PAVONE PRESENTA:

GLI DEI SOPRAVVISSUTI

ATTO SETTIMO: I PRIMI DUE AVVERSARI

"Sondeo ci studiò con lo sguardo, poi si avvicinò e disse: "Inizierò con voi tre, che non siete abituati al freddo di Asgard", parlava con me, Horus ed Anteo.

Fu proprio il mio amico egiziano a dire: "Sarò io il tuo primo avversario" ed avanzò verso di lui. Il cavaliere nero osservò la sua armatura d'oro e gli chiese: "A chi devo dedicare questo epitaffio?", Horus gli rispose: "Se vuoi sapere chi è il tuo avversario, il mio nome è Horus di Giza, cavaliere d'oro del Cancro".

Lo scontro iniziò: dall'arpa di Sondeo partirono dei fili che circondarono il corpo di Horus, il cavaliere del Cancro aumentò il suo cosmo e si liberò dalle corde, lanciò quindi il "falco di fuoco", che frantumò una roccia, infatti, con il suono della sua arpa, Sondeo era riuscito a creare un suo ologramma, che aveva tratto in inganno Horus. Notai che non c'era un solo ologramma, ma ben 9, Horus si guardò intorno poi alzò la mano sinistra e disse: "Questi trucchi sono futili contro di me, cavaliere nero. <Polvere del deserto>", dalla sua mano partì una tormenta di sabbia che oltrepassò tutti gli ologrammi e scagliò il vero Sondeo contro un'altra parete rocciosa. Il cavaliere dell'ombra di Eta si rialzò ridacchiando e disse: "Bravo, ma cosa farai contro la <Tormenta di corde> che ormai ti ha intrappolato?", mi voltai e notai che Horus era intrappolato in una rete di fili neri che venivano dal terreno, anzi dall'armatura stessa di Sondeo; il guerriero allora iniziò a suonare la sua arpa e per ogni pizzico una scossa di energia colpisce Horus, che non urla, si trattiene a denti stretti, ad un tratto afferma: "Il mio corpo sarà bloccato, ma il mio cosmo no" ed amplia al massimo il suo cosmo, incenerendo le corde, Sondeo è stupito, indietreggia lentamente mentre il custode della quarta casa afferma: "Per il tuo modo di combattere meriti l'oblio" ed usa lo "sguardo di Anubi" contro il suo avversario, uccidendolo.

Avvicinatomi ad Horus, notai subito delle ferite sulle braccia ed al ventre, gli chiesi: "Sono gravi?", "No", mi rispose lui, "niente, solo qualche taglietto", avanzammo quindi lungo la strada solcata dalla neve.

Dopo meno di un'ora iniziò una tormenta di neve "E' cosa normale nei territori di Asgard", disse Wild, che ancora ci faceva da guida, "No," disse una voce nascosta nella tormenta, "sbagli, cavaliere d'oro proveniente da questo gelido luogo, questo è l'effetto di una mia richiesta a Loki", intanto la sua immensa figura andava delineandosi, "e' l'effetto di una richiesta di Titan, ombra di Gamma", il gigantesco guerriero del nord era di fronte a noi, aveva delle mazze nelle mani ed era grande almeno quanto Ivan, fu proprio il cavaliere del Toro ad avanzare ed a dire: "Lasciate a me costui, è della mia taglia".

Il secondo scontro iniziò, il guerriero del nord scagliò contro Ivan le sue due mazze, ma il cavaliere del Toro le bloccò e le frantumò all'istante, chiedendo al suo nemico: "Allora, guerriero nero, ti dichiari sconfitto?", "Se credi che le mazze erano la mia unica arma, cavaliere, sei tu lo sconfitto in partenza", quindi il suo braccio sinistro iniziò a caricarsi di una luce violastra e lui scagliò un colpo che chiamò: "Pugno del serpente distruttore", "Vuoi giocare a chi è il più forte?" urlò per tutta risposta Ivan, era davvero un combattente coraggioso e temerario, "eccoti il <grande corno>" e lanciò il colpo migliore del segno del Toro fin dai tempi del mito. I due colpi si scontrarono ad una velocità e potenza tali da distruggere tutto nei dintorni, persino la neve si fermò sopra di loro. I due cavalieri non avevano riportato grandi ferite, ma l'ambiente circostante era polverizzato, fu Titan il primo a parlare: "Sei un grande condottiero, sarà un onore ucciderti o morire per mano tua", "Concordo", disse semplicemente Ivan, quindi usò il "passo del Toro", con cui fece traballare il gigante del nord, che però non cadde a terra, ma rispose con il suo colpo precedente, che Ivan stavolta parò dicendo: "Non si usa mai due volte lo stesso colpo" e si scagliò quindi contro di lui con la "carica d'oro" con cui lo travolse, Titan volò per alcuni metri, quando riuscì a fermarsi era sulla sponda di un burrone, si pose in posizione di attacco e disse: "Ora moriremo" e scagliò lo "Spirito del serpente distruttore", che colpì in pieno il suo creando un grande baratro in cui caddero sia lui che Ivan, io feci uno scatto e corsi a salvare Ivan, insieme a me si mossero anche Horus e Wild, che mi aiutarono a reggere il mio pesante compagno che penzolava nel vuoto, Titan, purtroppo, non fu aiutato da nessuno e morì all'impatto con il suolo.

Dopo aver fatto risalire Ivan, diedi un ultimo sguardo al cadavere dell'avversario, notai che la sua armatura mancava di un pezzo, all'altezza dell'elmo, pensai si fosse distrutto nella caduta, ma subito notai un'ombra che correva via alla velocità della luce.

Non raccontai ciò agli altri, ma li seguì senza far nascere inutili preoccupazioni.

Ormai la tormenta era finita, era solo passeggera, ad un tratto mi fermai, la strada era bloccata da un lupo dal pelo nero, mi voltai verso i compagni che avevo dietro, anche loro erano bloccati da un lupo, eravamo tutti bloccati da un lupo, tranne Wild. All'improvviso apparve un altro guerriero nero, con degli artigli sui bracciali, "Salve cavalieri," esordì, "se non vi ricordate il mio nome vi rinfresco la memoria, sono Beat, ombra della stella Epsilon, la stella del dio lupo".

<Ecco il nostro prossimo nemico>, pensai".