CAPITOLO 1
Il corpo del valoroso cavaliere, colui che è stato il radioso ed allegro Pegasus, riposa. Il giovane inquieto ha trovato il suo agoniato riposo. Il sipario è calato sul glorioso e più forte cavaliere di Atena che le leggende abbian mai ricordato… il dramma è stato recitato ora sino in fondo…
Qualcuno vaga per un sentiero impervio, lo sguardo smarrito "Che diamine di posto è mai questo?" sì domanda… Sente qualcosa, avverte una presenza misteriosa, ostile, che segue ogni suo passo, egli prosegue il suo cammino lungo quel sentiero che sembra essere nel mezzo di un bosco: è un sentiero oscuro… egli sì ferma un attimo ma guardandosi alle spalle non riesce a veder nulla;neppure l'inizio di quella strada e innanzi a lui neppure una fine: il bosco è cupo, gelido… dal terreno sale una nebbia che rende quel luogo, già così tetro, ancor più spaventoso. In quel luogo dimenticato dal mondo neppure un lieve raggio di sole riesce a penetrare quello smisurato muro che gli alberi creano con i loro tronchi e le loro fronde che sì stagliano ad una tale altezza che pare non abbiano una fine. Egli prosegue il suo cammino forse sperando di incontrare una qualche anima pietosa che l'aiuti a comprendere dove sì trova: d'un tratto sente la terra tremare sotto ai suoi piedi, sì volta e nota con sorpresa che una enorme crepa sì sta rapidamente aprendo dietro di lui squarciando il terreno a metà, egli comincia a correre ma la crepa non accenna a fermarsi tanto che in un attimo lo raggiunge con tutta l'intenzione di ingoiarlo nelle sue viscere e così accade ma in quell'attimo sente delle forti braccia che lo afferrano ed una presenza… quella stessa presenza misteriosa e minacciosa che già aveva avvertito… perdendo i sensi sì lascia catturare da essa, non riesce a resistergli tanto essa è forte. Alcuni attimi dopo egli riapre gli occhi ritrovandosi sdraiato su un qualcosa che sembra un letto posto in una stanza che altro non emana se non gelo e morte, cerca di muoversi ma ogni tentativo risulta inutile, il suo corpo pare esser stato colto da una improvvisa paralisi inspiegabile, riesce a malapena a muovere soltanto la testa "Cosa mi sta succedendo? … perché non riesco a muovermi? perché… ?!" prova ancora ma a nulla serve…
-È TUTTO INUTILE! - Tuona una voce risuonando forte in quella stanza e dei passi avanzano verso quel letto di gelida pietra, mostrandosi a colui che su esso è disteso. È una figura imperiosa e maestosa quella che sì staglia innanzi al giovane immobile il quale lo riconosce immediatamente
-NO… NON TU… NON PUÒ ESSERE! ! - esclama il giovane con tono sorpreso e col volto bianco come la morte
-OH SÌ INVECE! ! … CREDEVI DI ESSERTI LIBERATO DI ME, VERO? … MI SPIACE DELUDERTI MA, COME VEDI, NON È COSÌ- L'Essere sopraggiunto ride con sarcasmo e scherno poi, tornando a parlare con tono agghiacciante, prosegue a dire -Nessuno sì libererà di me… ORA PIÙ CHE MAI! … Soprattutto tu… ormai i nostri destini sono legati indissolubilmente… preparerò la mia rivincita, ed essa avverrà per mezzo tuo-
-CHE DIAMINE VAI DICENDO? TU VANEGGI! -
-No, anzi… tutt'altro… entrambi saremo la causa primordiale della totale distruzione del mondo, esso diverrà un inferno… un inferno universale ed eterno nei millenni a venire… l'Ade nulla sarà a confronto di quanto i tuoi miseri occhi han veduto, esso era un paradiso a ciò che sarà il futuro anche dell'intero universo… i miei piani, questa volta, non verranno distrutti e tu… tu mi aiuterai a portarli a termine… ora l'oscurità è in te… IO SONO IN TE- -TU SEI UN PAZZO! … UN FOLLE PAZZO! ! - Urla il giovane, l'Essere ribatte-È INUTILE CHE TI AGITI! a nulla serve… non potrai opporti a me: NON QUESTA VOLTA! … Ricordi la spada che ti ha colpito? Rammenti il dolore straziante che hai provato quando la sua lama ti ha squarciato il cuore? il gelo del momento, la paura ed infine… la morte? In verità non ti fu strappata la vita ma essa ti ha imprigionato l'anima per far sì che io portassi a termine ciò che in verità volevo accadesse da sempre… io mi sono introdotto in te già in quell'attimo… -
l'Essere tace per alcuni istanti poi riprende il discorso intrapreso -… volevo il meglio, la superiorità assoluta, la potenza totale! questo volevo per me, in verità, e l'ho ottenuto… Andròmeda è stata semplicemente l'esca che m'è servita per far uscire allo scoperto l'Essere Superiore, la vera ed unica perfezione, la suprema potenza cosmica, la primordiale e più potente divinità pre-olimpica dalla quale tutta la distinzione dell'universo cosmico ebbe il suo inizio… L'ORDINE! Secondo soltanto ad Urano, sovrano assoluto dell'universo totale… quell'antica e potentissima divinità… sei tu- Le parole pronunciate dall'Essere stupiscono il giovane che, sorpreso, mormora -Possibile che… che io… che io sia… ? -
- Lo sei- ribatte -… tu sei colui che sconfisse Kaos, un ardito affronto, non v'è che dire… io, ora, ho preso per me la purezza del tuo divino cosmo, la perfezione, la forza, la pienezza della tua suprema divinità, la tua anima mi appartiene e la tua volontà sarà la mia, LA TUA SUPREMA FORZA RENDERÀ LA MIA POTENZA DEVASTANTE! ! -
Quelle ultime parole sì tramutarono in un'agghiacciante risata mentre alcuni fasci di luce nera, colmi di energia, devastano il giovane;lo sollevano di peso a mezz'aria lacerando quel petto martoriato squarciando nuovamente quella ferita infertagli dalla divinità oscura per "mano"della sua maledetta spada che già a suo tempo aveva iniziato a "spianare la strada" al suo vero piano, flotti di linfa vitale fuoriescono dalla ferita grondando al suolo come una cascata inarrestabile colorando la gelide pietre d'un rosso acceso, mentre un'oscura forza, violentissima, sotto forma di schegge nere accuminate penetrano inesorabilmente nel petto e nel cuore del giovane facendogli innalzare al cielo strazianti grida di atroce dolore sino a che il malvagio Essere stesso, non scompare in quell'immensa luce oscura dopo aver pronunciato queste parole che tuonavano come una Sentenza di condanna -TI SVEGLIERAI DALL'OBLIO ETERNO IN CUI TUTTI CREDEVANO TU FOSSI SPROFONDATO… LO GIUDICHERANNO COME SE ESSO FOSSE LA BENEVOLE AZIONE DI UNA QUALCHE DIVINITÀ AMICA E PIETOSA, IN VERITÀ, IL TUO RISVEGLIO SARÀ L'INIZIO DELLA FINE. NULLA TI RICORDERAI DI QUANTO È AVVENUTO E STAI VIVENDO MA IO SARÒ IN TE, SOPÌTO, SINO A QUANDO GIUNGERÀ IL MOMENTO DEL MIO NUOVO RISVEGLIO… L'ETERNO RISVEGLIO… E QUEL MOMENTO NON TARDERÀ A GIUNGERE… IL MIO MALEFICIO SARÀ VIVO IN TE E TE NE ACCORGERAI SULLA TUA STESSA PELLE… SOFFRIRAI DANNATAMENTE E PENSERAI AD UN CASTIGO DIVINO MA NON RIUSCIRAI COMUNQUE A DARTI ALCUNA SPIEGAZIONE… LA MALEDIZIONE DI HADES SÌ COMPIRÀ! ! ! ! - Il giovane ricade su quel giaciglio di pietra insanguinato, l'oblio lo avvolge…
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Atena sì trova nella Sala del Trono, con lei vi è un giovane di bell'aspetto, ha indosso una tunica blu con, appuntato sulle spalle, un ampio manto bianco che gli scivola lungo la schiena tenuto, in parte, avvolto attorno ad un braccio, egli osserva la giovane dea contemplandola con lo sguardo. La giovane è alzata volgendo il suo sguardo verso il cielo, osserva il sole, i suoi raggi erano tornati a risplendere ed a illuminare anche il Grande Tempio, ella rivolge il pensiero a colui che s'era immolato per proteggerla col suo corpo quando il malvagio Hades era deciso più che mai a trafiggerla a morte con la sua spada intrisa d'odio "Pegasus… il sole è tornato a splendere sul nostro splendido pianeta, quel pianeta da sempre meraviglioso e di luce ricolmo… il tuo sacrificio non è stato vano ma il mio cuore… il mio cuore è preda del dolore più forte che sì possa immaginare" Atena piange sommessamente "Anche voi… anche voi valorosi cavalieri d'oro… voi che col vostro sacrificio estremo, avete permesso ai vostri fraterni amici di oltrepassare quell'insormotabile barriera del Muro del Lamento, lì… alla Giudecca in Ade, voi che non avete esitato un solo attimo nel prender quella decisione… anche per voi il mio cuore piange… anche per voi" Il giovane, alle sue spalle, comprendendo lo stato d'animo della sua dea, le sì avvicina ponendo una mano su una spalla della ragazza -Atena… Divina Sovrana… - la fanciulla sì volta verso di lui dicendo -Mai… mai sì doveva giungere ad un sì tragico epilogo… mai mi sento così in colpa per quanto è accaduto- Atena scoppia in un pianto straziante nascondendo il suo dolce viso, rigato di lacrime, nel petto del giovane a lei di fronte, inondandogli la tunica che egli aveva indosso;il ragazzo non può non guardarla con incredibile tenerezza e la stringe nel suo abbraccio "Non piangete Regina di Luce… non piangete, voi di colpe non ne avete" Dopo alcuni attimi, egli libera Atena dal suo abbraccio, la guarda negli occhi con uno sguardo severo ma rassicurante e parlandole con tono delicato -Atena… cercate, per quanto vi sia possibile, di dimenticare tutto ciò che è accaduto… voi siete la guida dei cavalieri di Grecia, non fatevi prendere dallo sconforto, i cavalieri d'oro e Pegasus ne soffrirebbero, le loro anime non devono piangere, ora… vi prego, andate a coricarvi un pò… la battaglia è stata tremendamente dura anche per voi… dovete riposare Atena… -
-No… non ora, adesso… adesso desidero vedere ancora quel volto che… che purtroppo presto… troppo presto mai più potrò vedere… desidero veder Pegasus un'ultima volta… rimaner al suo fianco per un pò ancora- mormora Atena con le lacrime agli occhi ed il cuore distrutto dal dolore. Atena s'allontana dal giovane ma non fa che pochi passi che un malore la coglie d'improvviso, sì sente svenire, ma prontamente il ragazzo le è subito accanto e la sostiene per le braccia-Atena! … - esclama con preoccupazione, ella mormora -Aiutami… te ne prego… -
-Vi avevo detto di coricarvi… coraggio, state apoggiata a me, vi accompagno alle vostre stanze- Il giovane accompagnò la dea presso la sua stanza, lì l'aiutò a coricarsi e poi le rimase accanto
- Cercate di addormentarvi, io vi starò accanto, non temete- le dice con tono pacato ed ossequioso, Atena posa una sua mano su quella del giovane parlandogli con delicatezza -Grazie per essermi accanto in questo momento così oscuro per me… così doloroso-
-Io sono il vostro umile servo, Divina Atena- rispose egli con tono delicato e cordiale
Atena accenna un lieve sorriso poi, stringendo nella sua mano quella del giovane, ella mormora -Almeno tu… non ci hai abbandonato… Kanon, valoroso cavaliere di Gemini- la dea chiuse gli occhi addormentandosi e lasciando la mano di Kanon il quale pensa
"Ora, più che mai vi avrei potuto abbandonare… Atena, voi mi avete salvato dalla prigionia delle Tenebre, del Male e dalle spirali dell'Odio di cui il mio cuore per troppo lungo tempo ne fu intriso, ho ritrovato la luce grazie a voi, l'unica giusta via da seguire, quella della giustizia che voi fortemente rappresentate, Atena… mia Signora, non temete, io vi starò accanto sino a che mi sarà dato di vivere… ve lo devo- Egli volge lo sguardo al cielo, che sì vede terso e splendido, oltre il terrazzo panoramico della camera della dea, volge il suo pensiero a qualcuno poi sì alza e lentamente sì allontana uscendo dalla camera, in assoluto silenzio, allontanandosi.
Kanon, l'unico cavaliere d'oro miracolosamente sopravvissuto alla battaglia in Ade, decide di recarsi verso la Stanza Sacra che ospita le spoglie mortali di Pegasus prima che vengano celebrate le sacre esequie, egli cammina con passo veloce ed agile lungo i lunghissimi ed interminabili corridoi del tempio;era a poca distanza dalla porta di quella stanza, quando egli sì ferma, sì blocca improvvisamente cadendo poi al suolo in ginocchio, sente il suo corpo attanagliato da delle scosse d'energia che lo bloccano completamente ma immediatamente dopo, manovrato da dei fili invisibili talmente tesi che sembrano spezzargli gli arti e poi nuovamente quello stato di paralisi "Il… il mio corpo, non… non riesco più a controllarlo… non riesco a muovermi… che cosa sta succedendo? … che cosa?! - Il giovane geme di dolore, china il capo, il suo volto è una maschera di sofferenza, qualcuno o qualcosa sembrava volesse impedirgli di avvicinarsi a quella stanza, voleva sopraffarlo! I suoi lunghissimi capelli scivolano lungo la schiena e coprendo il suo volto toccando terra e sparpagliandosi attorno a lui "Cos'è mai questa energia terrificante… la sua potenza non ha eguali… cosa significa?!" pensa nel dolore di quel momento che, in breve tempo, lo devasta facendolo crollare al suolo sfinito e privo di sensi, Kanon rimane in quello stato di incoscienza per diverso tempo sino a che egli non ode una voce che chiama il suo nome - Kanon… Kanon! -e una mano che lo scuote per un braccio. Lentamente il giovane riprende conoscienza. Il cavaliere di Gemini riapre gli occhi molto piano, in un lieve gemito di dolore muove le mani poi solleva il capo guardando, con sofferenza, verso il punto da dove proveniva la voce che aveva udito… sul suo volto sì spande un pallore pressoché spaventoso, Kanon è bianco come la morte! Innanzi a lui vi è una figura d'una persona che mai avrebbe certo pensato di vedere e che mai sì aspettava: lì, innanzi a lui… in piedi, con indosso le Sacre Vesti supplicee… il cavaliere delle 13 stelle, lui… Pegasus! La luce che penetrava tra le colonne doriche del tempio, con i suoi giochi di luci ed ombre, facevano apparire tutto così strano, più di quanto già non fosse, e Pegasus come una figura sovrannaturale dal pallore di cera … Kanon sì solleva da terra ma sì sente nuovamente mancare, deve apoggiarsi ad una colonna per non stramazzare ancora al suolo, vorrebbe parlare ma le parole rimangono prigioniere nella gola, sussurra il nome del cavaliere, se vi riesce, non riesce a comprenderlo neppure lui tanto è incredulo di fronte a ciò che i suoi occhi stan vedendo;è confuso, stordito… sì avvicina a lui barcollando, Pegasus lo fissa. Incredulo, Kanon, tende una mano verso di lui ma avverte ancora quella strana energia cosmica sentendosi come catapultato improvvisamente in un'altra dimensione spazio-temporale. D'un tratto tutto appare distorto, oscuro, il cavaliere di Gemini osserva Pegasus: negli occhi una strana luce… quegli occhi sempre stati ardenti come brace, ora appaiono come due gelidi pezzi di tanzanite… Kanon sente che qualcosa sta avvenendo "Cosa sta accadendo? … mi sento debole come… come se qualcosa stesse prosciugando il mio corpo di ogni energia vitale… sento che ogni mia volontà sta per essere annullata… il gelo mi pervade… perché? … io… io non capisco… Atena, aiuto-
«È GIUNTO IL MOMENTO CHE VOI ESSERI INGRATI E MISERABILI ABBANDONIATE OGNI SPERANZA ED OGNI PARVENZA» Kanon ode queste parole, il sangue gli sì raggela nelle vene, osserva Pegasus, egli ha chiuso gli occhi e chinato il capo, dietro di lui un'ombra oscura sì innalza sino al cielo« NON TARDERÀ IL MOMENTO DELLA FINE». D'improvviso un fascio di luce violacea abbaglia Kanon il quale, senza ricordar nulla di quanto udito e visto, sì trova ancora al tempio come non fosse mai accaduto niente, davanti a lui c'è solo il ragazzo sbarazzino che conosce.
Gemini gli sì avvicina, la sua voce trema d'emozione ed incredulità -Sei… sei tu? … sei proprio tu! ma come può esser accaduto? tu… tu eri… -balbetta Kanon più che mai sbalordito. Pegasus sorride all'amico poi avvicinandosi al compagno dell'ultima battaglia, gli parla accennando un sorriso acceso anche se stanco -Ma dico? … avevate intenzione di farmi passar a miglior vita prima del tempo?! - Kanon mormora, cercando una giustificazione in merito -In verità noi… noi ti credevamo perduto… e… invece… -
-… E invece sono ancora tra di voi… a quanto pare Hades ha pensato bene di risparmiarsi la noia di avermi ancora tra i piedi, visto e cosiderato i grattacapi che gli ho dato e poi… sinceramente e francamente… avrei ben altri progetti nel mio immediato futuro e di certo non tra le grinfie del dio dell'Oltretomba- Pegasus sorride così come Kanon ma quest'ultimo dice con tono serio-E così, a quanto pare, sei riuscito ancora una volta a sconfiggere la Morte… -
-Sì… ancora una volta ce l'ho fatta- dice Pegasus ora con tono austero ma subito dopo la sua solita personalità scanzonata torna a riaffacciarsi rispondendo -… Te l'ho detto che Hades non m'ha voluto tra i piedi, evidentemente sono un ospite indesiderato- il ragazzo sorride ma, d'improvviso, una terrificante fitta di dolore al petto, trasforma immediatamente quel volto che aveva ritrovato un attimo di serenità, in una maschera di dolore;Pegasus sì porta istintivamente una mano al cuore stringendo, in essa, un lembo della tunica che aveva indosso, sente il corpo che non risponde alla sua volontà, barcolla, ma Kanon è pronto ad accoglierlo tra le braccia e Pegasus sì lascia letteralmente cadere addosso a lui
-Pegasus! … ma cosa… -
-La ferita al petto… sento… sento un dolore allucinante… - il ragazzo afferra con l'altra mano, una parte della veste di Kanon, la stringe nella mano con forza, quasi da strappargliela, avvinghiandosi a lui, in un tentativo disperato di soffocare il dolore che prova, l'amico lo stringe di più a sé, Pegasus solleva un istante il volto sofferente verso Gemini mormorando con voce quasi impercettibile - Voglio… voglio uscire… portami fuori da qui… io… io mi sento soffocare chiuso in questo luogo… fallo… te ne prego… - implora il ragazzo -Daccordo Pegasus, lo farò- il cavaliere d'oro, afferra il giovane per la vita, saldamente, con un braccio e con l'altro tiene il braccio dell'amico sulle sue spalle. Lentamente il ragazzo prende a camminare ma, sostenuto da Gemini, egli riesce a muovere qualche passo ma Kanon appare notevolmente turbato. Pegasus camminava a stento, il respiro affaticato e la mano destra ancora posata al petto;che stesse male era ben evidente ma ciò nonostante, egli trova la forza di porre alcune domande al cavaliere d'oro -Kanon, dimmi, dov'è Atena… è salva? -
-Sì, Pegasus, Atena è salva, ora sta riposando, non temere, stai tranquillo- - Il saperla salva mi riempie il cuore di gioia… e Sirio, Cristal, Phoenix ed Andròmeda? … dì… quale sorte è a loro toccata? … -
- La clemenza divina del Fato ha voluto che sì salvassero… almeno loro… - dice Kanon in un sospiro che però denotava una gran sofferenza, Pegasus aveva compreso ciò che, egli, voleva dir tra le righe. il cavaliere delle 13 stelle pensa mestamente "Destino infausto, così vil ed infame… quale terribile dramma hai fatto consumare… perché sì tanta perfidia colpì così tanto duramente le vite di giovani eroi spegnendone i sorrisi e le vite? I loro cuori eran puri diamanti di giustizia ricolmi… mai… mai avresti dovuto permetter che ciò avvenisse… tutto sembra impossibile sia avvenuto eppure… eppure questa è amara realtà" dagli occhi di Pegasus sgorgano lacrime amare al pensiero di ciò che accadde ai cavalieri d'oro ed il suo cuore soffre ricordando i loro volti, uno ad uno, nella sua mente…
Kanon e Pegasus uscirono sullo spiazzo ubicato al di fuori del Grande Tempio, i due giovani sì fermarono, una lieve brezza di vento spirava, il cavaliere delle 13 stelle alzò lo sguardo al cielo, i raggi del tiepido sole primaverile lo colpiscono dolcemente sul volto ferendogli piacevolmente gli occhi che sì socchiudono in un espressione serena -Il sole… la Grande Eclisse s'è dunque dissolta? Non è solo miraggio che i miei occhi scorgono… non è un sogno-
-No, Pegasus, non lo è-
-L'insperato Miracolo è infine avvenuto… - mormora Pegasus, il quale, improvvisamente, sì sente in preda ad uno strano torpore e una forte stanchezza lo pervade, Kanon avverte che l'amico sta per cadere, cerca di sostenerlo ma non vi riesce cadendo anche lui seppur rimanendo in ginocchio e sostenendo Pegasus per le spalle, adagiato col capo, al suo petto. Il ragazzo fissa ancora il sole con gli occhi socchiusi che hanno in loro ora una luce opaca, come un velo che li offusca, le braccia lungo il corpo privo quasi completamente d'ogni minimo barlume di forza vitale ma ancora i suoi occhi non cessano di fissare il sole quasi da voler per sempre imprimere nella mente quell'immagine. Pegasus chiude lentamente gli occhi e dalle sue labbra, improvvisamente, escono frasi arcane che non sembrano neppure pronunciate dal ragazzo stesso
-La vil infamia dell'Oscurità Dannata, cieca d'odio, è bramosa di Vendetta insidiosa, di violenza ricolma… assetata è ancor vilmente di innocente sangue… - sussurrate quelle ultime frasi, geme, reclinando il capo di lato perdendo i sensi;è in quel momento che il cavaliere di Gemini par di avvertire una presenza ostile alle sue spalle, una presenza inquietante, un vento alzatosi d'improvviso sibila paurosamente forte, Kanon sì volta di scatto ma dietro di lui non vi è nessuno e sì convince che sì sia trattata solo di una sua impressione, tutto sì placa e torna quindi a volger lo sguardo verso Pegasus pensando "Pegasus, cosa mai significano le frasi che hai pronunciato… ? non sembravi neppure tu a dirle… riprenditi… ho bisogno di comprenderne il significato così arcano" -Pegasus- ma a nulla serve, il ragazzo era sprofondato in un improvviso stato di totale incoscienza.