MANIGOLDO DEL CANCRO

(CANCER MANIGOLDO)

ETA': 25 Anni

ALTEZZA: Sconosciuta

PESO: Sconosciuto

OCCHI: azzurri

CAPELLI: Blu

DATA DI NASCITA: sconosciuta

LUOGO DI NASCITA: Italia

GRUPPO SANGUIGNO: 0

SEGNI PARTICOLARI: Nessuno.

PARENTI CONOSCIUTI: Nessuno. È un orfano (vedi Note).

COSTELLAZIONE / SIMBOLO: Cancro.

ARMATURA / ARMI: Armatura d’oro del Cancro.

STIRPE: Cavaliere d’oro del Cancro, custode della quarta casa.

PRIMA APPARIZIONE: Episodio 2, "Il risveglio di Hades" (Lost Canvas anime). Saint Seiya The Lost Canvas N°1 , 3°capitolo (Lost Canvas manga).

EPISODI (SAGA): 2, 13-18 (Lost Canvas anime)

NUMERI DEL MANGA: 1, 7-8 (Lost Canvas manga). Lost Canvas Extra n°4, 13-14.

COLPI SEGRETI / POTERI: Il principale colpo segreto di Manigoldo sono gli Strati di Spirito, la tecnica tipica dei cavalieri d’oro del Cancro. Concentrando l’energia spirituale nell’indice della mano, Manigoldo crea un’onda che separa l’anima del nemico dal suo corpo e che la catapulta nella Bocca di Ade, da dove non può fuggire a meno di interventi divini o simili. Lo stesso Manigoldo può, a piacimento, andare e tornare dalla Bocca di Ade.

Tecnica del tutto fisica e senza sprigionamento di cosmo è l’Acubens, che consiste nell’afferrare l’avversario e cingerlo in una presa con le gambe, compiendo poi una torsione che ne spezza il corpo, come una chela che sbriciola la preda. Seppur cruda, è una mossa in grado di spaccare armature di categoria inferiore come le Surplici o le corazze dei Cavalieri Neri. La risorsa migliore di Manigoldo tuttavia risulta essere il controllo sul fuoco fatuo o anche detto Fuoco di Volpe, ovvero la fiamma spirituale delle anime. Manigoldo è in grado di creare piccole sfere che intrappolano oggetti o animali (come le mosche di Veronica), dissipandole. Questo potere risulta poi essenziale per poter sviluppare i suoi attacchi più potenti: la Celeste Fiamma Demoniaca e l’Onda di Sepoltura Spirituale.

La Celeste Fiamma Demoniaca è una fiammata sparata dalla mano che si alimenta delle anime che il fuoco di volpe ha immobilizzato o colpito. È un colpo letale, che può bruciare le anime senza alcuna difficoltà, e presumibilmente può fare lo stesso anche con i corpi, risultando quindi ideale se l’avversario dispone di una virtuale invulnerabilità fisica come lo specter Veronica, che potenziato da Thanatos resta in vita anche dopo aver perso metà del suo corpo. L’Onda di Sepoltura Spirituale è una tecnica simile alla precedente e anch’essa si nutre di anime o entità spiritiche a cui preleva energia per potenziare il proprio attacco, che consiste in un pugno o raggio che provoca una tremenda esplosione. Più anime si assorbono e più forte diviene l’esplosione, tanto che il ruolo delle anime assorbite in tale tecnica è paragonato alla polvere da sparo. Al di là di queste tecniche, Manigoldo possiede i poteri tipici dei cavalieri d’oro e cioè capacità di muoversi alla velocità della luce e padronanza del settimo senso. Tratto del tutto peculiare di Manigoldo infine è quello di riuscire a vedere fin dalla tenera età le anime dei defunti.

STORIA: Manigoldo nasce in Italia, in un villaggio che fu depredato e distrutto da alcuni specter di Hades prima dello scoppio della Guerra Sacra e della comparsa del Dio dell’Oltretomba. Fin da piccolo ha manifestato la peculiare abilità di vedere i fuochi fatui, ovvero i residui delle anime delle persone morte. Fu il Grande Sacerdote Sage a trovarlo nel villaggio natio, come unico sopravvissuto. Manigoldo, allora bambino e vivendo di furti, era appoggiato in un muro diroccato atto a contemplare alcune anime di persone uccise nell’assalto degli specter. Vedendo una collana d’oro di Sage, finse di iniziare un dialogo con lui e definì "immondizia" i fuochi fatui rimasti. Dopodiché provò a ferire Sage con un pugnale per prendergli l’oggetto, ma il Grande Sacerdote, nonché ex-cavaliere d’oro del Cancro, lo bloccò e lo rimproverò dicendogli che sbaglia a considerarsi un "servo della morte". Sage, nonostante l’atteggiamento sprezzante di Manigoldo e stupendosi che un bambino avesse visto già così tante morti e spargimenti di sangue, gli rispose che la vita non è immondizia, ma è vasta e grande come l’universo. Una vita umana presa singolarmente è poca cosa, ma tutte le vite umane sono belle e risplendono quanto le stelle nel cielo. Attratto dalla flemma di Sage e dai suoi discorsi, Manigoldo lo seguì al Grande Tempio dove iniziò a essere istruito per divenire cavaliere.

Nei giorni di addestramento Manigoldo dimostrò di essere molto avanti rispetto ai suoi compagni, spesso frenati o turbati quando i duelli si facevano cruenti. Manigoldo invece, in virtù di quello che aveva passato, non dimostrava nessuna paura nei combattimenti. In un duello contro un altro aspirante, Manigoldo riuscì a stenderlo facilmente ma fu fermato da Sage, visibilmente contrariato per il suo modo di fare. Il Grande Sacerdote gli ordinò quindi di raggiungerlo nelle sue stanze più tardi, promettendogli che lo avrebbe allenato un po’ lui. Una volta lì, Sage separò la sua anima dal corpo e la spedì nella Bocca di Ade. Qui il ragazzo vide moltissime anime gettarsi nel cratere centrale del vulcano e fu lo stesso Sage, appena sopraggiunto, a dirgli che quelle anime erano di persone appena defunte. Alla domanda del ragazzo su dove si dirigessero, Sage gli rispose negli Inferi, dicendo che lì avrebbero trovato una dannazione eterna. Adirato per questa risposta e convinto che un defunto avesse già sofferto abbastanza nel momento della morte e che non meritasse ulteriore sofferenza ultraterrena, Manigoldo provò a salvare l’anima di una piccola bambina. Nonostante lo sforzo e il rischio di cadere anch’egli nella voragine, Manigoldo capì dal maestro che non c’è modo di evitare la morte. Ma c’è modo per contrastare la sofferenza degli Inferi e quel sistema è combattere Hades, signore di quel luogo, o di tutte quelle divinità che giocano con la vita umana ritenendola un passatempo. La missione di un cavaliere di Atena dunque è sconfiggere Hades anche per cambiare la vita dopo la morte, per porre fine alla dannazione eterna.

Negli anni successivi Manigoldo completò l’addestramento a cavaliere d’oro e ricevette l’armatura del Cancro, conoscendo pure numerosi suoi parigrado in una riunione indetta da Sage stesso che servì anche per dare istruzioni su come prepararsi per l’imminente Guerra Sacra. La dea Atena si era reincarnata in una bambina di nome Sasha ed era cresciuta in un orfanotrofio in Italia, a stretto contatto col fratello Alone, designato a essere il corpo di Hades, e l’amico Tenma, futuro cavaliere di Pegasus. Dopo circa due anni di preparativi alla Guerra, Manigoldo venne inviato in missione a Venezia insieme ad Albafica dei Pesci, per sventare una congiura ordita da alcuni cavalieri neri guidati da Don Avido. Quest'avventura lo portò a conoscere Gioca, ladruncola di strada che in realtà era l'unica superstite della stirpe dell'isola della Regina Nera, dove in passato erano stati imprigionati i Cavalieri Neri. Capace di percepire il cosmo, Gioca li condusse a una chiesa di periferia, dove Manigoldo affrontò e sconfisse Alegre della Balena Nera, nonostante quest'ultimo fosse immune ai suoi Strati di Spirito.

Dopo aver assistito allo scontro tra Albafica e Rusé del Corvo Nero, Manigoldo venne trasportato da Avido nella residenza di quest'ultimo, scoprendo rapidamente che era un enorme agglomerato di anime che l'uomo usava per la sua Onda di Sepoltura Spirituale. Amareggiato dal loro destino, Manigoldo non se la sentì di fare lo stesso e si sforzò di liberarle con gli Strati di Spirito, subendo nel mentre gli attacchi del nemico – accecato dalla passione per potere e ricchezza. Alla fine, il Cancro ebbe la meglio, ma Avido preferì suicidarsi piuttosto che lasciarsi sconfiggere, mostrando una coerenza che Manigoldo non poté fare a meno di ammirare.

Salutata Gioca, il Cavaliere fece ritorno al Santuario insieme ad Albafica, e fece rapporto al Grande Sacerdote, che lo inviò in Jamir per informare anche suo fratello Hakurei, e per chiedergli di affrettarsi a consegnare l'armatura dell'Ariete al suo allievo Sion, in vista dell'imminente risveglio di Hades. Hakurei rifiutò, generando un diverbio con Sion che costrinse Manigoldo a intervenire in aiuto di quest'ultimo, salvandolo dalla Bocca di Ade, e alla fine accettò che il suo allievo partisse alla ricerca della sua armatura. In mancanza di alternative, Manigoldo lo accompagnò.

Seguendo la voce dell'armatura dell'Ariete, i due arrivarono in un luogo desertico in Tibet, dove trovarono una città che era in realtà una specie di prigione temporale nella quale si trovava la corazza, vittima di un sigillo posto secoli prima dal dio Chronos. Guidati da un ragazzino di nome Yugo, appresero che in tutta quella situazione c'era anche lo zampino di Kairos, divinità del tempo e fratello di Chronos. Sion decise di avventurarsi nella distorsione temporale, lasciando indietro Manigoldo, che si ritrovò ad affrontare un frammento dello spirito di Kairos stesso.

Nonostante fosse poco più di un'ombra, la divinità – immune persino all'Onda di Sepoltura Spirituale – era troppo potente per il Cancro, ma alla fine la missione di Sion ebbe successo, e lo sforzo congiunto dei due Cavalieri d'Oro distrusse il frammento di Kairos, liberando la città dalla prigione temporale. Dopo la scomparsa di Yugo e degli altri prigionieri, che invecchiarono istantaneamente fino a scomparire, Manigoldo e Sion – ora ufficialmente Cavaliere dell'Ariete – tornarono al Santuario a fare rapporto.

Due anni dopo, il conflitto con Hades alla fine iniziò. Inizialmente Manigoldo non ricoprì compiti di particolare rilievo, almeno finché non morì Rasgado del Toro. La morte del collega turbò l’animo di Tenma di Pegasus, tanto che il cavaliere di bronzo si disse deciso ad abbandonare il Grande Tempio per continuare il conflitto da solo. Su ordine del Sacerdote, Manigoldo lo intercettò in tempo, ne criticò i piagnistei ribadendo che la guerra è fatta così, "di tante morti" e lo imprigionò per impedirgli fughe. Tuttavia il ragazzo riuscì a scappare grazie a Yato dell'Unicorno, che tramite un passaggio segreto lo fece fuggire.

In seguito Manigoldo fu incaricato di seguire le mosse di Tenma, Yato e Yuzuriha e di proteggerli. Dopo un breve dialogo con Doko di Libra, Manigoldo partì in missione. Rintracciò Tenma e gli altri nella Foresta della Morte in Italia, impegnati in un combattimento contro lo specter Veronica di Nasu. Poiché in difficoltà e accerchiati dagli zombie evocati dal nemico, Manigoldo intervenne e iniziò a duellare contro lo specter. Veronica tuttavia aveva ricevuto una piccola porzione del cosmo di Thanatos, rendendolo molto più ostico da eliminare. Lo stesso Manigoldo infatti, dopo averlo dimezzato con l’Acubens, si stupì di vederlo ancora in vita e capì che in quello stato non avrebbe potuto ucciderlo. Decise quindi di trascinarlo con sé nella Bocca di Ade. Una volta lì lo specter era solo un’anima e grazie alla sue tecniche, Manigoldo riportò una facile vittoria. In punto di morte però e spronato da Thanatos, Veronica tentò di bruciare assieme al nemico. In realtà Manigoldo sopravvisse e avvertì la posizione del cosmo di Thanatos, riuscendo a raggiungerlo nel palazzo situato sul cielo. Il cavaliere d’oro comparse dinanzi a Thanatos e Hypnos nel bel mezzo di una partita a scacchi fra i due. Hypnos se ne andò, lasciando al fratello il compito di sbarazzarsi dell’intruso.

Il duello fu sempre in salita per Manigoldo, tant’è che Thanatos non combatté nemmeno al massimo ma si limitò a dar vita ai pezzi dei suoi scacchi. Sconfitti gli scacchi, Manigoldo provò a bruciare Thanatos ma questi aprì il varco dimensionale noto come "Percorso degli Dei", un luogo in cui solo le divinità possono transitare e che dissolve gli altri esseri viventi. Fortunatamente però intervenne Sage, che grazie ai talismani scritti col sangue della Dea Atena dell’ultima Guerra Sacra, chiuse il varco dimensionale. Da lì in poi iniziò una sfida due contro uno fra Sage e Manigoldo contro il Dio della Morte. A differenza di Sage, freddo e pacato, Manigoldo si dimostrò abbastanza avventato nella sfida ma grazie alla sapiente guida del suo maestro riuscì anche a vanificare il Tartaros Phobia del nemico, e in seguito sferrò un potente pugno sul volto del dio, che lo irritò a tal punto da riaprire il varco dimensionale. Poiché i talismani erano finiti, Sage provò a separare l’anima del dio dal suo corpo, che sapeva non essere quello originale, poiché esso era al riparo nell’Elisio. Nel piano di Sage, separare l’anima dal corpo era l’unica strada per sconfiggere il nemico.

Tuttavia la resistenza dell’anima di Thanatos era notevole e l’attacco fallì, ma in un secondo momento fu Manigoldo a prendere d’infilata il dio e a iniziare a separargli nuovamente l’anima con gli Strati di Spirito. In quel momento il cavaliere disse al maestro di essere contento di averlo seguito quel giorno in cui s’incontrarono e così anche Sage si unì all’attacco, separando l’anima di Thanatos dal corpo. La forza del nemico però fu tale che la sua anima stava comunque per tornare all’interno del corpo, ma Manigoldo non si arrese e con un gesto eroico balzò verso di lui e, afferrato il corpo senz’anima del dio, si gettò nel mezzo del vortice dimensionale. In pochi attimi sia lui che il corpo del nemico si disgregarono, lasciando soltanto l'anima di Thanatos, che venne poco dopo imprigionata da Sage a prezzo della vita.

Poco dopo ai piedi della Foresta dov’erano Tenma e gli altri, Manigoldo comparve in forma di spirito proprio al cavaliere di Pegasus per salutarlo brevemente e poi, sempre in forma incorporea, si recò al Grande Tempio e consegnò a Sion l’elmo da Gran Sacerdote, scomparendo infine definitivamente.

La sua anima fece ritorno un'ultima volta nel corso del duello finale contro Hades: insieme a quelle degli altri nove Cavalieri d'Oro caduti in guerra, aiutò Sion e Doko della Bilancia a epurare il corpo di Alone dallo spirito del dio, mettendolo in fuga.

NOTE: Le informazioni presenti in questo profilo provengono dal manga Saint Seiya The Lost Canvas n° 1 (3° capitolo), n° 7 (capitoli 52, 56 e 60) e n°8 (capitoli 61-68). La numerazione segue l’edizione originale, mentre in quella italiana della Panini ogni volume è per lunghezza la metà di quello originale (difatti The Lost Canvas in edizione originale dura 25 albi, mentre in quella italiana 50). Oltre a ciò le informazioni prendono spunto anche da tre albi extra, facenti parte del progetto "Anectodes", ovvero volumi dedicati ai Cavalieri d'Oro presentati in Saint Seiya The Lost Canvas. In particolare il riferimento è a Saint Seiya The Lost Canvas Anectodes n°4, 13 e 14. In Italia gli Anectodes sono stati tradotti semplicemente in: "Saint Seiya The Lost Canvas Extra".

Dichiaratamente orfano, Manigoldo è di origini italiane, come evidente dal nome che va però usato nella sua accezione originaria di boia, esecutore. In un'intervista nel libretto del 3° DVD della seconda stagione di Lost Canvas, l'autrice Shiori Teshirogi ha spiegato di aver voluto portare avanti un parallelismo tra lui e Tenma, entrambi orfani cresciuti in Italia. La nazionalità di Manigoldo inoltre è un omaggio al Cancer originale, DeathMask. Si può supporre che, senza l'incontro con Sage, Manigoldo sarebbe cresciuto diventando un assassino. L'età è stata indicata in coda al volume 22 del manga (44 in Italia).

In termini di personalità e poteri, Manigoldo è chiaramente un tentativo – peraltro riuscito – di nobilitare la figura del Cancro mantenendone però l'atteggiamento da "cattivo ragazzo". Amato dai fan per il suo essere strafottente e sopra le righe, in diverse occasioni mostra sia uno spirito duro ma sensibile che una buona forza, messa alla prova nel combattimento con Thanatos. È però inferiore al maestro Sage, come evidente proprio nel duello con Thanatos. Il suo parco tecniche è quello che ha ricevuto più aggiunte rispetto alla serie classica, con l'Onda di Sepoltura Spirituale, la Celeste Fiamma Demoniaca, l'Acubens e il Fuoco di Volpe introdotti appositamente per lui e il maestro.

Profilo by Zenon di Scorpio e Shiryu