Settimo Episodio - La stanza dell’Edera -
Entrarono in quella che era una delle ultime stanze del regno. Era la stanza di Gort. Quella dell’Edera che Cooney proteggeva. Non era più grande delle altre, ma all’Ogham Lord lo sembrò. Pensò fosse la più bella e imponente. Era completamente rivestita di foglie d’edera. Erano tutte attorno, solo poche volte coperte da spessi rami della pianta rampicante. La sua struttura era identica a quella che in natura si vede spesso su pareti e muri. Tanto che si poteva pensare che dietro ci fosse qualcosa su cui appoggiava il tutto, ma era certo non ci fosse.
Ceridewna non parlò, a sorrise. Capiva lo stupore di vedere il luogo dove il potere della sua armatura era all’apice.
Cooney rimase per molto tempo ad osservare ogni particolare. Ogni piccolo passaggio, la potenza che in essa scaturiva e la reazione della sua armatura. Sentiva per la prima volta in vita sua una sensazione simile all’essere a casa. Era qualcosa che non aveva sperimentato mai e sentiva che sarebbe stato bello rimanere li, anche se sapeva che le emozioni non dovevano indebolire la sua razionalità.
"Andiamo?" Ceridewna era già vicina al passaggio opposto.
Cooney annuì e la raggiunse, altre parole avrebbero rovinato questo magico momento!
L’Undicesima camera era deserta. Era certezza questa volta, visto che la luce in essa era davvero spettacolare. Infatti a differenza delle altre in essa non c’era solo la pianta a caratterizzare la struttura. Il pavimento sembrava una polla d’acqua e non era coperto dalle radici come negli altri casi. Dava una sensazione di disequilibrio nella sua struttura movimentata, come uno stagno mosso da una leggera brezza. Il soffitto sembrava un cielo limpido, ma con il sole in un'altra angolazione. Mentre le pareti erano la completa composizione di miriadi di giunchi. Essi erano come in un costante movimento, lasciando l’idea che la stanza cambiasse forma, in svariate combinazioni possibili. Certamente in questi luoghi sarebbe stato molto difficile combattere!
"Siamo alla penultima stanza prima di essere al cospetto del campione del tempio! Questa è Ngetal, il Giunco. Un prezioso e vario luogo dove le cose sono sempre diverse. Il suo guardiano è Telion e penso ti piacerà molto! Ma ora dobbiamo muoverci, siamo in ritardo!" Ceridewna uscì in fretta.
Cooney la seguì lanciando un ultimo sguardo alla stanza, davvero magnifica!
L’imponenza del Sambuco, rivestiva in maniera classica la stanza, ma la bellezza bianca della pianta rendeva tutto puro e limpido, erano i due lati i più chiari, sarà stato un segno o solo un caso. Cooney si domandava del perché di questo, quando una donna rapì il suo sguardo! Era bella, alta come lui e con dei lunghi capelli castani. Aveva degli occhi simili alle nocciole illuminate dal sole. La sua pelle era delicata e suadente, come le labbra che rosse si protendevano con fare provocante. L’armatura di un colore bianco bordato di verde. Aveva striature grigio-brunastre, che disegnavano il corpo della donna calzandolo come il migliore dei vestiti firmati! Era una visione idilliaca e lui nemmeno si accorse che Ceridewna stava presentandola. Quando si strinsero la mano i suoi occhi caddero su di lei e entrambi sentirono qualcosa, ma il qualcosa di Cooney fu un perverso desiderio che lo fece sorridere leggermente.
"Dama di Ruis. Sono onorato di conoscerti. Nessuno ti ha mai detto che sei bellissima? Quella corona inversa di frutti è giusta per te che sei regina di beltà!" Le parole di lui la misero leggermente in imbarazzo e poi senza pensarci lo baciò.
Ceridewna sgranò gli occhi. Dama era donna razionale, solo poco meno di lei e ora, appena visto un uomo lo baciava? I due si lasciarono con dolcezza e poi ci fu l’imbarazzo nel vedere la loro compagna con gli occhi sconvolti! Senza dire un parola Cooney si inchinò e uscì, Ceridewna lo seguì ancora stranita! Dama era rimasta immobile a guardarli!
Arrivarono in un luogo estremamente diverso da quelli che erano stati visti fino ad ora! Un cielo blu e limpidissimo era illuminato da un sole magico, pieno di luce, ma non accecante. Capace di irradiare, ma non di danneggiare. Un enorme prato si perdeva lontano, piccole zolle di fiori di colori diversi sembravano creare un mantello simile a quello di Arlecchino. La porta di accesso era come svanita e porte di uscita non sembravano esserci. Davanti a loro un sentiero che sembrava eternamente lungo era costeggiato da due cespugli immensi e bellissimi. Uno era di Biancospino e l’altro di Agrifoglio. Percorsero in silenzio quella strada che sembrava non portare a niente, ma pochi passi dopo fu chiaro un gruppo di alberi e dopo pochi metri furono all’entrata di un cerchio arboreo. Erano La Betulla, Il Sorbo, Il Frassino, L’Ontano, Il Salice, La Quercia, Il Nocciolo e Il Sambuco a comporre la circonferenza. La beltà di questi luoghi aveva annullato ogni pensiero e particolare che aveva confuso Cooney e Ceridewna. Anche per la guerriera era sempre sorprendente quel luogo.
Arrivati alla fine del sentiero, tra il Sambuco e la Betulla, uno stagno empio di Giunchi era l’unica pavimentazione della zona. Cooney pensò che fosse come nella casa della pianta, ma appena poggiò il piede sentì che sprofondava nell’acqua. Sorpreso si guardò al fianco per vedere la donna e cerare di capire. Lei si abbassò e fece un segno nell’acqua che ricordava il suo simbolo Ogamico. Poi passò. Cooney la guardò e provò a passare, ma si bagnò ancora. Lei avanzò senza dire niente ridendo leggermente. Lui capì. Fece lo stesso, ma disegnò il simbolo Gort al posto di quello di Beth. Era infastidito dal giochetto della sua accompagnatrice. Ma alla fine non disse nulla.
Arrivati al centro del laghetto vi trovarono un altare composto da una Vite intrecciata e dietro di esso c’era un uomo possente, sopra a un trono d’Edera. Era davvero mastodontica la muscolatura che fuoriusciva dall’abito lungo lasciante scoperte le braccia. Una chioma bionda, non lunghissima, ma nemmeno corta. Una pelle abbozzatissima e dei decisi e penetranti occhi azzurri. Era lui il signore di tutti? La voce di Lugh? Si ne era certo, non poteva essere nessun altro. D’istinto gli si inginocchiò davanti.
"Signore e Campione del Tempio, mi presento a voi. Io sono Cooney di Gort, Ogham Lord devoto a Lugh. Dopo molti secoli, la decima armatura è tornata con me dentro. Spero possa essere accettato tra voi!" Poi attese una risposta.
"Cooney!" La voce di Setanta, il Campione, era possente come il suo padrone.
"Un nome molto nordico per un Francese, si so da dove vieni!" Cooney era stupito.
"Sono lieto di conoscerti e presto ti unirai a noi. Ma prima seguitemi tutti e due nella prima delle cinque stanze del tempio, quella della guerra!" Poi si alzò e si mosse.
Cooney e Ceridewna lo seguirono verso l’Ontano. Lo attraversarono e si trovarono in una stanza simile a quelle precedenti, ma un po’ più grande e con un Pino argentato come sfondi di pareti, soffitto e pavimento.
"Io, Setanta di Cuchulainn, ti accetto tra noi Ogham da oggi! Benvenuto Cooney, sei pronto a dimostrare la tua fedeltà?" Il nuovo seguace annuì.
"Benissimo, sconfiggi e uccidi Ceridewna!"
Cooney si sorprese, sorrise e si voltò.
Ceridewna si mise in guardia, più stupita di Cooney e a fatica sembrò schivare il primo pugno!
"Bene giovane guerriera, adesso vediamo di che pasta sei fatta. Ivy Grip!"
Prima di qualunque attacco, un temibile sorriso si disegnò sul volto di Cooney.
Il mortale groviglio di edere nella mano destra di Cooney partì alla tensione del suo braccio. Esso si diresse verso al sua avversaria, che con un sorriso si mosse di lato schivando il colpo, che si insinuò tra le piante che componevano il muro circolare e rimasero tese. La donna si mosse veloce, come e più di quanto Cooney potesse percepire e camminò sulla corda arborea. Il guerriero non potè fare altro che subire l’attacco. Un possente calcio lo sbilanciò facendogli volare via l’elmo e stirandogli il braccio bloccato dalle sue stesse Edere. Il dolore era fortissimo. Ma Ceridewna non si era fermata e stava nuovamente per colpire. Con un braccio immobile non poteva fare molto, il secondo calcio dell’avversaria arrivò non certo inaspettato e Cooney si mosse veloce, abbassando il corpo, tendendo ancora il braccio, con una agognante smorfia del viso. L’attacco andò quindi a vuoto e portò Ceridewna a prendere le distanze necessarie. Questo diede il tempo al guerriero di Gort di liberarsi dalla presa, mettendosi in posizione d’attacco per attendere il momento opportuno. Pronta per colpirlo, Ceridewna, incalzò e Cooney lanciò il suo secondo colpo.
"Poision Ivy. Ora morrai maledetta!"
Il Dolore alla spalla lo rallentò e questo lo portò a sbagliare ancora a sottovalutare l’avversaria, che spiccò un balzo in alto e lasciò che le Edere velenose si muovessero in una direzione a lei indifferente. Poi, Ceridewna, ritornò verso il basso con una inesorabile velocità e irradiata di cosmo. Cooney si mosse più veloce di prima non finendo il suo attacco. Ponendo il braccio sinistro inclinato verso l’alto. Parò il colpo di tacco della sua avversaria e ne ammortò il potere scendendo verso il basso. L’armatura fece il resto. A quel punto impresse la sua forza per spingerla via. Ceridewna con una elegante capriola atterrò in piedi, ma scossa dal fallimento. Entrambi ansimavano, malgrado la battaglia sembrasse appena cominciata.
"Che tu sia, maledetta megera. Sarai la prima a saggiare la mia difesa. Ti sfido a passarla e poter poi raccontare come sconfiggerla. Ivy Defence!" Le Edere si mossero veloci dalle braccia di Cooney.
Le piante si arrampicarono terribili in ogni dove intorno, sopra e forse sotto il guerriero. Le loro foglie erano irradiate di un cosmo verdastro che sembrava gocciolare qualcosa di terribile. Un senso di vuoto era ormai tra i due e nessuno muoveva un muscolo. Ceridewna era incredibilmente silenziosa. Come se stesse contando mentre combatteva! Solo il respiro affannoso, che gl sforzi precedenti aveva generato sembrava rendere la situazione qualcosa di diverso da una fotografia!
"Ebbene, questa volta subirai il mio potere al massimo, spocchioso e borioso di un francese! Sarà l’esperienza millenaria di coloro che prima di me indossavano questa armatura a colpirti, preparati." Poi partì veloce e inesorabile circondata dal suo cosmo.
Cooney impassibile era in attesa.