"La presunzione è un dono degli dei agli uomini da poco"
Detto giapponese.
LO SPEGNERSI DELLA SPERANZA : IL BUIO PREVALE SULLA LUCE
Fanfic by |Black_Phoenix| & |Kira|
Capitolo V : L’ INIZIO DELLA BATTAGLIA
L’Arconte proseguì il suo cammino attraversando luoghi in cui la fisica non seguiva le normali leggi terrestri, luoghi che sembravano rendere reali le oniriche rappresentazioni dell’ essere da parte dei surrealisti dell’ inizio del secolo.
Giunto in prossimità di quella che sembrava essere una gigantesca sfera in cui la luce non sembrava potesse penetrare, assunse le grottesche sembianze di ragno con cui aveva sconfitto i Saint devoti ad Athena e penetrò nella sfera, in un mondo buio, senza rumori, senza odori…, sembrava un luogo i cui i cinque sensi umani non avevano significato di esistere!
In mezzo a quel buio, un palazzo di un bianco così lucente da risultare fastidioso, svettava sospeso nel vuoto. La struttura dell’ edificio era composta da più livelli che concentricamente si innalzavano verso quello che in un mondo normale sarebbe stato l’ alto. Apparentemente, o perlomeno dall’ esterno, non esistevano collegamenti che unissero i vari ‘piani’.
Il Primo Arconte ‘atterrò’ appena prima di quello che appariva essere un enorme arco dipinto sulla parete del primo cerchio di Mura, un portale probabilmente…
Al di là dell’arco non si vedeva niente…, solo tenebre…, una nera immensità più scura persino dell’oscurità che circondava il palazzo.
Improvvisamente, lo scettro di Nike, come se prendesse vita, brillò saturo del cosmo della dea della Giustizia e si liberò dalla stretta dell’ Arconte. Non appena il mistico oggetto cadde a terra, da esso si librarono ancora i fuochi fatui, che Tipharet pensava di aver dissolto sull’ Isola della Regina Nera, che presero a volteggiare minacciosamente attorno alla grottesca figura dell’aracnide.
Tipharet osservò per un attimo esterrefatto quelle luci che comunque non sembravano essere in grado di nuocergli ed evitando di porsi altre domande si chinò per raccogliere lo scettro come se nulla altro esistesse nei suoi pensieri…, ma qualcosa glielo impedì…!
Lo scettro si alzò ritto in piedi e un improvvisa luce dorata scaturì da esso avvolgendo interamente l'enorme ragno che finì zampe all’aria come colpito da un’ improvvisa esplosione perdendo anche il Tridente di Nettuno.
Più in alto, all’ interno di quella strana candida costruzione, Nemesi sussultò avvertendo nei pressi del Decimo Scudo una forza estranea potentissima. Lesta la Dea si diresse preoccupata verso la scultura che raffigurava l’ intero pantheon greco fuso assieme.
La statua che rappresentava la divinità della Giustizia si era notevolmente annerita e sembrava pulsare come la fiamma di una candela che si avvicina alla fine dello stoppino.
Rassicuratasi Nemesi scoppiò in una risata. "Ecco il canto del cigno di Athena…!" disse ghignando.
***
Una nuova energia permeava il Grande Tempio e un’ improvvisa luce proveniente dalla Casa di Sagitter infuse nuovo coraggio nei cuori disperati dei Saint rimasti.
Una musica celestiale avvolse l’intero santuario ed una luce sfavillante penetrò in ognuno dei dodici tempi.
Shun, Shiryu e Hyoga ricordarono il fenomeno già accaduto tempo prima e, benché fossero ancora distanti dalla Nona Casa, urlarono all’unisono: "eufonia!"
Tutti e dodici i Gold Cloth stavano risuonando! Le armature uscirono dai loro scrigni e si smontarono e rimontarono come pronte ad essere indossate.
Anche se in forma di spirito i dodici Gold Saint erano tornati al Grande Tempio...!
Come in Ade, così adesso, i cavalieri d’oro si erano riuniti ancora in nome di Athena e il loro spirito parlava con un’ unica voce, quella della giustizia…!
Il Marine di Siren percepì la melodia proveniente dalla Casa una volta presieduta dal nobile Aioros, mai prima d'ora Sorrento aveva ascoltato una sinfonia così bella e ne rimase totalmente affascinato lasciandosi cullare dalle note e dimenticando per un attimo la suo missione.
Un suono capace di smuovere i sentimenti..., un suono che mai nessun strumento musicale avrebbe potuto riprodurre...
Il guerriero degli abissi si ridestò, e lesto si diresse verso la propria meta.
In quel momento le voci unite dei dodici Gold Saint della precedente generazione, riecheggiarono potenti nelle orecchie di tutti: "A voi affidiamo la protezione dei templi che un tempo furono nostri…! Non abbiate timore alcuno…, le stelle che brillano alte nel cielo guideranno i vostri passi…! Il vostro destino si compirà nel bene o nel male…, e la vostra missione ora è difendere la giustizia...!".
Kiki era nella Prima Casa, luogo dove si sarebbe consumato il primo di quelli che sembravano aver tutta l’ aria di diventare dodici drammi…
Il colpo dell’ Arconte aveva ormai cancellato del tutto la scalinata antecedente alla Casa di Aries e ora era arrivato a lambire le colonne del tempio stesso. Nulla sembrava resistere al suo incedere.
Per un attimo lo sconforto sembrò impadronirsi del giovane divenuto cavaliere della casta più elevata.
Kiki tornò con la memoria al primo incontro con Seiya…, agli ultimi giochi da bambino con gli ospiti dell’ orfanotrofio di Nuova Luxor…, alla risalita delle dodici case da parte dei Bronze Saint…, al ruolo fondamentale che lui stesso aveva avuto nella battaglia contro Poseidon…, alla fermezza d’animo che aveva dimostrato mettendo a repentaglio la sua vita pur di impedire a Isaac di prendere le sacre vestigia di Libra…, all’ unione del suo cosmo con quello dei Saint rimasti ad Atene per proteggere la sorella di Seiya dall’ attacco del dio della morte, Thanatos…
In risposta a questi suoi ricordi intervenne la voce di Mu: "Kiki…, sono fiero di te…!"
Lacrime solcarono il volto del giovane Gold Saint di Aries, che non poté fare a meno di dire: "Fratello…, aspettami…, presto saremo di nuovo insieme...!".
Il cosmo del nuovo Gold Saint di Aries raggiunse il culmine, il suono della sua voce sembrava nascondere in sé il potere di frantumare la roccia: "STARLIGHT EXTINCTION!".
Lo stesso Kiki si stupì delle parole uscite dalla sua bocca…, era come se lui e il fratello condividessero lo stesso corpo…, lo stesso spirito…, la stessa esperienza…!
Il giovane Gold Saint lanciò il colpo segreto del fratello verso la sfera di Tipharet con l’ intento di distruggerla…, ma la luce provocata dall' attacco venne risucchiata dal Trittico senza lasciare traccia alcuna e la gigantesca bolla proseguì inesorabile.
Con lo sguardo fermo verso l’entrata della Casa di Aries e i pugni serrati, Kiki tese ogni muscolo in attesa del momento decisivo.
Su indicazione di Mu stesso, il giovane Gold Saint decise di riprovare a cambiare il proprio destino, stavolta avrebbe usato il colpo più potente del custode della Prima Casa…!
"STARLIGHT REVOLUTION!"
Ansimante il giovane Saint dovette voltarsi di scatto, tale era l' abbagliante potere che aveva scatenato, che non riuscì a fare a meno di chiudere, anche se per un solo istante, gli occhi.
Purtroppo la sfera era sempre lì e avanzava ancora...!
"Per l' ultima volta..., fratello dammi la forza…! CRYSTAL WALL!".
Questa volta non ci fu risposta da parte di Mu come se ormai l’ uomo deciso di un tempo fosse rassegnato al disegno del destino.
Il Muro di cristallo, una delle protezioni più potenti dell’intero Grande Tempio, si pose in difesa di Kiki.
Per un attimo il Trittico sembrò rallentare…, dopo pochi secondi la barriera scomparve senza neppure incrinarsi…!
La sfera del Primo Arconte era ormai a pochi centimetri dal corpo del Gold Saint.
Stanco e affannato per aver usato attacchi molto potenti in un così breve lasso di tempo, il ragazzo si accasciò al suolo.
Disperato diresse un pugno verso la sfera ormai prossima e, nel momento in cui ritirò il braccio, rimase inorridito: il bracciale dorato di Aries, era svanito nel nulla…!
Cosa doveva fare…? Come poteva riuscire a salvare il suo Tempio…?
Kiki si rialzò per un ultimo disperato tentativo, richiamò a sé la forza delle stelle e si lanciò contro la sfera. Nella corsa l' elmo gli si sfilò dalla testa e cadde sul pavimento, provocando l’ unico suono presente nel silenzio raggelante che aveva avvolto l’ intera Casa, risultando così enormemente più forte di quel che fosse in realtà..
Completamente circondato dal Trittico, lentamente Kiki venne sovrastato dal suo potere.
Per prima scomparve la sua armatura…, poi il suo stesso corpo...
Adesso la Casa del Montone Bianco era nuovamente incustodita a attendeva la propria dissoluzione. Il sacrificio di un cavaliere non era bastato…, e il primo tempio fu cancellato per sempre...!
Là dove un tempo era situata la Prima Casa nn v'era più nulla, nemmeno le macerie restavano a testimoniare il tragico evento...
***
Tipharet, rialzandosi, si accorse che i fuochi fatui sembravano essere scomparsi. Raccolse con il primo paio delle sue zampe lo scettro di Athena e il Tridente di Nettuno e fece per avviarsi al di là dell’ arco verso il buio più profondo.
I passi dell’arconte furono bloccati, l’arto che portava lo scettro di Nike fu avvolto da una stretta micidiale.
Una nera catena gli impediva ogni movimento della zampa…
"Sciocca ferraglia…!" disse tentando di liberarsi Tipharet.
Ma mentre l’ Arconte pronunciava queste parole, anche le sue ‘gambe’ vennero ostacolate.
Ghiaccio nero imprigionava i suoi arti posteriori.
Tipharet cercò di liberarsi usando uno dei suoi attacchi ma improvvisamente una figura lo colpì con inaudita violenza alle spalle. Un vuoto d’aria sembrò crearsi intorno a Tipharet che fu scagliato contro il Muro della stessa costruzione che intendeva attraversare.
"Ch…, chi…, chi siete…?" disse incredulo il Primo Guerriero di Nemesi.
"Tsk…! Noi siamo i guerrieri il cui cosmo è oscuro come il cielo privo di stelle! Noi siamo i Black Four…!". A parlare era stato un ragazzo dal cui cloth pendevano delle catene.
"Ehm…, i Black Five…!" disse guardando un quinto cavaliere in nero dal cui spalle scendeva una triplice fila di piume, come una sorta di coda di pavone.
Nessuno si accorse, neanche gli stessi Black Saint, che il numero dei cavalieri dalle nere armature non coincideva con quello dei fuochi fatui che probabilmente avevano dato loro origine…
Ancora una volta la nera catena colpì, avvolgendosi sul suo bersaglio. Gli anelli sembrarono stringersi sempre più attorno all’ Arconte, finché, improvvisamente, la catena non mutò il suo aspetto. Decine…, anzi…, centinaia di serpenti avvolsero Tipharet.
"Adesso basta…! Ti sei divertito abbastanza…! E’ il mio turno ora…!" annunciò colui che aveva l’elmo con le sembianze di un cigno.
"Eh no bello mio…! Sarò io ad eliminarlo…!" disse il Black Saint con l’elmo a forma di testa di cavallo.
Una discussione scoppiò su chi dovesse dare il colpo di grazia al nemico, solo il cavaliere dalla triplice coda si distese al suolo con la schiena appoggiata ad una colonna e le braccia incrociate sul petto, fregandosene di tutto e di tutti.
I cinque cavalieri, distratti dalla disputa, non si accorsero dell’avvicinarsi di un’oscura presenza al di là del portale.
Una voce comparve dal buio al di là dell’ingresso: "WISH!".
Tipharet e i due simboli di potere scomparvero in una nuvola di fumo nero.
In un luogo che sembrava il negativo fotografico dell’ area in cui era atterrato il Primo Arconte ed erano comparsi i Black Saint, il grottesco ragno incontrò l’ ancor più mostruoso uomo-pesce.
"Come hai osato dare aiuto a me…! Il Primo Arconte!" urlò Tipharet rivolto alla grottesca parodia di essere squamato costituita da Nahemot.
"Fosse stato per me…" disse il Decimo Arconte sollevando verso l’ alto le tre paia di appendici attaccate al tronco. "La nostra Signora ti vuole…! E…, subito!"
Il ragno riprese le sue sembianze ‘umane’ e a testa bassa si allontanò.
Nemesi si trovava ancora davanti alla Statua quando Tipharet comparve alle sue spalle.
"Allora…? Dove sono gli scettri…?" chiese la Dea per nulla preoccupata dei segni evidenti di lotta comparsi sul corpo del suo arconte.
Tipharet consegnò i preziosi oggetti alla sua Signora senza osar incrociare il suo sguardo.
Nemesi li adagiò nella statua e fece cenno all’ Arconte di allontanarsi.
"Mia Signora…, ma come…?"
La Dea non lo lasciò proseguire. "Non importa Tipharet…, la prossima volta non riusciranno a toccarti…! Ammesso che riescano a superare il Decimo Scudo e il suo difensore…, Nahemot!"
Il Primo Arconte, anche se perplesso non osò fare altre domande alla Dea e strascicando i piedi si diresse verso il Primo Scudo, quello a cui lui era deputato alla difesa…!