BATTAGLIA NEGLI INFERI
ATTRAVERSO L'ACHERONTE
Pegasus si risveglia su un terreno roccioso e deserto, Valentino e gli altri Spectre però sono già spariti. Improvvisamente il ragazzo vede Andromeda svenuto poco distante e subito corre da lui. Ripresosi, il cavaliere racconta a Pegasus come Libra, Sirio, Cristal e lui stesso abbiano deciso di scendere nell'Ade, e soprattutto lo mette al corrente dell'ottavo senso. Pegasus capisce quindi che sia Lady Isabel che Virgo non si sono suicidati, ma, forti dell'ottavo senso, sono scesi anche loro nell'Ade per combattere Ades. I due decidono allora di raggiungere Atena per consegnarle la sua armatura, e guardandosi attorno vedono un enorme arco, su cui è inciso, in caratteri greci antichi "Lasciate ogni speranza voi che entrate." I cavalieri capiscono subito che quella è la famigerata porta dell'inferno, detta anche porta della disperazione per via delle crudeli parole su di essa incise. La speranza è infatti l'unica cosa che un uomo, sceso nell'aldilà, può ancora avere. "Non dobbiamo mai abbandonarla !" si dicono i due amici prima di attraversare di slancio la porta. Di fronte a loro appare allora una distesa di acqua immensa, simile al mare, ma che in realtà è il fiume Acheronte. Pegasus ed Andromeda osservano il fiume quando si accorgono di non essere soli, intorno a loro ci sono infatti decine di anime, tutte tristi e sofferenti. Pegasus cerca di chiamarle, ma le anime non rispondono alle sue grida. All'improvviso però dal fiume giunge una voce "Sono quelli che hanno trascorso la loro vita inutilmente…non facendo né il bene, né il male. Hanno trascorso così tutti i preziosi giorni della loro vita. Per cui, dopo la morte, non possono entrare né nel Paradiso, né nell'Inferno. E stanno qui ad addolorarsi su questa riva dell'Acheronte, tra il mondo presente e quello della morte…per sempre !". Ad aver parlato è un uomo che conduce una piccola barca, il traghettatore dell'Inferno, Caronte dell'Acheronte, della stella del cielo di mezzo. Lo spectre invita Pegasus ed Andromeda a salire sulla sua barca, ma non appena si accorge che i due sono ancora vivi, li caccia. Pegasus allora, conscio che hanno bisogno della barca per superare il fiume, si lancia contro di lui, ma Caronte evita l'attacco con un balzo. Il guerriero comprende allora che i due sono cavalieri di Atena, e risponde al successivo attacco di Pegasus travolgendo il giovane con il suo remo. Atterrato il nemico, Caronte cerca di ucciderlo col remo, ma la catena di Andromeda lo ferma, arrotolandosi attorno all'arma. Caronte contrattacca subito e tira Andromeda verso di lui, ma un nuovo attacco del Fulmine di Pegasus lo blocca. Lo spectre riesce comunque a parare tutti i colpi facendo ruotare il remo, capace di compiere un giro in un millesimo di secondo, ma si rende conto che è inutile lottare e chiede ai cavalieri del denaro. Se sarà pagato, li porterà sull'altra sponda. Pegasus risponde che non hanno soldi da dargli ed attacca di nuovo, ma Andromeda lo ferma e si sfila un ciondolo dal collo. Il ciondolo, a forma di stella, è d'oro e su di esso vi è inciso "Yours Ever" (sempre tuo o tuo per sempre). Andromeda racconta di averlo sin da piccolo e che Phoenix gli ha detto che si tratta di un ricordo della loro madre. Pegasus non vuole che l'amico si privi di un oggetto così importante per lui, ma Andromeda gli risponde che se il ciondolo può evitare loro una battaglia inutile, allora è felice di darlo via. Caronte accetta a questo punto di far salire i due cavalieri sulla sua barca. Dopo più di un'ora la barca raggiunge il centro del fiume, e qui all'improvviso Caronte colpisce Pegasus con il suo remo, precipitandolo in acqua. Caronte spiega ad Andromeda che il ciondolo non era sufficiente per entrambi, poi osserva Pegasus che cerca di mantenersi a galla, ma invano, poiché quel punto del fiume è pieno di dannati, che si aggrappano al cavaliere tirandolo giù. Andromeda lancia allora la catena attorno al polso dell'amico, ma Caronte, dopo avergli ordinato di lasciarlo morire, solleva il remo per colpirlo. In quel momento però una scarica di colpi lo obbliga a difendersi col remo, e guardandosi attorno Caronte vede che Pegasus, aggrappato alla catena, è ancora vivo. Lo spectre para un secondo attacco, ma poi si rende conto che uno dei colpi lo ha raggiunto, incrinando la sua armatura. Caronte è stupefatto dalla velocità dei colpi di Pegasus, che superano quella del suono, ed il cavaliere ne approfitta lanciando di nuovo il "Fulmine di Pegasus" e scagliando in acqua il nemico. Aiutato da Andromeda, il ragazzo ritorna poi sulla barca, proprio mentre Caronte è circondato dai dannati. Il guerriero però grida ai due di salvarlo, perché anche se hanno la barca senza di lui si perderanno per sempre nel fiume. Andromeda allora gli lancia la catena, e risponde a Pegasus che gli dice di non fidarsi affermando "Invece io gli credo. Perché l'unica cosa che posso fare è sperare in lui." L'eroe issa Caronte a bordo della barca e Pegasus, sebbene titubante, gli ridà il remo, indispensabile per portarli all'altra riva. Non appena riceve l'oggetto però, lo spectre lo usa per attaccare Pegasus, che comunque, aspettandosi qualcosa, riesce a bloccarlo con le mani. Ridendo, Caronte spiega che le sue braccia hanno una potenza superiore al remo e travolge Pegasus con il suo colpo segreto "Current Crasher", poi solleva il remo ed attacca Andromeda, che para il colpo con la catena. Andromeda chiede perdono a Pegasus per essersi fidato del nemico, ma lo spectre, dopo averlo guardato negli occhi, interrompe l'attacco ed afferma "Non ho mai visto occhi come i tuoi. Tutti quelli che vengono qui si sono comportati male in vita…e i loro occhi esprimevano malvagità. Però i tuoi sono diversi, conservano l'espressione di chi spera. Sei un tipo stranissimo. Possibile che uno come te possa andare ai campi elisi dopo la morte ?" Caronte accenna al paradiso dei campi elisi, che si trovano alla sorgente dell'Acheronte. Poco dopo, Pegasus riprende i sensi e scopre di essere ancora sulla barca, che lo spectre sta conducendo verso la riva opposta. Il custode dell'Acheronte, che ha anche restituito ad Andromeda il ciondolo, spiega che li porterà fino alla riva, ma poi combatterà con loro. Dopo qualche minuto, la barca giunge in vista della prima prigione. "Qui si apre il mondo dell'inferno. Scuro ed infinito, con otto prigioni, tre valli, dieci trincee, poi quattro sfere…" spiega Caronte, aggiungendo che Atena sarà stata certamente catturata da qualche spectre. Giunti a riva, Pegasus e Caronte si scontrano. Il cavaliere di Atena è atterrato, ma lo spectre, colpito a morte, cade esanime sulla sua barca, che la corrente porta verso il largo. Rialzatosi, Pegasus si dirige con Andromeda alla prima prigione.
LA CORTE SOLENNE
I due amici percorrono una lunghissima scalinata, al termine della quale trovano un palazzo enorme, su cui è scritto "Palazzo del giudizio". Intorno a loro non c'è nessuno e tutta la zona è immersa in un silenzio irreale. I cavalieri si chiedono dove possano essere, ma appare uno spectre che ordina loro di fare silenzio, in quel luogo sacro ogni rumore è infatti punito con la morte. Pegasus però, bagnato per il tuffo nel fiume, starnutisce e compie altri rumori, suscitando le ire dello spectre. Dal nulla compare allora un uomo, con indosso una toga ed in una mano un enorme libro, che, credendo che sia stato lo spectre, di nome Marchino, a fare rumore, gli ordina di andarsene. Quest'uomo, che attualmente sostituisce Minosse al tribunale della prima prigione, è Lune di Barlon, della stella del cielo della sapienza. Il suo libro è un archivio, su cui sono scritti i nomi di tutti i defunti e le loro colpe, in modo che si possa decidere in quale parte dell'inferno mandarli. I nomi di Pegasus ed Andromeda, che sono ancora vivi, non si trovano però sul libro, e così lo Lune comprende che si tratta di cavalieri di Atena. In quel momento irrompe nella stanza Marchino, portando la notizia del superamento dell'Acheronte da parte di due cavalieri, ma Lune, stanco del suo rumore, gli lancia la sua frusta, che gli si avvolge intorno. Non appena il giudice ritira la frusta, i segni da essa lasciati sul corpo di Marchino diventano tagli, ed il corpo dello spectre va in pezzi. Lune poi si innalza davanti ai due cavalieri e colpisce Pegasus con il colpo "Reincarnazione". L'eroe vede davanti a se tutti i peccati fatti in vita, in realtà abbastanza veniali, ma soprattutto è accusato di aver ucciso molti uomini nelle sue battaglie. Pegasus si difende affermando che era tutto per il fine della giustizia, ma Lune risponde "Nessuno oltre a Dio ha diritto di punire un altro uomo !", poi colpisce Pegasus, scaraventandolo verso la prima valle della sesta prigione, l'inferno di sangue incandescente in cui cade chi ha usato la violenza. La catena di Andromeda però riesce a raggiungere Pegasus e lo riporta alla prima prigione prima che l'eroe cada nel lago di sangue. Guardando bene Andromeda, Lune si rende conto che, eccetto il colore dei capelli, è identico a qualcuno che lui conosce bene, ma poi lo attacca con la frusta. Il cavaliere si difende con la catena ed afferma che non esiste una persona davvero perfetta "Un uomo, per quanto possa essere benevolo, per vivere uccide pesci ed animali…o raccoglie fiori…o uccide insetti. Oppure odia qualcuno, o invidia e ferisce…anche se magari non lo desidera. Se ognuna di queste cose rappresenta il male…lo stesso vivere sarebbe male…" Colpito da queste parole, Lune risponde che il suo compito è solo giudicare, ma solo Dio può rispondere a quella domanda. Poi lo spectre lancia la sua frusta, che supera la catena di Andromeda e si avvolge intorno a lui. Resosi conto di essere condannato, Andromeda piange per tutte le persone che è stato costretto ad uccidere in battaglia, poi Lune ritira la frusta ed il suo corpo va in pezzi. Osservando la testa del nemico, Lune decide di seppellirla per la straordinaria rassomiglianza che ha con quella di un'altra persona, ma la testa, sebbene staccata dal resto del corpo, inizia a parlare ed ordina allo spectre di ricongiungerla alle altre parti del suo corpo. Lune, sconvolto, si convince che quella non è la testa di Andromeda ma di un'altra persona e, strappatosi la toga, cerca invano il suo corpo, improvvisamente sparito. Lune corre fuori dal palazzo, temendo che il corpo sia stato portato via dal vento della seconda prigione, ma si imbatte in Rhadamantis. Lo spectre gli mostra la testa che ha in mano, ma poi si rende conto che quella non è una testa. Intanto, alla prima prigione, Pegasus ed Andromeda, già convinti di essere morti, si riprendono, scoprendo di essere soli. Pur non capendo cosa sia successo, i due corrono verso la seconda prigone.
L'ARRIVO DI KANON
Poco più avanti, Lune si accorge di non avere in mano la testa di Andromeda ma solo il proprio elmetto, e quindi di essere stato vittima di un illusione. L'autore del trucco però non può essere un semplice cavaliere di bronzo, e così Lune sospetta di Libra. Rhadamantis però risponde di aver già avvertito il cosmo di quell'uomo, un cosmo la cui giovinezza non fa pensare a Libra. Improvvisamente i due si rendono conto che quell'uomo è vicino a loro, e Lune lo cattura con la frusta. "Non potevi essere che tu ! Tu che una volta ti sei fatto beffe persino di un Dio. Kanon dei Gemelli !" afferma Rhadamantis, ed in effetti il loro nemico è proprio Kanon, con indosso la sacra armatura di Gemini. Il cavaliere dichiara di aver agito in quel modo perché voleva che Lune lo portasse fino da Ades, poi tocca la frusta con la punta del dito e questa si disintegra insieme al corpo dello stesso Lune. Rhadamantis attacca il nemico, che però evita il colpo facilmente ed afferma che lì non c'è la volontà di Ades a proteggere gli spectre, quindi la battaglia non sarà facile come quella contro Ioria al castello sulla terra. Kanon poi si lancia verso Rhadamantis, ma è interrotto dall'arrivo di Pegasus ed Andromeda. I due sono felici di vederlo, ma Kanon li atterra, affermando che, anche se ha giurato fedeltà ad Atena, non è un loro compagno. Il cavaliere poi dice ad Andromeda di non esitare mai in battaglia "Se è comunque un delitto ferire gli avversari, per quanto malvagi siano…accetteremo qualsiasi punizione divina, ma solo dopo aver spazzato via tutti i nemici…fino ad allora dobbiamo soltanto combattere !". Kanon poi fa proseguire i due cavalieri e continua lo scontro con Rhadamantis. Lo spectre, che è uno dei tre comandati dell'aldilà, riesce a travolgerlo, ma Kanon reagisce paralizzandolo. Il guerriero spiega che ora userà su Rhadamantis il colpo del "Re diavolo", subito il quale il nemico torna in se solo dopo aver ucciso l'uomo indicato, che in quest'occasione sarà Ades. Kanon si accinge ad usare il colpo, ma è interrotto dall'arrivo di sei spectre, i quali informano Rhadamantis che Pandora, insieme a Minosse ed Aiace, gli altri due comandanti, vuole vederlo subito. Rhadamantis si teletrasporta via, ma prima consiglia ai compagni di non affrontare Kanon. Gli spectre però non lo ascoltano ed attaccano insieme il nemico, che li annienta tutti con un colpo solo.
ORFEO, IL CAVALIERE DELLA LEGGENDA
Sotto una pioggia battente e continua, Pegasus ed Andromeda arrivano alla seconda prigione, un edificio in stile egizio. Entrati, i due sentono un odore orribile, e subito dopo vedono davanti a loro un cane enorme, con tre teste, intento a divorare i defunti. I cavalieri cercano di allontanarsi in silenzio, ma la bestia si accorge di loro e cattura Pegasus con la bocca. Dopo averlo tenuto in bocca per qualche minuto però, l'animale sputa via il ragazzo, scagliandolo a terra. In quel momento appare il guardiano della seconda prigione, Faraone di Sfinge, della stella del cielo degli animali. Costui spiega alla creatura, il cui nome è Cerbero, che Pegasus è ancora vivo e quindi ha un sapore orribile per chi, come lui, si nutre solo di morti. E' infatti questa la punizione per le anime della seconda prigione, dove si trovano coloro che hanno peccato di avidità. Poi, su comando dello spectre, Cerbero attacca i due cavalieri. Una delle sue teste cattura nuovamente Pegasus, mentre la seconda si dirige verso Andromeda. Il ragazzo si difende con la catena, ma Cerbero lo atterra comunque. In quel momento però la prima bocca si riapre e da essa appare Pegasus, che con un colpo frattura la mandibola del mostro. Mentre la prima testa si schianta al suolo, le altre due si dirigono verso il nemico, ma Andromeda le strangola con la catena facendole svenire. Faraone decide allora di intervenire di persona ed impugna una grossa arpa, ma è fermato da un altro guerriero, che afferma di voler combattere al suo posto. Si tratta di Orfeo, cavaliere della costellazione dell'arpa. Pegasus ed Andromeda, che hanno sentito parlare di lui, credono che sia li come anima defunta, ma Faraone ridendo li informa che Orfeo è vivo ed è agli ordini di Ades. I due non riescono a credere che un cavaliere si sia comportato a quel modo, ma Faraone interrompe la discussione attaccando con il suo colpo segreto "Bilancia della maledizione". Suonando l'arpa, lo spectre emette un suono triste e pesante, capace di superare la difesa della catena di Andromeda. Pegasus prova ad attaccare, ma i suoi colpi vanno a vuoto, poi la maledizione di Faraone ha luogo. Il cuore di Pegasus infatti esce letteralmente fuori dal petto del ragazzo "Ora sarà posto su un piatto della sacra bilancia. Se peserà più di una piuma di amato, simbolo della verità, verrai giudicato malvagio ! Oltre al tuo corpo sarà cancellata anche la tua anima !". Orfeo però suona la sua arpa, interrompendo la maledizione, ed il cuore ritorna al suo posto come se nulla fosse accaduto, poi il cavaliere usa il suo attacco "Stringer Nocturne" su Pegasus ed Andromeda, atterrandoli. Sconfitti i due, Orfeo ne porta i corpi con se finché non giunge in un piccolo campo di fiori, da una donna di nome Euridice, il cui corpo è pietrificato dalle spalle in giù. Lasciati cadere i due, Orfeo si mette a suonare per lei
ORFEO, TRISTE REQUIEM
Ripresi i sensi, Pegasus ed Andromeda si rialzano e subito notano Euridice. La ragazza, che seppur pietrificata è ancora viva, non appena sente che i due sono cavalieri di Atena, chiede loro di aiutare Orfeo, affermando con le lacrime agli occhi che è solo per lei che si trova nell'aldilà. Euridice racconta come lei ed Orfeo si fossero amati moltissimo in vita, finché la ragazza non morì, morsa da un serpente velenoso. Orfeo, ancora vivo, decise di scendere nell'aldilà e di chiedere ad Ades di riportarla in vita. Il suono della sua arpa ammaliò Ades, che disse "Orfeo, per il bel suono della tua arpa, rimanderò Euridice sulla terra. Però non devi voltarti a guardarla prima di arrivare nel mondo dei vivi. Se tu ti volti indietro il tuo desiderio non si avvererà mai più." Felice, Orfeo portò con se Euridice verso l'uscita dagli inferi, ma, ad insaputa di entrambi, Pandora, non volendo creare un precedente e desiderando che Orfeo suonasse sempre per Ades, ordina a Faraone di fermarli. Così, giunti in prossimità della seconda prigione, i due vedono una luce abbagliante, ed Orfeo, credendo che si trattasse del sole, si girò verso Euridice, il cui corpo si mutò in pietra. Finito il racconto, Euridice supplica i cavalieri di portare Orfeo sulla terra con loro, non è giusto che egli stia negli inferi per lei. In quel momento giunge lo stesso Orfeo, che, informati i due di averli lasciati in vita solo perché sono cavalieri come lui, ordina loro di andarsene. Pegasus tenta invano di ottenere il suo aiuto nella guerra contro Ades, ma quando lui ed Andromeda stanno per allontanarsi, appare una luce intensissima, forte come il sole, e l'armatura di Atena vola via dalle mani di Pegasus per finire in pugno a Faraone. Lo spectre si accinge ad eliminare i due, ma Orfeo, compreso che fu proprio Faraone a creare la luce che lo ingannò quel giorno, suona la sua arpa e subito l'armatura di Atena cade dalle mani del nemico. Mentre Pegasus si riprende l'armatura, Orfeo inizia a suonare la sua arpa contro Faraone. Lo spectre tuttavia reagisce facendo lo stesso, e la corda del sol di Orfeo si spezza. Privo di quella corda, da cui partono i suoi suoni d'attacco, Orfeo è in balia di Faraone, che gli lancia la maledizione. Con sua enorme sorpresa però è il suo stesso cuore a porsi sulla bilancia, e non quello del nemico. Dopo pochi attimi, il guardiano della seconda prigione, cui cade uno specchietto, si rende conto che era solo un'illusione generata da Orfeo. Il cavaliere distrugge col piede lo specchio, che appartiene a Pandora e tramite il quale Faraone simula la luce del sole, poi però inizia a piangere ed afferma "Un fiore, una volta morto, non può rifiorire…e così l'uomo, gli uccelli e gli insetti… anche le stelle hanno una sola vita…io sbagliavo a voler far rinascere una persona morta…" Il guerriero decide di combattere contro Ades come cavaliere di Atena, e non appena Faraone tocca la propria arpa per ucciderlo, la vede andare in pezzi. Orfeo poi, stringendo con i denti la corda del sol, lancia la "Stringer Nocturne" ed uccide il nemico. Salutata per l'ultima volta Euridice, Orfeo ordina ai due cavalieri di seguirlo, spiegando che Ades di solito è inavvicinabile, ma ogni tredici giorni egli suona per lui, ed oggi è quel giorno.
ADES INCARNATO IN ANDROMEDA
Più tardi, alla Giudecca, residenza di Ades, Orfeo si presenta da Pandora per suonare, e porta con lui un baule. Informato l'uomo che Ades arriverà tra poco, Pandora gli ordina di aprire il baule, e, alle sue esitazioni, lo scoperchia ella stessa. Contemporaneamente, alla seconda prigione, Kanon parla con Euridice, scoprendo che Pegasus, Andromeda ed Orfeo sono ora da Ades. Il cavaliere è però preoccupato, sono troppo pochi per poter avere speranze di vittoria. Frattanto, Pandora ha aperto il baule, che contiene gli splendidi fiori della seconda prigione. Orfeo spiega che si tratta di un dono per Ades, ma Pandora, sospettosa, li trapassa più volte con il suo tridente. Poi, appurato che non c'è pericolo, ordina ad Orfeo di suonare, ma proprio in quel momento si presentano Rhadamantis, Minosse ed Aiace, i tre comandanti dell'aldilà. Pandora li ha infatti convocati perché ascoltassero anche loro la musica di Orfeo, che tra l'altro è preoccupato per la sorte dei due amici, che erano nascosti nel baule. Rhadamantis non vorrebbe restare, ma Pandora, informatolo che Ades non sa ancora nulla della venuta dei cavalieri di Atena, gli ordina di restare. Orfeo inizia allora a suonare, e non appena si accorge che è giunto anche Ades, seduto sul suo trono dietro una tenda, lancia la "Death Trip Serenade", ascoltando la quale tutti i presenti cadono addormentati in un sonno profondo. Compiuta l'opera, Orfeo smette di suonare ed avanza verso Ades, ma è colpito alle spalle da Rhadamantis, che, non apprezzando, e quindi non avendo ascoltato, il suono dell'arpa, è rimasto cosciente. Rhadamantis si lancia contro Orfeo, quando all'improvviso una scarica di colpi lo ferma e dal baule escono Pegasus ed Andromeda. Sebbene ferito, Orfeo approfitta della situazione e, scostata la tenda, raggiunge Ades, solo per scoprire che il volto del Dio è identico a quello di Andromeda, eccetto per i capelli neri. Al collo di Ades vi è una medaglietta su cui è inciso "Yours Ever" Parimenti ad Orfeo, anche Pegasus, Andromeda e persino Rhadamantis sono scioccati. Nonostante tutto, Orfeo si lancia verso Ades, mentre Pegasus ostacola Rhadamantis con il suo fulmine, e gli lancia la sua ultima melodia, la "Stringer Fine". Le corde dell'arpa del cavaliere avvolgono Ades, il cui corpo va in pezzi, ma poi il ragazzo si accorge di aver colpito solo il trono del Dio, il cui corpo era un'illusione. Frattanto, Rhadamantis lo raggiunge alle spalle bloccandolo e facendosi scudo di lui contro Pegasus, che, non volendo colpirlo, esita. Rhadamantis ordina ad Orfeo di svegliare Minosse e gli altri, ma il cavaliere reagisce bloccando il nemico con le corde e contemporaneamente chiede a Pegasus di non esitare e colpire. Piangendo, l'eroe lancia il suo colpo, che travolge sia Orfeo che Rhadamantis. Poi il ragazzo corre insieme ad Andromeda dall'amico, che, in punto di morte, raccomanda loro di proteggere Atena. Orfeo si spegne tra le braccia di Pegasus ed i cavalieri piangono la sua scomparsa. In quel momento riappare Rhadamantis, pronto a lottare, ma Andromeda, con un tono mai usato prima, gli ordina "Fermati, Rhadamantis ! Non desidero la battaglia ! Non colpirli !" Ora anche la sua voce è identica a quella di Ades, e quando il ragazzo ripete l'ordine, sia Pegasus che Rhadamantis capiscono che quello non è più Andromeda, ora è Ades, signore degli inferi.
ALLA GIUDECCA !
Molto più indietro, alla terza prigione, Kanon, accompagnato ora da Sirio e Cristal, corre verso la Giudecca, quando una serie di rocce cade verso di loro. A provocarle è stato lo spectre della terza prigione, Rock di Goren, della stella del cielo ad angolo. Lì i peccatori di avarizia e prodigalità, sono condannati a soffrire in eterno facendo rotolare in eterno dei massi. Guardando meglio, lo spectre si accorge che i tre sono sopravvissuti e stanno continuando la corsa, e così cerca di fermarli con il "Rolling Bomber Stone", ma Sirio risponde con il Drago Nascente, annientandolo. Dragone spiega agli amici che ha ritrovato la vista, poiché nell'aldilà le cose non si vedono con gli occhi. Poco dopo un altro spectre si pone davanti ai tre, ma Cristal lo uccide con la Polvere di Diamanti prima ancora di lasciargli dire il suo nome. I tre giungono allora in vista della quarta prigione, la palude nera. Alla Giudecca, Rhadamantis informa Pandora di aver gettato Pegasus ed Orfeo nel cocito, l'inferno di ghiaccio. La donna annuisce e volge lo sguardo verso Ades che, toltosi l'armatura di cavaliere, sembra ora essersi addormentato. Allontanatasi Pandora, Rhadamantis si interroga con Minosse ed Aiace sull'identità di colui che era sempre stato dietro la tenda. Al ritorno della donna però, i tre sono inviati ad uccidere i cavalieri di Atena superstiti. Alla quarta prigione, i cavalieri sono avvicinati da un uomo a bordo di una zattera, il quale dichiara le li farà salire solo dopo averli uccisi. Sirio attacca il nemico con il Drago nascente, ma lo spectre gli blocca la mano, e fa lo stesso con Cristal, fermando la Polvere di diamanti. Il guerriero si presenta, è Fregias di Licaone, della stella del cielo del crimine, poi colpisce al cuore i due nemici con il "Howling Inferno", atterrandoli. I due cadono sulla zattera, e Kanon la spinge via con un piede. Fregias cerca di colpire anche lui, ma Kanon, che ormai conosce la sua tecnica, lo uccide con il colpo "Esplosione Galattica". Frattanto, alla Giudecca, Pandora cura il braccio di Ades da un taglio che lei stessa gli ha fatto col tridente, quando era nascosto nel baule, poi, piangendo, si rivolge a lui dicendo "Il re dell'aldilà dal cuore limpido come l'acqua. Signore dell'inferno…ed allo stesso tempo…mio amatissimo fratello minore…"
LA BATTAGLIA ALLA QUINTA PRIGIONE
Sull'altra sponda della palude nera, Sirio e Cristal si risvegliano sulla zattera, rendendosi conto di aver superato la quarta prigione. Guardandosi attorno, capiscono che Kanon deve aver già proseguito, e subito dopo si rendono conto di essere alla quinta prigione, "Dove chi non ha seguito la dottrina divina brucia nella sua stessa tomba !". I due amici proseguono e poco dopo raggiungono Kanon, davanti al quale si erge uno spectre gigantesco. Credendo che sia in pericolo, i cavalieri corrono verso di lui, che però, stupito che siano ancora vivi, li informa che la battaglia è già finita. In quel momento infatti lo spectre si schianta al suolo privo di vita. Sirio e Cristal si scusano con Kanon, sembra che gli siano solo di peso, ma le loro parole sono interrotte dall'arrivo di Rhadamantis di Wyburn. Dragone gli chiede cosa ne è degli altri cavalieri, ed il comandante lo informa che Pegasus ed Orfeo sono nel cocito, l'inferno di ghiaccio dove vengono sprofondati coloro che si sono ribellati ad un dio, mentre Andromeda è salito al trono dell'aldilà come Ades. A queste parole, Sirio, Cristal e perfino Kanon, restano scioccati e chiedono ulteriori spiegazioni. Rhadamantis però risponde di essere venuto lì per ucciderli, e subito Kanon gli si para davanti. Il cavaliere d'oro dice ai due compagni di proseguire, sarà lui solo ad affrontare Rhadamantis. Pur esitando, i due cavalieri obbediscono e proseguono verso la sesta prigione, mentre Rhadamantis attacca Kanon col la "Gratest Caution", ma, con suo grande stupore, il nemico ferma il colpo con una sola mano. Kanon spiega che ormai conosce quella tecnica, e travolge Rhadamantis con "L'esplosione Galattica". Lo spectre è scagliato al suolo, e nello stesso momento si rende conto di essere stato indebolito dal colpo di Orfeo. Rhadamantis è in difficoltà, ma in quel momento giungono anche Aiace di Garuda e Minosse, gli altri due comandanti dell'aldilà. Kanon afferma che li ucciderà tutti da solo, ma Aiace reagisce attaccandolo con "L'illusione galattica" e lanciandolo in aria. Rhadamantis ferma il compagno, vuole occuparsi lui di Kanon, ed il cavaliere ricade al suolo. Interviene allora Minosse, che lancia sul nemico il suo colpo segreto la "Cosmic Marionette", in seguito al quale il corpo di Kanon è avvolto da centinaia di fili, che lo fanno muovere secondo la volontà di Minosse. Lo spectre agita i fili, ed il dito medio di Kanon si spezza. In quel momento, un cosmo molto potente appare nell'aldilà. Alla Giudecca, Pandora riconosce quel cosmo, che appartiene all'uomo che verrà a riprendere Ades. Alla quinta prigione, il corpo di Kanon è ormai pieno di ferite, e Minosse, ignorando le parole di Rhadamantis, si appresta a ferire il nemico, quando i suoi fili si spezzano all'improvviso. Mentre Kanon cade al suolo, appare, circondato da un cosmo luminosissimo, il cavaliere di Phoenix. Non appena lo vede, Kanon lo informa delle parole di Rhadamantis, secondo il quale Andromeda è Ades, ma il cavaliere afferma che si tratta di pura follia, perché Andromeda e sempre stato con lui, fin dalla nascita. Non appena però Aiace pronuncia il nome di Lady Pandora, affermando che lei si sta prendendo cura del fratello alla Giudecca, a Phoenix ritorna in mente un giorno del suo passato, che finora era stato sepolto nei ricordi. Molti anni prima, Phoenix, bambino, era scappato insieme ad Andromeda, ancora in fasce, inseguito da una bambina di nome Pandora, che voleva il neonato dichiarando che era suo fratello. Pandora voleva che il corpo di Andromeda si unisse allo spirito che ella stessa portava in braccio, avvolto nelle fasce. Guardando quello spirito, Phoenix si rese conto che era l'universo. Ora, a molti anni di distanza, Phoenix si rende conto che Pandora è riuscita ad impadronirsi di Andromeda. Ponendo fine ai suoi ricordi, Aiace attacca il nemico, atterrandolo, ma il cavaliere si rialza, in lacrime, affermando "Andromeda è disposto a morire." Aiace lo attacca di nuovo, ma Phoenix, che indossa anche lui una nuova armatura, lo colpisce facendogli cadere l'elmetto, poi, rialzatosi, brucia il suo cosmo e dichiara "Chi vuole essere il primo a morire ?!"
AIACE CONTRO LA FENICE
Gli si fa allora di fronte Aiace di Garuda, della stella del cielo degli eroi, il quale evita i primi due attacchi del nemico grazie alla sua velocità e, dopo averlo atterrato, lo lancia in aria con il "Garuda Flap". Phoenix è lanciato così in alto da sparire alla vista degli altri, ma Aiace, dopo aver inciso col piede una croce sul suolo, afferma che tra tre secondi il cavaliere precipiterà lì, e quella sarà la sua tomba. In effetti, pochi attimi dopo, Phoenix si schianta proprio in quel punto, ma, nonostante il violentissimo impatto, respira ancora. Aiace allora ripete l'attacco, ma stavolta, passati i tre secondi, il cavaliere non riappare. Aiace non capisce cosa sia accaduto, ma all'improvviso Phoenix lo colpisce alla schiena con un colpo terribile, facendo cadere egli stesso sulla croce. Phoenix, spiegato che non si può mai ripetere lo stesso colpo due volte con un cavaliere, si volta verso Rhadamantis e Minosse, ma è improvvisamente atterrato dal ritorno di Aiace, ancora vivo. Lo spectre colpisce il nemico con la "Galactica Illusion" e, convinto di aver vinto, si volta verso Kanon, il quale però lo avverte "Anch'io una volta ho combattuto contro di lui, ma… si rialzava ogni volta che cadeva a terra. Proprio come la fenice, rinasceva ogni volta, sempre più forte !" ed infatti il cavaliere si rialza mentre il suo cosmo è sempre più alto. Alla Giudecca, Ades si risveglia e percepisce il cosmo di Phoenix, poi, appreso da Pandora che appartiene ad un cavaliere di Atena, ordina "Portate qui Phoenix !". Alla quinta prigione, Aiace tenta nuovamente di colpire il nemico, che però stavolta evita tutti i colpi muovendosi più velocemente di lui. Phoenix poi usa sul comandante il Fantasma diabolico. Il quale reagisce lanciando nuovamente la "Galactica Illusion. Stavolta però il colpo non ha effetto, ed anzi Aiace vede il proprio corpo andare in pezzi per effetto del suo stesso colpo. Compreso che si trattava solo di un'illusione, lo spectre si rialza, ignorando il consiglio di andarsene datogli da Phoenix. Non appena Aiace attacca di nuovo, Phoenix lancia le "Ali della Fenice" annientandolo. Phoenix poi si prepara ad affrontare Rhadamantis e Minosse, quando all'improvviso il suo corpo inizia a sparire, fino a dissolversi nel nulla, per poi rimateliarizzarsi alla Giudecca, trasportato fin lì dalla telecinesi di Pandora. Aperti gli occhi, il cavaliere si guarda attorno.
LA GRANDE ECLISSE
Davanti a Phoenix, seduto sul suo trono, si trova Andromeda, al cui interno vi è lo spirito di Ades. Appena vede il fratello, l'eroe avanza verso di lui, ma Pandora lo ferma con una scarica del suo tridente, poi la donna informa il nemico che quello non è più suo fratello, ora è il re dell'aldilà. All'incredulità di Phoenix, Pandora risponde facendogli ritornare gli altri ricordi del giorno in cui si incontrarono, ricordi che ella stessa aveva rimosso dalla sua mente. Quel giorno, Pandora spiegò a Phoenix che quella che aveva in braccio era l'anima di Ades, che dopo un sonno di 210 anni ha deciso di rinascere sulla terra, e per farlo ha bisogno del corpo di un uomo puro, che in questa epoca sarà Andromeda. Phoenix però si oppose a Pandora, difendendo strenuamente il corpo del fratello nonostante le scariche elettriche lanciategli dalla donna. Alla fine il ragazzo svenne, ma anche se privo di sensi continuò ad abbracciare il fagotto con il fratellino. Quando Pandora cercò di prendere Andromeda, un cosmo potentissimo la fermò, e la ragazza, temendo di danneggiare il futuro corpo di Ades, decise di lasciarlo a Phoenix fino al risveglio dei 108 spectre imprigionati dal sigillo di Atena, ma comunque gli mise il ciondolo con la scritta "Yours Ever" in modo da poterlo sempre ritrovare. La scritta sulla stella significa che il corpo di Andromeda appartiene ad Ades, per sempre. Ascoltando queste parole, Phoenix si lancia verso Ades e, anche se colpito da Pandora, si rialza e colpisce il Dio spezzando la catena del ciondolo. Poi, presolo in mano, Phoenix lo distrugge in modo da rompere ogni legame tra suo fratello e Ades. Il cavaliere poi avanza verso il trono ed atterra con uno schiaffo Pandora che cerca di fermarlo. Spiegatole che lui uccide sempre i nemici, uomini o donne che siano, il cavaliere la sfiora con il suo stesso tridente, consigliandole di non muoversi. Poi, raggiunto Ades, Phoenix inizia a prenderlo a schiaffi, ma, ridendo, il Dio risponde che, così facendo, Phoenix sta solamente ferendo il corpo di suo fratello. "Ormai è impossibile separarlo dalla sua anima. Ciò può accadere…solo quando il corpo di Andromeda morirà !" spiega prima di allontanare da se Phoenix con un fascio di energia. Quando però Pandora sta per colpire il cavaliere, Ades la ferma, e finalmente spiega al nemico il suo piano "Sto allineando tra di loro tutti i pianeti del sistema solare…questo grazie al mio grande potere…e si chiama greatest eclipse…La luce del sole sulla terra verrà fermata dalla luna. Gli umani stupidamente crederanno che sia una cosa momentanea, ma in realtà sarà un'eclisse eterna, per cui non vedranno mai più il sole. In questo modo la terra tornerà alle glaciazioni di un milione di anni fa. Le piante ed i fiori seccheranno. Moriranno tutti gli animali. La terra diventerà un mondo nero e gelido. Quindi, togliendole il sole…la terra stessa diventerà il mondo della morte…l'aldilà ! Ormai nemmeno Atena può fare più nulla ! La greatest eclipse è già di fronte a noi !"
LE LACRIME DI PHOENIX
Nonostante le parole di Ades, Phoenix è determinato a combattere, e decide di fermare l'eclisse uccidendo il Dio. Purtroppo però per far questo deve innanzitutto uccidere il corpo di Andromeda. L'eroe lancia le Ali della Fenice, ma distrugge soltanto le colonne ed i draghi di pietra della sala, senza ferire minimamente Ades. Il signore degli inferi comunque ordina a Pandora di lasciar fare Phoenix, e così il cavaliere lancia di nuovo il suo colpo, al quale Ades risponde con una scarica di energia che atterra l'avversario. Ancora una volta Phoenix si rialza ed attacca, ed ancora una volta Ades lo travolge con una nuova scarica di energia, più potente della precedente, che incrina anche l'armatura della fenice. Sebbene ferito, il ragazzo avanza ancora verso il nemico, che si appresta a dargli il colpo finale quando all'improvviso il suo corpo gli si ritorce contro. La sua stessa mano gli si stringe intorno alla gola, e Phoenix si rende conto che a fare ciò è Andromeda. Alle spalle di Ades, il cavaliere vede infatti l'anima del fratello, il quale lo supplica di non esitare e di colpire. Phoenix comprende che Andromeda si è lasciato possedere da Ades per creare un'occasione favorevole. Come la regina Andromeda del mito greco, Andromeda è pronto a sacrificarsi per salvare la terra. Phoenix avanza per colpire il nemico, ma Pandora lo trafigge alle spalle col tridente. Il suo secondo colpo però è sorprendentemente fermato dalle catene di Andromeda, che si dispongono intorno a Phoenix per difenderlo. Frattanto, l'anima del ragazzo continua a supplicare il fratello di attaccare Ades, ed alla fine Phoenix agisce, bruciando il suo cosmo e lanciandosi contro il Dio. Nel passaggio tra la quinta e la sesta prigione, Sirio e Cristal avvertono ciò che è successo, Phoenix ha ucciso Andromeda. Alla Giudecca, il cavaliere ha infatti colpito il fratello al torace, dal quale poi estrae un mostro orribile, delle dimensioni di un cuore. Gettatolo a terra, Phoenix lo schiaccia sotto il suo piede. Eliminato lo spirito di Ades, il ragazzo corre dal fratello, ferito gravemente ma felice per la vittoria. All'improvviso però Andromeda si sente male, ed avvisa il fratello che Ades è ancora vivo, poi dalla ferita al petto esce un altro mostro, ben più grande del precedente, che si dirige verso Phoenix per divorargli la testa. Altrove, Pegasus si sveglia, il suo corpo è completamente sepolto nel ghiaccio dal collo in giù. Mentre era svenuto, l'eroe ha sognato Phoenix uccidere Andromeda. Ed infatti tutto ciò che è successo era solo un sogno, in realtà Phoenix ha fermato il suo pugno prima di raggiungere Ades, ferendosi alla mano. Ades lo deride per la sua decisione, ha sacrificato l'umanità per non ferire il fratello, poi prende pieno possesso del corpo di Andromeda, i cui capelli da verdi diventano neri, proprio come accadde a Gemini quando il lato malvagio prese il sopravvento. Il Dio poi colpisce duramente Phoenix, danneggiando ulteriormente la sua armatura ed atterrandolo. Fatto ciò, Ades ordina a Pandora di seppellirlo e si volta, percependo in quell'istante un altro cosmo.
BATTAGLIA AL COCITO
Pandora si sofferma per un attimo sul corpo di Phoenix, stranamente dispiaciuta, poi sopraggiunge uno spectre, si tratta di Valentino, che i cavalieri avevano già visto al castello sulla terra. Pandora gli ordina di seppellire Phoenix nel cocito ed il guerriero, messosi il corpo sulle spalle, si allontana. Ades intanto si risiede sul suo trono ed ordina a Pandora di andare via, ma dopo che la ragazza se ne è andata, si rende conto di non essere solo, ed infatti dall'ombra emerge Virgo. Il cavaliere d'oro è intenzionato ad uccidere Ades. Al cocito, Valentino lascia cadere il corpo di Phoenix davanti a quello di Pegasus, spiegando che è lì che si trovano coloro che hanno combattuto contro un Dio. Mentre il corpo di Phoenix sprofonda fino alla gola nel ghiaccio, Pegasus si guarda intorno, rendendosi conto che tutti i cadaveri che si trovano lì appartengono a coloro che hanno combattuto contro Ades per la pace sulla terra. Fra di loro, Pegasus riconosce Mur, Ioria e Scorpio. I tre sono svenuti ma vivi, anche se moriranno ben presto. Osservando meglio lo spectre, Pegasus lo riconosce, è Valentino di Harper, e quando costui si volta per allontanarsi, gli chiede di liberarlo dal ghiaccio rammentandogli la promessa di combattere contro di lui che gli fece sulla terra. Valentino risponde che non vale la pena di combattere contro chi sta per morire, ed allora Pegasus gli propone l'armatura di Atena come trofeo in palio per il vincitore dello scontro. Sentendo che Pegasus possiede quell'armatura, Valentino lo tira fuori dal ghiaccio, ed il ragazzo, finalmente libero, lo colpisce con un calcio. Subito dopo però, l'eroe si rende conto che il suo corpo è stato indebolito dalla lunga permanenza al gelo, e così può solo subire i colpi dello spectre. Nonostante tutto, Pegasus non vuole arrendersi e brucia il suo cosmo, ma Valentino lo travolge con la "Brama di Vita" danneggiando anche la sua armatura. Alla Giudecca, Virgo spiega ad Ades che lui ed Atena erano diretti verso l'elisio, ma hanno perso la strada e così egli è giunto fin lì, guidato dal cosmo del Dio dell'aldilà. Nel momento in cui si prepara ad attaccare però una voce lo ferma, ed Ades riconosce la nuova antagonista, proprietaria del cosmo che egli aveva avvertito prima, Atena. Al cocito, Valentino si dirige verso l'armatura di Atena, caduta a Pegasus dopo il colpo, ma il cavaliere, anche se privo di sensi, continua a proteggerla con la mano. Lo spectre lo colpisce più volte al polso, ma all'improvviso il corpo di Pegasus diventa incandescente, non appena si rende conto che Atena è vicina "Q…questo cosmo è…di…Atena…è molto vicina a me…De…devo fargliela avere…" il cosmo di Pegasus inizia a bruciare ed il cavaliere colpisce Valentino con un calcio potentissimo, che frantuma la sua surplice uccidendolo.
SEGUITE ADES !
Preoccupato per l'arrivo di Lady Isabel, Virgo le consiglia di allontanarsi, ma la fanciulla risponde dicendogli di non temere per lei e soprattutto di non attaccare Ades perché ferirebbe Andromeda. Il cavaliere d'oro le risponde che ormai di Andromeda è rimasto solo il corpo e si prepara ad attaccare, ma Atena gli ferma la mano e, ripetutogli di non combattere, avanza verso Ades. Inginocchiatasi davanti a lui, Lady Isabel gli chiede di fermare l'eclisse, offrendogli in cambio la sua vita. Sollevato il tridente di Pandora, Ades lo lancia a Virgo ordinandogli di uccidere Atena, ma il cavaliere reagisce lanciando l'arma contro lo stesso Dio dell'oltretomba. Isabel però ferma l'arma a mezz'aria e, ripetuto ancora una volta al suo cavaliere di non toccare Ades, la lascia cadere. Il Dio però decide di uccidere Virgo, il quale ha osato attaccarlo, ed impugna il tridente, ma Atena gli resta immobile davanti. Seccato da questa interferenza, Ades muove l'arma per colpire Lady Isabel, ma la donna ne ferma la lama con la mano, ferendosi leggermente. Poi la Dea espande il suo cosmo, ed il sangue che ricopre la punta del tridente inizia a bruciare, ferendo inaspettatamente Ades. Atena comprende allora che lo spirito di Andromeda sta risorgendo a contatto con il suo sangue, ed espandendo ulteriormente il suo cosmo, ordina al Dio, in agonia per il dolore, di abbandonare il corpo del cavaliere. Non riuscendo a sopportare il dolore, l'anima di Ades abbandona Andromeda, che cade svenuto, sollevandosi a mezz'aria. Il Dio non capisce come possa Andromeda, che era nato per donargli il suo corpo, rifiutare la sua anima, ma Atena controbatte dicendo che quel ragazzo è nato per essere cavaliere della giustizia, ed ora che la sua anima è risorta grazie al contatto con il sangue divino, egli non potrà più possederlo. Isabel prosegue che, privo di un corpo, Ades non può portare a termine i suoi piani, e gli ordina di fermare l'eclisse. Il Dio però, conscio di essere troppo vicino al successo per potersi fermare, si scaglia contro Atena, che gli lancia il tridente scatenando una grande esplosione. Pochi minuti dopo, Pegasus irrompe nella Giudecca, nella quale ora si trova solo Andromeda, svenuto, con indosso la sua armatura. L'eroe soccorre l'amico, il quale, ripresosi, afferma che i cosmi di Ades ed Atena hanno superato la Giudecca. I due salgono allora le scale dietro al trono, davanti le quali vi è un muro immenso, privo di qualsiasi porta. "Il punto d'arrivo dell'inferno. E' il muro del pianto !" spiega una voce alle loro spalle, e voltandosi i due vedono Virgo, stanco e sanguinante. Il cavaliere della sesta casa spiega che Ades è Atena sono dall'altra parte del muro, ma solo una divinità può superarlo. Anche lui ha provato più volte ad abbatterlo, ma senza il minimo risultato. Pegasus inizia a colpire il muro, disperato per non poter dare l'armatura ad Atena, poi chiede cosa ci possa essere oltre quel muro. Dopo un'esitazione, Virgo capisce che al di là del muro vi è il paradiso dell'elisio.
DISTRUGGETE IL MURO DEL PIANTO
Affidata ad Andromeda l'armatura di Atena, Pegasus decide di agire, intenzionato a bruciare al massimo il suo cosmo e lanciarsi contro il muro. Nonostante il rischio di perdere la vita, il cavaliere non vuole comunque abbandonare la speranza, ma nel momento in cui si precipita verso il muro, Virgo gli si fa davanti e lo colpisce, facendolo svenire. Il cavaliere spiega di essersi appena ricordato che l'unica cosa che può abbattere il muro è la luce del sole, una luce che è impossibile ottenere nella parte più profonda ed oscura dell'Inferno. Tuttavia, continua il cavaliere, l'unica speranza è cercare di compiere un miracolo a rischio della propria vita. In quel momento il cosmo di Atena si diffonde dall'armatura che è in mano di Andromeda. Al cocito, quattro spectre stanno osservando il cadavere di Valentino, ucciso da centinaia di calci simultanei, quando il cosmo di Atena li raggiunge, e soprattutto raggiunge Mur, Ioria e Scorpio, i quali iniziano inaspettatamente a muoversi. Liberatisi dai ghiacci, i tre cavalieri d'oro annientano i nemici. Alla Giudecca, Virgo sta bruciando il suo cosmo, mentre una serie di ferite appare sul suo corpo, ma quando è sul punto di sacrificarsi, è fermato da Libra, appena sopraggiunto. Contemporaneamente, dall'ombra appaiono Mur, Ioria e Scorpio. Pegasus riprende i sensi mentre Mur restituisce a Virgo il rosario, cui è cambiato il colore della maggior parte dei grani. I cinque cavalieri d'oro possono ora tentare di abbattere il muro del pianto.
IL RADUNO DELLE ARMATURE D'ORO
Libra spiega che, riuniti, i cavalieri d'oro possono creare anche la luce del sole "Ogni costellazione dei cavalieri d'oro si pone sull'eclittica. L'eclittica è la traiettoria lungo cui si muove il sole durante un anno. Capite ? Le dodici armature d'oro situate sull'eclittica sono state sotto la luce del sole fin dall'epoca mitologica ! E quindi nelle nostre armature è conservato l'immenso potere del sole !" Il cavaliere d'oro da poi le armi della sua armatura ai compagni, esortandoli a provare tutti insieme. Ioria impugna il tridente, Virgo la lancia bracciale, Scorpio le barre gemellari, Mur la spada e Libra stesso lo scudo. Uniti, i cinque cavalieri d'oro lanciano le armi contro il muro. Al Grande Tempio, l'eclisse è incominciata, ma Tisifone, Asher e gli altri sono all'oscuro del suo pericolo. Solo Castalia, giunta dopo una lunga assenza, sospetta qualcosa. In quel momento delle colonne di luce si alzano dalle case di Sagitter, Acquarius, Capricorn, Toro, Cancer e Fish. Tutti gli spiriti dei cavalieri d'oro defunti stanno andando a combattere nell'aldilà. Alla Giudecca, i cinque cavalieri d'oro sono a terra, neppure il loro sforzo congiunto è servito a qualcosa. Libra spiega che l'unica possibilità sarebbe riunire tutti i cavalieri d'oro, ed in quello stesso momento compaiono le armature d'oro partite dal Grande Tempio. Mentre i cavalieri le osservano allibite, le armature entrano in eufonia, e Kanon, poco lontano, si rende conto che è necessaria anche la presenza dell'armatura di Gemini. In quel momento giunge Rhadamantis, ma Kanon, ignorandolo, si libera dell'armatura, che parte verso la Giudecca. Mentre la corazza vola via, Kanon, privo di difese, affronta Rhadamantis ed è ferito dalla "Greatest Caution". Risollevatosi, il cavaliere blocca il nemico alle spalle e salta con lui verso il cielo "Ho pareggiato i conti con il mio passato. Non ho nulla da rimpiangere ! Ora subirai con me il colpo dell'esplosione galattica !". In un esplosione di energia, i due cavalieri scompaiono. Mentre Sirio e Cristal si rendono conto del sacrificio di Kanon, l'armatura di Gemini raggiunge le altre alla Giudecca. Riunite, tutte le armature d'oro si scompongono per essere indossate e dal nulla ricompaiono i cavalieri d'oro defunti. Tutti, Acquarius, Micene, Capricorn, Gemini, Toro, ed anche Cancer e Fish, sono lì con indosso le loro armature per combattere per l'ultima volta in nome dell'amore e la giustizia sulla terra. Micene incocca una freccia e prende di mira il muro. In quel momento, Libra ordina a Pegasus ed Andromeda di allontanarsi "Ora tutti noi cavalieri d'oro imprimeremo la nostra forza alla freccia di Micene. Sarà il primo e l'ultimo colpo delle forze riunite di tutti noi. Questa volta riusciremo a creare lo stesso potere del sole e distruggeremo il muro del pianto. Però…in quel momento anche noi scompariremo…" I due cavalieri devono allontanarsi per salvarsi dal contraccolpo, ma dopo potranno attraversare il muro poiché, pur non essendo divinità, hanno ricevuto il sangue di Atena. Raggiunto l'elisio, essi dovranno mettere fine una volta per tutte alla guerra distruggendo il vero corpo di Ades, che il Dio conserva sin dalle epoche mitologiche. Non volendolo ferire, egli rinasce in quello di qualcun altro come ha fatto con Andromeda. Obbedendo, Pegasus ed Andromeda si allontanano, lanciando un ultimo sguardo ai cavalieri d'oro "E in quel momento…ci è parso di vedere i dodici cavalieri d'oro sorridere…come se fossero nostri fratelli. Difatti siamo fratelli dai tempi dei tempi. Abbiamo continuato a lottare insieme…è giunto il momento di dire loro addio…Addio fratelli dal sangue nobile…addio cavalieri…d'oro…". Appena i due sono usciti, tutti i dodici cavalieri iniziano bruciano al massimo il loro cosmo ed urlano "In questo mondo oscuro…splenda un raggio di luce !" poi, carica delle loro energie, la freccia di Micene vola verso il muro. Pegasus ed Andromeda aspettano fuori la Giudecca, ma appare Minosse, il quale li travolge ed apre la porta, solo per essere travolto dall'immensa esplosione.
TRA INFERNO ED ELISIO
Davanti alla Giudecca, Cristal e Sirio vedono l'edificio crollare per la grande energia, mentre poco più avanti, dinanzi al muro del pianto, Pegasus ed Andromeda osservano il risultato dell'opera dei loro amici: un'enorme breccia nel muro del pianto. Guardandosi attorno però, scoprono che i cavalieri d'oro sono spariti, lasciando solo le dodici armature d'oro vuote. In quel momento, i due sono finalmente raggiunti da Sirio e Cristal, i quali, vedendo a loro volta le corazze, capiscono ogni cosa. Tutti i cavalieri di bronzo piangono il sacrificio dei cavalieri d'oro "Sono scomparsi… affidandoci l'amore e la giustizia…e la salvezza dell'umanità." Non volendo gettare al vento un tale sacrificio. I cavalieri entrano nella breccia, ma Sirio, percependo qualcosa, resta fermo davanti al muro. Poco dopo, gli altri tre cavalieri raggiungono la fine della breccia, davanti alla quale si apre un'altra dimensione, in cui lo spazio tempo è distorto ed al termine della quale vi è la luce dell'elisio. Frattanto, davanti al muro, tre spectre, Queen di Arlaune, Gordon di Minotaurus e Shilthead di Basiliscus si fanno avanti a Sirio, ordinandogli di lasciarli passare. Al rifiuto del cavaliere, i tre lo attaccano, atterrandolo, ma poi si rendono conto di aver subito un leggero taglio sui propri elmetti. Rialzandosi l'eroe dichiara che lui ed i suoi compagni hanno ereditato l'immenso potere dei cavalieri d'oro e mostra loro l'Excalibur. I tre capiscono che Sirio è pronto a morire lì, ed egli, bruciando il suo cosmo, conferma "Ne sono più che consapevole ! Ora vedrete gli ultimi colpi segreti del Dragone !". Oltre il muro, Pegasus ed Andromeda si lanciano nell'altra dimensione, ma Cristal, in procinto di fare lo stesso, si ferma, rendendosi conto che alle sue spalle vi è Minosse.
LA STRADA PER L'ELISIO
Pegasus ed Andromeda, già balzati nell'altra dimensione, non possono tornare indietro ad aiutare l'amico, che comunque impedisce a Minosse di avanzare con un muro di ghiaccio, resistente come il sarcofago di Acquarius. Inaspettatamente però Minosse riesce a sfondare il muro, e Cristal, comprendendo che se saltasse anche lui nell'altra dimensione sarebbero tutti un facile bersaglio, resta a combattere mentre i compagni si allontanano sempre di più. Il ragazzo lancia la Polvere di diamanti, ma Minosse la ferma con una sola mano, poi usa su Cristal la "Cosmic Marionette" ed il corpo del cavaliere sfugge ad ogni suo controllo. Più avanti, nello spazio dimensionale distorto, Pegasus ed Andromeda sentono una pressione terribile intorno ai loro corpi, come se si stessero strappando in mille pezzi. In più i due amici si dirigono verso direzioni diverse, trascinati dalla corrente, e Pegasus si rende conto di non stare andando verso l'elisio. Il cavaliere teme che quell'impresa sia impossibile per chi non abbia natura divina, ma all'improvviso dalla sua armatura spuntano due ali, che gli permettono di raggiungere l'amico. Il ragazzo capisce che questa capacità della sua armatura è rinata grazie al sangue di Atena e, preso il compagno, vola verso l'elisio. Frattanto, Minosse si rende conto che Cristal ha congelato i suoi fili senza che lui se ne accorgesse. Approfittando dello stupore del suo nemico, Cristal solleva le braccia a disegnare il vaso dell'acquario e travolge il nemico con "L'esecuzione dell'aurora" (Sacro Acquarius). Poi il cavaliere si lancia nell'altra dimensione, ma all'ultimo momento nota che uno dei fili di Minosse ha resistito. Ancora vivo, lo spectre segue il nemico nell'altra dimensione, ed in quel momento la sua surplice ed il suo stesso corpo vanno in pezzi. Cristal capisce che, se lui ed i suoi compagni non avessero indosso le armature bagnate del sangue di Atena, avrebbero fatto la stessa fine. Davanti al muro del pianto, Sirio è sanguinante ma resiste ancora agli attacchi dei tre nemici. Gli si fa allora avanti Queen, che colpisce il nemico con la "Blood Flower Scissors" dando l'impressione di tagliargli la testa. Sirio in realtà ha solo un profondo taglio alla gola, ma quando Queen, convinto della vittoria, compie un passo verso la breccia, una profonda ferita di taglio gli appare sul collo, facendogli cadere l'elmetto. Lo spectre capisce di aver subito l'Excalibur nello stesso momento in cui attaccava. Il secondo spectre, Gordon, decide allora di spezzare la spada del nemico e gli colpisce il braccio con la "Grand Axe Crasher", fratturandolo. Spezzato il braccio al nemico, Gordon attacca di nuovo, ma Sirio lo travolge con il Drago nascente, atterrandolo e danneggiando la sua armatura. Shilthead, capito che non c'è nessuno più pericoloso di chi ha deciso di morire, lancia al nemico "L'annihilation Flap", danneggiando la sua corazza è scagliandolo contro il muro del pianto. Rialzatosi ancora una volta, Dragone deride il nemico. Teoricamente, il suo colpo avrebbe dovuto mandarlo nell'altra dimensione, ma il loro stesso muro del pianto lo ha salvato. Il ragazzo poi consiglia ai nemici di attaccare tutti e tre insieme se vogliono vincere, e quando Shilthead, ignorando l'avvertimento, gli si lancia contro, lo colpisce con il Colpo del Drago volante, incrinando la sua armatura ed atterrandolo. Poi, sanguinante, l'eroe afferma "Avete capito ? Attaccate tutti assieme, se volete battermi ! Vi farò vedere l'ultimo colpo segreto del Dragone !"
BATTAGLIA FATALE ! TRE CONTRO UNO !
Furiosi, i tre spectre decidono di unire i loro poteri ed eliminare l'avversario. Prima di combattere, Sirio ripensa a Fiore di Luna "Fiore di Luna ! Stai ancora pregando per me ai Cinque Picchi ! Hai sempre pregato per me…ora però… è l'ultima volta… addio Fiore di Luna !" ed in Cina, la ragazza riesce a sentire le parole del suo amato. Poi, i tre spectre lanciano contemporaneamente i loro colpi segreti contro Sirio, che però espande al massimo il suo cosmo e scaglia il "Colpo dei 100 Draghi", il colpo che era di Libra, annientando i nemici e distruggendo le loro surplici. Il contraccolpo è però fortissimo, tanto da danneggiare gravemente l'armatura del Dragone e precipitare il cavaliere attraverso la breccia del muro fin dentro l'altra dimensione. Qui l'eroe è preso da Cristal, anch'egli ora dotato di ali, che era rimasto ad aspettarlo. I due stanno per dirigersi verso l'elisio quando appare Shilthead, in fin di vita ma deciso a fermarli. Lo spectre ignora le parole di Cristal lanciandosi nell'altra dimensione, e subito il suo corpo si disintegra. Prima di morire, Shilthead capisce che Rhadamantis aveva ragione a voler eliminare i cavalieri al castello sulla terra. I due amici volano verso l'elisio, e pochi attimi dopo sulla breccia appare Phoenix, accompagnato da Pandora. La donna avvisa il cavaliere di non seguire i compagni perché la sua armatura non ha ricevuto il sangue di Atena. Poi, piangendo ed appoggiandosi a lui, dichiara "Ti farò entrare nell'elisio. Ma tu dovrai vendicarmi, Phoenix !"
L'INFANZIA DI PANDORA
All'entrata del muro, sei spectre vedono Phoenix e Pandora dall'altro lato e vanno verso di loro convinti di poter eliminare definitivamente il cavaliere. Frattanto, Phoenix chiede a Pandora se è per questo che lo ha liberato dai ghiacci del cocito, e lei gli risponde narrandogli ciò che accadde alla sua famiglia 13 anni prima. Il castello desolato di Ades sulla terra un tempo apparteneva alla famiglia di Pandora, era circondato da uno splendido bosco e da un laghetto. Vivevano lì i genitori di Pandora, la cui madre era incinta, la servitù e numerosi animali domestici. Pandora era felice con loro, ma un giorno, mentre passeggiava col suo cane nel giardino, l'animale fu attratto da un vecchio magazzino, in cui il padre della bambina aveva vietato a tutti l'ingresso. La porta del magazzino, chiusa da più di 200 anni, era aperta e la bambina, spinta da una forza misteriosa, era entrata mentre il cane scappava via terrorizzato. All'interno vi era solo una piccola scatola su cui si trovava il sigillo di Atena, e quando la bambina la aprì, da essa uscirono due spiriti. Ringraziata Pandora, i due si presentarono come Hypnos, colui che governa i sogni, e Thanatos, colui che governa la morte. I due avvisarono Pandora che, al termine della gravidanza della madre, sarebbe nato Ades, suo fratello di sangue, e lei avrebbe dovuto aver cura del suo spirito finché, dopo qualche anno, non si fossero liberati i 108 spectre demoniaci. In cambio, avrebbe avuto il comando sugli spectre e la vita eterna. Poi i due sparirono, e qualche giorno dopo nacque il fratello di Pandora. Quel giorno, tutti nel castello, sia gli uomini che gli animali e persino le piante, morirono senza motivo apparente. Ascoltato il racconto, Phoenix chiede a Pandora perché ora vuole aiutarli ad eliminare colui che dovrebbe proteggere, e la ragazza risponde dichiarando di essersi risvegliata sentendo dai cavalieri il calore della vita "Per me, che da quando avevo tre anni ho vissuto come serva di Ades, tutte le cose sembravano grigie. Il colore del cielo…delle piante…del sangue…Ma quando vi ho incontrato in questo inferno, mi è venuto in mente che…il cielo è azzurro, le piante sono verdi…ed il colore del sangue è rosso scarlatto. Io e tutti gli altri spectre credevamo che nel momento della conquista della terra da parte di Ades…il pianeta, ora così sporco, si trasformasse in un mondo meraviglioso, ed a tutti gli esseri viventi fosse donata la vita eterna. Però tutto questo era soltanto un'illusione…Nel momento della conquista tutti gli esseri viventi sulla terra saranno uccisi…come la mia famiglia…". Piangendo, la donna si toglie la sua collana e l'annoda al braccio di Phoenix, spiegando che con quella, che le fu data da Ades, può raggiungere qualsiasi punto dell'inferno, anche l'elisio. Phoenix le chiede cosa farà adesso, ma lei risponde che Ades, Thanatos ed Hypnos non lasceranno mai vivere una traditrice, poi inizia improvvisamente a sanguinare, ma comunque avverte il cavaliere di stare attento ai due fedelissimi di Ades, molto più potenti dei tre generali dell'inferno e capaci di uccidere a qualsiasi distanza, come stanno facendo ora con lei. L'eroe cerca di soccorrerla, ma è attaccato dai sei spectre. Annientatili con le Ali della Fenice, Phoenix nota che finalmente tutti i 108 grani del rosario di Virgo hanno cambiato colore e quindi tutti gli spectre sono morti. Quando però si volta verso Pandora, si accorge che la donna ha smesso di soffrire, per sempre. Phoenix promette allora di vendicarla ed annientare Ades, e, mentre anche alla sua armatura spuntano le ali, si lancia verso l'elisio.