I MITI DEI PROTAGONISTI: CAPRICORNO

By Death Mask, Aledileo, Fa.Gian

1° versione

Quando Rea nascose il figlio Zeus per sfuggire dal dio Crono, lo depose in una grotta affidandolo alle cure di due ninfe, che lo fecero allattare da una capra di nome Amaltea. Quando Zeus divenne signore dell'Olimpo collocò Amaltea tra le costellazioni in segno di gratitudine. Tra l'altro un giorno Amaltea si ruppe un corno contro una roccia, Zeus lo raccolse e lo usò per elargire frutti e miele alle ninfe. Così nacque la "Cornucopia" o "corno dell'abbondanza".

2° versione

Quando Zeus detronizzò il padre Crono, i Titani figli di Urano si opposero al sovvertimento ma furono sconfitti da Zeus il quale, con l'aiuto degli altri dei, dei Ciclopi e dei Giganti Centimani, li incatenò e li sprofondò nel Tartaro. Gea, dea della Terra e madre dei Titani, per vendicare i figli generò Tifone, mostro gigantesco tra tutti, e lo aizzò contro Zeus al fine di spodestarlo dal trono olimpico. Gli dei, atterriti dalla forza e dalla brutalità di Tifone, presero a fuggire per ogni dove, assumendo la forma di animali diversi. Ares, non sapendo se scappare per mare o per monti, si trasformo' in un essere che comprendeva entrambe le cose, appunto il Capricorno, con corpo di stambecco e coda di pesce. Da qui l'origine della costellazione, che poi negli anni e' stata modificata in uno stambecco vero e proprio.

3° versione

Nella costellazione del Capricorno, gli antichi greci ravvisavano il dio Pan figlio di Ermes.

Costui era un dio campestre dalle sembianze di capra e con un carattere allegro e dissoluto. Molte sono le gesta amatorie e deduttive del nume e quella a cui si fa riferimento in questa storia è il tentativo di adescamento della bella ninfa Siringa seguace di Diana.

Pan volle conquistare l'amore della fanciulla ma questa quando vide il suo corteggiatore con il capo adornato da un paio di corna piuttosto vistose e con il resto del corpo simile a quello di una capra con i piedi forniti di zoccoli poderosi, spaventata fuggì dirigendosi nei pressi di una palude e giunse fino alle sponde del fiume Ladone dove, vedendosi raggiunta da Pan che la inseguiva galoppando, invocò le Naiadi affinché la salvassero da quell'essere non desiderato.

Le Naiadi prontamente tramutarono Siringa in un fascio di canne palustri e Pan, che pensava di aver raggiunto la ninfa, nel momento in cui l'abbracciò si trovò a stringere una fascina di verghe che mosse dal vento mandavano una strana, seducente melodia campestre.

Pan questa volta non era mosso da puro senso di conquista, ma provava vero amore per quella giovane che invece non aveva voluto saperne dei suoi sentimenti ed allora sia per tenere sempre vicino a se una parte dell'amata, sia perché affascinato da quella musica che gli ricordava il suo regno formato da campi, poggi, corsi d'acqua e boschi profumati, tagliò quelle canne in parti di diversa lunghezza, le legò assieme ricavandone uno strumento musicale a fiato che emetteva un suono delicato ed armonioso; quella piccola armonica la chiamò Siringa, come quella fanciulla che gli aveva rapito il cuore.

Ma l'assunzione di Pan fra gli astri è conseguenza di una sua eroica impresa compiuta in favore di Zeus. Nella lotta che i numi dell'Olimpo combatterono contro i Titani, figli della Madre Terra, per la supremazia del potere celeste, alla vittoria degli dei, per vendetta la Madre Terra generò un orrendo essere: Tifone, che istigò contro gli dei stessi.

Zeus, incitato da Atena, affrontò il mostro, gli scagliò contro i suoi fulmini divini stordendolo, poi lo colpì con un falcetto di diamante.

Tifone sembrava ormai vinto, ma quando Zeus gli si avvicinò per dargli il colpo di grazia, con un balzo improvviso atterrò il dio, con lo stesso falcetto gli recise i tendini delle mani e dei piedi e li affidò alla sorella Delfine affinché ne facesse la guardia; poi trascinò il nume nell'antro Corico, in Cilicia, incatenandolo.

Pan, che aveva seguito tutto non visto, per portare aiuto a Zeus, fece un improvviso balzo urlando davanti a Delfine che terrorizzata fuggì lasciando insorvegliati i tendini di Giove. Ermes, prontamente, li recuperò, li restituì a Zeus e lo liberò dalle catene: subitaneo il dio affrontò Tifone e sorprendendolo lo uccise, quindi lo seppellì sotto il vulcano Etna che, da quella volta, cominciò ad eruttare lava, cenere e lapilli con soffi e boati indescrivibili.

Zeus volle esternare la sua riconoscenza a Pan e lo portò fra le stelle conservandogli l'aspetto di capro ma con la parte inferiore del corpo a forma di pesce: ciò perché il Capricorno insieme ad altre costellazioni acquatiche come l'Acquario, i Pesci, la Balena, l'Idra e la Nave Argo, si mostrava agli antichi greci nelle prossimità del mare.