CAPITOLO 3
I giorni trascorrono inesorabili, già tre se ne sono andati, ed il quarto è ormai giunto al suo termine. Pegasus non accenna a risvegliarsi, quel torbido sonno in cui è sprofondato, sembra non lo voglia restituire alla vita…
È una notte oscura e priva di stelle quella scesa sul mondo al termine di quel quarto giorno, ancora trascorso tra angoscia e timore, un vento freddo sferza il cielo e una pioggia a catinelle, da qualche ora, ha iniziato a cadere…nell'oscurità di quella stanza che ospita Pegasus, uno strano cosmo sembra farsi largo;Patricia, esausta, s'è addormentata profondamente su di una poltrona non accorgendosi di quanto stesse accadendo mentre il fratello ancora giace nell'incoscienza eppure, ciò nonostante, il giovane guerriero di Atena sembra scorgere, nel buio, due occhi che lo fissano incessantemente… glaciali, che emanano una luce agghiacciante, tetra, brillando d'uno strano scintillìo violaceo e vitrèo, è uno sguardo che terrorizza e gela il sangue nelle vene anche solo ad incrociarlo per un solo attimo e "ode" una voce, quella stessa che ha udito prima di sprofondare in quello stato comatoso e che ora ancora gli "parla" con cupidigia
«ANCORA NON VUOI CEDERE A ME…? SEI UN OSSO DURO…POSSIBILE CHE TU NON CAPISCA CHE QUESTA TUA RESISTENZA È INUTILE? »
-Puoi anche tenermi prigioniero di questo eterno torpore per sempre, ma piuttosto che cedere a te, dannato demone, preferisco morire! - esclama il ragazzo.
«LO SO CHE PREFERIRESTI LA MORTE A ME MA…SINCERAMENTE IO HO BEN ALTRI PROGETTI PER TE…ANZI…PER ME»risponde la"voce"con ironico sarcasmo dicendo ancora «…LA TUA ANIMA MI APPARTIENE… RICORDALO, QUESTA TUA TESTARDAGGINE È QUANTO MENO IMPROPRIA…È BENE CHE TU SAPPIA CHE IL CORSO DEGLI EVENTI NON TARDERÀ A COMPIERSI»
-Non esserne convinto-«VEDRAI CHE ACCADRÀ…SARAI TU IL MIO TRAMITE, COLUI CHE TUTTO FARÀ AVVENIRE. . GIÀ TE L'HO DETTO, SONO IO IL BURATTINAIO CHE MUOVE I FILI DELLA TUA VOLONTÀ»
-Stai certo che non permetterò alla tua insana follia di prendere il sopravvento su di me- Risponde il ragazzo con tono determinato
«AHAHAH…POVERO SCIOCCO…TU TI ILLUDI TROPPO FACILMENTE! NON HAI SCAMPO CONTRO DI ME…TUTTO È ORMAI DECISO…TUTTO…»Esclama quella voce «GUARDA…AMMIRA CIÒ CHE SARÀ IL FUTURO! …GUARDALO MOLTO ATTENTAMENTE…» quelle ultime parole sono pronunciate con tono trionfale:immagini di desolazione e di morte opprimono la mente inconscia di Pegasus, massacrandolo!
-Che diamine significano queste strazianti immagini?! -Domanda il ragazzo con paura ed orrore nel tono, la risposta della"voce"non tarda a giungere «HAI VISTO CHE SPETTACOLO MERAVIGLIOSO? …AMMIRALO!! …AMMIRA LA MERAVIGLIA, ESSO SARÀ SOLO IL PRINCIPIO DEL NUOVO INFERNO»
-NO…! NON SARÀ QUESTO IL FUTURO!! …NON LO SARÀ AFFATTO!!! - Esclama il cavaliere
«OH SÌ INVECE…E TUTTO AVVERRÀ PER MANO TUA! TU SARAI IL CARNEFICE DI QUESTA CONDANNA ETERNA»
-TI SBAGLI DANNATO DEMONE…LA MIA MANO NON ARRECHERÀ MAI TALE DISTRUZIONE…MAI!!! -
È l'anima del giovane che urla quelle parole contro l'oscuro nemico ma Esso non demorde ribattendo con tono vile di perfidia «INVECE LO FARAI!!! E ANCOR PRIMA DI QUANTO TU POSSA ANCHE SOLO LONTANAMENTE IMMAGINARLO!! » Urla l'infida "voce" poi, attenuando il tono, essa pronuncia queste parole«Sarai tu stesso a cedermi senza opporre alcuna resistenza, senza neppure accorgertene…a presto…»
Con quel saluto sarcastico ed una risata a dir poco oltraggiosa e densa d'odio , la "voce" scompare ed un grido esasperato, sì ode nella camera «VATTENE!!!! » un tuono assordante e fragoroso "accompagna" quell'urlo disperato…
Il grido del ragazzo fa svegliare Patricia di soprassalto "Pegasus" pensa. Ella sì alza di scatto dalla poltrona sulla quale è seduta avvicinandosi subito al fratello minore, lo vede: il ragazzo ha aperto gli occhi ma essi sono sbarrati guardano nel vuoto, un velo li offusca e delle lacrime gli rigano il volto scarno e pallido. Pegasus ha il respiro affannoso quasi, in quell'incoscienza, avesse combattuto una battaglia stenuante ed il suo sguardo appare scioccato
"Cos'è mai quest'oscurità che mi avvolge? …dove sono? …dove?! possibile che nessuno mi sia accanto? …Atena…Sirio, Cristal, Andròmeda… Phoenix…Kanon…dove siete? perché mi avete abbandonato? …aiutatemi, che qualcuno mi aiuti! " pensa il giovane assalito dal timore di ciò che sente poi finalmente una mano che sfiora delicatamente la sua e la voce cristallina di una ragazza che lo sta chiamando
-Pegasus…fratello mio- Pegasus la riconosce immediatamente
-Patricia, sei…sei forse tu? - chiede il ragazzo in un lieve alito di fiato appena percettibile
-Sì…sì sono io…- dice la ragazza con voce tremante di pianto. Pegasus volge lo sguardo verso dove proviene la voce della sorella ma, con timore, comprende che i suoi occhi non riescono a vedere nulla "Perché i miei occhi non riescono a vedere nulla? cosa mi è successo?! " il ragazzo parla a Patricia con voce timorosa, impaurita
-Dove sei Patricia? io…io non riesco a vederti…non ti vedo, aiutami…aiutami- -Pegasus, sono qui…accanto a te- risponde la giovane con dolcezza mascherando il timore che sente nel cuore.
Pegasus vorrebbe stringere la mano della sorella ritrovata nella sua ma non vi riesce, sente il suo corpo come marmo, non riesce a muoversi…lo sguardo del giovane che già emana paura ora, addirittura, è atterrito, denota una terribile sensazione di angoscia, di smarrimento! Egli non riesce a darsi una spiegazione e sente la paura pervaderlo come mai in passato era accaduto, socchiude gli occhi spenti e nella sua mente sì fa spazio un pensiero come probabile spiegazione di quello stato in cui versa
"A tal punto i Numi d'Olimpo mi vogliono punire? " piange silenziosamente "A tal punto le loro ire funeste sono esplose? …la loro collera s'è spinta dunque sino a decidere di castigarmi con la totale infermità? …possibile che Essi vogliano questo per me? " Pegasus chiude gli occhi e da essi sgorgano lacrime salate che rigano le sue pallide gote e ancora pensa con amarezza "No…io non posso crederlo…ho sempre lottato per proteggere Atena e l'umanità com'era mio dovere…così come doveva essere…era questo il mio compito…perché ora gli Dei han deciso questo per me? …perché?! …dove ho peccato? Dove?!! " il ragazzo riapre gli occhi egli non riesce a parlare;non in quel momento "A questo amaro destino io…io devo dunque rassegnarmi? " Pegasus chiude nuovamente gli occhi, Patricia non sa cosa pensare, vorrebbe urlare, chiamare Atena ma non trova la forza di farlo tanto è sconvolta ed addolorata -Fratello…- mormora con la voce rotta d'emozione e di pianto. Pegasus sì accorge che la sorella sta piangendo e mormora tristemente -Non piangere te ne prego, neppure le tue lacrime possono cambiare ciò che sta accadendo…questo è ormai il mio destino e ad esso devo rassegnarmi…altro non posso fare- Il cavaliere chiude nuovamente gli occhi con rassegnazione abbandonandosi a quello stato, quasi arrendendosi a ciò che l'avverso destino ha deciso per lui
"Lo sò…sò bene che non posso arrendermi…non posso farlo! ma ormai…ormai sento di non aver più alcun lieve barlume di forza in me… Tutto è perduto ormai…" pensa mentre ora il suo pensiero viene rivolto altrove…
-Atena…- mormora con mestizia -…Perdonami-
"Perdonami" ripete dentro di sé, piangendo, sentendosi al pari d'un vile traditore che ha voltato le spalle a chi avrebbe dovuto sempre proteggere…
ma ecco una voce…una voce amica ricolma di serenità:essa sembra parlare al giovane guerriero giungendo dai meandri della sua mente
<Non arrenderti…non devi cedere…REAGISCI! > Diversi improvvisi, violenti spasmi di dolore attraversano il corpo infermo del ragazzo facendogli vivere un agonizzante sofferenza, il volto di Pegasus è una maschera di dolore, stringe le labbra tra i denti talmente con forza che per poco non iniziano a sanguinare…una strana e misteriosa forza, tanto potente quanto sconosciuta, sta contrastando quell'infermità che ha colto il giovane…per quanto impossibile da crederlo, essa lo voleva aiutare. Improvvisamente Pegasus riesce a muovere una mano, cerca quella di Patricia -Aiutami- mormora tra lo strazio che sta vivendo, la ragazza non esita e afferra la mano del fratello tenendola poi stretta fra le sue. Patricia sente il cuore pervaso dal timore, non riesce a comprendere cosa mai stesse accadendo all'amato fratello e ha paura…eppure resta lì…ferma ed immoblile al capezzale di Pegasus, per nessuna ragione lo avrebbe lasciato solo…ora più che mai!
Quell'atroce spasmo di dolore lentamente si placa poco dopo…il respiro di Pegasus, prima affannoso, ora piano si sta attenuando, il suo viso sembra aver ritrovato la serenità lasciando al passato ogni timore ed ogni angoscia, egli riapre gli occhi accorgendosi, pochi attimi dopo, di riuscire nuovamente a muoversi. In quel momento il cavaliere pronuncia una parola: una semplice parola
-Il sole-
È in quell'attimo che, trascorsa quell'interminabile notte di tempesta, un primo timido raggio di sole penetra nella camera raggiungendo il volto del ragazzo, accarezzandolo delicatamente, egli forse se ne è accorto, Pegasus socchiude gli occhi lasciando che il tepore di quel sole mattutino lo riscaldi, sorride… finalmente sorride! …vuole che quella luce lo pervada, vuole sentire quel calore meraviglioso su di lui, quel calore che vuol dire VITA!!
Il giovane solleva le palpebre:in quel momento, quegli occhi grandi e scuri, tornano nuovamente a vedere la luce;di quel velo oscuro che gli offuscava lo sguardo non vi è più alcuna traccia. Pegasus lascia la mano di Patricia
"Voglio fuggire da questa maledetta oscurità…devo vedere la luce…"pensa. D'improvviso sì siede sul letto quella forza misteriosa di arcana provenienza che lo ha precedentemente "liberato"dalla prigionia dell'infermità, ora lo sta obbligando ad alzarsi, egli sì lascia "imprigionare"da quel potere lasciandosi guidare da esso. Pegasus, come in preda ad uno status ipnotico, si alza, sorride continuando a fissare i raggi del sole che sembrano chiamarlo a loro, sembra che essi invochino il suo nome…
-La luce…- mormora in un soffio di fiato
"Devo raggiungerla, odo la sua Voce che mi chiama- Il cavaliere avanza con passi lenti, a tratti incerti, gli occhi socchiusi, di nulla sì accorge ma vede attorno a sé solo un'aurea luminescente che lo circonda trasportandolo verso quel sole che lo sta cercando. Patricia trema impaurita, Pegasus sembra in uno stato di trasposizione e lo osserva chiedendosi cosa mai stesse accadendo al fratello. Il giovane esce sul terrazzo, il sole è lì…splendente più che mai nel cielo "Eccomi, sono tornato a te luce del cosmo" pensa il ragazzo, la luce dell'astro universale colpisce in pieno Pegasus, egli solleva il volto al cielo e al sole stesso chiudendo gli occhi e allargando le braccia;in quell'attimo, a Patricia, sembra di vedere il corpo del fratello, illuminarsi più del sole stesso emanando una grande energia cosmica ma tutto dura null'altro che uno stralcio di secondo, la ragazza sì convince che quella sensazione provata, in verità, sì sia trattata solo di un gioco della sua mente ancora annebbiata per la stanchezza accumulata nei giorni passati, trascorsi a vegliare incessantemente sul fratello minore. Nel frattanto anche Atena ed i cavalieri hanno avvertito per un attimo quella forza cosmica comparsa,
-Ragazzi…avete avvertito anche voi quella strana forza comparsa? - domanda Cristal con stupore
-Sì, Cristal…io l'ho avvertita nitidamente- risponde Sirio sempre col suo tono pacato e riflessivo -Anch'io l'ho avvertita- dice Andròmeda prendendo la parola e dopo di lui Phoenix -Sì…ma non è che durata un brevissimo lasso di tempo- il tono di Phoenix è calmo ma al contempo riflessivo
"È un avvenimento quantomeno inspiegabile" pensa agrottando leggermente le sopracagglia. Kanon, anche lui presente, sì pone nella mente una domanda
" Mi è sconosciuta quell'aurea cosmica…a chi mai può appartenere? " poco dopo è il cavaliere del cigno a volgere lo sguardo verso Atena domandandole con tono pacato e fermo
-Milady, dite, avete avvertito anche voi quel cosmo? -
-Sì, Cristal…l'ho avvertito anch'io-
-Cosa ne pensate Atena? - domanda Phoenix
-Sinceramente non riesco a comprendere a chi mai possa appartenere…esso mi è estraneo- risponde la dea con una lieve preoccupazione nella voce e lo sguardo che denota un pò di timore. Trascorrono pochi minuti dopo di che Atena decide di recarsi a far visita a Pegasus per accertarsi delle condizioni del giovane cavaliere, nutrendo nel suo cuore, la speranza che qualcosa sia cambiato. La ragazza sta attraversando i vari corridoi che portano alla stanza del giovane se non che ella, d'improvviso, ode dei passi avvicinarsi e vede in lontananza una figura stagliarsi in fondo al corridoio che lenta sì sta avvicinando. La ragazza sì ferma mentre la figura comparsa sì avvicina sempre più, ella sente il cuore battergli nel petto come fosse impazzito, la paura sì fa avanti in lei e Atena resta lì…ferma ed immobile…un lieve bagliore, penetrando nel tempio, illumina parte del corridoio…l'ombra della figura comparsa inaspettatamente sì fa più vicina, è in quell'attimo che un abile gioco di luce ed ombra riesce a far intravedere leggermente la sagoma di chi sta sopraggiungendo ma celandone, per gran parte, il volto…proprio come accade nel sogno vissuto da Atena stessa, non molto tempo prima. La dea arretra di qualche passo, timorosa, il suo volto prende un'espressione preoccupata e con un filo di voce domanda
-Chi è là? …mostratevi- Il sopraggiunto sì ferma e, alla domanda posta da Atena, risponde con garbo -Sono io- mostrandosi alla dea della Giustizia…Un fuoco d'artificio improvvisamente esploso nel corridoio non avrebbe stupito Atena come in quel momento; i raggi del sole hanno svelato la misteriosa identità di chi è giunto, un sorriso conosciuto irrompe dolcemente nel cuore e nell'anima della fanciulla la quale, incredula, mormora quasi balbettando un nome
-Pe…Pegasus…-
i raggi del sole ora, finalmente, illuminano completamente la sagoma giunta… È lui… Per un attimo i due giovani sì guardano senza pronunciare parola. Pegasus sorride amabilmente ma il suo volto denota ancora una notevole stanchezza, Atena si avvicina al ragazzo, è ancora incredula, con una mano tremante sfiora un braccio al giovane -Sei…sei tu? - sussurra la ragazza con la voce rotta dall'emozione
-Sì… Sono io- risponde Pegasus con tono pacato ma con la voce ancora piuttosto affaticata. A dispetto di ogni forma di razionalità, Atena afferra le mani del ragazzo stringendogliele nelle sue, lo sguardo della giovane donna lascia trasparire un sentimento sulla cui natura ben difficilmente ci si può sbagliare… Ella guarda Pegasus negli occhi ma, inspiegabilmente, in essi vede specchiato qualcosa che non comprende del tutto…una strana sensazione la pervade…
"Che strana sensazione di gelo avverto provenire dal corpo di Pegasus…il suo cosmo non sembra più quel che, da sempre, conosco e lo contraddistingue…non possiede più quel calore e quella luminosità…sembra… sembra il Gelo Eterno" La dea della giustizia sì sente "imprigionare" da una strana ed arcana energia che, lentamente, la circonda…le sembra d'essere altrove così come accadde alcuni giorni prima, a Kanon, anche se da lei avvertita in modo meno devastante… "Cosa sta succedendo? …mi sembra di essere come catapultata in un'altra dimensione…" pensa con sorpresa ed angoscia. Atena guarda Pegasus, con stupore sì accorge che il suo sguardo é mutato improvvisamente acquisendo un'espressione vitrea, il volto ed il corpo cadaverico…esangue! Egli ora appare come una presenza irreale quanto spaventosa nel gelo che emana…alla ragazza sembra di vivere in un incubo senza via d'uscita poi ode una voce che la chiama
-ISABEL! -
Tutto sì acquieta, la dea sì scuote, chiude gli occhi per un brevissimo istante, sbatte le palpebre e poi volge nuovamente lo sguardo verso Pegasus che le è di fronte, tutto sembra tornato alla normalità, ella riesce ora a percepire quell'aurea cosmica che ben conosce benché essa sia alquanto debole ma quel poco basta per tranquillizzarla un pò. Pegasus vedendola scossa, chiede con preoccupazione
-Isabel…stai bene? …-
la giovane risponde, ancora un pò stordita dall'accaduto -…Sì…sì, sto bene, è solo che…-
-Cosa? …- chiede il ragazzo
-No…no nulla, non ti preoccupare Pegasus- risponde la ragazza sorvolando il discorso e abbandonandolo, ella accenna un lieve sorriso poi, lasciando le mani del giovane, ella mormora dolcemente
-Sono lieta di vederti nuovamente in piedi-
Pegasus risponde con tono mesto ed amaro
-Sì…ora sono dinuovo in piedi…ma mi domando se questa volta sia per sempre- Vi è paura e dolore nella voce del giovane. Il ragazzo sospira poi dice -Ho bisogno di un aiuto per capire…ho bisogno del tuo aiuto-quelle ultime parole egli le pronuncia con tono implorante e al contempo speranzoso verso la sua dea
-Ho bisogno dell'aiuto di colei che tu incarni…aiutami… Atena- gli occhi di Pegasus sì riempiono di lacrime ma egli cerca in ogni modo possibile di scacciare quello stato d'animo cercando di dimostrarsi forte come ella lo conosce.
-Pegasus…lo sai che non potrei mai non aiutarti…parla pure tranquillamente, io…ti ascolto- riponde la ragazza con una tenerezza ed una delicatezza indescrivibili mentre i suoi occhi blu luminosi e ricolmi di dolcezza non cessano di osservare il viso del cavaliere un solo istante. Pegasus chiede ad Isabel di seguirlo altrove, in un luogo dove nessuno li possa interrompere o disturbare, decidono di recarsi presso lo spiazzo sito dietro il Grande Tempio dove sì trova l'imponente statua mitologica della dea Atena. Pegasus sì avvicina ad essa la guarda, voltato di spalle egli domanda alla ragazza che sì trova a diversi metri di distanza dietro di lui
-Cosa è successo? …ricordo ben poco di quanto mi è accaduto…nella mia mente ho solo ricordi vaghi, confusi e neppure tanto nitidi…ciò che ben ricordo è quel malore che mi ha colpito e poi che sono svenuto, null'altro che quello…cosa mi è accaduto dopo? - dicendo così egli sì volta verso la giovane, nel suo sguardo vi è sofferenza ed angoscia. Atena lo raggiunge e gli parla con tono pacato ma al contempo deciso e delicatamente autorevole - Sei rimasto in uno stato d'incoscienza totale per vari giorni…-
-Quanti? -
-Quattro giorni ed altrettante notti sino al tuo risveglio di stamane…-
-…Ed io non mi sono reso conto di nulla- mormora il ragazzo acennando un sorriso tirato. Pegasus torna a volgere lo sguardo verso la statua che sovrasta l'acropoli di Atene, il volto ha ripreso un'espressione austera, ci furono alcuni attimi di silenzio…il ragazzo, rammentando quanto è accaduto al suo risveglio, pensa
"Troppe cose strane sono accadute"…
Un lieve vento sì è alzato, Pegasus tornando a voltarsi verso lady Isabel chiede -Cosa ne pensi Isabel? -
-Io ritengo che tutto ciò che è avvenuto in te, sia semplicemente dovuto alla stanchezza ed il tuo essere ha ceduto ad essa-
Il cavaliere prendendo la parola risponde con fare convinto
-Tu mi conosci più di chiunque altra persona…sai bene che non sono il tipo che cede sino ad un tale punto…- Atena lo guarda, il giovane alza lo sguardo al cielo tornando a voltar le spalle alla ragazza stringendo le mani a pugno dice
-No…non è stanchezza…non è una cosa così semplice-
-Perché dici così, Pegasus? -
-Sento che qualcosa è cambiato in me…qualcosa è successo…lo percepisco anche se non nitidamente, cosa mi è veramente accaduto? …Hades era riuscito a strapparmi la vita…com'è possibile che io sia ancora qui? …mi sento impazzire! - dice, con un velo di rabbia nella voce, Pegasus, portandosi una mano alla fronte
-…non sò che diamine pensare- mormora.
Atena risponde amichevolmente
- Forse…ciò che tutti noi credevamo ti fosse accaduto…in verità non è avvenuto…e…-
-Sbagli! … io ero perduto- esclama il giovane interrompendo la ragazza e voltandosi di scatto verso di lei lo sguardo preda d'un incendio indomo, poi, calmatosi, prosegue il discorso
-…non avevo più un solo lieve barlume di vita in me…chi mi ha riportato a questo mondo?! …chi?!! …no, Isabel… troppi lati oscuri sì celano dietro tutto questo…ed ho paura-
-Non è da te aver paura- dice la dea con severità
-Ora sì…- ribatte Pegasus in un soffio di fiato e chinando il volto. Atena gli sì avvicina di più, prendendogli una mano nelle sue, il ragazzo ha un lieve sussulto e sì volta verso la dolce fanciulla, ella lo guarda con tenerezza ed emozione dicendogli
-Pegasus…ti prego…non porti più domande, non farti congetture…dimentica tutto quanto…tutto quanto, te ne prego…- -Come posso dimenticare, Isabel…? - chiede il cavaliere con voce tremante. La giovane donna gli sfiora il volto sofferente con un'incredibile delicatezza abbandonata in una carezza -Il tempo ti aiuterà, vedrai…- sussurra la dea;
Pegasus prende l'affusolata mano di Isabel scostandosela dal viso, gliela bacia dolcemente posandosela, poi, sul petto laddove la malefica spada di Hades l'ha trafitto. Atena apre il palmo della mano adagiandola proprio lì…su quella dannata ferita…per un attimo ella ha la sensazione che quella ferita bruciasse come fuoco ardente ed infernale, la giovane sì domanda se ciò che sta avvertendo è realtà o meno, "Perché questa sensazione? " si domanda, ella solleva il volto;quella sensazione ora è scomparsa ma Pegasus la guarda con occhi timorosi mormorando
-Stammi vicino…te ne prego, qualsiasi cosa possa ancora accadere…-
scongiura il giovane
-Mai in vita mia ho provato una tale sensazione di paura e angoscia…Aiutami…non abbandonarmi…salvami da questo tormento…SALVAMI TE NE PREGO…-
Quelle ultime parole fanno sobbalzare il cuore di Atena, improvvisamente ella rammenta le parole pronunciate da quel giovane visto in sogno diverse notti prima e che in quegli ultimi giorni continua a farsi avanti nella sua mente…per un attimo ella pensa che ciò che sta avvenendo sia legato il qualche modo ad esso ma immediatamente scaccia dalla sua mente quel pensiero. La giovane sì avvicina di più al cavaliere e fissandolo negli occhi scuri, risponde con tono deciso ma quieto
-Non ti abbandono…non dubitarne Pegasus- Da dietro una colonna del tempio, Patricia sta osservando la scena pensando "Ho tenuto un comportamento astioso nei confronti di Atena, e di ciò me ne rammarico notevolmente…ora ho compreso quanto, in verità, ella abbia un cuore puro e caritatevole" pensa la fanciulla con le lacrime agli occhi e poi, voltandosi, sì allontana ma nel suo cuore sente che qualcosa, presto o tardi, sarebbe avvenuto ed un'inspiegabile paura si fa prepotentemente avanti, l'istinto la obbliga a fermarsi e a voltarsi, immediatamente il suo sguardo sì posa sul fratello senza un motivo, senza un perché; ella pensa
"Sento un inspiegabile angoscia pervadermi il cuore…cos'è mai questa paura? " Patricia sì sofferma un breve istante ancora, poi sì allontana ma quella paura non l'abbandona…