ALBAFICA DEI PESCI
(PISCIS ALBAFICA)
ETA': 23 anni
ALTEZZA: Sconosciuta; 1.73 M circa
PESO: Sconosciuta; 82 Kg circa
OCCHI: Azzurri
CAPELLI: Blu
DATA DI NASCITA: Sconosciuta. 1719 circa.
LUOGO DI NASCITA: Sconosciuto
GRUPPO SANGUIGNO: Sconosciuto
SEGNI PARTICOLARI: Nessuno.
PARENTI CONOSCIUTI: Nessuno. Da quel che sappiamo probabilmente è orfano.
COSTELLAZIONE / SIMBOLO: Pesci, dodicesima costellazione dello zodiaco.
ARMATURA / ARMI: Armatura d'oro dei Pesci. L'armatura non ha caratteristiche particolari, ma come tutte le armature d'oro copre quasi interamente il corpo, è estremametne resistente e congela solo allo zero assoluto (- 273.16 °C).
STIRPE: Cavaliere d'oro di Atene del 1700 nella timeline alternativa di Lost Canvas, protettore della dodicesima casa del Grande Tempio.
PRIMA APPARIZIONE: Lost Canvas N° 1, 3° capitolo.
EPISODI (SAGA): 5, 6
NUMERI DEL MANGA: Lost Canvas 1, 3
COLPI SEGRETI / POTERI: Albafica possiede varie tecniche speciali, per lo più collegate alle rose di cui è armato. Queste sono divise in tre tipi: rosa rossa, rosa nera e rosa bianca, e possono essere sia reali che create dal cosmo del cavaliere. La rosa rossa, o Rosa di Fatale Bellezza, ha nelle spine e nel polline un veleno a rapida azione, che uccide l'avversario in pochi secondi senza però causargli dolore. Visto il loro aspetto inoffensivo, queste rose sono adatte ad essere usate come trappole, ed infatti Albafica spesso ne lascia a centinaia al suolo, creando un vero e proprio tappeto, calpestando il quale il nemico viene ferito e muore rapidamente. Un modo particolare di usare questo trucco è coprire di rose rosse la scalinata tra la dodicesima e la tredicesima casa, in modo da uccidere chiunque riesca nell'impresa di superare il Grande Tempio. In caso di necessità, Albafica può usare le rose più attivamente, lanciandole singolarmente o in gruppo contro i nemici, ed accellerando ulteriormente il loro effetto. Avendo passato molti anni a contatto con le rose, Albafica è immune al loro veleno. La seconda rosa è la rosa nera, o Rosa di Fatale Incanto, che è un'arma più aggressiva rispetto alla rosa rossa. Normalmente, Albafica la lancia contro la vittima, lasciando che il potere del fiore distrugga l'armatura e lo uccida. A differenza della rosa rossa, la rosa nera causa dolore e non contiene veleno, cosa che la rende inadatta ad essere usata per tendere trappole. Inoltre, la rosa nera può essere usata come difesa, visto che, grazie al cosmo di Albafica, è abbastanza forte da fermare attacchi di media intensità concentrati in un unico punto.
La terza rosa è la Rosa Bianca, che si dice essere la rosa originaria da cui derivano la rossa e la nera. La particolarità di questa rosa è che, una volta lanciata, si dirige automaticamente verso petto del nemico, conficcandosi nel cuore ed assorbendone il sangue. Nel giro di pochi minuti, la rosa da bianca diventa quindi rossa, lasciando senza vita il nemico. Per motivi sconosciuti, chi subisce la rosa non può normalmente estrarla da solo, a meno che non sia dotato di un cosmo abbastanza forte da permettergli di resistere ai suoi effetti. La Rosa Bianca può penetrare abbastanza facilmente qualsiasi armatura, con la possibile eccezione di quelle d'oro e divine, e raggiungere il cuore sia dal torace che dalla schiena. Albafica è inoltre in grado di seminare cespugli di rose bianche, capaci di reagire all'avvicinarsi di un cosmo nemico e di volare da sole per colpirlo al cuore, senza che il cavaliere sia presente a lanciarle. Di conseguenza, anche queste rose possono essere usate come trappole, per difendere luoghi strategicamente importanti.
L'ultimo colpo segreto di Albafica è il Crimson Thorn, che, a differenza delle tre precedenti, è una tecnica legata solo indirettamente alle rose. A causa del prolungato contatto con le rose rosse infatti, il sangue stesso di Albafica è diventato velenoso e può essere usato come arma. Nell'usare questa tecnica, il cavaliere, che deve avere almeno una ferita, fa sprizzare il sangue fuori dal proprio corpo, creando una specie di nebbia rossa in aria. Grazie al cosmo, Albafica può dare consistenza a questa nebbia, concentrando il sangue in una specie di enormi spine e dirigendole contro il nemico. Le spine sono abbastanza forti da penetrare un'armatura di media resistenza ed il corpo sottostante, facendo quindi entrare in circolo il sangue velenoso di Albafica ed uccidendo velocemente la vittima. Per quanto potente, questa tecnica ha dei punti deboli: in primo luogo, facendo uscire troppo sangue, Albafica rischia di morire lui stesso per lo sforzo. In secondo luogo, per quanto condensato, si tratta sempre di un liquido, e quindi un'armatura abbastanza resistente può ricevere le spine senza subire danni, annullando l'attacco. In caso di necessità comunque, Albafica può intingere una rosa bianca nel proprio sangue velenoso, unendo di fatto due tecniche e sfruttando la forza di penetrazione del fiore per distribuire il suo veleno, rendendolo doppiamente mortale. A parte questi colpi segreti, Albafica possiede i normali poteri di un cavaliere d'oro, può muoversi e colpire alla velocità della luce, e spaccare la roccia a mani nude. Il cavaliere è inoltre immune a qualsiasi veleno, ed anzi sembra possedere una certa affinità a riguardo, visto che è capace di attrarre verso se anche quello prodotto dai nemici. Infine, Albafica è dotato di grande forza di volontà e determinazione.
STORIA: Verosimilmente orfano di entrambi i genitori, Albafica venne in qualche modo a sapere dell'esistenza di Atena e dei suoi cavalieri, protettori della giustizia, e decise di addestrarsi per entrare nelle loro schiere. Nel corso dell'addestramento per l'investitura di cavaliere dei Pesci, Albafica entrò gradatamente in contatto con le rose avvelenate che sono tradizionalmente arma dell'ultimo custode dello Zodiaco, imparando pian piano a dominarle ed usarle senza dover temere gli effetti del veleno. Questa lenta assuefazione però portò un prezzo, perchè col tempo il sangue stesso di Albafica divenne velenoso, al punto che un semplice contatto avrebbe potuto rivelarsi mortale per una persona normale. Già di natura introversa, Albafica comprese di essere un pericolo per chi gli era vicino, e quindi si chiuse in se stesso, dedicandosi alla cura del proprio aspetto fisico, già bello per natura, in un tentativo di tenere lontano chiunque altro. Alla lunga, il suo atteggiamento schivo venne preso per senso di superiorità e mancanza di cordialità da coloro che abitavano nel Grande Tempio, anche se in molti, venendo a sapere del segreto del suo sangue, intuirono la vera natura del ragazzo.
Dopo un lungo addestramento, di cui non si sa nulla, Albafica divenne finalmente cavaliere d'oro dei Pesci e custode della dodicesima casa dello zodiaco, anche se questo non fece cambiare il suo comportamento. A parte pochi contatti con gli altri cavalieri d'oro, il ragazzo continuò a restare solo con se stesso, limitando al massimo le visite in luoghi popolati, come il vicino villaggio di Rodorio, e preferendo restare nel suo tempio a coltivare rose e curare la propria bellezza. Gli altri cavalieri d'oro vennero ben presto a conoscenza del segreto del loro compagno, ma non riuscirono comunque a costruire con lui particolari rapporti di amicizia. Ben presto, la vita al Grande Tempio si fece più frenetica. Atena, che si era reincarnata nel corpo della giovane Sasha, venne riportata nella zona sacra dopo aver vissuto i primi anni in un orfanotrofio in Italia, ignara delle proprie origini, ed il Grande Sacerdote riunì quanti più cavalieri possibile in vista dell'imminente guerra contro Hades, sovrano dell'aldilà e nemico storico della Dea. Albafica venne informato dell'imminente Guerra nel corso di una riunione con il Sacerdote e gli altri cavalieri d'oro.
Nonostante i preparativi alla guerra comunque, per circa due anni la vita continuò a scorrere tranquilla al Grande Tempio, cosa che permise a vari cavalieri di bronzo di completare i propri addestramenti. Albafica continuò a vivere come al solito, ma un giorno di pioggia, durante una passeggiata nel villaggio di Rodorio, si accorse di una bambina, che correva cercando di riparare un mazzo di fiori, destinati a Sasha, dall'acqua. Pur mantenendosi a qualche passo, per non rischiare di ferirla, e con fare distaccato, Albafica le gettò il proprio mantello per ripararla. La bambina cercò di ringraziarlo, ma il cavaliere proseguì senza voltarsi, dicendole solo di non avvicinarsi. Pur avendo buone intenzioni, Albafica sapeva che il suo comportamento sarebbe stato giudicato quantomeno asociale, e per questo fu abbastanza stupito quando la bambina giunse al suo tempio a riportargli il mantello. In realtà, in cuor suo, il cavaliere era affezionato agli abitanti di Rodorio, villaggio che, per la sua posizione, era sempre a rischio di un attacco nemico durante le guerre sacre. Consapevole che, in caso di attacco, i cavalieri avrebbero dovuto proteggere il Grande Tempio, abbandonando quindi Rodorio se necessario, Albafica piantò attorno al villaggio dei cespugli con le sue rose bianche, che avrebbero ucciso qualsiasi nemico in avvicinamento.
Come previsto, alla fine la Guerra Sacra contro Hades scoppiò in pieno. Dopo un tentativo fallimentare di sconfiggere il Dio in Italia, dove era comparso, i cavalieri si prepararono a difendere il Grande Tempio da possibili attacchi nemici, che non si fecero attendere. Quando i cavalieri di Hades, gli Spectre, invasero la zona sacra, Albafica cercò di impedire che Rodorio venisse devastato durante la loro marcia verso le Dodici Case, e così decise di andare incontro ai nemici, attendendoli a poche miglia dal villaggio. Dopo aver coperto di rose la scalinata tra la dodicesima e la tredicesima casa, il cavaliere attraversò Rodorio, incrociando per caso la bambina conosciuta tempo prima. Pur senza fermarsi o dir nulla, Albafica le lasciò una rosa, innocua, prima di proseguire nel cammino. Raggiunta una valle fuori dal villaggio, il cavaliere la riempì di rose rosse, e restò seduto su una roccia in attesa dell'arrivo degli Spectre, che non tardarono.
Guidati da Minosse, uno dei tre comandanti di Ade, numerosi Spectre raggiunsero il cavaliere, attaccandolo quasi subito. I primi morirono immediatamente per effetto delle rose rosse, ma uno di loro, Niobe di Deep, si mostrò in grado di annullare gli effetti del veleno dei fiori. Ne seguì un breve scontro, in cui Albafica, pur essendo sempre in vantaggio, venne ferito leggermente. Quando Niobe sferrò il proprio colpo segreto Deep Flagrance, creando una nuvola di profumo velenoso, Albafica fu costretto ad attirarla a se, per impedire che il vento la portasse fino a Rodorio, e così facendo, svelò involontariamente l'esistenza del villaggio ai nemici. Dopo aver usato, invano, anche la Rosa Nera contro Niobe, Albafica lo vinse sferrando il Crimson Thorn, e potè dedicarsi a Minosse.
A differenza del subalterno, il comandante si rivelò molto potente, al punto da spazzare via facilmente le rose rosse e mettere in crisi il cavaliere d'oro. Sadico e crudele, Minosse decise di far soffrire il nemico, inviando i suoi Spectre a sterminare gli abitanti di Rodorio che lui aveva cercato di proteggere. Fortunatamente, i guerrieri vennero uccisi dalle rose bianche piantate in precedenza da Albafica, ma questo non semplificò il combattimento contro il comandante, il cui colpo segreto Cosmic Marionette, mise in crisi il cavaliere d'oro. Sanguinante e con varie ossa rotte, Albafica continuò stoicamente a combattere, ignorando il dolore e le provocazioni del nemico, che lo ferì anche a volto per deturpare la sua bellezza. Alla fine, dopo aver fallito con la Rosa Nera, il cavaliere sferrò il Crimson Thorn, che però venne respinto dalle ali della Surplice di Minosse. Ormai privo di forze, Albafica subì in pieno il Cosmic Marionette, crollando a terra coperto di ferite e con numerose fratture. Dandolo per morto, Minosse decise di andare a distruggere Rodorio.
In realtà, Albafica era ancora vivo e, con uno sforzo di volontà, riuscì a rialzarsi. Consapevole che la sua fine era vicina, ma non volendo abbandonare gli abitanti di Rodorio, il cavaliere d'oro raggiunse il villaggio, arrivando appena in tempo per salvare Sion dell'Ariete, imprigionato a sua volta dal Cosmic Marionette nel tentativo di proteggere la bambina cui Albafica aveva donato un fiore. Chiedendo scusa al compagno per il ritardo, Albafica gli disse di voler finire da solo il combattimento, e rifiutò l'offerta di Minosse, ammirato dal suo coraggio, di andarsene restando vivo. Quando lo Spectre gli fece notare che ormai della sua bellezza non era rimasto molto, Albafica, con una rosa tra i denti, gli spiegò che fino a quel giorno aveva vissuto in solitudine, isolato dal suo sangue e preferendo concentrarsi sulla bellezza, ma che comunque non si sarebbe arreso.
Sferrando il Crimson Thorn, che venne fermato ancora una volta dalle ali della Surplice di Minosse, ed usandolo come diversivo, Albafica lanciò la rosa bianca, imbevendola anche del proprio sangue avvelenato e conficcandola nel cuore del nemico, che in un primo momento neppure se ne accorse. Gravemente ferito, Minosse cercò di vendicarsi spazzando via il cavaliere con il colpo segreto Gigantic Feather Flap, ma venne fermato da Sion e crollò al suolo. Vittorioso ma ormai dissanguato per lo sforzo del Crimson Thorn e per le gravi ferite, Albafica si accasciò al suolo, spegnendosi circondato dai petali delle sue rose rosse e dalle lacrime della bambina. In seguito, il suo corpo venne portato via da Sion, per essere adeguatamente seppellito.
NOTE: Le informazioni presenti in questo profilo provengono dai numeri 1 e 2 di Lost Canvas, ed in particolare dai capitoli 3 e 17-24. Albafica è fisicamente quasi identico al Fish della serie classica, ma il neo sotto l'occhio sinistro è meno prominente. Come tutti i personaggi di Lost Canvas, esiste in una timeline alternativa fuori continuity.
Come per quasi tutti i personaggi della serie, non si hanno notizie sull'infanzia di Albafica o sulle circostanze che lo hanno portato a diventare cavaliere di Atena, ma è verosimile che sia orfano visto che è così per quasi tutti i cavalieri. Inoltre, è possibile che si sia addestrato da solo, visto che vari cavalieri d'oro della serie classica sono autodidatti e non ci sono accenni ad un maestro. Il fatto che usi le rose, come Fish nella serie classica, suggerisce che questi fiori sono l'arma tipica di tutti i cavalieri dei Pesci. Questo viene indirettamente confermato da Libra e Sion, secondo cui i cavalieri dei Pesci proteggono sempre con delle rose le scale tra la dodicesima e la tredicesima casa. Il Crimson Thorn invece è una tecnica propria solo di Albafica.
Per qualche motivo, Albafica non indossa l'elmo in battaglia. È possibile che non voglia parzialmente coprisi in volto, e che quindi lo faccia per vanità, ma non ci sono prove a riguardo. Con ogni probabilità, dopo la morte, lo spirito di Albafica è stato imprigionato nel Cocito, l'ultima prigione di Ade.
APPENDICE: AGASHA
E’ la giovane ragazza che vive a Rodorio, il villaggio nei pressi del Grande Tempio. Figlia di un fioraio, si occupa spesso delle consegne, e fu così che in un giorno di pioggia incontrò Albafica, che la coprì con il proprio mantello. Colpita dalla sua generosità ma spiazzata dal suo distacco, Agasha fu inizialmente incerta su di lui, finché il padre non le ricordò i doveri dei Cavalieri. In seguito, più aperta nei confronti del Cavaliere dei Pesci, corse al Grande Tempio a restituirgli il mantello. Durante l’attacco degli Spectre al Santuario, Agasha intuisce abbastanza in fretta che Albafica è impegnato in battaglia. Quando Minosse attacca Rodorio fugge via a cercare aiuto, solo per imbattersi proprio nel Comandante, che intuisce il suo legame con il Cavaliere dalla rosa che la ragazza porta sulla maglietta. Sion dell’Ariete interviene in suo soccorso, presto raggiunto proprio da Albafica, che sacrifica le ultime energie per sconfiggere Minosse. Alla fine Agasha non può far altro che piangere l’eroica caduta del Cavaliere d’Oro. La rivediamo brevemente più avanti in compagnia del padre, convalescente dopo l’attacco.
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