IL SEGRETO DI EXCALIBUR

Appena entrati all'interno del tempio, Sirio ed Andromeda avvertono un calore intensissimo, come se si trovassero in una caverna vulcanica. Insospettiti, i due eroi rallentano il passo mentre i primi rivoli di sudore iniziano a scorrere sui loro volti. Il tempio è adornato da due file di colonne, una per ciascun lato, dietro le quali vi sono le pareti, che sembrano fatte di pietra grezza, come quelle di una montagna. L'edificio è avvolto in una debole luce rossastra, che sembra provenire dalle pareti stesse, mentre l'aria è come appannata dall'altissima temperatura, e nonostante le armature divine attenuino il disagio, i ragazzi hanno una sensazione di mancamento. "Che caldo terribile…è persino peggio della caverna di Etri…" sussurra Andromeda guardandosi attorno.

"E' strano… il cosmo che avvertivamo prima di entrare nel tempio è come scomparso !" risponde Dragone, mantenendo sempre bassa la voce.

Dopo alcuni minuti di cammino, i ragazzi si trovano di fronte ad una parete, e guardandosi attorno si rendono conto che il tempio non ha uscita. "La strada finisce qui !" afferma Sirio controllando attentamente la parete alla ricerca di una nicchia o un passaggio nascosto. Stessa cosa fa Andromeda, spostatosi di qualche metro sulla destra. Per parecchi minuti i due restano in silenzio, completamente impegnati nella ricerca di una via d'uscita, ricerca che purtroppo non dà risultati.

"Non ha senso, deve esserci un modo per uscire !" sussurra Sirio, rivolto più a se stesso che ad Andromeda.

"Neanche la mia catena avverte nulla, probabilmente Efesto sta nascondendo il suo cosmo per non farsi trovare ! Forse…"

"Sshhh…ascolta" dice Sirio fermandosi ed interrompendo le parole dell'amico. Dopo alcuni attimi di smarrimento, Andromeda sente un rumore metallico provenire da un punto imprecisato alla sua sinistra, un rumore che il ragazzo ha già udito nella fucina di Etri, quello provocato da un martello che batte il ferro. I due amici si guardano per una frazione di secondo, poi, annuendo a vicenda, avanzano cautamente verso la sorgente del rumore, lasciandosi guidare più dall'udito che dalla vista. Dopo pochi passi i due si trovano di fronte alla parete, ma è proprio da quella direzione che il rumore proviene. "Forse ci siamo !" afferma Dragone tastando la superficie che ha di fronte, "sta indietro !" dice poi all'amico, ed appena Andromeda indietreggia di qualche passo, il cavaliere solleva il pugno destro e colpisce violentemente le rocce, che vanno in frantumi rivelando un'enorme stanza segreta. Appena la parete va in pezzi, il rumore scompare e contemporaneamente un'ondata di calore investe per un attimo i ragazzi, obbligandoli a difendere i volti con le braccia. Ripresisi, i due entrano lentamente nella nuova stanza, la cui temperatura è persino superiore a quella del resto del tempio. In realtà, il nuovo ambiente assomiglia più ad una grotta che ad una stanza, le pareti sono di roccia incandescente, e da numerose spaccature scorrono flotti di lava, che poi si incanalano in quattro canali scavati nel pavimento. I canali, disposti come a disegnare una X, convergono in un punto centrale formando un piccolo lago di lava, del diametro di un metro circa. Per qualche misterioso motivo, sebbene la lava continui a scorrere, le dimensioni del lago non cambiano. Sparsi nella grotta vi sono vari attrezzi da fabbro, tra cui pinze, martelli, incudini. Dietro al lago di lava, un uomo con indosso un'armatura di un rosso accesissimo osserva i due cavalieri. La corazza ricopre quasi completamente il suo corpo, lasciando scoperte solo le punte delle dita e la parte inferiore del volto, che comunque è coperta da una folta barba castana. Agganciato al lato sinistro della cintura dell'armatura, un'enorme martello pende fino all'altezza del ginocchio. L'uomo è abbastanza alto, ma la sua schiena è vistosamente deformata da una gobba che, pur non essendo eccessiva, è chiaramente visibile. Con un leggero sogghigno, Efesto osserva gli intrusi. Dalla parete alle sue spalle si apre uno stretto cunicolo, completamente scavato nella roccia. Osservando il nemico, Sirio ed Andromeda assumono istintivamente una posizione di difesa. "A quanto pare abbiamo trovato il nostro avversario…Efesto, colui che custodisce il terzo tempio divino !"

"Quella galleria alle sue spalle è sicuramente l'uscita…che facciamo ?"

"Non possiamo affrontarlo entrambi, il tempo a nostra disposizione è troppo poco, uno di noi deve proseguire !" suggerisce Dragone, facendo attenzione a mantenere la voce bassa in modo che Efesto non possa udire i loro discorsi.

"Ascolta, Sirio…non fraintendere le mie parole, te ne prego, ma vorrei che fossi tu ad affrontare Efesto, in modo che io possa proseguire fino al tempio successivo !"

"Il quarto tempio è quello di Hades, sei convinto di quello che fai ? in fondo un tempo tu sei stato la sua reincarnazione !"

"E' proprio per questo che devo essere io il primo a raggiunge quel tempio…voglio cancellare definitivamente quella parte del mio passato !" afferma Andromeda lasciando trasparire dalla voce una rara sicurezza

"Capisco…d'accordo, mi occuperò io di Efesto ! Tu pensa solo a proseguire !"

"Ti ringrazio, Sirio, ma ti prego, sta attento !"

"Non preoccuparti, ci rivedremo al quarto tempio, e con me ci saranno anche Pegasus e Cristal, ne sono sicuro !" risponde Sirio sorridendo

"Uh uh uh… ah ah ah ah, voi due cavalieri sembrate certi di riuscire ad oltrepassare questo luogo, non vi starete sopravvalutando ?" ridacchia a voce alta Efesto, che fino ad ora era rimasto in silenzio "forse un assaggio della mia forza potrebbe servire a farvi cambiare idea !" a queste parole, Sirio ed Andromeda si concentrano con più attenzione sul loro nemico, sollevando le difese e muovendosi in direzioni opposte in modo da non essere un bersaglio facile. Sorridendo sempre di più, Efesto avanza verso i nemici, zoppicando vistosamente con la gamba destra. Nel notare questo particolare, Sirio ed Andromeda restano un attimo stupiti, ed intuendo i loro pensieri Efesto afferma "Un regalo di mia madre, la dolce Era. Quando nacqui mi gettò giù dall'Olimpo a causa della gobba. Uh uh, e pensare che fu proprio lei a rivolermi a palazzo quando vide la mia abilità come fabbro. Ma ora basta parlare, a voi !" e muove rapidamente le braccia dal basso verso l'alto, creando una corrente che solleva i cavalieri da terra sbalzandoli di alcuni metri all'indietro. I due ragazzi però si aspettavano una mossa del genere e quindi sono pronti a reagire. Facendo una piroetta in aria, Sirio si da la spinta sulle rocce e si lancia contro il nemico sferrando un calcio, che però Efesto blocca con il braccio "E' incredibile, non si è mosso di un millimetro !" pensa Sirio cadendo al suolo. Sorridendo, Efesto solleva il pugno sinistro per finirlo, ma la catena di Andromeda si avvolge intorno al suo polso, bloccandolo. Il Dio comunque non appare per nulla preoccupato, anzi continua a sorridere e, dopo aver osservato per un attimo la posizione di Andromeda, in piedi alla sua destra, afferma "Questi giocattoli con me non servono !". Subito dopo, Efesto solleva il braccio destro, allineandolo verso Andromeda, e nello stesso momento muove repentinamente verso di se il braccio sinistro, esercitando una forza tale sulla catena che il cavaliere si ritrova trascinato dalla sua stessa arma e vola contro il nemico. Per un istante, Sirio pensa che Efesto voglia lanciare Andromeda verso la parete opposta, poi però si rende conto del suo vero piano, ed osserva impotente l'amico schiantarsi contro il braccio destro del Dio. Il pugno di Efesto affonda nello stomaco di Andromeda, che vomita sangue e crolla a terra. "Andromeda !" urla Dragone rialzandosi e cercando di soccorrere il compagno, ma Efesto espande il suo cosmo provocando un getto d'aria calda che lancia il ragazzo contro la parete "Ha una forza inaudita…" pensa l'eroe ricadendo al suolo. Il Dio comunque lo ignora, concentrandosi su Andromeda, che è ancora a terra. Efesto stacca il martello che teneva attaccato alla cintura e lo solleva in aria, per poi abbatterlo sul nemico inerme. A pochi millimetri dal bersaglio però, il guerriero si ferma, e dopo aver osservato con attenzione l'avversario, afferma "Esci di qui !"

"Che…che cosa ?"

"Ho riconosciuto il tuo volto ! Tu sei stato l'ultima reincarnazione di Hades, l'unico uomo in tanti millenni che è riuscito a ribellarsi alla sua volontà. Mio zio non mi perdonerebbe se lo privassi del piacere di distruggerti, quindi ti concedo di proseguire fino al prossimo tempio !"

"Do…dovrei andarmene e lasciare Sirio alla tua mercé ?! non lo farò mai !" dice Andromeda rimettendosi faticosamente in piedi

"Non preoccuparti per me, Andromeda ! Ricorda cosa avevamo deciso poco fa !" gli grida Dragone, ancora a terra per il colpo subito.

"Ma Sirio…"

"Sconfiggerò Efesto, non hai fiducia in me ? tu prosegui, la salvezza di Atena e dell'umanità adesso e nelle tue mani !"

"Ti ringrazio amico, ma fa attenzione !" afferma rassegnato il cavaliere, per poi correre verso l'uscita del tempio, seguito dagli sguardi di Dragone ed Efesto. I due guardano il ragazzo sparire nelle tenebre del tunnel, poi il Dio si volta verso Sirio ed inizia a ridere sommessamente mentre il cavaliere si rimette in piedi e solleva le difese "Non illuderti, tu non sarai così fortunato…a te !" e con un movimento del braccio lancia nuovamente la sua corrente. Dragone però non si lascia sorprendere ed evita l'attacco con un balzo "Due volte lo stesso attacco ? non dimenticare che è un cavaliere che hai di fronte !" urla prima di bruciare il suo cosmo e contrattaccare con il "Colpo Segreto del Drago Nascente !"

Il fascio di energia sfreccia ad una velocità inaudita verso il bersaglio, eppure Efesto non prova neppure ad evitarlo e si lascia colpire in pieno. Per un attimo, Sirio crede di aver già vinto, ma subito dopo si rende conto che il suo attacco non ha sortito alcun effetto, Efesto infatti non ha neanche un graffio. "Era troppo sperare di vincerlo al primo colpo." pensa lanciandosi a tutta velocità contro il nemico. Come già aveva fatto prima, Efesto solleva il braccio per difendersi, ma stavolta Dragone si aspettava questa mossa ed a meno di un metro dal bersaglio usa le ali della sua armatura divina per alzarsi in aria e portarsi alla destra del suo nemico, in modo da attaccarlo al fianco "Eccoti di nuovo il Colpo del Drago Nascente !" grida Sirio lanciando il suo colpo, ma muovendosi ad una velocità incredibile, specie considerata la sua gamba, Efesto si sposta indietro, schivando il fascio energetico, e contemporaneamente lancia il suo martello contro Dragone. L'eroe solleva istintivamente lo scudo per difendersi, ma l'impatto è comunque terribile e, nonostante le ali, Sirio perde quota sbattendo con violenza al suolo.

"E' incredibile, come può muoversi così velocemente con una gamba in quelle condizioni…" dice tra se e se cercando di rimettersi in piedi, ma la vista è appannata dal dolore e così l'eroe non si rende conto che Efesto è in piedi accanto a lui "Uh uh, ho avuto a disposizione secoli per allenarmi a muovere al meglio le gambe." ridacchia mentre colpisce Sirio nello stomaco con un calcio violentissimo. Flotti di sangue escono dalla bocca del ragazzo, ma Efesto lo ignora e continua "però la mia vera forza è nelle braccia…come imparerai presto a tue spese !". Detto ciò, il Dio solleva il ragazzo per la spalla con il braccio sinistro, e dopo aver sorriso di nuovo, lo colpisce in pieno al mento col pugno destro, lanciandolo verso l'alto per diversi metri. Quasi privo di sensi, Dragone ricade verso il basso, sbattendo con la spalla sulle rocce e rimbalzando al suolo, finendo con la schiena su uno dei quattro canali di lava. Nonostante l'armatura, il dolore è enorme e Sirio urla in agonia mentre rotola di lato. "Uh uh uh, magma purissimo ! La lava che nasce in questo tempio si convoglia in quel punto e da li viene distribuita a tutti i vulcani della terra, alimentandoli. La sua temperatura è elevatissima…ma che te lo dico a fare, l'hai già capito ! ah ah ah"

"Se continua così finirò per perdere questa battaglia…fino ad ora non sono riuscito neppure a ferirlo…"

"Sto iniziando a stancarmi di questa battaglia, mi aspettavo di più da te, insomma, non sai attaccare, non sai difenderti…tanto vale finirla !" dice mentre stringe le mani attorno alla gola del ragazzo e lo solleva per strangolarlo. Tentando disperatamente di liberarsi, Sirio cerca di allargare con le mani la presa del Dio, ma senza risultati. "E' troppo forte, non mi libererò mai con la forza fisica, devo agire d'astuzia." pensa il ragazzo mentre la vista inizia ad appannarglisi per la mancanza di ossigeno. D'improvviso, Sirio sferra una violenta testata al nemico, che in tutta risposta inizia a ridere "cosa speravi di fare ? non sei riuscito a ferirmi con il Drago Nascente e ci hai provato con una testata ?! la vicinanza della morte deve averti fatto impazzire". In effetti, il colpo sembra non avere avuto esito sul Dio, mentre sulla fronte del cavaliere si apre una piccola ferita ed un rivolo di sangue scorre lungo il volto ed il collo. Raccogliendo le ultime energie allora, Dragone fa leva sulla stessa presa di Efesto e nello stesso momento colpisce con la gamba il torace nemico, in modo da darsi una spinta all'indietro. In questo modo la presa del Dio sul collo del ragazzo, resa viscida dal sangue che ancora scorre dalla ferita alla fronte, viene meno, e Sirio riesce a liberarsi. Sbalordito dall'azione del suo avversario, Efesto resta interdetto e non si accorge che il ragazzo sta ancora facendo leva sulle sue braccia, utilizzandole come sostegno per colpire. In una frazione di secondo, Sirio sferra un calcio al mento del nemico, facendogli volare via l'elmo ed atterrandolo.

Finalmente libero, Sirio respira affannosamente e tossisce. Il ragazzo è conscio di dover attaccare ora che il Dio è in difficoltà, ma la mancanza di ossigeno lo ha indebolito, e così può solo osservare impotente Efesto che si rimette in piedi. Ora che l'elmo è caduto, Sirio vede il volto del nemico: i capelli, castani, sono ricci tagliati corti, ma molti sono chiaramente bruciati. Gli occhi sono scuri, ma quello destro è coperto da una profonda ed ampia cicatrice, che restringendosi scende sulla guancia fino all'angolo della bocca. Una seconda cicatrice, di forma vagamente rotonda, spicca invece sul lato sinistro della fronte.

Resosi conto di essere stato smascherato, Efesto grida "Hai osato farmi cadere l'elmo…pagherai per questo ! pagherai con la vita !" e la rabbia trapela dalle sue parole, mentre il cosmo si espande minaccioso ed incombente sul cavaliere ai suoi piedi. Intuendo il pericolo, Sirio si rialza, ma muovendosi ad una velocità incredibile Efesto lo centra alla spalla con un pugno, obbligandolo a fare qualche passo indietro per mantenere l'equilibrio, e poi lo tempesta di colpi. Cercando di difendersi, Sirio solleva lo scudo bloccando il maggior numero possibile di colpi, poi si abbassa di scatto e sferra un calcio dal basso verso l'alto, raggiungendo il Dio all'addome. Preso alla sprovvista, Efesto indietreggia e Dragone, approfittando del momento, espande il suo cosmo, lasciandosi circondare dall'aurea verde smeraldo che lo caratterizza, e grida "Ardi mio cosmo, fino ai limiti massimi ! Colpo Segreto del Drago Nascente !" sferrando il suo colpo al massimo livello. Il colpo centra in pieno il torace di Efesto, ma con immenso stupore di Sirio, non sortisce il minimo effetto

"Com'è possibile ?! è assurdo…" pensa sconvolto il ragazzo, ed intuendo i suoi pensieri Efesto afferma "Cosa credevi ? che fosse così facile colpirmi ? io sono il sommo fabbro dell'Olimpo, la mia armatura è la più resistente in assoluto dopo quella di Zeus, solo un'altra arma da me forgiata può scalfirla…e dopo la difesa viene l'attacco. Contempla la vera potenza !" Efesto espande il suo cosmo, concentrandone tutta l'energia nel braccio destro, chiuso a pugno, poi grida "Maglio divino !" e lo abbassa come un fendente. Istintivamente, Sirio solleva lo scudo, ma il colpo è comunque devastante e Dragone viene lanciato contro la parete, mandandola in frantumi, e finisce nella prima stanza del tempio, rimbalzando una prima volta a terra e sbattendo poi contro una delle colonne. Il corpo dell'eroe scivola lungo la colonna fino a terra, ma resta comunque in piedi. Quando il ragazzo rialza lo sguardo, Efesto incombe su di lui "Lo scudo del Dragone è celebre per la sua resistenza e questa capacità è acuita dall'armatura divina…devi ringraziare la tua corazza se sei ancora vivo. Ho sentito dire che a ripararla è stato Etri, il miglior fabbro della stirpe dei nani, ma la sua abilità non è paragonabile alla mia, ed ora te lo dimostrerò. Prendi ancora il Maglio divino".

Il nuovo colpo centra Sirio in pieno petto, scagliandolo attraverso numerose colonne e poi facendolo sbattere al suolo, dove per l'impatto si forma una fossa profonda circa mezzo metro. Aprendo gli occhi, Dragone scopre con orrore che il pettorale della sua corazza è stato incrinato dal colpo e piccoli flotti di sangue escono da varie crepe, scorrendo lungo i fianchi e grondando a terra. "Uuh, se mi colpisce di nuovo mi ucciderà…il Drago nascente è inutile con lui…la mia sola speranza è Excalibur…ma sarà efficace contro la sua armatura divina ?"

"Hai avuto quel che meritavi, ragazzo. Nessuno può oltrepassare il terzo tempio senza il mio permesso !" dice tra se e se Efesto mentre si allontana, ma una voce alle sue spalle lo ferma "A…aspetta, non hai ancora finito di combattere !" e voltandosi il Dio vede il nemico rialzarsi a fatica.

"I miei complimenti, sei ancora vivo. Sei forte, lo ammetto, ma non molto intelligente, avresti potuto restare a terra fingendoti morto." lo deride

"Simili trucchi li lascio ad altri ! Ho una missione da compiere e non mi tirerò indietro !" dichiara in tono di sfida il cavaliere, cercando di ignorare il dolore delle ferite

"Una missione ?! salvare gli uomini, intendi ?"

"L'hai detto ! noi cavalieri non permetteremo mai che l'umanità scompaia, a costo della nostra stessa vita !"

"Tu sei folle a rischiare la vita per gli altri ! Lascia che ti insegni qualcosa: al mondo siamo soli, nemmeno uno degli uomini che ora proteggi correrebbe in tuo aiuto se ne avessi bisogno ! Voi esseri umani parlate tanto di affetto ed amicizia, ma sono solo sciocchezze !"

"L'affetto e l'amicizia delle sciocchezze ?! come puoi dire questo ? senza questi valori la vita non avrebbe senso ed il mondo sarebbe un luogo sterile e triste !"

"Nessuno prova veramente un affetto sincero verso un proprio simile ! I vincoli nascono solo per convenienza ! Quando sono nato, i miei genitori Zeus ed Era mi hanno gettato giù dall'Olimpo a causa del mio aspetto deforme, ed anni dopo hanno deciso di riaccogliermi tra loro solo per la mia abilità come fabbro ! Mia moglie Afrodite mi ha sposato solo perché potessi forgiarle doni e gioielli, ma sono certo che in tanti secoli non mi ha mai amato, neanche un giorno !"

"Come puoi dire una cosa del genere ? l'esperienza che hai avuto da bambino è stata terribile, ma non giustifica il tuo disprezzo ! Anche noi cavalieri abbiamo avuto un'infanzia difficile, ma non per questo abbiamo smesso di avere fiducia negli altri, al contrario ci siamo lasciati unire dal vincolo dell'amicizia ! Dici che Afrodite ti ha sposato solo per interesse, ma se così fosse ti avrebbe abbandonato subito dopo aver ottenuto i suoi gioielli ! Perché invece è stata al tuo fianco per tutti questi secoli ? Spiegamelo se puoi !"

"Stai zitto ! Farneticar di ciance non ti salverà !" grida rabbiosamente la divinità e subito dopo si lancia contro il nemico sferrando un destro. Sirio però schiva il colpo spostandosi alla sua destra, e contemporaneamente blocca il braccio del nemico, proteso nell'attacco, e lo spinge in avanti. Incespicando per non cadere, Efesto abbassa la guardia, e questo è il momento che Sirio aspettava. Il cavaliere espande il suo cosmo concentrandone l'energia nel braccio destro "Brucia cosmo, fino ai limiti massimi ! Excalibur !"

Nel sentire il nome del colpo lanciato da Sirio, Efesto impallidisce, ma ormai è troppo tardi per sollevare le difese e così il fendente lo colpisce in pieno alla spalla… infrangendosi miseramente sulla corazza. Nell'assistere a questo fallimento ed all'espressione sbalordita apparsa sul volto del suo nemico, Efesto scoppia a ridere. "Neanche Excalibur può nulla…quale amara verità…" pensa Dragone sentendo scivolare via l'ultima speranza di vittoria.

"Quella era veramente Excalibur ! Dimmi, come mai possiedi tu la spada che un tempo io donai ad Atena ?"

"Che cosa ? sei stato tu a donare Excalibur ad Atena ?" chiede Sirio stupefatto dalla domanda del Dio

"Sono stato io a forgiare le armi divine come il tridente di Nettuno, la folgore di Zeus…e la spada Excalibur per la mia sorellastra Atena ! In seguito lei la donò al cavaliere della costellazione del Capricorno, l'uomo a lei più fedele ! Tu non appartieni a quella costellazione, quindi spiegami perché ora quella spada è nelle tue mani !"

"Fu Capricorn, cavaliere d'oro della decima casa, a donarmela in punto di morte. Fu il suo modo di riconoscermi come cavaliere di Atena !"

"Uh uh uh, non sei comunque in grado di usare la sacra Excalibur al meglio…e non avrai modo di imparare ! Maglio Divino !" Sirio solleva lo scudo per difendersi, ma lanciato a distanza ravvicinata il colpo, lanciato dall'alto verso il basso, è ancora più devastante. L'esplosione è terribile, il diadema dell'armatura divina del Dragone va in pezzi a causa dell'immensa energia sviluppata mentre i coprispalla e le ali si incrinano pericolosamente. Per lunghissimi secondi, Sirio è completamente avvolto dal potere dell'attacco, poi, quando l'energia si esaurisce, il cavaliere crolla al suolo sanguinante.

Sulle scale del quarto tempio, Andromeda avverte il cosmo dell'amico diminuire "Sirio…deve essere in difficoltà… ma non posso tornare indietro ! Ce la farai, ne sono sicuro !" pensa continuando a correre nonostante la ferita allo stomaco

"Resisti, Sirio ! Presto sarò li !" afferma Pegasus correndo il più velocemente possibile

All'interno del tempio, Efesto osserva per alcuni istanti il nemico, riverso al suolo, e mormora "La giusta fine di chi crede nei sentimenti !", poi si volta per allontanarsi.

"Sia il Drago nascente che l'Excalibur sono inutili…che cosa mi resta…l'unica possibilità di vittoria che ancora possiedo è la Pienezza del Dragone…se non altro spianerei la strada a Pegasus e Cristal…ma non ho più forze…mi sento mancare…perdonatemi…amici…addio …Fiore di Luna" pensa Dragone mentre l'oscurità lo pervade. Il ragazzo sta ormai per chiudere gli occhi e lasciarsi andare, quando una flebile voce invoca il suo nome.

"Dragone ! non è da te lasciarsi andare in questo modo !"

"Questa voce…Capricorn !" sussurra Sirio con un filo di voce, e sollevando leggermente lo sguardo, vede sopra di se lo spirito del custode della decima casa.

"Mi hai dunque riconosciuto, amico mio ! che cosa ti prende ? perché giaci riverso al suolo senza reagire ?"

"Efesto è troppo forte per me, nessuno dei miei colpi funziona contro la sua armatura divina… persino Excalibur è inutile"

"Sirio, vorresti arrenderti proprio ora che conosci la via per la vittoria ?"

"Che vogliono dire queste parole ?"

"Efesto ha detto che solo un'arma da lui stesso forgiata può danneggiare la sua armatura, e poi ha ammesso di essere stato lui a creare Excalibur per donarla ad Atena. Tu possiedi già l'arma per vincere !"

"Ma io ho già usato Excalibur… e non ha sortito alcun effetto !"

"Ricorda che nessuna arma ha un potere assoluto, tutto dipende da chi la usa. Per usare efficacemente Excalibur contro Krisaore dovesti risvegliare dentro di te il settimo senso, mentre quando l'hai usata di fronte al Muro del Pianto, la tua arma era molto più potente perché eri padrone dell'ottavo senso. Per poter sconfiggere Efesto devi superare quel livello ed innalzare il tuo cosmo fino…"

"Al nono senso !" conclude Sirio spalancando gli occhi, ed un sorriso appare sul volto di Capricorn "Trova la forza dentro di te, cavaliere, e mantieni la promessa che facesti quel lontano giorno ! Io sono con te !" afferma Capricorn prima di sparire.

"Non ti deluderò Capricorn, te lo prometto !" dice Sirio con rinnovato vigore, ed intanto il suo cosmo inizia ad espandersi. Efesto avverte il cosmo del nemico aumentare e si volta di scatto. Il corpo di Dragone ora è circondato dall'aurea cosmica e numerose pietre si staccano dal suolo sollevandosi in aria, attirate dal campo elettromagnetico generato dal cosmo. "E' incredibile, si rialza ancora nonostante abbia ricevuto il mio colpo più potente a distanza ravvicinata… non capisco, cosa lo sostiene ? cosa gli dà la forza di combattere ?" si chiede il Dio mentre il cavaliere si rimette in piedi, poi, quasi nel tentativo di scacciare lo stupore, grida "Come puoi rialzarti ?"

"E' legittimo il tuo stupore, fino a poco fa ero privo di energie, ormai rassegnato alla sconfitta, poi un amico leale è venuto in mio soccorso, dandomi la forza di rialzarmi. Comunque termini questa battaglia, una cosa è certa, Efesto: siamo in due ad affrontarti !"

"L'amicizia ed i sentimenti non esistono, credevo di avertelo già spiegato !"

"Ti sbagli, ed ora te lo dimostrerò !" grida Sirio, "Colpo segreto del Drago Nascente !"

"Stupido ! ti ho già detto che inutile con me !" ribatte il Dio annullando il colpo con la mano, e subito dopo concentra ancora una volta la propria energia nel braccio destro, nella posa che prelude alla sua tecnica mortale "Ora ti finirò ! Maglio Divino !". Il fascio energetico sfreccia verso il bersaglio, ma questa era proprio la mossa che Sirio si aspettava e così il ragazzo brucia fino ai limiti massimi il suo cosmo, che si manifesta con la forma di un enorme dragone.

"Stavolta non mi lascerò colpire ! Efesto, questa è la somma tecnica del Dragone, il Colpo dei 100 Draghi !" I due fasci energetici si scontrano per alcuni secondi a mezz'aria, poi il "Maglio Divino" ha il sopravvento. L'attacco di Sirio ha però avuto l'effetto di deviare il colpo divino, che manca il bersaglio centrando invece il suolo. L'esplosione che ne consegue apre un'enorme voragine e solleva un muro di polvere talmente fitto da impedire ai due contendenti di vedersi. "Non credevo che tu avessi a disposizione un colpo così potente, ma sono comunque io il più forte ! ah ah ah" dichiara trionfante Efesto, ma appena la polvere si dirada un po', il Dio si rende conto che non ha nessuno di fronte. "Ma dove…"

" Ti prego, mio cosmo, brucia fino ai limiti estremi ! Risvegliati, nono senso !" grida una voce sopra di lui, e sollevando lo sguardo Efesto vede Sirio sospeso in aria grazie alle ali della sua armatura. "Lo sento, ora ho la padronanza della mia anima ! In nome tuo, Capricorn, Excalibur !" L'attacco, lanciato alla velocità della luce, coglie di sorpresa Efesto, che comunque reagisce istintivamente colpendo il nemico con un pugno allo stomaco. Sirio viene lanciato indietro di alcuni metri, ma anziché approfittarne, Efesto resta immobile e sussurra "Ci sei… davvero… riuscito…". Nello stesso istante, uno squarcio sottile ma profondo si disegna sul pettorale del Dio, partendo dalla spalla destra e scendendo diagonalmente fino all'addome. Dalla ferita sgorgano copiosi flotti di sangue che, confondendosi con il rosso dell'armatura, scorrono fino al cinturino e gocciolano a terra. Con negli occhi stupore misto ad ira, Efesto guarda ancora un attimo il suo giovane nemico, poi crolla al suolo.

"C'è l'ho fatta, sono riuscito a sconfiggere Efesto" mormora Sirio trionfante, per poi iniziare a correre verso l'uscita. Improvvisamente però, una sfera di luce sfreccia nel tempio e centra in pieno il ragazzo, lanciandolo contro una colonna. Quando Sirio alza lo sguardo, affianco ad Efesto vi è una donna bellissima, con indosso una lunga veste d'oro. Dello stesso colore sono i suoi capelli, lisci e lunghi fino alla schiena, mentre gli occhi sono azzurri come il cielo di primavera.

"Chi è lei ?" chiede Sirio con rispetto, ma anziché rispondere, la donna solleva la mano verso il giovane, e da essa parte una scarica di energia. Dragone riesce a difendersi con lo scudo, ma l'attacco lo lancia comunque attraverso la colonna, facendolo sbattere al muro. Rialzandosi fra le macerie della colonna, Sirio afferma "Non vorrei combattere contro di lei, signora, ma non posso lasciarmi fermare !" ed inizia a bruciare il suo cosmo. Stessa cosa fa la donna, ed il cosmo che la circonda è ampio e lucente, seppur non aggressivo o minaccioso. Per diversi istanti le due energie cosmiche si confrontano in aria, poi entrambi i contendenti si preparano a colpire.

"Fe…fermati !" ordina una voce stentata, e spostando lo sguardo Sirio vede che Efesto, seppur ancora a terra, ha ripreso i sensi. Inizialmente il ragazzo pensa che il Dio si rivolga a lui, poi però si rende conto che sta parlando con la donna. "Perché sei venuta qui ?" le chiede a fatica, mentre la fanciulla corre verso di lui abbracciandolo delicatamente. "Dal mio tempio a Citèra ho seguito il corso della battaglia…quando ti ho visto in difficoltà sono venuta in tuo soccorso !" risponde la donna, parlando per la prima volta, con voce delicata ma decisa.

"Da Citéra ?! ma allora lei è…"

Alle parole della donna, sottili lacrime escono dagli occhi di Efesto, che commosso mormora "Afrodite…nonostante tu detesti combattere…sei ugualmente accorsa in mio aiuto…perché ?" rivelando finalmente l'identità della donna

"Siamo stati insieme per secoli…non potevo restare a guardare mentre venivi ferito" risponde, poi con un sorriso aggiunge "chi mi avrebbe donato nuovi gioielli ? Ed ora lascia che io finisca colui che ha osato colpirti !". Rialzatasi, Afrodite si prepara ad attaccare e Sirio alza le difese, ma Efesto ferma la mano della sua compagna e, rimessosi in piedi a sua volta, le dice "No, lasciagli pure oltrepassare il terzo tempio." e, rivolto a Dragone, "Mi hai battuto Sirio…due volte." Sebbene confusa, Afrodite abbassa il braccio.

"Siriooooo" grida una voce proveniente dall'ingresso del tempio, e subito dopo Pegasus entra di corsa nell'edificio, raggiungendo l'amico "Tutto bene ? hai bisogno di una mano ?" gli chiede affannosamente, ma Dragone lo rassicura "Non preoccuparti, è già finita la battaglia…ma Andromeda potrebbe aver bisogno di noi, sta correndo da solo verso il tempio di Hades"

"Capisco, andiamo allora !" incita Pegasus

"Si !" risponde Sirio, e dopo aver guardato ancora per un istante Efesto ed Afrodite, corre verso l'uscita insieme al compagno. Osservandoli sparire nel cunicolo, Efesto mormora "Non sapete ancora cosa vi aspetta nei templi successivi…buona fortuna, cavalieri !"