CASTALIA

(AQUILA MARIN)

ETA': 16 Anni

ALTEZZA: 1.67 M

PESO: 51 Kg

OCCHI: Castani (vedi Note)

CAPELLI: Rossi

DATA DI NASCITA: 18 Marzo

LUOGO DI NASCITA: Giappone

GRUPPO SANGUIGNO: A

SEGNI PARTICOLARI: Nessuno.

PARENTI CONOSCIUTI: Toma di Icaro (fratello minore).

COSTELLAZIONE / SIMBOLO: Aquila, costellazione ispirata al fedele animale di Zeus che rapì Ganimede.

ARMATURA / ARMI: Armatura d'argento dell'Aquila. La corazza di Castalia è composta da pochissimi pezzi, e di conseguenza, pur appartenendo alla classe delle armature d'argento, copre una percentuale molto scarsa del corpo. Il pettorale, palesemente femminile, suggerisce che anche in passato i cavalieri dell'Aquila siano stati delle donne. L'armatura non ha armi o poteri speciali. Viene danneggiata due volte nella serie, dopo il combattimento con Danes e per mano del Dio Thanatos. Castalia, in quanto Sacerdotessa, è obbligata ad indossare costantemente una maschera di metallo che, pur non essendo parte dell'armatura, possiede dei poteri particolari. La maschera ad esempio permette alla donna di respirare normalmente, ma agisce da filtro contro polline o sostanze tossiche, e la copertura degli occhi è verosimilmente a specchio, permettendole cioè di vedere l'esterno senza che i suoi occhi siano visibili.

STIRPE:. Cavaliere d'argento del Grande Tempio fedele ad Atena.

PRIMA APPARIZIONE: Episodio 1, "Pegasus l'invincibile" (anime), Saint Seiya N° 1, 1° capitolo (manga).

EPISODI (SAGA): 1-2, 4, 16, 20, 23-25, 43, 51, 63, 70-73 (saga del Grande Tempio), 87-91, 99 (saga di Asgard), 114 (saga di Nettuno), 133 (saga di Hades), OAV 5 (Tenkai).

NUMERI DEL MANGA: 1, 5-6, 8, 12, 27-28, Episode G, Next Dimension.

COLPI SEGRETI / POTERI: Castalia possiede due colpi segreti, entrambi offensivi. Il primo è il Volo dell'Aquila Reale, e sembra essere la tecnica più potente della sacerdotessa, o almeno quella che usa più spesso. E' una tecnica di piede, e per eseguirla Castalia spicca un salto in aria, piega una gambia, di solito la destra, e si lancia in picchiata sul nemico con l'altra. Nel lanciare l'attacco, Castalia allarga le braccia, a simulare le ali di un'aquila, ma non è chiaro se in questo modo possa direzionare il colpo. La potenza del Volo dell'Aquila Reale è notevole, e può frantumare anche un'armatura d'argento, ma mette in pericolo anche Castalia che è praticamente indifesa a mezz'aria. Pur non essendo una tecnica abbastanza fisica, Castalia di solito brucia il suo cosmo nell'usarla, ed alle sue spalle compare l'immagine dell'Aquila, sua costellazione guida.

Il secondo colpo segreto di Castalia, visto molto più di rado, è invece la Cometa Pungente, un assalto estremamente simile al Fulmine di Pegasus e composto da decine di pugni lanciati ad una velocità superiore al suono. Singolarmente, i pugni non sono molto pericolosi, ma, lanciati insieme e ad alta velocità, possono causare danni considerevoli. Nelle rare occasioni in cui Castalia ha usato questa tecnica, l'ha eseguita con la mano destra, ma è probabile che possa lanciarla anche con la sinistra. A parte questi due colpi segreti, Castalia possiede i poteri di un cavaliere d'argento, anche se superiori alla media, è molto agile, capace di scalare una montagna a mani nude e sembra particolarmente abile con i calci. Pur essendo molto giovane, Castalia è abbastanza saggia da saper addestrare un allievo e, pur non possedendo poteri psichici, può concentrarsi abbastanza da svuotare la mente ed impedire a qualcuno di leggerle nel pensiero. È inoltre possibile che possieda dei limitati poteri telepatici (vedi Note). Infine, Castalia è discretamente abile nell'uso della spada, e conosce varie strategie da combattimento.

STORIA: Nata in Giappone, Castalia visse per almeno tre anni con i genitori, fino alla nascita del fratello minore Toma. Probabilmente fu proprio a causa del parto di quest'ultimo che la donna morì, lasciando da soli Castalia ed il fratellino, abbandonati anche dal padre. Non avendo scelta, i due bambini passarono gli anni successivi nella strada, vivendo come vagabondi ed affidandosi completamente l'uno all'altra. Unico oggetto in loro possesso erano dei ciondoli, identici, forse lasciatigli proprio dai genitori.

Istintivamente molto protettiva nei confronti del fratello minore, Castalia fece del suo meglio per proteggerlo da qualsiasi tipo di pericolo, nonostante il carattere coraggioso ed un pò ribelle del bambino. Un giorno però, Castalia e Toma vennero separati in circostanze ignote, e la ragazza, pur cercandolo a lungo, non riuscì più a ritrovarlo.

Pur non rassegnandosi ad una possibile morte del fratello, Castalia decise di intraprendere una strada diversa e, venuta in qualche modo a sapere dell'esistenza dei Cavalieri di Atena, leggendari protettori della giustizia, si recò in Grecia per allenarsi e ricevere l'investitura. Il titolo di cavaliere era però vietato alle donne, che potevano ottenerlo solo rinunciando alla propria femminilità ed indossando simbolicamente una maschera rituale. A tale maschera erano legate delle regole ferree, per cui la donna avrebbe dovuto uccidere o amare chiunque la vedesse in volto, ma Castalia accettò di buon grado l'ordine e l'indossò. Nei sei anni successivi, la ragazza si allenò duramente, venendo a conoscenza dei segreti del cosmo e sviluppando due potenti colpi segreti, fino ad ottenere l'agognata investitura e l'armatura d'Argento dell'Aquila.

Castalia ottenne l'armatura nel periodo di regno del Grande Sacerdote Arles, da poco salito al trono dopo la morte del precedente sacerdote. Forse a causa della maschera, o forse non reputandola utile perchè donna, Arles non soggiogò la volontà di Castalia come invece aveva segretamente fatto con molti altri cavalieri d'argento. Nei pochi anni che seguirono la sua investitura, Castalia alternò il tempo tra la vita al Grande Tempio, in una casetta di pietra da lei stessa costruita, e la ricerca del fratello Toma. Schiva ed introversa per natura, la ragazza non legò particolarmente con molti dei suoi parigrado, cosa che fece nascere delle storie sul suo conto. In particolare, il cavaliere d'argento della costellazione dei Cani da Caccia, Asterione, si convinse che la maschera da sacerdotessa l'avesse privata della memoria. Non interessata alla sua opinione, Castalia non si curò mai di correggerlo (vedi Note). In questo periodo, Castalia ebbe anche modo di conoscere il primo ministro del Grande Tempio, Gigars, ed il capitano della guardia, Phaeton.

Alcuni anni dopo l'investitura, il Sacerdote affidò a Castalia il compito di addestrare un bambino, appena arrivato dal Giappone, di nome Pegasus. L'uomo aveva scelto lei pensando che, essendo nata nello stesso paese del bambino, avrebbe potuto metterlo a suo agio, e le spiegò che quel ragazzo avrebbe un giorno lottato per conquistare l'armatura di bronzo di Pegaso. Forse rivedendo suo fratello Toma in Pegasus, Castalia gli si affezionò, ma ciò non le impedì di addestrarlo con durezza e severità per alcuni mesi.

Poco tempo dopo l'arrivo di Pegasus, il Grande Tempio venne sconvolto da una guerra improvvisa, causata dall'attacco del Dio Crono, e del suo esercito di Titani e Giganti. Decisa a difendere il Grande Tempio, Castalia scese personalmente in campo, proteggendo Ioria, cavaliere d'oro del Leone, da alcuni soldati nemici, giunti per finirlo dopo che il ragazzo aveva sostenuto un durissimo combattimento col Titano Iperione. Grazie alle sue doti di guerriera, Castalia sconfisse facilmente i soldati, salvando Ioria e la sua giovanissima servitrice Lythos.

Alcuni giorni dopo, il Grande Tempio venne di nuovo attaccato, stavolta da alcuni Giganti. Giunta alle mura di cinta, Castalia dovette affrontare il poderoso nemico Lava Rossa, la cui forza smisurata la mise in grave difficoltà. Impegnata anche a proteggere le poche guardie superstiti, Castalia rischiò di essere uccisa dal nemico, ma venne salvata dal provvidenziale arrivo di Ioria, appena tornato dall'Asia dove aveva fatto riparare la sua armatura d'oro. La ragazza fu subito colpita dal valore del ragazzo, col quale sentiva anche di avere qualcosa in comune, dal momento che anche lui aveva perso una persona cara, il fratello maggiore Micene, cavaliere del Sagittario. Alcuni anni prima, Micene era fuggito dal Grande Tempio portando con se la propria armatura ed una neonata considerata l'incarnazione di Atena, andando incontro alla morte per mano del cavaliere d'oro di Capricorn e venendo bollato da tutti come traditore. Essendo suo fratello, Ioria era guardato a sua volta con sospetto, ma, incurante delle cattive voci in giro sul suo conto, Castalia prese ad ammirarne le virtù.

Dopo alcuni mesi, la guerra con Crono si concluse, e Castalia potè tornare a dedicarsi interamente a Pegasus, cui presentò fugacemente anche Ioria. Negli anni che seguirono, la ragazza fortificò il corpo di Pegasus con esercizi massacranti, gli insegnò il greco, dei rudimenti di anatomia e di strategia, e gli parlò del cosmo, indicandogli la sua costellazione guida, Pegaso, e spiegandogli come svilupparne il potere. Dal canto suo, Pegasus si dimostrò un allievo indisciplinato ma volenteroso e, seppure un pò a fatica, seppe mettere a frutto quanto imparato.

Un paio di anni dopo, venuta a sapere che anche Tisifone, aggressiva sacerdotessa dell'Ofiuco, stava per iniziare ad addestrare un allievo, Castalia intensificò ulteriormente le lezioni di Pegasus, dando particolare risalto al cosmo ed ai colpi segreti. A volte però la ragazza dovette anche rincuorare il bambino, spesso vittima dei surprusi di Cassios, il gigantesco allievo di Tisifone, e degli insulti dei soldati del Grande Tempio, che lo ritenevano indegno di conquistare l'armatura perchè non greco. In quest'ultimo compito, la donna potè contare sul supporto di Ioria, che spesso faceva loro visita. Più o meno in questo periodo, Castalia ebbe anche modo di conoscere, brevemente, il Maestro dei Ghiacci, un cavaliere d'argento in visita al Grande Tempio, a sua volta impegnato nell'addestrare due allievi in Siberia (vedi Note).

Pian piano passarono altri quattro anni, durante i quali Pegasus divenne molto più forte ed abile. Non volendo lasciar nulla di scoperto nelle sue lezioni, Castalia gli insegnò anche a combattere con la spada, e soprattutto ad individuare il modo ed il momento giusto per superare le difese del nemico. La donna mostrò inoltre al ragazzo il suo colpo segreto chiamato Cometa Pungente, al quale Pegasus, riuscito finalmente a sviluppare e controllare il cosmo, si ispirò per creare l'attacco Fulmine di Pegasus. Questi anni videro anche un progressivo deteriorarsi dei rapporti tra Castalia e Tisifone, soprattutto per la profonda aggressività di quest'ultima nei confronti di Pegasus, che spesso rasentava l'odio. Contemporaneamente però la ragazza fortificò il suo rapporto con l'allievo, apprendendone la storia e le sofferenze passate. In particolare, Castalia venne a sapere che Pegasus aveva accettato di diventare cavaliere per poter ritrovare sua sorella Patricia e, sapendo quanto la lontananza da una persona cara potesse essere dolorosa, si ripromise di aiutarlo a trovarla se possibile.

Finalmente, Pegasus portò a termine l'addestramento e potè competere nel torneo per l'armatura di Pegaso. Con una certa apprensione, Castalia osservò il suo combattimento con i giganti di Ebdera, e poi il duello finale con Cassios, in cui il ragazzo, dopo un'iniziale difficoltà, riuscì a vincere mettendo a frutto le lezioni dell'istruttrice. Pegasus ottenne così l'armatura ed il titolo di cavaliere, ma gli fu anche detto dal sacerdote di non usare le corazza se non fosse stato strettamente necessario.

Conoscendo l'indole dell'allievo, Castalia preferì tenerlo d'occhio, ed infatti quella notte lo sorprese mentre cercava di aprire lo scrigno dell'armatura per poterla finalmente vedere. Il suo rimprovero, peraltro gentile, venne però interrotto dall'arrivo di una schiera di soldati, guidati da Tisifone, desiderosa di vendetta. Temendo per Pegasus, Castalia cercò di aiutarlo a fuggire ad Atene, da dove il giorno dopo avrebbe dovuto prendere una nave per il Giappone. La loro corsa venne interrotta da Tisifone, che sfidò a duello la ragazza per ottenere l'armatura di Pegaso. Castalia però, avendo fiducia nel suo allievo, rifiutò il duello e lo lasciò combattere da solo, limitandosi a guardare e consigliarlo. Nel corso del combattimento, Pegasus indossò finalmente l'armatura, ma si mostrò inizialmente incapace di usarla. Telepaticamente, Castalia gli spiegò che la corazza era solo uno strumento, e che la via per la vittoria risiedeva nel cuore e nel cosmo. Nonostante alcune esitazioni, Pegasus seppe far di nuovo tesoro di questi consigli e riuscì a ferire Tisifone, spezzandole anche la maschera e vedendola in volto, ignaro di cosa ciò comportasse per una sacerdotessa. Finalmente, il mattino dopo, Castalia potè accompagnare Pegasus fin sulla strada per Atene, dove i due si separarono. Nonostante la richiesta del ragazzo però, Castalia non si tolse la maschera per fargli vedere il suo volto.

Tornata al Grande Tempio, Castalia trascorse qualche giorno tranquillo, ma ben presto le giunse voce che Pegasus si era unito ad altri tre cavalieri di bronzo, Sirio il Dragone, Cristal il Cigno ed Andromeda, e che, agli ordini di una ragazza di nome Isabel, stava lottando per conquistare l'armatura d'oro del Sagittario, recentemente rubata nel corso di un torneo organizzato da Isabel stessa. Pur sapendo che usare un'armatura per scopi personali era contrario alle leggi del Grande Tempio, Castalia decise di dar fiducia al suo allievo e di non intervenire in alcun modo, leggermente rassicurata anche dal fatto che Cristal fosse l'allievo del Maestro dei Ghiacci. Poco tempo dopo, la donna venne a sapere che il Grande Sacerdote aveva inviato Docrates, un potente cavaliere di bronzo, per recuperare l'armatura d'oro ed uccidere i cavalieri di bronzo, ora considerati traditori. Essendo l'insegnante di Pegasus, Castalia fu a sua volta sospettata di tradimento, rischiando la prigione o persino la vita, ma il Sacerdote decise di darle un'altra possibilità. Pur preoccupata per Pegasus, la ragazza fu così obbligata a restare in Grecia senza poterlo soccorrere.

In quello stesso periodo, Castalia venne sfidata da Tisifone in un duello amichevole ed accettò. L'incontro però si dimostrò tutt'altro che un allenamento, in quanto Tisifone era ancora desiderosa di vendetta per lo smacco subito tempo prima, mentre Castalia non voleva davvero combattere. Messa in difficoltà, la ragazza rischiò di essere ferita gravemente, ma venne salvata dall'arrivo di Ioria, da poco tornato al Grande Tempio dopo qualche anno di assenza, la cui sola presenza bastò a far desistere la sacerdotessa dell'Ofiuco. Rincuorata e rassicurata dal ritorno dell'amico, Castalia gli confidò quanto il comportamento del Grande Sacerdote fosse cambiato ultimamente. Fortunatamente, ben presto giunse la notizia della morte di Docrates per mano di Pegasus, Cristal e Andromeda. Più o meno in quello stesso periodo, la ragazza ebbe modo di assistere all'investitura di altri cavalieri di bronzo, provenienti dall'Isola di Andromeda come l'amico di Pegasus. Uno di questi era una ragazza di nome Nemes, con cui la sacerdotessa ebbe modo di parlare brevemente (vedi Note).

Pochi giorni più tardi, Castalia vide di nascosto un combattimento tra il Maestro dei Ghiacci ed alcuni soldati. Il cavaliere era stato convocato da Gigars, che gli aveva ordinato di uccidere Cristal e recuperare l'elmo d'oro del Sagittario, l'unico pezzo che Docrates non era riuscito a riprendere prima di morire. Sdegnato all'idea di uccidere il suo allievo, il Maestro dei Ghiacci attaccò Gigars, sconfiggendo i suoi soldati, ma venne fermato dal Grande Sacerdote in persona, che ne soggiogò la volontà con un suo colpo segreto, il Fantasma dell'Oscurità, e gli ordinò di portare a termine la missione. Non potendo far nulla per il parigrado, Castalia cercò disperatamente un modo per avvisare Pegasus o Cristal.

Per una volta, la fortuna aiutò la ragazza. Proprio in quei giorni infatti Pegasus, ignaro dell'accusa di tradimento, si recò in Grecia per salutarla e chiederle alcune informazioni. Il cavaliere venne intercettato da Tisifone, che riuscì a sconfiggerlo, ma Castalia, fingendo di voler vendicare il suo onore, ottenne il permesso di sbarazzarsi di persona del ragazzo. In realtà, la donna approfittò del momento per avvisare Pegasus del rischio corso da Cristal, poi gli permise di fuggire, trattenendo Tisifone. Per evitare alla rivale di prendere provvedimenti ufficiali contro di lei, Castalia le fece notare che in quel caso avrebbe subito anche lei le ire del Sacerdote, a causa del mancato assassinio di Pegasus. Pur non avendo strascichi, quest'episodio peggiorò ulteriormente i rapporti tra le due donne.

Passarono altri giorni, in cui Castalia venne a sapere che Pegasus era riuscito a salvare Cristal, ma a prezzo della morte del Maestro dei Ghiacci. Inoltre, alle schiere di Isabel si era unito anche Phoenix, il cavaliere che in passato aveva rubato l'armatura del Sagittario, e che ora si era redento, mentre dal Grande Tempio era improvvisamente scomparso Gigars, colpevole di troppi fallimenti. Nominato suo successore, Phaeton ordinò a Castalia di uccidere lei stessa i cavalieri di bronzo, in compagnia di Eris, Asterione e Moses, tre potenti cavalieri d'argento. Pur non avendo alcuna intenzione di tradire l'allievo, Castalia dovette accettare l'ordine per evitare di destare sospetti.

Indossata per la prima volta da molto tempo la sua armatura dell'Aquila, la Sacerdotessa partì per Nuova Luxor, la città dei cavalieri, insieme ai tre compagni. Raggiuntala, i quattro si divisero in due gruppi, e Castalia iniziò le ricerche in compagnia di Eris. I risultati non tardarono ad arrivare, ben presto i due si imbatterono in Pegasus, sulla spiaggia in compagnia di Lamia, un'amica d'infanzia, e del piccolo telecineta Kiki. Pegasus fu subito felice di rivederla, ma Eris gli comunicò immediatamente l'ordine di morte del Grande Tempio. Per qualche minuto, la ragazza osservò in disparte il duello tra i due, poi, temendo per la vita di Pegasus, incapace di perforare le difese di Eris, decise di aiutarlo e fece finta di ucciderlo. In realtà, la sacerdotessa aveva solo fatto perdere i sensi a Pegasus, sperando che Eris se ne sarebbe andato senza accorgersi di nulla, e così i due lo seppellirono sulla spiaggia. All'insaputa di Castalia però, Tisifone aveva messo Eris in guardia e quest'ultimo, dopo averle ordinato di allontanarsi, tirò fuori Pegasus e riprese il combattimento, dal quale, a sorpresa, uscì sconfitto.

Castalia intanto ritrovò Asterione e Moses e disse loro della morte di Pegasus. Non convinti, i due si fecero guidare fino alla spiaggia, dove però trovarono il cadavere di Eris. Grazie ai suoi poteri di lettura nel pensiero, Asterione scoprì l'inganno di Castalia e guidò Moses contro di lei. Nonostante la sua superiore agilità, Castalia si ritrovò ben presto in difficoltà perchè Asterione poteva avvisare per tempo Moses delle sue mosse, ed alla fine venne sconfitta e ferita. Priva di sensi, la ragazza venne legata a testa in giù ad un palo conficcato in mare, in modo da annegare con l'alta marea. Asterione, convinto che la sacerdotessa fosse la sorella di Pegasus, sperava infatti di usarla per attirare in trappola il cavaliere di bronzo. Il piano ebbe inizialmente successo e, nonostante la morte di Moses, Pegasus venne finalmente sconfitto. Kiki però liberò Castalia impedendole di annegare, e la sacerdotessa potè affrontare di nuovo Asteriore. Concentrandosi e svuotando la mente, la sacerdotessa riuscì ad impedire al nemico di leggerle nel pensiero, e così potè sconfiggerlo ed ucciderlo con il Volo dell'Aquila Reale.

Con questo gesto, Castalia aveva salvato la vita a Pegasus, ma si era anche apertamente schierata contro il Grande Tempio, che avrebbe saputo presto del suo tradimento grazie ad una fitta rete di spie ed informatori. Consapevole che il Sacerdote avrebbe cercato di eliminarla in ogni modo, la ragazza decise di fuggire, ma, prima di farlo, lasciò un messaggio sulla sabbia per l'allievo, "Pegasus, proteggi Atena". Riflettendo sugli avvenimenti, e memore del nome della bambina rapita da Micene di Sagitter, Castalia aveva infatti compreso che quella fanciulla era in realtà l'incarnazione della Dea Atena, e che il Sacerdote avrebbe fatto di tutto pur di ucciderla e mantenere il potere.

Non avendo un posto dove andare, nè nulla da perdere, Castalia decise di investigare sul passato del Sacerdote, e di recarsi all'Altura delle Stelle, una collina da cui i rappresentanti di Atena in terra scrutano gli astri e cercano di interpretare il volere della Dea. L'ingresso a questa collina era vietato a chiunque tranne che al Sacerdote stesso, ed essa si trovava all'interno del Grande Tempio, ma la sacerdotessa decise di provare ugualmente. Il viaggio di ritorno per la Grecia, svolto in incognito, durò alcune settimane, che a Castalia servirono anche per far calmere un pò le acque.Tornata di nascosto al Grande Tempio, la ragazza raggiunse l'Altura delle Stelle ed iniziò la scalata. L'impresa si rivelò più difficile del previsto, a causa delle forti correnti ascensionali e dei pochi appigli offerti dalla roccia, ma, pur rischiando la vita, Castalia alla fine ebbe successo. Nel tempietto in cima all'Altura, la sacerdotessa trovò la prova che cercava, il cadavere del penultimo Grande Sacerdote, evidentemente ucciso da qualcuno e non morto di vecchiaia come si diceva in giro. Intuendo che l'assassino non poteva essere altri che Arles, Castalia ebbe finalmente la certezza della sua malvagità e, preoccupata per Pegasus, si affrettò a tornare a Nuova Luxor per avvisarlo.

Giunta in Giappone però, la ragazza non riuscì a trovare nè l'allievo nè i suoi compagni cavalieri, nè tantomeno Lady Isabel. Investigando in una delle cliniche della Fondazione guidata da Isabel stessa, la ragazza incontrò Nemes, che l'informò della partenza di Pegasus, Andromeda, Cristal e Lady Isabel per il Grande Tempio. La fanciulla, oramai venuta a conoscenza delle sue origini, aveva infatti deciso di affrontare personalmente Arles, supportata dai cavalieri, ed era da poco partita per la Grecia. Consapevole che il Sacerdote era protetto dai 12 cavalieri d'oro, i guerrieri più potenti in assoluto tra le fila di Atena, Castalia si precipitò ancora una volta in Grecia per aiutarli.

Non avendo tempo da perdere stavolta, Castalia mise da parte la prudenza e raggiunse Atene il prima possibile. Appena arrivata, seppe che Pegasus e compagni stavano cercando di attraversare le dodici case in dodici ore, per salvare lady Isabel, mortalmente ferita dalla freccia di Betelgeuse, cavaliere d'argento. Cercando di nascondere la propria identità con un mantello, la ragazza fece irruzione nel Grande Tempio, ma venne intercettata da alcuni soldati. Sconfittili con facilità, riprese la corsa per le dodici case presiedute dai cavalieri d'oro, imbattendosi ben presto in un nuovo ostacolo, il gigantesco e violento guerriero Danes, che le sbarrò il passo sul ciglio di una montagna. L'uomo, irridendo la ragazza, le rivelò che il Sacerdote aveva promesso l'investitura a chiunque l'avrebbe uccisa, ed ammise apertamente di mirare all'armatura, grazie alla quale avrebbe potuto compiere stragi senza timore di ripercussioni. Danes poi attaccò Castalia, stanca per i lunghi viaggi, e la mise in difficoltà grazie alla propria straordinaria forza fisica. Certo della vittoria e desideroso di infierire, Danes svelò a Castalia che in quel momento Ioria stava affrontando Pegasus in un duello mortale. Incredula, ed ignara del fatto che la volontà di Ioria era stata plagiata da Arles, Castalia fu distratta e Danes riuscì ad intrappolarla nella sua stretta. Non avendo alternative, la sacerdotessa rischiò il tutto per tutto e, cercando di sostenere Pegasus col proprio cosmo, si gettò insieme a Danes nel baratro.

Sopravvissuta grazie all'armatura d'argento, Castalia rimase priva di sensi per circa quattro ore, prima di essere svegliata dall'Eufonia, un suono armonioso prodotto dalle armature d'oro quando le vestigia del Sagittario fecero ritorno al Grande Tempio. Nonostante le ferite e la stanchezza, la ragazza riprese la corsa, ma, a notte inoltrata, venne nuovamente bloccata, stavolta da un gruppo di guardie guidato da Phaeton. L'uomo, destituito dopo il fallimento dei cavalieri d'argento, era desideroso di vendetta per il tradimento di Castalia e la catturò facilmente. In soccorso della sacerdotessa venne inaspettatamente Tisifone, ora alleata dei cavalieri lady Isabel per una serie di vicende personali. Sbadatamente, Phaeton si lasciò sfuggire che, dei cavalieri giunti al Grande Tempio, solo Pegasus era ancora in vita, privo di sensi sulle scale della dodicesima casa a causa del veleno nascosto nelle rose di Fish, l'ultimo cavaliere d'oro. Sconfitto Phaeton per mano di Tisifone, Castalia lo prese in ostaggio e lo portò con se per farsi rivelare una via segreta per le stanze di Arles, mentre la sacerdotessa dell'Ofiuco restava ad affrontare le guardie.

Una volta trovato il passaggio segreto, Castalia abbandonò Phaeton, moribondo, e raggiunse Pegasus, privo di sensi e prossimo alla morte. Consapevole che il veleno delle rose era nascosto nelle spine nel polline, Castalia decise di proteggere Pegasus almeno da quest'ultimo e gli mise la sua maschera. Seppur fortemente tentata di portare via l'allievo, allontanandolo da quella terribile guerra, Castalia comprese che combattere era nel suo destino ed iniziò a trascinarlo verso le stanze di Arles. Qualche minuto dopo, Pegasus riprese i sensi, e la sacerdotessa dovette a malincuore informarlo della morte dei suoi amici cavalieri. Ben presto, il veleno delle rose ebbe effetto su Castalia, che crollò priva di sensi, ma Pegasus, dopo averle rimesso la maschera senza però guardarla il viso, spazzò via i fiori con il suo Fulmine. Il cavaliere poi affidò l'istruttrice alle cure di Tisifone, appena sopraggiunta, e corse ad affrontare Arles. Ripresi i sensi poco più tardi, Castalia raccontò a Tisifone la scoperta fatta all'Altura delle Stelle.

Mettendo gravemente a rischio la propria vita ed aiutato dal redivivo Phoenix, Pegasus riuscì a sollevare lo scudo d'oro di Atena ed a salvare lady Isabel, nonostante la tenace opposizione di Arles, la cui maschera nascondeva in realtà Gemini, cavaliere d'oro dei Gemelli. A sua volta, Isabel risalì le dodici case, convincendo i cavalieri d'oro superstiti di essere la reincarnazione di Atena e riportando in vita Cristal, Andromeda e Sirio, che si era aggiunto agli amici poco dopo l'arrivo in Grecia. Sostenuta da Tisifone, Castalia seguì Isabel e gli altri fino alla tredicesima casa, assistendo alla sconfitta di Gemini per mano di Pegasus ed al successivo suicidio del cavaliere d'oro. Nel vedere l'allievo svenuto e moribondo, la donna temette per la sua vita, ma Mur, cavaliere d'oro d'Ariete, la rassicurò, spiegandole che era soltanto esausto per le dure battaglie. In quest'occasione, Castalia ebbe anche modo di rivedere Ioria, libero dall'influsso di Arles grazie al valore di Pegasus ed al sacrificio di Cassios.

Sconfitto Arles, Castalia tornò a vivere al Grande Tempio, sperando di potersi finalmente rimettere alla ricerca di Toma. La pace però non durò che poche settimane, poi un cavaliere di Asgard, terra del Nord Europa consacrata ad Odino, attaccò e sconfisse il cavaliere d'oro del Toro, alla ricerca di lady Isabel. Quest'attacco causò una guerra tra i cavalieri di Atena ed i guerrieri di Asgard, guidati da Ilda di Polaris, celebrante di Odino, e così Pegasus, forte di una nuova armatura, dovette recarsi nella terra del nord insieme agli amici. Castalia intanto rimase in Grecia a curare Toro che, ripresosi, le rivelò di non essere stato sconfitto da un solo nemico, ma da qualcun altro, che lo aveva colpito alle spalle. Preoccupata per l'allievo, Castalia decise di partire a sua volta per Asgard per informarlo.

Dopo aver aiutato una prima volta Pegasus, incoraggiandolo telepaticamente, Castalia raggiunse le lande innevate del Nord, e quasi subito si imbattè in Kiki. Il bambino stava curando Flare, sorella di Ilda accusata di tradimento per l'aiuto prestato a Cristal. La sacerdotessa raccontò loro la storia di Toro, e Flare confermò tutto, spiegando che Mizar, il guerriero del Nord che aveva attaccato Atene, era sempre sostenuto in battaglia da un misterioso cavaliere ombra. Lasciati i due, Castalia cercò di trovare Pegasus per metterlo in guardia ma, giunta poco lontano dal palazzo di Ilda, venne intercettata da un altro cavaliere di Asgard, lo sleale Megres.

I due si affrontarono e Megres, con una serie di inganni, si portò in vantaggio. Innervosita e preoccupata per Pegasus, Castalia commise l'errore di usare per due volte il Volo dell'Aquila Reale, permettendo al nemico di ribatterlo e venendo sconfitta. Piuttosto che ucciderla però, Megres decise di usarla come esca e l'intrappolò in una teca di ametista, che l'avrebbe lentamente privata della vita. Priva di forze, la donna non potè far altro che chiedere aiuto a Pegasus tramite il cosmo. Seguirono una serie di battaglie, nelle quali Megres si mostrò un nemico pericoloso e sconfisse sia Pegasus che Cristal, prima di venire finalmente ucciso da Sirio. Con la morte del cavaliere, la teca si ruppe e Castalia fu di nuovo libera, ma la prigionia prolungata l'aveva ridotta ad uno stato di prostrazione quasi totale. Con le sue ultime forze, Castalia spinse Pegasus a proseguire, arrivando anche a schiaffeggiarlo per le sue esitazioni, ma dimenticando di informarlo sull'ombra di Mizar.

Rimasta sola, Castalia perse i sensi per un pò, ma venne soccorsa da Tisifone, a sua volta ad Asgard per aiutare i cavalieri. Troppo debole per fare lo stesso, Castalia disse a Tisifone di Mizar e le chiese di avvisare Pegasus, poi svenne di nuovo, risvegliandosi solo qualche ora più tardi, quando ormai i cavalieri avevano sconfitto Ilda e scoperto la vera causa di quella guerra: il Dio dei mari Nettuno.

Insieme ai cavalieri, Kiki, Flare e Tisifone, Castalia raggiunse lady Isabel, che fino a quel momento aveva pregato Odino da un picco ghiacciato per impedire lo scioglimento dei ghiacci polari, e l'inondazione che sarebbe seguita. Seppur spossata, l'incarnazione della Dea era ancora viva, ma la gioia per la vittoria durò poco, perchè un'onda improvvisa, creata da Nettuno, rapì la fanciulla, trascinandola nel regno sottomarino del Dio.

Questo rapimento fece da prologo ad una nuova guerra, resa ancora più inevitabile dalle piogge incessanti che Nettuno scatenò sull'intero pianeta, causando migliaia di vittime. Pegasus e compagni furono obbligati ad entrare nel regno sottomarino per fermare i piani dell'imperatore dei mari, ma Castalia, ancora debole dopo le vicende di Asgard, rimase in Grecia a curarsi. Dopo alcune ore colme di tensione e preoccupazione, la sacerdotessa potè vedere il sole che tornava a splendere in cielo, segnale inequivocabile della vittoria dei cavalieri sul Dio dei mari.

Anche stavolta però, la pace che seguì fu di breve durata. Per motivi sconosciuti infatti, Isabel convocò al Grande Tempio tutti i suoi cavalieri, tranne Pegasus, Sirio, Cristal, Andromeda e Phoenix. Stavolta però Castalia non rispose alla convocazione, impegnata nella ricerca di Patricia, la sorella scomparsa di Pegasus. Forte della propria esperienza, la sacerdotessa intuì che Patricia doveva aver cercato di seguire il fratello, e che probabilmente si era persa nelle zone circostanti il Grande Tempio, inavvicinabili per dei comuni mortali. Quest'intuizione si rivelò esatta e, in un villaggio nei pressi di Atene, Castalia trovò finalmente Patricia, che riconobbe dalla somiglianza con Pegasus e dalle descrizioni fatte in passato dal ragazzo.

La felicità del ritrovamento venne in parte smorzata dalle parole di Patricia, per anni vittima di una forma d'amnesia ed incapace di ricordare persino il proprio nome, ma Castalia non si perse comunque d'animo e, aiutata da Kiki, portò Patricia al Grande Tempio. Qui la sacerdotessa ritrovò Tisifone ed altri cavalieri di bronzo, che l'informarono della situazione: Isabel, Pegasus, Sirio, Cristal, Andromeda e Phoenix, insieme ad alcuni cavalieri d'oro, si trovavano nell'aldilà, impegnati ad affrontare Hades, il più antico nemico di Atena. Nel sentir ciò, Castalia comprese che l'inaspettata eclissi in quel momento in corso era opera del Dio dell'Aldilà, che stava cercando di oscurare per sempre la Terra, ma, consapevole di non poter in alcun modo aiutare i cavalieri, decise di restare al Grande Tempio. Nel vedere Patricia inoltre, Tisifone l'informò che Pegasus era ormai convinto che in realtà fosse proprio lei, Castalia, sua sorella. Vagamente consapevole della cosa, ed addolorata dal non essere ancora riuscita a ritrovare Toma, la sacerdotessa non rispose nulla.

Poco dopo, il gruppo venne attaccato a sorpresa dal cosmo di Thanatos, Dio della morte subalterno ad Hades, che si stava battendo con Pegasus nel Paradiso dei Campi Elisi. Furioso col ragazzo, che era riuscito a ferirlo, Thanatos voleva farlo soffrire uccidendo Patricia. Pronta a tutto pur di difenderla, Castalia fece da scudo alla ragazza, proteggendola per due volte col suo corpo e col suo cosmo. Pur venendo ferita dal potere del Dio, Castalia riuscì alla fine a trionfare, grazie all'aiuto di Tisifone, Kiki e gli altri cavalieri presenti. Poco dopo, la stessa Patricia ritrovò la memoria, spronata dalla voce di Pegasus che la raggiunse nonostante l'immane distanza. Alla fine, il sole venne del tutto oscurato dall'eclissi, e persino Castalia temette che Pegasus fosse stato sconfitto, ma Patricia, ancora capace di udire la voce del fratello e dei suoi amici, la rassicurò. Pochi minuti dopo infatti, il sole ricomparve, segno della sconfitta di Hades e della vittoria dei cavalieri.

Stavolta però, la vittoria era stata particolarmente sofferta. Tutti i cavalieri d'oro erano morti, incluso Ioria, e Pegasus, trafitto dalla spada di Hades, giaceva in stato vegetativo. Nonostante il profondo dolore, Castalia non si lasciò abbattere e si prese cura dell'allievo insieme a Lady Isabel. Per salvare il ragazzo, cui restavano appena tre giorni di vita visto che l’invisibile spada di Hades stava lentamente trapassandogli il torace fino al cuore, Isabel decise di agire di propria iniziativa e si recò sull’Olimpo insieme ad Andromeda. Castalia rimase a proteggere Pegasus, arrivando appena in tempo per fermare un assassino inviato da Callisto, seguace della dea Artemide. Costui era un Angel, guerriero dei cieli, e ben presto si portò in vantaggio, approfittando del fatto che Castalia dovesse occuparsi anche di proteggere Pegasus. A salvarla giunse Cristal il Cigno, che affrontò e mise temporaneamente in fuga il nemico.

Vista la sua identità di guerriero dei cieli, Castalia intuì che l’Olimpo aveva per qualche motivo mosso guerra al Grande Tempio. Convinse quindi Cristal a mettersi in viaggio per raggiungere Atena, promettendo che si sarebbe presa lei cura di Pegasus insieme a Tisifone, appena sopraggiunta. Non disse però loro di aver avvertito una sensazione familiare provenire dall’Angel, come se si trattasse di qualcuno che già conosceva.

Qualche ora più tardi, dopo aver lasciato per qualche minuto Pegasus alle cure di Tisifone, Castalia fece ritorno e vide la compagna comportarsi in modo strano. Seguendola di soppiatto, la trovò nella zona delle Dodici Case, tra i templi di Scorpio e Sagitter, dove erano ricomparse le rovine del tempio maledetto dell’Ofiuco, colui che un tempo era stato il tredicesimo Cavaliere d’Oro. Fuori di sé, Tisifone l’attaccò con il Cobra Incantatore, costringendola a difendersi e sconfiggerla con il Volo dell’Aquila Reale. Priva di sensi, Tisifone riprese l’aspetto sereno di sempre, spingendo Castalia a chiedersi cosa avesse causato il riemergere delle rovine dell’Ofiuco.

NOTE: Le informazioni presenti in questo profilo provengono dagli episodi 1-2, 4, 16, 20, 23-25, 43, 51, 63, 70-73, 87-91, 99, 114, 133 e dal quinto OAV dell'anime, dai numeri 1, 5-6, 8, 12, 27-28 del manga (edizione StarComics), dai numeri 2, 4 e 5 di Episode G (numerazione Giapponese, corrispondenti ai numeri 4, 7 e 9 Italiani, edizione Manga Planet) e dai numeri 7 e 8 di Next Dimension. Sono esclusi gli episodi 106 - 107 perchè chi vi compare è Lemuri e non la vera Castalia.

Il colore degli occhi della ragazza non viene mai mostrato, ma nell'episodio 106 Lemuri li ha castani, e, considerando la somiglianza delle sue illusioni, si può ipotizzare che sia il colore corretto. La maschera non è da considerarsi parte dell'armatura perchè non è menzionata nelle schede tecniche del manga. Nel 24° episodio, Asterione dice che la maschera impedisce a Castalia di ricordare il passato, ma quest'affermazione viene smentita dagli eventi successivi. In questo senso, tutte le affermazioni di Asterione sembrano più che altro basarsi su voci infondate, probabilmente pettegolezzi legati allo stile di vita schivo della sacerdotessa.

Molte delle apparizioni oniriche di Castalia in aiuto di Pegasus sono da considerare come sogni del cavaliere. Nel 42° episodio ad esempio il ragazzo viene consigliato dalla donna contro Toro, ma nel 51° Castalia rivela di non sapere ancora nulla della corsa dell'allievo attraverso le dodici case. Ciononostante però, in almeno un'occasione, nel primo episodio, Castalia mostra di saper comunicare telepaticamente con l'allievo, spiegandogli come usare efficacemente l'armatura contro Tisifone.

L'infanzia di Castalia viene rivelata da un brevissimo flashback di Toma nel quinto OAV, in cui il ragazzo ricorda la sorella. La differenza d'età tra i due è di almeno tre o quattro anni, quindi in quel periodo Castalia deve per forza aver vissuto con i genitori. L'inizio dell'addestramento di Pegasus è di difficile collocazione rispetto ad Episode G. Nel numero 7 di questo manga (il 14 in Italia) però si intravede Sirio impegnato ad allenarsi in Cina, quindi è plausibile che Pegasus sia già in Grecia, dal momento che tutti i bambini di Nuova Luxor sono partiti praticamente nello stesso periodo. Sempre ad Episode G si può far risalire il primo incontro tra Castalia e Ioria, e l'inizio della loro "simpatia reciproca". Di tanto in tanto, la sacerdotessa sembra quasi innamorata del ragazzo, ma la cosa non ha per ora avuto seguito.

Nel 36° episodio, un Pegasus all'inizio dell'addestramento incontra una Tisifone verosimilmente vicina all'investitura. Questo suggerisce che l'allenamento di Cassios è iniziato in ritardo rispetto a quello del bambino, e spiega come mai il gigante non abbia mai imparato ad usare il cosmo. A complicare ulteriormente le cose c'è il numero 10 di Episode G (20 in Italia), in cui compare Tisifone, già cavaliere d'argento. Si deve quindi supporre che abbia ottenuto l'investitura nel brevissimo periodo trascorso tra il flashback dell'episodio 36 e gli eventi di Episode G.

Nel 20° episodio, Castalia riconosce il Maestro dei Ghiacci, segno che l'aveva già incontrato in passato. Stessa cosa accade nel 51 ° con Nemes, che la chiama per nome. Dal momento che l'isola di Andromeda sembra custodire una sola armatura, è plausibile che le due si siano conosciute nel corso dell'investitura di Nemes, probabilmente avvenuta in Grecia. Il 70° episodio però rivela che la ragazza ha ricevuto l'armatura più tardi rispetto ad Andromeda, quindi le due si sarebbero conosciute più o meno tra il 2° ed il 23° episodio.

Come accennato altrove, il sospetto che Castalia possa essere Patricia non è plausibile, perchè la ragazza avrebbe dovuto conquistare l'armatura d'argento a tempo di record prima di iniziare ad allenare Pegasus. Fino al 73° episodio, Castalia non incontra mai Sirio, Cristal, Andromeda e Phoenix. Ciò viene vagamente confermato nell'88° episodio, in cui Cristal stenta a riconoscerla, ma prima di allora la sacerdotessa accenna spesso ai cavalieri come se li conoscesse.

Nel 71° episodio, Castalia dice a Tisifone di essere andata all'Altura delle Stelle di ritorno dal combattimento con i cavalieri d'argento, riferendosi ai fatti della puntata n° 25. Questo significa che ha impiegato diverse settimane ad andare e tornare dalla Grecia, ma nel 52° episodio raggiunge il Grande Tempio in poche ore. Si deve quindi ipotizzare che, per prudenza, la prima volta abbia viaggiato molto lentamente, forse via mare, mentre la seconda potrebbe aver preso un aereo o usato il cosmo.

Non è affatto chiaro come Castalia possa sapere che Isabel è Atena. L'unica spiegazione è che qualcuno, forse Ioria, le abbia raccontato nel dettaglio gli eventi relativi alla fuga di Micene, permettendole di mettere insieme i pezzi. Nel 37° episodio però lo stesso Ioria mostra di non aver fatto tutti i collegamenti. Nel 70° episodio, Castalia lascia Tisifone in compagnia di Phaeton, ma nel 71° è da sola. Si deve quindi supporre che il comandante della guardia sia fuggito o morto, anche perchè non ricomparirà in futuro.

Si può supporre che, tra il 114° ed il 115° episodio, Castalia abbia ottenuto da Isabel il permesso di cercare Patricia e lasciare il Grande Tempio nonostante lo stato di allerta. La cosa però non viene mai mostrata o detta esplicitamente. Nel 133° episodio viene mostrato l'atteso ritrovamento della sorella di Pegasus. Considerando la totale amnesia di quest'ultima, c'è da supporre che Castalia la riconosca solo grazie alle descrizioni di Pegasus ed alla somiglianza col fratello.

Il V OAV, Overture al Tenkai, aveva il finale tronco per preparare alla serie vera e propria del Tenkai, ma in seguito è stato rinnegato da Kurumada e messo fuori continuity. Al suo posto c’è il sequel Next Dimension, che ripropone alcuni personaggi e situazioni del Tenkai, rendendoli incompatibili. Nell’Overture al Tenkai, Castalia incontra Toma di Icarus, Angel agli ordini di Artemide, e scopre che si tratta del suo fratello perduto.

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