RECENSIONI: EPISTOLA
AUTORE: Axia
GENERE: OneShot
REDATTO DA: LadySaori
Il protagonista e "scrittore" di questa fanfic-lettera è il Santo di Andromeda: Shun.
In questa toccante lettera diretta al fratello maggiore, Shun a racconta come era stata la sua vita da lì a un po’ di tempo addietro, spiega che il suo spirito aveva percorso immense distanze e che il tempo era diventata solo una cosa relativa e questo ipotetico viaggio del suo spirito lo paragona a una passeggiata iniziata allegramente e finita o meglio trascorsa nella disperazione come è scritto chiaramente:
"Una bella mattina di sole, esci di casa, sorridente; cammini sorridente cammini…e d’un tratto hai paura a voltarti, avverti la vita solo nel suo dolore, nel male che sta nelle cose più comuni, percettibile, quanto a volte è impercettibile il bene, come una nuvola, o il volo di un falco. Tutto ti è estraneo, tutto ti è indifferente…"
allora inizia a pensare e a cercare risposte alle domande esistenziali che lo hanno sempre accompagnato in qualsiasi cosa facesse, così viaggia sul serio per cercare un luogo da cui possa sfuggire a quella paura a quel’indifferenza a quello che lui definisce "il male di vivere" ma alla fine capisce che la vera ragione per cui se n’era andato era quella di ritrovarsi.
Allora ammette che ha vagato a lungo, combattuto da sentimenti di "contrasto con il mondo" e di malinconia e come lui stesso dice:
"Era un sentimento che mai avevo provato, che mi smarriva, mi faceva percepire ostile e lontano tutto ciò che mi circondava, che mi aveva spinto a tornare, a continuare, sempre."
Poi parla del promontorio da cui scrive, della serenità che lo circonda, ma anche dell’affetto dei bambini che se lo vedono lo vogliono coinvolgere in un qualche gioco e Shun di questo ne è felice, ma al tempo stesso prova invidia perché spiega che la sua era stata un infanzia senza giochi ne altro, un infanzia "negata".
Però Shun pensa che quella strana specie di invidia lo abbia sempre aiutato a tirare avanti, nonostante tutte le sofferenze che il suo cuore gentile aveva dovuto sopportare ogni volta che una vita gli si spegneva davanti agli occhi per mano sua e della sua catena, e si chiede infondo chi è lui per decidere la vita o la morte di un altro essere umano? nessuno. E così inizia a crucciarsi, perché lui è convinto di non essere nessuno perché ha fatto qualcosa: ha ucciso.
Capisce che è una realtà incancellabile e per questo dopo un inizio in cui non sembrano esserci grandi cambiamenti dal cavaliere di andromeda che noi tutti conosciamo, ecco che ci ritroviamo uno Shun molto più maturo che ritrova la voglia di vivere e sorridere perché ormai è certo che ogni goccia di sangue versata è valsa alla serenità che ora gli alberga intorno.
Voglio anche includere l’ultima frase della fanfic:
"Scintilla una cometa in cielo, e spande nel firmamento la cenere degli astri, portandosi via le mie paure, le mie angosce. Ormai non devo più cercare. Ho ritrovato quello che avevo perduto, mi sono ritrovato. E con me la voglia di vivere e sorridere."
NOTE PERSONALI:
Vorrei precisare forse mi era entrata qualcosa nell’occhio però nel leggere questa nuova consapevolezza di Shun una gocciolina mi è caduta sulla guancia.
Il suo grande cuore come al solito ha trionfato sui sentimenti di confusione e perché no, anche sulla depressione che di tanto in tanto lo prende e quasi lo porta via.
Shun però alla fine ha una particolare voglia di riprendersi, anche se alle volte il suo rimorso verso i cavalieri caduti per mano sua è così grande che pensa di riscattare il suo "debito" con la propria vita, ma poi capisce che sarebbe totalmente inutile e che è meglio continuare a combattere.
e qui sono evidenziati i estremi del suo carattere: il pessimismo profondo, e l’altrettanto profonda voglia di ricominciare.
Ladysaori