GALARIAN STEINER/GALAN
ETA': Sconosciuta, 31 anni circa.
ALTEZZA: Sconosciuta. 1.90 M circa
PESO: Sconosciuto. 80 Kg circa
OCCHI: Azzurri
CAPELLI: Biondi.
DATA DI NASCITA: Sconosciuta.
LUOGO DI NASCITA: Sconosciuto, ma in Grecia
GRUPPO SANGUIGNO: /
SEGNI PARTICOLARI: Galan ha perso l'occhio e il braccio destro. Il primo è segnato da una piccola verticale, mentre il secondo è stato sostituito con una protesi dalla spalla in giù.
PARENTI CONOSCIUTI: Galan ha perso la mamma per malattia, ma dovrebbe avere ancora una sorella minore.
COSTELLAZIONE / SIMBOLO: Galan non è un Cavaliere e non possiede una costellazione guida, ma in passato si era allenato per l'armatura d'oro del Leone, e quindi appartiene a questo segno zodiacale.
ARMATURA / ARMI: Nessuna.
STIRPE: Servitore della casa del Leone, ex apprendista Cavaliere.
PRIMA APPARIZIONE: Episode G n°1, 3° capitolo (numero 2 in Italia) (manga).
EPISODI (SAGA): /
NUMERI DEL MANGA: Episode G n° 0, 1, 5-6, 8, 11-12, 14, 16, 19-20 (0, 2, 9-12, 16, 21-24, 27-28, 31-32, 37-40 in Italia).
COLPI SEGRETI / POTERI: Galan non è un Cavaliere e non mostra mai alcun colpo segreto, ma in gioventù è stato a lungo candidato all'armatura del Leone, tanto che Micene si dice convinto l'otterrà lui. Questo presuppone un cosmo paragonabile ai Cavalieri d'Oro, e in effetti per qualche secondo in duello riesce a tenere testa a Micene e a sopravvivere all'Infinity Break, seppur con gravi menomazioni. Galan stesso però rimane sorpreso dal potere del Sagittario, e la brevità dello scontro suggerisce che il suo livello è inferiore a quello dell'avversario. In età adulta, mantiene un adeguato stato di forma anche privo del braccio destro e riesce a distruggere facilmente gli scheletri di Minosse, segno che è ancora in grado di bruciare il cosmo. Si è però ormai del tutto ritirato da qualsiasi compito militare e lascia praticamente sempre la battaglia a Ioria, quindi è impossibile intuirne correttamente la forza. A parte questo, Galan ha ottime doti amministrative e organizzative, si mostra in grado di avere a che fare con le autorità e i governi stranieri e gestisce senza difficoltà la casa del Leone.
STORIA: La maggior parte del passato di Galarian Steiner, normalmente soprannominato Galan, è sconosciuta, ma nacque in Grecia (vedi Note) e in qualche modo venne a sapere dell'esistenza dei Cavalieri di Atena, leggendari difensori della giustizia. Pur non essendo orfano e anzi continuando a mantenere i contatti con la madre e la sorella, Galan si trasferì al Grande Tempio della Dea e iniziò il faticoso addestramento per il rango più alto: quello di Cavaliere d'Oro. In questi anni, conobbe e fece amicizia con Micene del Sagittario, più grande di lui e inizialmente suo compagno di allenamento, che poi divenne custode dorato del Sagittario, e in seguito con il suo piccolissimo fratello minore Ioria. Nonostante Galan avesse un carattere un po' più maturo e serioso, lui e Micene erano quasi coetanei e la loro amicizia si rafforzò fino a diventare quasi un legame fraterno.
Durante l'addestramento, Galan mostrò doti tali da convincere Micene che sarebbe certamente diventato Cavaliere d'Oro, idea in cui in fondo credeva lui stesso pur essendo di natura più fatalista e convinto che il destino fosse deciso dagli dei e dalle stelle. Abile anche nello svolgimento degli incarichi amministrativi e diplomatici, era tenuto abbastanza in considerazione dal Grande Sacerdote da essere inviato come supporto a Micene durante una missione in Egitto, per la quale si occupò soprattutto di tenere i contatti col governo. Nonostante Micene gli fosse superiore di rango e autorità, la loro amicizia era tale che Galan non esitò a sgridarlo per aver portato Ioria con sé e avergli persino affidato un incarico importante. Il Cavaliere, che stava addestrando personalmente il fratellino, rispose esortandolo a fidarsi di lui e Ioria, del quale non gli erano sfuggite le doti. In effetti, la missione fu un successo e il trio poté ben presto far ritorno in Grecia dopo aver impedito la resurrezione del dio Apopi.
Poco tempo dopo però, accadde un evento che segnò per sempre la vita di Galan: una missiva di sua sorella che lo informava di come le condizioni di salute della loro madre fossero drasticamente peggiorate. Ormai a conoscenza dei segreti del Grande Tempio, Galan prese una decisione estrema e rubò il più grande tesoro ivi custodito, ovvero l'ichor di Atena, il sangue divino in grado di guarire qualsiasi male. Era un atto di tradimento punito con la morte, ma Galan preferì accollarselo da solo piuttosto che parlarne con Micene, immaginando che l'amico si sarebbe esposto in prima persona con il Grande Sacerdote finendo per mettere a rischio sia il proprio grado che l'ordine del Santuario. Purtroppo però il suo gesto fu inutile perché, a furto compiuto, tornò a casa solo per scoprire che la madre era già morta.
Guidato dal proprio senso dell'onore, Galan tornò al Santuario e si costituì, senza però rivelare le ragioni dietro il suo gesto. Venne così rinchiuso in catene nella Prigione di Urano e condannato a morte tramite combattimento con un prescelto del Grande Tempio. Fu solo durante una visita di Ioria e Micene che rivelò loro la verità, chiedendogli però di non intromettersi perché aveva pur sempre commesso un grave crimine di sua volontà. Il suo unico desiderio a quel punto era cadere combattendo contro un amico stimato, e così chiese a Micene che potesse essere lui il suo avversario. Rispettandone la volontà, il Sagittario accettò e il giorno dopo i due si scontrarono nell'arena, senza freni o esitazioni. Confessando la sua stima per Micene, Galan si impegnò al massimo, ma il Cavaliere d'Oro non fu da meno e, pur volendo lottare alla pari senza armatura, in segno di rispetto lanciò il suo colpo più potente, l'Infinity Break. Nella battaglia, Galan perse l'occhio e il braccio destro, ma ottenne anche il perdono del Grande Tempio e il permesso di restare lì in qualità di servitore di Ioria. Questi eventi cambiarono la sua visione del mondo, convincendolo che gli uomini potessero mutare il proprio destino se abbastanza forti da tentare. In seguito, Ioria completò l'addestramento e divenne Cavaliere d'Oro del Leone.
Qualche tempo dopo, un altro evento drammatico cambiò ulteriormente la vita di Galan: per ragioni sconosciute, Micene parve tradire il Grande Tempio e fuggì con la neonata Atena, da pochissimi giorni tornata alla vita in preparazione alle future guerre sacre. Per questo atto empio, Micene venne inseguito e ucciso dagli altri Cavalieri d'Oro, e tutti coloro che erano associati a lui vennero visti con sospetto e disprezzo. In particolare Ioria, che adorava il fratello maggiore e non aveva nessun altro al mondo, reagì comprensibilmente male, chiudendosi in se stesso e diventando oggetto di critiche e calunnie, oltre che riversandosi anima e corpo sul perfezionamento dell'addestramento nella speranza che diventare più forte potesse un giorno permettergli di ristabilire il nome di Micene. Minato dai sensi di colpa per non aver potuto aiutare il fratello, Ioria preparò per lui una tomba simbolica insieme a Galan e vi legò il suo elmo d'oro, ritenendosi indegno della simbolica criniera del leone. Negli anni che seguirono, Galan, ormai divenuto il gestore della casa del Leone nonché l'unico amico e confidente di Ioria, gli rimase accanto con la sua saggezza, lodandolo in particolare per il non cedere alla tentazione di uccidere chi si prendeva gioco di lui. Ioria gli chiese persino di fargli da nuovo maestro, ma Galan - pur convenendo che avrebbe dovuto modificare le routine usate da bambino con Micene - rifiutò per via delle sue menomazioni, spiegandogli che la forza di un Cavaliere non consiste nell'uccidere ma nel proteggere, e che il potere più grande di tutti è il coraggio.
Convinto che un vero servitore dovesse per prima cosa capire il suo padrone, Galan trascorse anni con Ioria, predendosi cura dell'amministrazione e della gestione delle finanze della casa del Leone. Il rispetto e l'amicizia tra i due crebbe enormemente, e Galan imparò a leggere e ammirare il nobile cuore del ragazzo. Pur essendo un faro nella notte per il giovane Cavaliere d'Oro, neppure la sua presenza riuscì però a renderlo del tutto meno ombroso, o a farlo riconciliare con gli altri Cavalieri d'Oro. Per evitarli, Ioria evitò tutte le riunioni facoltative, e passò più tempo possibile lontano dal Grande Tempio. Un giorno però, in seguito a una missione, portò con sé a casa una piccola orfana di nome Lythos, giurando di proteggerla come una sorella e facendone un'ancella nella casa del Leone. Galan accolse bene la bambina, raccontandole senza imbarazzo la sua storia e introducendola al mondo dei Cavalieri. Nonostante alcuni qui pro quo tra lei e Ioria, apprezzò in particolare la ventata di allegria che il suo arrivo aveva portato, e i tre trascorsero un po' di tempo come una vera famiglia, mangiando insieme all'aperto. Fin troppo ligio al dovere, Galan incorse nelle ire del padrone rifiutandosi di lasciarlo bere vino a causa della giovane età e allungandolo con l'acqua.
Questi tempi lieti non erano destinati a durare, a causa delle trame della divinità ancestrale Ponto e dei Titani comandati da Crono. Volendo testare la forza di Ioria, Ponto impose una maledizione sulla protesi di Galan e ne prese il controllo, obbligandolo a combattere contro Ioria, che dal canto suo non voleva assolutamente fargli del male e inizialmente si lasciò ferire senza contrattaccare. La fiducia del ragazzo permise a Galan di reagire e di contrastare il cosmo di Ponto con il proprio abbastanza a lungo da permettere al Leone di distruggere la protesi e liberarlo. Tornato in sé, Galan non aveva alcun ricordo di quanto avvenuto, ma il Grande Tempio non poté ignorare la cosa e indì un Chrysos Synagein, la riunione plenaria a cui tutti i Cavalieri d'Oro erano obbligati a partecipare. Inizialmente Ioria avrebbe voluto rifiutare, ma poi Galan lo convinse ad andare per il bene di Lythos, che si era introdotta nella sala della riunione per timore che il Cavaliere venisse punito.
Nei mesi che seguirono, i Cavalieri d'Oro si trovarono ad affrontare i redivivi Titani, in un lungo e sanguinoso conflitto. Pur restando spesso al Grande Tempio, Galan accompagnò Ioria e Lythos in una missione a Creta, dove lo spettro diabolico del leggendario re Minosse, tornato alla vita a causa del cosmo dei Titani, aveva iniziato a rapire bambini greci e a portarli nel labirinto di Cnosso come nelle epoche mitologiche. Incaricato della gestione del viaggio, Galan preferì risparmiare e muoversi via mare, anche perché Ioria e Lythos avevano la brutta abitudine di sottrarre di nascosto denaro dalla cassa del tempio. Al di là di questo inconveniente, raccontò loro la leggenda del Minotauro e li accompagnò nel labirinto, fino a incontrare Minosse e affrontare i suoi scheletri guerrieri, liberando i bambini rapiti. Nel corso del combattimento, Galan ebbe modo di apprezzare la crescita di Ioria sia come uomo che come guerriero, e a battaglia conclusa condusse tutti fuori con il leggendario Filo di Arianna prestatogli dal Grande Tempio. Neanche il tempo di fare ritorno, e Ioria venne inviato di nuovo in missione, stavolta in India per proteggere Virgo durante la meditazione che gli avrebbe permesso di respingere il cosmo dei Titani. Vista la pericolosità della missione, Galan inizialmente rimase in disparte con Lythos, cui raccontò la storia del suo duello con Micene, mentre Ioria se la vedeva con il Titano Ceo. Vittorioso ma gravemente ferito, il Cavaliere venne salvato proprio da Virgo contro i due Giganti Vento Bianco e Fulmine Nero. Avendo assistito a quest'ultimo scontro, Galan ringraziò Virgo in nome di Ioria, ormai svenuto, e accettò a sua volta la gratitudine del Cavaliere d'Oro, promettendo che l'avrebbe riferita al padrone. Durante il viaggio di ritorno in Grecia, lui e Lythos si fermarono in un villaggio per permettere a Ioria di riprendersi, e lì Galan riferì il messaggio, occupandosi anche della cucina e della difficile coesistenza tra il padrone e Scorpio, inviato a proteggerlo. Quando il redivivo eroe Ettore li attaccò, Galan suggerì di spostarsi altrove, ma Ioria lo convinse a fidarsi di Scorpio e restare lì.
Appena fatto ritorno al Grande Tempio, la situazione precipitò e Crono attaccò di persona, proprio mentre la maggior parte dei Cavalieri d'Oro erano impossibilitati ad abbandonare i rispettivi templi per un ordine del Sacerdote. Galan inizialmente rassicurò Lythos convincendola ad avere fiducia in Ioria, ma poco più tardi fu proprio la bambina ad essere rapita e trascinata nel Tartaro come parte di un complesso piano per attirare Ioria e costringerlo a sbloccare i ricordi di Crono, misteriosamente vittima di amnesia. Il Cavaliere si recò così nel Labirinto dei Titani, ben presto seguito da altri custodi dorati, ma Galan rimase al Grande Tempio a pregare per lui. Il suo sostegno spirituale si rivelò fondamentale sin dall'inizio, quando l'affetto per Ioria rese la perdita del braccio avvenuta anni prima un'applicazione simbolica del principio di causalità, permettendo al Cavaliere di raggiungere la Dunamis - il cosmo divino - e riattaccare il proprio, andato mozzato nel corso del primo duello con Ponto. Di fatto, quindi, era come se Galan già anni prima avesse inconsciamente sacrificato il braccio affinché il giovane padrone potesse in futuro salvare il proprio.
Sempre pregando per Ioria, Galan si recò alla tomba di Micene con del vino e dei fiori, scegliendo i giacinti come simbolo dell'amore che supera il cordoglio. Era infatti sua convinzione che il Cavaliere di Leo dovesse ormai lasciarsi alle spalle l'ingombrante ombra del fratello e riprendere a indossare il suo elmo, visto che si era mostrato ampiamente degno dell'armatura d'oro. I suoi pensieri si rivelarono profetici e proprio poco dopo il diadema volò nel Tartaro e raggiunse il padrone, permettendogli di combattere al meglio contro Ceo. Il suo legame spirituale con Ioria venne ulteriormente confermato poco dopo, quando la protesi di Galan andò in pezzi in seguito alla quasi completa distruzione del braccio destro di Ioria ad opera dell'Ouroboros di Iperione. Infine, subito prima del duello finale con Crono, Ioria contattò telepaticamente Galan, che lo rassicurò e confermò la sua totale fiducia. Alla fine così, fu anche grazie a lui che il Cavaliere d'Oro riuscì a trionfare sui Titani, salvare Lythos e fare ritorno sulla Terra.
NOTE: Le informazioni presenti in questo profilo provengono dai numeri 0, 1, 5-6, 8, 11-12, 14, 16, 19-20 di Episode G, edizione originale. L'idea che i Cavalieri d'Oro abbiano un seguito e dei servitori è propria di questo manga, e così Galan non compare in alcuna altra opera, né sappiamo che fine faccia in Episode G e come mai non sia presente durante gli eventi della serie classica. Contraltare alla piccola Lythos, la sua figura serve un po' come grillo parlante e un po' come fratello maggiore per Ioria, anche se il non poter partecipare attivamente agli scontri lo relega progressivamente ai margini della vicenda. Galan si dimostra comunque una persona rispettosa, profonda, leale e con un grande senso dell'onore, in grado di intuire i patimenti di Ioria e di trovare le parole giuste per sostenerlo senza essere ridondante. Possiede però anche un lato leggero, e sembra tener chiusi i cordoni della borsa. Se il suo rapporto con Ioria è caratterizzato da pacatezza da parte sua e occasionali momenti di ironica rabbia del ragazzo, quello con Micene è più paritario, ed anzi nello speciale del numero zero vediamo per una volta Galan perdere la pazienza, a simboleggiare la maggiore maturità del Sagittario.
Nel numero zero, Galan viene inviato come supporto per Micene nella missione in Egitto. All'epoca della pubblicazione, era inusuale per un apprendista ricevere già incarichi, seppur secondari, ma in seguito Lost Canvas ha mostrato, soprattutto nel gaiden su Sisifo, che è un'eventualità possibile per permettere ad allievi particolarmente promettenti di farsi le ossa sul campo. Da Micene, apprendiamo che Galan si allenava per l'armatura di Leo, segno che Ioria non mirava ancora a quella costellazione o che sarebbe dovuto essere il suo successore, se Galan avesse avuto successo. Non è del tutto chiaro se le ragioni del fallimento siano il furto dell'Ichor o se avesse già fallito la prova finale in precedenza, visto che si limita a dire di "non essere riuscito" a ottenere l'investitura. Episode G è spesso ricco di situazioni simboliche, e la perdita del braccio di Galan viene tirata in ballo come applicazione del "principio di causalità", a suggerire che sia stato una sorta di sacrificio inconscio per modificare il destino di Ioria e permettergli di riattaccarsi il braccio perso contro Ponto. Simbolismi a parte, è difficile dire se le cose siano davvero andate così, ma quando Ioria viene ferito al braccio destro da Iperione, la protesi di Galan va in pezzi, suggerendo che esista davvero un legame di qualche tipo. A proposito della protesi, l'esatta natura non viene mai chiarita, ma all'apparenza sembra un normale arto metallico snodato al gomito, utile soprattutto esteticamente ma privo di una vera funzionalità. Durante il viaggio a Creta però, è con il braccio destro che Galan combatte, e poco prima usa la mano artificiale per porgere un documento a un poliziotto, segno che è più utile di quanto appare, e che il servitore può utilizzarlo un po' grazie al cosmo. Dai rari flashback precedenti la menomazione, Galan sembra destro.
Il vero nome di Galan - Galarian Steiner - viene usato per la prima volta durante l'incontro con Virgo, a indicare che "Galan" sia solo un'abbreviazione/soprannome usato dagli amici. Sia il nome che la carnagione olivastra suggeriscono sia greco, ed è persino possibile che fosse originariamente un abitante di Rodorio, visto che non solo sa del Grande Tempio, ma la famiglia può persino contattarlo con lettere e missive. La sua casa natale compare solo in una breve scena alla morte della madre, e sembra arredata in maniera abbastanza semplice. D'altra parte, lui e la sorella non indossano le normali tuniche di Rodorio, ma abiti moderni, quindi non è neanche da escludere che abitino ad Atene o in qualche altra città limitrofa. In Episode G, il Grande Tempio ha una fitta rete di collegamenti con il mondo reale, e si serve spesso di artigiani o lavoratori esterni, che evidentemente mantengono il segreto. In un'occasione, viene accennato che Galan e Micene siano stati compagni di addestramento, probabilmente nel senso che per un periodo i loro allenamenti si erano sovrapposti prima che il secondo ottenesse l'investitura. In tutti i flashback, è sottinteso che il Grande Sacerdote fosse ancora Sion, al quale quindi si deve l'atto di clemenza di risparmiarlo, ma si capisce anche che la legge marziale fosse già in vigore prima del regno di Gemini per punire crimini particolarmente gravi.
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