CAPRICORN

(CAPRICORN SHURA)

ETA': 23 Anni

ALTEZZA: 1.86 M

PESO: 83 Kg

OCCHI: Neri

CAPELLI: Neri

DATA DI NASCITA: 12 Gennaio

LUOGO DI NASCITA: Spagna

GRUPPO SANGUIGNO: B

SEGNI PARTICOLARI: Nessuno.

PARENTI CONOSCIUTI: Nessuno. Da quel che sappiamo probabilmente è orfano.

COSTELLAZIONE / SIMBOLO: Capricorno, decima costellazione dello zodiaco.

ARMATURA / ARMI: Armatura d'oro del Capricorno. L'armatura di Capricorn non ha caratteristiche particolari, ma come tutte le armature d'oro è pressochè indistruttibile e congela solo allo zero assoluto (- 273.16 °C). Viene leggermente danneggiata durante il combattimento alla decima casa con Sirio.

STIRPE: Cavaliere d'oro di Atene, protettore della decima casa del Grande Tempio.

PRIMA APPARIZIONE: Episodio 65, "Excalibur" (anime), Saint Seiya N° 11, 3° capitolo (manga).

EPISODI (SAGA): 65-66 (saga del Grande Tempio), 78-79, 96 (saga di Asgard), 105 (saga di Nettuno), OAV 3 (Apollo),116-119, 122-127 (saga di Hades), OAV 5 (Tenkai).

NUMERI DEL MANGA: 11, 15, 19-22, 26, Episode G.

COLPI SEGRETI / POTERI: Il colpo segreto principale di Capricorn e la sacra spada Excalibur. Questa spada, il cui nome significa "rigenerazione" è come incarnata nelle braccia del cavaliere, così l'elsa risiede nella spalla, la lama nel braccio e la punta nelle dita. A differenza della maggior parte dei colpi segreti, Excalibur non è una tecnica ideata da Capricorn, ma è un dono di Atena a tutti i cavalieri del Capricorno come premio per la loro fedeltà. Questo colpo può essere usato in vari modi, ma solitamente Capricorn la adopera sollevando il braccio sopra la testa, e poi calandolo rapidamente, in modo da creare un fendente di energia. Questo fendente può tagliare praticamente qualsiasi materiale, inclusa l'energia cosmica, ed ha un ampio raggio d'azione, in modo da colpire contemporaneamente sia un nemico che il suolo sotto di lui. I danni causati dall'Excalibur variano a seconda dell'energia con cui Capricorn la adopera e della resistenza del materiale che colpisce, ma può creare veri e propri burroni nella roccia. Il cavaliere inoltre è in grado di lanciare attacchi a ripetizione, in modo da formare dei veri e propri reticolati di luce tagliente. Quando Capricorn adopera l'Excalibur, alle sue spalle appare un'immagine della spada invece che la tradizionale costellazione del Capricorno. Essendo legata a filo diretto ad Atena, Excalibur può essere usata solo da un cavaliere giusto, mentre va in pezzi se usata da una persona malvagia. Inoltre, la spada sembra restia a colpire direttamente il cuore di un uomo, anche se questa limitazione può essere superata se necessario (vedi Note). La spada può essere fermata solo in due modi, bloccando il fendente oppure spezzando il braccio di chi la usa, e quindi la lama stessa. Tuttavia, un cavaliere giusto dal cosmo abbastanza potente può riuscire a rigenerare, per un'unica volta, la spada spezzata. Grazie alla pratica, Capricorn è riuscito a duplicare Excalibur, in modo da averne una per braccio, cosa che gli consente di creare attacchi più complessi, ad esempio a croce, e di continuare a lottare anche con un braccio rotto. La seconda Excalibur possiede gli stessi poteri, e le stesse limitazioni, dell'originale. Sempre grazie all'esercizio, il cavaliere è riuscito ad ottenere una specie di Excalibur anche con le gambe, ma questa versione è meno potente dell'originale e quindi usata molto di rado (vedi Note). Come custode di Excalibur, Capricorn ha il potere di donarla a qualcun altro se lo ritiene giusto, appoggiando il proprio braccio a quello del predestinato. Anche dopo aver fatto ciò comunque, Capricorn resta in grado di usare egli stesso la spada.

Oltre ad Excalibur, Capricorn possiede un altro colpo segreto chiamato Jumping Stone. Si tratta di una tecnica di gambe, con cui il cavaliere, dopo aver saltato, solleva il nemico da sotto le ascelle con i piedi, e lo lancia via compiendo una capriola a mezz'aria. È un colpo puramente fisico e non necessita di cosmo, ma non provoca neanche gravi danni alla vittima. A parte questi due colpi segreti, Capricorn ha i poteri comuni di un cavaliere d'oro e può muoversi alla velocità della luce, ma è anche un provetto spadaccino, abile nel gioco di gambe e nelle tecniche di scherma.

STORIA: Verosimilmente orfano di entrambi i genitori, Capricorn nacque in Spagna ma, in circostanze ignote, venne a sapere dell'esistenza dei Cavalieri di Atena e si recò in Grecia per addestrarsi e conquistare l'investitura. Durante gli anni dell'allenamento, i cui dettagli sono sconosciuti, Capricorn conobbe un ragazzo di nome Micene, di quattro anni più grande di lui, che, circa due anni dopo il suo arrivo, conquistò l'armatura d'oro del Sagittario (vedi Note). Capricorn iniziò subito ad ammirare Micene, sia per la sua forza che per il suo spiccato senso di giustizia, e tra i due nacque una profonda amicizia, simile quasi ad un legame fraterno. Micene aveva anche un fratello minore, Ioria, che iniziò a sua volta l'addestramento per diventare cavaliere, più o meno un anno dopo la sua investitura e tre anni dopo l'arrivo di Capricorn in Grecia, ma, a causa di caratteri abbastanza differenti, quest'ultimo non legò molto con lui, se non tramite Micene stesso.

Ispirato da Micene, e motivato anche da un personale desiderio di giustizia, Capricorn portò avanti l'addestramento, elaborando la tecnica da combattimento ravvicinato chiamata Jumping Stone, ed alla fine affrontò nell'arena del Grande Tempio il suo avversario per l'investitura. Sconfittolo, in parte anche grazie a delle circostanze fortuite, il ragazzo ottenne l'armatura d'oro del Capricorno e la custodia della decima casa, storicamente presieduta dal cavaliere più fedele ad Atena e custode della spada sacra Excalibur. Essendo di qualche anno più grande degli altri aspiranti cavalieri, Capricorn fu tra i primi a ricevere l'armatura d'oro, dopo il misterioso Gemini della terza casa, Micene, e più o meno contemporaneamente al crudele Cancer della quarta casa (vedi Note). Nonostante l'investitura però, Capricorn non era soddisfatto della sua forza, che sentiva inferiore a quella di Micene, e così, col permesso del Grande Sacerdote, partì per la natia Spagna, dove passò due anni sugli impervi Pirenei per perfezionarsi.

Questo ulteriore allenamento diede i suoi frutti, e Capricorn divenne più sicuro di se e della sua forza. Pur non riuscendo a risvegliare la leggendaria Excalibur, acquisì inoltre il potere di fendere l'aria con fasci di luce e di colpire anche a grandi distanze. Pur sentendosi ancora inferiore a Micene, Capricorn tornò al Grande Tempio, consapevole che in quel periodo era attesa la reincarnazione di Atena sulla terra. Lì, il ragazzo ritrovò Micene, nei cui confronti provava ancora ammirazione ed un profondo affetto, incontrò di nuovo il Grande Sacerdote e conobbe il suo vice, il cavaliere d'argento di nome Arles. Capricorn incontrò di nuovo anche Gemini, cui il Sacerdote aveva affidato il compito di vigilare per un possibile risveglio del Dio Nettuno, storico nemico di Atena, e venne turbato dal suo cosmo aggressivo. Nelle ore che seguirono, il ragazzo riallacciò la sua amicizia con Micene, al quale confidò anche i suoi dubbi su Gemini, ma la gioia del ritorno ebbe breve durata. In piena notte infatti, Capricorn e Micene dovettero soccorrere Arles ed il Grande Sacerdote da un misterioso assassino mascherato con indosso un'armatura fatta di scaglie d'oro. Nel combattimento che ne seguì, Capricorn riuscì a risvegliare la spada Excalibur e, usandola per la prima volta, ferì l'assassino, obbligandolo alla fuga. I due cavalieri d'oro vennero in seguito raggiunti da Gemini, ed a loro il Sacerdote rivelò che il momento del ritorno di Atena era ormai prossimo.

Resosi conto di non essere ancora in grado di maneggiare al meglio Excalibur, Capricorn lasciò il Grande Tempio per un altro anno, in modo da perfezionarsi ulteriormente, ed in questo periodo il suo senso di giustizia si sviluppò ancor di più, anche grazie al senso di fierezza legato all'essere il custode di Excalibur, e quindi all'essere considerato il cavaliere più fedele ad Atena. Il guerriero tornò in Grecia solo poco dopo l'investitura dei restanti cavalieri d'oro, tra i quali vi era anche Ioria, allenato da Micene in persona e divenuto custode dell'armatura del Leone. Purtroppo, pochissimo tempo dopo l'investitura dei cavalieri, il Santuario era stato funestato dall'improvvisa morte del Sacerdote. Pur essendo ormai diventato oggettivamente forte, Capricorn non venne considerato tra i candidati alla successione per via della giovane età, e alla fine il titolo andò ad Arles, che era rispettato da tutti pur essendo solo un cavaliere d'argento (vedi Note). Pochi giorni prima del ritorno del ragazzo inoltre, al Grande Tempio era stata trovata un'orfanella neonata, e si era ben presto fatta strada l'idea che si trattasse della reincarnazione di Atena. La fanciulla venne chiamata Isabel, e, in attesa della cerimonia di iniziazione alla Dea, venne affidata alla protezione di Micene.

In quel periodo, Capricorn si occupò principalmente di presidiare la decima casa, finchè, meno di tre mesi dopo il suo ritorno (vedi Note), Arles lo avvisò che Micene voleva uccidere la neonata. Questa notizia sconvolse Capricorn, ancora molto legato al compagno da un profondo senso di ammirazione, ma il Sacerdote gli vietò di chiedere spiegazioni al cavaliere stesso. Quella stessa notte in effetti, Capricorn avvertì un cosmo potente ed oscuro, e poco dopo Micene rapì la neonata, cercando di fuggire con lei dal Grande Tempio. Obbligato ad arrendersi a quella che sembrava un'evidenza schiacciante, il ragazzo dovette compiere il suo dovere e cercò di fermare Micene, in quel momento impegnato in battaglia con alcuni soldati. Non volendo ucciderlo, il cavaliere cercò di ferirlo solo alle gambe, ma Micene usò il suo stesso sangue per accecarlo temporaneamente e si gettò in un dirupo insieme alla neonata. Seppur colpito dallo sguardo onesto che il cavaliere del Sagittario aveva anche in quel frangente, Capricorn dovette continuare l'inseguimento, e poco dopo affrontò Micene una seconda volta (vedi Note). Stavolta il custode della nona casa decise di rispondere agli attacchi e, indossata la sua armatura d'oro, mise in difficoltà Capricorn. A decidere l'esito dello scontro fu l'intervento involontario della piccola Isabel che, gattonando, si avvicinò a Capricorn, impedendo quindi a Micene di colpirlo di nuovo. Approfittando della situazione, e mettendo da parte l'affetto fraterno nei confronti dell'amico, il ragazzo lo colpì in pieno con l'Excalibur, facendolo poi cadere in un burrone e dandolo per morto. Fuori di se, Capricorn fu persino tentato di uccidere la neonata, convinto che, se si fosse davvero trattata di Atena, ne avrebbe avvertito il cosmo, ma all'ultimo istante, seppur a livello inconscio, la riconobbe e la risparmiò, convincendosi di aver agito solo per pietà.

Nei giorni che seguirono però, il senso di colpa ed il dolore per aver ucciso l'uomo che maggiormente ammirava addolorarono profondamente Capricon, che venne anche insospettito da alcune strane azioni del Grande Sacerdote. Pur non essendo riuscito a recuperare il cadavere di Micene e la sua armatura d'oro, l'uomo allestì infatti una sorta di camera funebre nella nona casa, sostituendo la corazza con un falso e creando un illusione per cui, nascosto da un sudario, vi sarebbe dovuto essere il corpo del cavaliere. Capricorn reputò ignobile tale atteggiamento ma, pur essendo il solo a sapere la verità, non potè rivelarla a nessuno, neppure a Ioria, del quale comprendeva bene il dolore. A differenza della maggior parte dei parigrado, Capricorn continuò a provare profonda stima nei confronti di Micene e, in segno di estremo saluto, passò giorni a vegliare la nona casa al posto dell'amico, giurando sulla sua memoria di proteggere Atena al posto suo.

Ben presto, per discutere della cosa venne convocata una Riunione Dorata, ovvero un'assemblea dei cavalieri d'oro, e fu probabilmente lì che Capricorn venne a sapere dell'odio che Ioria ora provava nei suoi confronti, considerandolo uno dei maggiori artefici della morte del fratello. Non potendo far nulla per giustificarsi o spiegare la situazione, il ragazzo decise tuttavia di non cercare chiarimenti col cavaliere del Leone. Al contrario, Capricorn lasciò ancora una volta il Grande Tempio, e passò gli anni successivi a vagare per il mondo per allenarsi ancora nell'uso dell'Excalibur. Grazie a tali allenamenti, il cavaliere divenne in grado di lanciare il suo colpo segreto con entrambe le braccia, e, in maniera minore, persino con le gambe (vedi Note). Saltuariamente comunque, Capricorn tornò in Grecia, ad esempio per ascoltare alcune delle esibizioni di Orfeo, musico della Lira e cavaliere d'argento.

Dopo circa sei anni spesi in questo modo, Capricorn venne convocato al Santuario dal Sacerdote per prendere parte ad un'altra riunione tra cavalieri d'oro, la prima dalla morte di Micene, e qui ritrovò i suoi parigrado, tra i quali vi era anche Ioria. A differenza della maggior parte dei compagni, che consideravano il cavaliere del Leone un potenziale traditore, o comunque una persona indegna di essere cavaliere d'oro, Shura avvertì in lui la giustizia, così come percepì la malvagità proveniente dal cavaliere di Cancer. Ciononostante, anche a causa della complicata situazione, decise di non difenderlo apertamente dalle accuse dei parigrado, permettendogli di provare con i propri mezzi la sua buonafede. Nel corso della riunione, i cavalieri d'oro vennero informati dal Sacerdote sull'identità del nuovo nemico: Crono e la sua armata di Titani. Proprio l'attacco di un Titano, Iperione, interruppe la riunione, ma Ioria affrontò da solo il nemico, riuscendo a respingerlo dal Grande Tempio.

Rivedere Ioria, e notare la grande somiglianza fra il suo cosmo e quello del defunto Micene, risvegliarono in Capricorn i dubbi, spingendolo per la prima volta a chiedere udienza al Grande Sacerdote per discuterne con lui. Nel corso della conversazione, Capricorn accusò apertamente Gemini, ritenendolo il vero responsabile di quel che accadde anni prima, ma si ritrovò del tutto impreparato nello scoprire che il sacerdote era proprio il cavaliere dei Gemelli, che aveva ucciso sia il predecessore che Arles, ed aveva preso il posto di quest'ultimo. Preso di sorpresa, il cavaliere subì per ben due volte il colpo Illusione Diabolica del parigrado, che cercò di prender possesso della sua volontà. Seppur incapace di reagire fisicamente, Capricorn cercò di resistere, ancorandosi al suo senso di giustizia, ma Gemini approfittò del suo stato di trance per identificare se stesso con l'ideale tanto caro al compagno, assicurandosi così la sua fedeltà. Bisognoso della forza di Capricorn, Gemini annebbiò in parte il suo senso di giustizia, consapevole che l'Illusione Diabolica avrebbe sortito in pieno il suo effetto soltanto qualora il cavaliere si fosse ritrovato davanti ad un nemico potente, cosa che lo avrebbe risvegliatoin una sorta di demone. Gemini poi cancellò dalla mente di Capricorn il ricordo di quanto era appena accaduto, e lo fece tornare alla decima casa.

Nei giorni che seguirono, gli attacchi al Grande Tempio dei Titani e dei loro alleati Giganti continuarono, così Capricorn dovette scendere in campo contro di loro. Eliminati facilmente alcuni soldati invasori, il cavaliere dovette affrontare prima il Gigante Lama Cinerea, e poi il ben più potente Titano Crio. La forza di quest'ultimo si rivelò tremenda, il Dio era infatti armato a sua volta di una specie di enorme spada fatta di energia cosmica, capace di penetrare l'armatura d'oro e di assorbire il sangue ed il cosmo del cavaliere, così Capricorn si ritrovò ben presto in gravi condizioni. In suo soccorso, ma solo per ordine del Sacerdote, venne proprio Ioria, che però rischiò a sua volta la sconfitta. Nel salvarlo, Capricorn gli disse di non interferire, confessando di star combattendo principalmente per mantenere la promessa fatta alla memoria di Micene, nei cui confronti continuava a provare una grandissima stima e rispetto. Anche se di malavoglia, Ioria rispettò la decisione del compagno, e così Capricorn potè continuare il duello da solo. Nel corso della battaglia, l'Illusione Diabolica ebbe il suo pieno effetto, ed il cavaliere si trasformò temporaneamente in un demone, cosa che portò la sua spada Excalibur ad andare in frantumi, perchè il cavaliere non era più degno di utilizzarla. Lo spirito del precedente Grande Sacerdote però convinse Gemini a liberare Capricorn dal maleficio, e così il ragazzo, tornato in se, riuscì a rigenerare Excalibur ed a spezzare la spada di Crio, che scelse di interrompere il duello ed abbandonare il Grande Tempio. Prima di svenire tra le braccia di Ioria per le gravi ferite riportate, Capricorn gli confessò che avrebbe continuato a vivere fino al giorno in cui non avesse incontrato un giovane e nobile cavaliere, degno e capace di custodire Excalibur al posto suo.

Dovendo riferire la battaglia, Ioria portò Capricorn nelle sale del Sacerdote, ma, giunto lì, avvertì il cosmo di Crono proveniente dalla statua di Atena e corse ad affrontarlo, lasciando indietro il compagno. Ripresi i sensi poco più tardi, Capricorn giunse a sua volta in aiuto di Ioria, ora ferito da un combattimento con Crono ed impegnato in battaglia con due Titane, Rea e Temi. Nonostante le gravi ferite, Capricorn affrontò le due con tutto se stesso per proteggere il compagno, riuscendo a resistere fino all'arrivo di Toro, che si sbarazzò di un'Idra invocata da Rea. Il cavaliere poi ribadì la propria amicizia a Ioria, promettendo di aiutarlo in caso di bisogno.

L'occasione venne solo poche ore più tardi, quando la voce telepatica di Mur dell'Ariete avvisò Capricorn e gli altri cavalieri d'oro che Ioria aveva bisogno di aiuto, impegnato in dure battaglie addirittura nel mondo dei Titani, dove si era recato per salvare la sua ancella Lythos, rapita dal Dio Giapeto. Acconsentendo immediatamente, Capricorn permise a Mur di teletrasportarlo nel mondo dei Titani insieme a numerosi altri compagni, soccorrendo Ioria nella battaglia con il Dio Ponto, e ricordandogli di avere anche un conto in sospeso con Crio. Insieme, i cavalieri d'oro promisero di aiutare il Leone a salvare la sua ancella, non lasciandosi fermare neanche dalle oscure premonizioni di Ponto, che avvertì tutti i cavalieri d'oro del triste destino che li attendeva: avrebbero tradito Atena e combattuto contro di lei.

Quasi subito, lui e gli altri Cavalieri furono sorpresi dall’arrivo di Giapeto, che portò Ioria con sé in un’altra dimensione. Impossibilitato a seguirli, il custode della decima casa non potè che restare in attesa mentre Virgo si recava in aiuto del compagno. Fu comunque solo questione di minuti, perché nell’altra dimensione il tempo scorreva in maniera diversa e ben presto i due tornarono, vittoriosi non solo su Giapeto ma anche sua moglie Temi. Capricorn fu il primo a sottolineare l’importanza di questo trionfo: degli esseri umani avevano ucciso un Dio. La constatazione era legata al percepire il cosmo di Crio che si avvicinava per la rivincita, ed infatti attimi dopo il Titano fu da loro. Capricorn convinse gli amici a proseguire, ricordando di aver promesso loro che avrebbe aiutato Ioria a salvare Lythos, ed il gruppo acconsentì, seppur riluttante. Capricorn e Crio iniziarono così il loro secondo duello, in un labirinto di cristalli di oricalco che neppure Excalibur sembrava poter tagliare. Per di più, Crio richiamò l’Aster Shield, una difesa paragonabile all’armatura d’oro, composta proprio di oricalco, che permetteva loro di duellare alla pari. Alla fine infatti il suo desiderio era che la vittoria andasse allo spadaccino migliore.

Nello scontro, il Titano si portò di nuovo rapidamente in vantaggio, mettendo a segno numerosi assalti sia con lo scudo che con l’Orichalcum Blade, ma Capricorn, deciso a mantenere la sua promessa ed a dimostrare il proprio valore e quello degli esseri umani, seppe reagire grazie al Jumping Stone. Il Cavaliere sentiva che la sua spada era stata resa più affilata e forte dai cosmi di coloro che aveva sconfitto, e quindi che perdere sarebbe stato come infangare la loro memoria. In nome di Micene e Ioria, riuscì a tagliare l’oricalco con Excalibur, ricevendo persino la lode del nemico. In segno di rispetto infatti, Crio eseguì la sua tecnica più potente, trafiggendosi per creare la Divina Spada Azzurra, che nessun mortale aveva mai visto. Stavolta il Cavaliere fu in difficoltà estrema, subendo numerose ferite mortali e sanguinando copiosamente. Ma nonostante tutto il Cavaliere continuò a resistere, riuscendo a bloccare a mani nude il suo fendente. Ormai prossimi allo scontro finale, gli avversari tentarono il tutto per tutto. Gettato l’Aster Shield, Crio definì Capricorn un uomo impavido e sembrò ucciderlo, ma il Cavaliere d’Oro, ormai allo stremo, lo ingannò togliendosi parte dell’armatura per dare l’illusione di essere stato colpito.

Concentrando tutto il suo cosmo nella mano, Capricorn sfondò l’Aster Shield con un pugno. Poi, in punto di morte, bruciò al massimo il proprio cosmo, raggiungendo la velocità della luce e trafiggendo il nemico, prima di tranciargli il braccio sinistro con un ultimo assalto grazie alla Double Excalibur, che usava ambo le braccia contemporaneamente. Il Cavaliere ricevette i complimenti del nemico, ma ammise che in realtà era stato proprio grazie a lui che aveva vinto. Un Cavaliere infatti diventa più forte quanto più è valoroso il suo avversario. Crio gli fece allora dono della sua spada, chiedendogli poi di donare la propria a colui che un giorno lo avrebbe sconfitto, com’è il destino per gli spadaccini. Egli poi crollò moribondo, mentre il suo Ichor e la sua Dunamis si disperdevano. Capricorn, moribondo, cercò di allontanarsi e trascinarsi verso Ioria per rispettare la sua promessa, ma le ferite erano troppo gravi ed egli crollò, in un lago di sangue. A salvarlo fu proprio Crio, che gli donò il proprio Ichor rimastogli affinché egli potesse guarire dalle ferite subite e proseguire la missione.

Ripresosi, Capricorn indossò di nuovo il resto della sua armatura e corse dagli amici, raggiungendoli appena in tempo per salvare Ioria da un fendente di Iperione. Il Leone però rifiutò l’aiuto dei compagni e combatté da solo, così Capricorn non poté far altro che consigliarlo quanto possibile, ed assistere al suo trionfo. Morente, Iperione si ribellò a Ponto, il vero manovratore di tutti gli eventi avvenuti finora, e chiese ai Cavalieri d’Oro di salvare anche la sua gente, gli esseri umani che, fedeli ai Titani, li avevano seguiti nel Tartaro. Poco dopo, Capricorn vide l’ingresso in campo di Crono, inizialmente un semplice ragazzo privo della memoria, accompagnato proprio da Lythos. Quando Ioria lo convinse a venire con loro pacificamente, la guerra sembrò sul punto di dirsi conclusa, ma improvvisamente Crono ritrovò i ricordi ed iniziò a combattere contro di loro. Dopo essere riuscito a non cadere nell’abisso del Tartaro, Capricorn unì le forze con Toro per affrontare Hoplisma, uno degli ultimi tre Giganti, molto superiore a Lama Cinerea grazie alla Dunamis. All’inizio il nemico sembrava immune a qualsiasi assalto, ma poi i due amici collaborarono, con Toro che si lasciò colpire per fare da scudo a Capricorn e permettergli di concentrare le foze. Questa strategia ebbe successo ed il nemico fu annientato grazie ad Excalibur.

Sconfitti anche gli altri due Giganti, non rimaneva che Crono, la cui forza però era spropositata. Accettando di lasciarlo a Ioria, Capricorn volle prima parlargli, dicendogli di non dimenticare di essere il fratello di Micene, un Cavaliere d’Oro che, nonostante il tradimento finale, era stato un faro per tutti loro. Seguì poi lo scontro dalle retrovie, vedendo l’amico alzarsi e rialzarsi dopo ogni tremendo assalto subito. Alla fine, con il Labirinto prossimo a sbriciolarsi, Ioria chiese a tutti loro di donare i rispettivi cosmi a Virgo per permettergli un teletrasporto di massa non solo per i Cavalieri, ma anche per il popolo dei Titani. Inizialmente esitante, Capricorn decise di fidarsi di lui e obbedì, lasciando il Labirinto insieme agli amici. Poco più tardi, anche Ioria fece ritorno sulla Terra, essendo riuscito a trionfare sul nemico ed a porre fine alla guerra.

Con il conflitto, tornò la pace, ma la vita di Capricorn ebbe presto modo di essere di nuovo stravolta. Venne contattato dall’oracolo di Atena, una civetta parlante, che gli affidò una missione segreta da assassino, sia per i suoi trascorsi con Micene che per la sua grande forza di volontà. L’oracolo lo avvertì che, se avesse accettato, non avrebbe potuto parlarne con nessuno e sarebbe stato considerato un traditore da tutto il Grande Tempio, che gli avrebbe dato la caccia per ucciderlo. Pur notando l’ironia della situazione, Capricorn accettò, e insieme alla civetta si diresse a Tokyo in incognito. Il viaggio però non riguardò solo lo spazio, ma anche il tempo, facendolo arrivare circa una ventina d’anni nel futuro.

La missione lo portò a imbattersi in una setta di sicari mostruosi, chiamati Senza Volto, e ad incontrare una ragazza di nome Yoshino Hino. Fatto fuori facilmente il primo nemico, venne inoltre raggiunto da Ioria, inviato dal Grande Tempio per punirlo per quello che era stato considerato un tradimento. Pur vedendo l’oracolo di Atena insieme al compagno, Ioria inizialmente lo affrontò, anche per saldare il vecchio conto riguardante Micene, ma il duello si concluse in perfetta parità, con il rischio di mutarsi in una Guerra dei Mille Giorni. Capricorn chiese allora all’amico di lasciarlo andare per un po’, giurando sulla memoria di Micene di tornare da lui a missione compiuta. Fidandosi, Ioria accettò, rifiutando anche di farsi dire da Capricorn le vere ragioni del suo comportamento per non spingerlo a tradire la volontà dell’oracolo.

Lasciato Ioria, Capricorn si imbatté in Lancillotto, il leggendario cavaliere della Tavola Rotonda che inizialmente lo scambiò per il suo Re Artù. Definendosi uno Spadaccino, Lancillotto lo invitò a prender parte alla Guerra delle Spade Sacre, una sorta di torneo tra guerrieri in possesso di una lama divina, e sfonderò la propria arma, Arondight. Costretto a combattere, Capricorn gli tenne testa con Excalibur, impegnandolo abbastanza a lungo da mostrarsi degno di partecipare al torneo e convincere Lancillotto a ritirarsi temporaneamente. Dopo un altro fugace incontro con Ioria, che decise di mettere da parte la propria missione e passare dalla sua parte dopo aver saputo che i Gladiatori erano nemici di Atena, accompagnò poi Yoshino in ospedale per farsi curare, ma lì i due vennero attaccati da un altro Senza Volto. Prima che Capricorn potesse abbatterlo, intervenne il dottore che aveva curato Yoshino, che si rivelò essere un Cavaliere di Atena: Andromeda, armato però non dell’armatura di bronzo della sua costellazione, ma di quella d’oro della Vergine, essendo il successore di Virgo. Con il tempo ormai in preda al caos, Andromeda gli disse di averlo conosciuto nel proprio passato - il futuro di Capricorn - e lo lasciò andare.

Il giorno dopo, l’oracolo condusse il Cavaliere a Kyoto, dove si trovava un altro Spadaccino: Orlando, armato di Durlindana, famoso per essere uno dei guerrieri più potenti della storia. Nel combattimento che seguì, Capricorn comprese di essere svantaggiato in termini di forza, ma in vantaggio in quanto a velocità. Orlando era però in grado non solo di abbandonarsi a un’ira cieca, ma anche di sfruttare la propria immensa esperienza per arrivare alla precognizione - la capacità di anticipare i movimenti dell’avversario prima ancora che venissero eseguiti. Colpito in pieno dall’Holy Sword Tower dell’avversario, Capricorn riuscì a ferirlo gravemente a sua volta, spezzando Durlindana con un attacco più veloce della luce e ferendolo gravemente prima di svenire. Ora alla mercé del nemico, venne salvato da Ioria, che convinse Orlando a ritirarsi, promettendo che la prossima volta sarebbe stato lui il suo avversario.

Risvegliatosi e ripresosi, venne incaricato dall’oracolo di andare a Chinatown insieme a Yoshino, perché lì avrebbe incontrato un altro spadaccino.

Alla fine, anche quest’avventura ebbe termine, e Capricorn fece ritorno al Grande Tempio, dove venne pienamente perdonato.

I sei anni successivi furono abbastanza pacifici, e Capricorn li spese principalmente lontano dal Grande Tempio. In questo periodo, il cavaliere ebbe modo di vedere quanta poca importanza gli uomini comuni dessero alla giustizia, e, disilluso, iniziò lui stesso ad identificarla con la forza, convincendosi che al mondo non vi fossero più persone d'animo nobile. Il ricordo della promessa fatta a Micene inoltre venne pian piano sostituito da un crescente orgoglio per essere il custode di Excalibur, e quindi il cavaliere più caro ad Atena.

Fu un nuovo ordine del Sacerdote a far tornare Capricorn in Grecia. L'uomo infatti stava vedendo i propri sogni di potere messi in pericolo da Isabel, la neonata che Capricorn aveva risparmiato ormai 13 anni addietro, e da cinque cavalieri di bronzo, che la seguivano ritenendola l'incarnazione di Atena. Dopo aver sconfitto tutti i sicari mandati dal Grande Sacerdote, Isabel ed i cavalieri si erano recati al Grande Tempio per incontrarlo di persona, e quindi Capricorn era dovuto tornare a presiedere la decima casa. A complicare le cose, Isabel era stata mortalmente ferita poco dopo il suo arrivo, e l'unico modo che i suoi cavalieri avevano per salvarla era superare le dodici case e raggiungere il Sacerdote in meno di dodici ore. All'inizio, Capricorn pensò che i giovani invasori non avrebbero fatto molta strada, ma poi si accorse con stupore che, a fatica, stavano riuscendo nel loro compito.

Dopo circa quattro ore, Capricorn concesse al parigrado Acquarius, dell'undicesima casa, il permesso di attraversare il suo tempio, per occuparsi di una questione personale che lo legava ad uno dei cavalieri invasori, e dopo nove ore fu testimone del ritorno dell'armatura del Sagittario ad Atene e della conseguente eufonia tra le dodici corazze d'oro.

Dopo un'altra ora, quattro dei cinque cavalieri, Pegasus, Sirio il Dragone, Cristal il Cigno e Andromeda giunsero al suo tempio, al cui interno tra l'altro si trovava una statua di Atena, intenta a consegnare Excalibur al primo cavaliere di Capricorn. Non volendo rischiare di danneggiare la statua, il cavaliere attese l'uscita dei quattro dal tempio prima di attaccarli di sorpresa. Dragone però riuscì a far proseguire i compagni, affrontando personalmente Capricon. Il duello che seguì fu molto duro. Grazie alla spada Excalibur, Capricorn distrusse facilmente l'armatura di Sirio, ma quest'ultimo, forte di un grande spirito di sacrificio, riuscì a spezzare il braccio sinistro del cavaliere d'oro, obbligandolo a combattere solo col destro. Sirio inoltre conosceva la storia di Micene e, dopo aver finalmente raccontato a Capricorn come il cavaliere del Sagittario si fosse salvato quel giorno di 13 anni prima, riuscendo a portare in salvo Isabel prima di morire, dichiarò di star combattendo in nome di Atena, per proteggere la giustizia sulla Terra.

Seppur stupito dalla crescente forza del nemico, Capricorn non gli credette finchè quest'ultimo non decise di sacrificarsi pur di sconfiggerlo ed impedirgli di fermare la corsa dei tre amici. Dopo avergli mozzato il braccio destro, spezzando quindi la seconda Excalibur, Sirio usò su Capricorn il suo colpo più potente, la tecnica suicida chiamata Pienezza del Dragone, con cui lo portò nello spazio esterno, per farlo bruciare nel fuoco astrale. Questo altruistico spirito di sacrificio, i continui riferimenti a Micene ed Atena ed il senso di giustizia che trasparivano da Sirio spinsero finalmente Capricorn a comprendere i suoi errori. Maledicendosi per il suo cieco orgoglio, Capricorn ammise finalmente a se stesso di aver riconosciuto Atena in Isabel quella notte, e, dopo aver avvertito il cosmo della Dea manifestarsi proprio attraverso la voce della fanciulla, chiese sinceramente perdono a Micene. Inoltre, vedendo in Sirio il giovane e nobile cavaliere che aveva cercato per così tanto tempo, Capricorn decise di salvargli la vita e di donargli Excalibur.

Dopo avergli fatto promettere di proteggere Atena al suo posto, Capricorn comandò all'armatura d'oro del Capricorno, prossima alla distruzione a causa della grande energia liberata dalla Pienezza del Dragone, di disporsi sul corpo di Sirio, oramai privo di sensi. Fatto ciò, unì il proprio braccio a quello del ragazzo e gli trasmise la spada sacra, poi lo spinse via, facendolo ricadere sulla terra. Prima di morire bruciato vivo, Capricorn ricordò più volte a Dragone la sua promessa.

A causa del distacco di Sirio, la Pienezza del Dragone cessò di esistere, ed il cadavere di Capricorn ricadde sulla Terra. Trovato, venne messo in una camera mortuaria insieme a quelli di Cancer, Gemini, Acquarius e Fish, a loro volta caduti per mano di Pegasus e compagni. Alla fine infatti i ragazzi erano riusciti a salvare Isabel, e Gemini stesso si era suicidato davanti a lei.

Nei mesi che seguirono, per i giovani cavalieri vi furono nuove battaglie, e Capricorn continuò a vegliare su Sirio dall'aldilà, prima incoraggiandolo nel corso del combattimento con Luxor, guerriero di Asgard, poi consigliandolo durante il duello con il più potente tra gli Asgardiani, Orion, ed infine rivelandogli il dono di Excalibur per permettergli di sconfiggere Krisaore, generale di Nettuno. Grazie ai suoi consigli ed incoraggiamenti, Sirio ottenne varie vittorie, ed imparò a padroneggiare Excalibur. Dal canto suo, Capricorn fu felice per i progressi del ragazzo, e dall'aldilà gioì per le sue vittorie.

Non molto più tardi, in un periodo inprecisato (vedi Note), Capricorn venne resuscitato insieme ad altri cavalieri d'oro da Apollo, Dio del sole, che ne fece uno dei membri della sua guardia personale. Per l'occasione, Apollo risanò anche l'arto mozzato del cavaliere, che così riacquistò l'uso della mano destra. Dal momento che il Dio non aveva intenzioni ostili nei confronti di Atena, Capricorn accettò l'offerta ed ottenne un'armatura esteticamente identica a quella d'oro del Capricorno, anche se meno resistente. Agli ordini di Apollo ed in compagnia dei cavalieri del Dio e degli altri cavalieri d'oro resuscitati, Capricorn si rivelò ai cavalieri di bronzo, disse loro di non intromettersi e scortò Atena al Tempio della Corona. Ben presto però la situazione tra Apollo ed Atena degenerò in uno scontro, che si concluse con la morte apparente di quest'ultima. Furioso a questa visione, Capricorn cercò di attaccare Apollo insieme ad Acquarius, ma i due vennero contrastati da Atlas, Jao e Berenice, fedeli servitori del Dio del sole. In inferiorità numerica e svantaggiati dall'indossare un'armatura dalla scarsa resistenza, Capricorn e Acquarius vennero facilmente sconfitti ed uccisi.

Il cavaliere venne nuovamente sepolto, stavolta nel cimitero generale del Grande Tempio. Anche stavolta il suo riposo fu di breve durata e, poche settimane dopo, Capricorn venne nuovamente resuscitato, stavolta da Hades, signore dell'aldilà. Hades offrì una nuova vita a numerosi ex cavalieri di Atena in cambio della loro fedeltà, ed ordinò loro di recarsi al Grande Tempio ed uccidere Lady Isabel. Se fossero riusciti nell'impresa avrebbero avuto la vita eterna, mentre nell'altro caso sarebbero scomparsi dopo dodici ore. Guidati da Sion, antico Grande Sacerdote, Capricorn e gli altri cavalieri fecero solo finta di accettare, nella speranza di poter raggiungere ed uccidere Hades, o almeno di far risvegliare l'armatura divina di Atena. Hades, ignaro dei loro piani, diede a ciascuno un'armatura nera chiamata surplice, copia quasi perfetta delle corazze che i cavalieri avevano indossato in vita. Capricorn fece parte del secondo gruppo di cavalieri che attaccarono le dodici case e, in compagnia di Gemini e Acquarius, si mostrò davanti a Mur alla prima casa dopo la sconfitta di Cancer e Fish.

Seguendo un piano prestabilito, Capricorn fece finta di essere davvero al servizio di Hades e non esitò ad attaccare Mur con l'Excalibur. Tuttavia, per alcuni secondi, lui ed i due compagni decisero di mostrare il tormento che in realtà si agitava nei loro cuori all'idea di fingersi traditori, e piansero lacrime di sangue. Oltrepassata la prima casa con l'aiuto di Sion, Capricorn, sempre insieme ad Acquarius e Gemini, superò anche le illusioni del tempio dei Gemelli e giunse fino alla quarta casa, dove però dovette affrontare i poteri di Virgo che, pur essendo ancora alla sesta casa, era intenzionato a fermare già da ora i presunti traditori. La battaglia a distanza si concluse con una grande esplosione, in seguito alla quale i cosmi di Capricorn, Acquarius e Gemini scomparvero.

In realtà i tre erano sopravvissuti ed approfittarono della confusione per schermare i loro cosmi e nascondersi tra le rovine del tempio. Come sospettavano, poco dopo sul luogo sopraggiunse il plotone di Spectre incaricato di seguirli e sorvegliarli. Non trovando loro tracce, gli Spectre proseguirono verso la quinta casa, ma, a loro insaputa, Capricorn e gli altri aggredirono ed uccisero tre uomini della retroguardia e rubarono le loro surplici. Capricorn in particolare aggredì uno Spectre di nome Oxe e lo finì con un solo fendente. Fingendosi dei veri Spectre, Capricorn e gli altri arrivarono fino alla sesta casa, dove però il loro trucco venne smascherato da Virgo. Seguì una terribile battaglia, durante la quale Virgo, in vantaggio grazie al suo colpo segreto "Sacro Virgo", fece intuire ai nemici che avrebbero potuto sconfiggerlo solo usando la tecnica proibita chiamata "Atena Exclamation". Questa tecnica, nella quale tre cavalieri si uniscono per ucciderne uno solo, era però considerata un'arma da vigliacchi, e chi la usava era destinato ad essere ricordato per sempre solo come un infimo traditore. Per questo motivo Capricorn inizialmente esitò ad usarla, ma alla fine Gemini lo convinse ed il cavaliere ammise che, pur di proteggere Atena e la giustizia sulla Terra, era pronto a pagare qualsiasi prezzo. Grazie all'Atena Exclamation, Virgo venne sconfitto, ma la vittoria portò ben poca gioia a Capricorn e gli altri, che piansero la sua scomparsa. Fedele al suo senso dell'onore, il cavaliere si offrì persino di dare il colpo di grazia al nemico morente, il cui corpo però svanì in polvere.

Oramai rimasto con il solo senso del gusto a causa dei ripetuti colpi subiti da Virgo, Capricorn dovette affrontare anche Ioria e Scorpio, che, insieme a Mur, Pegasus, Cristal, Sirio e Andromeda, aspettavano lui ed i due compagni. Allo stremo delle forze fisiche e psicologiche, i tre traditori ricorsero di nuovo all'Atena Exclamation, ma vennero contrastati dagli altri tre cavalieri d'oro, che decisero di usare a loro volta la stessa tecnica. A dare una svolta allo scontro furono i cavalieri di bronzo, che unirono i loro poteri per deviare verso il cielo le due Atena Exclamation. Prima di farlo però Sirio parlò a Capricorn, e gli disse di poter sentire la bontà nel suo cuore e di non credere al suo tradimento. Le accorate parole del cavaliere fecero breccia nel cuore del cavaliere, che pianse commosso davanti alla fedeltà del ragazzo. Anche con l'intervento dei cavalieri di bronzo, l'Atena Exclamation provocò una violentissima esplosione, che di fatto pose fine alla battaglia. Capricorn, Acquarius e Gemini sopravvissero e, inaspettatamente, Atena ordinò di portarli al suo cospetto.

Ironicamente, fu Ioria a portarlo quasi in spalla fino alla Dea, ed il cavaliere cercò di spiegargli finalmente la verità sulla morte di Micene. Ferito per l'apparente tradimento del compagno, e furioso per il modo in cui Virgo era stato ucciso, Ioria si rifiutò però di ascoltarlo, e si limitò a portarlo da Isabel. La fanciulla aveva parzialmente compreso il piano dei presunti traditori e, con immenso stupore di tutti, si suicidò con le sue mani davanti agli allibiti cavalieri, che rimasero sconvolti da un tale gesto e non poterono far altro che piangere la scomparsa della loro Dea.

In seguito a questo apparentemente inspiegabile suicidio, Capricorn e gli altri poterono finalmente rivelare il loro piano agli altri cavalieri d'oro ed ottennero di proseguire come stabilito. Avvolto il corpo di Atena in un lenzuolo, i tre tornarono al castello di Hades, in Germania, e chiesero di poter vedere il Dio.

Quando Pandora, luogotenente di Hades, rifiutò questa loro richiesta, i tre passarono all'azione e Capricorn stesso puntò Excalibur alla gola della donna, minacciando di ucciderla. Improvvisamente però spuntò l'alba, e con il sorgere del sole terminarono le dodici ore di vita che Hades aveva concesso ai cavalieri resuscitati. Capricorn si accasciò al suolo completamente privo di forze, e negli ultimi minuti di vita fu anche obbligato a vedere Zellos di Frog, uno dei servitori di Pandora, che prendeva a calci Acquarius per ripagarlo di averlo colpito poco prima. In suo soccorso giunse Sirio, forte di una nuova armatura ed arrivato al castello insieme agli altri cavalieri di bronzo.

Finalmente, i due poterono riabbracciarsi, ma il loro incontro fu di breve durata, Capricorn fece appena in tempo a ricordare a Sirio il dono di Excalibur, che le dodici ore si conclusero del tutto ed il suo corpo si dissolse in polvere di stelle.

Verosimilmente, la sua anima venne intrappolata nel Cocito, l'Inferno di ghiaccio dove erano puniti coloro che si erano opposti agli Dei. Capricorn tuttavia non aveva ancora smesso di combattere per Atena e, alcune ore dopo, la sua anima risorse ancora una volta ed unì il suo potere a quello di tutti gli altri cavalieri d'oro per aprire una breccia nel Muro del Pianto, che separava l'Inferno dai Campi Elisi. Dopo quest'impresa, l'anima di Capricorn scomparve, apparentemente per sempre.

Qualche ora più tardi, con la sconfitta di Hades ad opera di Atena e dei cavalieri di bronzo, anche l'Inferno scomparve e tutte le anime che vi erano imprigionate verosimilmente trovarono la pace. Zeus però non potè perdonare i cavalieri d'oro, che non le loro azioni avevano offeso gli Dei, e convocò le loro anime nel Limbo. A nulla servirono le difese di Sion e Libra, gli unici ai quali fu apparentemente concesso parlare, e così per punizione Capricorn e gli altri compagni vennero intrappolati in una specie di scogliera d'ambra sulla Terra in stato di totale incoscienza.

NOTE: Le informazioni presenti in questo profilo provengono dagli episodi 65-66, 78-79, 96, 105, 116-119, 122-127, dal terzo e dal quinto OAV dell'anime, dai numeri 11, 15, 19-22 e 26 del manga (edizione StarComics), dai numeri 1-3, 7, 9-20 di Episode G (numerazione Giapponese, corrispondenti ai numeri 2-4, 6, 13-40 italiani, edizione Manga Planet), dal suo seguito Episode G: Assassin e dallo speciale "La storia segreta di Excalibur" dell'artbook Jump Gold Selection 2.

Purtroppo, queste fonti seguono principalmente due filoni diversi, con l'artbook in linea con l'anime, ed Episode G più vicino al manga, anche se maggiormente fedele alla caratterizzazione data proprio nella Jump Gold Selection. Ne consegue che i primi anni di Capricorn sono particolarmente complicati da ricostruire. Il fatto che fosse di quattro anni più giovane di Micene viene detto nella JGS, ed è in qualche modo confermato dall'enciclopedia del manga, secondo cui Micene aveva 14 anni quando morì, e, 13 anni dopo, Capricorn ne ha 23. Considerando che la durata media di un addestramento è di sei anni, ed immaginando che tutti i cavalieri d'oro inizino ad allenarsi più o meno alla stessa età, è molto probabile che Micene fosse al suo quarto anno quando Capricorn giunse in Grecia, e che quindi abbia ottenuto l'armatura due anni dopo, quando l'altro era a sua volta al secondo anno di allenamento. I tre anni di differenza tra Ioria e Capricorn invece suggeriscono che il cavaliere del Leone ha iniziato ad allenarsi quando Capricorn aveva finito il suo terzo anno di addestramento, e che quindi abbia conquistato l'armatura tre anni dopo di lui. Ciò indica anche che Micene ha iniziato ad allenare il fratello un anno dopo aver conquistato lui stesso l'investitura. Cancer invece ha la stessa età di Capricorn, quindi è possibile che si siano addestrati più o meno contemporaneamente.

Sempre secondo questa scaletta, Capricorn ha ottenuto l'investitura circa tre anni prima della nascita di Isabel, e più o meno due anni e mezzo prima dell'assassinio di Sion da parte di Gemini. Secondo la JGS infatti il ragazzo passò due anni a perfezionarsi in Spagna, e, dopo un breve ritorno, un altro anno in viaggio. Questo collima anche con le informazioni date dal manga, perchè la morte del Sacerdote avvenne pochissimo dopo l'investitura di Ioria ed i restanti cavalieri d'oro, che quindi ebbe luogo tre anni scarsi dopo quella di Capricorn. Sempre riguardo l'addestramento, l'enciclopedia del manga afferma che è stato svolto in Spagna, ma la JGS precisa che si tenne in Grecia, e che solo in un secondo momento il ragazzo partì per il paese natio. Il periodo tra il secondo ritorno del cavaliere in Grecia ed il rapimento di Isabel invece può essere stimato di circa tre mesi, visto che, nel flashback dell'anime, si vede la neonata gattonare e sollevare la testa, entrambe azioni che non è possibile compiere prima di quell'età. Riguardo lo scontro con Micene, anime ed Episode G danno due versioni diverse, ma si può cercare di cucirle insieme immaginando che Capricorn abbia inseguito il compagno dopo la prima fuga. Più complesso da spiegare è il diverso comportamento del cavaliere nelle due circostanze, attribuibile solo ad una sorta di temporanea avversione nei confronti dell'amico. Sempre la JGS introduce il vero Arles come un cavaliere d'argento, forse appartenente alla costellazione dell'Altare.

Nell'anime, Capricorn afferma che Excalibur non potrebbe mai colpire direttamente il cuore di un uomo. Probabilmente è una libertà del doppiaggio, ma la cosa potrebbe essere giustificata dal legame tra la spada ed Atena, Dea di pace. Ad ogni modo, questa limitazione può essere superata se si cerca ripetutamente di colpire il cuore. La nozione che Capricorn abbia due Excalibur anche nelle gambe invece viene dal manga, ma non è mai stata vista in pratica, quindi si può ipotizzare che si tratti di una versione depotenziata dell'arma. La possibilità di rigenerare la spada per un'unica volta dopo che è stata distrutta proviene da Episode G, e viene vista all'opera nel corso del duello con Crio. Questo potrebbe spiegare perchè Capricorn non rigenerò Excalibur durante il combattimento con Sirio.

Sia l'anime che il manga mostrano Capricorn bruciare nello spazio in seguito alla Pienezza del Dragone, ma non spiegano la sua presenza nel cimitero del Grande Tempio nella saga di Hades, o nel terzo OAV. Si deve quindi ipotizzare che, dopo il "distacco" di Sirio, il cadavere del cavaliere sia precipitato sulla Terra, per poi essere trovato dagli uomini del Santuario. Nell'anime inoltre Sirio mozza la mano destra di Capricorn poco prima della Pienezza del Dragone, ma sia nel terzo OAV che nella serie di Hades il cavaliere non è menomato. In ambo i casi è comunque possibile che Apollo o Hades abbiano ricreato l'arto per permettere al cavaliere di combattere al 100%.

Il terzo OAV, "La leggenda dei guerrieri scarlatti" è fuori continuity, ed è stato inserito solo per ragioni di completezza. La scena in cui Capricorn cerca di chiedere perdono a Ioria per la morte di Micene è invece nella versione DVD dell'undicesimo episodio della serie di Hades.

Episode G approfondisce molto la personalità di Capricorn, il secondo Cavaliere per spazio ed importanza dopo Ioria, allineandosi alla visione dell’anime per mostrare un uomo leale e devoto ad Atena, con un marcato senso dell’onore e di giustizia, e una spiccata ammirazione verso Micene. Per far collimare la serie classica, viene aggiunto un suo lavaggio del cervello da parte di Gemini, che in teoria può giustificare l’atteggiamento delle Dodici Case. Insieme a Ioria, Capricorn è inoltre l’unico a ricevere la Dunamis, il cosmo degli Dei, e il relativo potenziamento, che però ha effetto solo nel Tartaro, teatro della maggior parte della guerra contro i Titani. Il seguito di Episode G, Episode G: Assassin, lo promuove al ruolo di protagonista principale, coinvolgendolo in un viaggio nel futuro.

Profilo di Shiryu ©