PAVONE PRESENTA
GLI DEI SOPRAVVISSUTI
ATTO DECIMO: LOKI ED IL SUO PRIMO CAVALIERE
"Attraversato un lungo corridoio, ci trovammo di fronte all'ultimo cavaliere di Loki, Dorman, che ci guardò spavaldo dicendoci: "Bene cavalieri, chi di voi vuole provare per primo la mia forza ed il mio colpo reso invulnerabile dal volere del dio Loki?", fu Anteo a farsi avanti dicendo: "Sono l'unico che non ha ancora combattuto, quindi lasciatelo a me", noi accettammo, penso fossero tutti curiosi quanto me di vedere cosa sapesse fare, anche se già al torneo si era dimostrato un grande combattente.
Fu proprio Anteo ad attaccare con un movimento veloce del braccio destro, Dorman non si mosse, la sua armatura resse al colpo ed il suo corpo non fu scalfito, Anteo non sembrò stupito più di tanto e gli corse incontro lanciando il suo <vortice di lame>, che il cavaliere nero non cercò di parare, parte della sua armatura andò in pezzi, ma il suo corpo non mostrava ferite, allora Dorman, guardato il danno alla corazza, disse: "Ora tocca a me attaccare. <Occhi neri dei draghi>" e quattro sfere di energia nera travolsero il cavaliere del Capricorno, poi Dorman puntò noi altri e ci lanciò contro un secondo colpo: la "Lancia di Loki", una striscia di energia nera che ci travolse, avendoci colto di sorpresa. Quando riaprì gli occhi dopo la botta, Dorman era scomparso con lo zaffiro di Wild ed i 4 elmi che avevamo.
Lo inseguimmo, dopo esserci rialzati tutti, ad un tratto lo trovammo di fronte ad un uomo dalla lunga barba nera, i capelli verdi e gli occhi neri, la sua armatura era tutta marrone, a parte le spalliere verdi e l'elmo nero, aveva una lancia in mano, Dorman stava per dargli gli oggetti che ci aveva preso quando Anteo gli urlò: "Guerriero, la fuga non ti dà onore, affrontami, ti spazzerò con il mio colpo migliore", detto questo corse verso di lui ed urlò "anghelos wings" e le sue due braccia si mossero come ali che sbattevano, creando un vento che tagliò a metà tutto ciò che incontrò sul suo cammino, compreso Dorman, che prima di morire guardò il suo dio, il quale gli disse: "Non mi servivi più".
Loki ci scrutò e disse: "Se tenete alla sua vita, restate indietro", mentre con la lancia indicava quella che Wild e Sea chiamarono: "Valakya, nostra signora".
Noi cinque che non provenivamo da Asgard ci guardammo in volto e fu Horus il primo a dire: "Dobbiamo tentare di fermarli", quindi andammo tutti insieme verso il dio del nord, che con un movimento della sua lancia ci scatenò contro un vento tale da scagliarci indietro di almeno 30 passi, "Siete la casta suprema di Grecia", ci disse il dio, "ma non avete ancora l'esperienza per battermi, né avete il controllo del vostro spirito divino, anche se alcuni di voi già possiedono l'ottavo senso", stavo ancora riflettendo su questo spirito divino quando un tuono creò un rombo tale da far tremare il terreno ed un fulmine si schiantò li fra noi cavalieri d'oro.
Dal fulmine uscì un uomo dal corpo possente, la sua armatura era simile a quella di Loki nella forma, ma non nel colore, infatti era completamente nera, le spalliere erano color argento, mentre l'elmo aveva due ali, impugnava con la destra un gigantesco e potente maglio di una lega che non sembrava titanio. "Tu?" urlò stupefatto Loki, "Si, fratello. Nostro padre ripudia i tuoi atti e prova disgusto per ciò che tu stai facendo al suo popolo prediletto, la gente di Asgard, che per noi ha sempre avuto rispetto ed amore, in particolare le celebranti della famiglia di Polaris, di cui la donna che tu poco fa minacciavi è discendente." "Ti prego, fratello, attaccami, non parlarmi di nostro padre, Odino, che da la dove si trova non ha il coraggio di sfidare me e l'Alleanza di cui faccio parte.", "La sua non è paura, Loki, ma un'altra divinità ha chiesto che il nostro divino padre restasse lì senza intervenire, medesima cosa vale per il loro sommo Zeus e per Ra ed multiplo Mantra", disse il dio appena arrivato guardandoci, io avevo sentito parlare da Giano di Odino e dei suoi due figli, uno portato al tradimento, Loki, l'altro, il dio del Fulmine, sempre fedele a suo padre, il suo nome era Thor.
Loki, con le sue parole, dimostrò la mia teoria: "Ora basta, Thor, attaccami o vattene", il dio del tuono non se lo fece ripetere e si lanciò contro suo fratello brandendo il martello, che Loki evitò, fu quindi il dio maligno del nord ad attaccare con la sua lancia, Thor non cercò di evitare il colpo, ma con il suo maglio colpì la lancia creando la luce propria di un fulmine, l'arma di Loki si frantumò come fosse fatta di vetro. Il dio del tuono e del fulmine alzò quindi il maglio al cielo ed un fulmine colpì Loki, mentre Thor diceva: "Torna nel Vahalla, fratello, dove nostro padre ti darà la giusta punizione". Loki scomparve, il dio del tuono ci guardò tutti e sette, poi alzò nuovamente il maglio e disse: "Cavalieri d'oro, percepisco in voi grande forza. Sento che siete adatti alla missione che vi è assegnata, ma non so se lo siete, spero di si. Io darò una mano alla mia terra, poi sparirò da questa guerra inutile ad Odino", quindi alzò nuovamente il maglio e sette fulmini si sparsero nel cielo, Thor continuò, rivolto a Valakya: "Celebrante di Odino mio padre, ho risanato i danni delle sette armature del nord, ricostituisci la classe dei cavalieri divini, per il bene della terra cara ad Odino" quindi ci guardò e disse: "Degni guerrieri, addio" e scomparve dentro ad un fulmine con un potente tuono, proprio come era apparso.
Poche dopo Valakya ci disse: "Cavalieri vi ringrazio di tutto", fu Wild il primo a parlarle: "Valakya, mia signora, non le dà alcun problema se io sono diventato cavaliere d'oro e non ho seguito le orme di mio padre?", "La medesima cosa vale per me, mia signora" aggiunse Sea, "Non vi preoccupate, cavalieri d'oro, lo stesso Odino ha mostrato più volte di essere alleato di Atena e di chi combatte per la giustizia, quindi seppur con delle vestigia straniere, voi siete sempre protettori della giusta Asgard, alleata della dea Atena".
Detto ciò, noi andammo via dal regno del nord e ritornammo ad Atene, al grande tempio vidi nella sala del gran sacerdote mio fratello Josef con Moreo ed una ragazza che indossava l'armatura della Vergine, lo sguardo di mio fratello mi fece capire che qualcosa nella sua missione era andato male".