AMORE E DOVERE

"Flare, l'obbedienza per Ilda viene prima del mio cuore !", sono queste le parole che Artax pronuncia prima di scagliare il "Caldo Soffio del Meriggio" contro Cristal e Flare, che lo sta difendendo con il suo corpo. Il cavaliere del nord ama Flare, che conosce sin dall'infanzia, eppure lancia il suo attacco, ben sapendo che la ucciderebbe. In questo episodio è rappresentato meglio che altrove il travaglio interiore dei cavalieri in genere, e dei cavalieri del Nord in questo caso. Essi sono infatti combattuti tra quello che provano, quello che vorrebbero fare, e quello che devono fare. I cavalieri del Nord devono proteggere Ilda ed Asgard dagli invasori, proprio perché sono cavalieri. Ciò che essi desiderano non ha alcuna importanza, va in secondo piano rispetto a quello che è il loro compito. Il motivo per cui i cavalieri si comportano in questo modo è semplice: essi difendono la giustizia e la pace. Ed in effetti è questo il dramma più grande che si cela dietro la morte dei cavalieri del Nord, essi sono convinti di combattere per la giustizia tanto quanto i cavalieri di Atena. Alla base delle loro azioni non vi sono desiderio di gloria o di potere ma amore per la pace. Essi vogliono difendere la loro terra dagli invasori, vogliono che il loro popolo, da sempre vissuto tra i ghiacci, abbia finalmente un posto al sole in cui vivere. Tutti questi sentimenti si riuniscono nella figura di Ilda, colei che più di chiunque altro soffre per la condizione del suo popolo, eppure non ha mai esitato di fronte al suo ingrato compito, non ha mai desiderato la guerra, è stata amante della pace nonostante tutto. Tutti i cavalieri del nord conoscono la bontà d'animo di Ilda e per questo la seguono senza esitare fino alla morte. Anzi, anche oltre la morte, perché compiere alcune azioni come sacrificare chi si ama e vivere col suo ricordo possono essere peggio che morire. Essi si rendono conto che all'improvviso la donna che conoscevano è cambiata, e tuttavia continuano a combattere, per dovere di difensori. Sono fedeli verso colei che gli ha donato l'investitura e che ha sempre permesso alla loro gente di vivere in pace. I cavalieri di Atena, nella stessa situazione, si sarebbero certamente comportati allo stesso modo, non per follia o stupidità, ma perché questo è il dovere di un cavaliere. Essere cavaliere è allo stesso tempo un fardello ed un dolce peso, ed entrambi vanno sostenuti allo stesso modo. Durante la battaglia alle Dodici case, Scorpio, Toro, Virgo e gli altri cavalieri d'oro superstiti, colpiti dal coraggio e dalla determinazione dei loro avversari, li lasciano passare. Ciò accade o perché nutrono già, nel profondo del loro cuore, dei dubbi sul Grande Sacerdote, come per Scorpio, o perché vedono negli occhi e nelle gesta dei loro nemici una volontà che la sete di potere non può alimentare. La stessa cosa succede ai cavalieri del Nord, Thor, ricordando come era un tempo Ilda e com'è diventata, in punto di morte dice a Pegasus "Prendi pure lo zaffiro di Thor se può servire a far tornare ad Ilda la bontà d'animo che le conoscevo. Restituisci ad Ilda la vita", Mime detesta la guerra, il suono della sua arpa è colmo di tristezza, eppure combatte e dichiara a Phoenix "La guerra è madre di dolore, questo l'ho capito. Ma anche se non l'ho voluta io, mi batterò per dovere di difensore !" ed infine Orion, che nel vedere Sirio rischiare la vita per scoprire il suo punto debole e mostrarlo a Pegasus, e lo stesso Pegasus pronto a lottare nonostante le ferite, comprende che non ci può essere desiderio di conquista dietro tale coraggio, e poi, scoperto tutto, si lancia in un attacco suicida contro Syria, urlando "Nettuno l'ha cambiata, Ilda che amava Asgard più della sua vita !". Solo in due casi la situazione è diversa: in Megres ed in Alcor. Il primo è dominato solo dall'ambizione, privo di qualsiasi sentimento verso Ilda e la sua terra, nel secondo prevale infine l'affetto fraterno, troppo a lungo represso. Per gli altri però non è così. I cavalieri del Nord non sono i soli a trovarsi in tali situazioni, Cristal è obbligato ad uccidere il suo maestro, che per lui è come un padre, Pegasus deve attaccare Megres e mettere in pericolo la vita di Castalia, colei che lo ha addestrato e che potrebbe anche essere la sua amata sorella Patricia, eppure il fine ultimo della pace che tutti i cavalieri perseguono ha la precedenza. Questo i cavalieri di Asgard, i migliori uomini del Nord, lo sanno, e sono pronti ad accettarlo. Anche se il loro cuore grida il contrario, anche se si rendono conto che i loro nemici non sono malvagi invasori. Questo è il loro dovere, e lo porteranno a termine, a qualsiasi costo.