I Samurai Del Male
By Myu di Papillon
Capitolo 1:
Nemici Dal Passato
Tokio. Ore 9:30. Era una giornata come le altre, bella, soleggiata e non particolarmente afosa nonostante l'estate fosse arrivata da poco. Molti turisti stavano facendo la fila per visitare la Torre di Tokio. Un bambino neozelandese di otto anni, con i suoi genitori, cominciò a sbuffare.
-Quanto tempo dobbiamo aspettare ancora? Mi sto annoiando e anche stancando di aspettare!-
-Abbi pazienza, tesoro. Il nostro turno arriverà tra poco.- gli disse la madre, una bella donna con lunghi capelli biondi e occhi verde smeraldo.
-Uffa...-
Il padre, un uomo dal fisico palestrato con occhi azzurri come il figlio e i capelli corti e castani, gli sorride, lo prende e se lo carica sulle spalle.
-Va meglio ora?-
-Sì!- rispose tutto felice.
-Tu lo vizi troppo, Geoffrey!-
-Ma no, non è vero!-
-Sì che è vero! Tuo padre te la da sempre vinta!- disse lei con tono scherzoso.
Finalmente, arrivò il loro turno.
-Finalmente tocca a noi! Torre di Tokio, stiamo arrivando!-
-Sì, ma stai calmo, Mark!-
Il padre trattenne una risata, lo fece scendere e lo prese per mano. All'improvviso, arrivarono delle nuvole scure che coprirono il sole.
-Oh, no! Stupide nuvole!-
-Questa non ci voleva, non abbiamo neanche l'ombrello!- dissero i suoi genitori.
Iniziò a tuonare, dopodiché la terra tremò causando il panico tra la gente.
-Mamma, papà. Ho paura!-
-Tranquillo, ci siamo noi!-
Il terreno cominciò a spaccarsi sotto la torre di Tokio, dal quale spuntò fuori magicamente una strana e enorme costruzione che la fece crollare completamente come se fosse fatta di carta. Si trattava di un grosso castello del Giappone feudale dell'epoca Sengoku. Molto più grandi di quelli conosciuti. Molti turisti furono coinvolti e persero la vita o furono feriti. Tra di loro c'erano anche la coppia di neozelandesi tranne il piccolo Mark che si era miracolosamente salvato. Era stato spintonato dalla madre prima che un pezzo della torre la schiacciasse insieme al marito.
-M... mamma? Papà? Dove... dove siete?-
Il crollo della torre aveva sollevato un gran polverone, per questo non vedeva nulla. Quando tutto passò, però, vide con sua somma meraviglia il castello giapponese che aveva preso il posto della torre. All'improvviso, comparve dal nulla una misteriosa nebbia di colore rosso che avvolse tutta la capitale. Il piccolo Mark cominciò a tossire convulsamente, cadde a terra continuando a tossire e agitandosi come se gli mancasse l'aria e lentamente il suo volto diventò prima come quello di un anziano e poi mutò in un teschio. Anche il resto degli abitanti morì allo stesso modo. La nebbia entrava nei palazzi o nelle macchine dalle finestre e i finestrini lasciati aperti nonostante, come detto all'inizio, non fosse una giornata tanto afosa. Nel frattempo, sul tetto del castello, vi erano sette figure scure dritte in piedi e a braccia conserte. Quattro di loro contemplavano con un sorriso maligno lo spettacolo di morte e distruzione sotto di loro, distruzione causata dalle macchine che sbandavano, mentre gli altri tre fissavano l'orizzonte. Dopodiché, saltarono in sincrono per sparire chissà dove. Una voce profonda, cavernosa e malvagia riecheggiò nel castello.
-Finalmente, dopo secoli, è giunta l'ora per me, Jorgon, di far tornare le tenebre su questo mondo! E questa volta, non ti permetterò in alcun modo d'intralciare i miei piani, cara Atena!-
Pochi minuti prima che ciò accadesse, Saori Kido stava cavalcando nel bosco attorno alla sua villa. Erano passati alcuni mesi dalla battaglia contro Poseidon e lei era tornata alla sua villa, mentre i suoi saints erano misteriosamente spariti chissà dove. Questo era il pensiero che più affollava la sua testa mentre cavalcava. All'improvviso, ebbe un sussulto e tirò le redini per fermare il suo cavallo.
-Questo cosmo... dopo tanti secoli sei tornato, Jorgon!-
Fece girare il cavallo e tornò di corsa alla villa. Una volta arrivata, scese dal cavallo, affidandolo ai suoi servitori, ed entrò in casa. Entrata in salone, si ritrovò davanti Tatsumi con uno sguardo sbarrato di terrore e pallido come un cencio.
-S... signorina...-
-Tatsumi, cosa...?-
-G... Guardi...- disse indicandole con dito tremante il televisore.
L'elicottero del telegiornale stava trasmettendo la notizia del crollo della torre di Tokio e di come, al suo posto, fosse apparso dal nulla un antico castello del Giappone feudale. Inoltre, riportava che molti giornalisti che erano andati lì con le auto o i furgoni per documentarne la notizia, erano periti a causa della fitta nebbia rossa tossica che avvolgeva la capitale come fosse una cupola.
-Cosa sta succedendo, signorina?-
-Purtroppo, qualcosa di davvero terribile!-
A un tratto, la ragazza si mise sulle difensive.
-È inutile che continui a rimanere nascosto! Ho avvertito la tua presenza ormai!-
Seguì silenzio.
-Ma cosa sta...?-
-Zitto, Tatsumi!-
Finalmente il misterioso individuo parlò.
-È proprio degna di essere la dea Atena! È riuscita a scoprirmi nonostante trattenessi il mio cosmo così bene!-
Una sfera cadde in terra, esplose in una nuvola di fumo, costringendo Tatsumi e Saori a coprirsi la bocca e chiudere gli occhi, e quando tutto finì, si ritrovarono davanti un tizio semi inginocchiato con un vestito nero come quelli usati dai ninja.
-Voi! Avevo ragione allora!-
-Sa perché sono qui, vero?-
-Certo, ma se credi che sia sola, ti sbagli di grosso!-
Il ninja guardò Tatsumi.
-Intende quel pelato vicino a lei? Ha un fisico possente, davvero, ma non mi sembra all'altezza per poterla difendere bene da me!-
-Co... come ti permetti? Non lo sai che...-
-Stai buono Tatsumi. Non complicare troppo le cose!-
Il ninja sorrise, anche se non si poteva vedere a causa della maschera davanti alla bocca. Si alzò e fece per sguainare una delle due spade che aveva dietro le spalle, quando si fermò di colpo.
-Ah, ecco a chi si riferiva!-
Seiya, dietro al ninja, compì un salto atterrando davanti a Saori e Tatsumi e si mise in posizione d'attacco.
-Non lo sai che il carnevale è finito da un pezzo, amico?-
-Bene bene. Un saint! Perché non indossi il cloth che ti porti dietro?-
-Per uno come te non ce n'è bisogno.-
-Non è uno solo, Seiya!- gli disse Saori.
-Come?-
Il ninja schioccò le dita, ci fu un altra nuvola di fumo e ne comparvero altri diciannove. Metà di loro era vestito di blu.
-Però!- disse il saint stupito.
-La testa di Atena sarà nostra!- dissero i ninja in coro.
-Se la volete, dovrete passare sul mio cadavere!-
-Sui nostri cadaveri! Non essere egoista, Seiya!-
Shiryu, Hyoga e Shun, atterrarono accanto a lui. I ninja si guardarono e lanciarono un altra sfera fumogena scomparendo.
-Quando i ninja fanno così, non li sopporto. Che vigliacchi!-
-Non sono scappati. Sono fuori la villa!- disse Saori.
I quattro uscirono, mentre Saori rimase ad assistere sulla porta, indossarono i loro cloth e ognuno fu circondato da cinque ninja, Seiya e Shiryu da quelli neri e Hyoga e Shun da quelli blu, che iniziarono a ridere.
-Volete sfidarci con delle corazze piene di crepe? Siete pazzi o cosa?-
-Tacete e combattete!- disse Shiryu.
I guerrieri lanciarono shuriken e kunai, ma i nostri eroi li evitarono con agilità, tranne Shun che ovviamente gli bastò usare la rolling defence.
-È tutto qui, quello che sapete fare?- chiese Seiya sfottendoli.
I ninja sguainarono le loro katana, ma questo non spaventò i guerrieri di Atena che, anzi, sorrisero e bruciarono i rispettivi cosmi.
-Pegasus Ryuseiken!-
-Rozan Shoryuha!-
-Kholodny Smerch!-
-Nebula Chain!-
I ninja furono tutti investiti dai colpi e si scoprì che i loro vestiti erano in realtà corazze che andarono in frantumi. Shun e Hyoga, notarono che i loro avversari erano in realtà giovani ragazze dai lunghi capelli. Shun rimase sconvolto da questo fatto.
-Dannazione, tra di loro ci sono anche kunoichi, ninja femminili!- disse tremando di rabbia e assalito dai sensi di colpa.
Hyoga e gli altri cercarono di sollevarlo.
-Non lo sapevi. Nessuno di noi lo sapeva!-
Il ragazzo annuì. Saori stava per uscire per congratularsi con loro, ma rimase immobile quando avvertì, troppo tardi, un cosmo alle sue spalle. Tatsumi fu colpito da una spallata allo stomaco che lo scaraventò violentemente fuori dalla villa, facendo subito accorrere Seiya e gli altri, mentre Saori fu afferrata per il collo e portata fuori.
-Un altro? E questa volta è bello grosso!- disse Seiya.
In effetti, il ninja che avevano davanti era alto due metri e massiccio. Oltre alle dimensioni, si differenziava dagli altri ninja per la maschera e il colore della corazza che era viola.
-Lascia andare Atena, schifoso colosso. Pegasus Ryuseiken!-
Il ninja lasciò la presa e parò i colpi con una mano sola.
-Cosa? Come ha fatto? Questo non è come gli altri ninja!-
Il guerriero rise.
-Certo che no! Io sono Yoshinobu. Sono il capitano dei soldati semplici!-
-Soldati semplici? Vuol dire che...?- disse Shiryu senza finire però la frase perché Yoshinobu lo interruppe.
-Domande e risposte sono inutili. Vi ammazzerò qui, ora, insieme alla vostra dea!-
Lanciò gli shuriken, ma stavolta avevano qualcosa di diverso. Anziché essere di ferro, erano onde di energia purpurea che ne riproducevano la forma. Tuttavia, Seiya e gli altri li evitarono con facilità. A quel punto, Yoshinobu, con uno scatto fulmineo, colpì Seiya con la stessa violenta spallata che aveva dato a Tatsumi scaraventandolo in terra poco lontano.
-Seiya!-
-Non distraetevi!-
Shiryu fu afferrato per la testa, lo lanciò per aria, saltò e lo colpì con un calcio rotante facendolo schiantare a terra.
-Maledizione! Kholodny Smerch!-
Yoshinobu usò la bomba fumogena e ricomparve alle spalle di Hyoga. Quando se ne accorse, fu colpito dagli shuriken energetici e anche lui si ritrovò in terra prono. Shun era rimasto solo.
-Tocca al piccoletto con la corazza da femminuccia!-
-Great Capture!-
-Che?-
Le catene si avvinghiarono sul corpo del gigantesco ninja.
-Ora non puoi più muoverti. Il Great Capture è in grado di imprigionare perfino un grande orso! Se ci provi, le catene si stringeranno sempre più fino a ucciderti.-
Yoshinobu sorrise, ma non poteva vederlo, e con il minimo sforzo distrusse le catene.
-A... accidenti!-
Il ninja colpì Shun con un violento montante che lo sollevò da terra e vi ricadde con violenza.
-Ora è il tuo turno, Atena!- disse dirigendosi verso una svenuta Saori.
-Rozan Shoryuha!-
Yoshinobu fu scaraventato in aria, ma riatterrò senza problemi.
-Maledizione, è davvero in gamba!-
Il ninja scattò, afferrò Shiryu per il collo, lo sollevò e lo scaraventò con violenza a terra.
-Ti schiaccerò come la lucertola che sei!-
-Pegasus Ryuseiken!-
Yoshinobu parò i colpi un'altra volta, scattò di nuovo e afferrò anche Seiya per il collo, lo sollevò e iniziò a stringerglielo.
-Addio, moscerino!-
-Addio a te!-
Riuscì a colpirlo con un forte calcio rovesciato che lo costrinse a mollare la presa.
-Maledetto!- disse massaggiandosi il mento.
-Comunque, con quello stupido attacco qualcosa hai ottenuto: mi hai fatto arrabbiare!- aggiunse.
Seiya recuperò fiato, dopodiché si alzò e si diresse verso Saori ignorando completamente Yoshinobu.
-Ehy, che cosa fai? Come osi non considerarmi? Ti farò pentire di essere venuto al mondo!-
All'improvviso, la maschera andò in frantumi rivelando i suoi capelli corti e neri.
-Ma cosa...?-
Anche la sua corazza andò in frantumi, mentre sulla fronte colò una riga di sangue.
-Non... è possibile... è assurdo!- disse mentre cadeva a terra supino.
-Anche Geki ha detto la tua stessa cosa quando lo sconfissi allo stesso modo durante la Galaxian War!- disse il saint sorridendo.
Seiya aiutò Saori a riprendersi e ad alzarsi, mentre Shiryu e gli altri si ripresero.
-Tutto bene, signorina?-
-Sì, vi ringrazio molto!-
-Che ne dice di spiegarci un po' di cose? Siamo un po' confusi!-
-Venite dentro e tutto vi sarà chiarito!-
Nel salone dove tutto cominciò, Saori fece accomodare i suoi saints e iniziò a parlare.
-Voi sapete che i saints e la dea Atena hanno spesso combattuto in varie epoche storiche lasciando i segni del loro passaggio vero?-
I ragazzi annuirono.
-E con ciò?- chiese Seiya.
-Che impaziente!- lo riprese Shiryu.
La ragazza sorrise.
-Beh, molti secoli or sono, io e i saints combattemmo durante l'epoca Sengoku!-
I quattro rimasero a bocca aperta.
-Davvero? Durante il periodo del dominio di Oda Nobunaga?- chiese Hyoga.
-No, successivamente. Durante il dominio di Hideyoshi Toyotomi! Comunque, durante Il periodo Sengoku, l'odio e i sentimenti negativi degli esseri umani erano così dominanti da dare vita a uno spirito maligno di nome Jorgon che si insediò in un'armatura da samurai. Più precisamente, proprio quella di Oda Nobunaga, già colma di sangue, malvagità e odio, che in quel periodo era sotto la custodia del daimyo Toshiie Maeda! Come se ciò non fosse abbastanza, con i suoi poteri demoniaci, Jorgon creò altre armature, ognuna con un proprio potere, che diede a feroci samurai, dei ronin senza un briciolo di onore, scelti osservando le varie battaglie!-
I quattro ragazzi annuirono.
-Io e i saints lo affrontammo per impedirgli di portare le tenebre nel mondo e dopo molta fatica, riuscii a far sprofondare il suo castello sottoterra e a sigillarlo insieme alle anime dei suoi samurai del male, conosciuti come Shogun, proprio nel punto in cui oggi sorge la torre di Tokio. O meglio... sorgeva! Ora che il sigillo si è sciolto, il castello è tornato in superficie riprendendosi il posto che aveva una volta!-
Seiya rimase in silenzio per un attimo. Poi chiese:
-Ma... il sigillo non dura centocinquanta anni? Come ha fatto a restare sigillato per così tanto tempo? Siamo nel XX secolo. Ne sono passati ben quattro!-
-Hai ragione. Un tempo, il mio potere sigillante era molto più potente, ma poi con il passare del tempo, e anche a causa delle innumerevoli battaglie con altre divinità o forze demoniache, si è indebolito!-
-Capisco! Beh, che stiamo aspettando? Andiamo a fargli visita a questo tizio di nome Jorgon!-
-Non avere fretta!-
La voce di Yoshinobu li fece alzare di scatto dalle poltrone.
-Accidenti che tipo, ero sicuro di averlo sconfitto!- disse Seiya.
I quattro saints fecero scudo alla loro dea, mentre Yoshinobu era davanti a loro che ansimava.
-Non me ne vado... se prima non completo la mia missione!-
-Prima ti ho colpito in maniera lieve, ma ora non si ripeterà!-
Yoshinobu lanciò una numerosa serie di kunai e shuriken di energia, ma Seiya e gli altri riuscirono sbarazzarsene con i loro rispettivi colpi senza coinvolgere la stanza.
-È inutile che continui. Ti stai rendendo ridicolo!- disse Shun.
-Chiudete il becco!-
Creò uno shuriken enorme di energia, saltò e lo lanciò, ma grazie alla forza congiunta dei colpi di Seiya, Shiryu e Hyoga riuscirono a neutralizzarlo.
-Hai finito? Ora basta!- disse Shiryu.
Yoshinobu sorrise.
-Ho finalmente compiuto il mio dovere!-
-Di cosa parli? Siamo ancora qui vivi e vegeti! Stai vaneggiando!- disse Seiya.
-Guardate alle vostre spalle!-
Seiya e gli altri si girarono di scatto e videro Saori in ginocchio colpita al fianco da un kunai.
-Ma come...?-
-Eravate troppo impegnati a distruggere lo shuriken che non vi siete accorti del kunai velenoso che le ho lanciato!-
-M... maledetto! Pegasus Ryuseiken!-
Yoshinobu lo prese in pieno e stavolta morì sul serio. Saori cadde in terra e i suoi saints corsero in suo soccorso. La stesero sul suo letto e, dopo aver chiamato il medico della famiglia Kido, lo stesso che si era occupato di Seiya e gli altri quando erano in coma, riuscirono a estrarle il kunai dal fianco.
-Il kunai è stato imbevuto di un potente veleno sconosciuto. Grazie al fatto che la signorina è la reincarnazione di una dea, il veleno non sta agendo rapidamente, ma dobbiamo comunque trovare una cura prima che sia troppo tardi.-
-E qual è la cura dottore?-
-Purtroppo, io non lo so. Non mi è mai capitata una cosa del genere!- disse mortificato.
Shiryu rimase pensieroso.
-Forse il mio maestro lo sa!-
-Ottima idea Shiryu!-
-Mi metto subito in viaggio!-
-D'accordo. Io, Hyoga e Shun, invece, andremo a far visita a Jorgon e gliela faremo pagare!-
-Bene!-
-Uh, uh, uh, uh! Illusi! Voi non andrete da nessuna parte! Morirete qui insieme ad Atena per mano mia!-
-Cosa? Chi sei? Fatti vedere!-
Il misterioso guerriero atterrò davanti a loro.
-Chi diavolo sei?-
-Sono uno dei fedeli Shogun al servizio di Jorgon. Mi chiamo Oniji, il samurai del ghiaccio!-
-Sa... samurai del ghiaccio?-
Nota: La storia s'ispira ai fantasiosi incontri che m'immaginavo da piccolo tra i nostri amati saints (all'epoca conosciuti solo come cavalieri) e I 5 samurai dell'omonimo anime. I personaggi sono appunto semplicemente ispirati a loro.
Nota 2: Jorgon è ovviamente ispirato ad Arago.
Nota 3: L'aspetto del ninja Yoshinobu è ispirato a ben due ninja: il colore del vestito è lo stesso di Kiriji dal fumetto Daredevil, mentre la maschera e il corpo massiccio sono ispirati al ninja del videogioco Ninja Warriors.
Capitolo 2:
Il Samurai Del Ghiaccio
-Esattamente! Sono in grado di manipolare il ghiaccio come quel vostro amico biondo!-
Seiya e gli altri si girano verso Hyoga.
-Come fai a sapere che i miei colpi si basano sul ghiaccio? Ci hai spiati?-
Il samurai sorrise.
-Certo! Grazie ai poteri del signor Jorgon, io e i miei compagni abbiamo potuto osservarvi combattere. Abbiamo concluso che siete davvero deboli, se un ninja come Yoshinobu è riuscito a mettervi in seria difficoltà! E poi, con quelle corazze malandate, basterà un soffio di vento per farle a pezzi!-
Seiya e gli altri guardarono istintivamente i loro cloth pieni di crepe.
-Abbiamo affrontato nemici anche senza. Non ci sottovalutare troppo!-
Oniji cominciò a ridere. La sua armatura da samurai era di colore blu notte, indossava un sujibachi kabuto con una cresta come quelle sugli elmi dei gladiatori, i suoi occhi erano blu e impugnava una grande ascia piuttosto insolita perché il manico era lungo esattamente come quello delle lance.
-Siete davvero uno spasso. Coraggio, fatevi sotto!-
-Non qui, andiamo fuori!- disse Hyoga.
-D'accordo. C'è più spazio!- disse Oniji.
Quest'ultimo svanì magicamente e Hyoga corse verso l'uscita seguito dagli altri.
-Fermi, lo affronterò io, voi restate in casa!-
-Cosa? Perché?- puntualizzarono.
-Perché entrambi sappiamo usare il ghiaccio!-
-Ma...-
-Lasciate fare a me!-
Hyoga uscì e si ritrovò davanti Oniji che lo attendeva immobile come una statua. Nel frattempo, in una stanza buia del castello, Jorgon e quattro samurai, tutti e cinque avvolti nell'ombra, osservavano lo scontro su un enorme specchio ovale.
-Perché ha deciso di combattere solo contro quel saint dei ghiacci? È proprio uno sbruffone. Anzi, lo è sempre stato!-
-Può darsi, ma ha sempre avuto la meglio contro i saints di quel tipo. Il suo potere non ha eguali!- disse Jorgon.
-Preparati a morire, saint di Atena!-
Hyoga bruciò il suo cosmo.
-Diamond Dust!-
Il colpo centrò il samurai, ma non subì alcun danno.
-C... come?-
Oniji sorrise, fece roteare l'ascia sulla sua testa come un elica, saltò, la lama s'illuminò e da essa lanciò una lama di energia bianca. Hyoga la evitò semplicemente con un salto all'indietro.
-Tutto qui quello che sai fare?-
-Anche tu devi stare attento a non sottovalutarmi!-
Gli occhi di Hyoga finirono sul punto in cui la lama di energia era caduta. Sul terreno si era formato del ghiaccio.
-Capisco...- disse.
Il samurai roteò di nuovo l'ascia e gridò:
-Hyo Yaiba!-
Rilanciò l'onda, ma Hyoga, senza scomporsi, la neutralizzò con il Diamond Dust.
-Impegnati di più, amico!-
-D'accordo, se proprio insisti...-
Oniji smise di roteare l'ascia e, con uno scatto fulmineo, colpì Hyoga con una sberla che lo scaraventò a terra. Dopodiché tentò di colpirlo con la sua arma, ma il giovane prima la evitò rotolando e, dopo essersi alzato, riuscì ad afferrare il manico con entrambe le mani per disarmare il suo nemico. Oniji, però, sorrise.
-Idiota!-
Hyoga subì una potente scossa che lo scaraventò a terra.
-Ma come...?-
-Così impari a toccare la mia Hyo Ono! Devi sapere che le nostre armi sono state create dal sommo Jorgon solo e unicamente per noi. Non possono essere toccate da nessun'altro che non sia il suo legittimo proprietario!-
-Maledetto!-
-E ora ti trasformerò in un puntaspilli!-
Oniji sollevò l'ascia in cielo.
-Hyo Arashi!-
La lama s'illuminò di bianco e cominciarono a piovere dal cielo numerose lame affilate di ghiaccio. Hyoga riuscì a neutralizzarne la maggior parte con il Kholodny Smerch, ma qualcuna riuscì ad affondare nel suo corpo, nonostante la presenza del cloth. In particolare alle gambe.
-Dannato...-
-L'avevo detto che siete deboli! I vostri predecessori erano molto più forti!-
Hyoga si rialzò, afferrò le lame e se le tolse tutte senza mettere alcun fiato. Questo impressionò molto Oniji.
-L'allenamento del maestro Camus è servito a qualcosa!-
Dopodiché colpì con un pugno rapidissimo Oniji scaraventandolo a terra.
-Ma...-
-Ora la smetterai di dire che sono un debole!-
-Ma stai zitto!-
Tentò di fare un passo, ma qualcosa lo bloccava.
-Che cosa...? Cos'è questo anello di ghiaccio? Non riesco a muovermi. Inoltre, ne stanno apparendo altri due!-
Il saint del cigno bruciò il suo cosmo, ma Oniji iniziò a ridere.
-Sei uno che ha la risata facile!-
Con un gesto della mano, fece sparire gli anelli di ghiaccio.
-Colpo davvero banale!-
-Che mi dici di questo invece? Kholodny Smerch!-
Il samurai fu scaraventato in aria, ma nonostante ciò non subì alcun danno e ritornò con i piedi per terra come se nulla fosse.
-Hai forse dimenticato che anch'io ho il potere del ghiaccio?-
Hyoga strinse i denti.
-Un pochino!-
-Comunque mi avevi chiesto cosa penso del tuo colpo e posso assicurarti che ricorda molto il mio!-
-Anche tu hai un colpo simile?-
Oniji sorrise.
-Prima, però, ho una sorpresa per te!-
Puntò con l'indice della mano sinistra e disse sorridendo:
-Hyo Wa!-
Hyoga si ritrovò imprigionato nel suo stesso anello di ghiaccio.
-Cosa? Non è possibile! Sai usare anche il Koltso?-
-Prenditela con te stesso. Sei stato tu a insegnarmelo!-
-Non... non ci credo!-
-E adesso... Tsumetai Iki!-
Soffiò leggermente e Hyoga fu investito dallo stesso identico vortice gelido del suo colpo che lo sollevò in aria e cadde violentemente in terra prono.
-Hyoga! Dannazione!-
Seiya e Shun, che stavano semplicemente assistendo allo scontro, decisero finalmente di aiutarlo infischiandosene di quanto avesse detto.
-Fermi dove siete, voi!-
Oniji sollevò la sua ascia e una volta che l'estremità toccò il terreno, comparvero da sotto di esso dei grossi aculei di ghiaccio che costrinsero i due ad evitarli saltando di lato.
-F... Fermi! Lui è solo mio!- disse Hyoga a fatica rialzandosi.
-Ma...-
-Non discutere, Seiya!-
Oniji scosse la testa.
-Non so se ti sei rimbambito a causa del mio Tsumetai Iki o se eri già pazzo! In ogni caso, ora mi sono scocciato. Ti taglierò quella tua stupida testa!-
Roteò l'ascia, saltò e raggiunse Hyoga pronto a tagliargli la testa, ma la lama colpì qualcosa di duro davanti al saint.
-Che?-
Rimessi i piedi in terra e estratto l'ascia, guardò meglio.
-Un muro di ghiaccio? Sorprendente, ma poco efficace a mio avviso!-
Hyoga fece spallucce. Oniji roteò di nuovo la sua ascia e colpì il muro. Sembrava non aver avuto effetto, ma invece il muro crollò e si squagliò in un attimo.
-Hai guadagnato un breve istante di vita con questo giochetto da bambocci!-
-Koltso!-
Di nuovo, gli anelli di ghiaccio comparvero attorno al corpo di Oniji.
-Sei insistente?-
-Sì, non sai quanto! Kholodny Smerch!-
Il samurai fu di nuovo scaraventato in aria, ma ritornò con i piedi per terra.
-Ammetto che mi son divertito, ma comincio a stancarmi! -
Soffiò ancora e anche Hyoga fu di nuovo scaraventato in aria, ma questa volta, anche lui ricadde con i piedi per terra.
-Cosa?-
-È la regola del colpo che se è visto due volte da un saint non funziona!-
-No, non ci posso credere!-
Sbatté di nuovo l'estremità dell'ascia in terra e comparvero grossi aculei di ghiaccio dal terreno che, però, il saint del cigno evitò saltando e atterrò alle spalle di Oniji.
-Cosa?-
-Diamond Dust!-
Oniji fu scaraventato a terra, ma si rialzò subito.
-Maledetto saint!-
Hyoga corse rapidamente verso di lui e lo colpì prima con un paio di pugni sul viso, poi con un calcio rotante lo buttò di nuovo a terra. Questo, gli fece mancare la presa sull'ascia che cadde a terra poco lontano da lui.
-Preparati alla sconfitta!-
-Ma finiscila!-
Oniji soffiò leggermente e i piedi di Hyoga si ghiacciarono impedendogli di muoversi.
-Questo trucco non mi è nuovo!-
-Fai sarcasmo nonostante sei con un piede nella fossa? Non so se ridere o compatirti!- disse mentre recuperava la sua ascia.
-Anche se sono in queste condizioni, la vittoria è mia perché ho capito come sconfiggerti!-
-Davvero? E come?-
-Le vostre armature sono pari ai gold cloth, quindi ghiacciano solo allo zero assoluto!-
Oniji sussultò, ma riuscì a non farsi vedere.
-Tsk! Anche se fosse, non ci riuscirai mai perché ti decapiterò prima che tu possa fare qualcosa!-
Non fece in tempo a finire la frase, che Hyoga bruciò il suo cosmo e il ghiaccio sui suoi piedi si disintegrò liberandoli.
-I... Incredibile!-
-Maestro Camus, mi dia la forza!-
Sollevò le braccia al cielo mettendosi in posa, ma Oniji non restò certo a guardare e ne approfittò lanciandogli l'ascia contro. Però, invece di raggiungerlo, si ghiacciò all'istante e cadde a terra distruggendosi come se fosse di vetro.
-Cosa? Non è possibile, come hai fatto? Maledetto, io ti...-
-Aurora Execution!-
Il colpo fu lanciato e Oniji lo prese in pieno, la sua armatura andò completamente in pezzi e cadde a terra. Senza più l'elmo, si scoprì che era completamente calvo.
-Non... non ci posso... credere... sono stato... sconfitto da... un pollo...- disse prima di morire.
-Sono un cigno, non un pollo!-
Assistendo alla scena, Jorgon e i suoi uomini scossero la testa all'unisono.
-Aveva preso troppo sotto gamba il suo avversario. È per questo che è morto così miseramente!- disse Jorgon, mente gli Shogun annuirono.
Hyoga sospirò raggiunse Seiya e Shun e si diressero insieme verso la villa di Saori. Appena arrivarono davanti al portone, però, Seiya si arrestò.
-Non voglio stare con le mani in mano! Vado a Tokio a prendere a calci quel maledetto Jorgon e i suoi Shogun!-
-Non essere precipitoso. Poi, vuoi andarci con il cloth ridotto così? Dovremmo prima chiedere a Mu di ripararli!- disse saggiamente Hyoga.
-No, ci vuole troppo tempo. I nostri nemici non staranno di certo ad aspettare. Combatterò anche nudo se è necessario!-
-Temerario, ma preferirei che mi ascoltassi!-
Il giovane saint di pegaso sorrise all'amico e volò via come una cometa.
-Dannazione. È proprio testardo come un mulo. Altro che pegaso!-
A un tratto, Hyoga si sentì mancare e svenne. Shun lo afferrò prima che cadde a terra. Con l'aiuto dei domestici lo portarono nella stanza degli ospiti e, non appena lo misero sul letto, il cloth si staccò da solo dal suo corpo per ricomporsi in totem accanto al letto, dopodiché Shun tornò da Saori e Shiryu.
-Tutto bene Shun?-
-Sì, Hyoga ha sconfitto il samurai, ma la battaglia è stata così estenuante che è svenuto. Ora sta riposando nella sala degli ospiti. -
-Capisco!-
In quel preciso istante, Saori riaprì gli occhi.
-Signorina Saori, Atena, come si sente?- chiesero i due.
-C... ciao!- rispose a fatica.
-Dove sono Hyoga e Seiya?-
Shun le raccontò tutto e quando le disse dov'era Seiya, la ragazza sussultò.
-Cosa? È andato a Tokio? Perché non lo avete fermato?-
-Hyoga ci ha provato, ma...-
-Maledizione! È proprio uno stupido!-
La ragazza tossì un po',mentre Shiryu e Shun si guardarono preoccupati.
Nota 4: Le armature dei guerrieri di Jorgon sono proprio come quelle dei samurai giapponesi che sono chiamate Yoroi.
Nota 5: Hyo Ono (traduzione by Google Translator, eh!) significa Ascia Di Ghiaccio.
Nota 6: Hyo Yaiba significa Lama Di Ghiaccio.
Nota7: Hyo Arashi significa Tempesta Di Ghiaccio.
Nota8: Hyo Wa, come è facile intuire, significa Anello Di Ghiaccio.
Nota 9: Tsumetai Iki significa Respiro Freddo.
Capitolo 3:
L'Acqua Della Vita
-Come mai questa preoccupazione? Stiamo parlando pur sempre di Seiya!- disse Shiryu.
-Tokio... Tokio è avvolta da una nebbia tossica estremamente mortale. Solo io posso eliminarla grazie al mio cosmo divino!-
-Che cosa? Allora Seiya è...- dissero Shiryu e Shun senza finire la frase.
-S... sì...-
-Dannazione! Se mi sbrigo riesco a raggiungerlo e a fermarlo.-
-A... aspetta, Shiryu!-
-Cosa c'è?-
-Non potete sperare di poter sconfiggere gli Shogun con i cloth ridotti in quello stato...-
-Lo so, infatti dobbiamo andare da Mu per farli riparare!-
-Ho io... la soluzione!-
-In che senso?-
-Portatemi anche il cloth di Hyoga e capirete!-
Shun andò a prenderlo e tornò subito dopo. Saori iniziò a bruciare il suo cosmo divino.
-Ma cosa fa signorina? Non si sforzi!- disse Tatsumi insieme a Shiryu e Shun.
La ragazza non disse nulla e si procurò con la mano sinistra un piccolo taglio al polso destro.
-Ma che... che diavolo fa?-
Shun e Shiryu, invece, capirono. Saori si toccò la ferita e lanciò alcune gocce di sangue sui cloth dei suoi saints. Questi iniziarono a brillare e magicamente cambiarono completamente forma.
-I... i cloth... sono rinati grazie al suo sangue... Atena!-
La ragazza sorrise, mentre Tatsumi si affrettò a tamponarle il taglio per evitare il peggio.
-Shiryu... riportami Seiya qui. A qualsiasi costo!-
-Sarà fatto!-
Il ragazzo uscì di corsa e volò via. Seiya, nel frattempo, era appena arrivato a destinazione e atterrò. Si guardò attorno, ma a causa della nebbia rossa non vedeva assolutamente nulla. Passarono pochissimi secondi, quando all'improvviso cominciò a tossire in maniera convulsa, cominciò a mancargli il respiro e s'inginocchiò. Cercò, con grande sforzo, di rialzarsi per riprendere il volo e allontanarsi, ma non ci riuscì e cadde a terra. In quel momento giunse Shiryu sottoforma di cometa che lo afferrò e si allontanò il più possibile dalla capitale. Tornati alla villa, il saint adagiò con cura l'amico su un divano.
-Svegliati, Seiya. Non farmi lo scherzo di morire! Non te lo perdonerò mai!-
Il saint aprì lentamente gli occhi e quando mise a fuoco, rimase stupito.
-S... Shiryu! Il tuo cloth... è diverso. Mu lo ha riparato?-
Shiryu sorrise.
-Non è stato Mu a farlo. È stata Saori, Atena, a farli rinascere con il suo sangue divino!-
Seiya si alzò a fatica e inarcò un sopracciglio.
-Il sa... il sangue divino di Atena? Non... non ci posso credere!-
-È così, amico mio!-
Tatsumi giunse poco dopo con in mano il panno con cui aveva inizialmente tamponato la ferita.
-La signorina mi ha detto di strofinare il suo sangue sul tuo cloth.-
-E la sua ferita?-
-Tranquillo, ci ho messo una garza!-
Seiya quindi si alzò e a Tatsumi bastò poggiare il panno insanguinato sul coprispalla. Il cloth iniziò a brillare e anche lui rinacque a nuova vita.
-È... è davvero incredibile! Signorina Saori...- disse commosso volgendo lo sguardo sulla scalinata che portava alla sua stanza.
-Bene! Ora vado dal maestro per chiedergli se conosce una cura al veleno!-
-D'accordo! Io e Shun continueremo a proteggere Atena!-
Shiryu annuì, uscì e volò verso Goro-Ho. La sua partenza incuriosì Jorgon che spedì quattro ninja a spiarlo.
-Se mi è concesso, signor Jorgon, vorrei affrontare il saint del dragone!- disse uno Shogun.
-Perché tu? Ci vado io!- disse un altro.
-Fate silenzio. Siete Shogun, non bambini! Ishimaru è stato il primo a chiederlo, quindi andrà lui!-
Lo Shogun chiamato Ishimaru sorrise al suo collega.
-Mi spiace per te, sarà per la prossima volta!-
-Tsk!- disse mettendosi a braccia conserte.
Nel frattempo, arrivato a destinazione, Shiryu fu accolto calorosamente da Shunrei che corse verso di lui a braccia aperte e lo abbracciò.
-Ciao, Shiryu! Sono davvero felice che sei tornato. Eri scappato così all'improvviso...-
-Scusami, ma Atena era in pericolo e...-
La ragazza si mise a braccia conserte con aria arrabbiata.
-Quella ragazza mi ha stancata. Quand'è che si decide a combattere da sola invece di mettersi sempre nei guai e a far fare a voi tutto il lavoro?-
-Non dire così!- le disse accarezzandole il viso e i capelli con dolcezza.
La ragazza lo abbracciò e anche lui fece altrettanto.
-Ora, perdonami, ma è un'emergenza. Devo parlare con il maestro!-
-D'accordo...-
Shiryu le sorrise e la sorprese dandole un passionale bacio. Questo la lasciò per un attimo immobile, poi sorrise.
-Shiryu!-
Il ragazzo ricambiò il sorriso, dopodiché corse dal maestro. Non appena l'anziano gold saint lo vide con il nuovo cloth addosso, capì subito tutto.
-Atena ha usato il suo sangue divino!-
-Già, maestro, ma non sono qui per questo! Lei sa che Jorgon è tornato, immagino!
Doko annuì.
-Purtroppo, uno dei guerrieri ninja di Jorgon ha colpito Atena con un kunai avvelenato e pare non esista un antidoto. Lei per caso conosce un modo per salvarla?-
Doko iniziò a pensare.
-Alcuni kunai sono imbevuti di un veleno potentissimo appartenente a un serpente esistito nel periodo Sengoku e oramai estinto. Ecco perché non esiste alcun antidoto.-
-Quindi significa...-
-Non ho finito. Una cura, in verità c'è!-
Shiryu tirò un sospiro di sollievo.
-Mi dica!-
-Conosci il monte Jandana?-
-Certo! Si trova nel Jamir. Mi pare di averlo intravisto quando andai a trovare Mu la prima volta!-
-Ecco. In cima a quel monte, all'interno di una caverna, troverai ciò che ti serve: sto parlando dell'acqua della vita. Tale magico liquido è in grado di guarire ogni genere di malattia o ferita grave e anche da qualsiasi veleno!-
-Ma è meraviglioso!-
Doko sorrise.
-Molto bene. La ringrazio molto. Parto subito!-
-Buona fortuna, figliolo!-
Shiryu fece un inchino, andò a prendere una borraccia e volò via. Arrivato a destinazione, però, non atterrò direttamente in cima al monte, ma a pochi passi da esso.
-Per quale motivo non sono atterrato sulla cima?-
Fissò la montagna e cominciò ad avvertire una grande energia che lo avvolgeva.
-Mmmh... capisco. Sei una montagna magica o qualcosa del genere! Capito... diamoci da fare con l'alpinismo!-
Iniziò a saltare su varie rocce che sembravano enormi scalini, dopodiché si trovò davanti a uno stretto ponte roccioso. Cominciò a camminarci sopra come se fosse un funambulo, quando a un tratto, iniziò a crollare alle sue spalle costringendolo a una folle corsa che si concluse con un salto dall'altra parte.
-Che roba!- disse riprendendo fiato.
A un tratto, vide un grosso masso rotolare velocemente verso di lui. Senza scomporsi, bruciò il suo cosmo e gridò:
-Rozan Shoryuha!-
Il masso fu disintegrato e il ragazzo poté iniziare a scalare. Dopo molto tempo, raggiunse finalmente la cima e si ritrovò davanti una caverna.
-Eccola. Deve essere questa la caverna che mi ha detto il maestro!-
Entrò e camminò per un tempo infinito. Sembrava non finire mai. Dopodiché, si ritrovò davanti una parete rocciosa e nulla più.
-D... dov'è la fonte dell'acqua della vita? Qui non c'è nulla!-
Cominciò a tastare la parete nella speranza di trovare tipo un pulsante che attivasse un passaggio segreto o qualcosa del genere, ma non trovò assolutamente nulla.
-No, non è possibile. Non puoi farmi questo!-
Cominciò a prenderla a pugni, ma la parete sembrava non subire neanche la piccola scalfittura. A quel punto, Shiryu bruciò il suo cosmo e lanciò il suo colpo, ma la parete rimase intatta e senza neanche il più piccolo graffio.
-A... assurdo! Com'è possibile una cosa simile?-
Provò anche a tagliarla con l'Excalibur, ma anche quella si rivelò del tutto inutile.
-Non ci credo. Non voglio crederci!-
S'inginocchiò con aria afflitta e cominciando a nutrire seri dubbi sul suo maestro. Proprio questi pensieri, lo riportarono alla ragione e si rialzò.
-No, il maestro non può avermi mentito. Sicuramente, l'acqua della vita si trova al di là di questa parete. Ne sono sicuro. Altrimenti non mi avrebbe mandato qui inutilmente!-
Usò pugni, calci e, più di una volta, Excalibur e il Rozan Shoryuha, ma la parete sembrava proprio non volerne sapere di distruggersi. Shiryu, stanco, si stese supino sul terreno roccioso.
-Come faccio? Se non mi sbrigo, Saori... Atena morirà!-
A un tratto, vide che il soffitto aveva qualcosa di strano. Sembrava ci fosse dell'acqua che fluttuava sulla sua testa. Prese una roccia abbastanza grande, ci salì sopra e allungò una mano. Con le dita sentì chiaramente che quella era acqua.
-Incredibile...-
Compì un salto, superò il soffitto liquido, si ritrovò in un'altra caverna e davanti a lui c'era una fontana di pietra, a forma d'arco, dove scorreva un'acqua dai colori come quelli dell'arcobaleno.
-Finalmente l'ho trovata, l'acqua della vita!-
Afferrò la borraccia che aveva al suo fianco, si avvicinò alla fontana e la riempì d'acqua. Dopodiché tornò davanti alla pozza dal quale era uscito, ci si buttò e ritornò con i piedi per terra nella caverna con la parete indistruttibile. Una volta fuori, e tornato al punto di partenza, poté finalmente prepararsi a spiccare il volo, ma quattro nuvole di fumo lo arrestarono e si ritrovò davanti quattro ninja.
-Siete vestiti di blu? Dannazione, siete kunoichi quindi!-
-Ah, ah, ah, ah! Voi saints siete davvero patetici. Vi fate prendere dalla compassione ogni volta che dovete combattere contro una donna!- disse una voce.
-Chi diavolo sei? Fatti vedere!-
Un'altra nuvola di fumo e lo Shogun misterioso comparve alle spalle delle kunoichi.
-Lieto di conoscerti! Il mio nome è Ishimaru, il samurai dell'ombra!-
-Penso tu conosca già il mio nome, ma lo ripeto: io sono Shiryu di dragon!-
Ishimaru, i cui occhi erano arancioni, sorrise. La sua yoroi era grigia e il suo kabuto era di tipo koboshibachi completamente privo di maedate, le decorazioni al centro della fronte.
-Maledetti... levatevi di torno!-
-Oh, sono desolato, ma non posso. Tu morirai qui! Attaccatelo!-
Le kunoichi iniziarono ad attaccarlo con calci e lui subì senza reagire. Non se la sentiva di attaccarle dato che erano delle donne.
-Voi saints mi date il voltastomaco!-
-Non siamo senza cuore come voi!-
-Mi fai pena!- disse Ishimaru scuotendo la testa.
Una delle kunoichi diede a Shiryu un calcio tanto forte sul mento che lo sollevò da terra e ricadde pesantemente in posizione prona.
-Non giocate troppo. Fatelo fuori in fretta!-
-Sissignore!-
Sguainarono in sincrono le loro spade e si misero in posizione d'attacco. Shiryu si rialzò a fatica, mentre le kunoichi correvano verso di lui.
-Mi... mi dispiace...-
Bruciò il suo cosmo, chiuse gli occhi e gridò:
-Rozan Shoryuha!-
Le kunoichi furono scaraventate in aria, le loro corazze si disintegrarono, rivelando che due di loro avevano i capelli lunghi biondi, una li aveva a caschetto blu e l'ultima li aveva corti e di colore verde chiaro. Shiryu abbassò il pugno tremando di rabbia e dispiacere. Ishimaru rise molto per questo.
-Davvero divertente!-
-Maledetto! Non hai un briciolo di pietà. Erano solo delle ragazze!-
-Ragazze nate per servire Jorgon. Fanno parte del suo esercito ormai. Devi mettertelo in testa! Comunque, non credere che sia finita qui. Ora sono io il tuo avversario!-
-D'accordo...-
E si mise in posizione d'attacco.
-Sei pronto alla sconfitta, moccioso?-
-Preparati a conoscere la forza del dragone!-
-Non vedo l'ora!-
Shiryu bruciò il suo cosmo e la figura del dragone comparve alle sue spalle.
-Rozan Ryuhisho!-
Shiryu si gettò contro il suo avversario, mentre quest'ultimo sorrise. Non appena lo raggiunse, gli passò attraverso lasciandolo a bocca aperta.
-Ma... ma come...?-
-Riprova!-
Shiryu non si fece pregare, lo fece di nuovo, ma il risultato fu lo stesso. Passò attraverso il corpo di Ishimaru come se fosse un fantasma.
-Come è possibile una cosa del genere?-
-Hai già dimenticato qual è il mio potere? Sono il samurai dell'ombra!-
Finalmente, Shiryu realizzò.
-Ma... maledizione!-
Ishimaru sguainò l'arma che aveva al fianco sinistro, la Kodachi, la alzò al cielo e la lama brillò.
-Che cosa hai fatto?- gli chiese Shiryu inarcando un sopracciglio.
-Guarda alle tue spalle!-
-Credi che io caschi in un trucchetto stupido come questo?-
-Peggio per te!-
Il saint stava per bruciare il suo cosmo, quando una mano si posò sulla spalla destra costringendolo a voltarsi. Quello che vide lo lasciò senza parole.
-La... la mia ombra?-
La sua ombra era davanti a sé.
-È... è incredibile!-
Ishimaru sorrise.
-Durante gli allenamenti per diventare saint, ti hanno mai fatto lottare contro la tua ombra?-
-Sì, ovvio, ma...-
-Prima era semplice perché era una cosa inerme e inanimata! Vediamo come te la cavi ora! Attaccalo, ombra!-
L'ombra eseguì e colpì l'incredulo Shiryu con un pugno sul viso facendolo barcollare.
-Assurdo... -
Provò a colpirla, ma ogni pugno o calcio le passava attraverso. Invece, ogni colpo di lei andava a segno e si facevano molto sentire.
-Che roba. Mi sembra di essere in quell'episodio di Pippo in cui fa il pugile e la sua ombra si anima!-
L'ombra del saint continuò a colpirlo con pugni finché non concluse con un violento montante, molto simile a quello dello Rozan Shoryuha, che lo scaraventò in aria e ricadde in terra violentemente in posizione prona.
-Sei... sei un vigliacco, Ishimaru!-
Il samurai fece spallucce.
-Non mi fa né caldo né freddo essere chiamato vigliacco. Siamo in guerra e tutto è lecito!-
Shiryu si rialzò e guardò la sua ombra. Quest'ultima, magicamente, scomparve per tornare dal suo proprietario.
-Ma che...?-
Mi sono divertito a guardarti prendere le botte dalla tua ombra, ma ora basta giocare!-
-Bene! Fatti sotto!-
Sguainò di nuovo la Kodachi e la lama s'illuminò. Il suo corpo si trasformò in ombra, dopodiché, compì un salto e si unì a quella del bronze saint. Shiryu non fece in tempo a dire o fare niente che abbassò la testa e rimase fermo per qualche secondo. Poi sorrise malignamente, rialzò la testa di scatto e volò via. Arrivato a villa Kido, atterrò a pochi passi dagli scalini che raggiungevano il portone. Seiya e Shun gli andarono incontro. Quest'ultimo, però, si fermò prima di mettere il piede fuori dalla villa, perché le sue catene si muovevano in modo strano.
"C'è un pericolo? Ma dove?" pensò.
Cercò di avvertire Seiya, ma non fece in tempo. Ormai lui era già andato da Shiryu e gli stava chiedendo come era andata la missione.
-Alla grande, come puoi ben vedere!- disse mostrandogli la borraccia piena di acqua della vita.
-Bene, allora andiamo a darla a Saori, presto!-
Il ragazzo sorrise, ma era un sorriso strano, malvagio. Stappò la borraccia e cominciò a versare l'acqua miracolosa in terra.
-Ma... ma che fai sei impazzito?-
Shiryu cominciò a ridere malignamente.
-Quello non è Shiryu!- gridò Shun.
-E allora chi sarebbe?-
Le catene di Shun continuavano ad agitarsi come impazzite e allora il ragazzo gridò:
-Trova il nemico, mia fedele catena. Vai!-
La catena con il triangolo si alzò leggermente in aria per poi ricadere sull'ombra di Shiryu che emise un lamento. Seiya rimase perplesso da questo fatto, ma nel frattempo, era riuscito a prendere la boraccia e salvarne il contenuto, anche se, rispetto a prima, era molto diminuito.
-Vieni fuori, maledetto Shogun!- disse Shun.
-Se proprio insisti!-
Un'ombra comparve alle spalle di Shiryu e prese la forma di Ishimaru, mentre il saint del dragone cadde in ginocchio.
Nota 10: Come è facilmente intuibile dal titolo, mi sono chiaramente ispirato all'episodio 35 dell'anime. Di per se, l'ho sempre trovata una puntata abbastanza inutile, anche se l'idea non era comunque malvagia.
Nota 11: Il modo in cui Shiryu scova il luogo dove si trova l'acqua della vita è ispirato al quarto film de I Pirati Dei Caraibi: Oltre I Confini Del Mare.
Nota 12: La Kodachi, era una spada giapponese troppo corta per essere considerata come una spada lunga, ma troppo lunga per essere un pugnale.
Capitolo 4:
Battaglia Con Le Ombre
-Non credevo di essere scoperto! Le tue catene sono davvero incredibili, moccioso!-
-Grazie, molto gentile!-
-Maledetto Shogun! Ti farò pentire di quello che hai fatto!-
-Fatti sotto, cavallo alato!-
-N... No!- disse Shiryu a fatica rialzandosi.
-Shiryu, ma...-
-Lui lo sconfiggerò io! Voi portate l'acqua ad Atena!-
-D'accordo!-
-Spiacente, ma non potete! Dovrete prima combattere!-
-Con te o contro i vostri stupidi ninja?-
Ishimaru sorrise.
-No, non loro!-
Riutilizzò la Kodachi e anche le ombre di Shun e Seiya presero vita.
-I... Incredibile! Siamo finiti in un cartone animato di Pippo?-
-No, siamo Peter Pan!- disse Shun.
-Attaccateli!-
Seiya chiuse la borraccia, se la mise al fianco e insieme a Shun cominciarono a combattere contro le loro stesse ombre. Seiya provò a colpirla con il Ryuseiken, ma questo le passò attraverso. A quel punto, anche lei lanciò una "versione ombra" del colpo che prese in pieno Seiya e lo scaraventò a terra.
-Non... non ci credo! Sono stato colpito da un Kage Ryuseiken!-
Anche Shun era in difficoltà. Nonostante usasse il Rolling Defence, l'ombra della sua catena riusciva a penetrarlo e a colpirlo in pieno buttandolo a terra. Shiryu, guardando quell'ignobile spettacolo, digrignò i denti.
-Sei il peggior guerriero che esista, Ishimaru!-
-Grazie, ne vado fiero!-
-Maledetto! Rozan Shoryuha!-
Il colpo gli passò di nuovo attraverso.
-Dannato!-
-Non potrai mai sconfiggere un'ombra!-
-Tu non sei un'ombra. Sei un uomo in carne e ossa!-
-Può darsi!-
-Quel maledetto utilizza un potere identico al Chameleon Camouflage di June!- disse Shun mentre parava con le mani i pugni della sua ombra per poi riutilizzare la Rolling Defence.
-E come possiamo batterlo?-
Shun non poté rispondere, perché la sua ombra riuscì a penetrare di nuovo nella difesa semplicemente passandogli attraverso come un fantasma, lo afferrò per il collo, facendoli annullare la rotazione delle catene, lo sollevò e lo scaraventò a terra con violenza. Dopodiché, cominciò a prenderlo a pedate sul petto. Nel frattempo, Ishimaru sorrise.
-Ora ti mostrerò qualcosa di davvero divertente!-
-Non sarà nulla di buono sicuramente!-
Il corpo di Ishimaru cominciò a diventare prima trasparente per poi scomparire del tutto.
-Che cosa?-
-Ora vediamo come te la cavi con un nemico invisibile!-
Shiryu fu colpito da un calcio allo stomaco, poi un pugno sul viso, poi un altro calcio e infine fu buttato a terra da un braccio teso.
-Questa battaglia è assurda!-
-Hai ragione, forse è meglio chiuderla qua!-
Ishimaru bruciò il suo cosmo e nel farlo, per un istante, era tornato visibile, ma fu davvero un attimo e rapidissimo.
-Addio, drago!-
-Rozan Shoryuha!-
Shiryu aveva lanciato il colpo seguendo la voce, ma non lo colpì comunque.
-Dannazione! Che tu sia maledetto!-
Il samurai lo afferrò per l'addome, fu sollevato all'indietro e la sua testa colpì violentemente il prato.
-Ora ti mostrerò il mio colpo segreto! Ti piacerà!-
-Non ci tengo!-
Reagì con pugno, ma era a vuoto. Ishimaru sorrise e disse:
-Kage Ora!-
Una sfera di energia nera comparve dal nulla e si diresse ad alta velocità verso Shiryu. Tempestivamente, si parò con lo scudo, ma l'onda lo buttò comunque a terra. Quando si rialzò, il suo scudo era ancora intatto e questo lo fece sorridere.
"Che fortuna!"
-La tua fortuna non durerà per sempre!-
Shiryu sorrise di nuovo e chiuse gli occhi.
-Che stai facendo? Dormi in piedi?-
Shiryu non gli rispose. Era pienamente concentrato. Intorno non c'era più nulla, ma solo un grande spazio nero. Continuò a concentrarsi e, grazie ai così detti "occhi della mente", come gli aveva insegnato il suo maestro, vide due sfere in lontananza. Una era rossa e l'altra rosa.
"Quelli sono sicuramente Seiya e Shun!"
Continuò a concentrarsi e finalmente vide avvicinarsi a sé una sfera grigia come il fumo. Si mise in posizione, ma la sfera gli andò alle spalle. Questo, però, non lo scompose, e istintivamente diede una gomitata. Quando sentì che aveva colpito lo stomaco di Ishimaru sorrise, mentre il samurai soffriva.
-Co... come diavolo hai fatto?-
-Grazie agli occhi della mente!-
-M... Maledetto! Comunque, non mi hai ancora sconfitto e non puoi ancora vedermi!-
-Rozan Shoryuha!-
Il colpo andò a segno, Ishimaru fu scaraventato in aria e ricadde violentemente in terra supino.
-Parli troppo! Se stavi zitto, forse...-
-Dannato saint!-
Ishimaru bruciò il suo cosmo e, di nuovo, il suo corpo tornò visibile per un rapidissimo istante. Sufficiente per far capire a Shiryu dove colpire. Bruciò rapidamente il suo cosmo, il dragone comparve alle sue spalle e gridò:
-Rozan Ryuhisho!-
Si gettò contro il suo avversario prendendolo in pieno, dopodiché afferrò il manico della Kodachi. Aveva, però, dimenticato cosa succede a prendere le armi degli Shogun e anche lui fu colpito da una forte scossa elettrica.
-Ah, ah, ah, ah! Stupido moccioso!-
Nonostante ciò, a denti stretti, riuscì a toglierla dal fodero, la lanciò in aria e la distrusse con il Rozan Shoryuha. Fatto questo, il corpo di Ishimaru tornò ad essere di nuovo visibile e le ombre di Seiya e Shun tornarono al loro posto.
-Uff, finalmente! Non ce la facevo più!- disse Seiya sollevato.
Ishimaru guardò la sua amata arma ormai in pezzi.
-Hai... hai distrutto la mia Kage Kodachi! I miei più sinceri complimenti. Non ti facevo così temerario!-
Shiryu sorrise e cadde in ginocchio per la fatica.
-Tuttavia, ormai è chiaro chi vincerà questo scontro!-
-Non credo proprio!-
-Cosa?-
-Senza la tua Kage Kodachi il tuo corpo può essere finalmente colpito. Sarò io a vincere!-
Ishimaru sorrise, il suo corpo s'illuminò di nero e una sfera dello stesso colore comparve sulla sua mano destra.
-Kage Ora!-
Lanciò il colpo, ma Shiryu la scansò colpendola con lo scudo.
-Oh, caspita!-
Un altro Rozan Ryuhisho e Ishimaru fu colpito da una violenta ginocchiata allo stomaco che lo fece indietreggiare. Shiryu era pronto per dargli un calcio rotante, ma fu lo Shogun a colpirlo per primo in quel modo e stenderlo a terra.
-Distruggerò quel tuo dannato scudo e poi ti toglierò la vita!-
Shiryu si rialzò, ma Ishimaru gli diede un forte montante, fu sollevato in aria e cadde a terra. All'improvviso, il koboshibachi kabuto dello Shogun si spaccò in due, cadendo a terra, mostrando i suoi capelli corti, scompigliati e di color celeste polvere.
-Co... come diavolo hai fatto?-
-Prima che tu mi colpissi con il montante, io ho utilizzato l'Excalibur!-
-Sai utilizzare un colpo del genere? Credevo che solo il gold saint del capricorno ne fosse capace! Sono davvero sorpreso!-
Shiryu sorrise orgoglioso e guardò il suo braccio destro.
-Grazie Shura!- sussurrò.
-Però hai sbagliato mira! Hai tagliato solo il mio kabuto!-
-L'ho fatto apposta. Non volevo che finissi come Krishna di Crisaore! -
-Beh! Hai fatto male! Molto male!-
Ishimaru lo colpì con un calcio rotante, ma Shiryu lo parò con lo scudo. Dopodiché bruciò il suo cosmo.
-Rozan Shoryuha!-
Ishimaru lo prese in pieno, fu scaraventato in aria, la sua yoroi andò in pezzi e ricadde a terra pesantemente. Nonostante questo, però, si rialzò.
-Sei... sei resistente!-
Ishimaru gli sorrise e cadde in avanti. Shiryu abbassò la testa e s'inginocchiò per la fatica. Seiya e Shun corsero verso di lui, ma lui li fermò.
-Non pensate a me. Portate l'acqua della vita a Saori piuttosto!-
Seiya si arrestò, annuì e si avviò verso la villa, mentre Shiryu svenne. A un tratto, le catene di Shun, però, cominciarono ad agitarsi.
-Un altro nemico in arrivo!-
Seiya, però, non lo sentì, aveva appena messo un piede sul primo scalino, quando dei raggi bianchi lo colpirono alle spalle buttandolo a terra.
-Che... che diavolo...?- si chiese.
A un tratto, qualcuno applaudì. Seiya si rialzò e insieme agli altri si voltarono verso di lui. Era un'altro Shogun che si stava lentamente avvicinando con il sorriso sulle labbra e applaudendo.
Nota 13: Chameleon Camouflage è una tecnica, creata da me, di June nella fanfiction Saint Seiya Chapter 0.
Nota 14: Kage Ora significa Aura Ombra.
Capitolo 5:
王獣 (Ou Kemono)
Il nuovo Shogun aveva occhi blu, indossava una yoroi di colore blu carta da zucchero. Il kabuto era di tipo Kawari al cui centro campeggiavano due maedate dorati a forma di ideogrammi: 王獣 Ou Kemono, ovvero, "Re Bestia". Un'altra particolarità era che dalle sue nocche spuntavano tre lunghi artigli, un po' come le zanne dell'Idra del cloth di Ichi, ma più dritti e non adunchi.
-Davvero impressionante, ragazzini!-
-Chi diavolo sei... "re bestia"?- gli chiese Shun.
Il guerriero sorrise e si toccò gli ideogrammi dorati.
-Sono il samurai delle bestie, ma potete appunto chiamarmi anche Re Bestia se volete!-
-Ti chiami solo così o hai anche un nome?- chiese Shiryu.
Il samurai lo guardò.
-Volevo tanto combattere con te, ma così malconcio non sarà divertente. Se Ishimaru non avesse aperto bocca sarei stato io a ucciderti. E stai sicuro che avrei portato a termine la missione!-
-Sono davvero dispiaciuto!-
-Comunque, il mio nome è Naofumi!-
-Basta chiacchiere. Sarò io a combattere con te!- disse Seiya.
-Ti ho fatto male?-
-Non è quello. Mi hai colpito alle spalle. Sei un vigliacco!-
Naofumi non si scompose e si mise in posizione d'attacco.
-Invece di sbraitare, fatti sotto moccioso!-
-Come desideri!-
Bruciò il suo cosmo e la figura di Pegaso comparve alle sue spalle.
-Pegasus Ryuseiken!-
Naofumi, senza scomporsi, lanciò dei raggi bianchi dai suoi artigli che si scontrarono con il Ryuseiken annullandolo.
-Cosa?-
-Che colpo banale. Questo è degno di essere chiamato tale!-
Il Re Bestia bruciò il suo cosmo bianco, alle sue spalle comparve la figura di una tigre e gridò:
-Tora Shiroi Tsume!-
Lanciò di nuovo i raggi bianchi dagli artigli e centrarono il bersaglio. Il cloth di Seiya non subì alcun danno, ma le parti scoperte erano piene di graffi.
-Dannazione! Ora capisco perché sei il Samurai Delle Bestie! I tuoi colpi riproducono gli attacchi degli animali!-
-Ottimo intuito! Okami Kiba!-
Dal pugno lanciò un onda di energia che assunse la forma di un lupo azzurro con gli occhi bianchi che lo azzannò alla parte scoperta del braccio.
-Accidenti! Questo è...- disse Shun.
Corse verso l'amico e quando lo raggiunse gli disse:
-Lascialo a me. Ho già avuto a che fare con un nemico simile. Era un generale dei mari di Poseidon: si chiamava Io Di Scilla!-
Naofumi rise.
-Non fare inutili paragoni. I miei poteri sono superiori a chiunque!-
-Questo è tutto da vedere!-
Seiya afferrò il braccio del saint di Andromeda.
-Che cosa...?-
-Lascialo a me. Non preoccuparti!-
-Ma...-
Seiya e Shun si guardarono per un attimo dopodiché, il ragazzo si allontanò.
-Continuiamo Naofumi!-
-D'accordo. Ho altre bestie da mostrarti! Vediamo quanto resisterai!-
-Mi sembra un discorso già sentito...-
Naofumi bruciò di nuovo il suo cosmo e stavolta, alle sue spalle, comparve la figura di un leone.
-Shishi Todoroki!-
Quando lanciò il colpo, un'onda energetica arancione dalla forma di testa di leone, si avvertì chiaramente il ruggito dell'animale. Seiya cercò di distruggerlo con il Ryuseiken, ma gli passò attraverso e non poté far altro che prenderlo in pieno ritrovandosi a terra supino.
-Maledetto!- disse rialzandosi a fatica.
Naofumi a quel punto, con uno scatto fulmineo, affondò i suoi artigli del pugno destro, nonostante il cloth, nel petto del suo avversario. Fortunatamente, riuscirono appena a sfiorargli il cuore.
-Fortunato!-
Seiya cercò di colpirlo, ma lo Shogun estrasse velocemente gli artigli e lo colpì con un calcio rotante buttandolo di nuovo a terra. Tentò di colpirlo di nuovo con gli artigli, ma il bronze saint lo evitò rotolando.
-È inutile che scappi!-
-Pegasus Ryuseiken!-
-Ancora?-
Di nuovo, Naofumi utilizzò il Tora Shiroi Tsume.
-Non sai fare di meglio?-
-Sta a guardare!-
Seiya corse verso di lui.
-Che diavolo fai? Sei impazzito?-
Seiya, una volta raggiunto, saltò, gli atterrò alle spalle, lo afferrò, saltò di nuovo e gridò:
-Pegasus Rolling Crash!-
Il samurai, però, sorrise e dalla sua yoroi spuntarono fuori delle cose simili a tentacoli che si avvinghiarono all'addome e le gambe di Seiya.
-Ma che...?-
-Kurage Shokushu!-
Seiya fu colpito da una forte scossa elettrica che lo fece urlare come un pazzo e lo costrinse a mollare la presa. Quando cadde a terra era ancora stordito.
-Pe... perfino i tentacoli della medusa!-
-Certo! Altrimenti che Re Bestia sarei?-
-M... maledetto!-
Si rialzò, ma si sentì mancare e s'inginocchiò. Naofumi rise.
-Anche se li ho usati con poca forza nel voltaggio, vedo che l'effetto si fa sentire comunque!-
Seiya, con fatica, si rimise in piedi e bruciò il suo cosmo.
-Sei un tipo tenace. Mi piace!-
-Pegasus Suiseiken!-
-Cosa?-
La cometa lo colse di sorpresa e la prese in pieno scaraventandolo a terra. Nonostante ciò, però, non riportò alcun danno.
-A causa del mio colpo, ti sei molto indebolito. Mi spiace per te!-
-Stai... stai zitto!-
Naofumi bruciò di nuovo il suo cosmo e la figura di numerosi piranha comparve alle sue spalle.
-Pirania Kogeki!-
Dal pugno lanciò una serie di piccole onde energetiche a forma di piranha. Il cloth rinato con il sangue di Atena non subì alcun danno, ma lo stesso non si poté dire delle parti scoperte. Questo fece molto soffrire Seiya. All'improvviso, la catena di Shun si avvolse attorno al braccio sinistro di Naofumi.
-Adesso basta. Sono io il tuo avversario. L'unico che può sconfiggerti!-
-Davvero? Cosa ti dà questa sicurezza?-
-Ti ho già detto che mi ricordi un guerriero che ho già affrontato. Si chiamava Io Di Scilla! Anche lui aveva attacchi molto simili ai tuoi!-
-Interessante! Fammi vedere come farai a vincere!-
Shun ritirò la catena e i due contendenti si rimisero in posizione d'attacco, ma Seiya li interruppe.
-No, Shun! Ti ho già detto che combatterò io contro di lui!-
-Zitto tu! Non sei in condizioni di parlare!-
Seiya si rialzò, ma i tentacoli della medusa riuscirono fuori, si avvinghiarono attorno al suo corpo e fu colpito da una scossa che lo fece svenire e cadde in terra prono.
-Ora possiamo vedercela tra noi due! Sei pronto?-
-Certo che sì!-
Naofumi bruciò il suo cosmo e lanciò il suo primo attacco.
-Tora Shiroi Tsume!-
Shun, senza scomporsi, usò il rolling defence e il colpo non lo toccò neanche un po'.
-Mmmh... capisco, ma non ti salverai per sempre! Okami Kiba!-
Shun sorrise, le catene si disposero formando una tagliola e il lupo di energia ci finì dentro scomparendo.
-Che cosa...?-
-Era la Wild Trap!-
-Vediamo come te la cavi ora: Kurage Shokushu!-
I tentacoli uscirono e si diressero velocemente verso il saint che, però, usò il Thunder Wave e li distrusse tutti.
-Prova ancora!-
Naofumi digrignò i denti.
-Pirania Kogeki!-
-Variante del Casting Net: Fishing Net!-
Le catene si disposero come una grossa rete da pesca e i pirahna si scontrarono con essa scomparendo.
-Le Piranha Rose di Aphrodite dei pesci erano molto più potenti del tuo colpo!-
Il samurai rimase senza parole.
-Se vuoi arrenderti, puoi farlo!-
-Non sperarci! Kuchi Wani!-
L'onda verde, stavolta, assunse le fattezze della testa di un coccodrillo, ma anche stavolta Shun riuscì ad averne la meglio.
-Spiral Duct!-
Le catene si avvolsero attorno alla bocca sigillandola e di conseguenza, anche questo colpo fu annullato.
-Le tue catene hanno davvero molte risorse!-
Shun sorrise.
-Same Boko!-
Stavolta, l'onda energetica, di colore bianco, assunse l'aspetto di un grosso squalo, ma anche lui fu imprigionato nella Fishing Net.
-Non sei stanco?-
-Stai zitto! Hane Taka!-
Un falco di energia marrone scuro volò verso Shun che scosse la testa.
-Casting Net!-
Un altro attacco andato in fumo.
-È davvero incredibile!-
-O... Ora basta Shun. Sono io che lo devo sconfiggere!- disse Seiya rialzandosi.
-Ma... ma Seiya... tu...-
Quell'attimo di distrazione gli fu fatale.
-Doku Kumo Kiba!-
Da due suoi artigli lanciò due piccoli raggi verdi appuntiti che colpirono Shun all'addome provocando due piccoli fori proprio come quelli causati dallo Scarlet Needle di Milo.
-Che cosa...?-
Shun cominciò a vedere doppio, gli girò la testa e cadde a terra.
-Che... che cosa gli hai fatto?-
-L'ho avvelenato con le zanne del ragno. La stessa cosa che farò a te! Doku Kumo Kiba!-
Nonostante la debolezza, Seiya riuscì ad evitare l'attacco con un balzo e atterrò davanti a Naofumi e lo colpì con un montante tanto potente da scaraventarlo in aria. Nonostante ciò, però, riatterrò tranquillamente e si preparò a lanciare un nuovo colpo.
-Boryoku Kuma!-
L'onda assunse la forma della zampa di un orso che colpì Seiya come se fosse un montante e anche lui fu scaraventato in aria. Benché la botta fu violenta, si rialzò facendo sbuffare il suo avversario.
-Ho capito, ora basta! Doku Kumo Kiba!-
Stavolta, Seiya non fu abbastanza veloce da evitarlo e lo prese in pieno. Sulla spalla destra. Anche lui, come Shun, cominciò a vedere doppio e a girargli la testa.
-L'effetto del veleno è abbastanza rapido. Morirete dopo pochi minuti!-
Seiya barcollò, eppure bruciò di nuovo il suo cosmo.
-Cosa credi di poter fare? Così acceleri la tua morte! Sei un folle!-
-Pegasus Ryuseiken!-
Il colpo fu lanciato, ma era così debole che sembrava avesse lanciato delle bolle di sapone.
-Mi spiace!-
Seiya s'inginocchiò per poi cadere in terra prono. Naofumi rise come un matto.
-La vittoria è mia!-
Seiya, a quel punto, riaprì gli occhi, prese la borraccia e bevve pochi sorsi. Pochi, ma sufficienti per farlo rinsavire.
-Che cosa? Tu hai...?-
-Dovevi uccidermi invece di ridere!-
-Dannazione, rimedierò subito! Doku ...-
-Pegasus Suiseiken!-
Di nuovo, fu colto di sorpresa e scaraventato a terra dal colpo. Quando si rialzò, però, si sorprese che il pettorale della yoroi era pieno di crepe.
-Dannazione!-
-Muori, Re Bestia!-
-Moi Yasei Osuushi!-
Lanciò un onda energetica nera, ma Seiya la parò con una mano.
-Cosa?-
-Sembra incredibile, ma alla fine il tuo colpo non è molto diverso dal Great Horn di Aldebaran!-
-A... assurdo!-
Il colpo fu rispedito al mittente, ma Naofumi si protesse incrociando le braccia. Purtroppo, però, i bracciali e i suoi artigli andarono in pezzi.
-Maledizione!-
-Pegasus Ryuseiken!-
Finalmente, il colpo andò a segno, la yoroi andò in pezzi e il samurai cadde a terra supino. I suoi capelli erano corti e neri. Alzò la testa per guardare il suo avversario un'ultima volta.
-Maledetto... se non fosse stato per quella dannata acqua della vita...-
E morì. Seiya recuperò fiato, dopodiché corse verso Shun per sincerarsi delle sue condizioni. Accertato che fosse ancora vivo, fece bere anche a lui pochi sorsi di acqua della vita e il ragazzo si riprese.
-G... grazie Seiya!-
Il saint di pegaso alzò il pollice. Shiryu si riprese in quel momento ed entrarono di corsa nella villa. Seiya fece bere subito l'acqua della vita a Saori e rimasero tutti in attesa. Passarono molti minuti, ma la ragazza non accennava affatto a riprendersi e svegliarsi.
-P... perché non si sveglia? Possibile che era troppo poca?- si chiese non le lacrime agli occhi.
-No... non posso crederlo!- disse Shiryu.
Shun notò, però, qualcosa di diverso in lei.
-Il suo volto ha riacquistato colore e non ha più un'espressione sofferente, ma serena. Direi che è un buon segno, no?-
-Quindi, dobbiamo solo aspettare che si risvegli!- disse Seiya sollevato.
-Credo proprio di sì!-
Tatsumi notò che i ragazzi erano distrutti e suggerì loro di andare a riposare. Nel frattempo, al castello di Jorgon, un samurai avvolto nell'ombra, che osservava dallo specchio, sorrise.
-Bravi. Andate pure a dormire. È proprio quello che voglio!-
Nota 15: Gli artigli di Naofumi sono come quelli di Wolverine o di Slash Man di Mega Man 7.
Nota 16: Tora Shiroi Tsume
significa Bianchi Artigli Della Tigre. Esatto, è proprio preso dal nome italiano dei Vicking Tiger Claw di Syd/Mizar. Okami Kiba significa Zanne Del Lupo, Shishi Todoroki significa Ruggito Del Leone, Kurage Shokushu significa Tentacoli Della Medusa, Pirania Kogeki significa Attacco Puranha, Kuchi Wani significa Bocca Del Coccodrillo, Same Boko significa Assalto Dello Squalo, Hane Taka significa Ali Del Falco, Doku Kumo Kiba significa Zanne Del Ragno Velenoso, Boryoku Kuma significa Violenza Dell'Orso e Moi Yasei Osuushi significa Furia Selvaggia Del Toro.Capitolo 6:
Incubi
Il misterioso Shogun uscì dall'ombra. La sua yoroi era di color ambra, indossava un Eboshi kabuto privo di maedate decorativi e i suoi occhi erano grigi. Sguainò la sua arma, un pugnale conosciuto come Wakizashi e famoso soprattutto perché i samurai lo usavano specialmente nel rito di suicidio del Seppuku, la lama s'illuminò e con esso aprì una porta dimensionale.
-Io vado, mio signore!-
Jorgon non disse nulla. Si limitò a rispondere con un leggero movimento del capo. Il samurai si ritrovò a fluttuare in uno spazio vuoto e dalla tonalità violacea. Volò dritto per un po' finché non si ritrovò davanti a quattro porte, sempre fluttuanti, di bronzo. Sorrise, ne aprì una e vi entrò. Nel frattempo, Seiya dormiva beatamente in una delle tante stanze per gli ospiti e cominciò a sognare. Nel sogno, si trovava al Santuario in Grecia e camminava guardandosi attorno come se cercasse qualcosa o qualcuno. A un tratto, vide Marin in cima a una collina.
-Marin! Finalmente ti ho trovata!-
Corse verso di lei, ma quando la raggiunse, la silver saint scomparve lasciando il ragazzo perplesso.
-M... Marin...-
Tornò sui suoi passi e riprese a camminare. Arrivato a un piccolo villaggio, si ritrovò davanti una figura che gli dava le spalle, inginocchiata in terra e avvolta da un lungo chitone bianco completo di cappuccio. Seiya era così concentrato a guardarsi in giro che rischiò di andarci contro se non se ne accorse all'ultimo istante.
-Accidenti, che cosa fai in mezzo strada? Per poco non ti venivo addosso!-
L'incappucciato non rispose e Seiya, dopo aver sbuffato, gli passò accanto. Mosso dalla curiosità, però, si girò per guardarlo meglio. Stava con il capo chino e le mani giunte.
"Mettersi a pregare in mezzo strada... roba da pazzi!"
A un tratto si fermò, si girò di scatto e lo guardò ancora.
"È una ragazza! E il suo volto sembra... no, non può essere!"
Si avvicinò a lei lentamente e tremando leggermente per l'emozione.
-Ehm... s... scusami...-
La ragazza aprì gli occhi color nocciola e alzò la testa.
-Che cosa vuoi? Sono occupata!-
Seiya non poté credere ai suoi occhi.
-Tu... tu sei... Seika! Sei mia sorella!-
Con le lacrime agli occhi, Seiya stava per abbracciarla, ma la ragazza gli diede uno spintone.
-Che cosa fai? Stammi lontano. Mi hai scambiata per qualcun altro!-
-Seika non... non ti ricordi di me? Sono io, tuo fratello Seiya!-
-Seiya? Fratello? Mi spiace, ma non ho idea di cosa tu stia parlando!-
-Mi... mi stai prendendo in giro, vero?-
-Adesso basta. Non ti conosco. Quindi, vattene!-
-Ma... ma...-
Seika si alzò e, con uno scatto fulmineo degno di un saint, colpì Seiya con un pugno allo stomaco costringendolo a inginocchiarsi.
-Se... Seika...-
-È il mio nome! Non lo sciupare! Ti decidi a dirmi chi diavolo sei?-
-Da... davvero non lo sai? Sono io, sono tuo fratello Seiya!-
-Fratello? Io non ho fratelli!-
-Ma... ma come? Possibile che non ti ricordi di me?-
-Esatto. Non ho alcun ricordo! Conosco solo il mio nome, ma nulla più!-
-No... non ci credo!-
-Fai come vuoi!-
La ragazza lo buttò a terra con un calcio rotante, poi lo afferrò per il collo con entrambe le mani e cominciò a stringerglielo.
-Se... Seika...- disse a fatica mentre la vista si stava offuscando.
-Muori!-
Seiya spalancò gli occhi e alzò la testa di scatto dal cuscino. Fu un miracolo se non urlò. Tutto sudato, e con il cuore che gli batteva a mille, si guardò attorno stranito.
"Che... che razza di sogno!"
A un tratto, si sentì prudere il collo. Nella stanza c'era anche un bagno, quindi accese la luce sul comodino, vi andò e, quando vide dei segni rossi sul collo rimase interdetto. Erano chiaramente i segni lasciati dalle mani di sua sorella Seika.
-È assurdo! Com'è possibile una cosa simile?-
Il samurai, nel frattempo, era tornato al punto di partenza. La porta di bronzo, con il disegno di Pegaso proprio come quello che si vede sulla Pandora's Box, era sparita. Perciò, aprì e entrò in quella del dragone. Nel suo sogno, Shiryu era a Goro-ho e stava coltivando la terra. Shunrei giunse poco dopo salutandolo calorosamente.
-Buongiorno, Shiryu. Hai dormito bene?-
Il ragazzo le sorrise.
-Sì, dolce Shunrei. Tu?-
-Non molto, perché fa veramente caldo oggi. Che ne dici di lasciar perdere i campi e andiamo a farci una nuotata per rinfrescarci? Puoi sempre farlo più tardi. Non scappano mica!-
Shiryu ci pensò su un attimo, poi sorrise, lasciò cadere la zappa e andarono insieme al fiume. Una volta arrivati, la ragazza cominciò a spogliarsi, mentre Shiryu si era prontamente girato per non guardarla. La ragazza gli sorrise.
-Puoi guardarmi se vuoi. Non mordo mica!-
Il ragazzo non le rispose e continuò a darle le spalle. Shunrei, allora, gli andò davanti e quando la vide completamente nuda, sobbalzò e arrossì come un peperone.
-Non dovresti vergognarti! Sei grande ormai!-
-Che... che c'entra? È solo che...-
Shunrei afferrò una mano del bronze saint e la posò sul suo seno. Shiryu iniziò a respirare affannosamente, mentre il cuore gli batteva all'impazzata.
-Lo hai sempre desiderato. Ammettilo! E anch'io!-
Shiryu non seppe cosa dire. Era rimasto sconvolto e senza parole.
-Facciamolo!-
La ragazza gli saltò addosso buttandolo a terra e cominciò a baciarlo con passione. Poi cominciò a togliergli i vestiti lasciandolo solo con i boxer.
-Ti... ti amo Shunrei!-
Lei sorrise, ma il sorriso era malvagio.
-Sei uno stupido!-
-Cosa?-
Le unghie diventarono artigli e da esse lanciò dei raggi bianchi affilati. Shiryu si ritrovò con quattro lunghi graffi sul petto e cominciò a urlare.
-Shunrei, ma cosa...?-
Se la tolse di dosso spintonandola, dopodiché rotolò sull'erba come una balla di fieno.
Si toccò i graffi sul petto.
-Assurdo! Come...?-
-Mi hai sempre vista come una stupida ragazzina indifesa, ma era solo una copertura! Sono anch'io una guerriera!-
Sul suo corpo nudo, comparve magicamente un cloth. Era di colore blu, costituito da un semplice bikini, bracciali che gli coprivano tutta la mano e l'avambraccio, due pezzi piccoli e tondi che le proteggevano le rotule, schinieri che le coprivano tutta al gamba e i coprispalla erano simili a quelli dello scale di Krishna di Crisaore, ma leggermente più bombati.
-Non... Non ci credo! E al servizio di chi, se mi è concesso saperlo?-
-Al servizio di me stessa!-
Lanciò di nuovo i raggi bianchi, ma Shiryu li evitò con un salto. Non appena ritoccò terra, però, Shunrei era già davanti a lui e gli diede un violento montante che lo sollevò in aria.
-Addio!-
Lanciò un'ultima volta i raggi che gli avrebbero raggiunto sicuramente la faccia se non fosse riuscito a svegliarsi in tempo. Anche lui, come Seiya, non emise alcun fiato quando riaprì gli occhi, e sempre come lui era sudato e con il cuore che rischiava di scoppiare.
"Cos'è questo dolore che ho sul petto?"
Tastò appena e sentì qualcosa di strano. Scese dal letto, corse nel bagno, tutte le stanze ne avevano uno, e si guardò allo specchio.
-Co... com'è possibile?-
I quattro profondi graffi insanguinati causati da Shunrei erano pura realtà. Per la seconda volta, il samurai era tornato al punto di partenza e la porta del dragone era sparita. Ne erano rimaste solo due.
-Certo che questi saints hanno proprio una fortuna sfacciata! Ero davvero a un passo dall'ucciderli!- disse.
Fece spallucce e entrò nei sogni di Hyoga. Il saint del cigno era impegnato con i suoi allenamenti nelle fredde terre della Siberia. Il samurai, vedendolo, sorrise e sussurrò qualcosa, proprio come aveva fatto nei sogni di Seiya e Shiryu. Hyoga era così concentrato, che non si accorse dell'arrivo del suo maestro. Quando il gold saint gli mise una mano sulla spalla sinistra, il ragazzo sussultò.
-Ma... Maestro!-
-Se ci vuole così poco a spaventarti, forse non sei degno di essere il saint del cigno!- disse con un sorriso.
-Sia serio, non è da lei fare certe battute!-
La faccia di Camus cambiò, diventando cupa e colma di malvagità.
-Hai ragione. Infatti non era una battuta. Sto dicendo la verità. Tu non sei degno di essere il saint del cigno! Piagnucolone che non sei altro!-
-Maestro, ma cosa...?-
-Diamond Dust!-
Hyoga prese i cristalli di neve in pieno e fu scaraventato poco lontano.
-Che... che cosa fa, maestro? Perché?-
-Hai anche il coraggio di chiederlo? Tu mi hai ucciso!-
-Ma...-
-Diamond Dust!-
Un altro volo. Hyoga si rialzò a fatica, ma Camus era già davanti a lui, pronto a lanciargli l'Aurora Execution.
-Non... non mi costringa a farlo, maestro!-
-Cosa blateri, maledetto?-
Hyoga si alzò e si mise anche lui nella stessa posa. Camus sorrise.
-Esattamente come all'undicesima casa! Mi vuoi proprio rivedermi morto, eh?-
Quelle parole lo fecero tentennare e Camus ne approfittò.
-Aurora Execution!-
-Aurora Execution!-
I due colpi si scontrarono e entrambi i saints furono scaraventati violentemente a terra. Hyoga si rialzò, il colpo gli aveva congelato la spalla sinistra insieme a mezzo braccio, e corse verso il maestro.
-Maestro!-
Quello che vide, però, era un altro corpo con addosso un lungo abito bianco da donna.
-Ma chi...?-
Si avvicinò per guardarlo meglio e rimase sconvolto nel vedere sua madre.
-Ma... mamma!- gridò.
La donna aprì i suoi occhi, colmi di malvagità, si alzò di scatto e tentò di affondare la sua mano nel petto del figlio, ma Hyoga riuscì a svegliarsi in tempo. Anche lui, come gli altri, notò che la spalla e metà del braccio sinistro ghiacciati nel sogno, lo erano anche nella realtà. Il samurai, tornato nello spazio onirico, sbuffò con rabbia.
-Maledetti!-
Era rimasta una sola porta. Quella di Shun.
-Devo riuscire a sconfiggere almeno lui!-
Afferrò la maniglia quando a un tratto la porta scomparve.
-Si è svegliato! Brutto...-
Si sedette incrociando le gambe e si mise in attesa. Shun era stato svegliato da Hyoga e gli altri.
-Che succede? Non riuscite a dormire, piccoli miei?- disse Shun sarcasticamente come se fosse una mamma premurosa.
-Scusaci, ma hai fatto qualche sogno strano?- chiese Seiya.
-Beh, stano non direi. Ho sognato che ero piccolo ed ero con mio fratello in spiaggia a giocare. Un semplice sogno mischiato ai ricordi d'infanzia. Perché?-
-Perché i nostri sogni erano tutt'altro che semplici e puri!- dissero tutti e tre in coro.
Shun si mise seduto e inarcò un sopracciglio.
-Spiegatevi meglio!-
I tre raccontarono i loro sogni.
-Beh, non vedo nulla di strano! Abbiamo combattuto tante battaglie e...-
-Aspetta. Non abbiamo finito!- lo interruppe Shiryu accendendo la luce sul comodino.
Lui, Hyoga e Seiya mostrarono gli effetti degli attacchi subiti lasciando Shun a bocca aperta.
-Non pensavo che tra i samurai di Jorgon ce ne fosse uno così in gamba da penetrare nei sogni altrui e renderli reali! È davvero incredibile!-
-Dovremmo cercare di sconfiggerlo, ma purtroppo non possiamo farlo se non siamo tutti insieme!- disse Hyoga.
Shun rimase pensieroso.
-Lo affronterò io!-
-Cosa?-
-Vuole sconfiggerci nei sogni, beh, glielo impedirò!-
-Sei sicuro di quello che dici?- chiese Seiya.
-Non preoccuparti per me. Me la caverò!-
Seiya e gli altri si guardarono con un velo di preoccupazione, mentre Shun posò la testa sul cuscino.
-Buonanotte!-
Seiya e gli altri lasciarono la stanza soprapensiero.
-Andiamo a dormire anche noi. Forse in qualche modo riusciamo a raggiungere Shun ed aiutarlo.- disse Hyoga.
-Sono d'accordo. Tentar non nuoce!- disse Seiya.
E tornarono a dormire. In men che non si dica, le quattro porte di bronzo ricomparvero davanti al samurai.
-Bentornati! Dov'eravamo rimasti?-
Si avvicinò alla porta di Shun, la aprì ed entrò. Lo vide seduto sulla sabbia a contemplare il tramonto sul mare e sussurrò:
-Shokogun Akumu!-
Ikki comparve dal nulla e s'incamminò verso il fratello.
-Eccoti qua Shun, ti stavo cercando!-
Nel sentire la sua voce, Shun si girò di scatto e sorrise.
-Fretello!-
Si alzò e abbracciò il fratello.
-Come mai mi cercavi?-
-Devo dirti una cosa importante!-
-Dimmi pure!-
-Devi morire!-
-Cosa?-
Ikki tentò di colpirlo con un pugno al cuore, ma la sua mano colpì la catena che stava roteando attorno a lui difendendolo.
-La tua catena? Beh, non ti salverà in eterno. Ti ucciderò, piccolo e insulso piagnone che non sei altro!-
-Ormai ho capito il tuo gioco, Shogun. Esci allo scoperto! Vai mia catena. Trova il nemico! Thunder Wave!-
La catena si attivò e andò a colpire una duna facendo uscire il samurai che si massaggiava la spalla destra. Ikki, nel frattempo, scomparve.
-Complimenti. Mi hai scoperto!-
-Chi sei?-
-Mi chiamo Okitsugu e sono, come avrai intuito, il samurai dei sogni!-
-Capisco! Una cosa, invece, non mi è chiara.-
-Sentiamo!-
-Se hai questo potere, come mai hai perso tempo con noi e non sei entrato nei sogni di Atena?-
-Se potevo andarci lo facevo. Non credi? I sogni della vostra dea sono inaccessibili grazie al suo cosmo divino!-
-Ora ho capito! Grazie per la spiegazione. Mi sento sollevato!-
-Shokogun Akumu!-
-Che?-
Dal nulla comparvero Aphrodite dei pesci, Io di Scilla, Dante di Cerbero e Black Andromeda. Tutti quelli che Shun aveva sconfitto.
-A... Aphrodite, Io, Dante e Black Andromeda?-
-Black Fang Nebula!-
Le catene nere di Black Andromeda diventarono serpenti e azzannarono Shun alle gambe e braccia, mentre altri si avvinghiarono al suo collo facendolo soffrire. Okitsugu rise di gusto.
-Ma... maledetto!-
Con sforzo, riuscì a liberarsi facendo i serpenti a pezzi e quando caddero in terra tornarono ad essere pezzi di catena.
-Oh!- disse Okitsugu sorpreso.
-Tsk. Non gioire troppo, Shun!- disse Dante.
Gli lanciò la sua catena con la palla chiodata, ma Shun la distrusse con la sua fida catena.
-Ti avevo già detto che la tua catena serve giusto per tenere a bada il cane dell'inferno, no?-
-Che razza di sbruffone!- disse Io.
Stava per lanciare uno dei suoi sei colpi, ma Shun lo imprigionò con il Great Capture ancor prima che potesse far qualcosa.
-Adesso basta Shun! Piranha Rose!- disse Aphrodite.
Lanciò le rose nere sulla catena e si distrusse.
-Dannazione! Guarda tu cosa mi tocca fare!- disse Shun a denti stretti.
-Senza le tue catene ormai sei spacciato, bronze saint!- disse Okitsugu.
-Non contarci troppo!-
Il saint chiuse gli occhi e dal nulla le catene ricomparvero.
-Cosa? Questa cosa non è umanamente possibile!-
-Thunder Wave!-
Black Andromeda, Io, Dante e Black Andromeda si misero uno di fronte all'altro facendo da scudo a Okitsugu e prendendosi in pieno la catena, e scomparendo come se fossero di polvere. La catena raggiunse l'altro coprispalla rimasto distruggendo anche quello.
-Dannato! Ho ancora altri incubi per te!-
A un tratto, si rese conto che non poteva più muoversi.
-Che diavolo succede? Perché non riesco a muovere neanche un muscolo? E cos'è questa specie di nebbia che mi avvolge?-
-È il Nebula Stream! Se continui a muoverti si trasformerà in tempesta e morirai!-
-Tsk! Sarai tu a morire!-
Shun fu preso alle spalle da qualcuno.
-Pegasus Rolling Crash!-
-Se... Seiya?-
L'amico eseguì il colpo e schiantò la testa di Shun sulla sabbia. Quando si rialzò, a fatica, si ritrovò davanti tutti e 9 i bronze saints, compresi Jabu, Ichi, Nachi, Ban e Geki.
-Un altro dei miei incubi peggiori! Dover affrontare i miei amici tutti insieme. Sei davvero in gamba. Lo devo riconoscere!-
Okitsugu tornò a ridere.
-Pegasus Ryuseiken!-
Il falso Seiya fu colpito in pieno dal Ryuseiken e scomparve. Seiya e gli altri erano riusciti miracolosamente a entrare nel sogno di Shun.
-Cosa? Non è possibile! È assurdo! Come avete fatto?-
-È la forza dell'amicizia!- disse Seiya.
-Che assurdità!-
-Più anche un piccolo aiuto da parte del cosmo di Atena che ci ha aiutati e guidati.- aggiunse Shiryu.
-Ah ecco. Mi pareva strano!-
I tre iniziarono a colpire, con le rispettive tecniche, le loro copie e gli altri bronze saints che scomparvero.
-È finita Okitsugu! Arrenditi!-
-Scordatelo moccioso! Shokogun...-
-Perdonami! Nebula Storm!-
Okitsugu fu scaraventato lontano, mente la sua yoroi andava completamente in pezzi. I suoi capelli erano ricci di colore verde oliva. Nonostante il colpo devastante, il giovane samurai si rialzò a fatica e sguainò il Wakizashi. Purtroppo, però, l'arma gli si sbriciolò in mano.
-Da... Dannazione!-
Cadde a terra e lentamente il suo corpo si trasformò in polvere che diventò trasparente e scomparve.
-Perché il suo corpo ha fatto così?- chiesero Seiya e gli altri.
-Perché non fa parte di questo sogno. Quel Wakizashi, evidentemente, gli consentiva di entrare e uscire dai sogni. Probabilmente voleva tornare nel mondo reale per evitare che il suo corpo scomparisse per sempre!- disse Shun con un velo di tristezza.
Seiya e gli altri annuirono. A un tratto, comparvero tre porte di bronzo.
-Possiamo tornare nei nostri rispettivi sogni. Scusaci per l'intrusione!- disse Seiya.
Shun gli sorrise.
-A domani, ragazzi!-
I tre varcarono le porte e Shun rimase da solo a guardare di nuovo il tramonto. Il giorno dopo i bronze saints, mentre stavano facendo colazione, rimasero sorpresi nel vedere Saori in piedi che si stava dirigendo verso di loro.
-Signorina Saori! Si è ripresa!- dissero in coro.
La ragazza sorrise e si accomodò all'enorme tavolo a fare colazione con loro. Quando finirono, però, la luce del sole cominciò a oscurarsi, Saori fece cadere la tazzina in terra, dondolò la testa e cadde dalla sedia. Seiya e gli altri la soccorsero.
-Che succede? Non è ancora guarita del tutto?-
-È... è l'eclisse!-
-L'eclisse?-
Shiryu, Hyoga e Shun andarono alla finestra, scostarono la tenda e videro che, effettivamente, il sole era oscurato da un'eclisse.
Nota 17: Il potere di Okitsugu di entrare nel mondo dei sogni, è vagamente ispirato al film Nightmare.
Nota 18: Shokogun Akumu significa Sindrome Incubo. Il nome è preso dal colpo del Digimon Digitamamon, mentre l'effetto di creare incubi è ispirato al Demon Fantasy di Moah, uno dei quattro angeli di Lucifero del quarto film.
Capitolo 7:
Eclisse
A un tratto, anche Seiya e gli altri, insieme a Tatsumi e i domestici, cominciarono a sentirsi deboli. Come se le loro forze li abbandonassero.
-I... Indossate i vostri cloth. Essendo stati bagnati dal mio sangue, dovrebbe rendervi immuni.-
-Significa che è un nuovo nemico?-
-Purtoppo... sì!-
-Maledetti... maledetti Shogun!-
Hyoga e gli altri, a fatica andarono prendere i loro cloth, mentre Tatsumi, Saori e il resto della servitù era in terra e soffriva, e li indossarono. Come detto dalla ragazza, i quattro sentirono le forze ritornare.
-Andiamo!- disse Seiya.
Uscirono dalla villa e videro in lontananza una figura avvicinarsi lentamente alla villa. Quando fu abbastanza vicina, notarono qualcosa che li lasciò senza parole. La forma della yoroi e il volto dello Shogun non lasciavano spazio a fraintendimenti. Si trattava di una ragazza.
-Da... da quando in qua i samurai sono anche donne? Ricordavo fosse un mondo prevalentemente maschile!- disse Seiya.
-Non ricordi le lezioni di storia?- chiese Hyoga.
-Dimentichi che io e lo studio non siamo mai andati d'accordo. Mi addormentavo sempre!-
-Beh, la samurai donna più famosa della storia era senza dubbio Tomoe Gozen!-
-Capisco!-
La Shogun, che aveva profondi occhi neri e lunghi capelli color verde petrolio che le uscivano dal sujibachi kabuto e le coprivano metà della schiena, salutò i bronze saints con un inchino.
-I miei rispetti, saints di Atena. Noto che siete ancora in piedi nonostante l'azione della mia Chishi Nisshoku! Siete davvero in gamba!-
A un tratto, Shiryu avvertì i cosmi di una decina di ninja nella villa.
-Maledizione! Atena!-
-Voi andate. Mi occupo io di lei!- disse Seiya.
Non se lo fecero ripetere due volte e tornarono dentro. Purtroppo per loro, si trattava di dieci kunoichi. Seiya si mise subito in posizione d'attacco.
-Qual'è il tuo nome? Non sarà mica Tomoe?-
La giovane Shogun sorrise.
-No, non sono la reincarnazione della Gozen. Mi chiamo Ruriko e sono, appunto, la samurai dell'eclisse!-
-Capisco!-
-Comunque, mi hai sorpreso!-
-A che proposito?-
-Vuoi affrontarmi nonostante io sia una donna. Non eravate voi, fino a poco fa, che vi facevate prendere dagli scompensi nei confronti delle kunoichi?-
Seiya sussultò e si asciugò il sudore dalla fronte. Ruriko se ne accorse e cominciò a ridere.
-Siete proprio assurdi!-
La Shogun sguainò la sua spada che aveva alle sue spalle, chiamata Tsurugi, e si mise in posa.
-Preparati a conoscere la mia Tsurugi Kuroi Taiyo!-
Alzò la spada al cielo, la lama della spada iniziò a brillare di nero e corse verso Seiya. Il saint evitò la lama, con un salto all'indietro, ma da quest'ultima partì un'onda energetica nera a forma di lama che lo prese in pieno e cadde a terra supino.
-Maledizione!-
-Questo era solo l'inizio!-
Lanciò due raggi appuntiti come frecce e quando colpirono Seiya, esplosero scaraventandolo a terra di nuovo.
-Dannazione! Pegasus Ryu...-
S'interruppe di colpo.
-N... no. Non ce la faccio!-
-Quanto sei patetico!-
Lanciò di nuovo i raggi appuntiti, ma stavolta Seiya li distrusse con il Ryuseiken.
-Ma non mi dire. Hai deciso di combattere, finalmente?-
-No, però mi difenderò!-
-Capisco. Questa battaglia sarà davvero facile!-
-Non crederlo!-
Ruriko sorrise, piantò la lama della Tsurugi in terra e un grosso raggio nero sbucò dal terreno facendo volare Seiya in aria e cadde pesantemente a terra prono.
-I... incredibile!- disse senza riuscire più a muoversi.
-A causa della tua indulgenza nei miei confronti, ora sarai sconfitto! Addio, bronze saint. Non è stato affatto un piacere!-
Seiya chiuse gli occhi e la sua mente tornò al suo primo incontro con Shaina. In particolare, gli tornarono alla mente le parole di Marin:
-Anche se sai bene che è una donna, la devi combattere perché ha le zanne e gli artigli e ti ucciderà! Devi combatterla anche se non vuoi!-
"No, non puoi chiedermi questo! Io... non posso!" pensò.
-E allora lasciati pure uccidere! Mi pento amaramente di aver sprecato anni ad allenare uno stupido marmocchio che non riesce a difendersi da una donna che vuole ucciderlo e si fa prendere troppo dal suo cuore tenero!-
Seiya, a quel punto, con uno sforzo incredibile, riuscì a rialzarsi, bruciò il suo cosmo e la figura di Pegaso comparve alle sue spalle. Ruriko, che stava per decapitarlo, si bloccò e rimase molto stupita da questo.
-Come fai a farlo? Ormai eri alla mia mercé! Come?-
Il saint di Pegaso non le rispose, continuò a bruciare il cosmo e, finalmente, lanciò il suo colpo.
-Pegasus Ryuseiken!-
Ruriko, però, sorrise, lo prese in pieno e cadde a terra. Resosi finalmente conto di quello che aveva fatto, corse verso la Shogun per controllare le sue condizioni. La ragazza aprì gli occhi e disse:
-T... Tu! Come... come hai osato colpirmi? Sono una donna!-
-Non... non volevo! Io...-
Non finì la frase, perché fu colpito di nuovo da un raggio nero sparato dalla Tsurugi che lo buttò a terra.
-I maschi... che esseri ingenui!-
-Noi non siamo ingenui!-
-Da quel che vedo, non si direbbe!-
Seiya si rialzò e Ruriko rimise l'arma al suo posto.
-Sei molto sicura di te. Vuoi sfidarmi senza la tua Tsurugi!-
Ruriko sorrise iniziò a prenderlo a pugni sullo stomaco e sul viso. Era così veloce che non riusciva a parare alcun colpo.
-Ma... Maledizione!-
-Continua pure a non reagire così mi offri la tua vita su un piatto d'argento!-
Seiya riuscì miracolosamente a parare un pugno, dopodiché fece un salto all'indietro per allontanarsi dalla sua avversaria.
-Pe... Pegasus...-
-Sei lento! Kuroi Taiyo!-
Con due sole dita, lanciò una sfera nera, proprio come il Marble Tripper di Misty della lucertola, Seiya lo prese in pieno e fu scaraventato poco lontano.
-Sei... in grando di lanciare i tuoi colpi anche senza l'aiuto della Tsurugi?- disse rialzandosi.
-Come hai potuto vedere con i tuoi occhi, sì!-
Seiya digrignò i denti. Nel frattempo, nella villa di Saori, Shiryu e gli altri si facevano colpire, senza reagire minimamente, dalle kunoichi. A un tratto, le guerriere avvertirono un cosmo minaccioso e si arrestarono.
-Di chi diavolo è questo cosmo? C'è un altro saint?- chiese una di loro.
-F... fratello!- disse Shun.
-Fratello?-
Dal nulla, comparve in mezzo a loro una palla di fuoco che prese la forma di una grossa fenice infuocata. Dopodiché scomparve e al suo posto vi era Ikki.
-Non pensavamo ci fosse un altro saint!-
-Mi spiace avervi deluso!-
-Anche tu sarai facile da sconfiggere! Voi saints avete il cuore tenero!-
Ikki, senza preavviso, colpì la kunoichi che aveva parlato, era l'ultima della fila che si trovava alla sua sinistra, con un pugno al volto facendola barcollare. Le altre kunoichi rimasero stupefatte.
-Ma... ma cosa?-
-Voi sbagliate a paragonarmi a Seiya e gli altri. Io non sono così tenero perché so bene che anche se voi siete donne, siete comunque dei nemici!-
-M... Maledetto!-
Ikki, a quel punto, cominciò a correre verso l'uscita della villa.
-Dove credi di andare, razza di canaglia?- dissero le kunoichi iniziando a seguirlo.
Quando fu fuori, Ruriko volse lo sguardo verso di lui.
-Un altro bronze saint? Credevo foste solo voi quattro!-
-I... Ikki...-
Ikki iniziò a bruciare il suo cosmo e non appena le kunoichi furono a tiro gridò:
-Houyoku Tensho!-
Le kunoichi lo presero in pieno, furono scaraventate in aria, ricaddero pesantemente a terra e morirono.
-Ha... ha ucciso quelle kunoichi senza battere ciglio!-
Ikki compì un salto e atterrò accanto a Seiya.
-Io non sono un pappamolla come i miei compagni! Uccido chiunque sia il mio nemico!-
-Tsk! Stai bleffando! Ne sono sicura!-
Anche lei, come la kunoichi, fu colpita al viso da un fortissimo schiaffo, che le fece girare la testa, del saint della fenice.
-Mi hai... colpita? Tu, razza di...-
-Fatti sotto, sono qui!-
Seiya si alzò e gli afferrò il braccio destro.
-Che vuoi, Seiya?-
-La... lasciala a me!-
-Lasciarla a te? Non credo sia una buona idea. Pappamolla come sei, ti farai ammazzare!-
Ruriko sguainò la Tsurugi, saltò, Ikki diede una leggera spinta a Seiya e parò la lama con la shirahadori, la stessa mossa che usò Shiryu per parare l'Excalibur.
-No, Ikki!-
Ruriko sorrise.
-Stupido!-
Ikki fu colpito dalla scossa elettrica e dovette mollare subito la presa, ma la scossa fu così potente che cadde a terra in ginocchio.
-Ora la tua testa sarà mia!-
-P... perdonami! Pegasus Ryuseiken!-
La ragazza tagliò tutti i colpi con la sua fedele arma e senza la minima fatica.
-Osi ancora intrometterti? Allora sarà la tua testa la prima a cadere!-
Corse verso di lui, quando un rumore la costrinse a fermarsi.
-Che diavolo era quel rumore?-
Istintivamente guardò la sua yoroi e notò numerose crepe sul pettorale.
-C... cosa? Sei riuscito a colpirmi? Come diavolo hai fatto? Inoltre, com'è possibile che i tuoi colpi siano così potenti nonostante la presenza della mia Chishi Nisshoku? La tua forza dovrebbe essere molto diminuita!-
-Mi spiace deluderti!-
-Maledetto! Kuroi Taiyo!-
Lanciò l'onda energetica nera dalla lama della Tsurugi, ma Seiya la distrusse con il suo fedele Ryuseiken.
-Ora basta! Arrenditi! Non costringermi a ucciderti!-
-Preferirei morire piuttosto che arrendermi!-
-Immaginavo lo avresti detto!- disse abbassando la testa.
Ruriko approfittò della situazione e corse verso di lui con la Tsurugi tesa, ma il saint se ne accorse in tempo e gridò:
-Pegasus Ryuseiken!-
Ruriko fu colpita in pieno, la sua yoroi e il kabuto andarono in pezzi e cadde a terra. Seiya corse velocemente verso di lei e le s'inginocchiò accanto.
-Mi... mi dispiace!-
-Voi saints siete troppo teneri. Mi date il voltastomaco!-
Detto ciò, morì. L'eclisse, però, non accennò a svanire.
-Come mai l'eclisse c'è ancora?-
-Houyoku Tensho!-
Ikki lanciò il suo colpo sulla Tsurugi facendola a pezzi e a quel punto, l'oscurità sul sole svanì lentamente.
-È vero. Dovevo, pensarci!-
-Ma non lo hai fatto!- disse sarcastico.
-Pazienza!- Andiamo a seppellire anche lei, come gli altri Shogun, nel bosco!-
-Non meriterebbe una sepoltura, ma se proprio insisti...-
Mentre la seppellivano, Ikki disse:
-Probabilmente è l'unica donna Shogun, ma nel caso ce ne fossero altre, non devi farti sopraffare dalla pietà. Hai capito?-
Seiya non rispose.
-Hai capito, sì o no?-
-S... sì...-
-Bene!-
Una volta sepolta, stavano per ritornare dentro la villa, ma qualcosa si avvolse ai loro bracci destri.
-Che diavolo...? Una catena nera?-
Si voltarono e videro davanti a loro un nuovo Shogun.
Nota 19: L'aspetto di Ruriko è ispirato a Geist (Morgana) vista nell'anime.
Nota 20: Chishi Nisshoku significa Eclisse Letale, mentre Tsurugi Kuroi Taiyo significa Tsurugi Del Sole Nero.
Capitolo 8:
Catene A Confronto
La sua yoroi era nera come la pece e coperta da un jinbaori marrone con strisce dorate. Anche il suo kabuto era di tipo sujibachi e sulla fronte aveva un maedate d'argento a forma di V. I suoi occhi erano ambrati e i capelli, lunghi fino al fondoschiena, erano di colore verde scuro.
-Il mio nome è Yashiro. Sono il samurai della magia nera!-
-La... magia nera?-
-Proprio così!-
Quando finalmente lo inquadrò bene, notò che impugnava un kusarigama, ovvero, un falcetto attaccato ad una lunga catena nera. Seiya e Ikki cercarono di liberarsi, ma la catena di Yashiro, come se fosse viva, li sollevò con forza in aria facendoli cadere violentemente a terra.
-M... Maledizione!-
La cosa si ripeté per un paio di volte, quando, finalmente, Ikki riuscì a lanciare il suo colpo distruggendola.
-Sforzo inutile, amico!-
La catena si ricompose magicamente.
-Non per nulla, è il samurai della magia nera!-
-Oh, ma questo è un trucchetto da due soldi. Ne vedrete delle belle!-
-Beh, mi dispiace, ma loro saranno solo degli spettatori!-
-Shun!- dissero Ikki e Seiya in coro voltandosi verso di lui.
-Ci penso io a lui!-
Yashiro sorrise.
-Coraggioso!-
Le catene lasciarono libere le braccia di Ikki e Seiya.
-Toglietevi di mezzo!-
Ikki reagì stringendo il pugno, ma Seiya lo fermò prima che potesse fare qualcosa.
-Grazie Seiya!- disse Shun.
Ikki gli andò vicino, gli mise una mano sulla spalla e mosse leggermente il capo senza dire nulla.
-Molto bene. Ora vediamo come te la cavi, moccioso!-
-Come vuoi! Thunder Wave!-
Yashiro sorrise e la catena con il triangolo si fermò prima di raggiungerlo.
-Cosa?-
Lo Shogun sollevò un dito e la catena tornò al mittente avvolgendogli il collo stringendoglielo forte.
-N... no! Non un'altra volta!-
-Ti è già successa una cosa del genere? Peccato. Credevo di essere l'unico a usare un giochetto simile!-
-M... Maledizione!-
Rialzò un dito e la catena smise di stringere il collo e cadde a terra. Shun s'inginocchiò e riprese fiato.
-Va bene, ho giocato. Ora si fa sul serio!-
-Fatti... sotto!-
Yashiro iniziò a bruciare il suo cosmo, il suo corpo emanava energia di colore arancione, e anche Shun fece altrettanto. Il samurai cominciò a roteare come un'elica il falcetto sulla sua testa e gridò:
-Kama Tamashi!-
Il colpo significava Falce Dell'Anima perché chiunque veniva colpito dalla lama del falcetto, la sua anima veniva risucchiata al suo interno fornendo sempre più forza allo Shogun. Lo lanciò contro il giovane saint che, però, lo evitò con un salto all'indietro.
-Prima o poi ti colpirò e la tua anima sarà risucchiata dalla falce!-
-La mia anima non è in vendita! Thunder Wave!-
La catena di Shun raggiunse il falcetto e lo distrusse. Nonostante ciò, Yashiro non fece una piega.
-Se è la guerra che vuoi... ti accontento subito!-
Bruciò di nuovo il suo cosmo, alzò le braccia al cielo e una grossa sfera nera comparve sulla sua testa.
-Kuroi Jumon!-
La sfera si diresse verso Shun e lo prese in pieno provocando una grande esplosione.
-Shun!- gridò Ikki preoccupato.
Quando la nuvola di polvere svanì, il saint della fenice tirò un respiro di sollievo nel vedere il fratello in piedi circondato dalla Rolling Defence.
-Un'ottima tecnica per sollevare la polvere!-
Yashiro rise.
-Che presuntuoso!-
All'improvviso, le catene cominciarono a scricchiolare e andarono in pezzi.
-Non... non è possibile!-
Lo Shogun scattò e gli diede un violento pugno allo stomaco, dopodiché lo scaraventò a terra con un calcio rotante. Dopodiché aprì la mano e disse:
-Muori moccioso! Shi No Koe!-
Shun cominciò a sentire una voce orrenda che lo fece soffrire e lo costrinse a tapparsi le orecchie. Purtroppo, però, non aveva alcun effetto.
-Cos'è questa voce terrificante? Non riesco a...-
-Non lo hai capito? È la Voce Della Morte. Ti sta invitando a seguirla nell'aldilà!-
-N... no! Non posso...-
-Non resistere al suo richiamo. Lasciati andare!-
-S... Sta zitto!-
Le catene di Andromeda ritornarono magicamente e, con molta fatica, rilanciò il Thunder Wave riuscendo a colpire Yashiro sul kabuto facendoglielo volare via. In questo modo, la voce della morte era cessata.
-E ora... Great Capture!-
Yashiro si ritrovò imprigionato, ma tutto ciò lo aveva lasciato impassibile.
-Ci vuole ben altro per battermi, mocciosetto!-
-Scordati che io usi di nuovo il Nebula Storm. Cercherò di convincerti ad arrenderti.-
-Arrendersi? Non fa parte del vocabolario degli Shogun del sommo Jorgon. Mi spiace per te!-
-Non importa. Ora...-
Yashiro, senza il minimo sforzo, si liberò distruggendo le catene.
-N... No!-
-Voglio essere generoso. Prima di mandarti all'inferno con la Shi No Koe, giocherò ancora un po' con te. Sei contento?-
-Non molto a dir la verità!-
Yashiro sorrise. A un tratto, il corpo di Shun si sollevò leggermente da terra e cominciò a muoversi da solo eseguendo un buffo balletto.
-Che diavolo ti succede Shun?- chiese Ikki.
-Non... non ne ho la minima idea, fratello. Il mio corpo si muove da solo.-
Ikki cercò di capire il misterioso comportamento del fratello e finalmente, dopo qualche sforzo, vide dei fili attorno a lui che lo muovevano come una marionetta.
-Ho capito finalmente!-
-Bravo saint della fenice. Sono io che lo controllo con i miei Maho Waia!-
A un tratto, il braccio sinistro di Shun fu sollevato in aria, la sua mano si mosse leggermente e il suo dito indice fu spezzato con violenza costringendolo a urlare come un pazzo.
-S... Shun!-
-Il dito era solo un assaggio. Ora passo direttamente al braccio sinistro!-
-Non osare...-
Ikki si preparò a lanciare l'Houyoku Tensho sui fili, ma Shun lo interruppe.
-Fermo! Lui è il mio avversario!-
-Ma... ma Shun...-
Anche Yashiro rimase perplesso.
-Non ho parole. Perché ti ostini a voler combattere con me e a rifiutare l'aiuto di tuo fratello? È coraggio o scemenza?-
-Lui mi ha aiutato fin troppe volte. È giunta l'ora che io sappia badare a me stesso!-
-Sì, ok, avevo ragione: è scemenza!-
Shun iniziò a bruciare il suo cosmo e Yashiro iniziò a ridere.
-Non puoi liberarti così facilmente dai Maho Waia! Stai solo facendo uno sforzo inutile!-
Shun emise un urlo e i fili si spezzarono lasciando Yashiro a bocca aperta e senza parole.
-Non... non ci credo! È assurdo!-
Shun sorrise, mentre riprendeva fiato.
-Una volta, durante il mio allenamento per diventare saint, sono stato incatenato a uno scoglio e dovevo liberarmi contando solo sulle mie forze. Ho quindi fatto la stessa identica cosa!-
Ikki sorrise orgoglioso, mentre Yashiro rimase senza parole.
-Ora arrenditi!-
-Tsk! Maho Tobidogu!-
Dalla sua mano destra lanciò numerose sfere di energia di color lilla. Shun, però, li evitò tutti scansandosi o saltando. Quando le sue catene tornarono, poi, poté difendersi con il Rolling Defence. Yashiro digrigno i denti e smise di lanciarli.
-E va bene, se è questo che vuoi... Shi No Koe!-
La voce della morte tornò a farsi sentire costringendo di nuovo Shun a tapparsi le orecchie e inginocchiarsi. A un tratto, però, Yashiro smise di usare quel colpo e nelle sue mani ricomparve magicamente il kusarigama.
-Muori, maledetto!-
Il suo corpo però, era immobilizzato.
-Che diavolo succede? Cos'è questo?-
-Non muoverti! Non costringermi... ti prego!-
-Cosa blateri dannato? Taci e fatti ammazzare! Kama Tamashi!-
Shun chiuse gli occhi e gridò:
-Nebula Storm!-
Yashiro fu scaraventato lontano, il kusarigama e la sua yoroi andarono in pezzi e cadde violentemente a terra.
-Mi... mi dispiace Yashiro.-
Lo Shogun, che era ancora vivo, sorrise.
-Sei un bravo combattente, ma un po' troppo buono. Devi abbandonare la bontà, altrimenti rischierai i guai!-
Shun non disse nulla. In fondo, non era la prima volta che gli dicevano quelle parole. Yashiro chiuse gli occhi, fece un sospiro e morì. Ikki si avvicinò al fratello e gli mise una mano sulla spalla. Shun si girò di scatto e lo abbracciò. Seiya, invece, raccolse il cadavere dello Shogun e si diresse verso il bosco. Passarono molti minuti, ma non accennò a tornare.
-Quanto tempo ci vuole a seppellire un cadavere?- chiese Ikki spazientito.
Shun, invece, era preoccupato.
-Non mi sento tranquillo. Forse è meglio se lo andiamo a cercare!-
-D'accordo!-
Cominciarono a incamminarsi verso il bosco, quando lo videro finalmente tornare. Ikki sorrise.
-Alla buon ora! Che cosa hai combinato? Hai dovuto fare un bisognino?-
Quando gli fu abbastanza vicino, le catene di Shun cominciarono a muoversi all'impazzata.
-A... arriva un nemico!-
-Perfetto. Dov'è?-
Ikki fu colpito all'improvviso e cadde a terra.
-Ma che diavolo...?-
A colpirlo fu Seiya che aveva una strana impressione. Come se fosse stato ipnotizzato.
-S... Seiya, ma cosa...?-
Anche Shun fu colpito da un calcio volante e buttato a terra.
-Seiya... che ti prende? Non ci riconosci? Siamo noi!-
Il ragazzo non gli rispose e lo colpì con un calcio sul fianco. Poco lontano da loro, uno Shogun a braccia conserte osservava la scena con un sorriso diabolico stampato sul volto.
-Bravo ragazzo. Continua così. Uccidi i tuoi amici!-
Nota 21: Lo Jinbaori è un cappotto che i samurai mettevano spesso sopra la yoroi. Yashiro apparirebbe, quindi, così (levando la maschera):
Nota 22: Yashiro
è ispirato, intuibile dalla sua arma, a Demon.Nota 23: Kuroi Jumon significa Incantesimo Nero.
Nota 24: La Shi No Koe, che significa come detto Voce Della Morte, è ispirata all'incantesimo Zaraki dal manga e anime Dai La Grande Avventura.
Nota 25: Maho Waia significa Fili Magici, mentre Maho Tobidogu significa Missili Magici.
Capitolo 9:
Zanne Di Serpente
-Perché ci attacchi, Seiya? Smettila, dannazione!-
-S... sparite dannati ninja. Pegasus Ryuseiken!-
Shun parò i colpi con il Rolling Defence.
-Ninja? Ma cosa dici?-
-Non è in lui, Shun!-
-Cosa?-
-Uno Shogun deve averlo tipo ipnotizzato e fargli credere che noi siamo nemici!-
A un tratto, Seiya si fermò e si strofinò gli occhi.
-Assurdo. Non eravate ninja, ma due Shogun! Maledetti, ma non mi farò sconfiggere!-
-Che... che facciamo fratello?-
-Dobbiamo farlo svenire!-
-Pegasus Ryuseiken!-
A un tratto, i colpi si scontrarono contro qualcosa. Era lo scudo di Shiryu. Hyoga era rimasto alla villa nel caso ci fosse stato un nuovo attacco da parte dei ninja o le kunoichi.
-Shiryu!-
-Che diavolo gli succede?-
-Se lo sapessimo te lo diremo subito!- disse Ikki.
-Un altro Shogun? E stavolta anche munito di scudo? Maledizione!-
-Ho capito bene? Mi ha dato dello Shogun?-
-Pare che sia sotto un incantesimo, o qualcosa del genere, che ci fa apparire ai suoi occhi come i nostri nemici!- disse Shun.
-Che cosa terribile!-
Seiya lanciò di nuovo il suo colpo, ma Shiryu li parò con facilità. Sembrava di assistere a una perfetta replica dello scontro svolto durante le Galaxian Wars.
-Piantala Seiya. Sono io!-
Seiya, però, non sentiva minimamente quello che gli altri dicevano. Aveva solo davanti a lui degli Shogun silenziosi e minacciosi.
-E va bene. L'hai voluto tu!-
Shiryu bruciò il suo cosmo, lanciò il Rozan Shoryuha, Seiya fu colpito, sollevato in aria e cadde a terra.
-Avrà fatto effetto?- si chiesero tutti e tre.
Si avvicinarono all'amico, ma Seiya si rialzò di scatto e li colpì tutti con il Ryuseiken buttandoli a terra. Fortunatamente, i loro cloth non subirono danni.
-Maledizione!-
-Sei forte, Shogun con lo scudo, ma non abbastanza! Vi ammazzerò tutti e poi penserò al vostro padrone Jorgon!-
Ikki si alzò, si tolse la polvere di dosso, mosse il collo a destra e sinistra facendolo scrocchiare e si mise in posa d'attacco. Shun intuì subito quello che stava per fare e lo bloccò subito.
-Vuoi usare l'Houo Genmaken? Sei impazzito? La sua mente è già compromessa dall'incantesimo. Se usi il tuo colpo, credo che la sua psiche andrà ancora di più in frantumi!-
-Cos'altro suggerisci?-
-Stenderlo. È l'unica soluzione!-
-Ho capito!-
-Non capisco perché il tuo compagno ti abbia fermato, ma non importa. Ora utilizzerò il Pegasus Suiseiken così non vedrò più le vostre brutte facce!-
-Ha parlato il bello...-
-Pegasus...-
-Rozan Ryuhisho!-
Shiryu si gettò come un missile e lo colpì con un braccio teso buttandolo a terra.
-Dannazione!-
Non appena si rialzò, la catene di Shun, che ai suoi occhi apparivano nere e con le palle chiodate come quelle di Dante di Cerbero, si avvolsero attorno al suo corpo legandolo come un salame.
-Maledetto! Credi che una catena basti per fermarmi?-
-Tentar non nuoce!- disse Shun.
-Perché non parlate? Il gatto vi ha mangiato la lingua?-
Shun e gli altri si guardarono.
-Non sente quello che gli diciamo!-
-I vostri compagni erano molto più loquaci. Voi sì che siete strani!-
Ikki, spazientito, sussurrò qualcosa all'orecchio del fratello.
-Sei... sei sicuro?-
-Fidati, anzi, fidatevi di me!-
Shun lasciò libero Seiya.
-Non so cosa state facendo, ma ora vi distruggo!-
Ikki si mise davanti al saint di Pegaso e gli fece cenno con le dita di farsi sotto.
-Con piacere! Pegasus Suiseiken!-
Lanciò la cometa, ma Ikki la parò con facilità con una sola mano.
-Co... Cosa?-
-Houyoku Tensho!-
Seiya fu scaraventato in aria e cadde a terra prono.
-A... assurdo!-
Si rialzò a fatica, ma ricadde a terra e svenne.
-Bisognava colpirlo con forza per farlo svenire. Era l'unico modo!-
Tutti e tre corsero verso l'amico per controllare il suo stato. Sembrava tutto a posto, ma qualcosa attirò l'attenzione di Shiryu. Due piccoli fori come quelli provocati dallo Scarlet Needle, sul braccio.
-Ma che diavolo...?-
-Che c'è Shiryu?-
-Guardate qua!-
Anche loro guardarono perplessi i due fori.
-Sarà mica opera di un vampiro?-
-I vampiri mordono al collo, Shun!-
-Esatto! Non è stato un vampiro!- disse una voce.
-Chi...?-
Una nuvola di fumo comparve davanti a loro e lo Shogun si mostrò.
-Salve a tutti!-
La sua esse era sibilante come quella di un serpente. I suoi occhi erano neri, la yoroi era di colore verde e dall'aspetto squamoso come la pelle dei serpenti. Il kabuto era di tipo Hoshi decorato da un maedate a forma di cobra. Questo lo faceva sembrare più un faraone che un samurai.
-Ci sei tu, dunque, dietro a tutto questo. Cosa gli hai fatto?- chiese Shiryu.
-Prima le presentazioni. Mi chiamo Ryosei e sono il Samurai Del Veleno!-
-Veleno? Comincio a capire...-
-Esatto! La mia katana è imbevuta di vari tipi di veleni e ho usato sul vostro amico uno che provoca allucinazioni!-
-Che cosa terribile!-
Ryosei iniziò a ridere.
-Finiscila di ridere e combatti!- disse Shiryu.
-Il dragone sfida il serpente. Che scontro interessante!-
Sguainò la sua katana e si mise in posizione d'attacco, mentre Ikki e Shun si allontanarono trascinandosi via Seiya.
-Hebi Kiba!-
La lama della katana s'illuminò e sparò un'onda di energia bianca che assunse la forma di un serpente con la bocca spalancata. Shiryu, senza scomporsi, parò il colpo con lo scudo.
-Tutto qui quello che sai fare?-
-No di certo!-
Lanciò un'altra onda, ma l'effetto fu lo stesso.
-Non potrai mai sperare di vincere in questo modo!-
A quel punto, Ryosei rimise la katana al suo posto.
-Cosa fai?-
Lui sorrise, sollevò un dito al cielo e disse:
-Kumo Kiri!-
-Cosa? Kumo Kiri? Ah, ma allora sei tu che hai creato...-
Improvvisamente, comparve dal nulla una nebbia di colore rosso. Shiryu fu colto dal terrore, ma si accorse che non gli stava accadendo nulla. Perfino Hyoga e i domestici all'interno della villa di Saori non risentirono degli effetti della nebbia.
-Come... come si spiega questo fatto?-
-Dannazione ad Atena e al suo sangue. I vostri cloth, rinati grazie al suo sangue, vi proteggono dalla mia nebbia come se fosse una barriera che vi copre tutto il corpo. Se qualcuno di voi avesse perso anche solo il diadema, a quest'ora era bello morto. Con il suo cosmo divino, invece, ha creato una barriera per proteggere la villa e chi la occupa!-
-Mi spiace per te! Hai perso, Ryosei!-
-Sta zitto!-
Lo Shogun sguainò di nuovo la sua katana e si diresse verso Shiryu. Anche lui, allora, fece altrettanto.
-Hebi Kiba!-
Lanciò dalla lama piccoli aculei di energia bianca, ma Shiryu li parò o li evitò e, una volta che furono abbastanza vicini, il saint poté lanciare il Rozan Shoryuha. Ryosei fu scaraventato in aria e il suo kabuto andò in pezzi mostrando i suoi capelli corti bordeaux. Nonostante il colpo, però, riatterrò in piedi, scattò e riuscì a colpire con un aculeo di energia la parte scoperta della gamba di Shiryu. Il dolore fu così acuto che lo costrinse a inginocchiarsi.
-Cosa... mi hai fatto?-
-Ho usato uno dei veleni più potenti che possiedo. Morirai tra pochissimi secondi!-
-N... No!-
Si rialzò a fatica.
-Non fare sforzi inutili. Rischi solo di accelerare la tua morte!-
Shiryu lo colse di sorpresa colpendolo con un calcio sul mento che lo buttò a terra.
-Come hai osato, pazzo?-
Il saint del dragone iniziò a bruciare il suo cosmo e il drago comparve alle sue spalle.
-Rozan Shoryuha!-
Stavolta, il colpo fu lanciato alla massima potenza. Ryosei fu scaraventato di nuovo in aria, ma la sua yoroi andò completamente in frantumi e morì. Con la sua morte, la nebbia rossa scomparve. Shun e Ikki corsero subito dal compagno, mentre Seiya si rialzò.
-Che cavolo è successo?-
-Te lo spiego dopo. Ora dobbiamo occuparci di Shiryu! È rimasta un po' d'acqua della vita?-
-Forse qualche goccia! Ma non sono sicuro!-
-Andiamo a vedere!-
Portarono Shiryu nella villa. La borraccia era stata lasciata su un comodino e Seiya, preso un bicchiere, la capovolse e la agitò. Uscirono tre piccole gocce e nulla più.
-Non credo saranno sufficienti...- disse preoccupato.
-Non importa! Dammelo!- disse Shiryu.
Lo prese, bevve e si sedette su una sedia.
-Co... come va?-
Shiryu non rispose.
-Sh... Shiryu...-
Gli mise una mano sulla testa e sentì che respirava. Si era addormentato. Seiya tirò un profondo respiro di sollievo. Nel frattempo, nel suo castello, Jorgon ruggì di rabbia.
-Adesso basta. Mi sono stancato!-
I suoi occhi s'illuminarono di rosso. Il cielo si coprì di nuvole nere e il vento soffiava fortissimo. Il tetto della villa si staccò di netto come fosse una scatola di cartone a cui qualcuno aveva tolto il coperchio. Un buco nero si aprì nel cielo, proprio sulla testa di Saori, risucchiandola.
-Signorina Saori!- gridò Seiya.
Una volta risucchiata, il buco nero si chiuse, scomparve e il cielo tornò sereno.
-Jorgon l'ha rapita per ucciderla con le sue mani! Ne sono sicuro!- disse Ikki.
Seiya strinse la mano a pugno.
-Ora che Ryosei è morto, la nebbia che ha creato è scomparsa. Immagino che anche quella che ricopre Tokio non ci sia più, quindi possiamo tranquillamente andare al castello di Jorgon per sconfiggerlo una volta per tutte e liberarla!-
I saints annuirono.
-Allora muoviamoci!-
Detto questo, svegliarono a malincuore Shiryu, gli spiegarono cos'era successo e spiccarono il volo.
-Venite pure, stupidi guerrieri di Atena! Vi aspetto!- disse Jorgon ridendo.
Nota 26: Ryosei è chiaramente ispirato a Krana.
Nota 27: Hebi Kiba significa Zanne Del Serpente e Kumo Kiri significa Nebbia Velenosa.
Capitolo 10:
Fist Of Fire
Come aveva predetto Seiya, la nebbia rossa che avvolgeva Tokio era ormai scomparsa.
-Maledetto Jorgon...- disse Seiya guardando i cadaveri e la devastazione che aveva attorno.
-Non distrarti! Il castello è laggiù. Andiamo!- disse Ikki.
I cinque volarono e atterrarono davanti al portone al centro delle alte mura che lo circondavano. Seiya, spavaldamente, gli andò vicino, si scrocchiò le dita e cominciò a spingere. Nonostante gli sforzi, però, non si mosse di un millimetro.
-Credo che dovremo distruggerlo!- disse Ikki.
-Non c'è problema!-
Bruciò il suo cosmo e lanciò il Suiseiken, ma il portone non subì danni.
-Ho una strana sensazione... credo che dovremmo utilizzare di nuovo le armi del gold cloth della Bilancia.-
A un tratto, il portone si aprì da solo e si ritrovarono davanti una cinquantina di ninja.
-Mi sembrava strano che mancasse il comitato di benvenuto!-
-Gentili! Almeno ci hanno risparmiato la fatica di disturbare il maestro!- disse Shiryu.
I ninja attaccarono, ma i nostri saints li sbaragliarono in un attimo. Fortunatamente non c'erano kunoichi tra loro. Dopodiché entrarono nella Masugata, una zona quadrata fortificata, svoltarono a destra e cominciarono a correre verso il portone d'ingresso del castello. Inutile dire che prima di raggiungerlo, dovettero sbarazzarsi di altri ninja. Una volta dentro il castello, si ritrovarono in una stanza completamente vuota con solo una lunga scalinata in pietra alla loro sinistra. Non fecero neanche un passo avanti che a un tratto comparve una nuvola di fumo e si ritrovarono davanti un altro grosso ninja vestito di viola, esattamente come quello chiamato Yoshinobu che avevano sconfitto prima dell'arrivo del samurai del ghiaccio. Ikki, vedendolo, sorrise e si avvicinò a lui.
-Preparatevi a morire, stupidi saints di Atena!-
-Houo Genmaken!-
Il raggio lo colpì alla fronte.
-Che cosa credi d'aver fatto? Questo è il tuo colpo segreto? Deludente!-
Ikki continuò a sorridere senza dire nulla.
-Ora ti levo quel fastidioso sorrisetto dalla faccia!-
Sguainò la sua spada e tranciò verticalmente in due il saint della fenice.
-Troppo facile!-
Il corpo diviso in due, però, cominciò a muoversi verso di lui.
-Cosa? Non è possibile! Come diavolo...?-
Il ninja lanciò un urlo agghiacciante e cadde a terra morto con gli occhi sbarrati dal terrore.
Seiya e gli altri lo guardarono dopodiché salirono la scalinata. Al piano superiore, la stanza era esattamente la stessa, ma stavolta ad accoglierli c'era uno Shogun.
-Benvenuti!-
-Finalmente un avversario degno di questo nome!- disse Ikki.
-Il mio nome è Eijiro e sono il samurai Del Fuoco!-
La sua yoroi, infatti, era di colore rosso fuoco. Indossava un sujibachi kabuto con un maedate a U. Aveva capelli lunghi e rossi come il fuoco, che gli arrivavano alle scapole, e occhi lilla.
-Se volete andare al piano di sopra dovrete sconfiggermi! Chi avrà questo immenso onore di farsi uccidere da me?-
Ikki si fece avanti, ma Seiya lo fermò e si fece avanti lui.
-Sarò io il tuo avversario! Sono Seiya Di Pegaso!-
Eijiro sorrise.
-Molto bene, fatti sotto!-
Ikki si avvicinò all'amico e gli sussurrò:
-Questa me la paghi. Lui era mio!-
-Per farmi perdonare ti darò un dolce alla cioccolata, d'accordo?-
-Tsk! Stupido!- disse con un sorriso.
I quattro salirono di corsa la scala lasciando i due da soli.
-Sono pronto!-
-Anch'io!-
Eijiro sguainò le due katana che aveva alle spalle.
-Due katana?-
-Che c'è? Ti sembra strano?-
-No, ma...-
-E allora zitto e combatti!-
Il corpo di Eijiro cominciò ad emanare un'energia potente, ma soprattutto calda come il fuoco. Cominciò a roteare sulla sua testa come un elica la katana destra. Più roteava e più assunse l'aspetto di un enorme anello di fuoco.
-Un piccolo assaggio per iniziare: Hakunetsu Wa!-
Lanciò l'anello verso Seiya che, prontamente, lo evitò scansandosi di lato.
-Niente male, ma vediamo come te la cavi con questo: Pegasus Ryuseiken!-
Eijiro tagliò tutti i colpi con le sue katana.
-Patetico!-
-Ma... Maledetto!-
Lo Shogun del fuoco allargò le braccia, compì un salto, le lame delle katana presero fuoco e gridò:
-Prendi! Futago Hono!-
Lanciò due fiammate come se impugnasse due lanciafiamme anziché due spade giapponesi. Seiya, non si lasciò però impressionare e lanciò il suo Ryuseiken annullandole. Quando Eijiro atterrò, applaudì.
-I miei complimenti. Ti ho sottovalutato!-
-Così impari!-
Seiya corse verso di lui, saltò e gli atterrò alle spalle. Non appena tentò di afferrarlo per compiere il Pegasus Rolling Crash, però, le sue mani si scottarono.
-A... accidenti! La sua yoroi è rovente!-
-Hai dimenticato qual è il mio elemento?-
-Maled...-
Eijiro lo colpì di sorpresa con un calcio in petto buttandolo a terra. Dopodiché, unì le lame delle katana formando una croce e gridò:
-Juji Kaji!-
Lanciò una palla di fuoco a forma di croce e Seiya la prese in pieno. Rotolò disperatamente e spense le fiamme, mentre il suo avversario se la rideva come un matto.
-Maledetto! Pegasus Ryuseiken!-
-Ancora?-
Di nuovo, il colpo fu neutralizzato.
-Ancora mi domando come ha potuto un tipo insulso come te sconfiggere Ruriko e Naofumi!-
Seiya non gli rispose e rilanciò il Ryuseiken mirando alle katana. Purtroppo, non riuscì a colpirle.
-Ora basta. È tempo di morire!-
Riformò la croce, bruciò il suo cosmo, e gridò:
-Juji Kaji!-
Seiya, però, prima che la croce di fuoco fu sparata, lanciò il Suiseiken che centrò in pieno le katana mandando in pezzi le lame.
-Cosa? Le mie katana! Le mie adorate katana! Tu, maledetto!-
-Ti ho finalmente disarmato!-
Eijiro rise.
-Posso ucciderti anche senza l'aiuto delle armi!-
-Sì, certo! Pegasus Ryuseiken!-
-Kabe Kaji!- disse Eijiro sollevando una mano.
Una grossa fiamma si sollevò in mezzo ai due. Era un vero e proprio muro di fuoco. I colpi del Ryuseiken finirono tra le fiamme e svanirono. Dopodiché, la fiamma cominciò a dirigersi velocemente verso Seiya che riuscì a evitarla per un pelo. A un tratto, si ritrovò davanti Eijiro che gli sorrideva. Stava per colpirlo con un pugno sul viso, ma lo Shogun lo evitò scansandosi, sollevò di nuovo la mano e la fiamma rispuntò da sottoterra prendendo Seiya in pieno. Il giovane saint, trasformato in una torcia umana, si buttò a terra rotolando per spegnere le fiamme. Una volta fatto, si rialzò a fatica, ma il suo avversario lo colse di sorpresa con un nuovo colpo:
-Hino Iki!-
Lanciò una fiammata dalla bocca, come se fosse il mangiafuoco di un circo, che colpì Seiya in pieno il quale, per la terza volta, si ritrovò a rotolare in terra per poter estinguere le fiamme.
-Quando i miei avversari fanno così, mi fanno sempre divertire un mondo!-
-Sei un maledetto!-
-Grazie, ne vado fiero!-
Sui palmi delle sue mani comparvero due anelli di fuoco.
-Oh, no!-
-Hakunetsu Wa!-
Seiya compì un grande salto atterrando alle spalle del suo avversario. Era tentato di afferrarlo, ma il ricordo della scottatura precedente lo fece desistere. Questo, permise a Eijiro di approfittarne e lo colpì con una gomitata. Una gomitata rovente che costrinse Seiya a massaggiarsi la guancia e a soffrire a denti stretti.
-Molto bene. Dato che ormai hai capito che non puoi battermi in alcun modo, credo sia giunta l'ora di porre fine a questo scontro! Brucerai come il maiale che sei! E io adoro l'odore di carne bruciata!-
-Tu sei pazzo!-
-Può darsi!-
Eijiro bruciò il suo cosmo. Il suo corpo fu avvolto completamente dalle fiamme. Stavolta era lui ad essere diventato una torcia umana.
-Addio, saint di Pegaso!-
-Pegasus Ryuseiken!-
Eijiro, con aria annoiata, parò tutti i colpi con una sola mano.
-Perché continui a fare sforzi inutili? Non ti sembra il caso di finirla?-
-Pegasus Ryuseiken!-
Di nuovo, la stessa scena.
-Mi stai innervosendo. Adesso ti faccio smettere io!-
A un tratto, il coprispalla sinistro della yoroi andò in frantumi e sul pettorale comparvero numerose crepe.
-Cosa? Sei riuscito a colpirmi? Come hai fatto? Quando è successo? Non è possibile!-
Seiya sorrise.
-Tu, lurido verme schifoso. Le fiamme dell'inferno ti aspettano!-
Bruciò di nuovo il suo infuocato cosmo e gridò:
-Atsui Ken!-
Dal pugno lanciò una grossa palla di fuoco che si diresse velocemente verso Seiya. Lui, velocemente, la evitò buttandosi a destra.
-Maledetto! Ma prima o poi ti colpirò! Atsui...-
-Pegasus Suiseiken!-
La cometa fu lanciata. Eijiro tentò di riutilizzare il Kabe Kaji, ma non fu abbastanza rapido e la prese in pieno, la sua yoroi andò in frantumi e cadde a terra morto.
-Sei stato un ottimo avversario, lo devo riconoscere!- disse Seiya dopo aver ripreso fiato.
Seiya si avvicinò barcollante alla scala, ma la vista cominciò ad offuscarsi.
-Sì, talmente ottimo che mi hai consumato completamente le forze. Maledetto...-
Cercò di afferrare il corrimano, ma i sensi lo abbandonarono e cadde all'indietro.
Nota 28: Eijiro è ovviamente ispirato a Ryo Del Fuoco.
Nota 29: Juji Kaji significa Croce Di Fuoco, Futago Hono significa Fiamme Gemelle, Hakunetsu Wa significa Anello Incandescente, Kabe Kaji significa Muro Di Fuoco, Hino Iki significa Respiro Infuocato e Atsui Ken significa Pugno Rovente. Sì, è ispirato al colpo dell'Ennetsu Saint, Il Cavaliere Della Fiamma.
Nota 30: Il titolo del capitolo è lo stesso di una canzone di Anderson, Bruford, Wakeman, Howe, conosciuti anche come ABWH.
Capitolo 11:
Electrical Storm
Ad attenderli alla stanza di sopra, vi era un altro Shogun. La sua yoroi era verde scuro. Anche il suo kabuto era di tipo sujibachi decorato da un piccolo maedate dalla forma di una piccola mezzaluna con la gobba all'ingiù. I suoi occhi erano nocciola e i lunghi capelli fino alle spalle avevano una doppia tonalità: una metà erano neri e l'altra bionda.
-I miei rispetti, giovani guerrieri di Atena. Io sono Taysuke, il Samurai Dell'Elettricità!-
"Un tipo davvero pericoloso!" pensò Shiryu.
-Dunque, chi di voi avrà l'immenso onore di essere ucciso dal mio devastante potere elettrico? Non siate timidi!-
Shiryu fece un passo avanti.
-Se non ti spiace, sarò io a sfidarti. Sono Shiryu Del Dragone!-
Taysuke lo guardò e sorrise.
-Le corazze di entrambi hanno più o meno lo stesso colore!-
-Già è vero! Non ci avevo pensato!-
-Allora... noi andiamo avanti!- disse Shun.
-Sì, sì. Voi andate!-
E così fecero. Nel frattempo, Taysuke sguainò la sua arma: la Nodachi.
-Decapiterò il dragone e poi bagnerò il mio corpo con il suo sangue!-
Shiryu sorrise.
-Hai sbagliato, il mio non è quel tipo di drago!-
-Non importa!-
La lama della Nodachi cominciò ad illuminarsi di bianco e ad emanare piccole scariche elettriche.
-Rakurai Yaiba!-
Lanciò una lama di energia elettrica che Shiryu evitò saltando all'indietro. Quando la lama raggiunse il pavimento, provocò lo stesso suono di un tuono.
-Non avevo sbagliato a giudicarti. Sei davvero un tipo pericoloso!-
-Grazie!-
Taysuke sollevò in aria la sua arma e gridò:
-Jigoku Inazuma!-
-Cos...?-
Un fulmine, sbucato dal nulla, colpì in pieno Shiryu che urlò di dolore. Una volta finito, cadde a terra.
-Già finito? Ti credevo più forte! Che delusione!-
Shiryu, a fatica, si rialzò.
-Ah, ecco! Mi sembrava troppo facile!-
Il saint del dragone bruciò il suo cosmo.
-Rozan Shoryuha!-
-Tsk!-
Per nulla impressionato, Taysuke tagliò il colpo con un solo fendente.
-Cosa?-
-Devi saper fare meglio di così, amico!-
-Se è questo che vuoi... Rozan Ryuhisho!-
Shiryu si gettò contro il suo avversario, ma quando lo raggiunse, fu colpito da una potente scarica elettrica che lo fece di nuovo urlare di dolore e cadde a terra supino.
-Ma che diavolo...?-
Si rese conto che il corpo di Taysuke emanava elettricità. Era come se fosse avvolto da uno scudo elettrico impenetrabile.
-A... assurdo!-
-Grazie alla Denki Ora non puoi toccarmi. E sai qual è la cosa più divertente?-
-N... No!-
-Che posso concentrarla nelle mie mani e lanciartela contro!-
-Che?-
Taysuke rimise la Nodachi al suo posto, le sue mani cominciarono a brillare ed emanare elettricità, si mise nella stessa posa di Goku quando si prepara a lanciare la Kame Hame Ha, la sfera di energia elettrica si formò e la sparò contro il saint di Atena. La botta fu incredibile, ma con grande rammarico dello Shogun, la sfera non aveva colpito il suo avversario, ma lo scudo.
-Quello scudo è potente!-
-Già! Non sai quanto!-
-Dovrò liberartene!-
-Non te lo permetterò! Rozan Shoryuha!-
Questa volta, il colpo andò a segno, ma Taysuke riatterrò in piedi con tranquillità. Sembrava non essersi fatto neanche un graffio.
-Come diavolo hai fatto?-
-Hai già dimenticato? Sono avvolto dalla Denki Ora!-
-Ah, già!-
-Ora è il mio turno! Denki Arashi!-
Roteò su se stesso come una trottola e lanciò numerosi fulmini che colpirono Shiryu facendolo soffrire. Al decimo colpo andato a segno, il ragazzo cadde a terra prono.
-È tempo di morire!-
-No... non ancora!- disse rialzandosi.
-Osi rialzarti?-
-R... Rozan Shoryuha!-
Taysuke fu di nuovo scaraventato in aria, ma riatterrò di nuovo con i piedi ben saldati in terra neanche fosse un gatto.
-Maledetto!-
-Andiamo, è questo il meglio che sai fare? Ti facevo più in gamba. Forse non sei quel drago che credi di essere!-
-Fai silenzio! Rozan...-
Taysuke, rapidamente, colpì Shiryu con una ginocchiata al petto facendolo inginocchiare. Dopodiché sguainò di nuovo la sua Nodachi.
-Jigoku Inazuma!-
Shiryu fu colpito dal fulmine, urlò con tutto il fiato che aveva e, una volta finito, cadde a terra prono.
-Che tristezza. Forse quel tipo biondo del cigno o quell'altro della fenice mi avrebbero fatto divertire di più!-
A un tratto, comparvero delle piccole crepe sul kabuto e sul petto.
-Cosa? Sei riuscito a penetrare la mia Denki Ora?-
-Co... Così smetterai di prendermi sottogamba!- disse il saint rialzandosi.
-Uhm... capisco. Forse hai ragione!-
Shiryu tornò a bruciare il suo cosmo. Taysuke rimase stupito da quanto forza avesse ancora, nonostante sembrasse in fin di vita fino a poco fa.
-Sorprendente!-
-Rozan...-
-Rakurai Yaiba!-
Shiryu parò il colpo, ma fu comunque scaraventato a terra.
-Ora basta. Muori! Denki Arashi!-
Lo Shogun dell'elettricità tornò a girare su se stesso lanciando innumerevoli fulmini che colpirono il povero Shiryu senza pietà. Il ragazzo s'inginocchiò per la fatica.
-Preparati a essere squartato, dragone!-
Shiryu alzò la testa, si concentrò e quando riuscì a individuare ciò che cercava, bruciò il suo cosmo, alzò il braccio al cielo e gridò:
-Excalibur!-
Lanciò la lama dorata verso il suo avversario che, rapidamente, smise di girare su se stesso e la evitò buttandosi a destra.
-Un drago che usa una spada? Bizzarro!-
Shiryu ne lanciò un altro, ma il suo avversario la annullò con una Rakurai Yaiba.
-La mia Nodachi è più potente!-
-È tutto da dimostrare!-
-Tsk!-
La sollevò al cielo e Shiryu ne approfittò lanciandole contro un'altra Excalibur. Il colpo andò a segno, ma la spada era ancora integra. Shiryu espresse il suo rammarico stringendo i denti. Taysuke, invece, rise.
-Te l'avevo detto! E ora... Jigoku Inazuma!-
Un altro fulmine cadde su Shiryu e il ragazzo, dopo aver urlato, ricadde a terra prono.
-Stavolta è finita!-
Non appena disse questo, la lama della Nodachi si spezzò e cadde a terra.
-Che... che cosa? Non ci credo! È impossibile!-
Shiryu rise e si rialzò lentamente come al solito.
-Che cos'hai da ridere, stupido saint di Atena? Ti farò passare io la voglia di ridere!-
-Sei così arrabbiato perché ora che hai perso la tua arma non sai più come attaccarmi?-
Anche Taysuke cominciò a ridere.
-Povero illuso! Guarda qua!-
Alzò un dito al cielo.
-Jigoku Inazuma!-
Il fulmine fu lanciato, ma stavolta, Shiryu lo evitò scansandosi.
-Cosa?-
-L'hai usato troppe volte. Ormai non ha più effetto su di me!-
-Ma non dire baggianate!-
Lo rilanciò di nuovo e di nuovo il saint lo evitò.
-E va bene, se la metti in questi termini...-
Il corpo dello Shogun tornò a emanare elettricità e tornò a girare su se stesso. Prima che potesse lanciare i fulmini, però, Shiryu usò il Rozan Ryuhisho, incurante della Denki Ora e riuscì a colpire lo Shogun con una forte spallata buttandolo a terra. Non senza essere colpito a sua volta da una scarica elettrica ovviamente. Taysuke rimase sbalordito da tutto ciò.
-Tu sei un pazzo temerario!-
Shiryu sorrise, mentre il suo avversario si rialzò.
-Ora ti farò assaggiare il mio colpo più potente! Considerati onorato. Sei la prima persona che mi costringe a tanto!-
Shiryu si mise subito sulla difensiva, mentre Taysuke bruciava il suo cosmo elettrizzante.
-Addio, Shiryu! Kaminari Ken!-
Dal pugno sinistro lanciò un globo di energia elettrica che colpì il saint in pieno, rimase in piedi per qualche secondo e ricadde a terra prono. Taysuke rise soddisfatto.
-È finita!-
Smise di ridere di colpo, non appena avvertì il cosmo di Shiryu che continuava a bruciare intensamente.
-Non... non è possibile. È assurdo! Perché diavolo non è morto? Eppure, ha preso in pieno il mio Kaminari Ken!-
Il bronze saint si rialzò.
-Come... come dissi una volta, il dio della morte mi detesta. Non gli piace la mia anima!-
Taysuke deglutì.
-Tu... non sei un umano!-
-Può darsi. Altrimenti non mi spiego come riesco a sfuggire alla morte!-
Il samurai, furioso, concentrò nelle mani la Denki Ora, si mise in posizione e la lanciò di nuovo contro il nostro eroe che, però, la evitò con un salto e atterrò alle spalle del suo avversario.
-Rozan...-
Non finì la frase, perché un fulmine lo colpì. Era leggero, non era potente come al solito.
-Era debole. Sei stanco, oppure...-
-No, l'ho fatto apposta giusto per allontanarmi da te! Ma riuscirò ad ammazzarti, stanne certo!-
Tornò a girare su se stesso.
-Denki Arashi!-
I fulmini colpirono Shiryu che però, si sforzava a restare in piedi. Bruciò il suo cosmo, alle sue spalle comparvero la figura del drago e, al suo fianco, la spada Excalibur.
-Guidami Shura! Excalibur!-
Taysuke lo prese in pieno e smise di girare dandogli le spalle.
-Male... detto! Sei solo... un lurido... bronze saint! Che vergogna!-
Il kabuto si spezzò in due e cadde a terra. Lentamente, anche il suo corpo cominciò ad aprirsi in due e cadde all'indietro.
-Mi dispiace. È la seconda volta che finisce in questo modo...-
Shiryu osservò la scalinata, la sua vista cominciò ad offuscarsi e anche lui, come era successo a Seiya, cadde a terra prono. Al piano di sopra, i due contendenti si stavano scrutando dalla testa ai piedi.
-Io sono Hyoga del cigno!- si presentò il biondo bronze saint mettendosi in posizione d'attacco.
Lo Shogun sorrise e impugnò la sua arma: un arco dal colore dorato.
Nota 31: Taysuke è ovviamente ispirato a Sami Della Luce.
Nota 32: I suoi capelli bicolore sono ispirati a quelli del wrestler WWE Seth Rollins.
Nota 33: Rakurai Yaiba significa Lama Saetta, Jigoku Inazuma significa Fulmine Infernale, Denki Ora significa Aura Elettrica, Denki Arashi significa Tempesta Elettrica e Kaminari Ken significa Pugno Di Tuono.
Nota34: Il titolo del capitolo è lo stesso di una canzone degli U2.
Capitolo 12:
I Talk To The Wind
-Il mio nome è Sho, il Samurai Dell'Aria!-
La yoroi di Sho era di colore blu. Il suo kabuto era di tipo eboshi con due piccole corna dorate ai lati e anche i suoi occhi erano blu. Hyoga guardò l'arco in suo possesso.
-Non ricordavo che i samurai usassero gli archi!-
-Oh, li usavano eccome!- disse ridendo.
Il bronze saint fece spallucce e cominciò a bruciare il suo cosmo.
-Assaggia il potere del freddo! Diamond Dust!-
Lo Shogun lo prese in pieno e si ritrovò imprigionato in un blocco di ghiaccio.
-Dovrei restare impressionato?- chiese.
-Che... che cosa?-
Il blocco di ghiaccio si distrusse con estrema facilità.
-Accidenti...-
-Se non vado errato, tu hai sconfitto Oniji, ma se credi che io sia debole come lui, ti sbagli di grosso!-
Hyoga indietreggiò leggermente. Sho colpì Hyoga con un calcio allo stomaco cogliendolo di sorpresa e cadde a terra.
-Come puoi vedere, sono veloce come il vento!-
-Sì... vedo...- disse riprendendo fiato e rialzandosi.
Dopodiché, il suo avversario impugnò il suo arco e bruciò il suo cosmo.
-Ko... Koltso!-
I cerchi di ghiaccio comparvero attorno al corpo del samurai che, però continuò a non restare impressionato. Infatti, colpendo leggermente i cerchi con il suo arco, li fece sparire.
-Dov'eravamo? Ah, sì, ora ricordo!-
Bruciò il suo cosmo, tese l'arco e si preparò a scoccare una freccia.
-Non te lo permetterò, specie di Sagittario dei poveri! Kholodny Smerch!-
Sho fu scaraventato in aria dal tornado freddo, ma nonostante tutto, prese accuratamente la mira e gridò:
-Tenya!-
Scoccò la freccia che fu avvolta da energia blu e si diresse velocemente verso Hyoga che, però, la evitò per un soffio. Quando, però, la freccia raggiunse terra provocò una leggera esplosione scaraventando Hyoga contro una parete della stanza. Sho, nel frattempo, era tornato a terra senza alcun danno.
-Sei stato bravo a evitarla, ma vediamo come te la caverai adesso: Tenya!-
Lanciò una freccia che, magicamente, diventarono una decina. Hyoga si alzò, bruciò il suo cosmo e le frecce si schiantarono contro qualcosa esplodendo e facendolo crollare.
-Il muro di ghiaccio? Sei furbo, ragazzino. Siamo sicuri che la tua costellazione non sia la volpe?-
Hyoga sorrise e tornò a bruciare il suo cosmo.
-Visto che dieci non sono sufficienti...-
Sho si piegò all'indietro e scoccò la freccia in alto. Hyoga lo guardò inarcando un sopracciglio. La freccia, non appena raggiunse il soffitto, scomparve nel nulla.
-Che... significa?-
Sho non gli rispose. Si limitò a sorridergli. All'improvviso, un numero impressionante di frecce energetiche cominciarono a piovere su Hyoga che, purtroppo, non poté far altro che prenderle in pieno. Sembrava di assistere a uno spettacolo di fuochi d'artificio, ogni volta che le frecce andavano a segno. Una volta finito, Hyoga era terra prono, ma nonostante tutto, respirava ancora e il cloth era intatto.
-Come hai fatto a sopravvivere? È assurdo!-
-Non... ci arrivi?- chiese il saint del cigno rialzandosi lentamente.
Sho fece scena muta.
-Il muro di ghiaccio! È stato lui a salvarmi. Le tue frecce lo hanno distrutto e solo alcune sono riuscite a colpirmi!-
Lo Shogun schioccò le dita.
-Avrei dovuto sospettarlo! Maledetto saint! Mi hai davvero stancato!-
-Anche tu a me! Diamond Dust!-
Sho parò il colpo con una sola mano.
-È inutile!-
-Staremo a vedere! Kholodny Smerch!-
Di nuovo, Sho fu scaraventato in aria, ma riatterrò con tranquillità.
-Ma come diavolo fai?-
-Hai dimenticato il mio elemento? Il tuo colpo, anche se costituito di ghiaccio, è pur sempre vento. Io non faccio altro che creare un altro piccolo vortice così da annullarlo!-
-Maledetto!-
-E ora muori!-
Si preparò a scoccare un'altra freccia, ma stavolta, Hyoga diresse il Diamond Dust su di essa e sull'arco ghiacciandoli.
-Cosa?-
Hyoga compì un salto tendendo la gamba e distrusse l'arco ghiacciato come se fosse fatto di vetro.
-Ora sei disarmato!-
Sho guardò la sua arma distrutta, poi rivolse lo sguardo sul suo avversario.
-Non esaltarti troppo. L'unica cosa differente è che ora combatteremo ad armi pari!-
-È proprio quello che voglio! Diamond Dust!-
Sho lo prese in pieno e cadde a terra, però si rialzò subito agilmente.
-Hai distrutto il mio arco. Ora te ne pentirai perché avresti preferito mille volte essere ucciso da quello piuttosto che dai miei colpi più potenti!-
-Le minacce non mi fanno paura!-
-Cambierai presto idea, stanne certo!-
Sho iniziò a bruciare il suo cosmo di colore blu come la sua yoroi, dopodiché cominciò a muovere le braccia in maniera strana. Ad ogni movimento, provocava forti folate di vento che costringevano Hyoga a pararsi il volto con le braccia, mentre sentiva il suo corpo indietreggiare leggermente e sulle parti scoperte del suo corpo come il viso o le braccia, comparivano piccoli graffi.
"Che... che potenza spaventosa!" pensò.
-Leggo sconcerto nei tuoi occhi. Ti stai già pentendo!-
-Non sottovalutarmi! Sono un saint di Atena. Non uno stupido Shogun come te!-
-Ti farò pentire di essere venuto al mondo!-
Le folate di vento diventarono sempre più forti, dopodiché si mise in posa e lanciò il suo colpo segreto.
-Tsuyoi Kaze Ken!-
Hyoga fu investito da una folata di vento così potente da scaraventarlo contro una parete.
-Sei rimasto sorpreso, saint del cigno?-
Hyoga ci mise qualche secondo a riprendersi per rispondere.
-Sì, molto sorpreso, ma nulla più! Il tuo colpo è potente, ma non così tanto come credi!-
-Che cosa? Come osi?-
-È la verità! Se fosse stato davvero potente, io non starei ancora qui a parlare!-
Sho iniziò a tremare di rabbia.
-Come osi prendermi in giro, lurido saint che non sei altro? Io ti...-
-Diamond Dust!-
Stavolta, Sho non parò il colpo, ma si limitò a rispedirlo al mittente con una folata di vento, costringendo Hyoga a riprendere i cristalli di ghiaccio con una mano. Lo Shogun, provocò un altra folata di vento che costrinse il giovane saint a pararsi con entrambe le braccia. All'improvviso, però, fu colpito da un pugno violentissimo allo stomaco che lo fece barcollare. Sho gli afferrò la nuca e lo colpì con una ginocchiata sempre allo stesso punto. Hyoga si inginocchiò per il dolore e il suo nemico ne approfittò per dargli un calcio sul mento scaraventandolo a terra.
-Hai... hai la coda di paglia?-
-E tu hai ancora il coraggio di dare fiato alla bocca? Dovrei strapparti la lingua con le mie mani!-
-Se la vuoi, vieni a prenderla! Kholodny...-
S'interruppe, perché Sho tornò a provocare folate di vento.
-Tsuyoi Kaze Ken!-
Hyoga, per la terza volta, si schiantò contro la parete.
-Non c'è due senza tre!- disse tra sé.
Sho continuò a bruciare il suo cosmo e il vento diventò sempre più forte.
-Eccoti il colpo di grazia! Chishi Arashi!-
Hyoga fu investito da un vero e proprio vortice e si sentì come se le sue ossa andassero in frantumi. Una volta finito, il guerriero di Atena era a terra prono.
-È finita!-
-Co... continua a sognare!-
-Cosa? No, è assurdo. Devo essermelo immaginato. Non può essere sopravvissuto!-
Invece, il saint si rialzò. Sho rimase senza parole.
-A... assurdo! Adesso mi spieghi come hai fatto a sopravvivere. Dovresti essere un cadavere con le ossa a pezzi!-
-È vero, ma ho usato il colpo del mio maestro, il Freezing Coffin, su me stesso per proteggere il mio corpo dalla forza centrifuga del vortice! Ha resistito abbastanza, finché non ha ceduto e si è distrutta, ma ha comunque svolto bene il suo compito! Si è distrutta poco prima che il vortice scomparisse!-
Sho non poteva credere alle sue orecchie.
-Tutto ciò... è assurdo!-
-È finita, Sho!-
-Non credo proprio!-
Tornò ad agitare le braccia provocando folate di vento.
-È tutto inutile. Conosco bene questo colpo! Non funzionano due volte su un saint!-
-Ne sei convinto? Tsuyoi Kaze Ken!-
Contro sua ogni previsione, Hyoga fu di nuovo scaraventato contro il muro e si ritrovò a terra.
-Incredibile! L'eccezione che conferma la regola!-
Non appena rialzò la testa, Sho era davanti a lui e iniziò a prenderlo a pedate sulla schiena. Alla settima pedata, Hyoga rotolò e poté rialzarsi. Con una velocità fulminea, Sho lo colpì con un braccio teso buttandolo a terra. Stava usando la sua velocità del vento per colpirlo di continuo.
-Prova a fermarmi se ci riesci!-
-Presto detto: Koltso!-
I cerchi, però, non riuscirono a formarsi attorno a lui mancandolo.
-Spiacente!-
Hyoga non poté far altro che subire, finché Sho non lo colpì con un forte montante che lo sollevò in aria e ricadde a terra supino pesantemente.
-Alzati che ne ho ancora!-
Il ragazzo si alzò a suo rischio e pericolo e infatti, lo Shogun tornò a colpirlo. All'ennesimo colpo, però, a un tratto Sho non riuscì a muoversi. Era come se avesse i piedi incollati al pavimento.
-I miei piedi... sono ghiacciati? Ma quando lo hai...?-
Hyoga non gli rispose. Stava bruciando il suo cosmo e si era messo nella posa dell'Aurora Execution.
-Credi di spaventarmi? Questa volta ti distruggerò e nessuna bara di ghiaccio potrà salvarti!-
Bruciò il suo cosmo e il vento cominciò a soffiare fortissimo. I due guerrieri erano concentratissimi e i loro occhi erano puntati l'uno sull'altro.
-Aurora Execution!-
-Chishi Arashi!-
I due colpi sembarono scontarsi, ma in realtà l'Aurora Execution ebbe la meglio sulla Chishi Arashi annullandola. Sho, avendo i piedi ghiacciati, non poté evitare la sfera dorata e la prese in pieno. La sua yoroi andò in pezzi, privo del kabuto si poterono vedere i suoi capelli corti e blu, e cadde a terra prono.
-Sono stato sconfitto! Che umiliazione!-
-Potevi arrenderti, così te la risparmiavi!-
-Giammai!-
Detto questo, morì.
-Peggio per te...- disse Hyoga.
Dato che aveva usato tutta la sua forza nel lanciare l'Aurora Execution cominciò a barcollare e cadde a terra anche lui in posizione prona.
Nota 35: Sho è ovviamente ispirato a Kimo Del Cielo.
Nota 36: Il nome, e anche leggermente l'aspetto, sono gli stessi del Cavaliere D'Acciaio/Steel Saint Shadir/Sho.
Nota 37: Tenya significa Frecce Celesti, Tsuyoi Kaze Ken significa Potente Colpo Di Vento e, il modo in cui viene lanciato, s'ispira al colpo segreto di Devil dal manga di Ken Il Guerriero
e Chishi Arashi significa Tempesta Mortale.
Nota 38: Il titolo del capitolo è lo stesso di una canzone dei King Crimson.
Capitolo 13:
Like A Rolling Stone
-Ben arrivati!- disse lo Shogun.
-Grazie dell'accoglienza. Sarò io il tuo avversario! Sono Shun di Andromeda!- disse facendo un passo avanti.
Ikki, però, lo fermò.
-Ci penso io a lui!-
-Perché, fratello?-
-Perché non ho ancora avuto il piacere di combattere contro queste pessime imitazioni di samurai. Ecco perché!-
-Pessime imitazioni di samurai? Sei per caso stanco di vivere, saint di Atena?- disse il suo avversario.
-Assolutamente no! Figurati! Quello che mi sembra stanco di vivere sei tu. Ci penso io a darti una mano!-
-Che paura... io sono Daichi, il Samurai Della Terra. Non devi sottovalutarmi!-
Ikki ignorò le sue parole e disse a Shun di andare avanti.
-Ti pentirai di aver ignorato le mie parole!-
-Io sono Ikki della fenice e non mi pento mai di nulla!-
Daichi indossava una yoroi di colore arancione. Aveva un Hoshi kabuto con un maedate tondo. I suoi occhi erano arancioni, e impugnava una Naginata, una sorta di lancia, con l'impugnatura più corta rispetto a una normale, e con la lama ricurva.
-Preparati, saint della fenice!- disse bruciando il suo cosmo.
-Anche tu!- disse facendo altrettanto.
Anche la lama della Naginata s'illuminò e Daichi iniziò a rotearla sulla sua testa. Compì un salto e mentre era in aria gridò:
-Iwa Ame!-
Dal soffitto piovvero numerose sfere di roccia. Ikki, con molta non curanza, le distrusse tutte con un solo colpo.
-Dovrei essere impressionato?-
Daichi rimase stupefatto e tornò in terra.
-Proviamo così!-
La lama s'illuminò di nuovo e sei sfere di roccia roteavano in cerchio sulla sua testa.
-Prendi!-
Il cerchio di rocce si diresse verso Ikki che, però, sempre senza battere ciglio, le distrusse tutte e sei con solo l'aiuto dei suoi pugni.
-Sei deludente!-
-Chiudi quella fogna, maledetto!-
Tornò a far roteare come un'elica la Naginata sulla sua testa, ma Ikki, con uno scatto fulmineo, lo colpì al petto con una gomitata e poi un montante che gli fece volare via il kabuto che cadde a terra mostrando così i suoi capelli corti e verdi. Dopodiché, gli afferrò l'arma. Daichi sorrise.
-Stupido!-
Il saint della fenice fu colpito da una violenta scarica elettrica che lo fece urlare, ma nonostante soffrisse, continuò a tenere ben stretta la mano sull'arma.
-Vuoi morire? Molla la presa!-
-Taci!-
Riuscì a strappargliela dalla mano, la lanciò lontano e la distrusse con il suo colpo.
-Dannazione. Non sapevo questa cosa delle vostre armi intoccabili...- disse a fatica e barcollando.
-Complimenti per la resistenza. Sono colpito. Davvero!-
-Ora... ora che non hai più la tua Naginata, non puoi più combattere!- disse inginocchiandosi.
-E chi l'ha detto, scusa?-
-Co... come?-
Alzò le braccia al cielo e creò una nuova pioggia di roccia. Stavolta, Ikki non riuscì a reagire a causa della sua debolezza e si lasciò seppellire.
-Che ridicolo! Davvero un presuntuoso antipatico! Era tutto fumo e niente arrosto!- disse Daichi con un sorriso.
Sorriso che si spense subito quando avvertì chiaramente il cosmo del suo nemico.
-Houyoku Tensho!-
Le rocce si disintegrarono e Ikki era in piedi che ardeva il suo cosmo, mentre alle sue spalle comparve la figura fiammeggiante della fenice.
-Stupefacente! Urge rimediare!-
-Houo Genmaken!-
Ikki lanciò il suo colpo sulla fronte del suo avversario.
-Cosa mi hai fatto?-
-Aspetta e vedrai!-
Lo Shogun eseguì e si mise a braccia conserte. Passò qualche minuto, ma non accadde nulla.
-Allora? Doveva succedere qualcosa?-
-Ma... non capisco... cosa...?-
-Non te ne sei accorto?-
-Eh?-
Solo allora comprese di cosa stava parlando. Il volto di Daichi era diventato di pietra.
-Co... cosa significa questo?-
-Non l'hai ancora capito? È la mia Iwa Henko. Ora il mio corpo è diventato di pietra. Sono praticamente diventato una statua vivente . Per questo il tuo colpo misterioso e insignificante non ha avuto alcun effetto.-
-Non ci posso credere!-
Daichi sorrise e con uno scatto fulmineo, colpì Ikki con una ginocchiata. Il colpo era molto più doloroso ora che il suo corpo era diventato duro come la pietra. Non appena s'inginocchiò, Daichi unì le mani e lo colpì alla schiena. La botta fu davvero terribile.
-Da... Dannazione!-
Riuscì a rialzarsi e Daichi sorrise.
-Che te ne pare? Iwa Ken!-
Ikki si beccò il pugno, durante l'impatto con esso si sentì chiaramente il tipico rumore di una mascella che si frantuma, che lo scaraventò contro una parete. Nonostante ciò, però, Ikki si rialzò e la risistemò come nulla fosse.
-Complimenti per la resistenza. Hai tutto il mio rispetto, amico!-
-Non chiamarmi amico!-
-Come vuoi!-
Daichi compì un salto e cercò di colpirlo di nuovo con un pugno, ma Ikki lo evitò.
-Non scappare. Giochiamo insieme!-
Creò una grossa sfera di roccia e la lanciò come se fosse una palla da bowling.
-Houyoku Tensho!-
La sfera si distrusse, ma le schegge colpirono Ikki come se fossero proiettili e alcuni si conficcarono nella carne delle parti non protette dal cloth.
-Maledetto...-
Daichi rise come un matto.
-È davvero uno spasso! Questo, però, mi ha suggerito un'idea!-
-Cosa?-
Piccoli sassi si unirono magicamente formando due enormi aculei di roccia molto affilati.
-Ora ti trasformerò in uno spiedino di fenice!-
Detto ciò, li lanciò contro il suo avversario che, però, li distrusse con l'Houyoku Tensho.
-Non ho alcuna intensione di diventare uno spiedino!-
-Peccato...-
Ikki compì un gesto fulmineo e colpì Daichi al volto. Purtroppo, però, aveva dimenticato che era diventato di pietra e la sua mano, nonostante fosse protetta dal cloth, si frantumò.
-Sei un idiota. lasciatelo dire!-
Stava per colpirlo con l'Iwa Ken, ma Ikki lo evitò saltando all'indietro.
-Non c'è speranza e nessun modo che tu possa sconfiggermi!-
-Oh, povero illuso. In realtà un modo per sconfiggerti c'è!-
-Non dire panzane! Stai bluffando!-
-Anche una delle vostre stupide kunoichi me l'ha detto. E puntualmente, si è dovuta ricredere!-
Ikki rimase immobile con gli occhi chiusi bruciando a più non posso il suo cosmo.
-Che cosa stai facendo? Ogni sforzo è inutile. Smettila di renderti ridicolo!-
Ikki spalancò gli occhi e gridò:
-Houyoku Tensho!-
Daichi fu scaraventato, con sua grande sorpresa, contro una parete, mentre la sua yoroi andò in pezzi. Quando si rialzò, cominciò a ridere.
-Te l'avevo detto che il tuo era solo uno spreco inutile di energie!-
Ikki sorrise senza dire nulla.
-Che hai da sorridere?-
-Non te ne sei accorto? Il mio non è stato affatto uno speco di energie!-
-Cosa?-
A un tratto, sul suo corpo da statua vivente cominciarono a formarsi piccole crepe.
-Che cosa? Il mio corpo sta... non è possibile!-
-Come statua non eri granché. Alla fine distruggerti non è stato un male. Nessun museo ti avrebbe voluto!-
-Ma... maldetto saint! Come hai fatto?-
-Ho distrutto i tuoi atomi. Questa è la prima lezione che viene impartita a tutti coloro che vogliono diventare saints!-
-Brutto schifo...-
Daichi non finì la frase e andò completamente in pezzi. Ikki scacciò la polvere con la mano e cominciò a correre verso il piano superiore.
Nota 39: Daichi è ovviamente ispirato a Shido Della Terra.
Nota 40: Il nome, e anche leggermente l'aspetto, sono gli stessi del Cavaliere D'Acciaio/Steel Saint Benam/Daichi.
Nota 41: Iwa Ame significa Pioggia Di Rocce, Iwa Henko significa Trasformazione In Roccia, Iwa Ken significa Pugno Di Roccia.
Nota 42: Il titolo del capitolo è lo stesso di una canzone di Bob Dylan.
Capitolo 14:
Water Carrier
L'ultimo Shogun, era il più giovane di tutti. Mentre gli altri avevano dai sedici ai venti anni, lui ne aveva quattordici. La sua yoroi era di colore verde acqua. Il suo kabuto era di tipo sujibachi, i suoi occhi erano viola, i capelli erano lunghi fino alle spalle e bordeaux e impugnava una yari, ovvero, una lancia.
-Non mi aspettavo fossi così giovane!- disse Shun con un velo di tristezza sul volto.
-Capita!-
-Io sono Shun di Andromeda!-
-Il mio nome è Ushio. Sono il Samurai Dell'Acqua!-
-Preparati alla lotta, samurai!-
-Non aspettavo altro!-
Shun utilizzò subito la rolling defence, ma Ushio non era affatto impressionato.
-Cominciamo con qualcosa di facile! Kaimetsuteki Mizu Nami!-
Dalla sua yari lanciò il suo colpo, come se fosse un fucile, e Shun fu scaraventato lontano da un grosso cavallone nonostante la rolling defence.
-Dannazione!- disse rialzandosi.
-Ti è piaciuto?-
-Per niente!-
-Ah no? Allora un altro giro!-
E così, Shun fu colpito di nuovo.
-La tua catena è praticamente inutile!-
-Attento a quel che dici! Stai a guardare! Thunder Wave!-
La catena con il triangolo raggiunse lo Shogun facendogli volare via il sujibachi kabuto.
-Niente di che! Si tratta alla fin fine di un colpo davvero banale! Questo, è un vero colpo!-
Bruciò il suo cosmo azzurro, e si poté avvertire chiaramente il rumore delle onde del mare che s'infrangono sugli scogli, e roteò la sua yari sulla sua testa.
-Tatsumaki Kaiyo!-
Lanciò un tornado d'acqua che investì in pieno il suo avversario. Nonostante ciò, però, Shun si rialzò.
-Come... come è possibile che tu riesca a alzarti ancora? Possibile che il mio Tatsumaki Kaiyo non ha avuto effetto?-
-È possibile e sai perché?-
-Perché?-
-Il tuo colpo non è molto diverso dal Big Tornado di Io Di Scilla, uno dei sette generali Marine al servizio di Poseidon. Di conseguenza, un colpo già utilizzato non ha più effetto contro un saint!-
-Questa sì che è proprio bella. Sei stato davvero fortunato!-
Shun lanciò le sue catene e Ushio si ritrovò legato come un salame dal Great Capture.
-Ora non potrai più fare nulla!-
-E mi lasci così?-
-Preferisco. Non voglio uccidere una persona così giovane!-
-Che essere disgustoso. Mi fai schifo!-
Con poco sforzo, Ushio distrusse le catene liberandosi.
-Kaimetsuteki Mizu Nami!-
Fu di nuovo scaraventato lontano e, di nuovo, si rialzò.
-Dannazione. Allora vuoi il gioco pesante! Ti accontento subito!-
Con uno scatto fulmineo, colpì Shun con un montante sollevandolo in aria. Non appena il suo corpo fu a testa in giù, Ushio saltò, lo afferrò avvinghiandogli bene le braccia e le gambe attorno all'addome, tornò a bruciare il suo cosmo, mentre alle sue spalle comparve la figura di una cascata, e gridò:
-Gekiretsu Taki!-
Si gettò come un proiettile e Shun sbatté la testa sul pavimento di legno con violenza inaudita e cadde prono.
-È finita!- disse Ushio ridendo.
Shun, però, con fatica si rialzò.
-Non... non ci posso credere! Dovresti essere morto!-
-Che posso dire? Ho la testa dura?-
-Tu... brutto...-
Ripeté la cosa e per la seconda volta, la testa di Shun ebbe un incontro ravvicinato con il pavimento del castello. Eppure, si rialzò di nuovo lasciando il giovane Shogun senza parole e con la bocca aperta.
-Non... ci... credo!-
Le catene si rigenerarono e Shun le utilizzò subito.
-Thu... Thunder Wave!-
Ushio fece in modo che la catena si avvinghiasse alla sua yari. Dopodiché, tirò a sé il saint di Andromeda e lo colpì con un calcio rotante buttandolo a terra.
-Ora basta. Stavolta ti sconfiggerò sul serio! Eccoti il mio colpo più potente! Morestu Genko!-
Il colpo, lanciato come la Kame Hame Ha di Goku, prese in pieno il saint di Andromeda che, di nuovo, fu scaraventato lontano. Eppure, si rialzò facendo infuriare lo Shogun.
-È inaudito! Sei sopravvissuto perfino a questo? Ma com'è possibile?-
-Non saprei cosa risponderti, sinceramente! Forse è opera di Atena! Non so!-
Ushio bolliva di rabbia. Fece roteare la sua yari e cominciò a correre verso di lui, quando qualcosa gli bloccò i movimenti.
-Che succede? Non riesco a muovermi. E che cos'è questa... "nebbia"?-
-È il Nebula Stream! Ti consiglio di non fare movimenti bruschi, altrimenti...-
-Chiudi il becco!-
Puntò la sua yari e lanciò il Tatsumaki Kaiyo.
-Nebula Storm!-
I due colpi si scontrarono ed entrambi i guerrieri furono scaraventati lontano. La yari di Ushio, nel mentre, si spezzò. Poco dopo, Shun si rialzò senza un graffio, mentre Ushio, che anche lui sembrava illeso, cominciò a perdere la yoroi che cadeva lentamente in pezzi.
-Sconfitto da un essere patetico come te! Non c'è cosa più umiliante!-
-Avrei preferito non ucciderti. Eri solo un bambino. Un bambino condizionato dal male!-
-Siete voi il male, non il signor Jorgon. Lui vuole portare la pace sul mondo!-
-Appunto! Non sai quello che dici. Mi spiace per te. E tanto!-
-Continua pure a farneticare. Il signor Jorgon ti spedirà all'inferno insieme ai tuoi amici. E io ti aspetterò con ansia!-
Detto questo, cadde a terra supino e morì. Anche Shun stava per cadere a terra, ma fu afferrato al volo da Ikki.
-Shun!-
-Fratello, ciao! Non preoccuparti per me. Prosegui la corsa. Io... io ti raggiungerò. Non temere!-
Ikki annuì.
-D'accordo!-
Aiutò il fratello a stendersi a terra e corse verso l'ultimo piano.
-Sto arrivando Jorgon!-
Come se lo avesse sentito, il demone sul suo trono sussurrò:
-Ti sto aspettando, fenice!-
Nota 43: Ushio è ovviamente ispirato a Simo Dell'Acqua.
Nota 44: Il nome, e anche leggermente l'aspetto, sono gli stessi del Cavaliere D'Acciaio/Steel Saint Lear/Ushio.
Nota 45: Kaimetsuteki Mizu Nami significa Onda D'Acqua Devastante, Tatsumaki Kaiyo significa Tornado Marino, Gekiretsu Taki, significa Cascata Impetuosa, Moretsu Genko significa Corrente Furiosa ed è ispirato all' Edging Current Crasher di Caron di Acheronte.
Nota 46: Il titolo del capitolo è lo stesso di una canzone di Ian Anderson.
Capitolo 15:
Lo Scontro Finale
Ikki arrivò all'ultimo piano, ma la stanza era completamente vuota. Non vi era traccia né di Jorgon né di Atena.
-Dove diavolo sono?- si chiese.
-Cercavi me, saint della fenice?- disse una voce.
-Jorgon! Dove sei, maledetto?-
Si sentì il rombo di un tuono venire da fuori. Poi la stanza cominciò ad illuminarsi grazie a numerose torce appese alle pareti. E, in mezzo alla stanza, comparve Jorgon seduto su un trono nero. La sua yoroi, che un tempo era di proprietà del leggendario Oda Nobunaga, era nera come la pece e indossava una maschera rossa da oni, le creature del folclore giapponese, con le orbite vuote e i denti aguzzi.
-Quindi saresti tu Jorgon!-
-In carne ed ossa... se così posso dire dato che sono solo uno spirito demoniaco all'interno di una yoroi!-
-Dov'è Atena?-
Il demone non rispose. Si limitò a indicare un angolo della stanza alla sua sinistra. Saori era seduta all'interno di un'enorme clessidra dalla quale scendevano, lentamente, gocce di un liquido verde fosforescente e aveva lo sguardo perso nel vuoto.
-Atena!- gridò Ikki.
Lei si girò verso di lui, ma non ebbe altre reazioni.
-È inutile che la chiami. Quel liquido verde l'ha privata di ogni forza. Più la clessidra si riempirà e più il suo inutile corpo umano, ma anche il suo spirito, scompariranno per sempre!-
-Maledetto! Houyoku Tensho!-
Jorgon lo prese in pieno, ma al contrario del suo trono nero che andò in pezzi, non subì alcun danno né si spostò di un centimetro.
-Hai fatto qualcosa? Non ho sentito niente!-
Ikki digrignò i denti.
-Houyoku Tensho!-
Di nuovo, non era accaduto nulla. Jorgon sguainò la sua arma: la Odachi.
-L'arma giusta per te!- disse Ikki.
Jorgon sorrise, anche se a causa della maschera da Oni non si poteva vedere.
-Preparati a morire, fenice!-
-Houyoku Tensho!-
Nulla di fatto.
-Hai finito? Tocca a me!-
Il demone bruciò il suo cosmo di colore viola, la lama della Odachi s'illuminò di nero e lanciò un'onda di energia dello stesso colore che colpì Ikki in pieno. O almeno, così sembrava. In realtà, il saint l'aveva evitata saltando e atterrando poco lontano alle spalle di Jorgon.
-Complimenti per l'agilità!-
-Houyoku...-
Jorgon non lo fece finire. Allargò le braccia e provocò una folata di vento energetico che lo scaraventò contro una parete.
-E ora...-
Bruciò intensamente il suo cosmo, le orbite vuote s'illuminarono di giallo, la terra cominciò a tremare e impugnò con entrambe le mani la sua Odachi.
-Che diavolo...?-
-Idaina Ma Odachi!-
Lanciò da essa un'onda energetica enorme proprio come l'esplosione che ne seguì.
-Addio, bronze saint! Il mondo sarà mio!-
-Aspetta e spera!-
-Cosa?-
Si girò di scatto. Ikki era alle sue spalle.
-Houyoku Tensho!-
Jorgon, però, tagliò il colpo con un semplice fendente. Poi gli disse:
-Mi hai stancato!-
-Di già? Abbiamo appena cominciato!-
Jorgon tornò a bruciare il suo cosmo, ma Ikki cercò di colpirlo con un calcio volante. Il demone, però, gli afferrò la gamba lo sollevò leggermente e lo buttò a terra. Dopodiché, tentò di affondargli la lama della Odachi nel petto, ma Ikki la evitò rotolando. Però, quando la lama toccò terra, creò un'onda d'urto che lo scaraventò lontano.
-Sei... sei proprio forte!-
-Ne dubitavi?-
-Un po' sì!-
Jorgon, con la sua arma, lanciò una lama di energia, ma Ikki la distrusse con il suo colpo. Allora il suo avversario, con uno scatto fulmineo, lo colpì con una gomitata, poi gli afferrò il collo con la mano sinistra, lo sollevò in aria e cominciò a stringerglielo forte.
-Muori!-
Ikki cercò di resistere e, con grande sforzo, riuscì a lanciare l'Houyoku Tensho che servì giusto a fargli mollare la presa.
-Sei un idiota che ancora non capisce che questo colpo con me non funziona.-
-Sei tu l'idiota!-
-Cosa?-
Il coprispalla destro andò in frantumi e anche la Odachi si distrusse.
-Che cosa? La mia amata Odachi è stata distrutta? Come hai osato?-
Ikki sorrise, ma si spense subito. Jorgon stava bruciando il suo cosmo in maniera molto più intensa di quanto avesse fatto finora.
-Questa me la paghi, saint! Idaina Jaakuna Ma Shogun Ken!-
Dalla mano destra, chiusa a pugno, lanciò una sfera di energia rossa che Ikki prese in pieno e il suo cloth andò in frantumi.
-Stavolta sei davvero finito!- disse il demone soddisfatto.
Ikki, invece, si rialzò.
-Che? Sei ancora vivo? Ma come è possibile?-
-Ricordati che io sono una fenice!-
Jorgon finalmente realizzò e annuì.
-Capisco. Sei davvero un tipo interessante. Quasi mi dispiace farti fuori!-
Ikki si mise in posizione d'attacco e il suo avversario cominciò a ridere.
-Vuoi ancora combattermi nonostante sei senza più il cloth? Credo che il mio colpo ti abbia fatto perdere qualche rotella del cervello!-
-Per essere uno spirito demoniaco, sei un po' troppo chiacchierone!-
Jorgon scosse la testa e compì un altro scatto fulmineo. Ikki, però, non si fece colpire stavolta. Lo evitò e fu lui a colpirlo con un calcio rotante che lo lasciò sorpreso.
-Incredibile!-
-E non è ancora tutto!-
-Davvero?-
Ikki sorrise, il suo corpo s'illuminò e il cloth della fenice tornò sul suo corpo.
-È vero!- disse Jorgon con tono per nulla sorpreso.
-Il cloth della fenice è in grado di tornare dalle sue ceneri proprio come l'uccello mitologico che rappresenta!-
-Houyoku Tensho!-
Jorgon parò il colpo e colpì Ikki con un violento pugno allo stomaco che lo costrinse ad inginocchiarsi.
-È ora di porre la parola fine sulla tua esistenza, saint di Atena!-
-Great Capture!-
Jorgon, con sua sorpresa, si ritrovò incatenato. Questo, permise a Ikki di compiere un leggero salto, colpirlo con una ginocchiata al mento e poi raggiungere il fratello compiendo un altro grande salto.
-Ciao!- gli disse Shun con un sorriso.
-Sei in ritardo fratellino!- gli rispose anche lui con un sorriso.
-Patetico!- disse il demone distruggendo le catene liberandosi.
Si girò verso i due bruciando il suo cosmo.
-Vi ammazzerò entrambi!-
-Diamond Dust!-
L'aria congelante di Hyoga lo raggiunse, ma la parò con una sola mano senza ghiacciarsi.
-Eccone un altro. Vi state riunendo?-
-Proprio così! Rozan Shoryuha!-
Il colpo andò a segno, ma Jorgon non si spostò di un millimetro.
-Se non sbaglio, ne manca uno!-
-Eccomi! Pegasus Suiseiken!-
Anche il colpo di Seiya andò a segno, ma senza risultati.
-Eccolo, appunto. Ora siete tutti e cinque riuniti! Pronti per essere uccisi tutti insieme!-
-Non ci sconfiggerai. Non ci è riuscito Poseidon, non ci riuscirai neanche tu!- disse Seiya.
-Illusi!-
Il demone bruciò il suo cosmo facendo passare un leggero brivido a Seiya e gli altri tre, mentre Ikki rimase impassibile.
-Ma Doryoku!-
Allargò le braccia e i cinque bronze saints furono scaraventati lontano da un'esplosione di energia. Un esplosione particolarmente potente, eppure i loro cloth erano ancora intatti.
-Maledizione! Il sangue di Atena è proprio miracoloso. I vostri cloth sono diventati davvero resistenti!-
Seiya si rialzò e tornò a bruciare il suo cosmo.
-Tu devi essere il saint più forte. Ho indovinato?-
-Probabilmente! Pegasus Ryuseiken!-
Il colpo non ebbe alcun effetto. Jorgon sorrise.
-Voglio mostrarti una cosa interessante. Consideralo un omaggio da parte mia!-
-Un... un omaggio? Sicuramente non sarà niente di buono!-
Jorgon tornò a bruciare il suo cosmo, ma stavolta aveva qualcosa di strano. Il suo colore era rosso come il fuoco e ne emanava lo stesso calore. Seiya ebbe un sussulto.
-Ma questo cosmo è...-
-Futago Hono!-
Da entrambi i pugni, lanciò due fiammate che, però, Seiya evitò con un salto.
-Non... non ci posso credere! Questo è uno dei colpi del samurai del fuoco! Com'è possibile?-
-Non lo hai capito?-
-Cosa?-
-Ho assorbito le anime di tutti gli Shogun che avete affrontato. Di conseguenza so usare tutti i loro colpi!-
-Che... che cosa schifosa!-
-Ma divertente! Osserva!-
Stavolta, il suo corpo cominciò a emanare elettricità.
-Denki Arashi!-
Girò su se stesso come una trottola e lanciò numerosi fulmini che colpirono Seiya facendolo soffrire. All'ennesimo fulmine preso in pieno, Seiya cadde a terra.
-Terrificante!- disse rialzandosi a fatica.
-Ti vedo accaldato. Lascia che ti rinfreschi! Tsuyoi Kaze Ken!-
Fu colpito da una violenta folata di vento che lo scaraventò contro una parete. Ciò nonostante, tornò in piedi.
-Hai ancora voglia di combattere? Che patetico! Moretsu Genko!-
Di nuovo, fu scaraventato addosso al muro, eppure si rialzò.
-Ti rialzi ancora. Significa che devo smetterla di giocare e decidermi a ucciderti una volta per tutte! Preparati a conoscere anche tu il mio terrificante colpo segreto che solo il tuo stupido amico della fenice conosce!-
Jorgon bruciò il suo demoniaco cosmo, pronto a lanciare il suo terribile Idaina Jaakuna Ma Shogun Ken. Seiya lo fissò e tornò anche lui a bruciare il suo cosmo.
-Non m'impressioni!-
Ciò che vide, però, gli fece cambiare idea.
-Cosa? Che diavolo è quello?-
Dietro a Seiya, oltre alla figura di Pegaso, c'erano anche quella del dragone, del cigno, di Andromeda e della fenice.
-Che significa questo?-
-Significa che non solo tu puoi contare sull'aiuto degli altri!-
-Sta... sta zitto, patetico bronze saint!-
-Pegasus Suiseiken!-
-Sei un idiota. Questo colpo non ha effetto su di me! Mh? Cosa?-
Rivide nella cometa le cinque figure delle costellazioni, il colpo andò a segno e fu scaraventato a terra. Rimase lì per qualche secondo e sussurrò:
-Io a terra? È una cosa assurda. Non può succedere!-
Quando si rialzò si ritrovò davanti Seiya e gli altri.
-Vi siete ripresi maledetti? Molto bene, fatevi sotto. Vi ammazzerò tutti e cinque con il mio colpo più potente!-
-Smettila di renderti ridicolo. È finita!- disse Seiya.
-Che cosa dici?-
Sulla yoroi del leggendario Nobunaga, cominciarono a formarsi numerose crepe.
-Che cosa? No, non può essere!-
Da ogni crepa cominciarono a fuoriuscire fasci di luce bianca, mentre Jorgon soffriva, indietreggiava e ripeteva "no" di continuo. Ci fu un'esplosione di luce così intensa che costrinse i cinque saints a coprirsi gli occhi. Una volta finito, la clessidra con Saori al suo interno era scomparsa e la ragazza era in terra supina. Seiya e gli altri corsero da lei e il saint del cavallo alato la prese tra le sue braccia.
-Signorina Saori... Atena!-
La ragazza aprì lentamente gli occhi e sorrise.
-Ciao ragazzi!- disse.
Anche gli altri le sorrisero. Saori si alzò, si pulì il vestito, si guardò attorno e poi iniziò a ridere. Ma era una risata strana. Quasi isterica.
-Cosa c'è signorina?- chiese Shun preoccupato.
-Ho una brutta notizia da darvi, cari miei saints!-
-E cioè?-
-Mi spiace, ma la vostra dea è in un altro castello!- disse tornando a ridere istericamente.
-Che cosa?- dissero tutti.
Saori scomparve magicamente e il circondario cambiò. I nostri eroi non erano all'ultimo piano di un antico castello del Giappone feudale, ma in quello di un palazzo moderno, ovvero, una nota azienda di assicurazioni.
-Che... che significa tutto questo?-
-Non lo avete ancora capito?- disse una voce.
-Chi diavolo...?-
Comparve una nuvola di fumo davanti a loro e, una volta scomparsa, si ritrovarono davanti uno Shogun con il sorriso stampato sulle labbra.
-Quello che avete affrontato era semplicemente un'illusione creata da me!-
-Un... un'illusione? Allora significa che...-
-Che la vostra dea è imprigionata nella clessidra che avete visto, ma non qui e il signor Jorgon è ancora vivo e vegeto. Mi spiace molto per voi!-
-Tu... maledetto!- disse Seiya tremando di rabbia.
Anche gli altri tremavano per la rabbia, mentre lo Shogun rideva come un matto.
-Avreste dovuto vedere le vostre facce che avete fatto quando la vostra dea è scomparsa e il castello si trasformava in questo palazzo. Uno spettacolo meraviglioso.-
Seiya si stava preparando per colpirlo, ma Ikki lo fermò e si mise davanti allo Shogun stringendo i pugni.
-Te la farò pagare molto cara per averci ingannato!-
Lo Shogun tornò a ridere divertito.
Nota 47: La yoroi di Oda Nobunaga era questa:
Nota 48:
La maschera da Oni, invece, è come questa:Nota 49:
La clessidra con il liquido verde è presa dalla sigla iniziale della prima serie di Rozen Maiden.Nota 50: Idaina Ma Shogun Odachi significa Odachi Del Grande Demone Shogun, Idaina Jaakuna Ma Shogun Ken significa Pugno Diabolico Del Grande Demone Shogun e Ma Doryoku significa Potere Demoniaco.
Capitolo 16:
Masters Of Illusion
-Beh, sì. L'inganno è la mia specialità. Dopotutto, il mio soprannome è lo "Shogun Ingannatore" o "Il Padrone Delle Illusioni"! Mi chiamo Morimasa e sono, appunto, il samurai delle illusioni!-
"Quindi, l'Houo Genmaken non ha effetto su di lui, immagino!" pensò.
La yoroi di Morimasa era viola, il kabuto era di tipo sujibachi, privo di maedate, gli occhi erano verdi, i capelli lunghi e blu e impugnava due nunchaku.
-Preparati, saint della fenice!-
Iniziò ad agitare i nunchaku, ma Ikki, rapidamente riuscì a strapparglieli dalle mani e a farli a pezzi.
-Ma che...?-
Dopodiché gli diede un pugno così forte che lo scaraventò contro una parete.
-Accidentaccio, la fenice è arrabbiata!-
-E non è la sola!- disse Seiya a bassa voce.
Ikki bruciò il suo cosmo.
-Kaku Gijutsu!-
Un intenso bagliore costrinse i saints a coprirsi gli occhi. Quando riacquistarono la vista, Morimasa era scomparso.
-È scappato? Che vigliacco!-
Dal nulla, comparve una gigantesca aquila a due teste. Seiya e gli altri, vedendola, si spaventarono. Invece Ikki non ebbe alcuna reazione. Non appena l'animale si gettò su di lui, lanciò l'Houyoku Tensho e scomparve.
-Accidenti, era un'altra illusione!- disse Seiya con un sospiro di sollievo.
-Sei in gamba, fenice. Anche troppo!-
-Vieni fuori, codardo!-
Morimasa ricomparve di nuovo con i nunchaku in mano.
-Sanno rigenerarsi o anche quelli sono illusioni?-
-La prima che hai detto!-
Tentò di colpirlo, ma Ikki evitò ogni attacco.
-Maledizione, lasciati colpire, dannato!-
-Ma non ci penso neanche!-
Per la seconda volta, lo colpì con un pugno sul viso facendogli colare il sangue dal naso.
-Brutto...-
-Mi hai già stancato!-
-Anche tu!-
Ikki bruciò il suo cosmo e anche Morimasa fece altrettanto.
-Ora subirai la potenza del mio colpo più pote...-
-Houyoku Tensho!-
Ikki fu più rapido e Morimasa lo prese in pieno. La sua yoroi andò completamente in pezzi, cadde a terra supino e morì con gli occhi sbarrati dalla sorpresa. Seiya e gli altri erano rimasti a bocca aperta. Sentendosi osservato, Ikki si girò verso di loro.
-Scusate, forse mi son lasciato trasportare un po' troppo dalla rabbia!- disse sorridendo.
Hyoga si avvicinò all'enorme vetrata del palazzo e guardò l'orizzonte. Da lì, poté vedere chiaramente il castello di Jorgon in tutta la sua maestosità.
-Maledetto!- disse stringendo i denti.
-Andiamo, non perdiamo altro tempo. Saori ha bisogno di noi! Dobbiamo liberarla da quella clessidra!- disse Shiryu.
Gli altri annuirono, spaccarono la vetrata e volarono verso il castello. Erano davvero a un passo dalla costruzione, quando qualcosa li colpì e li fece atterrare bruscamente.
-Che diavolo...?-
Davanti a loro c'era un altro Shogun.
-Se volete raggiungere il castello, dovrete prima passare sul mio cadavere!- disse.
-Niente di più facile!- disse Seiya mettendosi in posizione di combattimento.
Nota 51: Morimasa è chiaramente ispirato a Rasta.
Nota 52: L'illusione dell'aquila a due teste è la stessa usata nell'anime da Geist/Morgana.
Nota 53: Kaku Gijutsu significa Tecnica Illusoria.
Nota 54: Il titolo del capitolo è lo stesso di una canzone dei Pendragon.
Capitolo 17:
Darkness
-Se non sbaglio, tu ti chiami Seiya. Giusto?-
-Sì, esatto! Tu chi sei?-
-Mi chiamo Kagemaru. Sono il samurai delle tenebre!-
Kagemaru aveva una yoroi grigia. Indossava un eboshi kabuto con un maedate dorato a V, i suoi occhi erano viola.
-Fatti sotto, cavallino!- disse sguainando la sua arma, la nodachi.
Seiya non disse nulla e iniziò a bruciare il suo cosmo e anche Kagemaru fece altrettanto. Il suo cosmo era di colore nero, proprio come le tenebre a cui apparteneva.
-Voi, andate al castello!-
-D'accordo!- dissero gli altri.
-Pegasus Ryuseiken!-
Kagemaru annullò tutti i colpi con vari fendenti della sua nodachi.
-Ah, maledetto!-
-Yami Nodachi!-
Da essa lanciò una lama di energia nera che, però, Seiya la evitò con un salto.
-La tua abilità è tutta sulle gambe. Mi basterà colpirle e smetterai di saltellare come un leprotto!-
-Non te lo lascerò fare! Pegasus Ryuseiken!-
Di nuovo, i colpi furono annullati.
-Maledetto!-
Kagemaru sorrise e rimise la nodachi nel fodero.
-Oggi mi sento particolarmente generoso e ti concedo di colpirmi con il tuo Ryuseiken!-
Seiya rimase senza parole.
"È impazzito? O c'è sotto qualcosa?"
-Allora? Cos'è, hai perso il coraggio?-
-D'accordo, come vuoi! Pegasus Ryuseiken!-
I colpi andarono a segno, ma Kagemaru non subì alcun danno.
-Cosa? Com'è possibile?-
-Riprova se vuoi!-
Seiya eseguì, ma il risultato fu lo stesso.
-Ma che diavolo...?-
Solo allora capì che il corpo di Kagemaru era avvolto da un energia nera che gli fungeva da scudo.
-Ma quello è...-
-Esatto. È lo Yami Tate. Grazie a lui, non puoi assolutamente sconfiggermi.-
-Mi spiace deluderti, ma posso eccome!-
-Davvero? Beh, se credi che te lo lascerò fare, ti sbagli di grosso!-
Kagemaru colpì rapidamente Seiya con un pugno che lo scaraventò a terra. Sguainò di nuovo la sua nodachi che iniziò a emettere scariche elettriche nere.
-Che diavolo...?-
-Ruggisci Yami Inazuma!-
Dall'arma lanciò un fulmine nero che prese in pieno Seiya facendolo urlare di dolore. Una volta finito, il saint cadde a terra prono.
-Sei già stanco, saint di Atena? Credevo mi avresti fatto divertire!-
Seiya, a fatica si rialzò.
-Ecco, bravo. Forza e coraggio!-
-Piantala di sfottermi! Pegasus Ryuseiken!-
A causa della sua barriera, però, non subì alcun danno.
-Lo Yami Inazuma deve averti danneggiato la memoria. Non ricordi che sono protetto dallo Yami Tate?-
-Stai zitto! Pegasus Ryuseiken!- gridò dopo aver bruciato intensamente il suo cosmo.
-Credo che una scarica non è stata sufficiente, ma rimedierò subito! Yami Inazuma!-
Un altro fulmine nero cadde su Seiya e si ritrovò di nuovo a terra. Nonostante ciò, però, respirava e tremava ancora.
-Sei ancora vivo? Assurdo, eppure l'ho lanciato al massimo potere! Che tipo incredibile!-
A un tratto, il suo kabuto andò in frantumi.E non solo lui, anche la nodachi andò in pezzi. I suoi capelli erano corti e biondi.
-Che cosa? È riuscito a penetrare e distruggere lo Yami Tate? Non è possibile!-
-Non dovresti sorprenderti. Ho perforato barriere ben più potenti della tua!- disse rialzandosi.
-S... stai zitto. Sei solo uno sporco saint e, per giunta, della casta più bassa!-
Con furia, tornò a bruciare il suo cosmo tenebroso. Gli puntò contro il dito indice e disse:
-Sparisci da questo mondo! Kuroi Hikari!-
Lanciò dal dito un raggio nero che colpì Seiya in pieno scaraventandolo contro una parete.
-È finita. Non avresti mai dovuto farmi arrabbiare!-
-Tsk!-
Seiya si rialzò come al solito.
-Ancora? Ma perché questa tenacia inutile? Perché?-
-Perché Atena, mi sta aspettando!-
-Allora ti darò una mano io a raggiungerla, ma all'altro mondo!-
Sulla sua mano sinistra comparve una sfera energetica nera.
-Kurai Kyu!-
Seiya rimase immobile, mentre la sfera si dirigeva velocemente verso di lui. Sembrava volesse prenderla in pieno ma, invece, riuscì ad afferrarla con entrambe le mani lasciando il suo avversario impressionato.
-L'hai parata? Tu... non sei normale!-
Seiya emise un urlo e lanciò la sfera in cielo. Stava per riprendere fiato, ma Kagemaru non glielo permise perché lo colpì con un calcio fortissimo all'addome. Dopodiché gli diede un montante che lo sollevò leggermente e ricadde a terra poco lontano da lui. A un tratto, lo Shogun sorrise.
-Voglio rendere omaggio alla tua perseveranza. Considera questo un regalo di pura ammirazione da parte mia!-
Chiuse gli occhi e sollevò lentamente le braccia al cielo.
"Che... che intenzioni ha?"
Una volta al cielo, Kagemaru riaprì gli occhi e gridò:
-Yami Torai!-
-Ya... Yami Torai?-
Di colpo, la città fu avvolta dal buio più totale. Come se i due contendenti fossero finiti in una stanza nella quale era stata spenta la luce.
-Assurdo. Che razza di tecnica è?-
Seiya si mise istintivamente la mano davanti alla bocca. Probabilmente, a Kagemaru gli bastava seguire la voce del suo avversario e, per precauzione, trattenne anche il suo cosmo esattamente come stava facendo lo Shogun.
"Ora prova a trovarmi, stupido Shogun!"
Si mosse in maniera silenziosa, come gli aveva insegnato Marin ispirandosi al modo di muoversi dei ninja, in quella oscurità tenendo le orecchie ben aperte nella speranza che Kagemaru emettesse anche il più minimo rumore. Purtroppo, però, il rumore lo emise lui perché sbatté con il gomito contro un palo che lo costrinse a emettere un lamento soffocato. Si maledisse e maledisse anche l'oggetto a cui aveva sbattuto, ma non ci fu alcun attacco da parte di Kagemaru.
"Che fortuna..." disse sospirando con il pensiero.
-Quanto sei patetico saint di Atena. Puoi anche muoverti silenziosamente e trattenere il tuo cosmo, ma è tutto inutile. Ti vedo perfettamente!- disse Kagemaru seduto sul tetto di una macchina piuttosto distante da dove si trovava Seiya.
-Che cosa? Puoi vedermi? Come fai?-
-Sono lo Shogun Delle Tenebre, non ricordi? Posso vedere nell'oscurità come se fosse giorno.-
-Non... non ci credo!-
-Kurai Kyu!-
Seiya, non vedendo nulla, la prese in pieno e fu scaraventato a terra.
-Te ne sei convinto?-
-A... Assurdo! È riuscito a colpirmi con una precisione incredibile nonostante il buio! Allora, non era una balla!-
-Ti sembro il tipo che racconta balle? Mi sento offeso! Kuroi Hikari!-
Anche quella lo colpì in pieno e si ritrovò in terra prono.
"Come... come posso battere un nemico che non vedo? Questa battaglia è assurda... Ah! Forse se lo faccio parlare... Parla maledetto. Dì qualcosa!"
-Dunque, ne hai abbastanza? Possiamo chiudere la partita!-
Seiya lo ascoltò attentamente, dopodiché si alzò di scatto e lanciò il suo Riuseiken nella direzione dove aveva sentito la voce.
-Ottimo tentativo! Ma inutile! Yami Inazuma!-
Il fulmine nero colpì il nostro eroe facendolo soffrire e si ritrovò di nuovo con la faccia sull'asfalto.
-Ho giocato fin troppo con te. Ora è tempo che il gatto mangi il topo!-
Seiya si rialzò.
-E va bene, l'unico modo che ho per sconfiggerti è fare luce nelle tenebre!-
-Povero illuso. Come speri di fare? Hai una torcia in tasca?-
-Ho qualcosa di meglio di una torcia! Ardi mio cosmo!-
Il suo corpo cominciò a emanare luce. Prima era fioca, ma pian piano cominciò a espandersi illuminando le tenebre come la luce di un faro illumina la notte. Kagemaru fu costretto a coprirsi gli occhi esternando il suo disappunto a denti stretti. Vedendolo, Seiya compì un salto, gli atterrò alle spalle e lo afferrò.
-Maledetto, che cosa hai intenzione di fare? Lasciami! Yami Inazuma!-
Il fulmine lo colpì, ma Seiya continuò a mantenere la presa.
-Che cosa? Non hai mollato la presa nonostante il fulmine?-
Riprovò, ma Seiya, senza emettere neanche un lamento, continuava a tenerlo stretto.
-Tu...-
Il saint compì un salto e gridò:
-Pegasus Rolling Crash!-
Kagemaru si schiantò violentemente con la testa sull'asfalto. Una volta a terra, ebbe solo il fiato per dire:
-Assurdo!-
E morire subito dopo. Con la sua morte, le tenebre che avvolgevano la città come una cupola nera svanirono.
-Sto arrivando, Atena!-
Nonostante la stanchezza, cominciò a correre a perdifiato verso il castello di Jorgon.
Nota 55: Kagemaru è chiaramente ispirato a Kratos.
Nota 56: Yami Nodachi significa Nodachi Delle Tenebre, Yami Tate significa Scudo Delle Tenebre, Yami Inazuma significa Fulmine Delle Tenebre, Kuroi Hikari significa Luce Nera, Kurai Kyu significa Sfera Oscura e Yami Torai significa Avvento Delle Tenebre. Il nome è lo stesso, ma non l'effetto, della tecnica di Ul e Ver apparsi nella mia fanfiction "La Tigre Bianca Di Asgard".
Nota 57: Il titolo del capitolo è lo stesso di una canzone di Peter Gabriel.
Capitolo 18:
Iron Man
Mentre Seiya e Kagemaru stavano dando inizio al loro scontro, Shiryu e gli altri raggiunsero velocemente, e in breve tempo, il castello di Jorgon. Come era successo in quello illusorio di Morimasa, non appena si ritrovarono davanti al portone, questo si aprì e uscirono fuori una cinquantina di ninja. Rispetto agli altri che avevano affrontato, però, questi avevano la corazza color crema, una cintura arancione, il capo scoperto e sul volto avevano una maschera da Oni bianca, con le orbite vuote e due corna sulla fronte.
-Questi devono essere i ninja personali di Jorgon, a giudicare dalla maschera che indossano!- disse Hyoga.
I ninja attaccarono con i loro kunai e gli shuriken energetici, ma i nostri eroi se ne sbarazzarono in un lampo. Dopodiché, come nel falso castello, entrarono nella Masugata, svoltarono a destra e cominciarono a correre verso il portone d'ingresso. Anche qui dovettero sbarazzarsi di altri ninja con la maschera da Oni. A un tratto, il portone si aprì e uscì uno Shogun. La sua yoroi aveva lo stesso colore grigio del ferro, il sujibachi kabuto era decorato da un maedate argentato a forma di testa di falco, possedeva due katana e una grossa Odachi dietro la schiena e i suoi occhi e i suoi lunghi capelli erano lilla.
-Benvenuti, saints di Atena! Vi stavo aspettando!-
-Potevi anche aspettarci all'interno del castello!- disse Hyoga.
-Preferisco non sporcare il pavimento della mia stanza con il vostro sangue impuro! Vi ammazzerò qui, senza remore!-
-Correggiti, perché sarò io il tuo avversario!- disse Ikki.
Lo Shogun sorrise e permise a Hyoga e gli altri di proseguire.
-Io sono Ikki della fenice. Non ho ben capito il tuo nome, invece!-
-Sono Haiiro Hane per gli amici. Ma per te sono solo Tetsu, il samurai del ferro!-
"Nomen Omen" pensò con un sorriso.
-Fatti sotto, Joe Falchetto!-
Tetsu sorrise, ma rimase immobile. Non stava neanche bruciando il suo cosmo.
-Che stai facendo? Attacca!-
-Fallo prima tu, se ci tieni tanto!-
-Non me lo faccio dire due volte! Houyoku Tensho!-
Il colpo andò a segno, ma Tetsu non subì alcun danno. Questo lo fece ridere.
-Che cos'hai da ridere?-
-Non potrai mai scalfire questa yoroi! L'ho creata io stesso utilizzando una lega di ferro molto particolare!-
-Magica magari!-
-Esatto! Hai indovinato!-
-Tsk! Sporco schifoso!-
-E la corazza non è la sola. Anche queste le ho create io!- disse sguainando le due katana.
-Hai finito con la lezione? Mi sto annoiando! Houyoku Tensho!-
Di nuovo, il colpo non sortì l'effetto sperato. Neanche le katana subirono danni.
"Dannazione!"
Tetsu rimise la katana sinistra nel fodero.
-Se non ti dispiace, è il mio turno!-
Bruciò il suo cosmo azzurro e la figura di un grosso falco dal piumaggio grigio comparve alle sue spalle.
-Tetsu Tsutsuku!-
Fu una cosa rapidissima come un battito di ciglia. Ikki si ritrovò con il petto infilzato dalla katana senza aver avuto il tempo di accorgersene.
-A... assurdo!- disse tossendo e sputando sangue.
Tetsu sfilò la lama insanguinata e il saint della fenice cadde a terra prono.
-Non è assurdo. Io sono uno degli Shogun più forti del sommo Jorgon. Non puoi assolutamente competere con me! Ma sto sprecando fiato con un morto. Che sciocco che sono!-
Rimise la katana al suo posto, si girò e fece un passo avanti quando si arrestò di colpo.
-Ecco, questa è una cosa assurda. Sono sicuro di averti perforato il cuore. Come puoi alzarti? Possibile che sei come l'uccello leggendario della costellazione a cui appartieni?-
Il cosmo di Ikki bruciava intensamente emanando calore e si rialzò.
-Se lo sono chiesto in tanti e comincio seriamente a crederci anch'io!-
Tetsu chiuse gli occhi.
-Secondo me, non ho colpito a fondo. Dovrò rimediare!-
Si voltò di scatto, dopodiché, colpì di nuovo con il Tetsu Tsutsuku, ma stavolta usando la katana sinistra. Ikki sputò di nuovo sangue e ricadde a terra.
-Stavolta ho raggiunto il cuore. È finita!-
-Desolato!-
-Che... che cosa? Non è possibile! È inaudito!-
Ikki si rialzò.
"Non può essere vero. Qualcosa lo protegge. Non ci sono altre spiegazioni!"
-Che hai, sei distratto? Houyoku Tensho!-
Tetsu non fece come al solito una piega.
-La mia yoroi è indistruttibile. Te l'ho già detto!-
Sguainò entrambe le katana, ma Ikki si mosse rapidamente.
-Houo Genmaken!-
Lo Shogun inarcò il sopracciglio.
-Cosa hai fatto?-
Il bronze saint non rispose.
-Non rispondi? Va bene, non importa! Niju Tetsu Tsutsuku!-
Ikki si ritrovò con il petto e la fronte infilzati.
-Stavolta ho colpito anche il cervello. Non puoi sopravvivere a questo!-
Sfilò le sue armi rimettendole nei loro foderi, mentre Ikki ricadde a terra. Stavolta, sembrava completamente privo di vita.
-Stavolta, la fenice non volerà più!-
Stava per voltarsi verso l'entrata del castello, quando un rumore attirò la sua attenzione. Si guardò attorno e poi i suoi occhi caddero sulla sua yoroi e rimase sconvolto da quello che vide. Il pettorale era pieno di crepe.
"Il... Il mio pettorale coperto di crepe? La mia yoroi che nessuno era riuscito a distruggere o anche solo scalfire! Possibile che il suo precedente Houyoku Tensho sia riuscito a tanto?"
A un tratto, il cosmo di Ikki lo fece voltare di scatto. Il saint era di nuovo in piedi e il suo cosmo ardeva più che mai.
-No, non può essere! Ho colpito il tuo cuore e il tuo cervello. Ne sono sicuro al cento per cento. Non può essere vero!-
-Come puoi vedere, invece, è pura realtà! Houyoku Tensho!-
Tetsu riprese le katane, ma stavolta allargò le braccia.
-Kaiten Taka Hisho!-
Cominciò a roteare su se stesso e il colpo fu annullato. Inoltre, lanciò dei raggi bianchi affilati, come fossero numerose frecce, che colpirono Ikki sul volto e in altre parti del corpo scoperte provocandogli graffi.
-Maledizione! Houyoku Tensho!-
Distrusse le "frecce" e Tetsu rise.
-E ora: Jiyu Taka Hisho!-
Cominciò a muoversi continuando a roteare su se stesso come se si fosse trasformato in una trottola. Ikki cercò di evitarlo, e ci riuscì, ma sul suo addome si formò un grosso taglio.
-M... maledetto!- disse stringendo i denti.
-Non mi sfuggirai, ti farò a pezzi!-
-Houyoku Tensho!-
Il colpo non ebbe alcun effetto.
-È tutto inutile. È tempo per te di morire e stavolta sul serio. Ti taglierò la testa e la terrò come trofeo!-
A un tratto, sentì di nuovo quel rumore, ma stavolta erano le sue katana le cui lame si erano spezzate entrambe.
-Che cosa?- gridò Tetsu smettendo di roteare e guardando le sue preziose katana ormai prive di lama.
-Le mie katana. Il mio orgoglio! Tu... malede...-
Non finì la frase perché Ikki gli diede un pugno tanto violento da farlo barcollare e fargli girare la testa per qualche secondo.
-Piantala di parlare come un moccioso a cui gli hanno rotto il giocattolo preferito! Mi dai sui nervi! Houyoku Tensho!-
Tetsu parò il colpo con una sola mano.
-La pagherai molto cara. Ora ti farò soffrire come un cane tanto che avresti preferito essere decapitato dalle mie katana!-
-Non ci sperare!-
Tetsu sguainò la Odachi che aveva dietro la schiena e la impugnò con entrambe le mani come richiedeva la prassi. Ikki ebbe un sussulto nel vederla.
-Me ne ero completamente dimenticato!-
Tetsu sorrise.
-Me n'ero accorto, sai?-
Iniziò a bruciare il suo cosmo e Ikki ebbe un leggero, impercettibile, brivido.
-Tetsu Juji Shi!-
Lo Shogun saltò, cominciò a tagliare l'aria e questo formò una croce di energia dallo stesso colore del ferro che si diresse ad alta velocità verso Ikki, lo prese in pieno e lo fece sprofondare sotto il terreno. Inoltre, il suo cloth andò completamente in pezzi.
-Addio, saint della fenice! Non dico che è stato un piacere, dato quello che hai fatto alle mie adorate katana, ma meriti comunque tutti gli onori perché sei stato un avversario davvero interessante!-
Stava per rimettere la Odachi nel fodero, quando dal buco uscì fuori una grossa fiammata che prese la forma di una fenice.
-Ma... ma perché? Perché ti ostini a non morire?-
Ikki, completamente privo di cloth, uscì fuori dal buco con un salto.
-Sei ancora vivo, ma ormai non puoi più competere con me. Cosa credi di fare senza cloth?-
-Sei proprio sciocco!- dise Ikki.
-Come?-
Il cloth tornò magicamente sul suo corpo.
-Ma certo!- disse Tetsu sospirando e sollevando gli occhi al cielo.
-Houyoku Tensho!-
Tetsu lo prese in pieno, ma come al solito non subì alcun danno.
-Non impari mai? Quante volte devo ripetertelo che non serve a nulla?-
-Ne sei convinto?-
La sua yoroi andò completamente in pezzi lasciando Tetsu senza parole.
-N... No...-
Ikki lo colpì con un violento montante che lo sollevò in aria e cadde a terra supino. Ciò nonostante, si rialzò.
-Hai distrutto le mie katana e ora la mia preziosa yoroi! Te la...-
Un altro montante gli impedì di concludere la frase. Il povero Ikki non poté sapere che servì solo a far crescere la sua rabbia. Una volta a terra, si rialzò, con uno scatto recuperò la Odachi che gli era caduta dopo il primo montante, la impugnò ben stretta, allargò leggermente le gambe e iniziò a bruciare il suo cosmo.
-Sei sopravvissuto troppe volte, ma ora difficilmente ti salverai. Nessuno lo ha fatto!-
-C'è sempre una prima volta!-
-Quanta sicurezza! Hane Nashi Hanketsu!-
Ikki subì un taglio alla gamba che lo fece inginocchiare. La cosa che lo lasciò senza parole, però, era che durante l'attacco, Tetsu era rimasto nella sua stessa posizione, con la Odachi di fronte e le gambe allargate.
"Non può essere vero!"
-Ti vedo preoccupato. È normale. Questo è il mio colpo finale che uso solo quando vengo liberato dalla mia yoroi.-
-...-
Tetsu lanciò un altro rapido fendente stavolta alla gamba sinistra costringendo Ikki a inginocchiarsi. Poi un altro fendente al petto, che gli spaccò in due il pettorale, e infine uno al braccio sinistro.
-Ho giocato abbastanza. È ora di chiudere!-
Si avvicinò al saint e sollevò la Odachi pronto a mozzargli la testa. Stava per farlo, quando Ikki si alzò di scatto e parò la lama con entrambe le mani, utilizzando la tecnica shirahadori.
-Che cosa? Hai ancora la forza di alzarti?-
Poi Tetsu sorrise.
-Idiota!-
Ikki fu investito dalla scossa elettrica, ma non emise neanche un lamento.
-Eh? Ma come...? Non ha emesso neanche un fiato nonostante la scossa violenta!-
Tetsu fissò gli occhi di Ikki ed ebbe un sussulto nel vederci una determinazione incredibile.
-Che... che razza di...-
-Tu combatti per il tuo signore a costo della vita, giusto?-
-Sì, e allora?-
-E allora anche noi saints lo facciamo per la nostra dea!-
-Dovresti essere mezzo morto e completamente privo di forze perché ad ogni fendente, la Odachi succhia energia dall'avversario, e invece non sei affatto indebolito. Hai uno spirito sempre più ardente! Da dove la tiri fuori questa energia? Dove?-
-È la dea Atena!-
-Impossibile, quella donna ha i minuti contati. Come può...?-
Ikki non rispose e tornò a bruciare il suo cosmo e la figura immensa della fenice comparve alle sue spalle.
-Molla la mia Odachi, dannato!- disse Tetsu con un tono parecchio spaventato.
Ikki eseguì l'ordine e si scansò rapidamente compiendo un salto all'indietro, bruciò ancora più intensamente il suo cosmo e gridò:
-Houyoku Tensho!-
La fenice ghermì con i suoi artigli infuocati il collo del falco. Essendo privo di protezione, Tetsu morì sul colpo mentre la sua amata Odachi andò in pezzi. Il nostro eroe, sorrise soddisfatto mentre riprendeva fiato. A un tratto, qualcuno gli mise una mano sulla spalla facendolo sussultare. Quando vide che era Seiya, però, tirò un sospiro di sollievo.
-Alla buon ora! Il solito ritardatario!-
-Come ti senti? Ce la fai a proseguire con me?-
Ikki lo guardò, la vista cominciò ad offuscarsi e la testa gli girava.
-Non... non proprio. Vai avanti. Non pensare a me! Ti raggiungerò!-
-D'accordo, amico!-
Seiya corse verso il portone del castello e vi entrò. Ikki iniziò a barcollare, diede un'ultima occhiata al cadavere in terra di Tetsu, chiuse gli occhi e cadde in avanti.
Nota 58: I ninja a difesa del castello sono ispirati allo Shadow Man sempre del videogioco Ninja Warriors.
Nota 59:
Tetsu è stato creato dal mio amico che ha inventato anche gli specters Nybe Di Zashini e Niborg di Silvoxe ("Lo Specter Che Tradì L'inferno") e Maschera Di Ghiaccio ("La Dea Chione E I Crystal Saints", "Arctica, I Guerrieri Della Neve" e "Blue Warriors").Nota 60: Oltre ad essere un nome proprio di persona, Tetsu significa, appunto, Ferro (ecco spiegato perché Ikki ha pensato Nomen Omen), mentre il suo soprannome, Haiiro Hane, significa Piuma Grigia.
Nota 61: Tetsu Tsutsuku significa Beccata Di Ferro, Niju Tetsu Tsutsuku significa Doppia Beccata Di Ferro, Kaiten Taka Hisho significa Volo Rotante Del Falco, Jiyu Taka Hisho significa Volo Libero del Falco, Tetsu Juji Shi significa Croce Ferro Morte e Hane Nashi Hanketsu significa Giudizio Senza Piume.
Nota 62: Il titolo del capitolo è lo stesso di una canzone dei Black Sabbath.
Capitolo 19:
As Good As Gold
Saliti al piano superiore, Hyoga e gli altri si ritrovarono davanti lo Shogun che li aspettava. Tutti e tre strinsero i denti. Era un'altra ragazza. Purtroppo per loro, Ruriko Dell'Eclisse non era l'unica Shogun donna. La sua yoroi e il sujibachi kabuto, privo di maedate, erano completamente d'oro. I suoi lunghi capelli erano color ocra dorato e gli occhi erano verdi. La ragazza, nel vederli, sorrise.
-Salve, saints! Permettetemi che mi presenti: mi chiamo Kin, sono la Samurai D'Oro!-
Un altro caso di Nomen Omen. Shun si fece avanti e disse agli altri di proseguire.
-Dunque sei tu a sfidarmi?- disse Kin una volta soli.
-Sì, sono Shun di Andromeda!-
-È strano che una costellazione simile appartenga a un maschio. Tra l'altro molto carino. Quasi mi dispiace deturpare quel bel faccino che hai!-
-Lusingato, e dispiace anche a me combattere con una bella ragazza come te, ma purtroppo il destino ha deciso così!-
Kin sguainò la sua katana che era, anche essa, completamente d'oro. Shun usò subito la Rolling Defence.
-Difesa inutile, amico mio!-
-Tu credi?-
-Certo, sta a guardare! Kin Hikari Yaiba!-
Lanciò una lama energetica dorata che colpì le catene spezzandole con facilità.
-No, non è possibile!-
-Non mi piace molto dirlo, ma... te l'avevo detto!-
La ragazza rimise la katana nel fodero, compì un salto, atterrò davanti a Shun e lo colpì con un calcio rotante che lo buttò a terra.
-Affida la tua anima ad Atena. Ho già vinto!-
-Non cantar vittoria troppo presto!-
-Tsk! Credi che non lo sappia?-
-Che cosa?-
-Voi saints siete di un tenero disgustoso. Quando il vostro avversario è una ragazza non riuscite a muovere neanche un dito! Siete patetici!-
-Beh, io non riesco proprio ad alzare un dito contro nessun avversario e lo faccio solo perché vengo costretto!-
-Ma che dolce... patetico!-
Shun fu colpito da un montante, fu sollevato in aria e cadde a terra poco lontano.
-Se sei così, non ci sarà proprio gusto a combattere con te. Ti ucciderò in fretta, così non rischierò il vomito!-
Sguainò di nuovo la katana, la alzò e si preparò a tagliarlo in due verticalmente, ma la lama si scontrò contro qualcosa. Le sue catene si erano rigenerate.
-Si sono rigenerate? Interessante, ma al tempo stesso inutile. Le distruggerò di nuovo!-
-T... Thunder Wave!-
Il colpo centrò la ragazza facendole volare via il kabuto. Questo la lasciò leggermente scossa.
-È proprio vero che quando uno è disperato fa di tutto.-
Kin iniziò a bruciare il suo cosmo dorato e lanciò dalla katana una serie di raggi di luce dorata. Il suo attacco assomigliava molto al Flashing Lance di Krishna di Crisaore e ogni colpo provocava graffi alle parti del corpo scoperte del saint di Andomeda.
-D... Di nuovo! Thunder Wave!-
La catena riuscì a far volare via la katana dalla mano di Kin. Ciò nonostante, la ragazza sorrise.
-Guarda, ti farò vedere una cosa interessante!-
-E cioè?-
Tornò a bruciare il suo cosmo e alzò il braccio allo stesso modo di Shura quando lanciava l'Excalibur.
-Ah, non vorrai dirmi che...-
-Kin Hikari Yaiba!-
Proprio come il gold saint del capricorno, con un movimento del braccio lanciò una lama di energia dorata. Shun tentò di difendersi, ma la catena fu distrutta.
-Non ho finito!-
Bruciò ancora intensamente il suo cosmo e il suo corpo cominciò a brillare d'oro. Con uno scatto fulmineo, colpì Shun con un pugno allo stomaco. Poi gli diede un pugno sul viso. Una ginocchiata e infine un calcio rotante che lo buttò a terra. Ogni volta che il colpo andava a segno, emetteva un lampo dorato. Una volta finito, il corpo smise di brillare, mentre solo il suo pugno destro continuava a farlo intensamente.
-E ora... Kogane Ken!-
Lanciò il colpo, una sfera di energia dorata che ricordava molto il Lightning Bolt di Aiolia, e Shun lo prese in pieno. Fortunatamente, il suo cloth non subì alcun danno, ma questo fece infuriare la sua avversaria.
-Tu e il tuo dannato cloth, Possibile che sia così resistente? Ma riuscirò a distruggerlo prima o poi!-
Tornò a concentrare l'energia sul pugno, ma all'improvviso si bloccò. Come se avesse avuto un'idea. E in effetti, era proprio così.
-Voglio essere gentile con te. Ti farò vedere il mio colpo più potente. E sarà anche l'ultimo che vedrai!-
Shun,a fatica, si rialzò e le sue catene tornarono a difenderlo.
-La tua tecnica non ti salverà! È tutto inutile!-
-Questo è tutto da dimostrare!-
Il corpo di Kin tornò a brillare d'oro, ma era molto più intenso delle altre volte.
-Kogane Nirami!-
Come diceva il nome, Shun fu investito da un bagliore dorato e la sua catena andò di nuovo in pezzi. Il suo cloth, invece, era sempre intatto.
-No, non ci credo. Sei ancora vivo e il tuo cloth è ancora intatto? Maledetto...-
Infuriata, andò a prendere la sua katana e si avvicinò a lui. All'improvviso, qualcosa le bloccò i movimenti.
-Che diavolo è?-
-È... è il Nebula Stream!- disse Shun rialzandosi.
-E quindi?-
-Quindi se...-
Non finì la frase. Kin agitò la katana per lanciare i raggi dorati e fu investita dal Nebula Storm. La sua yoroi d'oro andò in pezzi e morì. Mosso da pietà, Shun si avvicinò al suo cadavere e le chiuse gli occhi sbarrati dalla sorpresa. Dopodiché, per la stanchezza, cadde a terra. Seiya arrivò poco dopo, si sincerò delle sue condizioni, poi proseguì la sua corsa.
Nota 63: Kin, che significa Oro, è un nome giapponese sia maschile che femminile.
Nota64: Kin Hikari Yaiba significa Lama Di Luce D'Oro, Kogane Nirami significa Bagliore Dorato e Kogane Ken significa Pugno Dorato.
Nota 65: Il titolo del capitolo è lo stesso di una canzone dei Pendragon.
Capitolo 20:
Silver Song
-Benvenuti saints. Io sono Gin, il samurai d'argento!-
-Non lo avevamo capito!- dissero ridendo.
Proprio come Kin, anche Gin aveva una yoroi fatta dello stesso metallo che rappresentava. L'argento appunto. Anche lui non aveva alcun maedate sul suo sujibachi kabuto. I suoi occhi erano arancioni.
-Chi di voi due sarà colui che sarà fatto a fette dalla mia katana?- disse sguainandola.
Anche la sua, come quella d'oro di Kin, era completamente d'argento.
-Sarò io il tuo avversario! Shiryu di dragon!- disse Shiryu.
-Il saint del dragone? Molto bene! Sarà divertente, me lo sento!-
Hyoga guardò Shiryu. Lui gli fece un cenno del capo e il saint dei ghiacci proseguì.
-Anche lui è un tipo molto interessante, ma con te mi divertirò sicuramente di più. Sei pronto alla lotta, saint?-
-Sempre!-
-E allora vieni!-
Shiryu bruciò il suo cosmo, il drago comparve alle sue spalle e gridò:
-Rozan Ryuhisho!-
Compì un balzo verso il suo avversario che, però, lo colse di sorpresa lanciandogli una serie di raggi di luce affilati e d'argento dalla katana che lo ferirono nei punti non protetti.
-Questo... questo attacco... assomiglia al Flashing Lance di Krishna Di Crisaore!- disse cadendo in terra in ginocchio.
-Conosci già questo colpo? Sei fortunato!-
-Rozan Shoryuha!-
Gin lo prese in pieno, fu scaraventato in aria, perse la presa dalla sua katana e cadde a terra.
-Sei in gamba. Sapevo che mi sarei divertito con te!-
-Non lo hai preso abbastanza. Ancora parli! Rozan Shor...!-
Non finì la frase perché sputò sangue e s'inginocchiò.
-Che... che è successo?-
-Guardati bene e capirai!- disse Gin ridendo.
Si guardò attentamente e notò un taglio verso il cuore. Il suo punto debole che solo Seiya e Shura del capricorno erano riusciti ad individuare.
-Ma... ma come...?-
-Prima che tu lanciassi il tuo colpo, sono riuscito a ferirti con un raggio di luce. Peccato che abbia solo appena sfiorato il tuo cuore. Un vero peccato, ma penso che posso rimediare!-
Alzò il braccio al cielo. Quella posa lasciò Shiryu a bocca aperta.
-E... Excalibur? A... aspetta, non vorrai dirmi che...?-
-Cosa farfugli? Il colpo ti ha fatto perdere qualche rotella? Gin Hikari Yaiba!-
Anche Gin, come lo stesso Shura o anche Kin, lanciò una lama argentata di energia. Shiryu però, anche se con una leggera fatica, riuscì a evitarla gettandosi sulla destra.
-Sembri più una rana che un drago!- disse ridendo divertito.
Continuò a lanciare il colpo finché, una lama non riuscì a raggiungere il saint del dragone che, istintivamente, parò il colpo con lo scudo. Chiuse gli occhi e strinse i denti, aspettandosi di sentirlo cadere in terra e spezzato a metà. Invece, con sua grande sorpresa, lo scudo era ancora intatto.
-Lo scudo del dragone è davvero resistente come dicono. I miei complimenti!-
"Grazie, sangue di Atena!" pensò Shiryu con un sospiro di sollievo.
-Ho comunque altri colpi che ti manderanno all'inferno, quindi non pensare che quello scudo ti salvi in eterno!-
-Parla di meno e combatti!-
Gin, con uno scatto fulmineo, riprese la katana in mano e sorrise.
-Ora ti farò vedere una cosa interessante. Un colpo che ho imparato dal mio amato fratello Tetsu, il samurai del ferro!-
-T... Tetsu?-
-Esatto. Proprio lui. Il mio amato fratello morto per colpa di un vostro compagno!-
Mentre parlava, si vedeva chiaramente che stava piangendo.
-Preparati a morire, dragone!-
Bruciò il suo cosmo, la figura di un falco dal piumaggio argentato comparve alle sue spalle e gridò.
-Gin Tsutsuku!-
Proprio come durante lo scontro tra Tetsu e Ikki, il colpo fu rapidissimo. Eppure, qualcosa lasciò il samurai senza parole.
-Come... come diavolo hai fatto a pararlo?-
-Non... non lo so neanche io!- disse Shiryu ansimando e perdendo sangue dalla bocca.
La lama d'argento aveva trapassato lo scudo, il braccio, il petto e sfiorato il cuore.
-Sei... sei davvero fortunato. Non ci sono altre spiegazioni!-
Shiryu, alzò il braccio sinistro continuando a bruciare il suo cosmo.
-Mh? Che intenzioni hai?-
Cercò di estrarre la lama, ma era come se si fosse incollata.
-Dannazione! Non riesco a...-
-Excalibur!-
Shiryu troncò la mano destra del suo avversario che urlò con tutto il fiato che aveva. Dopodiché, afferrò la katana e, incurante della scossa che ne seguì, riuscì a sfilarla e a gettarla lontano. Questo, lo fece inginocchiare. Gin, dopo essersi calmato, con uno scatto fulmineo la riprese con la mano restante.
-Non sono mai stato umiliato in questo modo. Ti annienterò con questo, consideralo un omaggio da parte mia alla tua perseveranza! Gin Juji Shi!-
Bruciò il suo cosmo argentato, saltò, tagliò l'aria con la katana e questo creò una croce di energia argentea che si diresse ad alta velocità verso Shiryu e lo prese in pieno facendolo sprofondare nel pavimento.
-Il dragone è stato ucciso! Sono comunque soddisfatto. È stato davvero un degno avversario!-
Istintivamente, si guardò il moncherino.
-Dannato...-
-Ro... Rozan...-
Gin spalancò gli occhi.
-No, è impossibile!-
Il cosmo di Shiryu tornò a bruciare, dal buco nel pavimento spuntò fuori un drago che si innalzò in cielo e dopo poco anche il saint spuntò fuori grazie a un grande salto. Lo Shogun d'argento lo osservò incredulo.
-Rozan Shoryuha!-
Lanciò il colpo e prese Gin in pieno. Ciò nonostante, però, la sua yoroi non subì alcun danno.
-Non ho parole...- disse mentre era in terra.
A un tratto, sentì un pezzo di metallo cadere in terra. Guardò e vide che la sua katana d'argento si era spezzata. Senza la minima reazione, o emozione, la buttò in terra come fosse spazzatura, fissò per qualche secondo Shiryu, che si mise sulle difensive, e bruciò di nuovo il suo cosmo.
-Mi hai stancato, dragone. Se avessi imparato il colpo finale di mio fratello, sicuramente ti avrei abbattuto, ma ho ancora due carte da giocare. Preparati!-
-Sono qui, non temere!-
-Gin Ken!-
Lanciò dal pugno un'onda energetica d'argento che prese Shiryu in pieno. Incredibilmente, il saint era sopravvissuto e anche il suo cloth. Gin si sentì bollire dalla rabbia, ma scosse la testa.
-Evidentemente, il ragazzo vuole qualcosa di più potente. Solo così, forse, morirà. Se solo avessi imparato anche l' Hane Nashi Hanketsu, a quest'ora era già tutto finito...-
-Parli da solo come i matti?- chiese Shiryu rialzandosi.
Gin non gli rispose e tornò a bruciare il suo cosmo. Rispetto alle altre volte, però, era molto più intenso e brillante. Shiryu capì subito che era in arrivo un colpo incredibile.
-Gin Nirami!-
Era esattamente come il colpo di Kin, ma d'argento. Shiryu fu scaraventato contro una parete, ma il suo cloth riuscì a resistere.
-No! Non può essere!- gridò Gin.
Il suo urlo echeggiò per tutta la stanza. Shiryu si rialzò e tornò a bruciare il suo cosmo.
-Continui ad alzarti e ancora riesci a bruciare il tuo cosmo? Ma come diavolo fai?-
-Rozan Hyakuryuha!-
-Che? Rozan Hyakuryuha?-
Cento dragoni si diressero velocemente verso Gin prendendolo in pieno. La sua yoroi andò in frantumi e cadde a terra prono. I suoi capelli erano corti e argentati.
-Volevo usare questo colpo contro Jorgon, ma ho dovuto usarlo contro di te, altrimenti non ti avrei mai battuto!-
-Tsk! E poi... sarei io quello... che parla da solo... come i matti, eh?-
Dopodiché, morì. Shiryu chiuse gli occhi e cadde a terra prono. Seiya arrivò poco dopo, si assicurò che fosse vivo anche lui e proseguì. Nel frattempo, Hyoga era già davanti al suo avversario.
-Prima l'oro, poi l'argento, ovviamente non poteva mancare il bronzo!-
Lo Shogun sorrise.
-Esatto. Il mio nome è Seido, il Samurai Di Bronzo!-
-Io, invece, sono Hyoga del cigno!-
-Bene. Preparati, stai per fare l'ultimo canto!-
Nota 66: Il samurai d'argento trae la sua ispirazione dal Silver Samurai degli X-Men. Il suo nome significa proprio argento.
Nota 67: Gin Hikari Yaiba significa Lama Di Luce D'Argento, Gin Nirami significa Bagliore D'Argento, Gin Tsutsuku significa Beccata Argentea, Gin Juji Shi significa Croce Argento Morte, e Gin Ken significa Pugno D'Argento.
Nota 68: Il titolo del capitolo è lo stesso di una canzone dei Mellow Candle.
Capitolo 21:
The Bronze Age
Seido aveva occhi neri, e la sua yoroi era appunto di bronzo.
-Scegli il tipo di morte: Veloce e indolore o lenta e straziante!-
-Ho diritto all'aiuto da casa?-
-No, mi spiace!-
-Allora scelgo... Diamond Dust!-
Seido evitò con un salto e atterrò alle spalle di Hyoga. Il saint anche compì un salto per allontanarsi dal suo avversario. Lo Shogun sguainò la sua katana completamente fatta di bronzo, proprio come quelle d'argento e d'oro di Gin e Kin.
-Ora ti taglierò per sempre le ali, cigno: Seido Hikari Yaiba!-
la lama di energia dello stesso colore del bronzo si diresse velocemente verso Hyoga che, però, lo annullò con l'energia fredda del Diamond Dust.
-Non sei granché!-
-Anche tu. Siamo entrambi di bronzo!-
-Se era una battuta, non mi hai fatto ridere!-
-Non era nelle mie intenzioni!-
Anche lui, come i suoi due colleghi, utilizzò l'attacco dei raggi affilati di luce e Hyoga si ritrovò con parti del corpo ricoperte di graffi.
-Boccaccia mia!-
-Così impari a parlare a sproposito!-
-Koltso!-
-Mh?-
Anelli di ghiaccio comparvero attorno al corpo dello Shogun.
-Che colpo stupido!-
Gli bastò tagliarli con la sua katana per annullarli. Dopodiché, tornò ad attaccare con la "versione di bronzo" del Flashing Lance di Krishna causando a Hyoga altri graffi profondi.
-È tempo di chiudere qua la partita!-
-Giusto: Kholodny Smerch!-
Il vortice fece volare lo Shogun il quale perse la sua katana. Ciò nonostante, riuscì a tornare con i piedi per terra e senza alcun danno.
"È strano che non si sia ancora congelato. Eppure il bronzo congela a meno centonovanta gradi!"
-A cosa stai pensando?-
-Che è strano che ancora non ti sia congelato! Eppure, il bronzo congela a meno centonovanta gradi!-
Seido iniziò a ridere a crepapelle.
-Perché ridi? Non mi sembra di aver detto nulla di divertente!-
-Sì, la mia yoroi è di bronzo, ma è un bronzo magico creato dal sommo Jorgon! Ecco perché quella temperatura non serve a nulla. Può funzionare sul tuo cloth, ma non certo su di me!-
Hyoga finalmente realizzò e strinse i denti.
-Come stavo dicendo, è tempo di tapparti le ali! Seido Hikari Yaiba!-
Lanciò la lama di energia col braccio, ma Hyoga la evitò.
-Sorprendente, ma non abbastanza!-
-Presuntuoso!-
Continuò ad usare il colpo, ma all'ennesimo bersaglio mancato, Seido iniziò a bruciare il suo cosmo e il pugno destro brillava intensamente di luce color bronzo.
-Seido Ken!-
Lanciò l'onda energetica di bronzo e Hyoga non poté far altro che prenderla in pieno e fu scaraventato contro una parete.
-Te l'ho detto che ti tappavo le ali!-
-E io ti ho detto che devi fare di meglio!- disse rialzandosi.
Seido non poteva credere ai suoi occhi. Era davvero sbalordito.
-Ho capito, devo usare la katana con te!-
"Anch'io ho capito una cosa. Se non ha effetto il ghiaccio a centonovanta gradi..."
Il samurai compì un grande salto e recuperò la sua katana di bronzo.
-E ora preparati a morire!-
-Koltso!-
-Ancora? Sei insistente!-
Seido, con la sua katana, lo annullò. All'improvviso, però, non appena la sollevò per lanciare il suo colpo, la katana e la mano si ghiacciarono.
-Cosa? Sei riuscito a congelarmi?-
-Con lo zero assoluto tutto è possibile!-
-Ma bene. Il cigno ha finalmente tirato fuori le unghie!-
-Diamond Dust!-
Il colpo fu lanciato contro la katana la cui lama andò in pezzi. Seido liberò la sua mano dal ghiaccio e buttò via il manico della sua fedele arma. Dopodiché, con un movimento rapidissimo, colpì Hyoga con una violenta ginocchiata all'addome. Poi seguirono altri colpi vari come pugni o calci, specialmente quelli rotanti. Quando l'ennesimo calcio lo buttò a terra, Seido tornò a bruciare intensamente il suo cosmo.
-Eccoti il colpo di grazia, moccioso! Seido Nirami!-
Hyoga fu investito dal colpo di luce bronzea, ma tuttavia il suo cloth non ne risentì.
-Non è possibile! Il tuo cloth non ha neanche un graffio!-
-Rassegnati all'evidenza!-
-Chiudi quel becco! Seido Hikari Yaiba!-
-Kholodny Smerch!-
Seido fu scaraventato in aria, ma tornò con i piedi per terra.
-È tutto inutile. Non potrai mai battermi con un colpo così insignificante!-
-Ne sei proprio convinto?-
-Assolutamente!-
A un tratto, le sue braccia si ghiacciarono.
-Che... che cosa...?-
-Ora non potrai più usare il Seido Hikari Yaiba!-
Seido abbassò la testa, iniziò a tremare e poi cominciò a ridere follemente.
-Quanto sei ingenuo. Sei proprio un moccioso.-
Bruciò il suo cosmo e il ghiaccio sulle sue braccia si distrusse.
-Questa volta, il mio Seido Ken e il Seido Nirami ti manderanno all'inferno!-
Si preparò a lanciare il colpo, ma avvertì del freddo. Istintivamente guardò il suo corpo e vide che si stava ghiacciando dai piedi fino al busto. Solo la testa rimase libera.
-Ti ho già detto che quello che fai è inutile. Sei duro di orecchie o cosa?-
Hyoga tornò a bruciare il suo cosmo. Seido ebbe una strana sensazione. Era come se non avvertisse solo il cosmo del suo avversario, ma anche altri due.
-Cosa diavolo è questa sensazione? Perché ho come l'impressione di avvertire tre cosmi in lui?-
Poi, finalmente, vide alle spalle del giovane due figure. Il primo era un ragazzo con una cicatrice sull'occhio e l'altro era un giovane con il cloth dell'aquario.
-Che... che cosa significa tutto questo?-
-I cosmi che avverti sono le anime del mio amico Isaac e del mio maestro Camus, gold saint dell'aquario!-
-Mmmh... capisco! Tuttavia...-
Seido si liberò dalla sua prigione di ghiaccio, ma rimase con lo sguardo attonito quando vide sulla testa di Hyoga un anfora dorata.
-Ma che...?-
-Aurora Execution!-
Seido fu investito dal colpo. La yoroi di bronzo andò completamente in pezzi, e si poterono vedere i suoi capelli molto corti e marroni. Hyoga, per la fatica, barcollò e cadde a terra prono. Seiya giunse poco dopo e s'inginocchiò accanto a lui.
-Se... Seiya!-
-Hyoga! Sei ancora vivo per fortuna!-
-Già. Non preoccuparti per me. Vai da Atena!-
Seiya alzò il pollice e proseguì la sua corsa. Al piano superiore, trovò ad aspettarlo l'ennesimo Shogun.
-Era ora che arrivassi. Mi stavo annoiando!-
-Scusami, ma c'era un traffico pazzesco!-
-Sei divertente! Chissà se lo sarai altrettanto nel combattimento!-
-Mettimi alla prova. Non te ne pentirai!-
Lo Shogun misterioso sorrise e uscì dall'ombra. Impugnava una naginata fatta completamente di platino.
Nota 69: Seido significa appunto Bronzo.
Nota 70: Seido Hikari Yaiba significa Lama Di Luce Di Bronzo, Seido Nirami significa Bagliore Di Bronzo e Seido Ken significa Pugno Di Bronzo.
Nota 72: Il titolo del capitolo è lo stesso di una canzone dei Queens Of The Stone Age.
Capitolo 22:
Platinum Finale
-Platino? Allora tu sei...-
-Hai indovinato. Sono Naizen, il Samurai Di Platino!-
Anche la sua yoroi, ovviamente, era fatta di platino. Il suo kabuto era come quello dei suoi colleghi d'oro, d'argento e di bronzo, ovvero un sujibachi senza maedate decorativi. I suoi occhi erano blu e aveva lunghi capelli fino alle spalle dal colore biondo platino.
-Finalmente qualcuno che non ha lo stesso nome del metallo della sua yoroi!- disse Seiya ridendo.
Naizen, invece, rimase imperturbabile.
-Mh, pubblico tosto...-
-Ora basta ridere. Qui si combatte, non si gioca. Ora frenerò per sempre la tua inutile corsa.-
-Non è affatto inutile. Devo salvare Saori. Devo salvare Atena!-
-Te lo impedirò!-
Naizen saltò roteando la naginata e quando tornò con i piedi in terra conficcò la lama nel terreno e da sotto di esso spuntarono raggi di luce platinata che sollevarono Seiya in aria facendolo sbattere contro il soffitto. Dopodiché ricadde pesantemente in terra.
-Niente male come assaggio, vero?-
-M... maledetto!- disse rialzandosi.
-Mi piace la tua tenacia!-
Lo Shogun iniziò a bruciare il suo cosmo platinato e Seiya fece altrettanto, mentre la figura di Pegaso comparve alle sue spalle.
-Pegasus Ryuseiken!-
-Ridicolo!-
Senza il minimo sforzo, Naizen annullò tutte le stelle cadenti con la sua fedele naginata.
-Ancora mi chiedo come tu possa aver sconfitto gli altri Shogun con un colpo così insignificante. E non parliamo del cosmo, poi!-
-Ti consiglio vivamente di non prendermi in giro. Potresti pentirtene!-
-Non m'importa niente di quello che dici!-
-Pegasus Ryuseiken!-
-Ancora?-
Di nuovo, il colpo fu annullato.
-Ora ti mostrerò io un colpo degno di questo nome! Shirogane Hangetsu!-
Dalla naginata lanciò un'onda energetica color platino a mezzaluna. Seiya la evitò scansandosi. Purtroppo, però, non era l'unica perché ne lanciò molte altre e alla fine, una di esse lo colpì buttandolo a terra.
-Niente male, vero?-
-Anche il tuo colpo è assai ridicolo!-
-Cosa? Come osi?-
Seiya si rialzò facendo il gesto di pulirsi dalla polvere.
-Stupido saint!-
-Pegasus Ryuseiken!-
-Sei monotono, lo sai?-
Un'altra volta annullato, ma all'improvviso, Naizen si ritrovò Seiya davanti che lo colpì con un pugno violento che lo scaraventò a terra. A quel punto, corse verso di lui per dargliene altri, ma lo Shogun si rimise velocemente in piedi e iniziò ad attaccare il nostro eroe con l'attacco simile, per non dire identico, al Flashing Lance. Seiya, ricoperto di graffi, s'inginocchiò.
-Ora, puoi dire addio alla tua testa! Shirogane Hangetsu!-
-Pegasus Ryuseiken!-
Mezzelune e stelle cadenti si scontrarono, ma alcune di queste ultime, riuscirono a raggiungere Naizen e la sua arma. Però, non subì alcun danno.
-Sei riuscito a toccarmi, non so come hai fatto, ma come vedi, non è servito a nulla. Non mi hai fatto neanche un graffio!-
Le ultime parole famose. La lama della naginata si spezzò e cadde a terra, mentre sul pettorale della yoroi comparvero piccole crepe.
-Che cosa? Come diavolo...?-
Seiya non perse tempo, bruciò di nuovo il suo cosmo, lanciò il suo colpo e Naizen si ritrovò a terra. Nonostante ciò, però, si rialzò con aria infuriata.
-Ti farò pentire di essere nato!- disse mentre bruciava il suo cosmo.
Il pugno destro, inoltre, brillava molto più intensamente.
-Shirogane Ken!-
Lanciò un'onda energetica platinata che colpì Seiya in pieno. Lo Shogun cominciò a ridere, ma smise quando vide che Seiya era ancora in piedi e con il cloth ancora intatto.
-Sei forte!-
-Anche tu!-
Seiya compì un salto e lanciò il Ryuseiken. Naizen lo prese in pieno, ma non cadde. Rimase in piedi.
-Sei sopravvissuto al mio Shirogane Ken, ma dubito che sopravvivrai a questo!-
Tornò a bruciare il suo cosmo e un disco di energia platinata comparve sulla sua mano destra.
-Shirogane Enban!-
Seiya non poté far altro che prenderlo in pieno. Si ritrovò di nuovo a terra supino, ma il cloth era sempre intatto e respirava ancora.
-Ma non è possibile. La tua costellazione non è di Pegaso, ma del gatto! Hai sette vite come loro!-
-Probabile!- disse dopo essersi rialzato.
Naizen chiuse gli occhi e abbassò leggermente la testa.
-Ti sei rassegnato? Posso salire senza continuare questo inutile scontro?-
-Rassegnato? Inutile? Povero idiota!-
Spalancò gli occhi e, con uno scatto fulmineo, colpì Seiya con un montante che lo sollevò in aria. Poi saltò, gli afferrò le gambe, girò su se stesso e lanciò il saint contro una parete.
-Io non mi sono affatto rassegnato. Tu non andrai al piano di sopra finché io sarò vivo!-
-Quindi, dovrò sconfiggerti. È questo che vuoi!-
-Hai capito bene! Shirogane Hangetsu!-
Con le mani, lanciò numerose mezzelune che colpirono Seiya costringendolo a inginocchiarsi. Ne lanciò un'ultima e si diresse velocemente verso il suo collo, ma il saint se ne accorse e si abbassò. L'unica cosa che si tagliò era un piccolo ciuffo di capelli.
-Non avrai mai la mia testa. Non è in vendita!-
-Non importa, la prenderò ugualmente!-
Stava per attaccare di nuovo, ma Seiya si alzò di scatto.
-Pegasus Ryuseiken!-
Naizen fu colpito e cadde a terra. Altre crepe si aggiunsero alla sua yoroi. A quel punto, lo Shogun si rialzò e tornò a bruciare il suo cosmo.
-Questa volta morirai. Ne sono certo! Shirogane Nirami!-
Il colpo investì Seiya, ma come per Shiryu e gli altri, non subì alcun danno. Questo, fece infuriare sempre più lo Shogun di platino.
-Cosa t'impedisce di morire?-
-Non saprei. Forse è la dea Atena che non vuole.-
-Atena è morta!-
-No, è ancora viva! E io la salverò. Anzi, noi, i suoi saints!-
-Anche se riusciste ad arrivare all'ultimo piano del castello, dovrete affrontare il signor Jorgon!-
-E allora? Abbiamo sconfitto già altri nemici. Sconfiggeremo anche lui e libereremo la terra dal male!-
Naizen non poteva credere a quello che sentiva. S'infuriò, bruciò il suo cosmo e colpì Seiya con il Shirogane Ken. Inutilmente.
-Dannazione e maledizione!-
Seiya tornò a bruciare di nuovo il suo cosmo.
-Nonostante abbia preso i miei colpi in pieno, il suo cosmo continua ad espandersi. Non è affatto indebolito! Questa è la cosa più assurda fra tutte!-
-Pegasus Suiseiken!-
-Su... Suiseiken? Ah, le stelle cadenti si sono unite in un'unica sfera!-
La cometa prese in pieno Naizen che si ritrovò scaraventato lontano e la yoroi distrutta. Seiya sorrise soddisfatto e si preparò a salire le scale, ma si sentì poco bene. Nonostante tutto, i colpi di Naizen avevano comunque sortito qualche effetto. Cadde a terra prono e svenne. Jorgon, che continuava ad osservare dallo specchio, cominciò a ridere.
-Sapete cosa dovete fare!- disse.
Dieci ninja con la maschera da oni comparvero attorno a Seiya. Altri dieci attorno a Hyoga e così via con gli altri.
-Siamo pronti, sommo Jorgon!-
-Fateli a pezzi! Ora!-
-Sissignore!- gridarono tutti e cinquanta i ninja.
-Osserva bene, Atena, la morte dei tuoi amati saints!- disse Jorgon ridendo.
Mise davanti a un imperturbabile Saori, come se si fosse trasformata in una bambola, lo specchio.
-Digli addio! Ah, già, dimenticavo, non puoi. Allora lo farò io per te!-
I ninja impugnarono le loro katana, saltarono e caddero in picchiata come falchi pronti a decapitare i corpi dei nostri eroi.
-Addio, per sempre saints!-
Una risata agghiacciante echeggiò per il castello, interrotta da un paio di tuoni all'esterno.
Nota 73: Shirogane Nirami significa Bagliore Platino, Shirogane Ken significa Pugno Di Platino, Shirogane Hangetsu significa Mezzaluna Di Platino e Shirogane Enban significa Disco Di Platino. Il nome è preso dal premio che si dà ai CD musicali che vendono tantissime copie, mentre il modo di come viene lanciato è preso da Sailor Moon.
Nota 74: Il titolo del capitolo è lo stesso di una canzone di Mike Oldfield.
Capitolo 23:
Shine On Your Crazy Diamond
I ninja stavano per raggiungere il bersaglio, quando le loro armi si scontrarono contro qualcosa di solido che impedì loro di decapitarli.
-Ma che diavolo...?-
-Cosa succede?-
-Ehm... guardi lei stesso, mio signore!-
Jorgon osservò dal suo specchio e vide Seiya avvolto in una sfera di energia con gli stessi colori dell'arcobaleno.
-Ma che diavolo...?-
I suoi occhi brillarono e, come se fosse un telecomando, l'immagine sullo specchio cambiò. Anche Shiryu era avvolto dalla stessa sfera. E così, anche gli altri.
"Com'è possibile una cosa del genere?" pensò.
-Avete provato a distruggerle?- chiese poi.
-Sì, ma non ci riusciamo. Sembrano davvero impenetrabili!-
Jorgon, allora, si voltò di scatto verso Saori.
-È opera tua, vero Atena?-
La ragazza non rispose. Continuò a restare con lo sguardo fisso nel vuoto, mentre le gocce verdi continuavano a scendere lentamente.
-Attaccateli con tutti mezzi che avete. Distruggete quelle dannate sfere e poi mozzate le teste di quegli inutili insetti!-
-Sissignore!-
I ninja attaccarono con le loro armi e con onde energetiche, ma non causarono alcun danno alle sfere. Proprio mentre stavano per riprendere fiato, le sfere cominciarono ad illuminarsi e i ninja furono investiti da un grande raggio arcobaleno che li uccise tutti e distrusse le loro corazze e le maschere.
-Che... che razza di... sei una maledetta! Nonostante tu sia completamente indebolita...-
-Mio signore, qualcosa non va?- chiese una voce.
Il demone scosse la testa senza rispondere e continuò ad osservare. Passarono dieci minuti e le sfere scomparvero. Jorgon iniziò a ridere e ordinò ad altri ninja, stavolta cinque per ciascuno, di andare a decapitarli. I sicari arrivarono e si prepararono a ucciderli. Il gruppo che doveva uccidere Hyoga, però, si ritrovò con le gambe congelate.
-No, non è possibile!- gridarono.
Hyoga si era ripreso e li uccise con il Kholodny Smerch. Poi corse al piano di sopra e vide Seiya che stava sconfiggendo gli stessi ninja con il Ryuseiken.
-Seiya!- disse il saint una volta finito.
-Oh, Hyoga!-
I due si avvicinarono.
-Mi sento pieno di energia. Cos'è successo secondo te?- chiese Seiya.
-Anch'io! Ma non ne ho idea. Inoltre, hai notato tutti quei cadaveri di ninja? Evidentemente, qualcosa, o qualcuno, ci ha aiutati!-
-E chi?-
-Ah, se lo sapessi te lo direi, ma...-
-Mmmh... e se fosse stata la dea Atena?-
Hyoga non rispose subito.
-È probabile, anzi, è sicuro. Non trovo altre spiegazioni altrimenti!-
In quel momento, giunsero anche Shiryu, Shun e Ikki. Anche loro si chiesero la stessa cosa ottenendo la stessa risposta.
-Qualunque cosa sia successa, è segno che Atena è ancora viva e sta aspettando il nostro aiuto!- disse Seiya.
Gli altri annuirono.
-Coraggio, non facciamola aspettare troppo!-
I cinque corsero insieme al piano superiore. Lì, trovarono ad attenderli un altro Shogun. Impugnava una yari fatta di diamante, esattamente come la sua yoroi. Il suo eboshi kabuto aveva un maedate a V. I suoi occhi erano color verde mare, o meglio uno solo, dato che il destro era coperto da una benda nera.
-E così, siete riusciti a sopravvivere nonostante eravate ormai alla mercé dei nostri ninja. La vostra dea vi deve volere proprio un gran bene!-
-E non sai quanto!- disse Seiya in tono sbruffone.
-Io sono Dayu, il samurai di diamante. Fatevi sotto, non ho paura ad affrontarvi tutti insieme!-
-Sei coraggioso... o stupido?-
-Attento a quel che dici, ronzino con le ali! Potresti pentirtene!-
Ikki s'intromise.
-Ora basta con le chiacchiere!-
-D'accordo! Kongoseki Seisai!-
Seiya e gli altri furono investiti da un intenso lampo di luce che li scaraventò lontano, ma nonostante ciò, non subirono alcun danno. Questo, fece infuriare Dayu. Ikki si rialzò per primo.
-Sarò io il tuo avversario!-
-E va bene, visto che lo desideri così tanto, sarai il primo a morire!-
-No, sarò io a combattere contro di te!-
Ikki e Shiryu si guardarono.
-Lui è mio!-
-Dai, non fare così! Ne avrai altre di occasioni!-
Il saint della fenice sorrise e fece cenno agli altri di proseguire.
-Dragone o fenice, non mi cambia nulla. Il risultato sarà sempre lo stesso. Vincerò io!-
-È tutto da vedere!-
Dayu roteò la yari sulla sua testa, e gridò:
-Kongoseki Arashi!-
Lanciò da essa numerose lame di diamante. Shiryu ne parò alcune con lo scudo, ma altre affondarono nelle parti scoperte.
"Dannazione!" pensò a denti stretti.
-Mi congratulo per la resistenza del tuo scudo e del tuo cloth!-
-Rozan Shoryuha!-
Dayu fu scaraventato in aria e cadde pesantemente a terra. Ma si rialzò senza problemi e senza un graffio.
-Sai che il diamante è la cosa più dura al mondo, non è vero?-
-Certo che lo so!-
-E allora saprai anche che è privo di ogni efficacia qualsiasi colpo su di me, anche il più pericoloso e deciso!-
-Allora sarò il primo uomo che riuscirà a scalfire un diamante!-
-Certo, come no! Kongoseki Arashi!-
Un'altra tempesta di lame di diamante. Stavolta, Shiryu le evitò buttandosi sulla sinistra.
-Quello che stai facendo è inutile!-
Continuò a sparare le lame di diamante, ma Shiryu continuò ad evitarle. Poi, tornò a bruciare il suo cosmo.
-Rozan Ryuhisho!-
Si gettò come un proiettile contro il suo avversario e si avvertì chiaramente un rumore inquietante.
-N... No, non ci posso credere...- disse Dayu sconvolto.
Il siant del dragone, invece, sorrise e disse in cinese:
-"Contraddizione"!-
La sua yari di diamante e lo scudo del drago si erano scontrati e si erano distrutti a vicenda. Dayu capì finalmente il senso di quella frase.
-Sei un maledetto pazzo. Pur di distruggere la mia yari, hai sacrificato lo scudo!-
-Chiamami pure come vuoi!-
Dayu scosse la testa e tornò a bruciare il suo cosmo.
-Credi che senza la yari sia un incapace? Beh, mi spiace deluderti, ma hai commesso un gravissimo errore! Kongoseki Arashi!-
Lanciò le lame dalle mani e Shiryu le prese in pieno soffrendo e inginocchiandosi.
-Bene. Sei ormai pronto per ricevere il colpo di grazia. Sei pronto? Dì le tue ultime preghiere alla tua adorata dea!-
-Rozan Shoryuha!-
Il colpo andò a segno, ma senza risultati.
-Ormai dovresti aver capito che un colpo così stupido non ha effetto. Per quale misterioso motivo continui? Non ha senso!-
Shiryu non rispose e tornò a bruciare il suo cosmo.
-Ora basta! Kongoseki Kan!-
Quattro piccoli diamanti comparvero magicamente roteando in cerchio attorno al corpo di Dayu.
-Che razza di colpo è?-
Dayu non gli rispose, limitandosi a sorridergli, e si avvicinò a lui. Una volta abbastanza vicino, i diamanti si gettarono contro il saint esplodendo come piccole bombe buttandolo a terra.
"A... assurdo!" pensò.
-Questo risponde alla tua domanda?-
Shiryu si rialzò e lo colpì con lo Rozan Shoryuha. Incredibilmente, con sua sorpresa, il colpo tornò indietro e lo prese in pieno.
"Ha... Ha deviato il mio colpo!"
-Ti arrendi, ragazzo? Se vuoi possiamo porre fine allo scontro!-
Shiryu si rialzò e bruciò di nuovo il suo cosmo.
-Hai ancora voglia di lottare? Ammirevole!-
Shiryu gridò:
-Rozan Hyakuryuha!-
Dayu rimase immobile con un sorriso sulla faccia, mentre i draghi si dirigevano verso di lui. Era fermamente convinto che la sua barriera lo avrebbe protetto, ma si dovette ricredere quando uno dei quattro diamanti andò in pezzi e lui fu scaraventato lontano mentre la sua amata, indistruttibile, yoroi andava in pezzi mostrando i suoi capelli azzurri. Una volta a terra, a fatica chiese:
-Assurdo. Sei riuscito davvero a spaccare un diamante! Come diavolo ci sei riuscito?-
-Le zanne dei cento dragoni sono potentissime. Nessuna barriera può arrestarli!-
-Sei un maledetto saint, ma anche un tipo molto in gamba. Sono... sono davvero orgoglioso di averti affrontato. Mi hai reso felice!-
Detto questo, morì. Shiryu sospirò e cadde a terra. Mentre era svenuto, il suo corpo fu avvolto di nuovo dalla sfera energetica con i colori dell'arcobaleno creata da Atena.
Nota 75: Kongoseki Seisai significa Brillantezza Diamante, Kongoseki Arashi significa Tempesta Di Diamanti ed è vagamente ispirato al Kongosoha di Inuyasha, Kongoseki Kan significa Barriera Di Diamanti ed è ispirato al Jewel Satellite di Jewel Man di Mega Man 9.
Nota 76: Il titolo del capitolo è lo stesso di una canzone dei Pink Floyd.
Capitolo 24:
Bitches Crystal
Il nuovo Shogun, un'altra ragazza, indossava una yoroi di cristallo. Indossava un kawari kabuto con un maedate a forma di pietra pentagonale di colore verde. Aveva occhi neri e lunghi capelli viola.
-Un'altra ragazza!- disse Seiya.
-Lieta di conoscervi! Io sono Rika, la samurai di cristallo!-
Ikki si fece avanti e disse:
-Difenditi! Houo Genmaken!-
Il raggio stava per raggiungere la Shogun, ma si scontrò contro qualcosa e tornò al mittente. Fortunatamente, come sappiamo, su di lui non ebbe alcun effetto.
-Ha... ha respinto l'Houo Genmaken di Ikki? Ma come diavolo ha fatto?-
-Normale amministrazione per me!-
Solo dopo, si resero conto che davanti a lei c'era come una specie di lastra di vetro.
-Che... che diavolo è?-
-Questo? Oh, nulla. È solo il Kabe Suisho!-
-Ka... Kabe Suisho?-
-Esatto. Non riuscirete mai a distruggerlo. Ogni vostro attacco, come avete potuto constatare, verrà respinto!-
-Maledetta...-
-Andate avanti voi. Penserò io a lei!- disse Hyoga.
-Ma con quel muro come pensi di...-
-Non preoccuparti, Shun. Andate avanti, ho detto!-
-Ma sì, levatevi dai piedi. Voglio proprio divertirmi con lui!-
Ikki e gli altri, allora, proseguirono. Una volta soli, Hyoga continuò a fissare la Shogun.
-Diamond Dust!-
Anche i cristalli di neve tornarono al mittente e a Hyoga tornò subito in mente lo scontro con Saga nella terza casa.
-Testardo, non ti entra in testa, eh?-
-Voglio chiederti una cosa!-
-Dimmi pure!-
-Se sei protetta da quel muro, come speri di potermi attaccare?-
-Che domanda stupida! In questo modo!-
Sguainò l'arma, una nagamaki di cristallo, e da essa lanciò delle lame dello stesso tipo, che passarono attraverso il muro di cristallo, contro il nostro eroe dei ghiacci. Ovviamente, li deviò tutti con il Diamond Dust. Rika rise di gusto.
-Ti faccio ridere?-
-Sì!-
Hyoga colpì di nuovo il Kabe Suisho con il Diamond Dust, ma non ottenne alcun risultato, tranne quello di essere colpito di nuovo dal suo stesso attacco.
-Continuerai a lanciarlo finché non morirai? Lo capisci che è impenetrabile? In che lingua te lo devo dire?-
-Prova con il russo, dato che per metà lo sono!-
Tornò a bruciare il suo cosmo e stavolta lanciò il Kholodny Smerch. Stavolta non tornò al mittente, ma scomparve completamente come se fosse stato assorbito dal muro.
-Maledizione!-
-Hai esaurito le cartucce? Mi deludi. Credevo che i saints di Atena fossero in gamba. Forse avevo un po' troppe aspettative!-
Hyoga non disse nulla e tornò a bruciare il suo cosmo. Anche Rika provò la stessa sensazione di Seido avvertendo in lui la presenza di un altro cosmo.
-Cos'è questa sensazione? Perché sento che possiedi due cosmi anziché uno?-
La risposta arrivò sottoforma di due figure alle sue spalle: un cigno in volo accanto ad una donna con un'anfora d'oro.
-Ma che...?-
Hyoga si mise in posizione e gridò:
-Aurora Execution!-
L'onda dorata andò contro la parete e andò in frantumi come fosse di vetro e lasciando Rika senza parole. Hyoga le sorrise e barcollò.
-Quel colpo consuma parecchio, vedo!-
-Già, ho ottenuto lo scopo, ma a caro prezzo!-
Rika sollevò la sua nagamaki. Sembrava pronta a lanciare le lame di cristallo, ma la rimise nel fodero.
-Ora ti farò vedere una cosa molto interessante!-
Bruciò il suo cosmo e la figura di un grosso cristallo di colore azzurro comparve alla sue spalle. Poi aprì la mano destra e sul suo palmo comparve una sfera di energia fredda di colore blu.
-Che... che cosa? È impossibile!-
-Aoi Suisho!-
Cristalli di neve blu investirono Hyoga scaraventandolo contro una parete. Tuttavia, non riportò danni e si rialzò.
-Incredibile! Sai usare il ghiaccio anche tu!-
-Peccato che non ha avuto molto effetto. Se eri un altro, a quest'ora eri già spacciato!-
-Mi spiace...-
-Non preoccuparti, ho ancora una carta da giocare!-
Hyoga lanciò il Diamond Dust, ma la ragazza lo parò.
-Cosa? Maledetta!-
Gli sorrise. Hyoga stava per attaccare di nuovo, ma Rika fu più veloce e lo colpì con un montante che lo sollevò in aria.
-Aoi Suisho!-
Hyoga li prese in pieno e fu scagliato contro il soffitto per poi cadere violentemente in terra. A fatica, si rialzò.
-D... Diamond Dust!-
Rika parò il colpo con una sola mano e gli sorrise.
-A... allora... Kholodny Smerch!-
Anche quello fu parato con entrambe le mani.
-Grazie per l'energia che mi stai donando!-
Hyoga capì finalmente, troppo tardi, il suo madornale errore.
-Aoi Suisho!-
Di nuovo scagliato lontano.
-E ora, è tempo di mostrarti il mio colpo più potente!-
Tornò a bruciare il suo cosmo e gridò:
-Me Suisho!-
Lanciò un grosso globo di energia azzurra che si diresse ad alta velocità verso Hyoga. Fortunatamente, si scansò per un pelo. Rika, vedendolo, sorrise.
-Povero stupido!- sussurrò.
La sfera, raggiunta la parete si scompose in numerose piccole sfere che si diressero verso Hyoga e lo colpirono in pieno esplodendo e buttandolo a terra.
-Q... Questo è l'effetto del tuo Me Suisho? In... Incredibile!-
-Grazie!-
Hyoga tentò di rialzarsi, ma non ci riuscì. Quel colpo lo aveva indebolito incredibilmente.
-Mi sento... debolissimo. Sembrava davvero un colpo banale e invece...-
-E invece mi hai sottovalutata. Mi spiace per te. E mi spiace anche uccidere un ragazzo così carino, ma non ho altra scelta. I nemici vanno annientati!-
Un altro globo comparve sulla sua mano destra.
-Addio cigno. Questo è il tuo ultimo canto!-
-Te... te lo scordi!- disse cercando di rialzarsi e riuscendo a mettersi in ginocchio.
-Non ti concederò di rialzarti. Me Suisho!-
Lanciò il globo, ma Hyoga si mise rapidamente in posizione.
-Aurora Execution!-
I due globi si scontrarono, ma quello dorato ebbe il sopravvento su quello di cristallo, si diresse velocemente verso Rika e la prese in pieno distruggendo la sua yoroi insieme alla nagamaki. Hyoga s'inginocchiò, guardò la sua nemica e cadde a terra. Anche lui, come Shiryu, si ritrovò di nuovo avvolto nella sfera arcobaleno. Al piano di sopra, nel frattempo, Shun era pronto per affrontare il suo avversario, mentre gli altri erano andati avanti. Il suo avversario indossava una yoroi dello stesso colore del corallo e aveva sottobraccio un gomai kabuto con un maedate a forma tonda.
-Di nuovo una ragazza... che peccato!-
-Ti dispiace? Non sarai mica dell'altra sponda?-
-Niente affatto. È solo che preferirei di gran lunga non alzare le mani contro le donne. Non è bello!-
-Che carino, ma purtroppo non hai altra scelta!-
-Già, lo so, purtroppo!-
I due si misero in posizione.
-Qual'è il tuo nome?-
-E una volta che lo hai saputo? Non andremo mica a fare un pic-nic insieme!-
-Era solo per sapere. Io mi chiamo Shun, sono il saint di Andromeda!-
-Lo vedo. Che cosa strana. Comunque mi chiamo Sango. Sono la Samurai Di Corallo!-
-Nomen Omen... di nuovo!-
-Già, è destino!-
Sango tirò fuori la sua arma, la Chokuto, e bruciò il suo cosmo color corallo. Anche Shun bruciò il suo cosmo e utilizzò subito il Rolling Defence.
-Preparati alla sconfitta!- gli disse.
-Vieni a prenderle!- le rispose.
Nota 77: Kabe Suisho significa Muro Di Cristallo. Sì, esattamente lo stesso colpo di Mu. Aoi Suisho significa Cristalli Blu ed è ispirato al Blue Impulse e Me Suisho significa Occhio Di Cristallo ed è ispirato al Crystal Eye di Crystal Man di Mega Man 5.
Nota 78: La yoroi di cristallo e la forma a pietra pentagonale del maedate sono ispirati all'armatura del Crystal Saint visto nell'anime e meglio conosciuto in Italia come Maestro Dei Ghiacci.
Nota 79: Il titolo del capitolo è lo stesso di una canzone di Emerson, Lake & Palmer.
Capitolo 25:
Coral Room
Sango era davvero una ragazza carina, proprio come le altre Shogun del resto, con due bellissimi occhi nocciola. I suoi lunghi capelli castani erano raccolti in una coda di cavallo, per questo aveva il kabuto sottobraccio. Mentre bruciava il suo cosmo, a un tratto iniziò a cantare. Era un canto bellissimo e davvero melodioso.
-Sei brava a cantare, ma...-
Shun non finì la frase perché il suo corpo iniziò ad essere avvolto da una fitta rete di corallo.
-Ma... ma cosa...?-
Una volta finito, solo il viso era rimasto libero.
-Come hai potuto vedere, la tua catena si è rivelata completamente inutile contro la mia Chishi Wana Sango!- disse avvicinandosi a lui.
-M... maledetta!-
La Shogun gli sorrise e lo baciò cogliendolo di sorpresa.
"June..." pensò il saint.
-Questo era il mio bacio di addio per te!-
Si preparò a infilzargli il volto con la chokuto, ma Shun iniziò a bruciare il cosmo frenandola.
-Che speri di ottenere? Stai solo sprecando energie inutilmente!-
Shun emise un urlo e si liberò dalla prigione di corallo lasciando Sango senza parole e con gli occhi spalancati.
-Sorprendente. Ti ho un poco sottovalutato!-
-Hai fatto male! Thunder Wave!-
La catena colpì la chokuto togliendogliela dalle mani e facendola volare via.
-Di nuovo, Thunder Wave!-
A un tratto, sia la catena con il triangolo che quella con l'anello furono coperte dalla rete corallina.
-Accidenti!-
Con uno scatto fulmineo, lo colpì con un montante scaraventandolo in aria e ricadde a terra violentemente. Dopodiché, tornò a bruciare il suo cosmo.
-E ora assaggia questo! Nami Aka Sango!-
Dal pugno lanciò un'onda energetica color corallo che prese, dato che non poteva utilizzare il rolling defence, Shun in pieno. Ma si rialzò con grande rammarico della ragazza.
-Sei sopravvissuto al mio colpo migliore. Mi fa una rabbia...-
-Non arrabbiarti. Lo sai che poi diventi brutta e ti vengono le rughe?-
Sango scosse la testa, recuperò la chokuto, la alzò al cielo, la lama s'illuminò e Shun si ritrovò di nuovo imprigionato.
-Adesso ti ucciderò subito senza perdere altro tempo!-
Corse verso di lui con la lama dell'arma ben tesa, ma incredibilmente, come se fossero serpenti, le catene si liberarono e si avvinghiarono sul corpo della Shogun nel Great Capture. In questo modo, Shun poté liberarsi.
-Non so come tu ci sia riuscito, ma...-
La lama tagliò con facilità le catene e si liberò.
-E ora...-
Shun utilizzò subito il Nebula Stream bloccandola.
-Che colpo inutile. Il mio è più potente!-
-Non sottovalutarlo! Ti consiglio anche di...-
-Chiudi quella bocca! Nami Aka...-
-Nebula Storm!-
Sango fu investita dalla tempesta e la sua yoroi andò in frantumi. Il saint s'inginocchiò sia per la stanchezza, sia per lo strazio di aver ucciso una ragazza. Era come se avesse ucciso la sua amata June e questo lo faceva star male. Sango, a fatica, si rialzò.
-Non posso... non posso ancora morire. Tu verrai all'inferno con me!-
Nonostante le sue condizioni, riuscì a bruciare un residuo di cosmo sufficiente da permetterle di lanciare un'altra potente Nami Aka Sango. Quando raggiunse il ragazzo, però, non subì alcun danno.
-Che cosa? P... perché?-
Shun era all'interno della sfera arcobaleno di Atena e quando Sango se ne rese conto, alzò lo sguardo al cielo e gridò:
-Maledetta Atena!-
Dopodiché, cadde a terra supina e morì con gli occhi aperti.
Nota 80: Il nome, e anche un po' l'aspetto, è ispirato a Sango di Inuyasha.
Nota 81: Chishi Wana Sango significa Trappola Mortale Di Corallo. Sì, è la stessa tecnica che Tetis Di Mermaid usa nell'anime. Nami Aka Sango significa Onda Rossa Corallo.
Nota 82: Il titolo del capitolo è lo stesso di una canzone di Kate Bush.
Capitolo 26:
Opal Road
-È incredibile che ci siano più ragazze in questo castello che in quello illusorio!- disse Seiya.
-Si vede che sono le concubine personali di Jorgon!- disse Ikki con un lieve sorriso.
-Ti pentirai di aver preso in giro me e le mie colleghe. Ti farò ingoiare quella linguaccia che ti ritrovi! Io sono Juri, la Samurai Di Opale!-
La sua yoroi, infatti, era fatta di opale e ne aveva anche lo stesso colore bianco. Il suo kabuto era di tipo Hoshi senza maedate e i suoi occhi erano viola e i lunghi capelli, raccolti in due treccine, erano di color grigio-verdi.
-Deduco, quindi, che la posso lasciare a te?-
-Certo. Tu vai pure avanti, ci penso io a lei!-
Detto questo, Seiya proseguì.
-Ma sì, vai pure. Ci penserà mia sorella a spedirti al creatore!-
-Tua... tua sorella?-
-Sì, Mizuki la Samurai Di Perla!-
-Capisco...-
Juri sguainò la sua kodachi, mentre Ikki era rimasto immobile con lo sguardo assente, come se fosse soprappensiero.
-Che diavolo ti prende? Difenditi, guerriero di Atena!-
Lui non le disse nulla.
-Se è così, mi offri la vittoria su un piatto d'argento!-
Corse verso di lui, Ikki alzò di scatto la testa e lanciò un raggio dal dito che la colpì in fronte facendole volare via il kabuto.
-Ridicolo...-
Tornò a correre e infilzò Ikki al petto e iniziò a perdere sangue dalla bocca. Sangue che si trasformò in un fiume che travolse la ragazza lasciandola sbigottita. Dopo aver emesso un urlo, vide che del sangue non vi era traccia e Ikki non era stato neanche toccato.
-Ma che diavolo...? Ah, ho capito! Tu sei il saint in grado di provocare illusioni!-
-Ci sei arrivata, finalmente!-
-M... maledetto!-
Saltò e la lama della kodachi stava per raggiungere il corpo di Ikki che, però, la parò con solo due dita.
-Co... come diavolo ci sei riuscito?-
Con il minimo sforzo, la spezzò. Juri rimase sconvolta.
-I... Impossibile!-
-Niente è impossibile per un saint! Ricordatelo!-
Juri iniziò a bruciare il suo cosmo opalescente.
-Shiroi Hana Ken!-
Dalla mano tesa lanciò una sfera bianca opale che colpì il saint della fenice in pieno distruggendogli il cloth.
-Hai... hai distrutto il mio cloth?- disse rialzandosi.
-Credevo di aver distrutto anche il tuo corpo, ma non fa nulla. Ormai sei in mio potere. Ti ucciderò così velocemente senza neanche aver bisogno di respirare!-
-Houyoku Tensho!-
Juri lo prese in pieno e fu scaraventata lontano. Però si rialzò senza un graffio.
-Paragonato al mio Shiroi Hana Ken, il tuo è davvero un colpo banale!-
Ikki sorrise, il suo cosmo s'illuminò di arancione e il cloth della fenice rinacque.
-Che stupida, avevo scordato anche questo di dettaglio!- disse senza la minima sorpresa, ma solo tanta delusione.
A un tratto, i coprispalla della yoroi andarono in pezzi contemporaneamente.
-Che... che cosa? Non può essere! Prima la kodachi e adesso la yoroi!-
-Prepara il testamento!- disse Ikki mentre bruciava il suo cosmo e la fenice comparve alle sue spalle.
-Sta zitto! Shiroi Hana Ken!-
Per la seconda volta, il cloth della fenice andò in pezzi.
"Davvero potente..." pensò Ikki.
-E ora il colpo di grazia: Shiroi...-
Stava per lanciarlo, ma Ikki scomparve davanti a lei.
-Eh? Dove diavolo...?-
-Sono dietro di te!-
La ragazza reagì cercando di colpirlo con una gomitata, ma Ikki la parò con una mano incurante di non avere più alcuna protezione.
-Tu, dannato!-
Il cloth tornò subito sul suo corpo, ma Juri compì un salto in avanti allontanandosi da lui e lanciò subito un altro attacco.
-Houyoku Tensho!-
I due colpi si scontrarono annullandosi. La Shogun di opale, però, era già pronta per un altro lancio, ma Ikki le si parò davanti, le diede un forte pugno sul viso facendola barcollare ed infine disse:
-Houyoku Tensho!-
Juri poté dire addio alla sua yoroi e cadde a terra.
-Mi hai battuto. Inoltre... mi hai colpita senza alcun ripensamento. Po... possibile che tu... non abbia un briciolo di pietà?-
-Ne ho eccome di pietà. Ho pietà per voi che seguite uno sporco demone!-
-Tsk! Non capisci niente. Uno come te poteva esserci sicuramente utile e ti saresti accorto che lavorare per il signor Jorgon è molto più gratificante che servire Atena!-
-Avevo già abbracciato il male in passato, ma mi ero reso conto che non era affatto la mia strada. Quindi, stai solo sprecando fiato con me!-
-Beh, lasciami dire che è un peccato. Un vero peccato! Con te al nostro fianco, saremmo stati invincibili. Nessuno ci avrebbe fermato!-
Detto questo, morì.
-Ce l'hai fatta a morire!-
Corse velocemente verso il piano di sopra. Quando arrivò, Seiya stava ancora lottando contro il suo avversario, la sorella di Juri: Mizuki, la Samurai Di Perla.
Nota 83: Shiroi Hana Ken significa Colpo Del Fiore Bianco. Il nome è preso da quello di Falco in Ken Il Guerriero.
Nota 84: Il titolo del capitolo è lo stesso di una canzone di Tony Levin.
Capitolo 27:
White Pearl, Black Ocean
Seiya, arrivato al piano superiore, trovò ad attenderlo una ragazza dai lunghissimi capelli di un incredibile colore biondo così chiaro da sembrare bianchi. I suoi occhi erano verdi, la sua yoroi era fatta di perla e il suo kabuto, di tipo sujibachi, aveva un maedate di forma sferica e sempre di colore perlaceo.
-Ben arrivato. Io sono Mizuki, la Samurai Di Perla! Credo tu abbia conosciuto Juri al piano di sotto.-
-Io sono Seiya di Pegasus. Sì, e con ciò?-
-Io sono sua sorella!-
Seiya, nel sentirlo, rimase a bocca aperta.
-Non lo avrei mai detto. Non vi somigliate neanche un po'! Ma siete comunque bellissime!-
-Grazie, sei molto galante!-
Detto questo, sguainò il Wakizashi. Seiya non si lasciò impressionare e bruciò il suo cosmo.
-Pegasus Ryuseiken!-
Mirò all'arma e la distrusse in un attimo.
-Come hai osato distruggere il mio prezioso Wakizashi?-
-Scusa, non credevo fosse così importante per te!-
-Ti farò pentire di averlo fatto e di prendermi in giro!-
Bruciò il suo cosmo perlaceo. Sulla sua mano comparve una grossa sfera di energia dello stesso colore, saltò e gridò:
-Shinju Doryoku!-
Seiya cercò di distruggerla con il ryuseiken, ma non ebbe alcun effetto. Dovette quindi scansarsi per evitare il peggio.
-Il tuo stupido colpo è inutile contro di lui!- disse tornando in terra.
Poi ne creò un'altra e la lanciò.
-Questo è tutto da vedere! Pegasus Ryuseiken!-
Proprio come aveva detto, le stelle cadenti non riuscirono ad avere la meglio su di lei e Seiya si buttò di nuovo sulla destra pur di evitarla.
-Non fuggirai per sempre!-
All'improvviso, Seiya scomparve.
-Cosa?-
Il saint riapparve alle sue spalle e l'afferrò sotto le ascelle.
-Mh? Che diavolo fai, dannato?-
-Perdonami! Pegasus Rolling Crash!-
Eseguita la mossa, Mizuki sbatté violentemente la testa sul terreno e cadde supina. Tuttavia, si rialzò.
-I miei complimenti, ma ci vuole qualcosa di più potente!-
-Vuoi le maniere forti, insomma!-
-In un certo senso...-
-Va bene, lo hai voluto tu! Pega...-
Mizuki non lo lasciò finire perché lo colpì con un calcio rotante scaraventandolo a terra. Compì, poi, una serie di capriole e atterrò con le gambe tese sul petto del nostro eroe facendolo soffrire.
-Ti fa male, cavallino?-
-Maledetta...-
La ragazza lo afferrò per il collo, lo sollevò da terra, lo lanciò in aria con violenza, saltò e lo colpì con un calcio rotante scaraventandolo contro una parete.
-E per concludere... Shinju Doryoku!-
La sfera lo raggiunse. O almeno, questo è quello che Mizuki credeva. Seiya l'aveva evitata e si trovava alle sue spalle.
-Che velocità! Sei davvero più in gamba di quanto pensassi!-
-Non posso farmi sconfiggere. Non ora che sono quasi vicino alla meta!-
-Vicino alla meta? Illuso. Nel caso tu mi sconfigga, dovrete affrontare ancora cinque Shogun!-
-Ancora altri cinque? Maledizione...-
Mizuki iniziò a ridere.
-La cosa ti ha demoralizzato parecchio vedo. Ne sono davvero felice!-
Seiya s'infuriò, bruciò il suo cosmo, la figura di Pegaso comparve alle sue spalle e gridò:
-Pegasus Suiseiken!-
-Che? Cosa diavolo è? Shiroi Hana Ken!-
I due colpi si scontrarono. Sia la Shogun che il saint rimasero senza parole.
-Se non avessi imparato lo Shiroi Hana Ken di mia sorella a quest'ora sarei...-
-Era il colpo di tua sorella? Che fortunata...-
Mizuki sorrise. A un tratto, il sorriso si spense.
-Che... che cosa? Il cosmo di mia sorella è scomparso? Non può essere! È... è stata sconfitta?-
La ragazza cominciò a tremare, le lacrime scesero dai suoi occhi rigandole il candido viso.
-M... maledetti saints! Vi ammazzerò tutti! Tutti!-
Il suo cosmo aumentò a dismisura. Seiya, avvertendolo, ebbe un piccolo brivido.
-Shinju Doryoku!-
Lanciò una sfera più grande delle altre e Seiya non poté far altro che prenderlo in pieno. L'esplosione che ne seguì fu enorme, ma la stanza non subì alcun danno, perché erano rese indistruttibili dalla magia di Jorgon.
-È finita per te, ronzino alato!-
Grande fu la sua delusione quando lo vide prono, con il cloth intatto e che respirava ancora.
-Non... non riesco a crederci! Come ha fatto a sopravvivere?-
Seiya si rialzò. Proprio in quel momento, arrivò Ikki.
-Maledetto! Shiroi Hana Ken!-
Anche questo lo prese in pieno ma il suo cloth, essendo bagnato dal sangue di Atena, al contrario di quello di Ikki, sopravvisse senza riportare neanche un graffio.
-No, non può essere!-
Ikki iniziò a ridere.
-Tu! Sei quello che ha ucciso mia sorella! Adesso la vendicherò!-
-Ti sta aspettando con ansia!-
-Maledetto!-
Stava per iniziare a correre verso di lui, quando Seiya le si parò davanti con le braccia allargate.
-Basta così. Smettiamola!-
-Fa silenzio!-
Lanciò di nuovo un altro Shiroi Hana Ken, ma senza successo. Seiya era ancora in piedi.
-Io... io vi...-
Seiya bruciò il suo cosmo, spalancò gli occhi e gridò:
-Pegasus Suiseiken!-
-Shinju...-
Non finì la frase perché il suiseiken fu più rapido a raggiungerla, distruggerle la yoroi e quindi ucciderla.
-So... sorella... perdonami! Non sono riuscita... a vendicarti. Aspettami... sto arrivando!-
Seiya la guardò con tristezza. Ikki si avvicinò a lui.
-Ho una brutta notizia Ikki... dobbiamo ancora affrontare cinque Shogun prima di poter sconfiggere Jorgon!-
Ikki non disse nulla. Si limitò a stringere il pugno per la rabbia.
-Non perdiamo altro tempo allora!-
Seiya annuì e insieme salirono al piano di sopra. Una volta arrivati, rimasero sorpresi da come era diversa dalle altre stanze. Davanti a loro, c'era un'altra Shogun femminile.
"Un'altra..." pensarono entrambi con aria scocciata.
-Ben arrivati! Devo purtroppo informarvi che la vostra corsa finisce qui!-
-Quante volte abbiamo sentito questa frase? Non sapete dire altro?- disse Ikki.
La ragazza sorrise.
-Questa volta è vero. Non andrete più oltre. Resterete qua per sempre a tenermi compagnia!-
-Non ci teniamo particolarmente, anche se sei una bella ragazza!- disse Seiya.
-Ora facci passare altrimenti useremo le maniere forti!- aggiunse.
-Che paura!-
-Ora basta! Houyoku Tensho!-
La Shogun sguainò la sua arma: il Tanto, con il quale tagliò l'onda annullandola.
-È il mio turno, ora!-
Rimise il Tanto nel fodero, allargò le braccia al cielo, il suo corpo s'illuminò di viola e ci fu un bagliore dello stesso colore. Seiya si era coperto gli occhi e quando li scoprì, rimase sconvolto da quello che vide.
-I... Ikki... ma... ma come...?-
-Ecco come! Assaggialo anche tu!-
Allargò di nuovo le braccia e ci fu di nuovo il bagliore viola.
-Ve l'avevo detto che la vostra corsa finiva qui!- disse iniziando a ridere come una pazza.
Anche Jorgon, assistendo allo scontro dallo specchio, iniziò a ridere.
-Grazie a Tsuya, i tuoi saints non riusciranno mai ad arrivare qui. Hai perso Atena!-
disse continuando a ridere.
-Fratello!- gridò Shun aprendo gli occhi.
Si guardò attorno. Vide il cadavere di Sango e abbassò lo sguardo. Non avvertendo più i cosmi di Ikki e Seiya si alzò di scatto.
"Ho uno strano presentimento!" pensò.
E iniziò a correre. Superò i piani successivi, senza curarsi dei cadaveri delle Shogun e quando giunse a destinazione, rimase sconvolto anche lui da quello che vide.
-F... Fratello! Seiya! Ma cosa...?-
-Ti stavo aspettando! Non preoccuparti, anche tu ti unirai prestissimo a loro!- disse Tsuya spuntando dal nulla.
-M... maledetta!-
La Shogun tornò a ridere follemente.
Nota 85: Shinju Doryoku significa Perla Del Potere, Shiroi Hana Ken significa Colpo Del Fiore Bianco.
Nota 86: Il titolo del capitolo è lo stesso di una canzone dei Sonata Arctica.
Capitolo 28:
Amethyst
Ciò che Shun vide e lo sconvolse, fu che Seiya e Ikki erano stati imprigionati in un grosso cristallo viola di ametista. Cristalli che adornavano tutta la stanza, al contrario delle altre che erano sempre vuote.
-Immagino tu sia la Samurai Dell'Ametista a giudicare dal potere che hai!-
-Sei perspicace, ragazzino con il cloth da femminuccia. Il mio nome è Tsuya!-
Aveva lunghi capelli argentati e occhi di colore verde oliva. La sua yoroi era viola e fatta di ametista, il kabuto, di tipo sujibachi, aveva un maedate a forma di cristallo di ametista. Anche la sua arma, il Tanto, era ovviamente fatto dello stesso materiale.
-Io sono Shun di Andromeda e ti obbligherò con la forza a liberarli!-
-Sto tremando di paura!-
-Thunder Wave!-
Tsuya fu colpita e un piccolo pezzo del coprispalla destro volò via. Lei, incurante, sorrise, bruciò il suo cosmo e allargò le braccia al cielo. Shun, istintivamente, usò subito la Rolling Defence.
-Sono spiacente, ma sarà completamente inutile!-
-Questo è tutto da vedere!-
La ragazza sorrise ancora, ci fu un bagliore intenso e anche Shun, nonostante fosse protetto dalla sua catena, si ritrovò imprigionato in un cristallo viola di ametista.
-Fuori tre! Ne mancano due!-
Jorgon continuò a ridere soddisfatto.
-Sono davvero contento. Finalmente qualcuno che non mi delude. Avrei dovuto mandarla a combattere contro di loro sin da subito, invece di perdere tutti quegli Shogun, ma va bene così!-
Tsuya si nascose di nuovo dietro a uno dei grandi cristalli che adornano la sua stanza in attesa di Shiryu e Hyoga. Quest'ultimo, arrivò dopo un po' di tempo. Anche lui, com'era facilmente intuibile, rimase senza parole nel trovare i suoi compagni in quello stato.
-Se... Seiya, Shun, Ikki... ma cosa diavolo? Chi vi ha ridotto così?-
-Sei arrivato, cigno!- lo accolse Tsuya.
-Chi sei? Fatti vedere!-
Tsuya uscì dal suo nascondiglio e si presentò con una freddezza incredibile.
-Quindi ci sei tu dietro a tutto questo! Maledetta! Io, Hyoga, ti sconfiggerò e libererò i miei compagni!-
-Non ci riuscirai mai, perché finirai come loro! Preparati! I tuoi amici ti stanno aspettando!-
-Non te la caverai così facilmente!-
La ragazza bruciò il suo cosmo e anche Hyoga fece lo stesso.
-Kholodny Smerch!-
-Mh?-
Tsuya fu scaraventata in aria, ma riatterrò con tranquillità. Dopodiché, sguainò il Tanto di ametista. Corse verso di lui e provò a colpirlo, ma Hyoga evitò tutti gli attacchi e contrattaccò con un montante che la sollevò in aria.
-E ora... Diamond Dust!-
-Amejisuto Ame!-
Il suo colpo andò a segno, ma lame di ametista piovvero verso di lui che, però, riuscì ad evitare indietreggiando e saltando a destra e manca. Quindi Tsuya, una volta atterrata, sollevò il Tanto al cielo, ma all'improvviso, l'arma si ghiacciò.
-Che cosa?-
-Sorpresa?-
-Un po'! Il tuo Diamond Dust sembra un colpo da poco conto e invece...-
Gettò la sua arma che si distrusse come se fosse fatta di vetro.
-Mi trovo costretta a usare le maniere forti con te!-
Tornò a bruciare il cosmo, mentre la figura di un grosso cristallo di ametista comparve alle sue spalle. Anche Hyoga lo bruciò, mentre alle sue spalle comparve la figura di un candido cigno in volo.
-Hai un cosmo davvero incredibile e anche particolare. Sembra quasi che tu ne abbia tre, ma ciò non ti salverà!-
-Poche chiacchiere! Diamond Dust!-
Tsuya lo evitò saltando e gridò:
-Amejisuto Ame!-
Questa volta, qualche lama riuscì a colpire Hyoga sulla spalla sinistra, le braccia e le gambe facendolo soffrire.
-Dannazione!-
-È tempo che anche tu venga imprigionato!-
-Non ancora!-
Tsuya cercò di allargare le braccia, ma si accorse di non riuscire a muoversi.
-Ma che diavolo...?-
Il suo corpo era attorniato da cerchi di ghiaccio.
-Sorprendente...- disse sempre con la sua freddezza.
-Kholodny Smerch!-
Di nuovo, la Shogun dell'ametista fu scaraventata in aria, ma senza riportare danni.
-Maledetta!-
-Sei indulgente!-
-C... Come?-
-Non stai usando tutto la tua potenza nei colpi. Forse temi di uccidermi perché sono una donna?-
Hyoga iniziò a sudare e deglutì.
-N... no, non è per quello, o meglio sì, è anche per quello, ma c'è un altro motivo dietro!-
-E cioè? Aspetta, lasciami indovinare...-
Si mise in posa pensierosa e dopo qualche secondo schioccò le dita.
-Ma certo. Hai paura di uccidermi perché sai che sono l'unica che posso liberare i tuoi amici. Non è così?-
Hyoga strinse i denti e annuì leggermente. Tsuya iniziò a ridere follemente.
-S... Stai zitta!-
Lei, con uno scatto, lo colpì con un forte pugno all'addome facendogli sputare sangue. Dopodiché, lo colpì con un calcio rovesciato e un altro rotante che lo buttò a terra. Quando si rialzò, la ragazza dai lunghi capelli argentati tornò a bruciare il suo cosmo.
-Amejisuto Sumire Hikari!-
Dal pugno lanciò un raggio viola che colpì Hyoga in pieno. Quando il fumo alzato dall'esplosione scomparve, lui era a terra, ma con il cloth intatto. Tsuya rise divertita, ma smise subito quando il suo avversario si rialzò.
-Non posso crederci! Oltre ad essere molto carino, sei anche molto resistente!-
Hyoga non disse nulla, bruciò il cosmo e si mise nella posizione dell'Aurora Execution.
-Sei proprio convinto di quello che fai? E ai tuoi amici non pensi?-
Quelle parole lo fecero tentennare. Bastò poco a Tsuya per approfittarne, bruciò il cosmo, allargò le braccia e gridò:
-Amejisuto Tate!-
Hyoga rimase immobile come se fosse pronto a ricevere il colpo, ma Shiryu si mise in mezzo ai due e parò l'attacco con il suo scudo. Era andato distrutto durante lo scontro con Dayu, il samurai del diamante, ma si rigenerato grazie alla sfera di Atena.
-Che cosa? Chi diavolo sei?-
-Sh... Shiryu...-
-Non preoccuparti Hyoga! Ci penso io a lei!-
-S... salva Seiya e gli altri!- disse per poi cadere a terra svenuto.
Shiryu si accertò delle sue condizioni e rivolse lo sguardo verso Tsuya.
-Un altro belloccio. C'è da dire che sembra una sfilata. A parte forse il saint di Pegaso, che è quello più bruttino per i miei gusti, siete tutti molto affascinanti!-
-Grazie per le belle parole! Ora ti costringerò a liberare Seiya e gli altri!-
-L'ho già sentita questa!-
Shiryu compì un salto, mentre Tsuya gridò:
-Amejisuto Tate!-
Il saint parò di nuovo i cristalli con il suo scudo e colpì Tsuya con un pugno che la fece barcollare.
-È... è incredibile. Il tuo scudo riesce ad avere la meglio sul mio Amejisuto Tate! La sua fama è davvero meritata!-
Shiryu iniziò a bruciare il suo cosmo, ma Tsuya non s'impressionò più di tanto.
-Distruggerò quello scudo. Fosse l'ultima cosa che faccio!-
-Provaci! Rozan...-
-Amejisuto Sumire Hikari!-
Il colpo fu, purtroppo per lei, parato dallo scudo.
-Ne... neanche questo è efficace?-
-Hai trovato pane per i tuoi denti!-
Tsuya digrignò i denti, poi sollevò il braccio al cielo. Il pavimento cominciò a tremare e da esso spuntò fuori un grosso cristallo aguzzo di ametista. Shiryu riuscì a evitarlo saltando qualche secondo prima che uscisse. Ne spuntarono fuori anche altri, quindi Shiryu si concentrò e disse:
-Excalibur!-
Li tagliò tutti e riatterrò.
-I miei complimenti!-
Tornò a bruciare il suo cosmo e anche il suo avversario fece altrettanto.
-Amejisuto Tate!-
-Rozan Shoryuha!-
Tsuya fu scaraventata in aria e perse il kabuto. Anche Shiryu, non potendolo parare, lo prese in pieno e il cristallo cominciò a formarsi partendo dalle sue gambe. Quando Tsuya ricadde con violenza a terra, si rialzò a fatica.
-Se pensi di potermi battere con questo colpo banale, ti sbagli di grosso!-
-Mi spiace deluderti, ma...- disse prima che il cristallo raggiunse la testa.
-Ma cosa?-
-Ho già vinto!-
Dalla fronte della ragazza, scese una riga di sangue e la yoroi di ametista andò in pezzi.
-Non... ci posso credere! Mi ha battuto senza preoccuparsi di sapere come liberare i suoi amici. Che pazzo temerario!-
Cadde a terra prona. I cristalli che imprigionavano Seiya e gli altri iniziarono a brillare per poi scomparire come per magia. I tre caddero a terra e si rialzarono poco dopo, mentre Shiryu rimase a terra.
-Cos'è... cos'è successo?- si chiese Shun guardandosi attorno.
Ikki e Seiya non gli risposero e si guardarono anche loro attorno. Quando video i corpi di Shiryu e Hyoga andarono subito a vedere come stavano. Quest'ultimo, una volta ripresosi, sorrise ai compagni.
-Siete liberi! Shiryu ha vinto, quindi!-
Si rialzò e guardò il cadavere di Tsuya.
-Andiamo avanti! Shiryu ci raggiungerà sicuramente!- disse Ikki rompendo il silenzio.
-Sono d'accordo!- disse Seiya e andarono avanti.
Al piano di sopra, trovarono un'altra Shogun femminile.
-Siete riusciti a sopravvivere perfino a Tsuya? Siete davvero incredibili!- disse.
-Lasciatela a me. Voi proseguite!- disse Shun.
Gli altri annuirono e si avviarono.
Nota 87: L'aspetto di Tsuya è ispirato a Barasuishou dall'anime Rozen Maiden perché anche lei sa usare l'ametista come Alberich (Megres). In principio, doveva anche avere una benda sull'occhio (il destro), ma poi, onde evitare che ricordasse troppo la bambola, l'ho messa a Dayu.
Nota 88: Amejisuto Tate significa Scudo Di Ametista ed è proprio lo stesso colpo di Alberich (Megres) visto nella serie di Asgard. Amejisuto Ame significa Pioggia Di Ametista e Amejisuto Sumire Hikari significa Luce Viola Dell'Ametista.
Nota 89: Il titolo del capitolo è lo stesso di una canzone degli X Japan.
Capitolo 29:
Ruby Tuesday
-Io sono Shun di Andromeda!- si presentò il saint.
-Io sono Yae, Samurai Di Rubino!-
Infatti, la sua yoroi era di rubino rosso e impugnava una yari. Il suo kabuto era di tipo Hoshi e aveva un maedate di forma triangolare. I suoi capelli, lunghi fino alle scapole, erano blu e aveva gli occhi color verde acqua.
"Prima il corallo e ora il rubino..." pensò.
-A cosa pensi? Ti sto aspettando!-
Shun usò subito la Rolling Defence.
-Ridicolo!-
La lama della yari s'illuminò, lanciò un raggio simile a un laser e le catene furono spezzate con estrema facilità.
-Troppo facile!-
Tentò poi di usarlo sul cloth, ma scoprì che non aveva alcun effetto.
-Ah, dannato cloth!-
Tentò allora di colpirlo con la yari, ma Shun riuscì abilmente ad evitare ogni attacco. All'improvviso, la lama colpì le catene tornate a nuova vita e a proteggere il loro padrone con la Rolling Defence.
-Va bene, d'accordo!-
La Shogun, senza dire nulla, gettò via la sua arma. Shun non riuscì a capirne il motivo.
-Lo capirai subito!- disse come se gli avesse letto nel pensiero.
Bruciò il suo cosmo rosso rubino, in particolare era il pugno destro a brillare intensamente, e gridò:
-Kogyoku Aka Ken!-
Il colpo lanciato distrusse le catene e scaraventò Shun lontano. Ma il suo cloth era intatto e lui era ancora vivo. Yae, furiosa, si avvicinò a lui, lo afferrò per il collo e iniziò a schiaffeggiarlo. Dopodiché, infilò la testa dell'avversario sottobraccio, lo sollevò da terra e si buttò all'indietro facendolo sbattere violentemente con la schiena sul pavimento. Aveva eseguito quella che, in gergo wrestling, è chiamata Suplex. Ripeté questo "giochetto" per altre due volte.
-Ti è piaciuta questa?-
Il ragazzo non rispose per quanto era rintronato. Dopo poco, però, si rialzò.
-Perché ti rialzi? Perché vuoi soffrire ancora?-
Le catene tornarono a difenderlo.
-Che noia...-
Lanciò un'onda energetica dal dito e le distrusse di nuovo.
-Ora basta!-
Cominciò a lanciarne un numero infinito, ma Shun e il cloth continuavano a resistere.
-La tua resistenza finirà prima o poi!-
Shun compì un grande salto e atterrò alle spalle di Yae poco distante da lei. La ragazza si voltò di scatto e lanciò un'altra onda energetica rossa dal dito, ma Shun la evitò di nuovo. Allora, stanca, strinse il pugno, si concentrò e lanciò un altro Kogyoku Aka Ken prendendo il suo nemico in pieno. Shun era a terra supino, ma vivo.
-Maledetto e maledizione! Voi buoni non morite mai?-
-Non saremo gli eroi altrimenti!- le rispose Shun rialzandosi.
Yae lo colpì di nuovo con un proiettile rosso lanciato dal dito ributtandolo a terra.
-Ti bombarderò finché non morirai!-
-Devi fare meglio di così!-
-Ah, quindi mi stai invitando a usare il mio colpo più potente? Non pensavo avessi tutta questa grande voglia di morire!-
La Shogun iniziò a bruciare il suo cosmo rosso, tentò di fare un leggero passo avanti ma qualcosa le bloccava i movimenti.
-Cos'è questo?-
-Se hai cara la vita, non muoverti!-
Yae scosse la testa.
-Prendi questo! Kogyoku Aka Seisai!-
Si mosse appena e fu investita dal Nebula Storm. Però, anche Shun si prese in pieno il Kogyoku Aka Seisai ed entrambi furono scaraventati lontano. Yae fu la prima a rialzarsi e guardò il suo avversario in terra e con il cloth ancora addosso.
-Perché? Perché ha resistito al mio Kogyoku Aka Seisai? E perché io invece...-
Sulla yoroi di rubino cominciarono ad apparire numerose crepe e poi andò a pezzi.
-Mi... mi spiace per te!- disse Shun prima di svenire.
-Smettila di dire cavolate, non mi commuovi affatto!-
Detto questo, la ragazza morì cadendo a terra prona. Al piano di sopra, mentre lo scontro tra Shun e Yae era appena iniziato, Seiya e gli altri due trovarono ad aspettarli lo Shogun che era seduto in terra con le gambe incrociate e il capo chino.
-Ma che fa? Dorme? E se passiamo oltre senza far rumore?- sussurrò Seiya.
-Non sto affatto dormendo!- disse alzando la testa.
Si trattava, purtroppo per loro, dell'ennesima ragazza che vedendoli sorrise e si alzò.
-E da molto tempo che non ci vediamo, Seiya, Ikki e soprattutto tu... Hyoga!- disse continuando a sorridere.
I tre bronze saints, nel sentirsi chiamare per nome, rimasero perplessi.
-Ci conosciamo?- chiese Hyoga che era la stessa domanda anche di Ikki e Seiya.
La ragazza tornò a sorridere.
-Davvero non mi riconosci? Mi deludi, Hyoga. Posso capire Seiya e Ikki, dato che non ho quasi mai rivolto loro la parola tranne qualche sporadica volta, ma tu...-
I due si voltarono verso il ragazzo della costellazione del cigno che, sentendosi osservato, li guardò e scosse la testa.
-Non ho idea di cosa stia parlando!- disse con un leggero tono imbarazzato.
La Shogun sospirò ed estrasse dal colletto un ciondolo.
-Questo, forse, ti rinfrescherà la memoria!-
Guardandolo, i tre rimasero senza parole.
-La... la croce del nord?- si domandarono.
-Ma che significa?- chiese Seiya.
-I... Impossibile, è qui con me!-
Non appena Hyoga la tirò fuori, ebbe un sussulto.
-Ah! Ma... ma allora... tu... tu sei...-
-Ti sei ricordato, amico mio?-
Nota 90: Kogyoku Aka Ken significa Pugno Rosso Rubino e Kogyoku Aka Seisai significa Brillantezza Rossa Rubino.
Nota 91: Il titolo del capitolo è lo stesso di una canzone dei Rolling Stone.
Capitolo 30:
Sapphire Bullets Of Pure Love
La ragazza, dai capelli lunghi color marrone chiaro e gli occhi dello stesso colore, però leggermente più scuro, indossava una yoroi blu. Sul suo sujibachi kabuto, aveva lo stesso identico maedate a mezzaluna di un famoso daimyo vissuto nell'epoca Sengoku durante il periodo Azuchi-Momoyama e nel primo periodo Edo: Masamune Date (Yonezawa, 5 settembre 1567 – 27 giugno 1636) conosciuto anche come Dokuganryu, ovvero, "drago con un occhio solo".
-Hyoga, chi è questa ragazza?- chiese Seiya.
-Hotaru. Lei è Hotaru!-
Finalmente, anche Ikki e Seiya si ricordarono.
-Hotaru?- dissero all'unisono.
-Ci sei arrivato, finalmente!- disse sorridendo.
-A... Andate avanti voi. Ci penso io qui!-
-Sì, ecco bravi. Andatevene!-
Ikki la fulminò con lo sguardo, ma lei non reagì minimamente. Era molto disinteressata.
-Fate come vi ho detto! Andate!-
I due annuirono e proseguirono. Una volta soli, la mente di Hyoga compì un viaggio all'indietro nel tempo di ben otto anni prima quando lui e gli altri erano bambini e si trovavano alla villa Kido insieme agli altri cento orfani. Non erano tutti quanti maschi come si pensava. Metà di loro erano femmine e tra di esse vi era anche Hotaru. Un giorno, mentre stava giocando ad acchiapparella con alcune amiche, inciampò cadendo violentemente a terra e si sbucciò le ginocchia. Pianse disperatamente e Tatsumi la prese per mano e la portò in una stanza della villa che fungeva da infermeria. Nella stanza, steso sul lettino, c'era Hyoga con un sacco del ghiaccio su un occhio e fasce sulle braccia e le gambe.
-Aspetta qui, ora prendo il necessario e curiamo queste brutte ferite!- le disse il calvo maggiordomo tuttofare.
-Brutta caduta?- le chiese il piccolo Hyoga una volta soli.
I due si conoscevano giusto di vista. Non avevano mai avuto occasione di parlarsi e conoscersi.
-S... sì, stavo giocando ad acchiapparella e son inciampata! E tu? Cosa ti è successo?-
-Oh nulla. Un "piccolo" alterco con Jabu! Gli ho detto che lui è il cavallino personale di Saori e lui ha cominciato ad attaccarmi!- disse mostrandole l'occhio nero.
-Mpf! Quello è sempre stato un antipatico di prima categoria e poi... hai detto la verità. È davvero l'animaletto personale di quell'antipatica di Saori!-
Hyoga rise di gusto.
-Comunque, mi presento: mi chiamo Hotaru!-
-Io sono Hyoga!-
Poco dopo giunse Tatsumi con lo spirito e le garze. Fece accomodare la piccola su uno sgabello e iniziò a medicarle le ferite. Hotaru cercò di resistere, invano, al bruciore del disinfettante sulle ferite, ma non ci riuscì e soffrì con le lacrime agli occhi.
-Esagerata! Per un po' di bruciore!- disse Tatsumi.
Hyoga scese dal lettino e si avvicinò a lei per consolarla. In qualche modo, riuscì a calmarla.
-Grazie!- gli disse.
Lui le sorrise.
-Prego!-
-Tu! Fammi vedere le condizioni del tuo occhio!- disse Tatsumi.
Hyoga si tolse il sacco del ghiaccio e glielo mostrò.
-È ancora bello nero, ma rispetto a prima è decisamente meno gonfio. Perciò, puoi anche andare!-
Il ragazzino annuì e consegnò il ghiaccio al maggiordomo. Prima di uscire, guardò Hotaru e le sorrise. Anche lei ricambiò il sorriso e il ragazzino uscì.
-Lo sai che qua dentro non si fa comunella? Stai in guardia, ragazzina!- le disse Tatsumi.
Lei finse di ascoltarlo, ma con la mente era completamente altrove. Finite le cure, uscì finalmente dalla villa e si guardò attorno. Hyoga era sparito.
"Peccato..." pensò.
-Va meglio?- sentì.
Il ragazzino era con la schiena poggiata a una parte della villa. Hotaru sorrise contenta.
-Sì, va molto meglio!-
A un tratto, Tatsumi sbucò dal nulla.
-Che cosa ti avevo detto? Vieni con me!-
La afferrò per un braccio e la riportò dalle sue amiche nonostante lei protestasse. Hyoga cercò di fermarlo, ma si ritrovò davanti due uomini possenti, vestiti di nero e gli occhiali da sole che gli impedirono di aiutarla. Uno dei due lo afferrò per il colletto sollevandolo da terra.
-I maschi devono giocare con i maschi e le femmine con le femmine. Non è consentito un gioco misto!-
La stessa cosa disse Tatsumi a Hotaru. Né lei né Hyoga capirono il perché di tutto questo. A pensarci oggi, però, Hyoga capì finalmente il perché. Dopotutto, tutti i cento orfani erano fratellastri.
"Chissà se lei ne è venuta a conoscenza..." si chiese il saint prima di tornare a otto anni fa.
Per la precisione, al giorno in cui tutti i cento bambini furono spediti in varie parti del mondo per diventare saints. Tutti quanti, maschi e femmine insieme, si ritrovarono radunati in palestra. Hyoga, vedendo Hotaru, la salutò. I due erano rimasti in buoni rapporti e ogni tanto giocavano di nascosto insieme. Peccato che molto spesso venivano beccati e entrambi venivano puniti con frustate e mandati a dormire senza mangiare. Hyoga fu il quindicesimo bambino a estrarre il foglietto dall'urna, mentre Hotaru fu la venticinquesima. Destinazione: Indonesia. Il suo bronze cloth era quello della costellazione della colomba. Quindi, il gruppo di Hyoga e quello di Hotaru furono i primi a partire. Quando arrivarono ai rispettivi pullman, però, si staccarono dal gruppo e si abbracciarono. Un uomo in nero stava subito per intervenire, ma stavolta Tatsumi gli intimò di lasciar stare.
-Lasciamoli fare. Dubito fortemente che torneranno qui vivi!- disse il maggiordomo ghignando.
-Ci rincontreremo. Vero?- chiese la bambina.
Hyoga non le rispose e tirò fuori una specie di piccolo rosario con una croce d'oro e gliela diede.
-Questa è la Croce Del Nord. Come vedi, ne ho due!- disse mostrandole l'altro.
-Mia madre me le diede prima di morire e mi disse: "La prima la devi tenere tu. Un giorno, ti salverà la vita. L'altra la darai alla persona che per te è più importante, proprio come fece tuo padre con me!"- aggiunse.
Hotaru guardò il rosario, si commosse e lo abbracciò.
-Ci rincontreremo. Ne sono sicuro!- le disse.
Dopodiché, si separarono e ognuno andò per la sua strada.
-"Ci rincontreremo" ti dissi. Mai avrei pensato in queste circostanze però...- disse una volta tornato al presente.
Hotaru sorrise.
-Cos'è accaduto? Saresti dovuta essere una saint al servizio di Saori... la dea Atena!-
-So bene che Saori è la dea Atena. L'ho vista! Questa sì che è bella. Fino a ieri avreste voluto sotterrarla insieme al suo animaletto Jabu e ora anche tu e gli altri siete diventati i suoi cagnolini personali? I casi strani della vita!-
-Abbiamo scelto la via del bene, al contrario di te...- sussurrò con delusione e dispiacere.
-Cosa hai detto? Non ho capito!-
-Lascia stare. Tu, piuttosto, non hai risposto alla mia domanda. Cosa ti ha fatto abbracciare il male?-
-La sua bellezza!- rispose estasiata.
-Be... Bellezza?-
-Ti vedo confuso. Lascia che ti racconti dal principio. Quando sono arrivata in Indonesia, e indossata la maschera che danno alle donne che diventano saint, incontrai colui che mi avrebbe allenata: Roni, silver saint della costellazione della paradisea o uccello del paradiso! Come ben saprai, l'allenamento fu un'esperienza a dir poco terrificante. Imparai a controllare il cosmo, però, ero sempre sul punto di mollare tutto e desideravo così tanto fuggire. E così feci una notte di sei anni fa. Fuggii. Ero quasi arrivata a un porto, ma Roni mi trovò. Io, forse presa dalla paura o dal desiderio di fargli pagare tutta la sofferenza, lo uccisi perforandogli il petto con un pugno.-
"Non mi dici nulla di nuovo..." pensò Hyoga ripensando a Ikki.
-Fatto questo, cominciai a provare una sensazione di eccitazione incredibile. Poi, a un tratto, sentii una voce provenire da chissà dove. Era il signor Jorgon che mi stava invitando a unirmi a lui per la conquista della terra. Ed eccomi qua, due anni dopo, non come la bronze saint della colomba, ma come Hotaru, la Samurai Dello Zaffiro!-
Hyoga si sentì invaso dalla delusione e dallo sconforto e ripensò inevitabilmente a Isaac.
-Se io son sopravvissuto era solo per te e la speranza di rivederti. Quando seppi che non eri riuscita a diventare saint e che eri addirittura scomparsa come anche gli altri orfani, mi sentii devastato. Credo che provassi qualcosa per te, ma ora che conosco la verità non possiamo comunque stare insieme!-
-Per il fatto che io serva Jorgon dici? Puoi sempre ripensarci! Unisciti a me. Insieme domineremo il mondo insieme al signor Jorgon!-
-Sono un saint di Atena e non cambierò idea. Ma intendevo la verità su nostro padre, Hotaru!-
-In... che senso... "nostro padre"?-
-Io e te, ma anche gli altri orfani, siamo tutti fratelli nati da madri diverse, ma abbiamo in comune un unico padre!-
-Chi?-
Hyoga rimase in silenzio per qualche secondo.
-Allora?-
-Mitsumasa Kido!-
Hotaru rimase senza parole. E a lungo anche.
-Io... sarei figlia di quel odioso vecchio bacucco? Non avresti mai dovuto dirmelo. Ti avrei lasciato tranquillamente andare, in ricordo della nostra amicizia, ma adesso... hai risvegliato in me la voglia di sangue e morte. Voglio vedere il tuo sangue bagnare il pavimento di questa stanza!- gridò in fine bruciando il cosmo.
-Ho... Hotaru!-
-Non chiamarmi più per nome! Io sono una Shogun per te!-
Con uno scatto, colpì Hyoga al petto con un pugno così forte che per un istante gli si offuscò la vista prima di inginocchiarsi a terra soffrendo. Una goccia di sangue cadde a terra e Hotaru sorrise eccitata.
-Questo è solo l'inizio!-
Gli diede un calcio sul mento che lo sollevò da terra e ricadde pesantemente sulla schiena.
-Hai intenzione di reagire o posso ucciderti senza che tu ti opponga a me? Devi volermi davvero bene allora...-
Hyoga alzò la testa e la guardò negli occhi. Erano limpidi come li ricordava, il che significava solo che non era sotto qualche colpo mentale come il Genro Maoken di Saga. Sapeva degli effetti di quel colpo perché Seiya e gli altri gliene avevano parlato.
-Ora ti farò assaggiare il mio colpo segreto. Non avrai mai avuto occasione di vederlo se fossi stata una stupida saint!-
-Essere saint non significa essere stupidi!-
-Invece sì, perché continui a blaterare!-
Hotaru bruciò il suo cosmo, mentre Hyoga non reagì.
-Seigyoku Kyu!-
Lanciò una sfera di energia blu e Hyoga la prese in pieno. Ovviamente, il cloth resistette.
-Credevo di averlo distrutto. Speravo davvero di esserci riuscita!-
Hyoga si rialzò, lei sguainò la Nodachi e corse verso di lui. Il ragazzo bruciò il cosmo e lanciò il Diamond Dust verso l'arma che si ghiacciò completamente e con essa entrambe le mani che la impugnavano.
-Sforzo inutile!-
La ragazza bruciò il suo cosmo e il ghiaccio si distrusse.
-E ora...-
Non finì la frase, perché la Nodachi si sbriciolò come un biscotto.
-Capirai...-
Con uno scatto, colpì il povero Hyoga con una ginocchiata ben assestata proprio lì, nelle parti intime, costringendolo a inginocchiarsi per il dolore. Lo afferrò per i capelli costringendolo a rialzarsi, dopodiché gli agguantò il collo con entrambe le mani stringendolo con tutta la sua forza. Fu allora che il corpo del saint del cigno cominciò a brillare di bianco. Hotaru avvertì un'aria incredibilmente gelida e gli staccò le mani dal collo che era diventato più freddo del marmo. Rimase senza parole, poi, quando vide che tutto il suo corpo si stava ghiacciando. Solo la testa rimase libera.
-Vuoi tenermi così come se fossi un tuo personale trofeo?-
-No...-
-E allora che cosa aspetti a darmi il colpo di grazia?-
-Non... non voglio farlo...-
-Ma davvero? Beh, se la metti così allora...-
Si liberò con estrema facilità e lanciò un'altra Seigyoku Kyu senza ottenere alcun risultato tranne quello di averlo buttato a terra.
-Dannato!-
Il ragazzo si rialzò, mentre Hotaru corse verso di lui con il braccio teso. A un tratto, ella si fermò di colpo.
-Cosa sono questi anelli di ghiaccio? Che cosa stupida!-
Annullò subito l'effetto del Koltso, ma quell'istante bastò a Hyoga per prepararsi. Vedendolo piangere, Hotaru scoppiò a ridere.
-Non avrai mai il coraggio di colpirmi. L'amore che provi per me te lo impedirà!-
Detto questo, bruciò di nuovo il suo cosmo, pronta a lanciare anche lei il suo colpo.
-Aurora Execution!-
Hyoga fu più rapido a lanciarlo e Hotaru lo prese in pieno. Quando tutto finì, la ragazza era a terra senza più la yoroi di zaffiro. Il saint del cigno, anche se provato, si avvicinò alla ragazza. Lei, di colpo, spalancò gli occhi si alzò e gli afferrò il collo. Incredibilmente, aveva ancora molta forza nonostante tutto. Forza che svanì all'istante, mollò la presa, cadde a terra supina e iniziò ad ansimare.
-Hai avuto un bravo maestro che ti ha reso molto freddo in battaglia!- gli disse.
Lui s'inginocchiò accanto a lei con le lacrime agli occhi.
-Io...-
-Non essere dispiaciuto. Ero destinata a morire!-
-N... No! Non è vero!-
La ragazza sorrise e gli accarezzò il viso rigato dalle lacrime.
-Sono felice. Sono felice di avere un fratello come te. Ora... torniamo bambini e giochiamo insieme!-
-S... sì...-
Anche a lei scesero le lacrime, dopodiché la mano cadde a terra a peso morto. Hyoga chinò il capo continuando a piangere e le chiuse gli occhi. Rimase immobile in quella posizione per molti minuti, poi si alzò e iniziò a correre, ma prima che potesse raggiungere gli scalini fu sovrastato dalla stanchezza e cadde a terra prono.
Nota 92: Seigyoku Kyu significa Sfera Zaffiro.
Nota 93: Come è già stato detto, il maedate del kabuto di Hotaru è lo stesso di quello del daimyo Masamune Date.
Nota 94:
Il titolo del capitolo è lo stesso di una canzone dei They Might Be Giants.
Capitolo 31:
Emerald Sword
Lo Shogun che si preparava ad affrontare Ikki aveva una yoroi verde smeraldo. Il suo kabuto, di tipo eboshi, aveva un maedate a forma di corno ricurvo. I suoi capelli erano esattamente come quelli di Shiryu: lunghi e neri come la pece. Anche i suoi occhi erano dello stesso colore nero profondo.
-Ben arrivato fenice. Il mio nome è Shirosama, sono il Samurai Di Smeraldo!-
-Senti, ho un po' fretta. Sbrighiamoci ad archiviare questa faccenda!-
Il samurai, senza fare un fiato, sguainò la sua katana di smeraldo.
-Ora assaggerai la lama della mia Ryokugyoku Katana!-
-Non sono qui per fare assaggi. Un'altra volta, magari... Houyoku Tensho!-
Shirosama tagliò il colpo annullandolo.
-Che colpo ridicolo!-
Lo Shogun bruciò il suo cosmo color smeraldo e lanciò una serie di fasci di luce dello stesso colore dalla sua katana che colpirono in pieno Ikki buttandolo a terra.
-E ora, il colpo di grazia!-
-Di già? Non abbiamo neanche cominciato! Houyoku Tensho!-
Il colpo andò a segno, ma senza risultati.
-Se hai finito, è il mio turno!-
Ikki reagì colpendolo con un braccio teso buttandolo a terra. Questo lasciò Shirosama un poco disorientato.
-Come hai osato colpirmi? In quel modo poi...- disse rialzandosi
-Preferivi così?-
Ikki lo colpì con un calcio rotante facendolo barcollare. A un tratto, la katana cominciò a brillare intensamente e lo Shogun affondò la lama nel terreno. Da esso uscì una scia di fiamme color verde smeraldo che colpirono il saint costringendolo a inginocchiarsi.
-Non è finita qui!-
Tolse la lama dal terreno per poi affondarla di nuovo. In seguito a questo gesto, unenorme onda di energia uscì dal terreno scagliando Ikki in aria e ricadde a terra prono.
-Io sono lo Shogun più forte! Nessuno mi è superiore!-
-Presto cambierai idea. Te lo assicuro!- disse rialzandosi
-Osi essere ancora vivo e per giunta ti permetti anche di aprire quella boccaccia? Ora te la chiuderò per sempre!-
-Houo Genmaken!-
Il raggio raggiunse la fronte del samurai che, però, non ci badò.
-Stavo dicendo... muori, fenice!-
Bruciò il suo cosmo e gridò:
-Ryokugyoku Hankei!-
Lanciò dalla lama della katana un grosso raggio verde smeraldo e Ikki lo prese in pieno e il suo corpo, insieme al cloth della fenice, andò in pezzi.
-Addio per sempre!-
A un tratto, dal nulla comparvero delle alte fiamme.
-Che... che diavolo succede?-
Il fuoco iniziò ad assumere una strana forma: quello di un gigantesco uccello di fuoco.
-Ma... ma che diavolo?-
La creatura infuocata osservò lo Shogun, dopodiché gli sparò dal becco una fiammata lavica che lo costrinse a saltare all'indietro per evitarla.
-Maledetta bestiaccia, adesso ti uccido! Ryokugyoku Hankei!-
Lanciò il raggio, ma l'uccello si riparò con le sue ali come fosse uno scudo. Dopodiché, quando le riaprì, creò una folata di vento infuocato che colpì il braccio sinistro di Shirosama che si sciolse come neve al sole nonostante la protezione della yoroi. Il samurai gridò con tutto il fiato che aveva, mentre l'uccello lo guardava. Tentò di reagire, ma la bestia gli lanciò dal becco un'altra fiammata lavica che lo prese in pieno. Shirosama urlò di nuovo e quando si ritrovò in ginocchio, e Ikki davanti che lo fissava con un sorriso beffardo, rimase confuso.
-Do... dov'è finito quel mostro? E... e tu da dove sbuchi? Po... possibile che eri tu quell'essere?-
-Sei proprio stupido, come tutti gli altri!-
-Che... che cosa?-
-Quello che hai visto era solo un'illusione provocata dal mio Houo Genmaken!-
Shirosama rimase senza parole, dopodiché si alzò di scatto e affondò la lama della katana in terra. Un'altra onda scagliò Ikki sul soffitto e ricadde a terra.
-Ti ammazzerò. Ti farò a pezzi e poi li distruggerò. Non rimarrà niente di te!-
-Irascibile! -
-Ryokugyoku Hankei!-
Il raggio andò a segno, ma al contrario del sogno, solo il cloth andò a pezzi.
-È davvero potente...- disse Ikki a bassa voce.
-Maledizione. Il tuo corpo è ancora intatto, ma ora non hai più il cloth che ti protegge! Adesso se io faccio così...-
Non finì la frase, sorrise, e affondò la lama in terra. O meglio, stava quasi per farlo, ma Ikki glielo impedì.
-Houyoku Tensho!-
La katana volò via e si spezzò.
-N... no! la mia katana! La mia preziosa katana! Maledetto saint!-
-Combatti e zitto!-
Shirosama corse verso di lui e lo colpì con un calcio all'addome costringendolo a piegarsi. Approfittò dell'occasione e infilò la testa del saint tra le sue gambe, gli mise le braccia dietro la schiena, compì un leggero salto, tenendo sempre ben stretta la testa tra le gambe, e cadde sulle ginocchia facendogli sbattere la faccia sul pavimento. Il saint era a terra e non dava segni di vita, quindi Shirosama iniziò a prenderlo a pedate sulla schiena e calci sul costato. A un tratto, si dovette fermare vedendo che il suo corpo emanava una luce della stessa intensità del fuoco. E ne emanava anche lo stesso forte calore.
-Ma cosa diavolo...?-
Il cloth della fenice tornò in vita e Ikki si rialzò.
-Lo distruggerò di nuovo!-
Ikki reagì dandogli un fortissimo pugno sul viso. Shirosama barcollò e quando si riprese tentò di colpirlo anche lui con un pugno. Il saint, però, lo evitò abbassandosi e sorprese lo Shogun con un montante che lo sollevò in aria. Bruciò il suo cosmo, la fenice comparve alle sue spalle e gridò:
-Houyoku Tensho!-
Il colpo andò a segno, ma sembrò non aver avuto effetto come al solito.
-Mi spiace per te!- disse Shirosama.
-Anch'io son dispiaciuto per te!-
-E perché?-
Senza rispondere, Ikki riprese la corsa.
-Hey! Dove cavolo vai fenice? Non abbiamo finito il nostro scontro! Come osi scappare, razza di coniglio?-
Non appena finì di parlare, stava per bruciare il suo cosmo, ma quando la yoroi iniziò a sbriciolarsi rimase sconvolto.
-Che... che cosa? Non è possibile! Mi... mi ha sconfitto?-
Lo Shogun cadde a terra supino con il volto sconvolto.
-Sconfitto... mi ha sconfitto!- sussurrò prima di spirare.
Quando Ikki arrivò al piano superiore non trovò nessuno.
"Strano..." pensò.
E corse subito all'ultimo piano del castello. La stanza risieduta da Jorgon.
Nota 95: Ryokugyoku Katana significa appunto Katana Di Smeraldo e Ryokugyoku Hankei significa Raggio Di Smeraldo ed è ispirato al colpo del Digimon Pegasusmon.
Nota 96: L'uccello di fuoco è ispirato a quello che si vede nel film Disney Fantasia 2000.
Nota 97: Il titolo del capitolo è lo stesso di una canzone dei Rhapsody Of Fire.
Capitolo 32:
Dance Of Death
Anche Seiya, quando arrivò al piano superiore, rimase stranito nel non trovare nessuno Shogun ad attenderlo. Senza pensare troppo al perché, proseguì la sua corsa e arrivò all'ultima stanza. Che era completamente buia.
-Ben arrivato, saint! Il tuo viaggio finisce qui!-
-Jorgon! Fatti vedere!-
Come nel castello illusorio, la stanza fu illuminata a giorno da un'infinità di fiaccole alle pareti. Seiya rimase senza parola nel vedere chi aveva davanti.
-Tu chi diavolo sei? Non sei Jorgon!-
Il guerriero misterioso indossava una yoroi nera e il suo elmo era completamente diverso dagli altri. Non era un kabuto, bensì un casco integrale bianco a forma di teschio. la sua arma, invece, era una lunga e affilatissima falce.
-Io sono il fedele braccio destro di sua eccellenza! Sono Hidetora, il Samurai Della Morte!-
-Della morte, eh? Ora capisco la tua arma e il tuo elmo! E capisco anche perché la stanza del piano inferiore era vuota!-
Hidetora sorrise, anche se non si poteva vedere.
-Dov'è il tuo padrone?-
Lo Shogun si spostò leggermente sul lato sinistro e indicò un punto della stanza. Jorgon era seduto sullo stesso trono nero visto nel castello illusorio e accanto a lui c'era la clessidra con all'interno Atena.
-Sono qui, marmocchio!-
-Bene, adesso ti sistemo per le feste!-
La lama della falce di Hidetora si piantò sul pavimento.
-Dove credi di andare? Devi prima vedertela con me!-
-Levati di mezzo, uccellaccio del malaugurio! Non sei tu che voglio!-
-Non sono dello stesso avviso! La morte ti ha messo sulla sua lista!-
Lo Shogun, con un gesto fulmineo, tentò di tagliare la testa di Seiya, ma il giovane si abbassò appena in tempo. Solo un piccolo ciuffo di capelli fu coinvolto.
-Non ti permetterò mai di prendere la mia testa così facilmente! Pegasus Ryuseiken!-
Hidetora roteò la falce come un'elica e il colpo fu annullato.
-Dannazione!-
-La morte verrà all'improvviso, avrà le tue labbra e i tuoi occhi, ti coprirà d’un velo bianco addormentandosi al tuo fianco!-
-Che diavolo dici? Pegasus Ryuseiken!-
Di nuovo, il colpo fu annullato dalla falce rotante. Dopodiché, Hidetora bruciò il suo cosmo e lanciò dalla falce un'onda energetica di colore viola che prese in pieno Seiya buttandolo a terra.
-Nell'ozio, nel sonno, in battaglia verrà senza darti avvisaglia. La morte va a colpo sicuro non suona il corno né il tamburo!-
-P... Piantala! Sei irritante!-
Jorgon, invece, rideva di gusto. Seiya si rialzò e tornò a bruciare il suo cosmo.
-Rassegnati. Non opporti alla morte! Offrile la tua anima senza reagire!-
-Stai zitto!-
Seiya corse verso Hidetora che iniziò a roteare di nuovo la falce. Seiya, a quel punto, si paralizzò di colpo.
-Che... che succede? Non... non riesco più a muovermi!-
L'effetto dell'attacco era identico al Restrinction di Milo dello scorpione.
-Uh, uh, uh, uh! Ora la tua testa si aggiungerà alla mia collezione!-
Seiya si sforzò con tutte le sue forze. Bruciò il suo cosmo all'estremo, miracolosamente riacquistò la mobilità e diede un calcio rovesciato al suo avversario. O almeno, tentò di farlo, dato che lo mancò.
-Cosa fai? Colpisci l'aria?-
Hidetora tornò a roteare la falce utilizzando di nuovo lo pseudo Restriction, ma stavolta a Seiya non fece alcun effetto.
-Cosa? Perché continua a muoversi?-
Istintivamente guardò la falce. La lama era piena di incrinature.
-Mmmh... deve essere stato l'effetto di quel calcio...-
Seiya bruciò di nuovo il cosmo.
-E ora... Pegasus Suiseiken!-
La cometa raggiunse l'obbiettivo e Hidetora cadde a terra. Ma si rialzò subito e senza un graffio.
-Non... non è possibile!-
-Di fronte all'estrema nemica non vale coraggio o fatica, non serve colpirla nel cuore perché la morte mai non muore!-
-Sei completamente pazzo! Tu non sei la morte, sei solo un idiota!-
Hidetora lanciò un'altra onda dalla falce buttando di nuovo a terra il suo avversario.
-Preparati al colpo di grazia!-
-Houyoku Tensho!-
Il colpo andò a segno, ma senza risultati.
-Ecco la fenice. Lo dico anche a te, dato che non eri presente: Di fronte all'estrema nemica non vale coraggio o fatica, non serve colpirla nel cuore perché la morte mai non muore!-
Ikki cominciò a ridere come un matto.
-Ti faccio ridere?-
-Sì, perché non hai tutte le rotelle al loro posto secondo me! Seiya, occupati di Jorgon. Penso io a questo pazzoide!-
Seiya annuì e corse verso Jorgon che, nel mentre, si stava alzando dal trono. Hidetora, senza dire nulla, tornò a bruciare il suo cosmo. Si girò verso Seiya, alzò la falce, ma questa si sbriciolò completamente.
-La morte non può più mietere vittime, ora!- disse Ikki.
Rivolse, allora, lo sguardo verso il saint della fenice.
-La morte ti ha messo in lista. Preparati!-
-Non aspetto altro!-
-Shi Aku!-
Dal nulla arrivò un fulmine di colore azzurro che colpì Ikki in pieno e cadde a terra prono.
-Tsk! Tutto qui? Allora eri solo un fanfarone!-
Ikki si rialzò.
-Ah ecco. Così si ragiona!-
-Ho... Houyoku Tensho!-
Il colpo andò a segno, ma senza risultati.
-Forse non mi sono spiegato bene, non puoi sconfiggere la morte!-
-E io ti ripeto che sei completamente fuori di zucca. Tu non sei la morte!-
-Ora basta!-
Hidetora bruciò il suo cosmo.
-Addio fenice! Hanketsu Saigo Shi!-
Ikki fu investito dal colpo e il cloth andò a pezzi.
-È finita! La morte ha mietuto un'altra vittima!-
All'improvviso, un onda energetica lo colpì alle spalle distruggendogli la yoroi. Quando si girò, vide Jorgon con il braccio teso in avanti e il pugno chiuso.
-Su... sua eccellenza Jorgon! Pe... perché?-
-Perché, come hanno detto gli altri, tu non sei normale. Credi di essere la morte, ma ti ho dimostrato che sei solo uno stupido umano con il cervello bacato!-
L'elmo a forma di teschio si spaccò in due rivelando i suoi occhi bordeaux e i capelli bianchi. Dopodiché, cadde a terra prono.
-Non... ser... ve... colpi... rla... nel... cuo... re... perché... la morte... mai... non... muo... re!- disse prima di morire.
-Imbecille!-
Seiya, guardò Jorgon con aria sconvolta e interrogativa al tempo stesso.
-Era il tuo braccio destro...-
-Per convenienza. Era solo un inutile giocattolo rotto. Anzi, in verità, qualche utilità l'ha avuta!-
-P... Pegasus Suiseiken!-
Il demone parò il colpo con una sola mano.
-Voglio farti vedere una cosa, dato che non ne avete avuto occasione!-
"Di cosa parla?"
Jorgon tornò a bruciare il suo cosmo e Seiya ebbe un sussulto.
-Ma... questo cosmo è...-
-Yokai Ken!-
Lanciò dalla mano un'onda energetica color porpora che prese Seiya in pieno. Nonostante questo si rialzò.
-Allora... allora non era solo un'illusione. Tu sei davvero in grado di assorbire le anime dei tuoi soldati!-
-Esattamente! Lo Yokai Ken è il colpo di Morimasa, il samurai delle illusioni, che è morto prima di poterlo lanciare!-
-Ma... maledetto. È per questo che hai ucciso Hidetora!-
-Ci sei arrivato finalmente! Shi Aku!-
Anche Seiya subì il colpo e cadde a terra.
-Osserva bene Atena. Spalanca bene gli occhi. I tuoi amati saints moriranno qui e tu con loro!-
-Non... non è ancora finita!-
-Ti rialzi ancora? Che coraggio!-
-Houyoku Tensho!-
Il colpo non ebbe alcun effetto.
-È tornata la fenice!-
-Diamond Dust!-
Jorgon parò il colpo e la sua mano si ghiacciò. Ma gli bastò bruciare appena il cosmo per liberarla.
-Thunder Wave!-
-Rozan Shoryuha!-
Anche i colpi di Shun e Shiryu non ebbero alcun effetto.
-Eccoli qua! Tutti belli riuniti per raggiungere la loro amata dea all'inferno!-
-Sarai tu ad andare all'inferno!- dissero tutti e cinque.
Il demone rise, poi si fece serio e disse:
-Dimostratemelo!-
Nota 98: Hidetora cita la canzone La Morte di Fabrizio De André.
Nota 99: Shi Aku significa Arco Della Morte. È ispirato all'incantesimo, con lo stesso nome, del videogioco Hexen. Hanketsu Saigo Shi significa Sentenza Finale Di Morte e Yokai Ken significa Colpo Dello Spettro. Il nome è preso dal colpo di Balkom, personaggio che appare nell'anime di Ken Il Guerriero.
Nota 100: Il titolo del capitolo è lo stesso di una canzone degli Iron Maiden.
Capitolo 33:
The Last Battle
Seiya e gli altri si gettarono contro il loro nemico che, senza battere ciglio, li scaraventò lontano con una folata di vento.
-Non lasciamoci impressionare. Facciamolo a pezzi e salviamo Atena!-
-Folli!-
Shun lo imprigionò con le catene nella Great Capture così da permettere a Seiya, Shiryu, Hyoga e Ikki di attaccarlo con i loro colpi. A un tratto, però, i colpi tornarono ai rispettivi mittenti.
-No non è possibile! Non ditemi che...- disse Hyoga senza finire la frase.
Poi guardò meglio e vide davanti al demone un muro di cristallo.
-Maledizione! Il Kabe Suisho, il colpo di Rika la Samurai Di Cristallo!-
Jorgon rise e il suo corpo iniziò a brillare d'oro.
-Kogane Ken!-
Dal pugno lanciò una sfera dorata che colpì Shun.
-Non avrai mica intenzione di...- disse Seiya.
-Esatto! Gin Ken!-
Una sfera d'argento colpì Shiryu. Con il Seido Ken, il pugno di bronzo, colpì Hyoga, il Shirogane Ken, il pugno di platino, colpì Seiya ed infine colpì Ikki con il colpo più potente di Tetsu il Samurai Del Ferro: Hane Nashi Hanketsu. Aveva sguainato la sua Odachi con una rapidità sorprendente e, sempre con la stessa, aveva lanciato il colpo provocando un taglio orizzontale sull'addome di Ikki che indietreggiò soffrendo.
-Male... maledetto...- disse il saint della fenice.
-Siete fortunati che non sto usando tutta la mia forza!-
-Allora, ti consiglio di farlo subito!-
-Fammi divertire ancora! Kuroi Hikari!-
Era il colpo di Kagemaru, il Samurai Delle Tenebre, ma stavolta Ikki non restò a guardare e lo annullò lanciando l'Houyoku Tensho.
Seiya e gli altri si rialzarono per dargli man forte.
-Va bene. Un ultimo attacco dei miei Shogun e poi basta!-
Tornò a bruciare il suo cosmo.
-Questo... è il cosmo di Hidetora!- gridò Seiya.
-Hanketsu Saigo Shi!-
I cinque furono scaraventati lontano. A parte il cloth di Ikki che andò a pezzi, gli altri avevano resistito.
-Che incredibile quanto inutile resistenza!-
Con la Odachi ancora sguainata cominciò una specie di balletto.
-È giunta l'ora di morire! La vostra ora è suonata!-
Seiya e gli altri si rialzarono.
-Attacchiamolo tutti insieme!-
Così fecero. I migliori colpi di tutti e cinque raggiunsero il nemico che si ritrovò a terra.
-Mi avete steso? È impossibile!-
Quando si rialzò, la sua Odachi andò in frantumi. Jorgon rimase immobile a fissare i pezzi della sua arma a lungo. Seiya e gli altri tentarono di approfittare dell'occasione, ma la potenza del cosmo demoniaco li arrestò.
-Luridi insetti! Perite! Ma Doryoku!-
Furono investiti dalla violenta onda d'urto di energia demoniaca. Ikki fu fortunato che il suo cloth era tornato sul suo corpo mentre Jorgon fissava la sua Odachi distrutta. I nostri eroi, quando riaprirono gli occhi, erano sicuri di avere ancora i loro cloth a proteggerli. Invece, con loro grande sorpresa, erano completamente privi di protezione.
-N... no... ha distrutto i nostri cloth bagnati dal sangue di Atena!- dissero tutti sconvolti.
-Ve l'avevo detto che la vostra ora è suonata! E anche quella di Atena a quanto pare!-
Atena aveva il liquido fosforescente fino al collo. Ancora poco e sarebbe morta.
-N... No! Dea Atena!-
Seiya corse verso la clessidra, ma Jorgon gli si parò davanti, lo afferrò per il collo e lo sollevò da terra.
-Lascialo andare!- gridarono Ikki e gli altri.
Dopodiché, lo attaccarono con i loro colpi facendogli mancare la presa.
-I topi più si lasciano stare e più danno fastidio al grano...- disse Jorgon.
A un tratto, dal nulla apparì un bagliore dorato che costrinse tutti a coprirsi gli occhi. Quando tutto finì, in mezzo al demone e i nostri eroi vi erano i gold cloth di Aiolos, Camus e Doko.
-I gold cloth?- disse il demone stranito.
Le corazze si smontarono e si unirono a chi ben sappiamo.
-Tsk! Tutto ciò è inutile!-
-Sei finito Jorgon! Con queste addosso abbiamo sconfitto il dio dei mari Poseidon!- disse Seiya.
-Avete solo compiuto un miracolo! Che con me non si ripeterà!-
-Pegasus Suiseiken!-
-Rozan Hyakuryuha!-
-Aurora Execution!-
-Mh? Kabe Suisho!-
Jorgon ricreò il muro di cristallo, ma i tre colpi, invece di tornare indietro, incredibilmente riuscirono a distruggerlo.
-I... incredibile! Avete distrutto il Kabe Suisho...-
-Adesso ragazzi! Pegasus Suiseiken!-
-Rozan Hyakuryuha!-
-Aurora Execution!-
Jorgon fu investito dai colpi e cadde a terra. Quando si rialzò sembrò non avere alcun danno. Invece, sulla maschera da oni e sulla yoroi apparvero numerose crepe.
-Mi... mi avete colpito... come avete potuto?-
Il demone iniziò a tremare e a bruciare intensamente il suo cosmo demoniaco. Seiya e gli altri ebbero un leggero brivido, ma questo non li fermò.
-Attacchiamo di nuovo!- disse il saint di Pegaso.
Jorgon emise un urlo, gli occhi gli brillarono e gridò:
-Idaina Jaakuna Ma Shogun Ken!-
Lanciò il colpo e i nostri saint furono investiti e i gold cloth andarono a pezzi. Questo li lasciò ovviamente sconvolti.
-I... gold cloth distrutti? È impossibile! Come... come può averlo fatto? Non è un dio! È solo un demone...- dissero Seiya e gli altri due.
-Avete ragione, mocciosi! Non sono un dio, ma solo un demone. Ma io mi nutro dell'odio della gente, anche in questo secolo ce n'è davvero tanto, e mi rende sempre più forte!-
-I... incredibile!-
-Ormai siete senza protezione alcuna. Mi basterà un soffio per uccidervi!-
Seiya, Shiryu, Hyoga e Shun si rialzarono continuando a bruciare il loro cosmo.
-Ammirevoli, ma al tempo stesso ridicoli. Preferite suicidarvi combattendo piuttosto che morire immobili?-
A un tratto, i loro corpi s'illuminarono e comparve su ognuno di loro un nuovo cloth.
-Che cosa? Che diavolo di prodigio è mai questo?-
-I... i nostri cloth sono rinati? Forse è opera del sangue di Atena?- si chiesero.
-Ma certo! Come ho fatto a dimenticarmene! I cloth bagnati dal sangue di Atena, o una qualunque divinità, rinascono come God Cloth!- disse Jorgon.
I cinque si guardarono, sorrisero e si misero in posa.
-Fate meno i gradassi, non vi lascerò reagire neanche un po'! Idaina Jaakuna Ma Shogun Ken!-
Tutti e quattro tesero in avanti la mano destra e pararono il colpo.
-Che cosa?-
Dopodiché lo deviarono.
-Hai perso, Jorgon!-
-Nei vostri sogni!-
Gli occhi del demone brillarono e i quattro furono scaraventati a terra. All'improvviso, la clessidra s'illuminò e si distrusse.
-Che diavolo succede adesso?-
Atena era in piedi e non sembrava affatto indebolita. Un pezzo di vetro le aveva fatto un piccolo taglio sul braccio. Lei posò due dita sulla ferita e lanciò il sangue su Ikki. Anche il suo cloth rinacque come God.
-A... Atena? Come diavolo hai fatto a liberarti?- chiese Jorgon.
-Semplice forza di volontà? Non te lo so dire con certezza. Probabilmente, mi ero stancata di fare da spettatrice!-
-Beh, hai fatto male a comparire davanti a me. Avresti dovuto continuare a restare nella clessidra!-
-Ormai ti stai arrampicando pateticamente sugli specchi. Sei finito!-
-Io finito? Non essere sciocca! Idaina Jaakuna Ma Shogun Ken!-
Seiya e gli altri si rialzarono e deviarono l'attacco con i rispettivi colpi.
-Ah, maledetti impiccioni!-
Sulla mano di Saori comparve lo scettro di Nike.
-È finita!-
-Finita? Se credi che mi farò sigillare un'altra volta ti sbagli di grosso!-
-E chi ha intenzione di sigillarti?-
-C... come?-
-Esci da quella yoroi!-
Lo scettro s'illuminò e dalla yoroi uscì una specie di spettro nero con gli occhi rossi, mentre la maschera da oni andò in pezzi.
-Ah! Il mio "corpo"!-
Tentò di rientrare dentro, ma comparve un'altro spettro davanti a lui che prese la forma di Oda Nobunaga.
-Lo spirito di Oda Nobunaga? Che... che significa?-
-Hai finito di usare impropriamente la mia yoroi!-
-Sta zitto e levati di mezzo!-
-Jorgon!- gridò Atena.
Lo spirito maligno si voltò, Nike s'illuminò e un grande raggio dorato lo investì annientandolo per sempre. Oda Nobunaga e Saori si guardarono. Lui le sorrise e svanì nel nulla. Il castello cominciò a tremare, Seiya e gli altri, ma prima Ikki afferrò la yoroi del famoso samurai, si unirono a Saori, i loro corpi s'illuminarono d'oro e svanirono. Il castello collassò e i nostri eroi lo contemplarono da lontano. Una volta finito, le nuvole nere su Tokio scomparvero per sempre lasciando il posto al sole. Saori e gli altri lo guardarono e sorrisero.
Nota 101: Il titolo del capitolo è lo stesso di una canzone di Rick Wakeman.