Capitolo 29: La vera Forza
Quando aprì gli occhi vide la dura pietra della scalinata sotto di se, giacché, scoprì, era caduto con il petto sugli ultimi scalini, rotolando fino allo spiazzo freddo.
Si girò sulla schiena, osservando il sole ora quasi al tramonto, mentre sentiva sotto di se il gelido terreno a contatto con la pelle, riscaldata solo dal sangue, e dalla vita, che dal suo corpo fuggivano.
Ci volle qualche attimo ancora per percepire i quattro cosmi intenti in una portentosa battaglia, lontano lungo le Dodici Case dello Zodiaco: una battaglia cui lui non avrebbe partecipato, si disse, alzandosi a fatica sulle ginocchia e poi in piedi, barcollando, incespicando anche.
Lo sguardo osservò la testa di toro incisa sullo stipite di quel fianco del Secondo Tempio, lo stesso che Cicno di Eracle Nero varcò, ferito e quasi privo di armatura ormai, diretto ad abbandonare il Santuario e gli scontri incredibili e mortali che lì aveva affrontato, desideroso di rincontrare la donna amata e di riposare, prima di tornare a combattere, com’era suo destino, per primeggiare e brillare fra tutti, assieme ai cinque compagni.
Della battaglia fra i cavalieri d’oro ed Epona, poco gli importava, non vi avrebbe partecipato.
***
Aveva lasciato sulla propria sinistra l’infuriare dei cosmi che esplodevano in quella medesima Arena dove il Sommo Sacerdote, un tempo che sembrava una vita prima, li aveva radunati.
Il cosmo di Amara del Triangolo gli era noto, unico fra quelli presenti su quel campo di battaglia, quando lo aveva sentito esplodere contro un nemico sconosciuto, da lui sconfitto, prima che altri tre si unissero agli scontri, fra cui quello di un guerriero quasi simile all’assassino del suo maestro per ampiezza, un individuo dal potere che pareva una tempesta.
Non interessava, però, di quella battaglia a Gustave della Lyra, solo di avere risposte dall’Oracolo di Atena relativamente alle parole di Faust, la sua oscura controparte, ed ottenere vendetta per il proprio insegnante.
Non si curò nemmeno, il musico francese, del campo di battaglia su cui si trovò a camminare, poco lontano dalla Meridiana dello Zodiaco, dove uno scontro molto acceso doveva essersi combattuto, come notò distrattamente, per nulla interessandosi delle ceneri, composte a disegnare qualcosa di vagamente simile ad un ventaglio con occhi ricamati, al cui centro pareva essere stato deposto un corpo, un corpo che, però, s’era alzato ed allontanato da quel luogo ormai devastato dalla lotta.
Il discepolo di Remais nemmeno si accorse di un’ombra che silenziosa lo seguiva a diversi passi di distanza, una volta allontanatosi da quel campo di battaglia.
***
Lungo la strada che dirigeva a Rodorio erano evidenti i segni delle diverse battaglie, così come i corpi senza vita che lì erano dispersi.
Delle cinque figure dalle nere vestigia arrivate in quel luogo, due erano ora a terra, senza vita: Ippolita, la furiosa ed agile Sagitta, ed il malefico guerriero dello Scudo Oscuro; di Duhkra non vi era più traccia su quel campo di battaglia, mentre poco distante, seduto nella medesima posizione in cui si trovava dall’inizio, vi era Haoma, dall’armatura ombra di Virgo. Solo Tolué di Puppis Oscura s’ergeva fiera e pronta a spezzare vite dinanzi ai cavalieri di Atena.
Sorte non differente avevano subito i santi lì presenti: per primi, cinque guerrieri di bronzo s’erano erti a difesa di quei luoghi e, contro la Sagitta Oscura, già Hans del Lupo era caduto; poi in loro aiuto era arrivato Ludwig, cavaliere d’argento del Centauro, il cui supporto era stato necessario per la vittoria contro lo Scudo Nero, ma nemmeno la sua presenza aveva impedito, malgrado la ferita inferta a Puppis Oscura, aveva permesso loro di vincerla, anzi già il corpo senza vita di Ayra della Chioma di Berenice era al suolo poco distante, per colpa della furia nemica.
Solo l’intervento di Wolfgang dei Cani Venatici, adesso in guardia dinanzi all’Intoccabile nemica, aveva impedito ai restanti difensori di quel percorso di seguire la compagnia nelle valli dell’Ade.
E lì si osservavano silenziosi i due sfidanti: l’allieva di Virgo Nero ed il primo discepolo del Sagittario d’oro.
"Sei giunto in aiuto dei tuoi compagni, cavaliere, ma solo per morire al loro fianco, dopo essere sopravvissuto allo scontro con Duhkra! Ben misera pensata la tua!", lo derise d’improvviso Tolué, scrutando alle vestigia danneggiate che l’altro indossava ed al corpo segnato dal precedente scontro.
"Preoccupati della tua di sorte, nera avversaria! Altri ho già sentito etichettarmi con tanta sicurezza, mai nessuno ha avuto modo di ribadirla alla fine dello scontro!", rispose per le rime il tedesco cavaliere, espandendo il proprio cosmo elettrico.
"Nessuno di loro era Tolué l’Intoccabile!", sottolineò sicura la donna, invitando con l’energia che spirava attorno a lei quello a farsi avanti, "Non mi sembri così intoccabile!", concluse Wolfgang, partendo all’attacco.
Scattò rapido il cavaliere, cercando di sferrare una serie di possenti pugni contro l’altra che quasi danzava, ai suoi occhi, incurante della velocità dei colpi altrui, evitandoli, uno dopo l’altro, finché non si portò sul fianco del santo di Atena e cercò di colpirlo con un veloce calcio di tacco al petto.
Il guerriero di Cani Venatici fu però lesto nell’indietreggiare con un balzo, evitando il colpo nemico e sollevando di nuovo il cosmo a circondarlo, "Angriff der Jäger!", urlò il cavaliere, liberando i segugi fulminanti, intorno cui la guerriera sfrecciò sicura, ancora una volta, senza che nemmeno uno di essi la travolgesse, prima di portarsi lei stessa di fianco al nemico, "Tureis, brilla!", imperò e l’esplosione quasi travolse Wolfgang, che solo per prontezza riuscì a contrapporre una seconda selva di segugi all’avversa energia.
I due contendenti furono spinti indietro, ognuno sul versante da cui era partito all’attacco.
"Attenta, mia cara allieva, quel guerriero non è uomo da poco.", esordì allora Virgo Oscuro, "Ha avuto ragione di Duhkra!", sottolineò.
"Ed in quanti possono dire di non averne avuto, maestro? Voi sopravvalutate troppo il secondo dei vostri discepoli! Ben maggior considerazione meritava Syrin, ormai caduta.
Duhkra, alla fine, era poco più capace di Kevan, ma fin troppo ben valutato rispetto allo sciocco Triangolo Oscuro.", lamentò Tolué, "Forse, mia giovane allieva, ma Duhkra è sempre tornato vincitore, anche quando sembrava sconfitto, cosa che Kevan e Syrin non potranno fare ormai.", analizzò sibilino Haoma.
"Non so di cosa parli, Ladro di Divinità, ma il guerriero del Pavone Nero è ormai caduto, egli non tornerà ad aiutarvi!", ribatté Wolfgang, intromettendosi nella discussione, "Vi manda, piuttosto, i suoi saluti. Un gesto di rispetto conclusivo, credo.", osservò ancora.
"Al contrario, sciocco cavaliere, la sua era una beffa!", commentò con un sorriso sul volto l’uomo dalle vestigia d’oro sporco, "Così come una beffa è stata la sua sconfitta, se pensi d’averlo vinto! Soltanto hai scelto una fine peggiore di quella per sua mano, poiché Tolué della Poppa Oscura non ha bisogno d’aiuto alcuno in battaglia e non ha pietà, né prova noia nell’uccidere per il proprio maestro!", tagliò corto la donna, lasciando di nuovo esplodere il cosmo possente.
"Non ti temo! Ben più urgente è sconfiggere il tuo maestro, guerriera nera, poiché al pari dei suoi compagni egli vuole privare il mondo di Atena, la dea della Giustizia!", ribatté sicuro il cavaliere tedesco.
"Che cosa?", domandò d’improvviso Ludwig, avvicinatosi al compagno, "Sì, non avverti anche tu il cosmo di questo individuo, al pari di altri qui al Santuario, che s’espandono sempre di più, invadendolo? Il Ladro di Divinità che si trovava ad Accad ha utilizzato un metodo simile per derubare il mondo di Shamash!", spiegò Wolfgang.
"Hai ragione…", furono le incerte parole del più giovane discepolo di Munklar dopo qualche istante, "Allo stesso modo il Leone Nero ed il suo compagno, traditore degli Areoi, hanno espanso il loro cosmo in Polinesia, adesso che lo noto.", concordò preoccupato, avanzando fino ad affiancare il compagno.
"Ti aiuterò in battaglia, se tanto grande è il rischio per il mondo!", esclamò, lasciando esplodere deboli fiamme attorno a se, il cavaliere del Centauro, "Anche noi siamo pronti alla battaglia!", aggiunse ancora la voce di Talos del Leone Minore, rialzatosi con difficoltà, come anche Darius della Lince e Mirea della Colomba.
"Non possiamo lasciare lo scontro solo a te, cavaliere dei Cani Venatici.", esordì il discepolo di Amara, "Non possiamo lasciare che i nostri compagni siano morti per nulla!", concordò la sacerdotessa di bronzo, guardando al corpo senza vita di Ayra.
"Sono io che non posso chiedervi di combattere oltre, lasciate a me questa battaglia, che possa continuare le mie vittorie contro i discepoli di questo Virgo Oscuro.", ridacchiò sicuro Wolfgang, pronto ad attaccare, ma subito fermato dalla mano del compagno.
"Permettimi di spiegarti le sue doti prima di attaccarla.", suggerì Ludwig, "E tu credi che vi conceda tanto tempo?", domandò furiosa Tolué, lanciandosi all’attacco per prima, il cosmo che già confluiva pronto ad infierire.
"Ahadi, devasta!", imperò sicura la donna dalle nere vestigia, liberando la pioggia di globi luminosi contro l’intero gruppo di avversari.
"No!", ebbe appena il tempo d’esclamare Wolfgang, cercando di farsi avanti per difendere i giovani cavalieri di bronzo che lo circondavano, ma scoprendosi troppo lento dinanzi alla furia devastatrice della nera avversaria, che subito gli si lanciò addosso, come se non avesse di che preoccuparsi lei del proprio attacco.
"Aufflackern des Marfikent!", fu lesto nell’urlare Ludwig, sollevando il globo di fuoco sopra le teste sue e dei giovani compagni feriti che aveva alle spalle, disperdendo nel fuoco parte del potere offensivo di Ahadi, che riuscì sì ad oltrepassare le fiamme dell’austriaco, ma subì una violenta riduzione della propria forza offensiva, spingendo al suolo i tre feriti e lasciando il secondo discepolo di Munklar in ginocchio, poco lontano dal compagno, ma evitando che vi fossero ulteriori morti, almeno per il momento.
Con un balzo furioso, la donna cercò di sferrare un potente diretto contro lo sterno nemico, ma Wolfgang fu abile nello spostarsi, scoprendo solo all’ultimo che, in effetti, il contatto fisico non era mai stato il vero pericolo, poiché un’ondata d’energia lo travolse, sbilanciandolo indietro, mentre il cosmo di Tolué brillava già minaccioso.
"Di nuovo, Ahadi!", urlò la donna nemica, liberando un’altra pioggia di globi luminosi.
Per quanto il primo discepolo di Munklar si fosse detto sicuro di se, parlando inizialmente con i cavalieri di bronzo ed il suo compagno d’addestramenti, non poteva negare che il precedente scontro con il Pavone Nero lo aveva stancato, forse non esteriormente, ma quelle fiamme capaci di ferire l’anima stessa lo avevano indebolito e reso meno concentrato, il che adesso, contro un’avversaria fresca, poiché nessuna battaglia aveva combattuto, era uno svantaggio non da poco.
Anche per questo svantaggio, il guerriero dei Cani Venatici rotolò svelto sul terreno, inseguito dalle esplosioni d’energia, che lo circondarono da ogni lato, impedendogli di evitare del tutto la violenza dell’attacco, che lo prese sul fianco destro, sollevandolo dal suolo e scagliandolo in aria, lì dove i globi lo avvolsero in un’esplosione devastante e totale, lasciandolo alla fine cadere malamente a terra.
"Cavaliere!", urlò sgomento Talos, osservando il santo d’argento a terra, mentre delle macchie di sangue scivolavano via dal suo corpo.
Alla vista del compagno ferito, Ludwig si lanciò di nuovo alla carica contro la nera avversaria, "Galopp des Rigil!", urlò furioso, sferrando decine e decine di calci infuocati che, però, si persero attorno all’oscura avversaria, abile, ancora una volta, nel danzare tra i colpi sferrategli addosso, prima di scivolare pochi passi oltre il giovane Centauro, il cosmo che già riluceva sulle mani.
"Stolto, forse non ti è bastata la furia di Tureis? Te ne offro una dose ulteriore!", imperò la donna, mentre la potenza del suo attacco travolgeva il guerriero austriaco, lanciandolo al suolo, diversi metri più avanti, sanguinante da più e più punti del corpo.
"Ludwig…", lamentò Wolfgang, rialzandosi a fatica, non con poca sorpresa di Tolué stessa, che lo osservò con attenzione in silenzio per alcuni secondi, prima di riprendere a parlare: "L’armatura che ti protegge, già avevo notato come non fosse del tutto simile a quella indossata da Iginio, la sua fattura è superiore alle normali vestigia d’argento, per questo sei ancora vivo, anche dopo aver subito in pieno la furia di Ahadi.", analizzò, sollevando di nuovo la mano, "Poco male, basterà che di nuovo la devastazione ti colpisca!", ruggì.
Furono due eleganti braccia a bloccare la nera avversaria, quelle di Mirea della Colomba che lesta si lanciò all’attacco, cercando di usare il Leuko Ptose per sbilanciare l’avversaria e scagliarla in aria, trovandosi, però, travolta lei stessa dall’espandersi del cosmo nemico, cadendo al suolo, ma lasciando così spazio agli altri due cavalieri di bronzo per attaccare all’unisono: "Fortis Talon!", invocò il discepolo di Menisteo, "Morsus Lucis!", gli fece eco l’allievo di Amara, unendo i due attacchi in un’unica ondata di roccia, luce e pura energia che corse feroce contro il comune bersaglio.
Tolué di Puppis Oscura, però, diede nuovamente prova delle proprie capacità difensive, muovendosi con eleganza in mezzo a tale furia, spostandosi sempre più velocemente ed abilmente, danzando, scivolando ed infine alzandosi fiera mentre apriva le mani verso i due cavalieri di bronzo, "Tureis, disperdi questi insetti!", ruggì furiosa, scatenando la potenza della terza stella, che scagliò al suolo, sanguinanti, i due giovani santi di Atena.
"Reißzähne des Jägers!", invocò allora il cavaliere dei Cani da Caccia, che aveva approfittato di quel momento per riprendere le forze e scatenare il proprio di attacco, che, come poco prima il colpo combinato dei cinque guerrieri ormai allo stremo, trovò Puppis Oscura impreparata, o almeno questa sarebbe stata la speranza di tutti i santi di Atena lì riuniti, speranza che fu resa vana dal pronto sollevarsi delle braccia di lei, che espanse il proprio cosmo vorticante, creando una spirale d’energia sempre più brillante e furiosa, "Tureis, travolgi!", ordinò ancora Tolué.
La violenza di quel confronto fu fragorosa, tanto da crepare il suolo attorno alla guerriera della Poppa Nera, prima di detonare travolgendo tutti i presenti, eccetto Virgo Oscuro, immobile nella propria posizione e protetto da una barriera d’energia silenziosa ed ai più invisibile.
Quel confronto di forze lasciò i tre cavalieri di bronzo al suolo svenuti, mentre a malapena i due discepoli di Munklar si rialzavano, Ludwig stremato dagli scontri e Wolfgang ferito, ma ancora pronto alla lotta, dinanzi alla loro nera avversaria, dalle vestigia danneggiate ed il corpo ora segnato dalle prime vere ferite, mentre gli occhi, di nuovo, brillavano di cieca rabbia.
"Pagherete questa offesa con la vita tutti quanti! Ahadi, devasta!", ordinò furiosa Tolué, scatenando la pioggia di sfere distruttrici, prima che un nuovo cosmo, segnato da altre battaglie, ma pronto alla lotta, invadesse quel luogo, subito seguito da una voce e dal baluginare di scintille d’argento: "Mugen Zan!", urlò il cavaliere che stava arrivando sul campo di battaglia.
Zong Wu dell’Auriga.
***
Gustave della Lyra si fermò d’un tratto, non appena avvertì un rumore completamente fuori luogo, un rumore di passi.
"Chi è la?", urlò il cavaliere d’argento, guardandosi attorno, "Fatti avanti, chiunque tu sia! Io, primo allievo del grande Remais, anche se ferito, non mi ritirerò, ma combatterò per onorare il mio maestro!", esclamò superbo il musico francese.
"Lieta di saperti risoluto, cavaliere d’argento, ma non sono una tua nemica, anzi mi è stato detto di raggiungere il prima possibile altri santi di Atena.", esordì una giovanile voce femminile, prima che una fanciulla dalla maschera di bronzo e le vestigia danneggiate si palesasse al discepolo di Remais.
"Una sacerdotessa guerriero…", si lamentò Gustave, voltandole le spalle e continuando a camminare in direzione delle Dodici Case, "Sì, piacere!", esclamò quella, inseguendolo con un tono di voce anche un po’ seccato mentre si presentava: "Sono Xi Yan di Apus, allieva del Vecchio Maestro di Goro-Ho, tu come ti chiami, cavaliere?", chiese infine.
Il musico francese, però, non aveva alcun interesse a parlare con un’altra femmina, urgenze maggiori lo pressavano, come incontrare il Sommo Sacerdote e sapere cosa fare per vendicare il santo della Quarta Casa.
"Sono stata inviata qui dall’Anziano Maestro.", continuava intanto la giovane sacerdotessa di origini cinese, "Ho raggiunto il Santuario seguendo il mio compagno d’addestramenti: Zong Wu. Lui è andato in soccorso di un altro cavaliere di cui ha riconosciuto l’impronta cosmica, un certo Wolfgang, o qualcosa del genere, ma prima mi ha ordinato di raggiungere qualcuno dei santi d’argento che non fossero intenti a combattere e dare loro supporto.", spiegò la fanciulla.
"Credo che tu rientri in tale descrizione…", aggiunse Xi Yan dopo aver atteso in silenzio qualche parola dall’altro, inutilmente.
"Sei compagnia d’addestramento di quello stupido guerriero dell’Auriga?", domandò con un’evidente nota di disgusto nella voce, "Chissà quanto utile sarai in battaglia…", ridacchiò ancora lui, mentre l’altra si distanziava.
Una nota di soddisfazione si dipinse allora sul volto del cavaliere della Lyra, prima di voltarsi a guardare la sacerdotessa guerriero, intenta a studiare, apparentemente, qualcosa che avveniva poco lontano: "C’è un’altra di noi lì ed un ragazzo ferito con la maschera.", furono le uniche parole di Xi Yan, mentre si dirigeva verso un’altra fanciulla dalla maschera di bronzo ed un ragazzo che a lei si sosteneva per camminare.
Né la guerriera di Apus, né il santo della Lyra, o i due provenienti dall’Isola della Regina Nera si erano resi conto che un’ulteriore ombra li studiava da lontano, un’ombra dai lineamenti rovinati da numerose cicatrici.
***
I due discepoli del Sagittario osservarono con stupore gli scintillanti dischi d’argenteo cosmo cozzare contro le bolle d’energia, distruggendosi a vicenda, prima che il cavaliere dell’Auriga atterrasse al suolo proprio dinanzi a loro.
"Serve un aiuto, Wolfgang?", chiese con tono cordiale il santo di origini cinesi, "Ho avvertito il tuo cosmo esplodere in questa nuova battaglia e ho pensato di correre in soccorso.", spiegò ancora, porgendo all’altro la mano, prima di porgerla anche al più giovane allievo di Munklar.
"Non vi lascerò certo tempo per chiacchierare!", urlò a quel punto Tolué, lanciandosi alla carica, "Non ne abbiamo bisogno!", ribatté sicuro il santo dei Cani Venatici, prendendo slancio mediante l’aiuto di Zong Wu e lanciandosi a sua volta alla carica.
"Angriff der Jäger!", esclamò Wolfgang, liberando i segugi, mentre già la nera avversaria vi danzava attraverso con un ghigno, pronta a scatenare il proprio contrattacco, "Non imparerete mai!", rise divertita, mentre già l’energia di Tureis si liberava, "Io dico che invece qualcosa l’abbiamo appresa!", fu, però, la lesta risposta del cavaliere tedesco, improvvisamente riapparso dinanzi all’altra, sciogliendo una nuova selva di elettrici segugi contro l’energia della stella gamma di Puppis.
L’esplosione dei due colpi fu tale da annullarli a vicenda, spingendo indietro ambo i combattenti, senza ulteriori ferite sui loro corpi, che agilmente tornarono a poggiarsi al suolo.
"Adesso basta!", ringhiò l’oscura nemica, "Ahadi, distruggili!", imperò rabbiosa, prima che, ancora una volta, echeggiasse la voce del guerriero cinese: "Mugen Zan!" e decine di dischi d’energia argentea colpissero i globi creati da Tolué, disperdendoli.
Il silenzio calò sul campo di battaglia, prima che Wolfgang si voltasse verso lo stremato cavaliere del Centauro, "Ludwig, allontanati e cerca di portare con te i cavalieri di bronzo, lascia a noi due questa guerriera nera, non penso sarà più un problema sconfiggerla.", lo rassicurò con tono tranquillo, ricevendo un cenno d’assenso dal compagno d’addestramenti.
"Vi credete già vincitori? Sciocchi!", li accusò la guerriera di Puppis Oscura, "Attenta a non peccare della loro medesima stupidità, mia giovane allieva.", s’intromise allora Haoma di Virgo, ricevendo uno sguardo sgomento dall’altra.
"Avevi creduto di aver facile ragione dei cinque stremati dalle precedenti battaglie contro Ippolita e Gwyvin, ma sono riusciti persino a procurarti una ferita, prima che tu uccidessi una di loro.
Pensavi di poter vincere anche colui che aveva saputo sconfiggere Duhkra, eppure eccolo ancora in piedi, mentre ulteriori ferite tu hai subito, oltre ad avergli permesso di capire come superare le capacità di Tureis.
Adesso si è unito anche il cavaliere che, per trovarsi qui, deve essere sopravvissuto alla battaglia con Libra Oscuro, un nemico che già ha dimostrato di saper vincere la devastante potenza di Ahadi.
Quindi ti chiedo, allieva, sei sicura di non sottovalutarli?", domandò secco Haoma.
Per qualche istante, Tolué rimase in silenzio, osservando lo stremato cavaliere del Centauro che aiutava Talos e Darius nel rialzarsi, prima di sollevare, con loro, Mirea, apparentemente ancora priva di sensi, ed iniziare ad allontanarsi.
Lo sguardo di Puppis Oscura, poi scivolò verso i due cavalieri d’argento che le si ergevano come avversari, feriti, con vestigia danneggiate, malgrado l’innegabile solidità, il cosmo stanco, ma determinato nel continuare la battaglia.
Infine si voltò verso il proprio maestro, che ancora rimaneva seduto nella medesima posizione in cui aveva osservato cadere Ippolita della Sagitta Nera, prima, e Gwyvin dello Scudo Nero dopo, con ben poco interesse verso di loro, di poco inferiore a quello che sembrava offrire per lei, la sua prima discepola.
"Avete ragione, potente Haoma, non devo sottovalutarli e non lo farò ulteriormente.", confermò Tolué, "Se le virtù di Tureis sono ormai svelate ed inutili e la potenza di Ahadi può essere contenuta, allora solo un’arma mi resta, la più potente e brillante, la stella maggiore della costellazione di cui sono l’ombra: Naos!", invocò infine la guerriera oscura.
Sorpresi furono, inizialmente, i due cavalieri di Atena, vedendo il cosmo della nemica avvolgerla e prendere forme vorticanti di una nave, che si spostò alla velocità della luce, scagliandosi addosso ai santi della Giustizia, troppo lenti per potersi proteggere da quella carica, che li travolse, spingendoli malamente al suolo entrambi.
Una risata proruppe dalle labbra di Tolué: "Tanto avete pregato per la pioggia, che è arrivata la tempesta, cavalieri!", imperò, "Volevate che vi trattassi come pari? Ebbene ecco l’arma ultima della Poppa Oscura, quella che mi è valsa realmente il titolo di Intoccabile, poiché assoluta difesa e superbo attacco sono il potere di Naos!", spiegò con voce sicura la donna guerriera.
"Gioite, cavalieri, solo tre persone, finora, l’avevano vista e di queste nessuna l’aveva vinta!", continuò decisa, condensando di nuovo il cosmo attorno a se, pronta a sferrare una seconda carica di Naos.
"Non pensare che ci prendere per l’ennesima volta di sorpresa!", esclamò subito Zong Wu, "Gin Zan!", invocò subito dopo, scagliando i dischi argentei contro la gigantesca nave d’energia, "Reißzähne des Jägers!", fece eco Wolfgang, liberando le feroci fauci elettriche.
"Sciocchi! Ogni tentativo di resistere è inutile!", li ammonì prontamente la nera avversaria, incrementando la pressione della nave oscura che deviò lontano i dischi d’argento, prima di schiacciare la furia dei cani da caccia e travolgere di nuovo i due cavalieri, che malamente ricaddero al suolo poco dopo.
Rise Tolué, spietata, nell’osservare i due nemici al suolo: era vero, solo altre tre persone prima avevano affrontato la potenza della sua tecnica suprema e di certo quei precedenti dimostravano la potenza della guerriera oscura.
Duhkra, durante un addestramento, aveva osato colpirla con il Canto della Sofferenza, un peccato per cui era stato punito soffrendo la devastante potenza di Naos; quella fu anche la prima volta che lo vide utilizzare la Completezza dell’Anatman.
Non era stata però la prima volta che Tolué utilizzava la sua tecnica, no, dinanzi al potente Haoma ne aveva fatto uso, prova ultima per dimostrare come lei avesse reso propria l’unità fra l’Uno ed il Tutto, una prova simile a quella che anche i quattro compagni d’addestramento dovettero saggiare, ma che nessuno superò con eguale risultato probabilmente.
Ultimo, prima dei cavalieri suoi avversari, fu Omega, il nero guerriero della Carena, il più potente e feroce dei prigionieri bardati d’argento oscuro; contro di lui utilizzò la potenza di Naos per dimostrargli che non sarebbe diventata una sua serva, che non sarebbe stata succube della violenza che il malefico gigante utilizzava per dominare su tutti.
Contro Omega dimostrò una forza che le permise di essere una sua pari, una forza che Akab anche aveva dimostrato, una potenza che Syrin non aveva, ma che mediante l’aiuto del loro stesso maestro riuscì vagamente a sfiorare per sopravvivere al confronto con la Carena Nera.
Proprio la forza era la cosa più Tolué desiderava, che più sentiva di dover continuamente dimostrare: troppo, nella sua infanzia, aveva avuto modo di provare quanto terribile fosse la condizione dei deboli rispetto ai forti, che li dominavano con pugno di ferro!
Per anni aveva vissuto priva di dignità e libertà, finché Haoma non l’aveva scelta, prima allieva del sapiente e spietato uomo, e da quello stesso individuo tutto aveva appreso che potesse essergli utile! Grazie alle lezioni impartitele ed alla forza che aveva trovato in se adesso si trovava sulla vetta dei guerrieri d’argento nero.
Sarebbe diventata una con il tutto, ma secondo quello che era per lei il vero significato di quelle parole: sarebbe diventata l’Unum, l’Unica che dominava su tutti gli altri! Non Omega, non il suo maestro o gli altri alleati di questo, no, lei avrebbe alla fine comandato su tutti, diventando sempre più forte.
Nessuno avrebbe ostacolato la sua scalata al potere, tanto meno due cavalieri moribondi, come quelli che si trovava davanti.
Wolfgang dei Cani Venatici fu il primo ad alzarsi in piedi, osservando dolorante l’avversaria, superba e sicura di se, per nulla segnata dal proseguire della battaglia, se non per qualche leggera ferita e dei danni alle vestigia. Fu il rumore poco distante a far voltare il cavaliere tedesco, per osservare Zong Wu che si sollevava anch’egli, ferito, ma ancora determinato a continuare la battaglia.
"Potente questo suo attacco e difficile da valicare…", commentò laconico Wolfgang, "Ma ho un’idea, ora che siamo in due, un modo perfetto per cacciare un lupo, quando si è in vantaggio numerico.", suggerì il santo d’argento, prima che il parigrado gli sorridesse, "Andiamo dunque, catturiamo questo lupo, amico mio.", concordò Zong Wu e, dopo poche brevi parole, i due scattarono contro la comune nemica.
Tolué li osservò dividersi, portarsi l’uno alla sua sinistra e l’altro a destra, i cosmi splendenti e pronti a guerreggiare, mentre lei rimaneva immobile e perfida nello sguardo che rivolgeva vicendevolmente ad entrambi.
"Adesso, Zong! Angriff der Jäger!", imperò il cavaliere dei Cani Venatici alla destra della comune avversaria, prima che il santo dell’Auriga gli facesse eco da sinistra: "Mugen Zan!".
I feroci segugi del guerriero tedesco si gettarono sulla preda, così come la moltitudine di dischi d’energia argentea del parigrado cinese, ma dinanzi a nessuna delle due minacce Tolué parve preoccuparsi, semplicemente, chiusi gli occhi, la nera nemica iniziò ad evitare quella doppia selva d’attacchi, piegandosi, muovendo leggermente gambe e busto, il necessario perché nessun colpo la sfiorasse mai.
Un sorriso dipinto continuamente sul viso della potente nemica, mentre lo stupore si dipingeva sui volti degli altri due, che, alla fine delle loro cariche offensive, non poterono nascondere la sorpresa, mentre quella, illesa dal duplice attacco, sollevava al cielo le braccia, "Naos, oscura il loro futuro!", imperò la donna.
La nave di pura energia che circondò l’oscura nemica era più grande delle precedenti apparizioni, tanto immane da sfiorare quasi ambedue i cavalieri, inglobando al proprio interno persino Haoma che rimase immobile, avvolto da uno strano alone di luce, come poté notare Zong Wu stesso, prima che la gigantesca emanazione d’energia esplodesse, travolgendo i due santi di Atena verso l’alto, danneggiando ulteriormente le loro armature e lasciandoli poi cadere malamente al suolo, di nuovo uno di fianco all’altro.
"Vana speranza la vostra, sfiorita dinanzi alla mia forza! Accogliete la morte, cavalieri di Atena! Vi avvolgerà come una tenera amante, con il nome di Ahadi!", imperò ancora Tolué, scatenando la pioggia di sfere energetiche dirette contro i due guerrieri feriti.
"Aufflackern des Marfikent!", imperò allora una voce, raggiungendo i due cavalieri al suolo, prima che un globo di fuoco esplodesse sopra di loro, disperdendosi assieme alla potenza dell’avverso attacco di Puppis Oscura.
Fu proprio la nera avversaria a rivolgere uno sguardo pieno di disappunto alla figura appena sopraggiunta, "Di nuovo tu?", domandò infastidita, "Non avrei mai lasciato solo Wolfgang, né il suo compagno di altre battaglie!", rispose, stanco ma deciso, Ludwig del Centauro, il cosmo incandescente che brillava attorno a lui, mentre anche gli altri due santi d’argento si rialzavano in piedi.
Una smorfia si dipinse sul volto di Tolué: "Potete essere tre, come potreste essere mille, ma piegherete mai la possanza di Naos, la stella più malefica!", ruggì l’oscura guerriera, liberando di nuovo la vasta nave d’energia oscura, che corse contro il trio di cavalieri con indicibile determinazione.
"Insieme, cavalieri!", urlò deciso Wolfgang, espandendo il proprio cosmo, "Trupper der Jäger!", invocò scatenando la furia dei cani da caccia, "Rozan Ginniryuha!", s’aggiunse deciso Zong Wu, "Aufflackern des Marfikent!", concluse il più giovane dei tre, unendo il proprio attacco a quelli dei compagni.
Per alcuni istanti le forze che si confrontavano sembrarono in perfetto stallo, finché la furia della stella Naos travolse gli attacchi del trio di cavalieri, spingendoli al suolo, ancora più feriti.
"Stolti, non potrete mai vincermi!", rise Tolué alla vista dei nemici ancora una volta a terra, "Non ne avete la forza!", sottolineò soddisfatta.
"Ha ragione…", sibilò allora Ludwig, lo sguardo volto al cielo sopra di lui, "Abbiamo combattuto più di lei, questo è vero! Ho affrontato lo Scudo Oscuro ed anche voi avete duellato con potenti nemici, ne sono certo, ma siamo tutti allo stremo, mentre lei, che di noi si fa beffe, è ancora fresca e pronta alla lotta.", ammise con voce dolorante.
"Non è invincibile, nemmeno Intoccabile, cavaliere. Aveva solo un segreto, che ormai è chiaro ai miei occhi!", esclamò allora Zong Wu, iniziando ad alzarsi in piedi, mentre una scintilla di stupore balenava negli occhi di Tolué, ascoltando le successive parole del guerriero cinese.
"Non me ne ero reso conto all’inizio, ma era improbabile che il tuo cosmo, Ombra, fosse così vasto da permetterti di combattere costantemente al meglio mentre io, che avevo combattuto uno scontro solo, per quanto impervio, fossi già così stremato e debole nel reagire, poi ho compreso, nel momento in cui ho visto come il tuo potere avvolgeva il guerriero d’oro nero che hai alle spalle!", iniziò a spiegare il santo d’argento, "Tu piloti correnti d’energia cosmica, derubando chiunque vi entri in contatto ed assorbendone il potere! In questo modo, quando ti difendi, riesci ad evitare gli attacchi, seguendone le correnti, e poi contrattacchi con la tua tecnica; allo stesso modo assorbi dall’ambiente per usare la pioggia di sfere, mentre il colpo più potente in tuo possesso prende l’energia di chi ti circonda, non solo quella minima quantità di cosmo che alberga in ogni pietra ed oggetto.", la accusò con sicurezza.
"Esatto, cavaliere, ma questa scoperta non vi salverà di certo da sicura morte, poiché niente m’impedirà di rubare il vostro potere e scatenarvi contro la forza di cui sono padrona!", urlò sicura Tolué, liberando Ahadi contro i tre santi d’argento.
"Angriff der Jäger!", invocò lesto Wolfgang, impedendo che l’attacco nemico li travolgesse, per quanto fosse anche lui visibilmente stanco e ferito, inginocchiato nell’atto di eseguire il proprio colpo.
"Grazie, Zong, mi hai dato un’idea su come vincerla!", aggiunse con un sorriso verso il parigrado, prima di volgersi anche verso il compagno d’addestramenti, il quale, senza neppure bisogno di parole, fece un cenno positivo con il capo.
"Che piano di caccia proponi?", chiese solo il giovane austriaco, "Niente caccia stavolta, vecchio mio, andiamo a pesca… di piovre!", ridacchiò di rimando Wolfgang, voltandosi poi verso il cavaliere di origini cinesi: "Avrò bisogno di tutta la precisione.", gli disse, "Puoi contare sui miei dischi.", lo rassicurò l’altro.
"Andiamo Ludwig, come per la caccia ai lupi!", esordì subito dopo il santo di Atena, muovendosi veloce assieme al compagno d’addestramenti e portandosi ai lati della comune avversaria.
"Di nuovo questa strategia? Pensate che in tre avrete maggior successo?", rise divertita Tolué, condensando il cosmo attorno al proprio corpo, pronta a scatenare l’energia della sua tecnica suprema.
"Kreis des Agena!", invocò allora Ludwig, spiccando un agile salto verso il cielo, il volto storto dalle doloranti ferite alle gambe, prima che il cerchio di fuoco avvolgesse la nera nemica, di cui la voce, però, continuò a risuonare superba: "Non basterà! Lo stesso trucco che avete usato contro Gwyvin con me sarà inutile!", imperò sicura, "Naos vi travolgerà!", assicurò, evocando l’imbarcazione d’energia.
"Non so niente di questo trucco di cui parli, ma permettimi di mostrartene uno nuovo!", rispose secco Wolfgang, scattando davanti al costrutto energetico avversario: "Trupper der Jäger!", urlò liberando il furioso branco di cacciatori.
Il cerchio di fuoco, d’improvviso, s’espanse, all’interno della gigantesca nave d’energia, devastante e minaccioso, mentre dall’esterno con solerzia i segugi elettrici attaccavano all’unisono.
Rideva Tolué degli sforzi dei due guerrieri di Atena, questo finché non si rese conto lei stessa di cosa stava per succedere: una detonazione, particolarmente potente, che disfece la grande nave, rendendola completamente priva di difese nel momento stesso in cui echeggiò la voce di Zong Wu: "Rozan Ginniryuha!" e poi quando i due draghi d’argento crollarono su di lei, travolgendola, distruggendone le scure vestigia e lasciandola ferita, che si rialzava dal suolo.
"Mi avete ferito, ma ancora non basta!", ruggì prontamente la nera avversaria, "Sono ancora viva!", urlò sicura, lasciando esplodere il proprio cosmo malefico e pronto alla battaglia.
"Viva sì, ma ormai sconfitta!", l’avvisò prontamente Wolfgang, "Una volta svelato il segreto del tuo attacco, è stato sufficiente bloccare i tuoi tentacoli per vincerti!", continuò deciso il cavaliere d’argento.
"Che intendi dire?", domandò irritata l’altra, "Che le piovre, se paralizzati i tentacoli, sono alla mercé del nemico.", rispose il tedesco, "Se preferisci un esempio più complesso, pensa ad un branco di lupi, o uno stormo d’uccelli, o un gruppo di formiche: seguono sempre la medesima strategia, mantengono le posizioni loro affidate e si allontanano solo il necessario; lo stesso vale per questo tuo attacco, riesci ad espanderlo entro certi limiti, mantenendo il controllo su una limitata quantità di potere che ti circonda, altrimenti ci avresti già prosciugato di ogni energia e lasciato moribondi al suolo.
Proprio per questo abbiamo attaccato assieme, dall’interno e dall’esterno, per offrire energie ulteriori al tuo attacco e lasciare che si scomponesse da solo, così da permettere a Zong Wu di colpirti.", concluse il cavaliere dei Cani Venatici.
"Essere riusciti in questo non vi dà comunque la vittoria!", minacciò ancora Tolué, "Al contrario, Ombra, ormai la vittoria è nostra: se anche riuscissi a sferrare di nuovo il tuo attacco, nel momento stesso in cui quello esploderà, travolgerà anche te e senza più le vestigia in tua difesa, con il corpo ferito, morirai.", replicò deciso Wolfgang.
"Così sia! Naos, decidi il mio destino!", urlò furiosa Puppis Oscura, liberando ancora una volta il proprio attacco supremo.
Con un secco gesto, però, il cavaliere dei Cani Venatici fermò i due compagni, "Concediamole l’onore di una fine leale. Da solo respingerò il suo attacco!", sentenziò, scattando avanti, "Trupper der Jäger!", invocò subito dopo, liberando la selva di segugi.
I due attacchi si contrastarono con inusitata violenza prima di esplodere assieme, nella violenza di Naos, che investì il santo d’argento, spingendolo indietro, le rinate vestigia nuovamente ridotte ormai a frammenti, mentre già Ludwig e Zong Wu lo soccorrevano, per impedirgli di cadere al suolo, mentre Tolué, priva di difesa alcuna, veniva travolta dalla stessa forza che aveva con così tanta avidità recuperato negli anni, cadendo, ormai senza vita, poco lontano dal maestro che per anni le era stato al fianco.
Fu proprio l’espandersi del cosmo di Virgo Oscuro che impedì ai tre cavalieri d’argento di festeggiare, poiché minaccioso, come mai era parso prima in quella lunga giornata di scontri, apparve al trio di guerrieri, circondandoli da ogni posizione.
"Avete avuto ragione di tutti i soldati che m’ero portato come protezione, ma non crediate che ero quello da dover proteggere. Vi accorgerete fin troppo presto che così non è!", li minacciò deciso l’oscuro avversario dorato.
La battaglia continuava.