MYKENE DI LEO
(LEO MYKENE/MYCENAE/MIKENE)
ETA': Sconosciuta, 38 anni circa.
ALTEZZA: Sconosciuta, 1.88 circa
PESO: Sconosciuto, 95 kg circa.
OCCHI: Azzurri
CAPELLI: Verdini
DATA DI NASCITA: Sconosciuta
LUOGO DI NASCITA: Sconosciuto
GRUPPO SANGUIGNO: Sconosciuto
SEGNI PARTICOLARI: Da adulto, una cicatrice a forma di X al centro della fronte.
PARENTI CONOSCIUTI: Nessuno. Da quel che sappiamo è orfano.
COSTELLAZIONE / SIMBOLO: Leone, quinta costellazione dello zodiaco.
ELEMENTO: Fulmine
ARMATURA / ARMI: Armatura d'oro del Leone, versione Cloth Stone. Pur non avendo speciali caratteristiche, come tutte le armature dorate quella di Mykene ha un'altissima resistenza ai colpi e congela solo allo zero assoluto (- 273.16 °C). Quando non è indossata, esiste sotto forma di Cloth Stone e ha l'aspetto di una gemma ottagonale dorata.
STIRPE: Cavaliere d'oro di Atene, protettore della quinta casa del Grande Tempio.
PRIMA APPARIZIONE: Saint Seiya Omega episodio 10, "Missione suicida! Un altro Cavaliere d'Oro!".
EPISODI (SAGA): 10, 13, 29-30, 35-36, 41 (Mars).
NUMERI DEL MANGA: /
COLPI SEGRETI / POTERI: Mykene possiede due colpi segreti, il primo dei quali è il King's Roar. E' una tecnica molto particolare composta da due fasi distinte, che Mykene esegue concentrando il cosmo in una piccola sfera nella mano e poi lasciandola esplodere verso l'alto, dove forma una specie di corridoio o spirale di energia. Nella prima fase, l'attacco vero e proprio è preceduto da un ruggito, che in realtà è a tutti gli effetti una tecnica sonica visto che paralizza quasi completamente il nemico, rendendolo poi vulnerabile alla seconda fase, ovvero un colpo di energia dalle sembianze di leone. Normalmente, gli attacchi sonori sono in realtà prodotti dal cosmo e bypassano le orecchie, rendendo ad esempio inutile sfondare i timpani o tappare le orecchie, ma è difficile dire se ciò valga anche per la prima parte del King's Roar. Da una parte, è infatti possibile annullarlo con un altro attacco sonico, come fatto da Haruto che pure non possiede poteri di questo tipo; dall'altra, coprire le orecchie è inutile, e gli effetti del ruggito sono di gran lunga superiori a quelli di un verso normale. Il ruggito può paralizzare più di un nemico la volta, ma dura solo pochi secondi e Mykene non lo utilizza mai separatamente dal resto dell'attacco. La fase energetica è più banale, un leone di luce e cosmo che investe i nemici e li lancia verso l'alto. Non sembra particolarmente potente visto che Haruto e Soma si rialzano ripetutamente dopo averlo subito, ma può essere eseguito ripetutamente ed è impossibile stabilire se Mykene lo avesse sferrato alla massima energia, vista la sua intenzione di convincere i nemici a ritirarsi. Gli effetti del ruggito vengono simbolicamente paragonati a quelli del verso del vero leone, che paralizza la preda dalla paura.
Il secondo colpo segreto è il King's Emblem, che Mykene considera la sua arma più potente. Simile al Sacro Leo, è un fascio di energia che distrugge tutto quanto incontra sul suo cammino, incluso il suolo, e colpisce frontalmente il nemico. Ha una potenza tale da sovrastare il colpo segreto di Haruto, metterlo fuori combattimento e danneggiarne l'armatura di bronzo appena riparata da Kiki. Per lanciare il colpo, Mykene concentra il cosmo nel pugno destro e lo sferra in avanti, generando un attacco energetico dalle vaghe sembianze leonine e dall'ampiezza media. Lo vediamo usato un'unica volta, ma si può supporre che Mykene possa lanciarlo sia di destro che di sinistro, o modificarne il raggio e l'ampiezza. A parte questi colpi segreti, Mykene è in grado di muoversi alla velocità della luce e tende a sfruttarla in combattimento, schivando e portandosi vicino all'avversario quando lotta a mani nude. Predilige le tecniche di pugno e tende a frenarsi, causando il minimo danno necessario, ma anche così sfonda senza difficoltà lo scudo del Dragone con la sola pressione del pugno. Può combattere agevolmente anche circondato dal cosmo di oscurità. In un'occasione, erige letteralmente dal nulla un'arena, ma non è chiaro se si tratti di teletrasporto o se la costruisca lì per lì in qualche modo. Il dominare l'elemento fulmine gli fornisce infine un certo controllo sull'elettricità.
STORIA: Le origini di Mykene sono sconosciute, ma in gioventù divenne uomo fidato di Mars, già al tempo in cui quest'ultimo si chiamava ancora Ludwig. Non sappiamo come si siano conosciuti, né in che modo Mykene abbia sviluppato un cosmo da Cavaliere d'Oro o sia stato addestrato, ma sin da giovane aveva una personalità estremamente orgogliosa e leale, e un senso di giustizia tale da permettergli di riconoscere la nobiltà di intenti di Mars, disposto a combattere e rischiare la vita per la creazione di un nuovo mondo al posto dell'attuale, corrotto da guerre e sofferenze. Spinto da questo senso di lealtà, Mykene accettò di lottare al suo fianco durante la prima guerra contro Atena, pur sapendo che nel nuovo mondo sarebbe stata la forza a decidere la giustizia. Mars però gli chiese di restare in disparte e usare le sue capacità per proteggere il nuovo mondo e i suoi figli, in particolare addestrando il suo secondogenito Eden. Un tale atto di fiducia colpì profondamente Mykene, che rinnovò il suo giuramento di fedeltà a Mars e accettò la sua richiesta. I conflitti contro Atena però non andarono come Mars si aspettava: nel primo, a un passo dalla sconfitta venne colpito da un meteorite di oscurità che gli donò nuovi poteri, rendendolo però anche meno umano, mentre nel secondo riuscì a ferire la Dea e i suoi cinque paladini, ma venne anche costretto a circa tredici anni di riposo.
Seguendo la sua volontà, in questo periodo Mykene iniziò ad addestrare Eden, preparandolo all'idea di diventare in futuro Cavaliere di Atena. Pur essendo nemico della Dea attuale, incarnata come Lady Isabel di Thule, Mars non era contrario al concetto di giustizia in sé, e voleva rimpiazzare Isabel con una nuova Atena che avrebbe protetto il nuovo mondo da lui creato. Probabilmente in questo stesso periodo anche Mykene completò un suo addestramento, diventando Cavaliere d'Oro - uno degli unici due in attività in quel momento insieme a Ionia del Capricorno, a sua volta segretamente alleato di Mars (vedi Note). L'addestramento di Mykene si rivelò fruttuoso per Eden, la cui forza crebbe ben oltre il livello di Cavaliere di Bronzo e poi d'Argento, permettendogli di resistere alle massacranti sessioni di allenamento del maestro. Mykene però non si limitò a temprarne il corpo, ma ne rafforzò anche le motivazioni, spingendolo a diventare sempre più forte per proteggere la futura Atena, una bambina di nome Aria che entrambi conoscevano. In questi anni, l'affetto di Mykene verso Eden crebbe, unendosi a fedeltà e ammirazione. Sempre in questo periodo, Mykene ebbe a che fare anche con Sonia, primogenita di Mars, e con Medea, la misteriosa compagna del suo padrone nonché madre di Eden e regente in attesa del suo ritorno. Alla fine, Eden divenne Cavaliere di Orione, ma Mykene continuò comunque ad allenarlo sottoponendolo a prove sempre più gravose in circostanze svantaggiose.
Trascorsi tredici anni, Mars si risvegliò e attaccò Isabel, riuscendo a imprigionarla. Dopo essersi finto un alleato della Dea, sfruttò poi i poteri di Aria per distruggere il Grande Tempio ed erigere la Torre di Babele, al cui interno imprigionò tutti i Cavalieri catturati per risucchiarne il cosmo e permettere al pianeta Marte di avvicinarsi alla Terra. Fatto ciò, avrebbe trasferito il cosmo terrestre sul pianeta rosso rendendolo abitabile e trasferendosi lì con gli esseri umani disposti ad accettare il suo regno. Mykene non si oppose a questi piani, ritenendoli necessari per il bene ultimo della Terra, e fu incaricato di proteggere la Torre di Babele e Aria che si trovava al suo interno. Venne però inaspettatamente attaccato da un gruppetto di giovani Cavalieri di Bronzo guidati da Koga di Pegasus, che riuscirono a rapire Aria - in realtà contraria ai piani di Mars - e a fuggire con lei. Mykene li inseguì e affrontò, ma tutto sommato si trattenne, sconfiggendo la maggior parte degli avversari senza causare loro ferite mortali, e non riuscendo a recuperare Aria. Si offrì allora di occuparsi delle ricerche, ma Mars gli chiese di restare alla Torre di Babele e delegare la caccia ai Cavalieri d'Argento sotto il comando di Sonia. Proseguì inoltre gli allenamenti di Eden, ammirandone la forza, ma notandone anche la rabbia nei confronti di Koga per aver portato via Aria.
Qualche tempo dopo, Mars riunì dodici nuovi Cavalieri d'Oro a lui fedeli in un nuovo Grande Tempio che si innalzava verso il cielo, mentre il cosmo del pianeta veniva rapidamente risucchiato e inviato su Marte. Mykene obbedì all'ordine di raccolta, fece conoscenza con i vari parigrado e si posizionò alla quinta casa, continuando però a frequentare sia la Torre di Babele che le stanze di Mars. Seppe inoltre della morte di Aria per mano di Mars stesso, vedendo l'effetto devastante che aveva avuto su Eden, profondamente legato all'amica d'infanzia. Questo gesto per la prima volta lo fece dubitare della giustizia delle azioni del suo signore, ma non abbastanza da spingerlo a tradirlo o voltargli le spalle. La sua fedeltà era ormai soprattutto devozione verso Eden, mentre crescevano i sospetti su Medea, che sembrava più interessata all'oscurità nascosta nel cosmo di Koga che non al benessere del figlio. Quando proprio Koga e i suoi compagni attaccarono il nuovo Santuario, Mykene ne percepì l'arrivo e si chiese quanto avanti sarebbero andati, sorpreso in particolare dall'esplosione del cosmo di Koga contro Harbinger del Toro.
Nel frattempo, Eden era caduto in preda a una depressione profonda per la morte di Aria, dalla quale non riusciva a scuotersi. Per di più, il ragazzo non riusciva a conciliare gli ideali del padre con il fatto che proprio lui l'avesse uccisa, e che Aria fosse morta di fatto combattendo fino all'ultimo per fermarlo e impedirgli di creare il tanto agognato nuovo mondo. Sonia per prima provò a scuoterlo con la forza da questo stato di passività, senza però alcun risultato. Intervenendo, Mykene protesse Eden dal pugno di Sonia con il proprio corpo e la convinse a lasciar fare a lui, promettendo che avrebbe permesso al ragazzo di superare i suoi dubbi. I due discussero per prima cosa dell'attacco dei Cavalieri di Bronzo, con Eden che riteneva sbagliata una guerra intestina tra Cavalieri, e Mykene invece convinto che i più maturi e potenti custodi dorati avessero l'obbligo morale di correggere gli errori dei loro giovani inferiori di bronzo. Per rimuovere i dubbi di Eden lo condusse all'interno di un'arena e affrontò, avvertendo che lo avrebbe ucciso se avesse ritenuto debole il suo cosmo. Inizialmente l'idea sembrò funzionare ed Eden reagì, ma poi la cosa portò a conseguenze inaspettate quando il ragazzo finì per chiedersi se non fosse possibile che ad essere nel torto fosse suo padre, e non Aria. Sconvolto da questa prospettiva, e dalla possibilità di una ribellione contro Mars che esse nascondevano, Mykene gli ricordò il loro obbligo di fedeltà e provò a convincerlo con la forza, ma uno degli ultimi frammenti del cosmo di Aria trasportò via il ragazzo, lasciando solo il Leone. Andato a scusarsi con Medea, Mykene rimase nuovamente perplesso dal suo maggior interesse in Koga che in Eden, e dall'apparente volontà di sacrificare il figlio se si fosse rivelato debole.
Intanto, due Cavalieri di Bronzo che Mykene aveva già affrontato alla Torre di Babele - Soma del Leone Minore e Haruto del Lupo - stavano per raggiungere la quinta casa. Fatto ritorno al suo tempio, Mykene li accolse senza troppa ostilità, intimando loro di andar via per aver salva la vita. Quando però iniziarono a insistere per passare, li affrontò con il King's Roar, inizialmente trattenendosi ma poi mettendo sempre più forza, impressionato dalla loro ostinazione che li spingeva ad alzarsi sempre e comunque e a sostenersi a vicenda. All'inizio inoltre Mykene rise dei loro sforzi, ma poi i ragazzi svilupparono una strategia adeguata che permise loro di annullare il King's Roar. Ammettendo di seguire Mars per il giuramento di fedeltà fatto anni prima, ammirò la loro persistenza e decise di finirli con il King's Emblem, ma Haruto fece da scudo a Soma con il proprio corpo pur di salvarlo. Il loro spirito di sacrificio, la forza del loro legame e il modo in cui potenziava i loro cosmi, aumentarono i dubbi di Mykene, che non poté fare a meno di pensare ancora a Eden e al desiderio che aveva da bambino per proteggere Aria, così simile a quello che ora muoveva Soma e Haruto.
In preda a una crisi di coscienza, Mykene rimase immobile contro il colpo segreto Lionet Bomber di Soma, subendo una leggera crepa sull'armatura d'oro. Inoltre, proprio in quel momento Eden prese finalmente una decisione e scelse di opporsi a Mars a costo della vita. Percependone la nuova scelta di campo, Mykene decise di rimanere fedele a lui piuttosto che a Mars e, in onore al legame dei suoi avversari, si dichiarò sconfitto e permise loro di proseguire. In seguito, percepì la tragica morte di Sonia, a sua volta vittima dei piani di Medea e incapace di rispettare le aspettative dei genitori.
Diverse ore dopo, Mykene si recò alle stanze di Medea, ritenendo che fosse in realtà lei la causa di tutte le cose spiacevoli che erano accadute, nonché la vera mente diabolica dietro il cambiamento di Mars. Deciso a giustiziarla, trovò a contrastarlo Amor dei Pesci, Cavaliere d'Oro di cui non aveva mai sentito parlare, che si rivelò essere il fratello minore di Medea stessa. Pienamente consapevole del ruolo di Medea negli eventi, Amor non era affatto interessato né a Mars né ad alcun discorso di lealtà, ma solo ad aiutarla a raggiungere i suoi fini. Non avendo altra scelta, Mykene decise di affrontarlo, avvertendo che uno scontro tra parigrado probabilmente si sarebbe trasformato in una guerra dei mille giorni che avrebbe annientato entrambi. Amor però rivelò un cosmo di oscurità immensamente superiore al suo, uccidendolo con la sola espansione della sua aura.
NOTE: Le informazioni presenti in questo profilo provengono dagli episodi 10, 13, 29-30, 35-36, 41 di Saint Seiya Omega, ambientata circa 13 anni nel futuro dopo gli eventi della serie classica. Di conseguenza, Mykene non esiste nel manga. In questa serie, le armature, se non indossate, vengono trasportate sottoforma di gioielli di vario tipo chiamati Cloth Stone, e quella del Leone compare nel 52° episodio in mano a Kiki, con l'aspetto di un prisma ottagonale dorato. Dal momento che gli episodi della seconda stagione sono opera di uno staff diverso da quelli della prima, non sappiamo se l'aspetto originale della Cloth Stone fosse sempre quello.
Mykene viene indirettamente nominato per la prima volta nel 4° episodio, quando Koga apprende che ci sono solo due Cavalieri d'Oro attivi. Questo significa che la sua investitura precede la presa di potere di Mars ed è avvenuta sotto Isabel, o per lo meno negli anni in cui quest'ultima era sull'isola insieme a Koga e Tisifone. È possibile che sia stata agevolata da Ionia, ma viene citato anche uno sconosciuto Grande Sacerdote, e sembra che né lui né Isabel stessa abbiano percepito la lealtà di Mykene a Mars, a confermare che gli ideali del guerriero erano comunque meritevoli del titolo, al di là della sua scelta di campo. A sostegno di questa teoria, anche l'armatura del Leone lo accetta come padrone. Il flashback con Mars è difficile da collocare, ma tra le righe sembra che Mykene fosse già al Grande Tempio in qualità di apprendista, o comunque in procinto di entrare. Ciò porrebbe il suo addestramento in parallelo alla prima guerra tra Atena e Mars, e lascerebbe intendere che Mykene abbia incontrato anche Pegasus, Sirio e gli altri Cavalieri leggendari, di cui però non parla mai. In quest'ottica, Mykene avrebbe finto fedeltà ad Atena per almeno 13 anni e la sua fedeltà a Mars precederebbe quella di Ionia.
A parte Ionia, Mykene sembra il Cavaliere d'Oro più anziano, con vistose rughe sulla fronte e sul viso. Era un giovane adulto già all'epoca del flashback, quindi è ipotizzabile sia poco sotto i quarant'anni. Non sappiamo come abbia incontrato Mars, ma il fatto che lo chiami Ludwig suggerisce o un grado di intimità tra i due - con Mars che gli avrebbe rivelato il suo vero nome e la sua storia - o la possibilità che si conoscessero da prima del risveglio del dio della guerra. In Omega, tutti i Cavalieri d'Oro hanno un titolo, ma Mykene si limita a definirsi "il più orgoglioso e onorevole" tra i dodici. In effetti, pur essendo schierato tra i nemici per buona parte della serie, si contraddistingue sempre per un atteggiamento pacato e magnanimo, mostrato ogni volta in cui si trattiene con i nemici e causa loro meno danni possibile. Ciò lo rende totalmente opposto dal suo predecessore Ioria, quasi sempre dalla parte del giusto ma notoriamente aggressivo e istintivo. Proprio la lealtà, prima a Ludwig e poi a Eden, è il suo tratto più caratteristico, probabilmente basato sull'impostazione del rapporto di devozione di un samurai al suo signore. Come maestro, Mykene si posiziona tra i migliori di sempre, riuscendo a fare di Eden un Cavaliere superiore a quelli d'argento, ma anche instillando in lui i giusti ideali di un difensore di Atena.
Fisicamente, Mykene ha una stazza notevole e svetta sopra la maggior parte dei personaggi. L'origine della cicatrice a X che ha sulla fronte non viene mai svelata, ma è venuta fuori nei tredici anni intercorsi tra le due guerre tra Atena e Mars. Considerando che in questi anni non dovrebbe aver affrontato chissà quali nemici, è possibile che sia stato Eden a causarla durante una sessione di allenamento. Il suo elemento non viene mai svelato nella serie, ma è citato nel videogioco Saint Seiya Ultimate Cosmos per PSP. Un'apparente contraddizione è la fiammella che sembra disegnata sulla piastra posteriore del cinturino, ma è possibile sia in realtà una coda di leone stilizzata messa lì ironicamente.
Nello scontro finale con Amor, il povero Mykene viene ucciso dalla sola espansione cosmica dell'avversario, un evento mai visto per un Cavaliere d'Oro di qualsiasi serie al punto da far ipotizzare un combattimento più lungo avvenuto fuori scena, che le immagini però non supportano in alcun modo. Ciò rende difficile quantificare la forza del Cavaliere, che fino a quel momento era sembrato ragionevolmente forte, ma dopotutto aveva sempre avuto a che fare con avversari privi del settimo senso. Premessa l'immensa forza di Amor, è impossibile dire in che misura la sconfitta sia demerito di Mykene o merito dell'avversario.
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