PAVONE PRESENTA
GLI DEI SOPRAVVISSUTI
ATTO VENTIDUESIMO: GLI ULTIMI DUE DEMONI
"Arrivammo al sesto piano, di fronte a noi un demone con 6 stelle marroni sull'armatura. Il demone si alzò dal suo trono e ci guardò, mentre Anteo ci spiegava: "Costui un tempo era uno spirito della potestà dell'amore, poi però divenne il demone della lussuria", quindi il nostro nemico disse: "Già, Dive, ma non mi scontrerò con te, non ti preoccupare", Anteo si infuriò, lo vidi nei suoi occhi, per le parole del nemico, "no," continuò il demone, "il mio nemico, il nemico di Lust, sarà lui!", concluse indicando Horus.
Il cavaliere del Cancro sorpassò tutti noi, mi diede un'occhiata con cui cercò di tranquillizzarmi, poi si mise di fronte al suo avversario.
Lust gli lanciò contro il "sesto peccato", che Horus riuscì ad evitare, per poi colpirlo con la "polvere del deserto", che non fece niente al demone.
Horus tentò subito un secondo attacco con lo "sguardo di Anubi", ma il demone disse: "Non ho paura del tuo limbo, cavaliere, i luoghi dove sono confinato sono peggiori", quindi lo colpì con il suo "sesto peccato".
Horus fu scagliato contro un muro, però si rialzò subito e concentrando il suo cosmo lanciò il "falco di fuoco" contro Lust, frantumando la sua armatura, quello che vidi mi sorprese: il demone non era orribile come gli altri, forse poteva definirsi bello, a parte che per la pelle marrone: il demone chiese al mio compagno d'arme "Questo lo definisci fuoco? Eccoti il mio fuoco!", quindi delle gigantesche fiamme circondarono Horus, il cavaliere del Cancro era circondato da queste, ma la cosa più strana era che il suo cosmo era completamente scomparso, come se Horus non fosse più nel suo corpo, mi iniziai a preoccupare, mentre Josef ed Ivan erano pronti a cominciare la lotta con il demone. Ad un tratto il cosmo di Horus tornò nel suo corpo, ancora più potente di prima, il cavaliere del Cancro abbassò le fiamme con il movimento delle mani, ormai aveva raggiunto lo spirito divino, quindi Horus alzò la mano destra e disse:"Preparati demone, ora vedrai l'<occhio di Ra>".
Una gigantesca sfera di fuoco, splendente come il sole si creò sul dito di Horus, che la scagliò contro il demone, Lust non riuscì ad evitarla e fu arso, da quel sole.
Scendemmo verso il nostro ultimo avversario, lo trovammo di fronte ad uno specchio, aveva sette stelle nere sull'armatura, Anteo sussultò nel vederlo, poi ci disse: "Lui è mio", il demone si voltò e disse:" Dive, sei tornato all'ovile? Sentivi la mia mancanza, fratellino?",
Anteo gli rispose:"No, Pride, sono qui per ucciderti, per me e per Mezio", "Mezio?" chiese il demone, "chi? l'angelo della natura, Rose?", Anteo continuava ad andare verso di lui, mentre il demone scrutandoci con gli occhi disse: "Dovete sapere che il vostro compagno, proprio come me, era un cherubino, io ero cherubino dell'ammirazione, lui era lo spirito, o anghelos, del trono dell'unità, ma fummo creati insieme ed insieme ci ribellammo, vero fratello?", "Purtroppo è vero," rispose Anteo, "ma io mi sono pentito, come Mezio, tu invece sei diventato il primo dei comandanti, il demone della superbia", le uniche parole di Pride furono "Esatto, fratello", poi scagliò il "settimo peccato", che Anteo evitò per lanciargli contro il "Vortice di lame", il demone resistette all'attacco, ma la sua armatura andò in pezzi, mostrando la sue pelle nera, con dei lunghi corni sulla fronte.
Anteo non gli diede la possibilità di attaccare, ma lo colpì con le sue "Anghelos wings", che però non gli fecero alcun danno, Pride rise, poi mosse le mani e disse: "Fratello, non sarai mai diverso da me, per questo non mi sconfiggerai mai, mentre io ho questo per te, <my only love>", una scia nera partì dalle mani di Pride verso il cavaliere della decima casa, Anteo fu investito in pieno, ma dopo alcuni secondi di silenzio iniziò ad urlare, come se stesse soffrendo, finché le sue braccia non brillarono di una luce dorata e con un movimento lui si liberò dalla morsa del demone.
"Ma come hai fatto?" chiese Pride, "Sono stato perdonato, da Atena e dall'essere onnipotente, ora ho raggiunto il mio spirito divino, ed eccoti l'excalibur", con un movimento vibrò un fendente dorato verso il suo avversario, che stavolta fu ferito, Anteo saltò quindi contro l'ultimo demone dicendo: "Eccoti, fratello, la <croce d'acciaio>", quindi lo colpì, dividendolo in quattro.
Ora anche l'ultimo demone era morto ed Anteo aveva trovato una pace interiore, si vedeva nei suoi occhi.
Ci avvicinammo a lui e poi tutti insieme ci dirigemmo verso l'ultimo nemico, il demone supremo, colui che un tempo era il portatore di luce".