di riferire la cosa ad Arles il quale, fingendo di non essere al corrente di nulla, disse di poter percepire l'avvicinarsi di una enorme malvagità, e organizzò un nuovo Chrysos Synagein.

Dopo che tutti i Cavalieri d'Oro si furono riuniti, con le sole eccezioni di Mur, Doko, e ovviamente Sagitter e Gemelli, Arles interruppe un diverbio tra Ioria e Cancer, custode della quarta casa, preparandosi ad informarli di una piccola parte degli eventi in corso. La sua spiegazione fu interrotta dall'attacco del Titano Iperione, che sfondò le mura di protezione del Grande Tempio per mettere lui stesso alla prova la forza dei Cavalieri d'Oro. A contrastarlo, Gemini inviò Ioria, desideroso di combattere, e poi spiegò a tutti gli altri Cavalieri d'Oro la storia dei Titani, delle loro guerre contro Zeus e Atena e della Megas Drepanon, dicendo che avrebbero dovuto impedire a qualsiasi costo a Crono di impadronirsene. Il Sacerdote si ritirò poi in meditazione, ordinando ai Cavalieri d'Oro di occuparsi solo della difesa delle Dodici Case, in modo che nessuno potesse aiutare Ioria. Ciononostante, il Leone riuscì a resistere abbastanza a lungo da convincere Iperione a ritirarsi temporaneamente.

Nei giorni seguenti, mentre Ioria si era recato in Oriente per far riparare la propria armatura, danneggiata nel conflitto con Iperione, Gemini incontrò di nuovo Ponto, profetizzando per lui un futuro che, interpretato in un certo modo, lo avrebbe visto vincitore. In realtà le parole del Cavaliere erano ingannevoli, ma Ponto non se ne rese conto, ed accettò la profezia credendola reale. Poco dopo, sempre nei panni del Sacerdote, Gemini ricevette una visita di Capricorn. Il Cavaliere della decima casa, profondamente inquieto, rivelò dei dubbi covati per anni, relativi ai giorni del tradimento di Micene, confessando di non credere che proprio un uomo come il Sagittario, il cui cosmo era splendente di giustizia, si fosse macchiato di una colpa del genere. Non sapendo la persona con cui stava realmente parlando, Capricorn accusò apertamente Gemini, ritenendolo il vero responsabile di quel che accadde anni prima. Sentendosi alle strette, Arles fece comparire la propria armatura d'oro, muovendola con il cosmo e facendola comparire alle spalle di Capricorn.

Approfittando del momento di distrazione del guerriero, che attaccò l'armatura vuota, Gemini si rivelò a lui, mostrandogli la sua vera identità, colpendolo di sorpresa con il Fantasma dell'Oscurità e prendendo un parziale controllo della sua volontà. La tecnica era infatti ancora imperfetta, e lo spirito di un Cavaliere d'Oro del livello di Capricorn offriva una forte resistenza, ma Gemini lo sottomise colpendolo con l'Esplosione Galattica e poi di nuovo con il Fantasma dell'Oscurità. Seppur incapace di reagire fisicamente, Capricorn cercò ancora di resistere, ancorandosi al suo senso di giustizia, ma Gemini approfittò del suo stato di trance per identificare se stesso con l'ideale tanto caro al compagno, assicurandosi così la sua fedeltà. Bisognoso della forza di Capricorn, Gemini annebbiò in parte il suo senso di giustizia, consapevole che il Fantasma dell'Oscurità avrebbe sortito in pieno il suo effetto soltanto qualora il cavaliere si fosse ritrovato davanti ad un nemico potente, cosa che lo avrebbe risvegliatoin una sorta di demone. Gemini poi cancellò dalla mente di Capricorn il ricordo di quanto era appena accaduto, e lo fece tornare alla decima casa.

Deciso a tenere sotto controllo Ioria, della cui importanza nella guerra era ormai certo, Gemini lo inviò in una serie di missioni attorno al mondo, ordinandogli di sterminare alcune creature mitologiche tornate in vita a causa dell'influsso del cosmo dei Titani. Il Leone ebbe sempre successo, ma alla fine Virgo, temendo l'oscurità che l'aura dei nemici generava, chiese il permesso di potersi recare in India dove, attraverso una profonda meditazione, avrebbe rischiato la propria vita per sviluppare un bagliore abbastanza potente da purificare il mondo da buona parte del cosmo dei Titani. Obbligato a mantenere la propria facciata, Arles acconsentì, promettendo che avrebbe inviato Ioria a fargli da guardia del corpo, e contemporaneamente avvertì Crono della situazione, affinchè egli potesse mandare un mortale sicario ad ucciderlo. Nelle sue intenzioni, Gemini sperava che Ioria non avrebbe mai rischiato la vita per proteggere quella di un compagno che odiava perchè tra i responsabili della morte di Micene, e che quindi il sicario di Crono, il Titano Ceo, avrebbe potuto uccidere Virgo facilmente. Contrariamente alle sue previsioni però, Ioria, pur detestando Virgo, combattè fino alla fine per proteggerlo, riuscendo alla fine a sconfiggere Ceo con il nuovo colpo segreto Photon Burst, dotato di una forza paragonabile a quella dell'Esplosione Galattica.

Preoccupato da una tale evoluzione degli eventi, Gemini decise che era tempo di aumentare la schiera di coloro che gli erano totalmente fedeli, e convocò nelle sue stanze Cancer, rivelandogli spontaneamente la propria identità. Il Cavaliere infatti sapeva che il compagno, a differenza degli altri parigrado, identificava la giustizia con la forza, e quindi avrebbe seguito senza esitazioni un sovrano adeguatamente potente capace di condividere la sua visione del mondo. Come previsto, Cancer fu ben felice di giurargli di nuovo fedeltà, promettendo che lo avrebbe aiutato a realizzare un mondo in cui la giustizia è basata sulla forza. Unico dubbio del custode della quarta casa era che Arles stesse effettivamente agendo di propria volontà, e non sotto un controllo altrui. Rassicurandolo, Gemini gli disse che nessuno avrebbe mai potuto soggiogarlo, perchè l'obiettivo cui ambiva era di diventare come Ares, Dio della guerra e dei massacri. A conferma di ciò, indossò dei nuovi paramenti, capaci di celare completamente la natura del suo cosmo e delle sue intenzioni, in modo che neppure un Dio potesse scoprirli. Grazie ad essi, Gemini non aveva più bisogno di affidarsi alla sola astuzia per ingannare Ponto e Crono, e poteva portare avanti più facilmente i propri disegni.

Abile nell'analisi introspettiva e psicologica, Gemini comprese anche parte delle ragioni di Ioria, incluso il suo desiderio di espiare le colpe del fratello, ed intuì che, come inizialmente previsto, il Leone sarebbe stato una pedina fondamentale nella guerra contro i Titani. Inviò così Scorpio a proteggerlo, affinchè potesse tornare in Grecia nonostante le ferite accumulate contro Ceo.

Quasi contemporaneamente, la zona di Grevena vicino al Grande Tempio fu attaccata da una nuova orda di nemici. Volendo mettere alla prova Capricorn, che pur non ricordando nulla di quel che era successo manteneva ancora la sua personalità normale, il Sacerdote lo inviò a sbarrare loro la strada. Ben presto, la situazione degenerò in un duello contro un nuovo Titano, Crio, che si mostrò rapidamente capace di fronteggiare non solo il Cavaliere della Decima Casa, ma anche Ioria, che Gemini inviò subito in suo soccorso. Deciso a combattere da solo, Capricorn rischiò la sconfitta, il che attivò gli effetti del Fantasma dell'Oscurità, trasformandolo in un demonio. Percependo questo cambiamento, Gemini comprese di essere finalmente riuscito ad equiparare la forza del legittimo Sacerdote, eseguendo una tecnica che sarebbe impossibile per chiunque altro, e gioì del proprio successo. La metà buona assopita dentro il suo corpo però si ribellò a tale comportamento, emergendo ed esortandolo a liberare Capricorn dagli effetti del Fantasma dell'Oscurità, avvisandolo contemporaneamente che un giorno i suoi inganni sarebbero stati scoperti, ed il suo regno sarebbe caduto in rovina. Ignorando tali avvertimenti, ma ammettendo che il potere del Fantasma dell'Oscurità era ancora indebolito dalla presenza della sua doppia personalità, Gemini accetto di liberare temporaneamente Capricorn dal suo influsso, restando sorpreso quando quest'ultimo trovò la forza di respingere Crio.

Non appena il Titano ebbe lasciato la Grecia, un nuovo evento ebbe luogo sul Grande Tempio, e Crono in persona comparve di fronte alla statua di Atena per impossessarsi della Megas Drepanon. Volendo soddisfarlo, Gemini ordinò a tutti i Cavalieri d'Oro di non uscire dalle proprie case, inchinandosi mentre il Dio si apprestava a spezzare i due sigilli della sua arma, e pensando a come avrebbe potuto continuare ad usare la forza dei Titani per i suoi scopi. Un tale gesto, per di più compiuto a pochi passi dalla statua di Atena, fece però risvegliare la metà buona di Gemini, che per la prima volta dopo anni riprese il controllo del suo corpo. Approfittando del fatto che il cosmo di Crono celava qualsiasi altro, Gemini indossò la propria armatura d'oro, affrontando in quello il signore dei Titani.

Non volendo perdere un tale alleato, Crono colpì Gemini con la tecnica Teleos Oracle, che rende la vittima un suo schiavo. Chi osa ribellarsi, è destinato ad essere colpito da una maledizione, che lo condurrà alla rovina e infine alla morte nel disprezzo di tutti. Di fronte a tale, drammatica scelta, Gemini decise comunque di combattere, ignorando qualsiasi ripercussione futura ciò avrebbe potuto avere su di lui, e tenne testa a Crono. Lo scontro fu durissimo, seppur ridotto a semplice emanazione cosmica il Dio era infatti dotato di un potere straordinario, ma Gemini continuò a resistere, colpendolo ripetutamente con la Dimensione Oscura e l'Esplosione Galattica, di cui subì egli stesso parte della forza esplosiva. Usando la Megas Drepanon per proteggersi, Gemini combattè eroicamente, incurante delle ferite e dei colpi segreti del Dio, e alla fine riuscì a ferirlo con la spada d'oro che Crono stesso gli aveva dato anni prima per uccidere Atena. Grazie ad essa, Gemini fu ad un passo dalla vittoria, ma proprio nel momento in cui stava per sferrare il fendente finale, la personalità oscura riprese il sopravvento, interrompendo subito il duello e tornando nelle sale del Sacerdote, colmo di odio verso se stesso. Per questo, nonostante gli interventi di Ioria, Capricorn e Toro, esenti dal precedente ordine di non belligeranza, Crono riuscì nei suoi intenti e liberò la Megas Drepanon, riconquistando il proprio corpo divino ma perdendo la memoria.

Lo scontro con Ioria aveva permesso a Crono di scoprire il tradimento di Gemini, ed in particolare il fatto che Atena fosse sopravvissuta. Non più obbligato a fingere obbedienza, il Cavaliere percepì il cosmo del Titano intento a diffondersi sul mondo e revocò l'ordine di non interferenza, ordinando ai Cavalieri d'Oro di tenersi pronti per una nuova Guerra Sacra. Mentre Ioria e Acquarius affrontavano il Titano Oceano nei pressi del Grande Tempio, Gemini convocò Fish, custode della dodicesima casa e sommo amante della bellezza, ordinandogli di stendere un tappeto di rose mortali davanti al passaggio che le truppe nemiche avrebbero usato per invadere il Santuario. Tale piano fu vanificato quando Ioria, deciso a salvare la sua amica e servitrice Lythos, rapita dal Titano Giapeto, invase egli stesso la dimensione dei nemici. Dopo essersi incontrato con Ponto, ed aver discusso con lui sul modo più adatto di modificare i loro piani in modo da prendere in considerazione questo evento, Gemini rimase al Grande Tempio, seguendo a distanza quel che accadeva tramite il cosmo.

Poco più tardi, teletrasportati da Mur dell'Ariete, anche Toro, Scorpio, Virgo, Acquarius e Capricorn raggiunsero il Tartaro, affiancando Ioria, impegnato in duello proprio contro Ponto. Seccato per tale intervento, quest'ultimo parve sul punto di perdere il controllo e attaccarli tutti, ma Gemini lo contattò telepaticamente, ricordandogli i loro fini e convincendolo a fermarsi.

Alcune ore più tardi, con la guerra ormai al culmine, Gemini ricevette la visita di Prometeo, figlio di Giapeto e alleato di Ponto. Il Dio gli parlò enigmaticamente, dando a intendere di aver intuito le reali intenzioni del Cavaliere e i motivi che l’avevano spinto a fingere obbedienza nei confronti di Crono prima e Ponto poi, ingannando entrambi. Gemini, con in mano la daga deicida, disse di non avere rimpianti e di non essere affatto pentito, reiterando che il fine ultimo delle sue azioni sono un Grande Tempio eterno e la pace per il mondo, ideali in nome dei quali era pronto a ribellarsi agli Dei. Ammise inoltre di non nutrire più rancore nei confronti di Sion che non lo aveva scelto suo successore, perché quello smacco gli ha aperto gli occhi portandolo a compiere azioni più drastiche e incisive. Pensieroso, Prometeo andò via senza combattere, affermando però che in futuro una nuova minaccia divina - persino più devastante di Crono - sarebbe comparsa, e avrebbe richiesto tutta la forza dei Cavalieri.

Poco più tardi, i Cavalieri d'Oro guidati da Ioria riuscirono a sconfiggere Crono e interrompere i piani di Ponto, ponendo fine alla guerra contro i Titani. Salvati da Ioria, i soldati dell'esercito dei Titani e le loro famiglie giunsero sulla Terra, ma, per tenerli sotto controllo, Gemini - inviando Cancer come messo - ordindò loro di vivere solo in luoghi approvati dal Grande Tempio, come l'Isola di Andromeda o quella della Regina Nera.

Gli anni che seguirono furono molto più pacifici e privi di nuove guerre. Gemini consolidò ulteriormente il proprio potere, usando il Fantasma dell'Oscurità per plagiare la mente di numerosi Cavalieri d'Argento che avrebbero potuto essergli utili, nominando come primo ministro e capitano della guardia rispettivamente Gigars e Phaeton, due individui privi di scrupoli, rendendo più brutali le modalità di addestramento per i soldati semplici e creando numerosi gruppi speciali, che usò segretamente per compiere attentati terroristici e fomentare guerre nel mondo, in modo da accrescere la propria influenza. Obbligato però a mantenere le apparenze all'interno del Grande Tempio, specie di fronte ai Cavalieri d'Oro, continuò ad agire in maniera giusta, facendo rispettare le leggi più basilari e smettendo di indossare i paramenti più aggressivi usati nella seconda parte della guerra contro Crono. In questo periodo, Gemini si occupò anche di un Cavaliere di Bronzo su cui aveva messo le sue attenzioni: Phoenix, primo uomo nella storia a conquistare la leggendaria armatura della Fenice, dopo aver ucciso il suo maestro sull'Isola della Regina Nera e preso il comando dei guerrieri rinnegati chiamati Cavalieri Neri. Vedendo in lui un notevole potenziale, Gemini decise di farne un suo seguace e finì di addestrarlo, insegnandogli ad usare il Fantasma Diabolico, una tecnica illusoria per certi versi simile al Fantasma dell'Oscurità (vedi Note).

Un giorno, Gemini fece da giudice ad un duello tra Cassios, allievo del Cavaliere d'Argento Tisifone, e Pegasus, allievo del Cavaliere d'Argento Castalia, per la conquista dell'armatura di Pegaso. Il vincitore fu quest'ultimo, che Arles stesso aveva presentato a Castalia anni prima, e seguendo il protocollo gli consegnò il suo premio, avvisandolo di non abusare mai del titolo di Cavaliere per scopi personali. Nonostante tale ordine, solo pochi giorni dopo Gemini venne a sapere che Pegasus, tornato nella sua città natale, Nuova Luxor, avrebbe fatto parte di un torneo tra Cavalieri, organizzato dall'ereditiera Lady Isabel di Thule, cui avrebbero partecipato dieci cavalieri di bronzo: Pegasus appunto, Sirio il Dragone, Cristal il Cigno, Andromeda, Phoenix, Asher dell'Unicorno, Ban del Leone Minore, Black il Lupo, Geki dell'Orsa e Aspides Idra. Tale evento non avrebbe normalmente interessato il Cavaliere, ma il premio in palio era qualcosa che Gemini bramava da ormai 13 anni, l'armatura d'oro del Sagittario.

Nonostante la possibilità che fosse un falso, rafforzata dal fatto che il suo aspetto era diverso rispetto a quello di un tempo, Gemini decise di impadronirsene e di sfruttare Phoenix, che aveva numerosi conti in sospeso con la famiglia Thule. Manipolando la rabbia e l'odio del ragazzo, il Cavaliere gli promise che, se fosse riuscito a conquistare l'armatura di Sagitter, avrebbe potuto dominare il mondo in suo nome. Il piano inizialmente sembrò riuscire, e Phoenix rubò la maggior parte dei pezzi dell'armatura, ma una serie di scontri con Pegasus, Dragone, Cristal e Andromeda portarono infine alla sua disfatta. Temendo il peggio, Arles ordinò allora a Docrates, comandante delle forze speciali e fratello maggiore di Cassios, di portare via l'armatura. Stavolta la missione fu prevalentemente un successo, e la maggior parte dei pezzi della corazza venne recuperata, con la sola eccezione dell'elmo, che Phoenix, redentosi all'ultimo momento, riuscì ad affidare a Pegasus.

I mesi che seguirono furono teatro di numerosi scontri tra il Grande Tempio ed i Cavalieri di Bronzo, cui in seguito si aggiunse lo stesso Phoenix. Osservando i pezzi dell'armatura, Gemini comprese che si trattava proprio di quella vera, e tramite Gigars prima e Phaeton poi, fece inviare numerosi sicari contro Lady Isabel ed i cinque Cavalieri. Contemporaneamente, Arles tornò ad indossare i paramenti adoperati nella guerra contro i Titani, ed iniziò a dominare in maniera molto più rigida e violenta, facendo torturare o uccidere chiunque disobbedisse alle leggi del Grande Tempio. Tale cambiamento fu notato da tutti, ma negli anni l'autorità di Arles si era consolidata al punto che nessuno osò o ritenne giusto opporsi a lui, nemmeno i Cavalieri d'Oro. A parte Mur e Libra, ormai quasi in esilio volontario, gli altri custodi dorati seguivano fedelmente gli ordini di Gemini, e persino Ioria aveva alla fine accettato la possibilità che suo fratello fosse stato un traditore.

Nonostante tutti i suoi sforzi però, le missioni contro i Cavalieri di Lady Isabel, ormai riunitisi in un gruppo compatto guidato da Pegasus, portarono numerosi fallimenti. Gemini stesso scese indirettamente in campo, usando il Fantasma dell'Oscurità per plagiare la mente del Maestro dei Ghiacci, insegnante di Cristal, ed ordinargli di uccidere i rivoltosi, ma neppure ciò bastò ad uccidere i cinque. Pegasus in particolare preoccupava Arles in maniera crescente, rendendolo timoroso che avrebbe un giorno potuto indossare l'armatura del Sagittario e guidare i compagni, Mur e Libra in una guerra intestina tra parigrado, che avrebbe messo a rischio i suoi sogni di dominio. Dopo un ennesimo fallimento, Arles uccise così Gigars, passando il comando a Phaeton ed autorizzandolo ad usare i Cavalieri d'Argento.

La nuova schiera di scontri che seguì produsse risultati alterni. Tutti i Cavalieri d'Argento furono infatti uccisi, ma Sirio il Dragone, rimasto gravemente ferito in uno scontro, dovette abbandonare il gruppo per un periodo di convalescenza forzata in Cina. Tale piccolo successo fu però totalmente annullato da una rivelazione inattesa: lady Isabel era in realtà Atena, la neonata che Gemini aveva cercato di uccidere anni prima, e che evidentemente Micene era riuscito a portare in salvo. Sempre più preoccupato dall'evolversi della situazione, Arles attaccò personalmente i nemici da lontano, invocando gli spiriti maligni dell'Isola della Regina Nera, e facendola esplodere e inabissare mentre Pegasus, Phoenix, Andromeda e Cristal si trovavano lì, ma senza successo.

Frustrato da questi continui fallimenti, e preoccupato dalla minaccia crescente che Atena ed i Cavalieri rappresentavano, nonchè da alcuni atti di ribellione come la scomparsa di Castalia o la neutralità di Albione, maestro di Andromeda, Gemini subì un altro duro colpo quando i pezzi dell'armatura di Sagitter in suo possesso scomparvero nel nulla, e l'uomo inviato da Mur dell'Ariete per costringerlo a cercarli non fece ritorno. Comprendendo di non poter più tergiversare, Gemini allontanò Phaeton e prese in mano la situazione decidendo di dar scendere in campo i Cavalieri d'Oro. Convocatili tutti al Grande Tempio, accolse i primi ad arrivare, Scorpio e Ioria, e li manipolò astutamente, mettendoli di fronte al rischio di una guerra intestina tra Cavalieri, giocando sul loro amor proprio per convincerli a intervenire. Ioria partì così per Nuova Luxor, con l'ordine di uccidere i Cavalieri, mentre Scorpio fu inviato ad eliminare Albione. Per lo stesso scopo fu in seguito mandato anche Fish, dal momento che Albione si era rivelato un nemico più pericoloso del previsto, ed insieme i due ebbero successo.

Un fallimento venne invece da Cancer che, mandato in Cina per uccidere Libra, venne fermato prima da Sirio il Dragone, allievo del Cavaliere della settima casa, e poi dall'arrivo del Grande Mur, nuovamente in campo con l'armatura dell'Ariete. Magra fortuna ebbe anche la missione di Ioria: il Cavaliere del Leone fece ritorno consapevole della verità su Atena e Micene, e chiese apertamente spiegazioni al Sacerdote. Avvantaggiato dalla presenza di Virgo, e dal fatto che Ioria ignorava ancora la sua vera identità, Gemini riuscì però a colpirlo di sorpresa con il Fantasma dell'Oscurità, plagiando la sua volontà e lasciandogli solo un barlume di coscienza, che sarebbe scomparso di fronte al nemico predestinato: Pegasus. Una lettera di Lady Isabel lo aveva infatti informato che lei ed i Cavalieri erano in procinto di recarsi di persona al Grande Tempio per incontrarlo, e risolvere una volta per tutte questa faida che andava ormai avanti da mesi.

Deciso ad approfittare della situazione, Gemini si affidò a Betelgeuse, uno degli ultimi Cavalieri d'Argento rimasti, affinchè ferisse mortalmente Isabel con una freccia d'oro. Tale dardo, conficcatosi vicino al cuore, avrebbe ucciso la fanciulla entro dodici ore, a meno che il Sacerdote stesso non lo rimuovesse in tempo. Pegasus ed i suoi compagni erano così obbligati a superare le Dodici Case presiedute dai Cavalieri d'Oro, raggiungerlo ed obbligarlo ad estrarre la freccia entro il tempo stabilito. Pur non potendo contare sulla fedeltà di tutti i custodi dorati, Gemini sapeva di aver capovolto la situazione, e di trovarsi ora in notevole vantaggio. Privi dell'appoggio di Atena, Pegasus e compagni non avrebbero mai potuto convincere i Cavalieri d'Oro a lasciarli passare, e sarebbero stati obbligati ad affrontarli in duelli mortali. Per di più, la morte della Dea gli avrebbe finalmente permesso di prendere possesso di due reliquie fondamentali per i suoi piani: lo scudo di Atena, capace di proteggere contro ogni male, e l'emblema di Nike, fonte di forza e vittorie.

Nonostante questo vantaggio, Gemini non volle comunque sottovalutare i nemici, le cui armature erano per di più state rafforzate dal Grande Mur. Dopo aver ordinato ad alcuni soldati di rifergli ogni loro spostamento, si rinchiuse in meditazione, utilizzando le sue illusioni sulla Terza Casa, e riuscendo prima a separare Cristal e Andromeda da Pegasus e Dragone, e poi a imprigionare il Cigno nella Dimensione Oscura. Muovendo a distanza la sua armatura d'oro, Gemini riuscì quasi a sconfiggere anche Andromeda, ma un breve intervento di Phoenix e la capacità del ragazzo di bruciare ed espandere il suo cosmo più del previsto lo ostacolarono. Ferito leggermente dalla catena di Andromeda, che aveva attraversato lo spazio arrivando fino a lui, Arles contemplò di intervenire in maniera definitiva, ma la sua metà buona emerse, convincendolo a desistere per ora, ed a riporre la sua fiducia sugli altri Cavalieri d'Oro.

Certo della vittoria, Gemini acconsentì, ma le sue speranze si affievolirono di ora in ora. Cancer e Virgo vennero sconfitti da Sirio e Phoenix, Pegasus riuscì a far tornare in se Ioria grazie al sacrificio di Cassios, e Scorpio fece alla fine passare Cristal. Per di più, quando i Cavalieri raggiunsero la nona casa, l'armatura di Sagitter, ora completa e con la sua forma originaria, ricomparve al Grande Tempio, avvolgendo i custodi dorati con la sua aura, e generando la melodiosa eufonia che può aver luogo solo quando tutte e dodici le armature d'oro sono riunite nello stesso luogo, evento che non avveniva da tredici lunghissimi anni. Il suono dell'eufonia fu per Gemini sinistro presagio, turbandolo al punto da fargli avere numerosi incubi in cui, dimentico del proprio ruolo di Cavaliere dei Gemelli, vedeva tutti i parigrado tradirlo e ribellarsi a lui.

Ciononostante, Arles aveva anche numerosi vantaggi, primo tra tutti il tempo, che scorrendo inesorabile avvicinava sempre di più Lady Isabel alla morte. Inoltre, dopo che Phoenix si era sacrificato per sconfiggere Virgo, anche Sirio, Cristal e Andromeda persero la vita contro Capricorn, Acquarius e Fish, e Pegasus cadde vittima del tappeto di rose di quest'ultimo. A pochi minuti dallo scoccare delle dodici ore, Gemini sentì la vittoria ad un passo, anche perchè ormai era diventato impossibile persino per lui rimuovere la freccia di Betelgeuse. A rovinare i suoi piani fu l'inatteso intervento di Castalia, che riuscì a liberare Pegasus dal tappeto di rose, ed a permettergli di raggiungere la sala del trono.

Resasi conto della situazione, la metà buona tentò il tutto per tutto e riuscì ad emergere e prendere il controllo del corpo del Cavaliere per alcuni minuti, durante i quali spiegò a Pegasus che solo lo scudo di Atena ormai poteva distruggere la freccia, e lo incitò a proseguire. Attimi dopo però, la metà oscura riprese il sopravvento, rivelandosi apertamente ed attaccando selvaggiamente Pegasus con l'armatura dei Gemelli. Nonostante una disperata resistenza, il ragazzo fu ben presto privato dei cinque sensi e ferito molto gravemente. Incapace di accettare una tale crudeltà, la maschera buona dell'armatura dei Gemelli iniziò a piangere, facendo esitare Gemini per alcuni minuti, che permisero l'arrivo di un nuovo nemico, Phoenix, tornato in vita grazie a Virgo e Mur. Memore del suo oscuro passato, il Cavaliere della Fenice diede fondo a tutte le proprie forze per tener testa a Gemini, riuscendo persino a portare a segno qualche colpo mentre Pegasus si dirigeva alla statua di Atena per impossessarsi dello scudo.

Deciso a non lasciarsi sconfiggere proprio ad un passo dalla fine, Gemini usò la Dimensione Oscura per fermare temporaneamente Phoenix e corse da Pegasus, abbattendolo proprio quando, a pochi attimi dallo scoccare della dodicesima ora, aveva raggiunto e sollevato al cielo lo scudo di Atena. Per un inatteso disegno del destino, la luce della luna si riflesse sullo scudo, illuminando il corpo di Lady Isabel e facendo svanire la freccia d'oro. Dopo aver ormai assaporato il gusto della vittoria finale, Gemini si rese conto che la sua ora era giunta. I Cavalieri d'Oro superstiti, ovvero Mur, Toro, Ioria, Virgo e Scorpio, riconobbero infatti il cosmo di Atena, giurandole fedeltà e marciando verso la tredicesima casa per deporre Gemini, accompagnati da un manipolo di Cavalieri di Bronzo, tra cui Sirio, Cristal e Andromeda, ancora in vita grazie al potere della Dea.

Con le spalle al muro, ma ancora fiducioso nella sua forza suprema, Gemini si ritrovò a fronteggiare un attacco congiunto di Pegasus, Dragone, Phoenix, Andromeda e Cristal, che riuscirono a raggiungere la forza del Big Bang ed a travolgerlo. Sopravvissuto grazie all'armatura d'oro e sempre più sicuro di se, il Cavaliere sfidò tutti i nemici ad attaccarlo, sottolineando però come il mondo avesse bisogno di un padrone potente, capace di difenderlo dalle forze oscure. Quando Lady Isabel stessa si fece avanti, confutando questa tesi e chiedendogli di rinunciare ai suoi propositi, Gemini si lanciò contro di lei.

Un tale atto così palesemente contro Atena fu l'ultima goccia. L'armatura d'oro abbandonò il Cavaliere, ripugnata dalla sua malvagità e con la maschera oscura in frantumi, e la metà buona prese di nuovo il sopravvento, suicidandosi contro lo scettro di Nike. In lacrime, Gemini crollò tra le braccia di Isabel, chiedendole perdono e spegnendosi. Il suo ultimo atto di redenzione non passò inosservato, e la metà malvagia abbandonò per sempre il corpo del guerriero, che potè così morire forte di un unico spirito. In seguito alla conclusione della battaglia, Gemini venne sepolto nel cimitero del Grande Tempio insieme agli altri cavalieri d'oro caduti in quella battaglia.

Diverse settimane dopo, quando Nettuno, signore dei mari, scatenò una guerra tra i Cavalieri di Atena ed i Cavalieri di Asgard, lo spirito di Gemini venne in soccorso di Pegasus, esortandolo a colpire Ilda di Polaris, celebrante di Odino soggiogata dall'Anello del Nibelungo, e ricordandogli come un tale gesto avrebbe salvato, e non ucciso la donna. Grazie anche al suo aiuto, Pegasus e gli altri Cavalieri riuscirono a sconfiggere Ilda e poi Nettuno, ottenendo una vittoria che lo spirito di Gemini stesso fu felice di vedere, dall'alto dei cieli.

Non molto più tardi, in un periodo inprecisato (vedi Note), Gemini venne resuscitato insieme ad altri cavalieri d'oro da Apollo, Dio del sole, che ne fece uno dei membri della sua guardia personale. Dal momento che Apollo non aveva intenzioni ostili nei confronti di Atena, Gemini accettò l'offerta ed ottenne un'armatura esteticamente identica a quella d'oro dell'Acquario, anche se meno resistente. Agli ordini di Apollo ed in compagnia dei cavalieri del Dio e degli altri cavalieri d'oro resuscitati, Gemini si rivelò ai cavalieri di bronzo, disse loro di non intromettersi e scortò Atena al Tempio della Corona. Ben presto però la situazione tra Apollo ed Atena degenerò in uno scontro, che si concluse con la morte apparente di quest'ultima. A differenza di Cancer e Fish, indifferenti a quest'evoluzione degli eventi, e di Capricorn e Acquarius, che colmi di rabbia si lanciarono contro Apollo, venendo sconfitti, Gemini decise di attendere il momento più propizio per intervenire. Consapevole che solo Pegasus avrebbe potuto sconfiggere il Dio del Sole, si recò da lui, incoraggiandolo e permettendogli di riprendersi dallo stato di depressione in cui era caduto in seguito alla morte di Atena.

Dopo aver visto la propria Esplosione Galattica sconfitta dal Fulmine di Pegasus, Gemini gli affidò ancora una volta la vita di Atena, sacrificandosi per uccidere Jao, uno dei seguaci di Apollo. Ancora una volta, tale gesto si rivelò provvidenziale, ed anche grazie a lui Pegasus e gli altri Cavalieri riuscirono infine a sconfiggere il Dio e salvare Atena.

Anche stavolta il riposo di Gemini fu di breve durata e, poche settimane dopo, egli venne nuovamente resuscitato, stavolta da Hades, signore dell'aldilà. Hades offrì una nuova vita a numerosi ex cavalieri di Atena in cambio della loro fedeltà, ed ordinò loro di recarsi al Grande Tempio ed uccidere Lady Isabel. Se fossero riusciti nell'impresa avrebbero avuto la vita eterna, mentre nell'altro caso sarebbero scomparsi dopo dodici ore. Guidati da Shin, antico Grande Sacerdote, Gemini e gli altri cavalieri fecero solo finta di accettare, nella speranza di poter raggiungere ed uccidere Hades, o almeno di far risvegliare l'armatura divina di Atena. Hades, ignaro dei loro piani, diede a ciascuno un'armatura nera chiamata surplice, copia quasi perfetta delle corazze che i cavalieri avevano indossato in vita. Gemini fece parte del secondo gruppo di cavalieri che attaccarono le dodici case e, in compagnia di Acquarius e Capricorn, si mostrò davanti a Mur alla prima casa dopo la sconfitta di Cancer e Fish. Seguendo un piano prestabilito, Gemini fece finta di essere davvero al servizio di Hades e non esitò ad attaccare Mur con tutta la forza del suo cosmo. Tuttavia, per alcuni secondi, lui ed i due compagni decisero di mostrare il tormento che in realtà si agitava nei loro cuori all'idea di fingersi traditori, e piansero lacrime di sangue. Oltrepassata la prima casa con l'aiuto di Shin, e trovato Toro già sconfitto nella seconda, Gemini, sempre insieme a Capricorn e Acquarius, raggiunse la sua ex residenza, la terza casa, dove si trovò di fronte all'armatura d'oro dei Gemelli.

Intuendo quel che stava accadendo, Gemini convinse i due compagni a proseguire, affrontando da solo le tecniche illusorie dei Gemelli che molto ben conosceva. Più del valore in battaglia però, fu l'identità del suo nemico a turbare più profondamente Gemini, perchè si trattava di qualcuno che credeva morto da anni: suo fratello Kanon. Quest'ultimo, parlandogli telepaticamente, lo accusò di essere un demonio, e confessò di essersi pentito e di essere diventato un fedele suddito di Atena. Non osando credere ad una tale verità, ma nel contempo profondamente colpito, Gemini sconfisse Kanon con un attacco a distanza, ed uscì in lacrime dalla terza casa, felice per la nuova scelta di campo del fratello.

Riunitosi a Capricorn e Acquarius, Gemini giunse fino alla quarta casa, dove però dovette affrontare i poteri di Virgo che, pur essendo ancora alla sesta casa, era intenzionato a fermare già da ora i presunti traditori. Dopo averlo riconosciuto per primo, il Cavaliere tenne testa alle sue numerose illusioni, ingaggiando una battaglia a distanza che si concluse con una grande esplosione, in seguito alla quale i cosmi di Acquarius, Capricorn e Gemini scomparvero.

In realtà i tre erano sopravvissuti ed approfittarono della confusione per schermare i loro cosmi e nascondersi tra le rovine del tempio. Come sospettavano, poco dopo sul luogo sopraggiunse il plotone di Spectre incaricato di seguirli e sorvegliarli. Non trovando loro tracce, gli Spectre proseguirono verso la quinta casa, ma, a loro insaputa, Gemini e gli altri aggredirono ed uccisero tre uomini della retroguardia e rubarono le loro surplici. Acquarius in particolare aggredì uno Spectre di nome Cube e lo finì con un colpo solo. Fingendosi dei veri Spectre, Gemini e gli altri arrivarono fino alla sesta casa, dove però il loro trucco venne smascherato da Virgo. Seguì una terribile battaglia, durante la quale Virgo, in vantaggio grazie al suo colpo segreto "Sacro Virgo", fece intuire ai nemici che avrebbero potuto sconfiggerlo solo usando la tecnica proibita chiamata "Urlo di Atena". Questa tecnica, nella quale tre cavalieri si uniscono per ucciderne uno solo, era però considerata un'arma da vigliacchi, e chi la usava era destinato ad essere ricordato per sempre solo come un infimo traditore. Per questo motivo Acquarius e Capricorn inizialmente esitarono ad usarla, ma alla fine Gemini li convinse facendo notar loro che non avevano più niente da perdere, e soprattutto che questo era il desiderio di Virgo. Dopo aver ammesso che, pur di proteggere Atena e la giustizia sulla Terra, era pronto a pagare qualsiasi prezzo, Gemini prese parte alla tecnica proibita. Grazie all'Urlo di Atena, Virgo venne sconfitto, ma la vittoria portò ben poca gioia a Gemini e gli altri, che piansero la sua scomparsa.

Oramai rimasto con il solo senso della vista a causa dei ripetuti colpi subiti da Virgo, Gemini dovette affrontare anche Ioria e Scorpio, che, insieme a Mur, Pegasus, Cristal, Sirio e Andromeda, aspettavano lui ed i due compagni. Allo stremo delle forze fisiche e psicologiche, i tre traditori ricorsero di nuovo all'Urlo di Atena, ma vennero contrastati dagli altri tre cavalieri d'oro, che decisero di usare a loro volta la stessa tecnica. A dare una svolta allo scontro furono i cavalieri di bronzo, che unirono i loro poteri per deviare verso il cielo i due Urli di Atena. Prima di farlo però Pegasus e Andromeda parlarono ad Acquarius, dicendogli di poter sentire la bontà nel suo cuore e di non credere al suo tradimento. Le accorate parole dei cavalieri fecero ancora una volta breccia nel cuore del Cavaliere, che pianse commosso.

Anche con l'intervento dei cavalieri di bronzo, l'Urlo di Atena provocò una violentissima esplosione, che di fatto pose fine alla battaglia. Acquarius, Capricorn e Gemini sopravvissero e, inaspettatamente, Atena ordinò di portarli al suo cospetto. Isabel aveva infatti parzialmente compreso il loro piano e, con immenso stupore di tutti, porse a Gemini la spada d'oro con cui aveva tentato di ucciderla anni prima. Non avendo il cuore di levare la mano su di lei, Gemini rimase immobile, ma Atena si suicidò con le sue mani davanti agli allibiti cavalieri, che rimasero sconvolti da un tale gesto e non poterono far altro che piangere la scomparsa della loro Dea.

In seguito a questo apparentemente inspiegabile suicidio, Gemini e gli altri poterono finalmente rivelare il loro piano agli altri cavalieri d'oro ed ottennero di proseguire come stabilito. Avvolto il corpo di Atena in un lenzuolo, i tre tornarono al castello di Hades, in Germania, e chiesero di poter vedere il Dio. Quando Pandora, luogotenente di Hades, rifiutò questa loro richiesta, i tre passarono all'azione e ordinarono alla donna di condurli subito dal Dio dell'oltretomba, o avrebbe pagato con la vita. Improvvisamente però spuntò l'alba, e con il sorgere del sole terminarono le dodici ore di vita che Hades aveva concesso ai cavalieri resuscitati. Gemini si accasciò al suolo completamente privo di forze. In suo soccorso giunse Pegasus, forte di una nuova armatura ed arrivato al castello insieme agli altri cavalieri di bronzo. In lacrime, Gemini chiese loro scusa per non aver nulla da lasciargli, se non l'esempio di come continuare a combattere per l'amore e la giustizia sulla terra persino dopo la morte, poi le dodici ore si conclusero del tutto ed il suo corpo si dissolse in polvere di stelle.

Verosimilmente, la sua anima venne intrappolata nel Cocito, l'Inferno di ghiaccio dove erano puniti coloro che si erano opposti agli Dei. Gemini tuttavia non aveva ancora smesso di combattere per Atena e, alcune ore dopo, la sua anima risorse ancora una volta ed unì il suo potere a quello di tutti gli altri cavalieri d'oro per aprire una breccia nel Muro del Pianto, che separava l'Inferno dai Campi Elisi. Dopo quest'impresa, l'anima di Gemini scomparve, apparentemente per sempre.

Qualche ora più tardi, con la sconfitta di Hades ad opera di Atena e dei cavalieri di bronzo, anche l'Inferno scomparve e tutte le anime che vi erano imprigionate verosimilmente trovarono la pace. Gemini e gli altri vennero però resuscitati per combattere una nuova battaglia ad Asgard. Ignaro delle reali ragioni dietro il suo ritorno, il Cavaliere si mise comunque in cammino verso le fortezze nemiche, convinto che fosse suo dovere annientare qualsiasi tipo di male minacciasse la pace sulla Terra. Un messaggio telepatico di Micene, risorto come tutti gli altri Cavalieri d'Oro, lo indirizzò verso Yggdrasil, un enorme albero fatto comparire dal misterioso Andreas, colui che aveva sostituito Ilda di Polaris come celebrante di Odino e raccolto attorno a sé un nuovo gruppo di sette Cavalieri. Avanzando, Gemini però si accorse che Yggdrasil era protetto da una barriera che indeboliva progressivamente il suo cosmo, potenziando invece quello dei nemici. Per questo motivo, optò per evitare subito un attacco diretto. A un tratto, avvertì il cosmo di Scorpio impegnato in combattimento e lo raggiunse, salvandolo da una trappola di fuoco tesa da Surt, uno dei Cavalieri di Asgard. Con lui vi erano il parigrado Sigmund e, incredibilmente, Acquarius, all'apparenza passato dalla parte del nemico per rimediare a un vecchio errore.

Nonostante la presenza del Cavaliere d'Oro, Gemini non esitò un attimo ad attaccare tutti con la sua Esplosione Galattica, distruggendo la fortezza nemica. La barriera però protesse i tre da danni più gravi, mettendo Gemini in situazione di enorme svantaggio. Di fronte al loro attacco combinato, preferì usare la Dimensione Oscura per allontanarsi insieme a Scorpio. Rimasti soli, consigliò al compagno prudenza, ma non lo trattenne quando insistette per proseguire a testa bassa verso Yggdrasil. Nei giorni seguenti, Gemini e gli altri combatterono varie battaglie, riuscendo anche a risvegliare le loro armature divine.

Conclusasi anche quest’avventura, i dodici tornarono a riposare. Zeus però non potè perdonare non potè perdonare i cavalieri d'oro, che non le loro azioni avevano offeso gli Dei, e convocò le loro anime nel Limbo. A nulla servirono le difese di Shin e Libra, gli unici ai quali fu apparentemente concesso parlare, e così per punizione Gemini e gli altri compagni vennero intrappolati in una specie di scogliera d'ambra sulla Terra in stato di totale incoscienza.

NOTE: Le informazioni presenti in questo profilo provengono dagli episodi 1, 16-18, 20, 23, 25-26, 29, 32, 35-36, 38, 41, 44-46, 52, 63, 65, 68, 70-73, 98, 112,116-119, 122-127, 139, dal 3° e dal 5° OAV 5, dai numeri 1, 7-9, 12-13, 19-22, e 26 del manga edizione Star Comics, dai numeri 1-3, 5-9, 11 e 20 originali di Episode G (corrispondenti ai numeri 1-6, 9-18, 21, 22 e 39 dell'edizione italiana Planet Manga) e dalla Side Story della Jump Gold Selection 2. Quest'ultima, scritta da Takao Koyama, serve a spiegare con maggior completezza le vicende secondo la continuity dell'anime, in cui le cose sono un pò più complicate rispetto al manga. Mentre nella versione cartacea Gemini uccide Sion e fa finta di essere lui per 13 anni, nell'anime è presente la figura del Primo Ministro Arles, ed è a lui che Gemini si sostituisce, salendo poi al potere dopo la morte di Sion, che non viene tenuta segreta, ma solo attribuita a vecchiaia e malattia. E' inoltre sempre la Side Story a raccontare il tentativo di omicidio di Sion da parte di Gemini, travestito da guerriero marino.

Probabilmente a causa di un pò di confusione, i colori dei capelli di Gemini ed il loro significato varia tra anime, manga classico ed Episode G. Nella serie classica, i capelli sono neri (personalità malvagia) e biondi (personalità buona). L'anime invertì le cose, indicando con i capelli scuri, stavolta blu, la personalità buona, e con quelli chiari, grigi, quella cattiva. Episode G riprende il blu dell'anime, ma, sostituendolo al nero della serie classica, lo attribuisce alla personalità malvagia, dando a quella buona i capelli grigi.

Siccome il nome originale di Arles è Ares, spesso si crede che la metà malvagia di Gemini sia in realtà posseduta dal Dio della Guerra. Non vi sono però prove a riguardo, e tutte le fonti parlano al più di uno "spirito maligno", che probabilmente si riferisce solo alla versione malvagia del suo spirito. Quest'ultima viene definitivamente epurata al termine della saga del Grande Tempio, ed in tutte le apparizioni successive Gemini ha l'aspetto e la personalità buona. La forza del Cavaliere varia abbastanza tra la prima e la seconda parte della serie, riuscendo al suo apice a tener testa ai cosmi dei cinque protagonisti innalzati al massimo livello. A causa delle differenze tra anime e manga, nella versione animata Gemini non usa l'Esplosione Galattica fino al 3° OAV.

Il potere di Gemini di privare il nemico dei cinque sensi viene vista una sola volta, nel corso del duello con Pegasus. Nel complesso, sembra meno forte di quella di Virgo, visto che, a differenza di Phoenix, Pegasus riesce ancora a parlare, muoversi e combattere dopo essere stato privato dei sensi. Il Fantasma dell'Oscurità, chiamato anche Illusione Diabolica, è la tecnica di Gemini che viene vista più spesso tra Episode G e la serie classica. Molto probabilmente si tratta di una creazione degli autori dell'anime, visto che la sua prima apparizione animata precede di parecchio tempo quella cartacea. In Episode G, Gemini lo definisce il colpo segreto proprio del Grande Sacerdote, il che in effetti ha senso, anche se non spiega come possa conoscerlo anche Kanon.

Che Gemini sia orfano si si può dedurre dal fatto che la maggior parte dei cavalieri lo sono e dalla completa mancanza di accenni alla sua vita. La morte di quasi tutti i cavalieri d'oro della generazione precedente invece viene narrata nell'Hypermyth ed accennata da Libra e Sion in alcuni episodi della serie di Hades. Che i cavalieri d'oro siano stati prescelti dal Grande Sacerdote si può intuire da alcuni accenni fatti da Micene a Ioria nel corso delle prime settimane dell'addestramento di quest'ultimo. Il fatto che Gemini e Micene fossero i soli in grado di poter succedere al Grande Sacerdote viene molto brevemente accennata nel manga (N° 13, 1° capitolo).

Le proprietà deicide del pugnale con cui Gemini cerca di uccidere Atena non vengono rivelate sino alla serie di Hades, al punto che l'anime lo sostituì con una normale daga. Episode G espande ulteriormente la cosa rivelando che fu Crono a darlo a Gemini, e che quell'arma è in grado di ferire, o uccidere, anche i Titani. Questo pugnale fu poi conservato in uno scrigno sotto il trono nella sala del Sacerdote, venendo utilizzato di nuovo proprio nella serie di Hades. Sempre Episode G, che svela molti più retroscena di Gemini rispetto alla serie classica, rivela le proprietà dei paramenti rossi del Sacerdote, capaci di impedire la lettura del pensiero. E' possibile che in origine appartenessero al vero Arles, e che servissero a facilitare il suo compito di sostituirsi al Sacerdote in caso di bisogno.

Nel corso del duello con Crono, Gemini subisce la maledizione del Teleos Oracle, che condanna la vittima a perire nella colpa e nel disprezzo, allontanato e detestato da tutti. Considerando che è proprio quel che succederà a Gemini nella battaglia del Grande Tempio, col senno di poi è plausibile che, se il Cavaliere non avesse ingaggiato battaglia contro Crono, le cose sarebbero andate diversamente.

Nonostante molti credono che si trattasse di Sion, è proprio Gemini, sotto il controllo della personalità buona, o che finge di comportarsi onestamente, a dare a Pegasus l'armatura al termine del duello con Cassios. La morte di Sion è infatti avvenuta circa 13 anni prima, al tempo della fuga di Micene, come chiarito da vari flashback e dalla Side Story. Verosimilmente, dopo quel momento Gemini ritenne di avere abbastanza autorità e potere da mettere da parte gli inganni e governare col pugno di ferro. Che il guerriero abbia insegnato il Fantasma Diabolico a Phoenix viene accennato un paio di volte nell'anime, dove il Cavaliere della Fenice indica l'uomo come colui che lo "ha plasmato". I legami di Phoenix col Grande Tempio vengono poi rafforzati quando il ragazzo mostra di conoscere Docrates. Nel manga, non è presente nulla del genere.

Che diversi Cavalieri d'Argento fossero stati plagiati da Arles viene accennato, nell'anime, da Asterione e Babel in punto di morte. Il secondo in particolare viene purificato dal cosmo di Atena istanti prima di spegnersi. Le informazioni riguardo la battaglia con Apollo provengono invece dal terzo OAV. Questo film è palesemente fuori continuity e quindi non collocabile nella cronologia degli eventi, ma l'ho inserito comunque per completezza.

Nel corso della serie di Hades, Gemini, pur obbedendo agli ordini di Sion e inginocchiandosi ai suoi piedi, agisce come una sorta di capo per Acquarius e Capricorn, prendendo la maggior parte delle decisioni importanti. A differenza dei compagni, che hanno lasciato qualcosa in eredità rispettivamente a Cristal e Sirio, Gemini si rammarica di non poter dar nulla a Pegasus e Andromeda, ma questi ultimi lo correggono dicendo di aver tratto da lui l'insegnamento di come combattere per la giustizia persino dopo la morte.

Le ultimissime informazioni sulla sorte di Gemini dopo la scomparsa degli Inferi provengono dal 5° OAV, l'Overture al Tenkai. Siccome questo OAV è appunto un'introduzione alla serie successiva, è molto probabile che rivedremo di nuovo Gemini in futuro.

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