PAVONE PRESENTA:
L'ULTIMA BATTAGLIA
ATTO QUARTO: LE BATTAGLIE A TEBE E AD ASGARD
"Cassios e Mira arrivano al tempio di Dionisio, dove trovano le armature dei due sacerdoti di Dionisio, con dei cadaveri lì vicino, si chiedono chi fossero ed una voce afferma: "Erano stati mandati dal dio vino, che era probabilmente ubriaco quando li ha scelti, voi chi siete?" chiede una guerriera titano dai capelli lunghi e chiari, con un flauto disegnato sulla corazza ed uno in mano. "Siamo due generali dei mari di Nettuno, Cassios del Cavallo Marino e Mira della Sirena", risponde Cassios, "Piacere, io sono Ophelia, guerriera titano e maestra del suono che assopisce, chi di vuoi vuole addomentarsi per primo?", Mira si fa avanti, mentre Cassios scatta verso l'interno del tempio.
Lo scontro tra le due inizia con due assoli di flauto, con effetti piuttosto diversi, infatti, Mira si sente stanca, mentre Ophelia ferita, ambedue suonano una breve melodia, ma Mira è la prima a crollare, mentre Ophelia va verso di lei per finirla, quando la ragazza ricorda le parole della sua insegnate: "La musica non può mai essere nemica dei puri di cuore" e si concentra andando oltre il semplice suono del flauto della nemica, così da non percepire più la stanchezza, allora si rialza e ricomincia a suonare stavolta con effetti più distruttivi verso la guerriera titano, che cade a terra affermando: "Non mi farò battere da una mediocre musicista" e detto ciò si sfonda il petto con il suo flauto, dandosi la morte.
Cassios è invece entrato nel tempio del dio del vino, dove trova tante otre piene ed un titano che stà distruggendo tutto con il movimento delle dita, il guerriero si gira e vede il generale, allora si presenta: "Ariel, guerriero titano dai grandi poteri telepatici", Cassios lo attacca con il "Soffio marino" che però il titano evita, lanciandogli contro più e più oggetti che il generale para con la sua "barriera dei venti", Ariel sorride ed afferma: "Credo che la partita sia pari, perché io leggo nella tua mente ogni tuo movimento prima che tu lo faccia, mentre tu puoi parare ogni colpo con la tua barriera e la tua compagnia non potrà entrare qui" e chiude la porta della sala centrale del tempio.
Cassios è confuso e sa che questo lo sa anche il suo nemico, non può pensare un piano perché Ariel lo leggerebbe nello sua mente, ma tenta di ricordare i consigli di Antar per le battaglie, poi si sposta verso la porta, ma Ariel lo attacca con un gigantesco masso, che il generale evita abbassandosi e che va ad aprire la porta, proprio mentre Ariel si rammarica di questo incidente, Cassios ne approfitta per colpirlo con i "flutti degli abissi" , che lo frantumano contro il soffitto, così da ucciderlo.
I due generali vanno insieme ad Erik, che li aveva raggiunti, dai loro compagni negli altri templi.
Intanto, Maxor, Edoné, Joear, Emahor e Lucres sono tornati ad Asgard, qui trovano ad aspettarli una loro vecchia conoscenza: Atlas, che attacca con la sua onda, ma Emahor, si pone dinanzi ai compagni, dicendogli di andare da Hilda, che si sarebbe occupato lui di Atlas.
Il titano inizia: "Ho portato Atena ad Urano, ora mi ha detto di guidare il gruppo che porterà Hilda" poi lancia un'altra onda ancora bloccata da Emahor, allora capisce da cosa proviene tale potenza: il sangue di Prometheus.
Emahor ampia il suo cosmo ed attacca con la "Spalla di titano", che atterra Atlas, il quale si rialza in tempo per essere travolto dal "pugno di titano" del guerriero del nord, che lo uccide.
Gli altri 4 guerrieri trovano ad attenderli nel bosco un altro titano, con i capelli verdi ed un cobra sulla corazza, il quale si presenta come: "Pan, guerriero titano e creatore di veleni", Lucres lo blocca in una teca di ametista, da cui il titano riesce a liberarsi, mentre gli altri 3 guerrieri corrono verso Asgard.
La battaglia tra Lucres e Pan inizia con l'attacco del titano, che lancia contro il nemico una schiuma verdognola, che brucia la spada di ametista e ferisce il guerriero del nord; Lucres non sa come difendersi, quando ricorda come controllare lo spirito divino ed ampia il suo cosmo tanto da risvegliare le "anime della natura", che, sotto forma di rami e spiriti, colpiscono il titano, il quale muore, mordendo però Lucres, che cade a terra ferito.
Intanto gli altri guerrieri sono nel castello di Hilda e trovano a bloccargli la strada due titani, una donna dai lunghi capelli neri, con un teschi sulla corazza ed un titano con due volti sulla corazza e dai capelli bianchi. La guerriera si presenta: "Sono Pandora, guerriera titano e portatrice di morte e lui e Janus, guerriero titano capace di duplicarsi". Joear guarda Edoné e poi i due spingono Maxor verso una scala secondaria dicendogli: "Vai primo guerriero di Asgard, salva la celebrante".
Poi Edoné attacca Pandora con i "denti dei lupi", mentre Joear si deve difendere dai 5 Janus che gli vanno incontro. Pandora, con un movimento della mano, colpisce la guerriera del nord con una nube oscura che la ingabbia e la soffoca, il guerriero della tigre è distratto da ciò e non può parare i colpi degli Janus, mentre entrambi sentono i cosmi di Emahor e di Lucres livellarsi, perché Emahor stà curando il compagno.
Joear allora attacca la nube di Pandora e libera Edoné, che malgrado le ferite riesce ad ampliare tanto il suo cosmo da attaccare ed uccidere la nemica con i "Lupi nella tormenta", per poi svenire ferita. L'altro guerriero del nord è in balia di Janus, finché non ricorda il trucco di Alcor simile a questo: l' "illusione di Gemini" e come neutralizzare i trucchi di duplicazione. Allora attacca l'unico Janus che ispira ed espira con i suoi "bianchi artigli della tigre", con cui interrompe la sua concentrazione e poi lo finisce con il "ghiaccio eterno di Asgard", con cui lo uccide.
Morti i due nemici, Joear si allontana con Edoné per curarla.
Maxor arriva alla sala centrale, dove trova Hilda minacciata da un titano con i capelli marroni ed un arco, il quale si ferma e, lasciata la celebrante da parte, va verso il guerriero del nord presentandosi: "Sono Epimetheus, guerriero titano e sommo arciere di Urano" e scaglia contro il guerriero del nord una freccia, che però Maxor evita per lanciare la "Spada di Odino", che si va ad infrangere contro l'arco, che si dimostra così anche un'arma da difesa oltre che da offesa. Il guerriero rilancia la sua freccia, ma stavolta Maxor è lento e viene quasi preso, mentre lancia i suoi "Occhi del drago", che però vanno a segno. Allora Maxor capisce che ha il nemico ha il suo stesso punto debole: durante l'attacco non può difendersi. Allora decide di tentare il tutto per tutto come già fatto con North: si avvicina velocemente al nemico che lancia la freccia e lo attacca con "l'artiglio del drago" che gli permette di ucciderlo, mentre la freccia gli sfiora l'armatura senza nemmeno intaccarla.
Gli altri 4 guerrieri del nord arrivano, seppur tutti feriti, insieme a Crystal, giunto da Delfi, insieme i 6 partono per raggiungere i loro compagni. Intanto stanno per iniziare le battaglie nei templi di Afrodite, Artemide, Efeso ed Eolo".