Prova di eroi
Seiya aveva corso molto, durante tutta la battaglia.
Molti avversari gli si erano parati avanti, ognuno determinato a sconfiggere colui che aveva ferito Ades.
Ma erano stati scontri molto brevi.
Dopotutto, non molti guerrieri potevano competere con lui. Dopotutto, il suo potere d'attacco era pari a quello dei Gold Saint, e il sangue di Athena, che aveva fatto evolvere il Cloth, donando al Saint un potere ancora più grande.
Quindi, gli avversari che gli si erano parati contro, erano stati sconfitti con facilità quasi irrisoria.
Ma Seiya sapeva di non doversi montare la testa. I Warlord sarebbero stati avversari molto più ostici. L'esistenza di Alexandros lo confermava, dopotutto... Un guerriero così potente da mettere in scacco molti più nemici, tra cui più Gold Saint.
E se le leggende erano vere, e i Warmaster del passato erano stati sconfitti dalle forze congiunte di tutti i Gold Saint, era possibile che, tra i Warlord, ce ne fossero di molto potenti.
Aveva sentito i Cosmi di Shun e Shiryu ardere nella lotta, e quello gli aveva confermato l'esistenza di avversari in grado di tenere testa anche a coloro che dispongono del God Cloth.
Un altro gruppo di Bersesker gli si avventò contro.
"Non ho tempo per giocare con voi, devo salvare Athena!"
Senza rallentare la sua corsa, Seiya colpì i guerrieri senza rallentare, lasciandoli cadere, tramortiti, le corazze distrutte.
"Accidenti, fin qui è troppo facile. Ormai mi aspettavo di trovarmi contro almeno un Warlord, invece... Ei, ma cosa succede?"
I piedi di Seiya erano affondati in un pozza di acqua limpida, che ricopriva una buona parte della grotta davanti a lui, non molto profonda, visto che gli arrivava appena un po' sopra la caviglia.
"Un lago sotterraneo. Non è la prima volta che ne trovo uno. Che acqua limpida."
Seiya si chinò, raccogliendo un po' d'acqua sul palmo della mano destra, lasciandola cadere.
Improvvisamente, dalla destra, sentì un suono sibilante, lievemente metallico.
Seiya si girò e vide un fascio di energia elettrica dirigersi, alla velocità della luce, non contro di lui, ma verso l'acqua sotto di lui. Se l'avesse raggiunta, l'elettricità si sarebbe propagata su tutta la superficie liquida in un batter d'occhio.
Seiya agì, saltando in alto, lasciando che le ali del Cloth lo sostenessero.
L'acqua sotto di lui era illuminata da bagliori azzurrognoli e dorato, mente l'energia elettrica aveva pervaso l'intera polla d'acqua.
Seiya era concentrato ad aguzzare la vista, alla ricerca del nemico che lo aveva aggredito.
Forse proprio perché aveva concentrato i suoi sensi in un'unica direzione, si accorse troppo tardi di una corrente strana. Capita, in una grotta, di ritrovarsi sotto una corrente, ma mai una corrente calda. Seiya si accorse che la temperatura attorno a lui stava aumentando vertiginosamente.
Si girò appena in tempo per vedere una massa di energia incandescente che stava per raggiungerlo.
Non poteva evitare il secondo attacco, ma riuscì appena in tempo ad alzare le breccia per proteggersi. La massa incandescente, però, gli fece perdere l'equilibrio, alterando la stabilità dell'aria attorno al Saint. Le ali del Cloth, incapaci di mantenere l'assetto, non sostennero più il peso del Saint. Seiya si ritrovò a precipitare nella polla, ancora attraversata dalla tensione elettrica.
Il Saint urlò, mentre il suo corpo impattava sulla limpida superficie della polla.
Il suo corpo fu attraversato dall'alta tensione, una scarica elettrica superiore ai 10.000 volt.
"Quasi quasi è stato troppo facile, non è vero?" disse una figura, che arrivava dalla direzione da cui era giunta la corrente infuocata.
"Già, mi aspettavo molto di più da colui che può ferire un dio, da Seiya il Deicida!" un'altra figura dalla parte opposta.
Improvvisamente, Seiya balzò in aria, eseguendo una capriola, tutto lasciando inebetiti i due aggressori.
"Prima di cantare vittoria, doveste controllare che il vostro nemico sia sconfitto. Pegasus, Ryuseiken!"
I pugni, simili a stelle cadenti, si abbatterono verso le due figure. La più vicina, quella che aveva attaccato Seiya con il fuoco, alzò le mani, parando i colpi, mentre la seconda balzò agilmente, mettendosi al riparo.
"Bene, bene, a quanto pare abbiamo sottovalutato la nostra preda."
"Sembra proprio di sì, anche se non capisco come sia sopravvissuto alla mia scarica elettrica."
"Molto semplice. Quando ho capito che non mi potevo impedire di precipitare, e cadere sull'acqua elettrificata, non ho fatto altro che colpire con il pugno in modo da raggiungere il terreno, scavandovi una piccola buca che mi ha consentito di creare uno scarico a terra. Così, anche se la tensione elettrica mi ha pervaso il corpo, sono riuscito a limitarne i danni."
"Una mossa intelligente- disse colui che aveva provocato l'elettricità- degna di un guerriero leggendario come te."
"E voi, chi siete? Non nascondetevi nell'ombra, rivelatevi!"
Entrambi gli aggressori, che erano rimasti nascosti sotto il cono d'ombra, avanzarono. La luce fioca della grotta illuminava le loro corazze.
A destra, il guerriero che aveva emesso l'elettricità. La testa coperta da capelli ordinati, neri con riflessi blu, che apparivano simili a meches, premuti da un elmo dalle fattezze feline, il muso feroce sovrastato dagli intarsi degli occhi dalle pupille verticali e da orecchie triangolari, in mezzo alle quali c'erano piccole lamine coniche dritte ed ispide, curvate a falce, simili a ciuffi di pelo d'animale rizzato, ma più spesso. Gli occhi erano neri e profondi, la pelle pallida, i lineamenti del viso delicati, quasi fossero scolpiti in ceramica. La corazza ricopriva totalmente il busto, arrivando fino ai fianchi, dove scendeva ulteriormente, dividendosi in due parti e lasciando scoperta la parte centrale. I copri spalla semisferici e i bracciali ovali erano decorati con le stesse lamine coniche che si trovavano tra le orecchie dell'elmo mentre i copri bicipiti e gli schinieri, lunghi fino a metà coscia, erano lisci. Tutta l'armatura era decorata con linee orizzontali, che a volte ricoprivano tutta la larghezza della corazza o delle altre parti, a volte era inframezzata, dividendosi in più parti, in maniera asimmetrica.
La vista del secondo guerriero fece sussultare Seiya di sorpresa: rappresentava, infatti, una creatura a lui familiare.
L'elmo modellato come un muso rotondo, sovrastato da corna curve su se stesse, ma la destra dissimile alla sinistra, formando un effetto disarmonico che lasciava basito l'avversario. Il copri spalla destro modellato a forma di testa di drago, la mascella aperta che, divisa in due, ricadeva sul petto, il muso modellato per apparire feroce, con molteplici zanne, due creste sui lati e tre corna sulla parte superiore, che si incurvavano in avanti rispetto al muso, seguendo tre inclinazioni diverse. Il copri spalla sinistro aveva invece la forma di un muso leonino, anch'esso con la mascella divisa in due che ricadeva sul petto, la criniera che incorniciava la spalla, ricadendo sul petto, sulla spala raggiungendo quasi il collo, e sulla scapola. Il muso leonino non esprimeva la nobiltà propria del re della foresta, ma una selvaggia forza assassina. I capelli sotto l'elmo erano biondo scuro, contornati da ciuffi di un colore rosso tendente all'arancione. Gli occhi erano di un castano dorato, la pelle olivastra, abbronzata, sembrava essere quasi scottata da un intenso calore.
La corazza non presentava particolari fregi, tranne la cintura, con una fibbia intarsiata elaboratamente e un gonnellino di placche prismatoide che circondava i fianchi e il pube.
I bracciali erano lisci e squadrati, dotati di copri nocche modellati come artigli. I lunghi schinieri, che si interrompevano sul ginocchio, presentavano sono una decorazione attorno alle caviglie: due placche che circondavano la caviglia, leggermente curve ma formando un angolo appena al centro del piede, con una leggera fenditura centrale che le divideva in due parti, facendole apparire simili a zoccoli caprini.
"Io- disse il primo guerriero- sono Indra del Raiju, Primo Generale dell'Armata del Fuoco!"
"Come, Primo Generale?"
"Tra le quattro armate- spiegò Indra- quella del Fuoco è la più grande, e per questo è gestita da ben tre Generali. Nessun altra Armata necessita di un cosi grande controllo."
"Ed io-esordì il secondo guerriero- sono Agni della Chimera, stessa armata, Secondo Generale!"
"Sì avevo riconosciuto il tuo simbolo. Non per niente, ho affrontato io stesso il redivivo Chimera, tempo fa!"
"Conosco la Gigantomachia affrontata da te e dai tuoi compagni. D'altronde, se aveste fallito, avevamo ordine di intervenire."
"Avevamo?" chiese Seiya alzando un sopracciglio.
"Sappi- disse Agni- che tre Bersesker, fregiati delle Bloodmail di Chimera, Ladone e Otro, erano appostati sul monte Arima, pronti ad intervenire. Ma voi Saint siete stati sufficienti per sconfiggere quei mostri, e noi ne abbiamo colto i frutti."
"I frutti? Vi date all'agricoltura?"
"No, sciocco ragazzino. Tutti e tre abbiamo assorbito la forza dei tre mostri a voi sconfitti, incrementando il nostro potere... Anche se Dwith di Otro non ha raggiunto la forza dei Warlord. Forse, dovrei ringraziarti. Ma Chimera e Pegaso, sin dal mito, sono tenuti ad affrontarsi! Preparati, Saint! Magma Breath!"
Agni colpì con i palmi delle mani aperti, generando un flusso di materia incandescente del tutto simile al magma vulcanico. Il colpo era diretto verso il giovane guerriero di Athena, alla velocità che solo i guerrieri più potenti raggiungevano, quella della luce. Seiya schivò il colpo balzando a destra, ma la temperatura estrema del magma lo raggiunse. L'acqua sotto di lui bolliva. Piccoli lapilli di fuoco lo raggiunsero bruciacchiandogli i capelli.
Mente Seiya scartava per evitare l'ondata incandescente, Indra scattò, ferino come la creatura che era il suo Totem.
"Prendi, Seiya. Soccombi di fronte al mio Punishment Thunder!"
Un flusso di energia elettrica, molto più intenso e potente rispetto a quello precedente, colpì in pieno il Saint, che fu scaraventato in aria, mentre i capelli si raddrizzavano.
"Maledizione!- disse Seiya rialzandosi- una scarica così a momenti mi eliminava. Sono riuscito appena in tempo a scaricarne l'energia in terra, altrimenti mi avrebbe danneggiato gli organi interni. Questi due sono molto forti, ma non solo... Riescono a coordinare perfettamente i loro attacchi, senza darmi respiro."
"Per forza Seiya!- disse Agni- Siamo abituati a muoverci in maniera coordinata tra noi sin dalla più tenera età!"
"Sin dalla più tenera età? Ma allora voi..."
"Pensavo saltasse all'occhio- rise Indra- o forse non li sai usare, gli occhi?"
Seiya guardò i due nemici con attenzione.
"In effetti, è vero... Nonostante le differenze tra loro, si assomigliano, specie nella forma degli zigomi e nelle linee del labbro inferiore e del mento. Voi siete fratelli!"
"Già, tra me ed Agni c'è solo un anno di differenza. Siamo abituati a muoverci in sincronia, visto che, da piccoli, giocavamo insieme."
"Le differenze che vedi, circa il colore della pelle o altro, sono dovute agli addestramenti infernali da noi sostenuti per diventare Bersesker. Allenamenti così terribili da cambiare una persona nell'animo e nel corpo."
Seiya alzò le braccia, in posizione di guardia.
"Costoro sono guerrieri di grande potenza, affrontarne uno sarebbe un'impresa difficile, ma affrontarli entrambi è un'impresa disperata."
Agni e Indra, guardandolo, fecero un passo avanti, torreggiando il giovane.
"Hai già capito di cosa siamo capaci, Seiya. I nostri poteri sono superiori ai tuoi, e la nostra capacità di lavorare assieme ci permette di non avere punti deboli. Sei pronto a morire, Deicida?"
"Morire? È un'eventualità a cui sono abituato ormai. È da sempre che sono pronto, ma non mi tirerò indietro solo perché un avversario sembra invincibile! Quante volte, in passato, ho affrontato guerrieri la cui potenza sembrava inarrivabile? Eppure, ne sono sempre uscito vincitore. Quindi, anche se vi dovrò affrontare insieme, non mi tirerò indietro fino a quando la lotta non finirà!"
Seiya portò indietro il piede destro, assumendo la sua posa di battaglia, mentre le mani si muovevano, formando dei cerchi, attorno a lui. Il suo Cosmo bruciava, lasciando scie di luce dietro le braccia in movimento. Ecco, che la luce, in alcuni punti, si condensava: Seiya stava disegnando, col corpo e col Cosmo, la composizione delle stelle della sua costellazione.
"Preparatevi, ora è il mio turno. Pegasus, Ryuseiken!"
Seiya scatenò il suo colpo in tutta la sua potenza. Ben diverso dal colpo di Marin, il Ryuseiken di Seiya viaggiava alla velocità della luce, e il numero dei colpi aumentava esponenzialmente. Da alcune centinaia, erano diventate migliaia.
"Aveva già usato questo colpo, prima, ma adesso è di gran lunga più potente. Tuttavia, un colpo simile non è un problema per noi. Magma Breath!"
Agni creò nuovamente una nuova massa di magma, dirigendola contro Seiya, travolgendo i colpi del Saint.
Seiya interruppe l'attacco. Sapendo che ogni tentativo di evitare il colpo lo avrebbe esposto all'intervento di Indra, tese le mani, preparandosi a parare il colpo.
Entrato in contatto con la massa incandescente, Seiya mosse le mani, arginando il flusso del colpo. Attorno a lui, il magma andava dividendosi, schizzando da tutte le parti.
Dispersosi, il magma lasciò Seiya, ancora in piedi, le braccia ancora tese di fronte a sé.
"Hai già usato questo colpo. Credevi avesse ancora effetto? Ormai lo conosco e come vedi, sono riuscito ad arginarlo."
Seiya era di fronte ai due avversari, saldo...
Improvvisamente, iniziò ad agitare le braccia, lasciando che le mani, tenute rilassate e sciolte, ondeggiavano su e giù. Seiya le bloccava per soffiare con i palmi.
"Aiaaa!!! Scotta, scotta scotta!!!!"
Immerse le mani nell'acqua, per raffreddarle. Agni e Indra lo guardavano, basiti.
"E questo sarebbe l'eroe che ha salvato Athena in più occasioni? L'unico in grado di ferire, addirittura uccidere un Dio? Che patetico!"
"Agni, per quanto sia un guerriero potente, rimane comunque un ragazzino. Niente di strano, se si comporta infantilmente. Comunque, merita una morte da guerriero. Quindi- Indra si chinò, toccando la superficie dell'acqua col palmo della mano- adesso lo ammazzerò. Punishment Thunder!"
Di nuovo, trasmise il suo potere elettrico nell'acqua, che ben presto fu impregnata di energia.
Seiya se ne accorse immediatamente, e allargò le braccia espandendo il suo Cosmo. L'acqua intorno a lui sembrava respinta da una forza invisibile, deviando attorno a lui.
"È riuscito ad evitare il mio attacco."
"È vero, ma in questo modo non potrà difendersi dal mio Magma Breath!"
Agni generò nuovamente un flusso di magma, dirigendolo nuovamente contro Seiya.
Seiya doveva tenere le braccia allargate per controllare il suo Cosmo in modo che continuasse a respingere l'acqua attorno a lui. Se si fosse messo in posizione da parare il Magma Breath, avrebbe subito il Punishment Thunder. Non aveva altra scelta. Saltò
Le ali del Cloth sbatterono, creando una spinta che teneva sollevato il Saint.
"Indra, è sfuggito anche al mio attacco. È molto più sveglio di quel che pensavo."
"È vero. Nonostante sembrasse distratto, non ha mai smesso di tenerci d'occhio, e si è accorto del mio attacco. E ha saputo decidere con prontezza quando tu hai rincarato la dose. Ma non è certo finita qui. Non si sfugge al Punishment Thunder!"
Indra alzò la mano, ancora tenuta a contatto con l'acqua, alzandola improvvisamente. L'energia elettrica prese forma di diverse colonne di energia, che si avventarono verso Seiya.
Sfruttando le ali, Seiya evitava le varie colonne di energia.
"Balla prova, ma ci vuole ben altro per farmi fuori."
"Sarà, Seiya, ma sei ancora un ingenuo. Vedi le colonne di energia? Ormai ti hanno circondato. E ora, si chiuderanno su di te!"
"Maledizione, è vero, ha creato una gabbia di energia che si sta chiudendo su di me. Aaahaaa!"
Seiya era stato colpito. L'elettroshock indotto dalla terribile tecnica di Indra lo aveva completamente travolto.
"Che dolore lancinante. Non so se sopravviverò... Sento gli organi interni cedere all'effetto della tensione elettrica. I tessuti dello stomaco, dell'intestino, rischiano di rimanere seriamente danneggiati. Devo fare qualcosa. Ma non riesco a respingere il colpo. Posso solo tentare una cosa: completare l'addestramento a cui mi ha sottoposto Kanon!"
Il corpo di Seiya cade, quando gli effetti del Punishment Thunder terminarono.
"Ormai è morto, gli effetti del mio colpo non perdonano."
"Allora, non ci resta che dargli degna sepoltura. Magma Breath!"
Il flusso di magma generato dal Cosmo di Agni era diretto sul corpo di Seiya.
"La sua anima riposerà in pace, dopotutto, la cremazione era un rito destinato agli eroi."
"Ormai sta per essere raggiunto dal mio getto di magma, del suo corpo non resterà che cenere."
"Ma sei scemo? Pegasus, Ryuseiken!"
Seiya si rialzò improvvisamente, lanciando il suo colpo segreto.
"Stupido ragazzino, i tuoi pugni non riusciranno a superare il mio magma."
"Non è quello il mio intento, non te ne sei accorto?"
I pugni di Seiya non miravano in maniera rettilinea, per colpire il nemico, ma erano diretti in traiettorie a casaccio, generando un flusso di corrente sufficientemente forte da dividere il magma e scagliarlo tutt'intorno, opponendosi al suo flusso senza neanche toccarlo.
"Geniale! Ha usato i suoi colpi per generare quel flusso d'aria da usare come scudo."
"Capisco perché questo ragazzino è così temuto. Ma non so spiegarmi come sia sopravvissuto al mio Punishment Thunder. Dovrebbe avere gli organi completamente carbonizzati e spappolati dal suo voltaggio."
"Ho semplicemente completato l'addestramento iniziato sull'isola di Kanon qualche giorno fa."
"Cosa intendi dire?"
"Saprete senz'altro che noi Saint ci siamo ritirati su quell'isola per addestrare la nuova generazione, per prepararci a questa guerra. Ebbene, anche io mi sono dovuto allenare, insieme a Kanon dei Gemelli. Mi ha insegnato che col Cosmo non posso esclusivamente distruggere la materia, ma anche controllarla, ed entrare in contatto con l'intero pianeta. Lo scopo dell'addestramento era mirato a uno scopo preciso, una dote che mi ha permesso di sopravvivere, ma che ancora non avevo sviluppato."
"Quale?"
"La capacità di assorbire l'energia del Cosmo nemico e utilizzarla per rafforzare i miei colpi, Così! Pegasus, Ryuseiken!"
Seiya scagliò nuovamente il suo colpo, stavolta per colpire i due avversari.
"Maledizione, è vero!- esclamò Indra- Quello non è lo stesso colpo di prima."
Infatti i pugni di Seiya non solo ferivano il corpo, colpendo, ma rilasciavano intense scariche elettriche. I due Warlord furono sbalzati via, ma atterrarono in piedi.
"Naturalmente, assorbire l'energia non è una cosa esente da pericoli. Infatti rimango ferito dai colpi subiti, ma il danno è minore."
"Capisco, Seiya, è così sei sopravvissuto al mio colpo."
"Ma non potrai sopravvivere al mio, perché genera una materia incandescente, non un'energia, quindi non potrai assorbirla. Indra, attacchiamo insieme: non potrà disperdere il mio magma come ha fatto prima, se costretto a difendersi anche dal tuo colpo."
"D'accordo, fratello. Punishment Thunder!"
"Magma Breath!"
I due fratelli si spostarono lateralmente, Agni a destra di Seiya, Indra alla sinistra, scatenando nuovamente i loro colpi.
Seiya tese le mani, aprendo i palmi mente le ali del Cloth si aprivano in tutta la loro larghezza.
A pochi centimetri dai palmi tesi, il flusso di lava e quello elettrico si fermarono.
Le scariche elettriche venivano assorbite sul palmo di Seiya.
Il flusso magmatico, invece si pietrificò davanti a Seiya, finendo poi in briciole.
"Cosa? Come hai fatto a raffreddare il mio magma? Solo un praticante dell'arte del gelo avrebbe potuto farlo."
"In realtà ho utilizzato un altro sistema, Agni. Avevo capito che tu generavi quel magma manipolando la materia presente nell'aria. Carbonio allo stato gassoso, sali, polvere, spore... Tutto ciò che poteva essere solido o solidificato, e combustibile Non facevi altro che assumerne il controllo col Cosmo, amalgamandoli e ampliandone le dimensioni, per poi incendiarli generando il magma."
"Bravo, una giusta intuizione. Permeavo la materia di cui avevo preso il controllo con la mia energia incendiaria, in modo da creare un plasma magmatico. Ma ancora non capisco come sei riuscito a raffreddarla."
"Molto semplice. Non potendo assorbire la materia, ne ho assorbito il calore. Estraendo il calore dal tuo magma, l'ho automaticamente raffreddato, trasformandolo in sedimento, che si è sbriciolato da solo."
"E ora, cosa intendi fare?"
"Ho assorbito sia l'energia tua che quella di tuo fratello. Ora non mi resta che restituirvela. Pegasus, Siuseiken"
Il Siuseiken costituisce nel concentrare l'energia dei colpi del Ryuseiken in un unico, devastante attacco. Col tempo, oltre alla velocità, anche il numero dei colpi era aumentato, da alcune centinaia a molte migliaia. Ed ora, forte anche dell'energia assorbita, il pugno di Seiya generò un'enorme sfera di energie crepitanti.
Agni allungò le braccia, cercando di respingere l'attacco di Seiya, ma come toccò la sfera del Siuseiken, l'energia elettrica di Indra che Seiya vi aveva infuso gli fu dolorosamente trasmessa. Le difese di Agni crollarono.
Il Warlord fu scaraventato via, mentre la sua corazza veniva distrutta dagli effetti del colpo di Seiya.
"Meno uno. E ora, Indra, tocca a te."
"Pensi di potermi prendere di sorpresa? Ormai ho visto tutte le tue tecniche. Non riuscirai a sorprendermi. Punishment Thunder!"
"Indra, quello che hai appena detto vale anche per te. Pegasus, Ryuseiken!"
I due presero ad affrontarsi scagliandosi i loro colpi migliori.
Indra si rivelava temibile anche nel combattere da solo. Parava abilmente i colpi di Seiya, e sferrava i suoi come folgori serpentine, come gli artigli della tigre rappresentata dalla suo Bloodmail.
Seiya, a sua volta cercava di evitare i colpi, lanciando le sue raffiche di pugni sull'avversario.
I due saltarono, colpendosi a vicenda.
"Sei davvero bravo. La tua reputazione è ben meritata, Seiya!"
"Anche tu sei davvero forte. Se ti avessi incontrato un anno fa, probabilmente sarei già stato sconfitto."
Seiya fece una capriola all'indietro, colpendo col calcio, ma Indra si scostò. Tornato in piedi, l'eroe alzò le braccia in posizione di guardia, pronto a continuare il combattimento.
"Il nostro scontro può prolungarsi all'infinito. Le nostre capacità, Seiya, sono quasi alla pari.
La tua capacità di assorbile le mie energie mi impedisce di essere incisivo come lo sarei con qualsiasi altro avversario... Per ora."
"Cosa intendi?"
"Lo hai detto tu: non rimani illeso dagli effetti di un colpo, non completamente. Quindi, c'è un limite nell'assorbire l'energia, superato il quale il tuo corpo sovraccaricherà. Ferendoti gravemente."
"Però, prima devi generare così tanta energia da sovraccaricare il mio corpo. L'energia del tuo Punishment Thunder non è sufficiente a raggiungere quell'obbiettivo."
"Hai ragione, Seiya, ma io dispongo di un'altra tecnica, molto più potente. E appena possibile, la userò!"
Indra espanse il proprio cosmo.
Alle sue spalle si materializzava la sagoma d un enorme felino, simile a una tigre, il cui pelo era dritto e teso, scintillante di scariche elettriche. Il Raiju, la Tigre del Fulmine in cui, nel mito giapponese, era racchiusa parte del potere del dio Raiden.
Indra scattò, le mani tese. Quella destra cercò di afferrare il viso del Saint, quella sinistra mirava alla cintura.
"Elettric Chair Execution!"
Tra le due mani filtrava una serie di scariche elettriche. Seiya ne percepì la potenza, appena in tempo, tanto era stato repentino il movimento di Indra, riuscì a scostarsi, venendo solo sfiorato dall'energia elettrica emessa.
Seiya senti ogni singolo capello, ogni pelo del suo corpo rizzarsi dopo essere stato sfiorato.
Se Indra lo avesse afferrato, l'energia del colpo lo avrebbe pervaso come la sedia elettrica di cui portava il nome, immagazzinando tale energia nel suo corpo fino a farlo esplodere.
Come un condannato sulla sedia elettrica, Seiya avrebbe sentito i vasi sanguigni esplodere e gli organi bruciarsi a causa del flusso di corrente.
"Una tecnica davvero notevole. Probabilmente se la subissi avverrebbe ciò che hai detto:il mio corpo cederebbe all'energia eccessiva. Ma come colpo, ha un'unica pecca: per venire usato al meglio, devi afferrare l'avversario, e non credere che ti sarà facile, toccarmi."
"Seiya, in tutto l'esercito di Ares, io sono il più veloce e resistente. Se anche continuerai a sfuggirmi, la nostra sarà una sfida a chi si stancherà per primo. Elettric Chair Execution!"
Indra di nuovo scattò.
Come in un complicato balletto, i due guerrieri si esibirono in una serie di virtuosismi del movimento.
Indra avanzava, ferino, allungando le mani, tra i cui palmi ancora si vedeva lo scorrere della tensione elettrica. Alcune volte Seiya riusciva ad evitare la presa, ma la corrente tra le due braccia lo sfiorava, facendogli rizzare i capelli.
Come aveva predetto Indra, lo scontro stava diventando una gara a chi avrebbe ceduto per ultimo.
Seiya era un ragazzino vivace, aveva sempre avuto un'energia che appariva inesauribile, nel suo impeto.
Ma sentiva che la sua resistenza stava venendo meno.
"Devo trovare un modo per eliminarlo prima che mi afferri. Appena tenterà nuovamente un attacco, devo trovare un momento per colpirlo."
Indra avanzò, l'immagine del Raiju, rabbioso, ruggente dietro di lui.
Seiya scarto lateralmente sulla destra.
"Adesso! Pegasus, Ryuseiken!"
Il fianco destro di Indra sembrava scoperto, vulnerabile all'attacco che il giovane Saint aveva sferrato.
Ma il Warlord sorrise.
"Immaginavo avresti tentato qualcosa del genere. Ma se mi credi indifeso, ti sbagli di grosso."
Girandosi con un movimento simile a una piroetta, Indra afferrò due pugni del Ryuseiken, afferrando così le mani di Seiya e bloccandole, senza interrompere il flusso d'energia della sua tecnica.
"Sei in trappola, ragazzino. Elettric Chair Execution!"
Le mani di Indra strinsero sui pugni, mentre il Warlord emetteva un incredibile flusso di corrente.
Un'energia che percorreva il corpo di Seiya,che urlava dal dolore.
"Maledizione, era già pronto a un mio contrattacco. È riuscito ad afferrarmi. Questa scarica elettrica.... È potentissima, se continua così il mio corpo supererà il suo limite di sopportazione.
Non posso cedere devo reagire. Ora!"
Con estrema difficoltà, perché la scarica elettrica gli intorpidiva il corpo, in modo che gli impulsi elettrici che comportano le reazioni neurali venissero disturbati, Seiya alzò la gamba destra sferrando un calcio sullo stomaco di Indra, per spingerlo lontano e interrompere il contatto.
Colpito, Indra si piegò sullo stomaco, il fiato mozzato.
"Incredibile! Nonostante la corrente che stava subendo, è riuscito comunque a reagire e a liberarsi. Se avessi potuto usare tutta la mia forza... Ma con quest'acqua, non mi è possibile, rischierei di venire travolto anch'io dal mio stesso colpo."
"Allora, Indra, non te l'aspettavi, vero? Nonostante tutto il tuo colpo non è così invincibile, e ora, tocca a me. Peg.."
Ma il braccio destro, che Seiya aveva alzato per caricare il pugno, venne afferrato da dietro.
"Agni! Sei ancora vico dopo aver subito il mio Siuseiken?" esclamò, giratosi, con sorpresa.
"Riesco a stento a muovermi, moccioso, ma userò le mie ultime forze per batterti. Prendi il mio colpo migliore. Chimera Agony!"
Agni generò non più magma ma un intenso calore incandescente, che innescò un'esplosione dei gas presenti attorno a lui. Idrogeno, ossigeno, carbonio, crearono una sfera attorno al Warlord e al suo avversario, una sfera fiammeggiante che si stringeva sempre più attorno a loro.
La sfera, pur riducendosi di massa emetteva sempre più calore. L'intera polla d'acqua, bolliva, sfrigolando.
Infine la sfera esplose. Fiamme arancioni scaturiscono da essa.
Seiya era in ginocchio.
La sua pelle era in parte scottata, e in alcuni punti era seriamente ferito.
Ma si stava rialzando. Con la sua capacità di assorbire energia, era riuscito a difendersi.
"Che potenza."
"Se non fossi agonizzante, avei potuto esprimere ancora più forza, in questo colpo. Neanche la tua abilità speciale ti avrebbe salvato. Ma ho comunque raggiunto il mio scopo."
"Cosa intendi dire? Mi hai ferito, è vero, ma sono ben lungi dall'essere sconfitto."
"Ragazzino, non pretendevo di sconfiggerti, con la poca forza che mi ritrovo... ma ho potuto spianare la strada a mio fratello: sarà lui a finirti!"
Con uno sforzo immane, Agni afferrò nuovamente Seiya, costringendolo a girarsi e nel contempo, gli passò entrambe le braccia sotto le ascelle, passando poi davanti al petto e, quindi unendo le mani dietro la nuca del Saint, usando una classica presa paralizzante.
"Indra, è il tuo momento. Il mio Chimera Agony ha fatto evaporare l'acqua del laghetto, ora puoi scatenare tutta la tua potenza. Finiscilo prima che il mio corpo venga meno."
"Agni,- chiese Seiya- sei così ossessionato dal pensiero di uccidermi da sacrificarti così? Comunque, non hai la forza per trattenermi.!"
"Ti sbagli. Guarda.- attorno al corpo di Seiya del magma sedimentato formava dei ceppi che lo avvinghiavano ad Agni- Fino a quando non sarò morto, questi ceppi ti terranno fermo."
Indra, senza alcuna esitazione, si era avvicinato all'avversario e al fratello minore, le mani tese e pronte a sferrare l'attacco.
"Agni, hai fatto in modo che questa sia una tua vittoria, anche se sarò io a dare il colpo di grazia. Hai vinto la nostra sfida. Fratello. Addio! Elettric Chair Execution!"
La mano destra sul volto di Seiya. La mano sinistra sul fianco.
Espressa al suo massimo potere, l'Elettric Chair Execution emise una scarica da milioni di volt.
Un'energia che, da sola, avrebbe potuto provvedere a illuminare un intero stato per diversi mesi, ora veniva rivolta all'eliminazione di un singolo uomo.
Seiya urlò.
In diversi punti della grotta, diversi Saint si bloccarono.
I fratelli di Seiya, Marin, Shaina, Aiolia, ed altri ancora percepivano che qualcosa era successo al custode del Cloth di Pegasus.
"Seiya!" disse Shaina.
"Hai trovato un avversario potente, se riesce a farti soffrire così..." Shun era seriamente preoccupato.
"Seiya. Ti prego, reagisci. Athena ha bisogno di te!"
Con un esplosione da impulso elettromagnetico, la tecnica di Indra si concluse, scagliando i corpi di Seiya e Agni lontano.
Indra osservava il corpo del fratello con indifferenza.
Il cadavere di Agni stava lì, irriconoscibile, carbonizzato.
"Bene la battaglia è vinta. Recherò al sommo Ares la notizia che il più pericoloso dei seguaci di Athena è caduto."
"As...aspetta un momento, Indra. Non è ancora finita!"
"Cosa? Seiya, sei ancora vivo?"
"Sorpreso, vero? In effetti sono stato fortunato..."
"Come hai potuto sopravvivere! L'energia che ho emesso era enorme. Nessun umano è in grado di resistervi."
"Ho tentato un azzardo, e mi è riuscito. Come ho detto sono stato fortunato."
"Un azzardo?"
"Il mio corpo avrebbe ceduto senz'altro, ma ho provato a trasferire e immagazzinare l'energia in un contenitore più resistente. Il mio Cloth. A quanto pare, il God Cloth è in grado di sostenere moltissima energia. E sono certo di poterla far fluire nuovamente nel mio corpo per potenziare i miei attacchi."
"Maledetto! Ma in fondo, sono contento. Non dovrò dividere con mio fratello la gloria di averti eliminato. E vincerò la nostra scommessa."
"Cosa intendi dire?"
"Ogni volta che combattiamo, scommettiamo su chi di noi darà il colpo finale. Anche se era il mio Elettric Chair Execution a finirti, il fatto che Agni ti tenesse fermo faceva sì che il merito fosse suo, facendogli vincere il gioco. Ma ora, il vincitore sarò io!"
"Non mentire! In realtà vuoi che la morte di Agni non sia vana, vero?"
"Cosa diavolo dici."
"L'ho vista, sai. Una singola lacrima, cadere dai tuoi occhi, mentre colpivi, poco fa. Piangevi dal dispiacere per dover colpire tuo fratello..."
"Non dire stupidaggini. Fratello o no, per lui non provo niente. Sono un Warlord, non dimenticarlo. Per noi, gli altri Bersesker, gli altri Warlord sono solo strumenti per vincere!"
"Stai mentendo a te stesso. Ammettilo, che sei triste per la sorte di Agni."
"Taci!!! Chiudi quella bocca o te la chiuderò io!"
Indra cercò di colpire ma Seiya schivò facilmente il suo pugno.
Per tre volte Indra attaccò, e per tre volte Seiya evitò i suoi assalti.
"Com'è possibile? Come puoi essere diventato così veloce?"
"Ti sbagli, non sono io ad essere più veloce, sei tu che sei diventato più lento."
"Cosa? Idiozie!"
"Davvero? Ti è mai successo di dover combattere ancora dopo aver usato l'Elettic Chair Execution alla massima potenza? Penso proprio di no...- Il silenzio di Indra era un'affermazione sufficiente- Un colpo così potente deve essere per forza stancante. Tu non te ne accorgi, ma il tuo corpo sta leggermente tremando. Sei stremato, e per questo non puoi muoverti come tuo solito."
"Maledetto! Ma credi che questo mi fermerà? Punishment Thunder!"
Seiya si mosse come un fulmine, afferrando Indra alle spalle, così come Agni aveva afferrato lui.
"Indra! Affermi che tuo fratello, per te, era solo uno strumento, allora, preparati a raggiungerlo e a chiedergli scusa. Pegasus, Rolling Crash!"
Le ali del Cloth di Pegasus si aprirono, mentre la tecnica del Saint sollevava da terra i due avversari, che ruotavano sul loro asse. Inoltre, Seiya stava infondendo nel colo le energie accumulate. Indra non solo subiva gli effetti fisici del colpo, ma anche il calore e l'energia elettrica che Seiya aveva precedentemente assorbito. La Bloodmail di Raiju andava inesorabilmente in pezzi. Senza la sua protezione, Indra schiantò a terra, mentre Seiya, sciolta la presa, tornava a toccare terra, con una lieve capriola a mezz'aria.
Ferito alla testa, Indra si mise carponi.
"Indra, vuoi ancora combattere?"
Ma Indra non stava cercando di rialzarsi, né di riprendere a combattere. A carponi, debolmente, quasi strisciando, si avvicinava al corpo di Agni.
"Fratello... Mi dispiace. Eri ancora così giovane, non avrei voluto vederti morire. Né avrei dovuto essere io a finirti. Ti chiedo scusa- i suoi occhi, velati dalle lacrime, non vedevano il corpo carbonizzato vicino a lui, ma il ragazzino con cui era cresciuto, il compagno di giochi, l'alleato in tante battaglie; il sentimento fraterno, che la vita da Bersesker prima e da Warlord poi, aveva soffocato, riaffiorava- Seiya, in fondo, ...avevi ragione...tu!"
In un luogo buio, vicino alla Fortezza.
Nell'oscurità quasi totale, una figura sedeva come su uno scranno, a suo agio nell'oscurità.
Il buio quasi totale ne rendeva i contorni quasi indefiniti, dandogli un aspetto grottesco, mostruoso.
Attorno a lui, aleggiava una aura scintillante, di diverse sfumature di rosso, bagliori non provocai dal suo Cosmo.
Dietro di lui una seconda figura fece il suo ingresso nell'angusta stanza, immersa nel buio.
Più snella, avanzava con passo deciso. Sembrava che ogni suo movimento fosse misurato per non emetter il minimo suono, usando il minimo delle energie. Era un passo misurato, fiero.
"Cosa vuoi?-disse la prima figura- La tua visita è insolita, spero che tu abbia un buon motivo per disturbarmi."
"Ancora non sei sceso in campo? Ormai i Saint sono alle porte della Fortezza. Non sarebbe opportuno se anche tu ti mettessi in movimento. Un Warlord potente come te dovrebbe essere là fuori a compiere stragi di nemici, non qui in meditazione, al buio."
"Non dire scemenze! I Saint non hanno nessuna speranza!"
"Eppure, hanno già eliminato le Incarnazioni e i Generali. Ormai, delle schiere dei Warlord, rimaniamo solo noi Guardiani delle Mura."
"E non abbiamo nulla da invidiare né alle Incarnazioni né ai Generali. Dopotutto, siamo coloro il cui potere è secondo solo a quello di Alexandros. È vero che questo lo credono tutti i Warlord, ma riguardo a noi, non è solo una vanteria, ma una mera constatazione. E a noi è stato dato un compito importantissimo: eliminare quei cinque Saint che hanno sfidato Ades fin nelle profondità dell'Elisio."
"A proposito, quell'uomo, quello che hai detto di voler eliminare personalmente..."
"Sì?"
"Sta per entrare nella postazione a me assegnata. Sappi che intendo ingaggiare battaglia, e non mi interessa se tu hai qualche conto in sospeso con lui."
"E perché sei ancora qui? Se davvero vuoi ingaggiare battaglia con lui, hai bisogno del mio permesso?- l'altro guerriero fremette di sdegno- Non mi interessano le tue provocazioni, i tuoi tentativi di irritarmi. In tanti anni di discordia tra noi, entrambi non siamo ancora riusciti a prevalere. Se credi davvero di poter uccidere quell'uomo, va. Qualora tu fallirai, ci penserò io ad eliminarlo, e a determinare la mia superiorità!"
L'altro guerriero fremeva di rabbia mal celata. Si voltò, e senza proferire parola usci dalla stanza.
Jakov si risvegliò. Il sonno, che la stanchezza e il rassicurante Cosmo di Athena avevano indotto al Saint, si dissipò. Riposato, il giovane si rimise in piedi. Attorno a lui l'aria congelante generata dall'Ice Age ancora permeava l'aria. A pochi passi, il corpo di Vamana giaceva, scomposto.
Guardandosi intorno, Jakov si stupì nel vedere corpi di altri Bersesker congelati intorno a lui. Evidentemente, erano passati di lì mentre lui era incosciente, ma erano rimasti vittime dell'Ice Age. Trasformati in stature cristalline, i guerrieri, che si erano recati lì percependo, probabilmente, il Cosmo di Jakov assopito, invece di una facile vittoria avevano trovato la morte.
Jakov si concentrò, per definire come fosse cambiata la situazione.
"Sono ormai vicini all'entrata della Fortezza. Devo sbrigarmi, avranno bisogno di ogni auto possibile, contro Alexandros.
Fece per riprendere il camino quando lo sguardo gli cadde sul corpo, senza vita, di Vamana.
Si fermò. Era stato il suo primo avversario, e non gli sembrava giusto lasciarlo lì insepolto.
L'energia congelante impregnava ancora l'aria circostante.
Jakov alzò la mano con il palmo aperto, di taglio.
Era la prima volta che ci provava, al di fuori dell'allenamento, ma era sicuro di riuscire. Hyoga era stato un buon insegnante.
"Freezing Coffin!"
Dal braccio scaturirono dei raggi di energia multicolore, che circondò il cadavere.
Subito, il ghiaccio iniziò a formarsi attorno al corpo del nemico. La tecnica, che normalmente generava una semplice bara di ghiaccio destinata a durare in eterno, venne però modificata dal giovane. Non era semplicemente una teca cristallina contenente il corpo. Aveva una forma ben precisa e definita. Jakov stava modellando il ghiaccio creando una statua che rappresentava il suo primo, grande avversario. Non sarebbe stato l'ultimo, se fosse sopravvissuto a questa guerra, ma era stato la sua prima vittoria importante e, a modo suo, voleva onorare un nemico così potente.
Il ghiaccio mostrava, ingigantito, Vamana, vestito della sua Bloodmail. La trasparenza del ghiaccio non riproduceva il colore dei capelli, castano scuri, né degli occhi neri, ma ritraeva fedelmente i lineamenti del viso, la cui pelle, pallida, ne addolciva i lineamenti marcati, il mento squadrato, la fronte volitiva, la mascella ampia. L'elmo ricopriva i lati della testa, sormontato, sopra la fronte da un intarsi che riproponeva un viso imbestialito, con due protuberanze triangolari che si incurvavano in fuori, presentando sulle punte tre zigrinature ciascuna.
La corazza ampia per rivestire il largo petto muscoloso, si stringeva sui fianchi, sulla cintura che aveva solo una protezione centrale. I copri spalla erano due blocchi ovali, più grandi di quanto non servissero effettivamente per lo scopo, e scendevano obliquamente sulle braccia, rimanendo a pochi centimetri dalla pelle. I bracciali erano lunghi, dotati di corti copri bicipite che quasi si intersecavano, esternamente, con i copri spalla. Anche gli schinieri erano lunghi, con una ginocchiera rotonda e sporgente da cui saliva un copri coscia, che si alzava fin quasi sui fianchi, lasciando scoperte le parti interne delle gambe.
Jakov guardò soddisfatto il suo lavoro. Almeno, era sicuro che la memoria del suo nemico sarebbe stata rispettata.
Senza rimpianti, riprese la sua corsa, per raggiungere i compagni che già stavano per raggiungere le alte mura della roccaforte nemica.
"Jakov! Dopo averlo sentito esplodere, il tuo Cosmo sembrava scomparso. Meno male, stai bene.."
Hyoga appariva molto sollevato per la sorte del suo amico ed allievo. Anche se era addestrato a mantenersi freddo in ogni circostanza, non voleva certo dire che fosse privo di emozioni, anzi.
Quando aveva sentito il Cosmo di Javok, impegnato in n combattimento impegnativo, esplodere, per poi scomparire, aveva temuto il peggio, tuttavia aveva proseguito per la sua strada. Ora, si sentiva molto più tranquillo.
"Preoccuparsi per gli altri, che assurdità. Saint del Cigno, da te mi aspettavo maggiore distacco."
Un guerriero era apparso alle spalle dell'eroe.
"Forse hai ragione, ma i sentimenti non mi hanno certo impedito di vincere numerose battaglie. Il segreto è quello di non lasciarsi condizionare da essi."
"Non sembri per niente sorpreso della mia comparsa..."
"Perché dovrei? È da parecchio che so di essere seguito da qualcuno di molto potente, e di certo non erano quei guerrieri di poco conto che ho già sconfitto."
"Quei pivelli non potevano certo essere un problema per un guerriero potente come te. Ma sarò io, Cario della Criosfinge, a porre fine al tuo cammino, Saint di Cignus."
Cario era un ragazzo della stessa età di Hyoga, approssimativamente, i capelli castani tenuti fermi da un diadema dai contorni seghettati, occhi verdi, una corazza che rivestiva tutto il corpo, fino alla cintura dove, centralmente rispetto a due protezioni triangolari per i fianchi, stava una placca protettiva modellata a muso d'ariete, con tanto di corna spiraliformi. I copri spalla erano formati da una serie di tre placche triangolari. I bracciali, dotati di copri bicipite modellato a forma di zampa, erano rettangolari. I lunghi schinieri erano divisi in tre sezioni. Quella che copriva lo stinco e il piede, formata da una serie di anelli sovrapposti. Le ginocchiere erano modellate a forma di stella a sei punte, con un esagono che le univa. Il copri coscia, una placca che si divideva in due sezioni, due interne e due esterne, queste ultime più lunghe delle altre, che finivano con una punta, mentre quelle esterne con una linea orizzontale.
"Hai un Cosmo molto forte, Cario. Ma non credere di impaurirmi. Diamont Dust!"
Come un vortice danzante di neve cristallizzata, il colpo di Hyoga avvolse il nemico, congelandolo.
Ma il biondo Saint della Siberia non aveva vinto il nemico.
Il ghiaccio si sgretolò dopo solo sei secondi.
"Pensi di poter congelare colui che trae potere dal Guardiano del Faraone, la Mistica Criosfinge?
Desert Punk!" Cario sollevò la mano, aprendo il palmo con una spinta decisa.
Attorno a Hyoga lo spazio si distorse, come se le diverse parti della materia circostante venissero proiettate in diverse dimensioni adiacenti. Anche il corpo di Hyoga subì lo stesso destino, venendo spaccato il più parti, che si perdevano nella frattura dimensionale.
"Così grande è il mio potere, da manipolare le stringhe della realtà. Anziché separare gli atomi, io spezzo le stringhe della realtà che legano ogni cosa ad un unica dimensione dell'esistenza. È stato facile eliminare questo.... Ma cosa?"
Di fronte a Cario, un muro trasparente, che rifletteva l'ambiente circostante.
Una luce, un riflesso ,rivelava che dietro quel muro invisibile c'era un uomo.
Hyoga!
"Impossibile, come hai potuto salvarti? Eppure, questo colpo non ha mai fallito."
"Ho utilizzato una variante del colpo Freezing Coffin per riflettere l'immagine dell'ambiente circostante e annullare gli effetti del tuo colpo. La visione di me che ne subivo gli effetti era dovuta solo al riflesso sul ghiaccio. Diamond Dust!"
"Inutile! Su di me, gli attacchi basati sul gelo non hanno effetto, lo capisci. Desert Punk!"
"Freezing Coffin!"
"Vuoi ancora usare quell'insulso muro di ghiaccio? Non funzionerà un altra volta!"
Infatti, gli effetti del colpo si scatenarono prima sulla parete di ghiaccio trasparente, poi sul Saint che dietro quel muro si rifugiava. Hyoga ne venne travolto, urlando dal dolore.
Il biondo Saint cercò di divincolarsi, di sfuggire dalle energie che scindevano il suo corpo.
Generando cristalli di ghiaccio, riuscì a deflettere le energie. Libero dal campo di forza generato da Cario per distruggere le stringhe della realtà. Il Saint del Cigno riuscì a salvarsi dagli effetti letali dell'attacco nemico, ma rimase comunque ferito. Il viso era segnato da un lungo taglio sulla guancia destra, mentre le parti scoperte delle braccia erano ferite o piene di lividi.
"Un colpo davvero insidioso. Può venire usato per travolgere le difese avversarie prima di aggredire l'avversario."
"Come vedi, Hyoga, non valgono difese contro il mio colpo. Senza la possibilità di attaccare o di difenderti, non hai speranza di sopravvivere a questo scontro."
"Pensi di essere il primo avversario che affronto, contro il quale il mio gelo non attecchisca? Già in passato ne ho incontrati, non ultimo Minosse del Grifone, o l'Angelo Odisseo. E nonostante tutto, li ho sconfitti. Ancora non hai provato la mia piena potenza. Danza, Cigno!"
Hyoga incominciò a muovere le braccia, imitando i movimenti di un cigno, e ponendosi nella sua posizione tipica di combattimento, che rappresentava la Croce del Nord, uno dei nomi con cui era nota la sua costellazione guida.
"Brrr. Il gelo di Hyoga è intenso. Ma non attecchirà. Hyoga, stai solo sprecando tempo ed energie."
"Vedremo. Kolodni Smersh!"
Hyoga colpì con il pugno destro, generando un vortice di neve cristallizzata.
Cario sembrò sbalzare dalla furia del vortice, ma l'energia congelante di Hyoga non sembrava sfiorarlo. Quasi come se il gelo lo sfiorasse senza toccarlo, scivolando su di lui.
Gli effetti del colpo cessarono, e Cario tornò a toccare terra, direttamente sui suoi piedi, eretto.
"Come vedi, neanche questo ha funzionato. Vediamo, invece se sarai in grado di difenderti da questo...
Desert Guardian!"
Cario portò le braccia alle spalle, incrociandole davanti al petto.
L'ambiente attorno ai due cambiò. Non erano più dentro l'enorme grotta che costituiva il regno di Ares. Erano in uno sconfinato deserto. Il sole cocente scintillava, accarezzando con i suoi caldi, infuocati raggi, i corpi dei due avversari. Sullo sfondo, dietro a Hyoga si potevano vedere, in lontananza, le sagome di due piramidi. Dall'altra parte, all'orizzonte, un piccola oasi, con alcune palme.
"Dove... Dove sono? Mi ha teletrasportato nel deserto del Sahara? Tutto qui il suo terribile colpo? No, non può trattarsi solo di questo. Deve esserci qualcosa di più insidioso, un effetto che ancora non mi è stato mostrato."
"Hai ragione, Saint!- anche Cario si materializzò in quella landa desertica- Ti ho portato nell'ambiente in cui i miei poteri raggiungono l'apice. I poteri che mi derivano dalla potente Criosfinge. Conosci questa creatura, Hyoga?"
"So solo che è una creatura della mitologia Egiziana."
"Come tutte le Sfingi, dopotutto... La Criosfinge ha una caratteristica peculiare: una testa caprina con un corpo di leone. Essa è la guardiana contro il deserto, affinché le creature maligne del deserto non entrino in città. E per questo, possono manipolare la sabbia del deserto usandole come armi. Guarda!"
La sabbia attorno al Saint si sollevò assumendo una sagoma enorme, torreggiante sul biondo Saint.
Inizialmente indistinte le sagome di sabbia sembravano diventare sempre più massicce e solide. Presto, i contorni erano sempre più delineati e bestiali. Sostenute da quattro zampe artigliate, i corpi muscolosi, ruggivano con i musi allungati, rotondi e caprini, ma dotato di canini affilati e corna ricurve. Con balzi ferini, le creature mostruose si avventarono su Hyoga.
I mostri evocati da Cario si trasformarono in un mare di sabbia finissima, che filtrava tra le giunture del Cloth. La sabbia scorreva attorno al corpo del Saint.
Hyoga sentiva al sabbia grattare la pelle, a una velocità tale da ferire la pelle.
La sabbia fluiva su Saint, tornado sulla superficie desertica, lasciando Hyoga, coperto di sangue e graffi, ma di certo non ferito gravemente.
"Cosa...? È tutto qui il tuo colpo. La sabbia ha raggiunto il mio corpo, penetrando le giunture del Cloth, ma di certo non saranno quattro graffi a segnare la mia fine!"
"Graffi? Pensi che sia solo questo l'effetto del mio colpo. Vedrai adesso il vero potere del Desert Guardian. Guarda il tuo corpo, Hyoga!"
Hyoga alzò il braccio.
Ciò che vide lo inorridì.
Il bracciale del God Cloth stava rapidamente arrugginendo, cadendo poi in polvere.
Il braccio, sotto la corazza, raggrinziva sempre più, mentre la pelle si stappava, lasciando nudi i muscoli. Poco alla volta, la sua carne marciva.
Sentiva la pelle del volto scarnificarsi, cadere, insieme ai denti, mentre dai bulbi oculari uscivano le palle degli occhi, rimanendo appesi dai filamenti nervosi. I capelli, da dorato qual erano, ingrigivano, incartapecorendo, diventando fili lanuginosi, sformati, orridi.
L'ambiente tremolò. Scomparve il deserto, mentre le pareti granitiche della grande caverna, la sua luce tremula, avvolgevano nuovamente i due contendenti.
Cario osservava Hyoga immobilizzato.
"L'orrore del mio Desert Guardian ha ormai sconvolto la tua mente, ragazzino, assorbendo le tue energie vitali, e prosciugandole. La tua leggenda è ormai finita, Hyoga del Cigno!"
Hyoga cadde, inerme.
"Hyoga!"
Ikki aveva percepito il Cosmo del fratello affievolirsi e scomparire.
"Hyoga, tra tutti noi, sei quello per la cui sorte provavo meno timore.
Conosco la tua forza! Già quando ci scontrammo, tra le caverne del Fuji, riuscisti a sopravvivere ai miei colpi, a paralizzare il mio pugno, a respingere le mie illusioni. E proprio tu sei il primo di noi a cadere sotto i colpi del nemico.
Hyoga!"
"La tua preoccupazione per un tuo fratello ti contraddistingue, Ikki della Fenice. Ma se pensi di andare a portargli aiuto, dovrai prima fare i conti con me, Feron del Werewolf."
"Pensi di frenare i miei passi? Illuso!"
Ikki colpì, dirigendo il pugno sul volto del guerriero che gli si era parato di fronte, ma questi evitò il colpo, raggiungendo col suo destro l'addome di Ikki.
Il più focoso dei Saint assorbì il colpo, lasciandosi spingere indietro, in modo da non venire piegato dalla forza del colpo. Saltando indietro, ne stava annullando gli effetti. Atterrato su entrambi i piedi, piegò le gambe per darsi lo slancio, e partendo con un secondo attacco. Per alcuni minuti, Ikki continuò ad aggredire il nemico, che con abilità ferina evitava i suoi colpi, senza prendersi il disturbo di attaccare.
Ikki affondò col pugno destro, ma quando Feron lo evitò, scartando lateralmente, girò su se stesso, colpendo con un calcio circolare di tallone, che il Warlord parò.
Ikki guardò più attentamente il nemico.
L'elmo era modellato per riprodurre il muso di un lupo umanoide, la mascella superiore, il naso e gli occhi formavano la protezione della fronte e della calotta cranica, mente le placche protettrice delle orecchie e delle tempie erano ornate da protuberanze triangolari metalliche, oblunghe che rappresentavano le orecchie della terribile, mostruosa belva che era il totem della Bloodmail. E tenevano raccolti i capelli arruffati, di un colore grigio scuro. Gli occhi erano di un colore ardesia, profondi e acuti, con un espressione aggrottata.
La corazza era semplice, quasi disadorna, terminava ala cintura con un'ulteriore placca, alla fibbia, simile a un piccolo scudo triangolare, per proteggere l'inguine.
I copri spalla erano triangolari, sormontati da una cupola ovale, e posti orizzontalmente sulle spalle.
Gli schinieri erano un pezzo unico, senza ginocchiere, e salivano con una protezione conica sulle cosce, più pronunciata sulle parti esterne che non in quelle interne.
I bracciali erano romboidi, con le estremità su gomiti e polsi tagliate , formando una specie di esagono irregolare. Dal Gomito, saliva poi un copri bicipite che proteggeva le parti esterne dei muscoli, salendo triangolarmente.
Sopra i copri pugni placche sporgenti, triangolari, la cui punte si fermavano prima delle nocche dei medi. Alle dita, inserite come anelli,protezioni a forma semi cilindrica, che coprivano metà del dito, seguendone i movimenti come anelli, e fuoriuscivano sull'unghia formando degli artigli metallici affilatissimi.
"Licantropo, dunque? Se non erro, la creatura del tuo totem è uno dei mostri più terribili della cultura umana."
"Vero! Ma il Werewolf, noto come Licantropo o Lupo Mannaro, è il mostro dalle fattezze lupoidi in cui un uomo maledetto si trasforma al sorgere della luna piena. La più selvaggia e terribile delle creature, perché in essa convivono l'istinto infallibile di una belva omicida, e l'intelletto e la capacità di riflessione tipica dell'uomo. Rabbia e lucidità nell'uccidere.
Nei secoli, l'umanità ha sempre temuto il suo potere..."
"Come ha temuto quello dell'altro grande mostro. Come il tuo Werewolf, anche un'altra figura appare in quasi tutte le culture mitologiche.. Il Vampiro. Nosferatu, come il Totem di Vlahad!"
"Sì, so che vi siete già incontrati,- gongolò Feron- e so che tra voi c'è un contenzioso ancora da concludere. Tuttavia, non intendo dare al Vlahad il piacere di assaggiare il tuo sangue. Ora tu sei la MIA preda, Ikki della Fenice!"
Feron si slanciò, per la prima volta all'attacco, le dita tese per colpire usando gli artigli della Bloodmail. Ikki evitò l'attacco ma lo spostamento d'aria attorno alle punte degli artigli fu sufficiente per graffiare la pelle del braccio sinistro. Feron piegò le dita ad artiglio, portando nuovamente l'attacco con le punte, muovendosi ad artiglio, così come un felino.
Ikki afferrò il polso, proiettando il nemico con una tecnica di judo.
Feron fu scagliato a due metri di distanza da Ikki, ma con un colpo di reni ruotò, atterrando sui piedi, pronto a rinnovare l'attacco. Tuttavia, per quanto la sua posizione rivelasse la tensione, simile a quella di una belva che si carica per saltare addosso alla preda, rimase fermo.
"Sei davvero abile, Ikki. La tua fama non è immeritata. Molti dicono che, ormai, tu sia il più forte tra i Saint, soprattutto grazie alla tua capacità di rigenerarti, persino di resuscitare, così come la Fenice. Tuttavia, il mio potere mi consente di ferire senza possibilità di guarire. Persino quei graffi sul tuo braccio, non si chiuderanno, a meno che io non venga sconfitto."
"Non penserai che ferite di così poco conto costituiscano un problema. Non saranno certo dei graffietti a portarmi alla morte. Ma anche se fosse ti sconfiggerò! Houho no Ken!."
Ikki levò il pugno, circondato da fiamme rosso dorate, fiamme che, danzando, modellavano la forma di un uccello.
Il pugno, velocissimo, vibrava verso il viso di Feron, e sembrava quasi impossibile che il colpo non andasse a segno. Ma il Warlord scattò in avanti, tendendo le mani, le dita aperte e tese. Gli artigli della Bloodmail penetrarono il Cloth all'altezza dello stomaco, penetrando la carne e incidendola profondamente.
Il sangue zampillava dalle crepe causate da quell'attacco improvviso. Le fiamme, che il Warlord aveva abilmente evitato, ancora splendevano attorno ai due contendenti.
Ikki tossi sangue, proveniente dalle lesioni interne causata.
"Maledizione, è stato velocissimo. Anziché difendersi, mi ha attaccato in un momento in cui non potevo difendermi. Durante il mio stesso attacco. Ma per evitare le fiamme... Le mie fiamme... Vuol dire che lui è più veloce di me?"
Feron estrasse gli artigli, balzando indietro.
Con fare quasi sornione, portò gli artigli alle labbra, leccandone il sangue che colava dalle lame affilate.
"Il tuo sangue ha un ottimo sapore. Ardente e pieno di vitalità... ora, ho impresso sul tuo corpo una ferita più che seria. L'unico modo che hai per rimarginarla è battermi. Neanche premendo i punti di pressione potrai fermare l'emorragia."
"Allora utilizzerò un altro metodo."
Concentrando le fiamme del suo colpo, Ikki le modellò a forma di aghi sottilissimi, che indirizzò sulle ferite, cauterizzandole.
"Come vedi, sono riuscito a fermare comunque l'uscita del sangue. Non corro certo pericoli per quattro graffietti insulsi."
"Usare le fiamme per contrastare gli effetti del mio colpo è stata una mossa furba, ma non sarà sufficiente, quando tutto il tuo corpo sarà pieno di ferite.
Pensi che leccare il tuo sangue sia stato un gesto di semplice sadismo, o di qualche insano piacere.
No!
Ora che il tuo sangue è in me, subirai immancabilmente le mie tecniche.
È la maledizione di Werewolf.
La maledizione che si trasmette col sangue delle vittime.
Prendi! Il mio colpo segreto!
Demon Beasts' Pack"
Feron alzò le mano artigliate all'altezza dei suoi occhi, premendo con le punte delle dita. Attorno a lui, si formavano le immagini di bestie umanoidi, ringhianti, ognuna in vario modo, tutte in corsa, balzando, correndo, saltando contro Ikki.
Il Saint della Fenice alzò le braccia per proteggersi, ma un colpo di artigli lo raggiunse ai fianchi, sfaldando le sue difese.
La Fenice veniva aggredita da quel branco di creature uscite dall'inferno, e il corpo del Saint veniva lacerato dai fendenti di Feron, così come una preda alla mercé di un predatore.
Ikki vene spinto a terra, mente la nuda roccia veniva macchiata dal suo sangue, che si allargava sula sua fredda superficie a macchia d'olio.
"E questo sarebbe il potente Ikki? È bastato un solo attacco per annientarlo."
"Non.. non esserne così sicuro."
"Ancora vivo? Eppure, con tutto il sangue che hai perso, dovresti essere stremato, prossimo all'agonia."
"Pensi sia la prima volta che vengo attaccato in maniera così potente. Tuttavia, i tuoi colpi non sono certo all'altezza di quelli da me subiti da Shaka della Vergine, o da Saga dei Gemelli, durante la guerra al Santuario. Rispetto i loro colpi, i tuoi sono misere carezze!"
"Ma tuttavia imparerai a temere questo colpo. Demon Beasts' Pack!"
Di nuovo, i colpi di Feron assunsero la forma di creature umanoidi ringhianti, che si avventarono sul Saint.
"Un colpo non può essere usato due volte con un Saint!
Houho no Ken!"
Ikki libero ancora la forza della sua tecnica più debole, le fiamme che circondavano il pugno e il braccio erano pronte a lambire le creature orribili materializzate dalla tecnica di Feron.
Ma l'impeto del Saint venne frenato. Due zampe prensili, sbucate da sotto terra, gli avevano afferrato le gambe, stringendole tra i lunghi, tozzi artigli. Un'altra creatura, dotata non di braccia artigliate ma di ali potenti, lo lambiva con artigli d'aquila. Frenato da queste nuove apparizioni, Ikki fu facile preda del branco di mostri, che gli si avventarono nuovamente contro.
"Avevi sottovalutato la mia capacità d'attacco, Ikki- disse Feron mentre il Saint, atterrato, giaceva nuovamente al suolo- Neanche il tuo God Cloth è una difesa sufficiente contro i miei attacchi."
"C'è una cosa che non capisco. Le tue apparizioni... Non sembrano licantropi. Non si comportano come uomini lupo. Alcune forme sono in tutto dissimili ai licantropi. Perché, Feron?"
"Lo hai detto tu, prima: il Licantropo è una creatura ricorrente in molte culture! Ma quello che non hai notato, è che nelle culture dove non si narra di lupi umanoidi, si possono trovare leggende di altre creature simili. Rettili, Rapaci, Tigri, Giaguari, Iene... E tantissime altre ancora. La mia tecnica include tutte le creature affini al Licantropo, il cui potere è derivato dalla stesa maledizione!"
"Capisco. Questo rende molto insidioso il tuo attacco, perché puoi variarlo in un infinità di modi. Ma ora che ne ho scoperto il segreto, so come difendermi!"
"Davvero? Ti illudi, non c'è difesa contro il mio Demon Beasts' Pack!"
Ancora una volta le creature da incubo si materializzarono attorno a Feron, scagliandosi all'attacco.
"Ikki! Questa volta ho portato il mio attacco al massimo potere possibile. Verrai assalito da un esercito di creature diaboliche, che non si daranno pace fino a quando non avranno lambito ogni grammo di carne dal tuo corpo. Sei morto!"
"Non cantare vittoria così presto. Houho no Ken!"
Come aveva fatto pochi giorni prima al Santuario, Ikki liberò il suo colpo colpendo il terreno. L'uccello di fuoco che era il simbolo del Saint esplose, tutt'intorno a lui, lambendo le immagini da incubo mentre apriva le sue ampie ali. Il fuoco di cui la Fenice era costituita disintegrava quelle creature fameliche.
Feron scattò indietro, per evitare che le fiamme raggiungessero le sue mani, tuttavia, aveva subito gli effetti di quel colpo: i bracciali erano stati crepati.
"Dalle tue parole, all'inizio dello scontro, mi è parso di capire che tu e Vlahad non siate in buoni rapporti. Strano che io riesca a fronteggiare te alla stessa maniera con cui mi sono opposto a lui."
"Cosa intendi, bastardo. Osi paragonarmi a Vlahad?!"
"No, francamente, mi sembri un po' più debole di lui. Se avessi subito i suoi colpi come ho subito i tuoi, mi avrebbe ucciso. Tu mi hai colpito due volte, ma come vedi la morte ancora non mi ghermisce con la sua gelida morsa."
"Ikki, hai osato troppo. Ora vedrai la mia vera forza. E capirai chi è il più forte!"
Il Cosmo di Feron si ampliava sempre di più, mente attorno a lui, le immagini dei mostri evocati ringhiavano. Il Warlord aveva l braccia aperte, piegate sui gomiti, i palmi delle mani rivolte in basso.
"Il suo Cosmo si sta ingigantendo sempre di più. È colmo di uno spirito aggressivo così intenso. Di una volontà omicida oscura e infernale. Non mentiva, ha senz'altro in serbo una tecnica di gran lunga più temibile. Devo stare attento!"
"Preparati, Ikki perché vana è ogni difesa, contro questo colpo.
Ed ora, che sotto i miei colpi soccomba la Fenice!
Bloody Moonlight Course!"
Feron alzò le mani , torcendo i polsi, gli artigli rivolti in alto. Il sangue schizzava dagli artigli, insieme alle forme illusorie delle creature demoniache da lui evocate. Sopra la testa di Feron, si formò la sagoma della luna, una sagoma che assunse una tinta vermiglia. Un ululato. Un ruggito.
"Questo colpo... Non vedo nessun pugno, nessun fendente diretto contro di me. Cosa, mai...Arg- il Saint si contorse dal dolore. Guardando le ferite visibili sul suo corpo, Ikki si accorse che il suo sangue era cambiato. Era diventato verdastro, e puzzava di zolfo. Il suo sangue era diventato un acido che lo corrodeva dall'interno!- Il suo colpo.. Sta manipolando il mio stesso sangue! Noooo!"
Ikki sentì il suo corpo sospeso da una forza invisibile e misteriosa. Un potere che non veniva da fuori, ma da ogni vaso sanguigno del suo corpo. Il sangue acido dentro di lui corrodeva la sua carne, facendola fumare di un acre fumo verde e giallo. L'urlo di dolore fu strappato a forza dalle labbra di quel guerriero dalla tempra invincibile.
Il corpo del Saint cadde, tra il rumore tintinnante del God Cloth, chiaro e argentino come una campana.
"Finalmente... Ho ucciso Ikki! Mi senti, Vlahad? Ho ucciso quel guerriero che ti ha dato filo da torcere. Questo decreta finalmente, tra noi, la mia superiorità!"
"Ne sei davvero sicuro, Feron?"
"Vlahad! Sei uscito da quel tuo fetido buco nelle mure occidentali, finalmente. Ora puoi constatare quanto io ti sia superiore."
"Tu, superiore? Non farmi ridere. Non vedi che sei stato battuto?"
"Cosa? Sei impazzito, Vlahad? O è la gelosia nei confronti della mia superiore potenza? Ikki giace qui, vinto dai miei colpi e dalla mia forza. Ho sconfitto un avversario che non sei nemmeno riuscito a piegare!"
"Pazzo! Lo hai colpito, ma lui, pur agonizzante, ha colpito te. Guarda!"
Feron abbassò lo sguardo sula sua corazza. Al centro del petto, un buco mostrava, chiaramente, che era stato trafitto da un colpo. Il sangue usciva, abbondante, ricoprendo la superficie lucida della Bloodmail, fino agli schinieri. Il torace, poi, non pulsava. Il cuore aveva cessato di battere.
"Non è possibile... Mi ha ucciso senza che io neanche me ne accorgessi. E sono ancora cosciente solo perché non me ne ero accorto?!"
"Esatto. Questo dimostra quanto tu sia patetico. Ora, permettimi di dari il colpo di grazia. Bloodsucking Mist!"
Feron urlò, mentre la nebbia rossastra lo circondava risucchiando il suo sangue, aspirandolo attraverso la ferita.
"Cosa? Dov'è Vlahad? Cosa è successo."
"Allora,- rispose Ikki, mentre, faticosamente, si metteva in ginocchio, per rialzarsi- piaciuta la visione del tuo incubo peggiore?"
"Un'illusione? Era così reale. Persino la sofferenza che ho provato quando Vlahad mi ha attaccato era intensa, autentica."
"Quello è l'effetto del mio colpo segreto, Houho Genmaken!"
"Il tuo colpo segreto? E quando lo avresti scagliato?"
"Pensaci! La risposta nell'illusione che hai appena vissuto!" rispose Ikki rialzandosi.
Feron aggrottò la fronte, ripensando all'incubo appena vissuto.
"Nell'illusione io ero stato trafitto da un colpo lanciato da te mentre subivi il Bloody Moonlight Couse. Ma certo!- nella sua mente, Feron rivide tutti i fotogrammi relativi al suo ultimo attacco- Pochi secondi prima di essere travolto, con un movimento rapidissimo, hai mosso il braccio destro, tendendo l'indice verso di me!"
"Quello era il mio Genmaken! Il colpo che materializza le paure dell'avversario. E la tua paura è che Vlahad, per quanto tu ti sforzi, risulti esserti superiore."
"Menti! Non può essere così, perché io sono superiore a Vlahad!"
"Ne sei davvero sicuro? Sei forte, certo ma mi sembra che tu rapporti a Vlahad come un termine di paragone da superare, non come a un rivale. Questo vuol dire che persino tu, nel silenzio della tua mente, riconosci in Vlahad un guerriero a te superiore!"
Feron ripensò al periodo dell'addestramento. A Vlahad che otteneva la Bloodmail prima di lui, che lo ignorava quando lo sfidava, che progrediva velocemente. Persino quando divennero entrambi Warlord, in Vlahad c'era un atteggiamento di sufficienza nei suoi confronti, e la totale indifferenza verso le sue provocazioni. Perché si sentiva superiore a lui, a Feron...
"Ikki, intendi forse dire che ho speso la mia vita per dimostrare, inutilmente, la mia superiorità su Vlahad? Vuoi darmi a intendere che tutte le ferite che ti ho inferto non siano un segno della mia forza?"
"Sei forte, certamente, Feron. Fortissimo! Ma Vlahad, con solo due attacchi, era riuscito a rendermi esausto. Tu, invece, mi hai ferito, ma non mi hai piegato in nessun modo. Non mi hai messo in difficoltà come ha fatto lui. Se ti è cara al vita, arrenditi, e dimmi dove si trova. Voglio anche io constatare chi sia il più forte."
"Chi sia il più forte? Ovviamente, Ikki, sono IO! Demon Beasts Pack!"
Nuovamente, Feron generò la schiera di belve umanoidi, che attaccavano Ikki da ogni parte.
"Credi ancora di poter fare qualcosa con questa tecnica? Troppe volte l'hai eseguita davanti a me. Guarda!"
Senza usare alcun colpo segreto, Ikki fece bruciare il suo cosmo fiammeggiante. La Fenice, sorgendo dal fuoco, si librò contro il branco di creature infernali. In picchiata, trafisse con gli artigli le creature volanti, mentre poi, col becco e con le ali di fuoco, feriva mortalmente le altre creature.
Ikki, infine, aveva afferrato il braccio sinistro di Feron, levato ad artiglio, torcendogli il polso e spingendolo alla propria sinistra, bloccando, di fatto, ogni sua possibilità di continuare l'attacco.
"Com'è possibile? Per ben due volte hai dovuto soccombere a questa tecnica, come puoi, ora, averne ragione?"
"Prima avevi avuto l'accortezza di usarla variando forza e velocità. Ma non sono certo il tipo da cadere nuovamente nello stesso trucco. In più, ora, hai subito il mio Genmaken, e il tuo sistema nervoso è a pezzi! E questo pone fine ad ogni tua possibilità di attaccare!"
"Cosa intendi?"
"La tua tecnica più temibile, il Bloody Moonlight Course, consiste nell'introdurre la tua energia nel mio sangue, per modificarlo e renderlo nocivo al mio organismo. Ma per farlo, hai bisogno di un catalizzatore: il mio sangue, raccolto nei tuoi artigli. Ma l'attacco di prima ha fatto evaporare il sangue che già avevi nei tuoi artigli. Ora, senza il mio sangue, non ti è possibile eseguire nuovamente quella tecnica."
"Maledizione! È vero... Ma non sono ancora perduto.
Ikki, ora ti mostrerò la forza che mi deriva dal mio totem!"
Feron affondò le dita sul suo stomaco, lambendo con gli artigli il suo stesso sangue.
"Ikki, preparati ad affrontare la mia furia omicida! Bloody Moonlight Course!"
Feron eseguì il suo colpo, mentre l'immagine del Licantropo ululante, generata dal suo stesso Cosmo, si sovrapponeva a lui.
"Sta usando la sua tecnica su se stesso... Per dopparsi. Su di lui non ha un effetto nocivo, ma lo potenzia, trasformandolo in una macchina di morte."
In risposta, l'immagine di Feron, fusa alla sagoma del Licantropo, balzò in avanti. Non c'era strategia, ne arte marziale in quell'attacco. Non c'era respiro o affanno. Solo furia animale e un sordo ruggito rabbioso.
La furia di un mostro incarnato in un uomo!
Ikki evitò due attacchi, spostandosi lateralmente, ma il terzo attacco raggiunse l'ala destra del Cloth, incidendolo in profondità, tagliando il metallo più resistente del mondo.
"Maledizione, la sua velocità e la sua forza aumentano a dismisura. Gli effetti del Genmaken sono stati annullati. Se mi raggiunge, sono spacciato.."
Di quel mentre, un artiglio deforme si slanciava verso la gola del giovane, pronta a incidere, profondamente, la carne attorno alla giugulare. Gli artigli penetrarono a fondo descrivendo un ampio arco, tagliando la carne, passando da un orecchio all'altro, incidendo profondamente.
Il sangue schizzò.
"Ikki, fratello!"
Shun si era bloccato, mentre alla mente gli si era presentata l'immagine orribile, di suo fratello, orrendamente sgozzato.
"No, non posso credere che mio fratello sia stato sconfitto, lui che possiede la tempra più forte tra i Saint... Fratello, sento che ti trovi in difficoltà, ma so di potermi fidare di te. Ricorda, abbiamo fatto una promessa: ritrovarci alle porte della Fortezza! A presto fratello."
Ikki si era salvato per un pelo.
Gli artigli lo avevano raggiunto, incidendo profondamente, ma era riuscito a scattare indietro, in modo che l'incisione, anziché aprirgli la gola, gli avesse procurato una ferita sotto al mento.
"C'è mancato poco. Fossi stato due secondi più lento, e ora sarei soffocato nel mio sangue."
"Ma presto questo si realizzerà, Ikki- disse la voce di Feron deformata tra i ringhi della creatura bestiale con col cui spirito si era fuso- più passa il tempo, più la mia tecnica mi fortifica aumentando le mie capacità in maniera esponenziale. Presto, molto presto, non sarai capace di sfuggirmi."
"Pazzo! Una simile alterazione del tuo corpo non può non avere conseguenze. Il tuo corpo cederà. Fermati, finché sei in tempo e accetta i tuoi limiti"
"Forse è il terrore a farti parlare così? Ikki, anche se dovessi morire, lo accetterò, pur di ucciderti, pur di aver dimostrato la mia forza, la mia superiorità! Io non sarò secondo a nessuno! Arg!"
Feron si slanciò nel suo folle, inconsulto, bestiale attacco.
"Feron, sei talmente schiavo delle tue ossessioni da lasciarti consumare in questa maniera.
Quale follia.
Ma non ne cadrò vittima.
Preparati a ricevere il colpo più potente di Ikki di Phoenix!
Il colpo in grado di infrangere il firmamento!
Hoyoku Tensho!"
Ikki levò nuovamente il braccio, stavolta tenendo il palmo aperto, le dita, tese e divaricate. La Fenice si materializzò dietro di lui, battendo le sue grandi ali mentre il becco, aperto, emetteva un fiero grido rapace.
Il battito d'ali generò una corrente che trascinava le fiamme di plasma, generando un terribile flusso di fuoco, dalla temperatura infernale.
Le fiamme lambivano ogni cosa, consumando, al loro passaggio, persino le stelle.
Così, anche il corpo di Feron deformato e fuso con l'immagine del Licantropo, si scontrò contro quel flusso fiammeggiante.
Dapprima, sembrava che il corpo massiccio del mostro in cui il Bersesker si era incarnato riuscisse a lambire e dividere le fiamme, facendole scorrere attorno a lui.
Ma ben presto la corrente fiammeggiante lo respinse lambendolo e consumandolo.
L'immagine mostruosa si disintegrò, lasciando Feron in balia del colpo di Ikki.
Privato di difese, il Warlord veniva scagliato in alto e indietro, mentre le fiamme della Fenice consumavano la sua corazza, colpendo inesorabilmente.
Feron cadde.
"Sei stato un buon avversario, Feron. Per quanto folle, la tua determinazione è ammirevole. Se solo l'avessi indirizzata a scopi migliori, quali risultati avresti ottenuto..."
"Ikki!" la voce di Feron, ormai più simile a un sussurro, bloccò il Saint mentre, voltandosi, stava riprendendo il cammino.
"Feron! Riesci ancora parlare?"
"Ikki, stai andando... Stai andando a cercare Vlahad, non è vero?"
"Sì! Il duello che abbiamo incominciato al Santuario chiede una degna conclusione. Uno di noi dovrà soccombere. In questo, io e te siamo simili: vogliamo verificare la nostra forza rispetto a quella del nostro avversario!"
"Stai attento! Io posso incarnare un mostro, ma lui... lui è un vero mostro.
Non azzardarti a perdere con lui, non dopo aver sconfitto me. Realizza ciò che non mi è mai riuscito
Ti prego..."
Feron emise un sospiro.
La vita, con un soffio, lo abbandonava.
"Vlahad, un mostro? Anche se fosse, non mi tirerò indietro. Lo affronterò, Feron. Riposa in pace, ora sta a me, sconfiggerlo"
Ikki si volto, proseguendo verso le mura occidentali, alla ricerca del suo nemico.
Non si accorse che, attorno al cadavere di Feron, si levava una lieve nebbiolina scarlatta.
Il sangue del Warlord sconfitto veniva privato al cadavere.
La nebbia di sangue si spostò, seguendo passo passo il cammino del Saint.
Cario si voltò.
"Il Cosmo di Feron è scomparso. Proprio lui, uno dei più forti tra noi, è caduto sotto i colpi dei di un Saint."
"Non un Saint qualunque, Cario. Il Cosmo che hai sentito esplodere in maniera così intensa è quello del Saint di Phoenix, Ikki!"
"Hyoga? Sei riuscito ad uscire allo stato di coma generato dal mio Desert Guardian!?"
"Non è certo la prima illusione che subisco. So stesso Ikki ne causò una che mi sconvolse, ma contro di me, le illusioni sono inutili!"
"Inutili?"
"La tecnica del gelo porta ad assumere un atteggiamento distaccato. Posso subire le tue illusioni, e persino sentire il dolore di ferite immaginarie, ma la mia mente può richiudersi in un guscio psichico, impedendo alla mia mente di collassare. L'ho scoperto quando ho subito per la prima volta gli effetti di un colpo illusorio, proprio dallo stesso Ikki. Per questo la mia mente è allenata in modo da reagire spontaneamente a simili tecniche."
"Interessante. Ma anche se sei immune agli effetti delle mie illusioni, questo non vuol dire che tu sia al sicuro, Hyoga.
Ho una piccola sorpresa in serbo per te.
Hai già capito che il mio Desert Punk ha la capacità di scindere le stringhe della realtà.
Certo, una persona con i nostri poteri può, in parte, difendersi da un simile attacco, ma esso nasconde un'insidia. Infatti, se una persona ha subito un colpo illusorio, come il mio Desert Guardian, il Desert Punk può interagire con la visione di se stesso che il mio avversario ha avuto trasformandola in realtà.
Quindi, quale che sia la sorte terribile che hai visto nella tua mente, essa è destinata a realizzarsi.
Addio, Hyoga!
Desert Punk!"
Il flusso di energia di Cario deformava l'ambiente circostante. Per quanto non fosse un colpo dagli effetti vistosi, era perfettamente visibile, poiché l'ambiente attorno al Warlord, e nello spazio tra lui e Hyoga, incominciava a tremolare, mente le forme divenivano sempre più indistinte.
Hyoga saltò di lato, sfuggendo al cono di emissione di quella energia sconvolgente.
Sapeva che la minaccia profetizzata da Cario non era un bluff. Aveva avuto una visione di se stesso mummificato, e tale visione poteva realizzarsi se Cario avesse potuto manipolare le stringhe della realtà su di lui.
Cario attaccò altre tre volte, e Hyoga dovette ricorrere ai suoi riflessi per sfuggire a quegli implacabili attacchi.
"Così non va. Continuando a fuggire, non farò altro che stancarmi, e prima o poi sarò troppo lento per reagire. Devo trovare un modo efficace per contrastare gli effetti del Desert Punk, altrimenti non ho speranze di vincere questo scontro."
"Sei già stanco, Hyoga?
Tanto meglio per me.
Desert Punk!"
Stavolta Cario lanciò il suo colpo usando entrambe le mani. L'emissione di energia fu maggiore ricoprendo uno spazio più ampio.
Hyoga scattò, ma stavolta non riuscì a evitare il colpo. Raggiunto dalla mistica energia emessa dal Desert Punk, l'immagine di Hyoga tremolò, divenendo evanescente.
"Ho vinto. Morte certa è il destino per chi, dopo aver subito il Desert Guardian, viene raggiunto dal Desert Punk. Addio, Hyoga del Cigno!"
"Non mi accomiaterei così velocemente, Cario. Il nostro scontro è tutt'altro che concluso!"
Di fronte al Warlod, la sagoma di Hyoga riapparve, immutata distinta e reale.
Il corpo non aveva riportato ulteriori ferite, così come il Cloth non aveva subito danni. Solo, attorno a lui, aleggiava un lieve strato di vapore acqueo.
"Impossibile! Nessuno, una volta travolto dal mio colpo, può uscirne indenne."
"Realizzare l'impossibile è la specialità di noi Saint. Quante volte siamo stati posti di fronte ad ostacoli che venivano presentati come insormontabili, riuscendo tuttavia a superarli miracolosamente.
Stavolta, ammetto di aver avuto molta fortuna. Ho tentato un azzardo, e mi è andata bene, ora posso contrastare efficacemente gli effetti del tuo colpo senza risentirne minimamente!"
"Non è possibile! Deve essersi trattato di un caso, di una mera coincidenza. Non posso credere che tu abbia trovato un punto debole nel mio colpo."
"Se davvero non lo credi, allora, colpisci! Non cercherò né di parare, né di evitare i tuoi attacchi."
"Smaschererò subito il tuo imbroglio. Desert Punk!"
Hyoga incassò il colpo senza battere ciglio. Solo, dal suo corpo si levava ancora una leggera nuvola di vapore.
"Non è possibile. Che trucco hai usato, maledetto?"
"Nessun trucco. Ho solo scoperto come contrastarne gli effetti, tutto qui. Per te è finita!"
"No, non posso accettarlo... Qualsiasi difesa tu abbia attuato la annienterò!
Desert Punk!
Desert Punk!"
Quasi istericamente, Cario iniziò a lanciare i propri colpi sull'avversario, ma questi sembravano infrangersi su Hyoga senza che questi subisse il benché minimo effetto.
Implacabile, il Saint iniziò ad avanzare, fermando i propri passi solo per subire i colpi del nemico.
"Non è possibile! Come hai potuto annullare gli effetti del Desert Punk?
Lo ritenevo impossibile eppure... Su di te questo colpo non ha più effetto!
Come, come ci sei riuscito, Hyoga?"
"Vuoi proprio saperlo?"
"Sì..."
"Quando il tuo colpo è andato a segno per la seconda volta, avevo capito che, per influire sulle stringhe della realtà, tu manipolavi la materia.
Quindi, per impedirti di influenzare il mio corpo, dovevo alterare la materia in maniera simultanea, in modo che le due influenze su di me si annullassero a vicenda."
"Geniale, ma ancora non capisco come hai potuto ottenere un tale risultato."
"In realtà, Cario, è stato semplice... Ho a capacità di congelare, e anziché rivolgerla contro il mio avversario, l'ho usata sul mio stesso corpo. Alterando le molecole congelandole nello stesso istante in cui tu cercavi di influirvi, le nostre azioni si annullavano.
Inoltre, dosando attentamente il gelo in modo da variare il livello del congelamento nelle diverse parti del corpo, ho reso impossibile al tuo Desert Punk trovare un modo di adattarsi alla mia strategia difensiva."
Detto ciò, Hyoga afferrò il polso destro di Cario, torcendolo.
In pochi attimi la presa del Saint fece il suo effetto, congelando il bracciale, che si frantumo in mille pezzi.
"Maledetto!
Tuttavia, il tuo gelo ancora non può ancora sconfiggermi, non puoi certo afferrare ogni singola parte del mio corpo per congelarla. In altro modo non puoi pretendere che la tua tecnica funzioni."
"Cario! Tra i Saint, io sono diventato il più potente, nell'uso delle tecniche del gelo. Preparati ad affrontare il pieno potere della mia tecnica!"
Attorno a Hyoga incominciarono a danzare cristalli di ghiaccio, mentre l'aria si raffreddava ulteriormente.
"Cosa? La temperatura si è abbassata ancora?
E inoltre... Le rocce si sono congelate!!!
Cosa vuol dire tutto ciò?"
"Semplicemente Cario, che sto portando al massimo il mio potere!
Prima ho combattuto con una temperatura molto vicina al Gelo Assoluto, la minima temperatura raggiungibile, ma senza arrivare al massimo del mio potere. Ora, scatenerò tutta la mia potenza raggiungendo il massimo livello dell'aria congelante! Diamond Dust!"
Il pugno di Hyoga si tese su Cario, mentre i cristalli di ghiaccio, quasi danzando, vorticarono ala velocità della luce attorno al Warlord.
"Impossibile! Questa tecnica, che prima non ha avuto alcun effetto, ora sta penetrando le mie difese. La Bloodmail...Si sta cristallizzando!"
"Il Gelo Assoluto è la temperatura a cui ogni materia si congela, compresa quella di cui è costituita la tua corazza."
"Però, Hyoga, anche così non riuscirai a sconfiggermi. Anche se cristallizzata, la Bloodmail rimane comunque una difesa eccezionale."
"Vero! Però, ora che è congelata, è diventata più fragile, e le sue capacità difensive sono ridotte almeno del trenta per cento. Preparati,- continuò portando le braccia sopra la testa e unendo i pugni- scatenerò su di te il massimo colpo del gelo, la tecnica tramandatami dal mio Maestro!
Aurora Execution!"
"Folle, attaccando così ti scopri al mio attacco.
Prendi!
Desert Punk!"
Le due energie, generate dai contendenti, rimasero sospese a mezz'aria, mentre l'una cercava di prevalere sull'altra.
Improvvisamente, fu l'energia di Cario a cedere, quasi la sua spinta fosse venuta meno.
"Cosa succede! Il suo colpo sta prevalendo sul mio! Ma è assurdo!!! Dovrei poter dissipare gli effetti della sua tecnica col mio potere, per poi colpirlo.
Come può arrestarmi, o anche solo rallentarmi?"
"Non capisci, Cario?
Il tuo colpo, per raggiungermi, deve scorrere lungo la materia che compone lo spazio che ci separa. Pur non facendolo in maniera incisiva, gli effetti della tua tecnica agiscono anche su questa materia.
Tuttavia, l'energia del mio Aurora Execution, rimasta a mezz'aria, ha congelato anche la materia circostante, modificandola. Così come ha protetto il mio corpo, ora agisce anche sugli altri atomi su cui il tuo potere influiva.
Per questo il tuo colpo ha perso, piano piano, forza e incisività.
E ora, preparati alla fine. Aurora Execution!"
Dando nuova forza al suo colpo, Hyoga aumentò la pressione, da esso esercitata, prevalendo sulla forza che il Warlord ancora esercitava.
Disarmato, il Warlord venne travolto dalle gelide energie evocate da Hyoga.
La Bloodmail, già intaccata al tocco congelante del Saint, esplose con il fragore di un tuono, mentre il corpo dell'uomo, investito dall'energia, congelava, raggiungendo subito uno stato mortale di ipotermia.
"Ma..Maledizione, non avrei mai pensato di cadere così...
Hyoga, il tuo potere è enorme, ma non cantare vittoria.
Tra noi Warlord ce n'è uno capace, come te, di usare le tecniche congelanti...
E anche lui, come te, raggiunge il gelo in grado di cristallizzare anche le Bloodmail."
"Cosa? Un altro individuo in grado di raggiungere lo Zero Assoluto!"
"Sì! E lo scontro tra voi decreterà chi di voi ne sia un effettivo maestro.
Non ho dubbi sulla tua disfatta, Hyoga... Lui è semplicemente troppo potente per te.
Io... muoio, dannato. Ma mi consola il pensiero che presto mi raggiungerai...
Ah ah ah ah!"
Con una risata isterica, si spense la vita di Cario.
Ma Hyoga aveva poco da gioire per la vittoria.
"Un altro individuo capace di manipolare le energie gelide...
Devo assolutamente stanarlo! Sono l'unico, probabilmente, a poterlo affrontare, se davvero possiede il Gelo Assoluto!"
Deciso, il biondo Saint si voltò, riprendendo il proprio cammino.