TALES OF SANCTUARY
Chapter One
"Ehi barista! Fammene un altro, doppio!" biascicò il ragazzo, indicando un bicchiere vuoto.
"Tales, non credi di stare esagerando?" rispose l’interessato, guardando il ragazzo dai capelli corvini e folti, probabilmente troppo giovane per bere.
"Non credo che tu sia pagato per far domande no? Sei forse un poliziotto? Indossi la divisa?"
"Non ti scaldare amico, lo dicevo per te!" ribatté il barista, un po’ stizzito dall’atteggiamento di superiorità del ragazzo.
"Su, sbrigati a versare prima che arrivi lui!"
Quasi non fece in tempo a terminare la frase che si dovette gettare scompostamente di lato per evitare una breve serie di raggi luminosi, i quali frantumarono il bancone nel punto in cui fino ad un attimo primo si trovava il ragazzo. Mentre i pezzi di mobilio ricadevano a terra, Tales si voltò, osservando un uomo, di qualche anno più anziano di lui. Un uomo robusto dai lunghi capelli mossi e lo sguardo da duro.
"Ehi vecchietto che diavolo credevi di fare, ammazzarmi?" sbottò il ragazzo, reso più spavaldo dalla buona dose di alcol ingerita in precedenza.
"Per quanto tu sia un fallimento, nessun allievo di Saga di Gemini si farebbe mai abbattere così facilmente!"
"Come al solito ti prendi i meriti dei miei miglioramenti…" fu la risposta del ragazzo.
"Taci! Lo sai che rischi la vita ad abbandonare in tal modo il Grande Tempio? E rischio anche io per coprirti!"
"E da quando ti preoccupi per me paparino? Stai forse invecchiando? Anche i tuoi colpi mi sembrano più lenti di una volta eheh!" ironizzò, strofinandosi la base del naso, prima di doversi nascondere dietro il bancone semidistrutto per evitare una nuova serie di colpi. Rannicchiato là dietro si accese una sigaretta per calmarsi borbottando tra se: «Nervoso il vecchietto…»
"Esci di lì entro tre secondi e mi limiterò a riportarti al Grande Tempio senza romperti le ossa!"
"Uhm… mi sembra un accordo ragionevole!" concordò Tales, uscendo dal suo nascondiglio improvvisato.
"Se non altro non hai affogato tutti i tuoi neuroni nell’alcol…"
"Che simpaticone! Scommetto che vinci tutte le gare di barzellette tra Cavalieri d’Oro!"
"Muovi di meno la lingua e di più le gambe ragazzo, prima che mi arrabbi sul serio e ti riporti indietro tirandoti per le orecchie!"
Usciti che furono dal locale i due sparirono alla vista delle persone normali in due lampi di luce.
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Grande Tempio, il giorno dopo…
"Anf anf… il vecchio oggi non mi lascia un attimo di riposo!" sospirò Tales, evitando l’ennesima scarica di colpi ad una velocità di poco inferiore alla velocità del suono.
"Ma come, non riesci ad evitare i colpi di un vecchietto? Credevo che ormai non ti fermasse niente e nessuno!" ringhiò Saga, colpendo volutamente più duramente del solito, quasi a voler punire il ragazzo per l’impresa del giorno prima.
"Senza gli effluvi dell’alcol non sei più così spavaldo eh?" insistette, stendendo l’allievo con un violento colpo energetico.
"Perché me lo devi sempre rinfacciare? Non sei stato forse giovane anche te? Non desideravi divertirti?"
"Tu non sei un giovane come gli altri, come te lo devo far capire? Il tuo destino è segnato nelle stelle, la tua vita dovrà essere dedicata al servizio della dea Atena!"
Tales si rialzò a fatica.
"Basta con questa storia! Il destino me lo scelgo da me! Nessuno, neanche la dea in persona potrà sottomettere la mia volontà!"
"Allora questo non è il tuo luogo d’appartenenza! Se non hai le giuste motivazioni per conquistare la tua armatura allora non tentare nemmeno!"
Bruciando al massimo il suo bianco cosmo il ragazzo urlò: "Non mi devo certo giustificare con te! Conquisterò un’armatura, e con essa il potere che mi serve, ti basti sapere questo!"
E scagliò un pugno con tutta la sua forza, il quale fu facilmente bloccato con una mano da Saga. Il Cavaliere d’Oro lo scaraventò lontano con una semplice emanazione del cosmo, scagliando il ragazzo dall’altro lato dell’arena in cui si stavano scontrando, facendolo crollare malamente a terra.
Lo squadrò ancora qualche attimo, prima di voltarsi verso l’uscita per dirigersi verso la terza casa, la Casa dei Gemelli.
Camminando tra sé pensò: «La stoffa ce l’ha, ma ha ancora la testa di un bambino. Chissà se Micene ha visto giusto in lui quando mi chiese di farlo diventare un difensore del Grande Tempio.»
Fine Chapter One.