SHUN PRESENTA:
ADDIO FRATELLO
L’inferno... il terribile pugno di Docrates aveva scatenato l’inferno nella Valle della Morte...
Ma che bel pensiero gli era venuto in mente ; Seiya avrebbe riso se la situazione avesse consentito di farlo.
Massi di ogni dimensione cadevano tutto intorno, il terreno tremava e si apriva, come a volerli inghiottire.
Seiya si slanciò dietro a Hyoga e Shiryu, per evitare di essere travolto.
Sentiva, pochi passi dietro di lui, il respiro affannoso di Shun, il tintinnare delle sue catene, non completamente avvolte ai copribraccia, che ondeggiavano libere nella corsa.
Shiryu e Hyoga si fermarono improvvisamente, in tempo per non precipitare in una nuova voragine che si apriva davanti ai loro piedi.
Ripresero immediatamente il controllo e, con agilità, la oltrepassarono con un atletico balzo.
Seiya stava per imitarli, ma una consapevolezza lo spinse a fermarsi : non sentiva più Shun vicino a lui.
Si voltò, in tempo per vedere il compagno tornare sui suoi passi, lanciando un richiamo che si alzò sul fragore del terremoto :
"FRATELLOOO ! ! ! !"
Ma certo... Ikki... Come aveva potuto non pensarci ?
Guardò oltre Shun e lo vide...
Ikki era a terra, già mezzo sepolto dai massi, lo sguardo puntato su Shun...
Non c’era più odio in quello sguardo... Solo l’antica tenerezza di un fratello affettuoso e protettivo.
Ma era troppo tardi... Non c’era tempo per salvarlo...
Seiya comprese improvvisamente che Ikki non aveva neanche provato a scappare...
Era troppo tetra la disperazione che opprimeva l’animo dell’immortale Fenice : era stanca di risorgere... voleva porre fine a un’esistenza di dolore.
Anche Shun forse lo sapeva, ma correva comunque verso di lui...
E’ logico, pensò Seiya, lui non avrebbe fatto altrettanto se al posto di Ikki, ci fosse stata Patricia ?
Però non poteva lasciare che Shun morisse insieme al fratello... lui poteva ancora essere portato al sicuro.
Lo raggiunse in un attimo e gli afferrò un braccio, per poi stringerlo fermamente alla vita.
"Vieni via !" gridò nel frastuono.
"IKKIIII ! ! !" gridò nuovamente Shun, dibattendosi disperatamente nella morsa d’acciaio delle braccia di Seiya.
Seiya credette di sentire anche la voce di Ikki adesso...
Gettò un’occhiata indietro... Ikki chiamava il fratello, allungando una mano verso di lui.
La rassegnazione nel suo sguardo lasciò il posto ad un’espressione disperata.
Seiya credette di capirlo... Non aveva paura per se stesso ; in quel momento, Ikki pensava a Shun : aveva improvvisamente raggiunto la consapevolezza che lo stava tradendo di nuovo e questa volta senza possibilità di redenzione.
Quand’erano piccoli, gli aveva promesso che si sarebbero riabbracciati e sarebbero rimasti sempre insieme.
Invece Shun, dopo sei anni di separazione, aveva ritrovato un fratello trasformato, sfigurato dall’odio, dal desiderio di uccidere, di vendicarsi sul mondo intero per il male che gli aveva fatto.
E improvvisamente, Ikki sentiva che non avrebbe mai potuto mantenere la promessa : non potevano stare insieme, perché lui aveva preferito morire, farla finita con una vita che non riusciva più ad amare...
Adesso, pensava Seiya, mentre guardava Shun che voleva correre da lui, che piangeva come quel bambino che Ikki aveva sempre dovuto consolare e proteggere, il cavaliere della Fenice si era reso improvvisamente conto di avere ancora qualcosa per cui vivere, ma era troppo tardi...
Come avrebbe potuto chiedere perdono a Shun questa volta ?
Seiya era tormentato da questi pensieri, dalla pena per Shun e per lo stesso Ikki, mentre correva verso il crepaccio..
Anche lui lottava contro il desiderio di tornare indietro... ma non poteva fare niente...
"SHUUUUUN ! !"
"IKKIIIII ! ! !"
Le voci dei due fratelli, quei due nomi che si chiamavano senza sosta, risuonavano tra le pareti in sfacelo, si levavano più in alto di ogni rumore, oltre il frastuono dell’inferno scatenato da Docrates.
"SHUUUN ! ! !"
"IKKI.... Non lasciarmi fratello ! ! ! Potevamo ricominciare tutto daccapo ! ! !"
Seiya spiccò il balzo che l’avrebbe portato al sicuro.
Shun ormai si lasciava trascinare di peso... non faceva nulla per aiutarlo nella corsa...
Quindi, il salto fu faticoso e i due ragazzi atterrarono in malo modo dall’altra parte, subito circondati dai premurosi compagni.
Qui la situazione era più tranquilla e poterono fermarsi.
Shun era ancora tra le braccia di Seiya, una mano allungata e tesa verso un punto ormai lontano.
In quel punto lontano, l’ultima frana spense definitivamente l’ultimo grido della Fenice...
Il nome di Shun, dapprima ancora vitale, si spense con un urlo di dolore...
Poi, tutto finì... Ikki era scomparso sotto ai massi.
Sulla valle scese un silenzio irreale, che appariva ancora più strano e opprimente dopo il baccano infernale che sembrava non finire più.