Capitolo I. La quiete prima della tempesta
Il sole della Grecia picchiava forte in quell' ultima parte della stagione. Nel piccolo villaggio di Rodrio stanziato fra le alture che videro nascere i Miti dell’ epoca d’ oro tutto procedeva come sempre. La piazza del mercato era tutto un caotico (ma pittoresco) vociare di gente. Agli abitanti di quella piccola comunità si mescolavano non raramente dei turisti a caccia di souvenir tipici che esponevano le bancarelle. Al centro della piazza, la grande fontana dove vi erano scolpite figure di giovani coppieri dalle cui anfore sgorgava incessantemente limpida acqua. E vicino ad essa un gruppetto il cui baccano superava quello circostante del mercato.
-Javier, diciotto anni, celibe!- disse la prima voce, tuonando il proprio nome.
-Lazle, diciassette anni, single!- gli fece eco una seconda, più tagliente.
-Axl, diciassette anni, libero!!- concluse la terza:- bienvenue a Rodrio, mademoiselles!- finì sorridendo a trentasei denti.
I tre ragazzi, spalla a spalla ridevano e scherzavano con le fanciulle che avevano appena conosciuto grazie all’ esuberanza di Lazle, natio del piccolo villaggio.
-E ti pareva….- disse qualcuno in tono più greve alle loro spalle:- …dovevo immaginarmelo che finivate a fare i molliconi con le turiste..-
I tre si voltarono trovandosi davanti gli occhi Robb.
Il ragazzo li superava di tutta la testa (eccezion fatta per Javier, che era quello leggermente più alto dei tre marpioni) e li stava osservando con le sue iridi nerissime sbuffando divertito. Ogni volta che Lazle e compagnia bella avevano intenzione di lasciare il Santuario per raggiungere il vicino villaggio, con la solita scusa di fare provviste; chiedevano il supporto dell’ alto amico dato che il Grande Sacerdote non si fidava troppo dei tre.
E ogni volta era la stessa storia, lui a comprare quelle cose che mancavano; e Lazle, Axl e Javier che ci provavano con le turiste che si spingevano fino a quell’ angolino caratteristico della Grecia. Ovviamente ignare del fatto che poco vicino si trovava il leggendario Santuario della dea Athena, quartier generale dei Saint.
Robb un pò temeva che i tre per fare gli sboroni avrebbero rivelato la loro carica di guerrieri di Athena, ma nel peggiore dei casi sarebbe stata presa, appunto, come una sbruffonata.
-Eddai, Robb!- fece Lazle squadrandolo con il suo strano sguardo, dato che aveva un occhio azzurro e uno castano:- Unisciti pure tu a noi!- disse indicando le turiste che guardavano incuriosite l’ allampanato ragazzo:- Vedi? Ne abbiamo conosciute giusto quattro per lasciartene una anche a te!-
-Si, la più scorfana…- intervenne Axl a voce bassa, soffocando una risata.
-Lazle! Mi stupisco di te!- disse invece Javier dando uno scappellotto in testa al più bassino del gruppo:- Lo sai che Robb è molto riservato, pure troppo in realtà, inoltre dovrebbe già avere una tresca…- concluse ghignando sardonico.
-Con Melisandra?- si inserì nuovamente nel discorso Axl, sogghignando:- Me lo ha detto anche Ranya, che è sua compagna di addestramento al campo delle sacerdotesse…-
-Ah! E tu non mi dici niente che vai a marpioneggiare da quelle parti ?- ribattè offeso Javier, sgranando gli occhi sorpreso.
-Che allupati !- esclamò Lazle, quasi indignato dalla libido dei suoi due compari.
-Ha parlato il santarellino…- tagliò corto infine Robb, gettandosi indietro i lunghi capelli neri:- …comunque sia fraintendete riguardo me e Melisandra- tentò di difendersi.
-Se se.. !- lo canzonò l’ amico che doveva stare con lo sguardo all’ insù per guardarlo negli occhi.
Le turiste guardavano la scenetta di sottecchi ridendo, nonostante essendo straniere non ci capissero un acca del discorso. Era comunque buffo vedere discutere così animatamente Lazle che, sebbene non fosse chissà che statua greca (a meno che non si parlasse di qualche rappresentazione di satiro); era dotato di una mimica e di una simpatia accattivanti. E di contrasto Robb, il quale era cupo caratterialmente nonostante la profondità dei suoi occhi scurissimi e il viso d’ angelo, stranamente segnato da alcune profonde cicatrici, ne tradissero l’ indole fondamentalmente buona.
Javier, quello che si atteggiava di più da figo con il gruppo di straniere, rivolse loro un sorriso che doveva essere accattivante ma risultava troppo finto. Axl gli diede un gomitata sul fianco:- Ehi! Guarda chi arriva!- disse, con lo sguardo rivolto alla sinistra della piazzetta.
Una ragazza dai capelli neri tagliati a caschetto, piccola ma proporzionata; fece per raggiungere il gruppetto, una volta che l’ ebbe individuato.
-Eccovi finalmente…- esordì la fanciulla rivolgendo uno sguardo di rimprovero in direzione degli uomini della combriccola:- …era ovvio che vi avrei trovato qui! Nevvero, Lazle?-
Il ragazzo cercò di trovare una scusa convincente:- Ehm… in realtà, Dhimitra…-
Javier si intromise, cambiando discorso:- … in realtà dovremmo ringraziare il Grande Sacerdote che ha abolito lo stupido obbligo di far portare una maschera alle sacerdotesse, cosicché Lazle è rimasto basito ancora una volta rimirando i tuoi splendidi occhi azzurri..- concluse, sorridendo alla stessa maniera di come aveva fatto con le turiste.
Dhimitra per un attimo parve arrossire, poi scrollò la testa:- Ehi!- esclamò infastidita:- Mi avete preso per una di quelle gallinelle straniere che cercate di abbordare peraltro invano?? Stupidi come siete!-
I tre conquistadores accusarono il colpo mentre Robb sogghignava.
-Robb!!- esclamò la morettina apparendo sorpresa della sua presenza sul luogo del "misfatto":- Non ti farai coinvolgere pure tu vero?-
In tutta risposta l’ alto ragazzo le mostrò le compere fatte mentre Lazle e compagnia si davano da fare alla loro maniera.
-Ci fa da palo!- fece pronto Axl:- Altrimenti non ci permetterebbero di venire a Rodrio!-
-E chi ti ha chiesto niente a te?- chiese infastidita Dhimitra:- Comunque sia, ringraziate che vi sono venuta a chiamare! Non dovreste avere gli allenamenti voi adesso?-
-Secondo te che stiamo facendo?- ribattè Lazle con noncuranza, beccandosi un cazzottone sulla nuca da parte della ragazza:- Ahia!!- si lamentò teatralmente.
Robb scrollò le spalle:- Bene, andiamo- disse semplicemente, affiancandosi a Dhimitra.
-Noi vi raggiungiamo subito!- fece Javier, mantenendo il suo aplomb da disinteressato per non perdere punti con le turiste.
-Si, fra un paio di orette, magari una, dipende quanta resistenza fanno queste!- aggiunse Lazle beccandosi un altro scappellotto da parte dell’ amico stavolta:- Ahia! Robb, anche tu?- chiese massaggiandosi la testa.
-Eh.. quando te le meriti, te le meriti le legnate…- rispose questi con nonchalance.
-Giusto!- approvò Axl, cingendo a sé una turista, la più carina (e beccandosi uno schiaffone dalla civettuola).
-Sta zitto tu, e prenditi il tuo benservito!- ribattè Lazle continuando a strofinarsi la nuca.
-Ma dico io!- si lamentava Dhimitra mentre con Robb si trovavano sulla via del ritorno al Santuario. L’ impervio sentiero che si addentrava fra le pareti rocciose di quelle alture era ignoto a chiunque non fosse un Sacro Guerriero. Chi avesse tentato di percorrerlo senza conoscerne la giusta via, si sarebbe perso in quel dedalo di rocce.
-Che c’è, Dhimitra?- le chiese il ragazzo mentre, pensieroso, scalciava qualche pietruzza di fronte ai suoi piedi. Con le mani in tasca, aveva lasciato da trasportare i sacchetti della spesa ai tre marpioni (non è che poteva fare tutto lui, lasciando Lazle e compagnia bella al loro passatempo preferito).
-Niente, niente- rispose questa sbuffando e calmandosi:- Mi arrabbio perché non so come abbiano potuto fare Saint quei tre inetti che hanno la testa solo a quello !-
Robb rise di cuore all’ affermazione della ragazza. Dhimitra era stata investita da poco tempo Silver Saint, della Freccia, era fra i più giovani guerrieri di quella casta ed era armata di molti buoni propositi. Robb era più grande di lei solo di qualche anno, ma era stato fra i primi di loro a essere investito Saint d’ Argento, di Cetus.
-Non crucciarti- le disse il ragazzo poggiandole delicatamente una mano sulla spalla:- Lazle, Axl e Javier potranno pure fare i marpioni ma ciò non toglie che quando sarà il momento; sapranno tener alto il loro nome di guerrieri di Athena..- continuò:- …che male c’è se si comportano da ragazzi normali se ne hanno l’ opportunità?- sbuffò, divertito dall’ idea che fosse proprio lui a dire una cosa simile.
Dhimitra non si mostrò ancora del tutto convinta:- Umph! Resta il fatto che non mi fido troppo di quei tre ragazzacci !- si voltò a guardare Robb negli occhi:- E comunque sia proprio tu mi fai questi discorsi, schivo come sei?-
Il ragazzo, leggermente in imbarazzo, si grattò la nuca glissando la domanda:- Beh.. ad ogni modo ha ragione Javier… hai proprio degli occhi splendidi!-
Arrossita per via del complimento, Dhimitra si lasciò un po’ andare:- Uffa! Però se mi fai tu un complimento, non posso rifiutarlo!- esclamò imbarazzata, facendo la linguaccia a Robb.
Dopo un po’ varcarono l’ entrata del Santuario e si diressero al campo d’ addestramento maschile. Di dimensioni ragguardevoli, il perimetro della zona presentava varie strutture ginniche, nonché una piccola arena per gli scontri più qualche caseggiato dove erano allocati i servizi. Già alcuni Saint erano presenti e si allenavano, chi in singolo, chi scambiandosi in duello qualche colpo nella polverosa arena. All’ arrivo di Robb e Dhimitra qualcuno si voltò a salutarli.
Il giovane si appoggiò al basso recinto in legno che delimitava il campo d’ addestramento e rispose di rimando.
-Gli altri sono a Rodrio a cazzeggiare, vero?- chiese il ragazzo dalla mole titanica che si stava allenando con i pesi, rivolto a Robb.
-Già!!- rispose Dhimitra per entrambi:- Non dovresti nemmeno chiederlo se lo sai, Viktor!- fece quasi in tono di rimprovero, per nulla intimorita dalla stazza del suo interlocutore.
-Ma sicuro che quei tre siano dei Saint?- aggiunse una terza persona intervenendo nel discorso. Si trattava di un ragazzo pressappoco dell’ età di Robb, con i capelli dello stesso identico colore di quelli di Dhimitra con la quale aveva inoltre una vaga somiglianza, nonostante fosse più scuro di carnagione e severo nei lineamenti, carattere accentuato maggiormente dal naso aquilino.
-Salve, Dirros!- lo salutò Robb vedendolo sopraggiungere:- Non sarai troppo duro con Lazle e gli altri?- chiese qualche attimo dopo.
-Benarrivato, Robb…- rispose il guerriero, togliendosi la polvere dal suo corpetto da addestramento:- … sicuro di non essere tenero tu con loro? In fondo converrai con me che prendono le cose un po’ troppo alla leggera…-
-Beh…- ghignò il ragazzo:- … di controparte addirittura tu mi dici che le prendo troppo seriamente a volte!-
Dirros sorrise a sua volta, dando una pacca bonaria sulla spalla dell’ amico di cui conosceva bene il carattere.
-Fratello!- esclamò Dhimitra, gettandosi al suo collo.
-Ehi, sorellina!- fece Dirros sorpreso da quello slancio d’ affetto:- Ti ha accompagnato Robb fino a qua? Ma non dovresti essere al campo d’ addestramento femminile, tu ?-
-Si, ma volevo salutarti prima di andare!- sorrise lei.
Annunciati dalla solita caciara della quale erano capaci, sopraggiunsero i tre messi al banco degli imputati.
-Ma che bel quadretto!- esclamò Lazle dando un colpetto agli altri due:- Non sono adorabili?-
-Fortunatamente Dhimitra non ha preso niente dal fratellino!- scherzò Javier mentre Axl sottobraccio agli altri due rideva di gusto, anche se l’ occhio sinistro cerchiato di nero stava a significare che l’ ennesimo abbordaggio era andato male.
Robb scrollò la testa:-"Casinisti…"- pensò. Dirros invece sembrò non prenderla tanto bene e urlò in faccia ai tre:-Invece di fare macello come vostro solito, e rimediare bastonate dalle ragazze giù a Rodrio, potreste ricordavi un attimino del vostro rango di Saint?-
Continuò a fargli la ramanzina ancora per qualche minuto, come ogni volta. Dirros era si molto ligio, ma ormai avrebbe dovuto capire che con quei tre non c' era speranza di metterli in riga. Il gigantesco Viktor aveva smesso di usare i pesi e guardava la scena divertito. Il volto rubicondo, rosso per la stanchezza, sembrava in procinto di prorompere in una sonora risata. I tre ragazzi facevano palesemente finta d' essere dispiaciuti per la loro condotta ma Dirros era troppo preso dai suoi discorsi sui doveri che avrebbero dovuto osservare in quanto Saint, per accorgersi della recita.
-Non ne caverai mai un ragno dal buco con questi tre...- incominciò il ragazzone incrociando le possenti braccia al petto e ponendosi di fronte agli altri. Per quanto bonario fosse Viktor, comunque la sua mole incuteva timore.
Dirros drizzò la schiena, inspirando profondamente. Fece un sorrisetto che Lazle, Axl e Javier interpretarono come foriero di punizioni. E non erroneamente.
-Mi sa che hai ragione...- incominciò il ragazzo assumendo la stessa posa del gigante di fianco a lui:- .. oggi voi resterete con me dopo gli allenamenti. Faremo gli straordinari. Sempre se resisterete a quello che ho in serbo per voi, adesso! Mille flessioni con Viktor sopra la schiena!-
I tre ragazzi sgranarono gli occhi, in un espressione inebetita. A Javier iniziò pure a tremolare l' occhio destro dallo stupore. Viktor invece non riuscì a trattenersi e rise di gusto a quella reazione.
-Non... non dirai sul serio...spero!- iniziò Lazle, balbettando.
Effettivamente già allenarsi con Dirros era duro, ma dopo una giornata passata a sollevare su e giù Viktor era improponibile! Il ragazzo dal naso aquilino e dal temperamento fiero era un leader per i Silver Saint, la persona con le qualità giuste per guidarli, anche se a volte e questo era uno di quei casi, si dimostrava un po' troppo bacchettone.
-"Con l' ammirazione che Dhimitra nutre per suo fratello è ovvio che abbia una scarsa considerazione di quei tre pazzoidi"- pensò fra sé e sé Robb, osservando la scena leggermente distaccato dagli altri. Se la giovane sacerdotessa-guerriero aveva come modello Dirros, ben si poteva immaginare quanta alta fosse la considerazione delle responsabilità che aveva.
-Pensieri.. come al solito, eh Robb?- pronunciò tonante una voce dietro di lui.
Il ragazzo si voltò e vide sopraggiungere Graegoris. Se Dirros era per tutti loro il capo indiscusso per esperienza e carisma, il giovane dai capelli chiari che Robb si trovava davanti era un po' la primadonna.
Bello e scultoreo nell' aspetto, solare e sprezzante di carattere, Graegoris sembrava uscito da uno dei poemi omerici che narrava le gesta degli eroi dell' epoca mitica. Fortissimo nei duelli, però tendeva troppo a voler primeggiare.
Robb lo salutò con un impercettibile cenno del capo. Nonostante Graegoris non gli avesse fatto nulla di particolare, non gli stava granchè simpatico poiché lo considerava troppo stereotipato per i suoi gusti. Non ci poteva fare niente, era più forte di lui. A differenza di Lazle ad esempio, Robb non riusciva a fare comunella con tutti né tanto meno ne aveva voglia.
Gli altri salutarono il nuovo arrivato più calorosamente, interrompendo la diatriba in corso. Una volta che questi venne a sapere le motivazioni di quell' ennesima ramanzina, scoppiò a ridere.
-Questo si che è divertente!- esclamò, quasi soffocandosi dalle risate. Si teneva la pancia talmente la faceva grassa:- Oh, suvvia, suvvia! Un po' di allenamento extra non può che farvi bene!- Lazle mal sopportando Graegoris fece per afferrarlo ma fu fermato dai suoi due compari.
Il giovane, una volta finito finalmente di ridere, si asciugò le lacrime e appoggiandosi a Robb, che lo guardò come ad aspettarsi qualcosa, effettivamente a lui si rivolse.
-Visto che Dirros mi pare parecchio impegnato...- incominciò, non senza dover reprimere una nuova ondata di riso:- ...perchè non ci sfidiamo?-
Robb sbuffò, sogghignando e scostandosi da Graegoris:- Sta bene... intanto che finisci di ridertela vado a prepararmi- fece per congedarsi un attimo che Dhimitra lo fermò chiedendogli se poteva rimanere a guardare lo scontro. Per l' alto ragazzo non v' era alcun problema, e nemmeno per il suo sfidante, anzi, quest' ultimo era ben contento di avere degli spettatori. Tuttavia Dirros insistette affinchè la sorella si affrettasse a raggiungere il campo d' addestramento femminile, e così fece seppur malvolentieri.
Robb tornò qualche istante dopo, con la tenuta d' allenamento indosso, composta da un corpetto di cuoio grezzo, e vari inserti dello stesso materiale atti a coprire gli stinchi, le spalle e gli avambracci. Graegoris era già equipaggiato alla stessa maniera anche se, vanesio com' era, la sua tenuta era più elaborata esteticamente.
-Bene, cominciamo- disse, gettandosi addosso il suo avversario. Questi schivò prontamente l' attacco nonostante l' altezza suggerisse una minore mobilità. Toccò a Robb contrattaccare e lo fece mollando un dritto diretto al torace di Graegoris che prontamente bloccò. Contraendo tutti i muscoli, il giovane tentò di scaraventare dietro di lui Robb. Ma quest' ultimo, spiccando un balzo, si liberò dalla presa colpendo con un calcio al volo il suo avversario in testa.
-Robb uno, Graegoris zero!- esultò Lazle, per essere repentinamente ripreso da Dirros che, fulminandolo con lo sguardo, gli intimava di procedere con i suoi esercizi.
Il guerriero si infervorò e rialzandosi, sfoderò un uno-due che colse alla sprovvista Robb. Il ragazzo si trovò ad indietreggiare tenendosi l' addome raggiunto dai pugni.
-Graegoris due, Robb uno!- fece di rimando l' interessato a Lazle. Graegoris odiava perdere, sia che si trattasse di un duello serio che di un allenamento. Era davvero abile, Robb doveva ammetterlo tuttavia egli riusciva a compensare grazie all' impegno che ci metteva. A differenza del suo avversario che tendeva a sottovalutare chi aveva davanti, Robb era molto più attento sotto questo aspetto. Semplicemente si trattava di sfruttare questo piccolo vantaggio.
Barcollò per qualche passo in avanti, sotto gli occhi chiari e compiaciuti di Graegoris.
-Questa l'hai sentita eh?- stava per dire, vanaglorioso, quando Robb lo fece sobbalzare restituendogli il colpo e mettendoci maggiore rabbia.
Graegoris, che non si aspettava una ripresa così rapida, si piegò in due portando una mano allo stomaco, indietreggiando di qualche passo.
-Ouch...- si lamentò, guardando in cagnesco Robb:- ... colpirmi così alla sprovvista non vale!- sputò, raddrizzandosi.
-Eh... sei tu che non sei particolarmente attento, Graeg! Robb pareggia!- esclamò un ragazzo tarchiato che, appoggiato alla staccionata, si gustava lo scontro tenendosi il volto con una mano. Aveva la pelle olivastra e il naso schiacciato.
-Tsk.. come volevasi dimostrare, mio caro Vespero, il prode Graegoris di Eracle è tutto fumo e niente arrosto...- pronunciò sprezzante un altro giovane accanto al primo. I suoi lineamenti erano marcati, si spostò di davanti lo sguardo affilato una ciocca dei capelli biondissimi che gli ricadevano appena sopra le spalle. Dalle sue parole, non era troppo velata l' antipatia che dimostrava nei confronti di Graegoris.
Questi, innervosito dall' intromissione dei due sbottò, principalmente rivolto al ragazzo biondo:- Adesso vedrete! Waymar, maledetto crucco, vuoi affrontarmi tu dopo di Robb?- Quasi ad essere chiamato, l' alto ragazzo fece per colpire nuovamente Graegoris, che schivò il calcio volante d' istinto lamentandosi subito dopo per l' ennesimo attacco improvviso.
-Se ti distrai...- iniziò Robb quasi a giustificarsi, senza nascondere un sogghigno.
Continuarono lo scontro per ore, mantenendo sempre alto il livello della sfida. I due Saint si ribattevano colpo su colpo. Poco prima del tramonto decisero entrambi di piantarla li, stremati com' erano. Ai punti avrebbe vinto Graegoris, ma Robb aveva portato attacchi più mirati di quelli del suo rivale.
-Come volevasi dimostrare, eh Waymar...?- iniziò Graeg canzonando il tedesco, con una non troppo celata punta d' orgoglio, ma il biondo l' interruppe ricordandogli come era andato effettivamente lo scontro asserendo che le battaglie dei Guerrieri Sacri non si svolgono a punti. Il messicano Vespero condivideva in parte la tesi di Waymar, anche se riconosceva l' abilità gladiatoria di Graegoris come la migliore fra i Silver Saint.
Robb si limitò a congedarsi dal suo avversario, lasciandolo a quelle discussioni che, pensò, erano abbastanza vacue secondo la sua opinione. Scrollandosi la polvere di dosso e tergendosi la fronte dal sudore che gli imperlava la fronte, si diresse dagli altri.
Dietro di lui, poteva ancora sentire Waymar che ora reclamava la sua sfida con Graegoris, non considerando che anch' egli doveva essere davvero esausto.
-Bel combattimento, Robb- lo accolse Dirros dandogli una pacca sulla spalla. In tutta risposta, il ragazzo annuì, stanco. Viktor si stava allenando di nuovo tranquillamente con i pesi mentre gli altri tre erano letteralmente riversi al suolo con la lingua di fuori. Essere addestrati da Dirros era decisamente pesante.
-Li hai proprio spremuti eh?- chiese quasi divertito Robb a vedere quella scena. Improvvisamente, come rianimato da qualche forza misteriosa, Lazle si rimise in piedi parandosi di fronte al ragazzo dalle iridi nerissime.
-Ehi!- proruppe quasi richiamando l' amico:- Ho assistito a tutto il combattimento mentre questo bacchettone qua ci sottoponeva ai suoi lavori forzati...- sbuffò, scrollando la testa come a disapprovare:- ...perchè non gli hai menato per come è giusto, Robb? Tanto Graeg sta sulle scatole pure a te immagino!-
Robb era indeciso se ridere a quella parodia di ramanzina oppure effettivamente pensare che forse avrebbe potuto dare fondo a tutto sé stesso durante il combattimento sostenuto. Fu Dirros a distoglierlo da quel dubbio, malmenando Lazle con uno scappellotto dietro la nuca.
-Razza di nano malefico!- lo apostrofò suscitando l' ilarità di Axl e Javier ancora riversi al suolo dalla stanchezza:- Secondo te dovremmo quindi ammazzarci l' un l' altro fra Saint durante gli allenamenti?- Anche Robb non riuscì a trattenere un sorriso.
-Ma perchè, non era il tuo scopo toglierci di mezzo con i tuoi esercizi micidiali?- si lamentò il ragazzo dagli occhi di diverso colore. Effettivamente però, si disse a sé stesso Robb, qualcosa lo aveva bloccato durante lo scontro con Graegoris. Era sicuro che quel vanesio si fosse impegnato, se non spremendosi al massimo, almeno al meglio delle proprie condizioni. Lui invece a volte aveva esitato, forse perchè non si trovava di fronte ad un vero nemico. Di certo, se il suo maestro l' avesse potuto vedere sicuramente avrebbe avuto per lui solo parole di biasimo. Death Mask di Cancer, Gold Saint della Quarta Casa, era famoso in tutto il Santuario per la propria spietatezza e crudeltà e in un' occasione come quella avrebbe fatto ugualmente a pezzi il suo avversario nella maniera più sadica e violenta possibile. Lo stesso Robb portava sul suo corpo le prove che testimoniavano il temperamento del suo maestro. Era stato infatti Death Mask a procurargli quelle profonde cicatrici durante il loro combattimento, la prova ultima che il ragazzo aveva dovuto sostenere per guadagnarsi il cloth di Cetus. Il difficile addestramento che Robb aveva sostenuto anni addietro di certo lo aveva segnato anche nel carattere, rendendolo più cupo di quanto la sua stessa indole potesse fare. Di contrasto, l' animo del ragazzo era fondamentalmente buono e ciò suscitava in lui un vero e proprio conflitto interiore. In fondo, si ricordò che, nonostante tutte le sue indecisioni, era stato sempre lui stesso nella sua ultima prova per conquistare il cloth a ferire il proprio maestro; episodio più unico che raro, almeno fino al decesso avvenuto durante la guerra intestina al Santuario. Se Robb non avesse controllato la sua impulsività, probabilmente non avrebbe esitato a colpire ancor più violentemente Graegoris alla prima occasione.
-Ro-o-bb ?- lo chiamò Viktor, marcando esplicitamente il suo nome.
Il ragazzo si scusò, era di nuovo sovrappensiero. Si diede da solo un buffetto sulla guancia come a volersi svegliare. Non era la prima volta che cadeva dalle nuvole.
-Effettivamente stavi pensando che Graeg è un imbecille vero?- gli chiese Lazle sogghignando in una smorfia divertita.
Robb storse la bocca e scrollò le spalle, quasi a volergli dare ragione. E allora il suo tarchiato amico sbottò proprio a ridere. Viktor inarcò un sopracciglio, non tanto convinto. Era grosso ma non stupido. Anche Dirros si accorse che l' amico stava bluffando ma preferì non indagare oltre:- Beh, per oggi il tuo l' hai fatto no?- si limitò a chiedere cambiando discorso.
Robb annuì per poi salutare il gruppetto e andarsene via. Percosse la polverosa strada che divideva il campo di addestramento maschile da quello femminile per incontrare una certa persona. Davanti a sé, il sole ormai calante regalava gli ultimi e morenti raggi di quella giornata. Il tramonto metteva un po' di malinconia nel ragazzo anche se gli piaceva il clima fresco di quelle ore crepuscolari e chiudendo gli occhi, sospirando per un attimo lasciò che il fresco venticello gli carezzasse il viso.
Raggiunse in pochi minuti il campo femminile ma non vi trovò nessuno. Nel grande perimetro recintato (i due campi del Santuario erano quasi identici) rimanevano i piccoli mulinelli di vento; giocosamente sospingevano le prime foglie di un autunno che non avrebbe tardato a presentarsi. Robb, un po' rammaricato, pensò di essere arrivato tardi e fece per voltarsi e andarsene quando gli si presentò davanti gli occhi Melisandra.
I rossi capelli della ragazza erano splendidamente illuminati dai colori caldi del tramonto dietro di lei, e gli occhi verdi che direttamente guardavano in quelli scuri di Robb sembravano brillare.
L'alto ragazzo per un attimo rimase interdetto, non aspettandosi di trovarsela davanti ma fu Melisandra a parlare per prima.
-Robb!- disse, salutandolo con un sorriso che sembrò accendere il sole ormai morente:- Finalmente! Però hai tardato un poco..- concluse aspettandosi una risposta.
-Scusami...- iniziò questi, passandosi una mano dietro la nuca, a disagio. Melisandra lo guardò dolcemente e prima che potesse continuare si gettò fra le sue braccia, stringendolo a sé. Robb si lasciò travolgere e le carezzò la folta chioma mentre l' abbracciava.
Quando si staccarono, Melisandra fu sollevata di vedere sul volto del ragazzo una certa serenità. Lei era più piccola di Robb di poco meno di un anno e non da molto era giunta al Santuario. Aveva ottenuto il Silver Cloth del Centauro in Grecia seppure fosse irlandese. Ai piedi del Grande Tempio consacrato alla dea Athena, aveva conosciuto quelli che sarebbero diventati i suoi compagni e le sue compagne uniti dalla causa comune della giustizia. Ma riservata com' era, non aveva legato particolarmente con qualcuno. Inizialmente, Lazle e compagnia avevano tentato il loro solito approccio rimediando qualche sonora bastonata comunque sufficiente a fargli capire che con lei non c'era trippa per gatti. Per lo più le sacerdotesse-guerriero con le quali si allenava, in particolar modo Dhimitra, l' avevano avvertita di non fidarsi troppo dei Silver Saint di cui quei tre molliconi ne erano un esempio. Fortunatamente però non si erano dimostrati tutti della stessa pasta. Dirros, fratello maggiore di Dhimitra, era di tutt'altra indole e Viktor il classico gigante buono. Ma era con Robb che aveva legato maggiormente. Seppure fosse ben più schivo di lei se ce ne fosse stato bisogno era sempre disponibile. Inoltre, aveva notato che solo con lei quel ragazzo riusciva ad aprire un po' di più il suo cuore tormentato. In un certo qual modo anche lei si fidava di lui. Le piaceva il fatto che la mettesse sul suo stesso piano, non sottovalutandola solamente perchè era una ragazza come già le era capitato. Una volta gliel' aveva fatto presente, ma Robb si era limitato a rispondere scrollando le spalle che era naturale che si comportasse così, anzi si sarebbe stupito del contrario.
Nonostante ciò, un' altra cosa che Melisandra avvertiva era che Robb preferisse mantenere per sé buona parte dei suoi pensieri più personali. D' altro canto, lei faceva la stessa cosa nei suoi riguardi come se di tacito accordo avessero deciso di lasciare per ognuno uno spazio strettamente personale e inviolabile.
-Hai ancora addosso la tenuta d' allenamento..- gli fece notare.
-E' per questo che ho ritardato... ma anche tu oggi ti dovevi addestrare, no?- chiese Robb, di rimando. La ragazza annuì. Parlarono del più e del meno toccando svariati argomenti. Per un bel po' stettero a discutere, tanto l' uno con l' altra si trovavano bene a parlare e presto divenne tardi.
-Ora comunque devo andare..- concluse alla fine Melisandra:- ci vediamo!- detto ciò, si alzò sulle punte dei piedi e schioccò un sonoro bacio sulla guancia di Robb, sorridendo alla reazione del ragazzo. Nonostante egli si trovasse a suo agio con lei, si faceva cogliere sempre di sorpresa in queste circostanze.
-A presto Mel...- concluse questi, con un raro sorriso dipinto sul volto. La osservò sparire all' orizzonte per poi decidere anch' egli di tornare.
Fu trattenuto dal frusciare di qualcosa vicino ad uno dei radi cespugli che adornavano il campo d' addestramento. Insospettito, prese una pietra da terra e la scagliò contro il più folto, quello da cui aveva sentito il rumore. Un -Ahia!- non troppo velato e subito dopo ecco emergere dal suo nascondiglio il prode Lazle che si strofinava la testa con una mano, mentre nell' altra reggeva la pietra che l' aveva colpito.
-Che diavolo... ma mi stavi spiando?- chiese Robb, portando le mani ai fianchi attendendo una risposta.
-Mannaggia a te, si ! Mi hai fatto male, fortuna che ho la testa dura!- si lamentò Lazle barcollando in avanti. Robb gli ruggì in faccia per quale caspita di motivo si trovasse li a farsi i fatti altrui invece di meritarsi l' addestramento extra di Dirros. Questi rispose semplicemente che era riuscito a sgattaiolare via da quel bacchettone.
-Inoltre, Axl e Javier aveva fatto una scommessa chiedendosi se ti saresti incontrato con Melisandra per combinare chissà che!- concluse malizioso.
Robb torreggiò sul piccolo Lazle in maniera non propriamente amichevole:- Ciò che faccio sono affari miei... e smettetela una buona volta con questa storia!-
L' amico, vedendo che diceva sul serio, si accorse di aver varcato il limite e si scusò, ammettendo che "a volte" era un po' troppo frivolo.
Robb sbuffò, scrollando la testa, e si congedò con un cenno della mano in segno di saluto.
Osservandolo mentre se ne andava via, Lazle sogghignando pensò:-"Comunque sia non me la conti giusta, caro il mio tenebroso!-. Trotterellando ritornò anch' egli e dopo essersi sorbito l' ennesima ramanzina di Dirros, se ne andò a cazzeggiare insieme ad Axl e Javier come al solito.
La falce lunare rischiariva la fresca serata ma l' individuo con la maschera sacrale sul volto, che ne simboleggiava lo status di Grande Sacerdote, cominciò a sudare freddo. Si alzò dal suo alto scranno sito nel palco rialzato in mezzo alla grande sala decorata da miriadi di statue in stile greco e scese i gradini con calma quasi solenne, nonostante la mano che stringeva la missiva appena letta tremando svelava un nervosismo malcelato. Il suo sguardo ricadde sulle poche righe scritte sul foglio recante un sigillo testimoniante il mittente di quelle infauste novelle.
La figura, stretta nel suo peplo cerimoniale, rialzò la testa e riassunse una postura degna della propria carica. Il Grande Sacerdote decise di recuperare la calma effettivamente era quantomeno controproducente iniziare a preoccuparsi prima del tempo, valutò il da farsi e decise di conseguenza.
Grave era la carica che ricopriva e per questo mostrarsi indecisi o azzardati era ritenuto pesasse sull' intera umanità. Questo si ripetè mentalmente il Grande Sacerdote. Con passo lento si diresse all' aperto, sul balcone che dava una splendida vista su tutto il Santuario, Dodici Case comprese.
-E' una sera così cheta... da sembrare terribile foriera di futura tempesta...- disse in tono preoccupato, per poi abbandonare la notte agli amanti e tornare nelle ombre della grande sala ghermito da pensieri ancor più cupi.