La sfida delle Sei Incarnazioni
Komyo avanzava, rapido e deciso, tra le fila dei nemici.
Teneva gli occhi chiusi, per meglio concentrare le proprie forze interiori, e il suo Cosmo sembrava espandersi sempre di più.
Ogni nemico cadeva, ma Komyo non si stupiva: erano semplici Bersesker e lui, per quanto giovane, era un Gold Saint, decisamente superiore ad avversari di così bassa risma.
Quello che lo preoccupava era il Cosmo potente e insidioso, che percepiva nelle vicinanze. Non era un Cosmo ostile, anzi. Sembrava quasi che lo stesse chiamando.
Poco distante, il Saint della Vergine trovò la fonte dello strano Cosmo che lo inquietava.
Un giovane uomo, era seduto su una pietra intagliata, in una posizione che Komyo conosceva benissimo: la posizione del Loto.
Che fosse un seguace di Ares, era senza dubbio: vestiva un Bloodmail. Che si trattasse di un Warlord, lo dimostrava la corazza, che ricopriva l'intero corpo, ma per Komyo, che teneva gli occhi chiusi, era rivelatoria l'ampiezza del suo Cosmo.
Tuttavia, non era un'energia aggressiva. In qualche modo, Komyo la percepiva come affine.
"Benvenuto, Komyo della Vergine, fratello..."
"Fratello? Ti sbagli, chiunque tu sia... Io sono figlio unico, i miei genitori erano persone povere. Anche se fossero sopravvissute all'ultimo monsone, non avrebbero mai potuto permettersi di avere altri figli."
"Certo io e te non siamo fratelli di sangue, così come non lo eravamo io e Shaka, tuo predecessore. Ma c'è un legame che ci accomuna, un legame spirituale. Non lo percepisci, dal Cosmo?"
Il Cosmo del Warlord si espanse. Komyo ne percepiva l'immensa forza. Ma tuttavia, non si sentiva turbato o spaventato: l'unica sensazione era di familiarità...
"Chi diavolo sei tu? Perché questa sensazione, come se ti dovessi conoscere da sempre?"
"Il mio nome è Rama, di Asura. Appartengo all'alite delle Sei Incarnazioni, i guerrieri più vicini a Dio."
"Più vicini.. a Dio?"
"Conosci questa frase, questo epiteto, vero? Da sempre, tra i Saint, quello della costellazione della Vergine viene nominato come l'uomo più vicino a Dio... Ma nel mondo nascosto a cui noi apparteniamo, non è certo l'unico. Conosci la storia del tuo Cloth?"
Komyo negò, scuotendo la testa: non aveva avuto tempo per consultare i numerosi volumi del Santuario.
"Bene, allora, seguimi- Rama sciolse la posizione del loto, incamminandosi- Andiamo in un luogo più appropriato per la mia lezione di storia!"
Komyo lo seguì, quasi docilmente. Si accorse quasi subito che la loro meta era un'enorme stalagmite che si levava di fronte a loro, e che riusciva a percepire mediante i sensi potenziati dalla meditazione. Dai suoni che arrivavano alle sue orecchie, Komyo percepì il rumore di folate d'aria che percorrevano gallerie piccole e strette, deducendo che la stalagmite fosse cava.
Infatti, i due raggiunsero l'immane roccia, su cui vi era un'apertura intagliata alla maniera asiatica.
I due entrarono, e con la semplice emanazione del Cosmo, Rama accese un numero sterminato di candele, tutte riposte in innumerevoli nicchie sulle pareti.
"Siediti, Saint della Vergine- disse Rama cortesemente- Inizierò a farti una lezione sulla tua, anzi, la nostra, storia."
Entrambi si sedettero nella posizione del loto.
Rama si guardava intorno. Alle pareti, affreschi raffiguranti scene della tradizione induista e buddhista, illuminati fiocamente, davano una sensazione di quiete.
Se Komyo lo avesse potuto vedere anziché percepire solamente, avrebbe visto un giovane dalla carnagione olivastra, dalla mascella larga e squadrata, le labbra sottili sotto un naso affilato, leggermente arcuato e un po' lungo. Gli occhi scuri erano calmi, placidi, ma decisi, adamantini. Corti capelli neri, leggermente arricciati, ricadevano sulla nuca. Sulla fronte, una serie di segni bianchi che lo identificavano come un bramino.
La corazza che indossava era straordinariamente in contrasto con l'aspetto tranquillo del guerriero.
Era decisamente una corazza da guerriero, con ampi copri spalle che svettavano orizzontalmente, i bracciali che terminavano sul gomito con una cuspide triangolare che si distanziava dal braccio, mentre da sotto, sul bicipite, si collegava una protezione finemente intarsiata, coperta da una placca metallica rappresentante una mano oblunga, artigliata. Anche la corazza sul petto era decorata con intarsi e cesellature, che le davano un aspetto antico, quasi di reliquia. Un'armatura rituale.
Anche gli scrinieri, come i bracciali erano finemente cesellati e decorati, sulla punta gli alluci erano separati dalle altre dita, che venivano contornate, ma non separate, dalla protezione del piede. Sulle punte dei piedi si allungavano delle placche, simili a unghie oblunghe e affilate come artigli.
Ma la cosa più inquietante dell'intera armatura era l'elmo. Sopra la fronte di Rama, appariva l'immagine di un viso quasi umano, se non fosse che la bocca, smisurata, era aperta e le labbra arricciate mostravano una lunga fila di denti arcuati, simili a quelli di un coccodrillo. La bocca spalancata contornava il viso di Rama. Sopra i capelli, sulla testa, l'elmo assumeva la forma di un tipico elmo conico indiano, intarsiato e decorato come il resto della corazza.
Era la Bloodmail che rappresentava gli Asura, i demoni guerrieri primordiali della mitologia indiana.
"Bene, Komyo, ora ti rivelerò alcune cose che sono alla base della storia dei Saint e dei Bersesker, ma anche dei Mariner....
Come saprai, i Saint sono stati fondati dalla dea Athena per fermare l'avanzata di suo zio, il dio Poseidone, che al tempo voleva impadronirsi dell'Attica, la regione dove Athena, sulla terra soggiornava. Poseidone aveva preparato un enorme esercito nel suo regno, che all'epoca non era sommerso, e Athena, vistosi negato l'aiuto e l'intervento di Zeus per sedare il signore dei Mari, richiamò a sé i più valorosi giovani da tutto il mondo. Molti di loro sono passati alla leggenda e al mito. Tra di essi c'era un giovane che il Saint della Bilancia, dotato di una forma raffinata di preveggenza, era andato a prendere oltre i limiti del mondo conosciuto... Oltre il Mediterraneo, oltre il Nilo, il Tigri e l'Eufrate, sulle rive del Gange, in una terra lontana che oggi è l'India.
Quel ragazzo, che il veggente aveva visto nelle sue visioni, si chiamava Visnu. Era il guerriero più potente dell'Asia, e viveva sotto la corte di suo fratello, l'imperatore Brhama. Visnu era il più giovane di tre fratelli, il terzo fratello, Shiva, era il capo dell'esercito di Brhama, e non conobbe mai la sconfitta in battaglia. I tre fratelli già a quel tempo avevano dato vita a un regno prospero e felice. Il Regno di Giada, così come fu tramandato dalle leggende. Non a caso, le genti dell'India divinizzarono questi tre fratelli in quella che è conosciuta come la Trimuti, le tre divinità più importanti dell'induismo.
Visnu era a capo di una forza dell'esercito il cui scopo era mantenere la pace all'interno del regno, mentre Shiva conquistava e distruggeva i regni confinanti, che poi Brhama riportava a nuovo splendore con il suo regno illuminato, il terzo fratello i dedicava a mantenere l'ordine, a proteggere i cittadini.
Il Saint della Bilancia raggiunse quel regno lontano, e andò a parlare col giovane Visnu. Molti guerrieri gli sbarrarono il passo, ma furono travolti, solo Visnu riuscì a resistergli. Ma il Saint non era venuto per combattere. Chiese udienza al giovane che lo ascoltò.
Nessuno sa cosa si dissero, ma Visnu decise di lasciare la sua casa, la sua terra, i suoi cari, per divenire discepolo di quel Saint, e vestire, primo fra tutti, il Gold Cloth della Vergine.
Anche Brhama e Shiva possedevano un'energia interiore incredibile, ma Visnu aveva una potenzialità in più.
Come Saint della Vergine, compì imprese sovrumane, e fu il primo uomo a venire paragonato agli Dei stessi.
Terminate le battaglie, tornava alla sua terra natia, che proteggeva sempre e comunque.
Passarono gli anni. Passarono i secoli.
L'erede di Visnu aveva avuto dieci figli, tutti dotati di un Cosmo impressionante, il potere del loro antenato riportato alla luce dalle generazioni successive.
Ma ogni figlio intraprese strade diverse.
Siddharta, che in seguito raggiunse l'illuminazione, venendo ricordato come Buddha, seguì le orme del suo antenato, divenendo il nuovo Saint della Vergine. Da allora il suo spirito si è indissolubilmente legato ai suoi successori, che divengono uomini illuminati a loro volta.
Krishna, invece, si pose al servizio di Poseidone, vestendo lo Scale di Crisaore, il cui originario proprietario fu sconfitto da Visnu stesso.
Altri sette guerrieri si misero al servizio di Ares, tra i quali i gemelli Rama e Parasurama, che furono i primi a vestire, a turno, la corazza che ora indosso io.
Ogni discendente di Visnu si dimostrò valente e potente come il loro antenato, tanto che si diceva che ne fossero, tutti, le sue incarnazioni.
Sei Bloodmail sono appartenute ai discendenti di Visnu, e i Warlord che hanno il privilegio di indossarli, così come il Saint della Vergine con il Buddha, entrano in contatto con gli spiriti dei primi proprietari dell'armatura.
Noi siamo le Sei Incarnazioni, i Warlord più vicini a Dio. Solo il Warmaster possiede un potere superiore al nostro."
"Storia interessante, la tua, ma non capisco come mi riguardi."
"Komyo, tu sei destinato a diventare un'incarnazione di Visnu, come me, e il mio compito è di farti un'offerta: abiurare Athena e unirti alle nostre schiere.
Nessuno di voi Saint è in grado di sconfiggere il Warmaster, neanche se lo attaccaste tutti insieme: è tropo potente. Ma chi indossa il Cloth della Vergine è destinato a raggiungere un potere superiore a quello umano. È un peccato che tu, una futura incarnazione di Visnu, debba morire inutilmente!"
"E tu credi che io possa essere interessato a una tale proposta? Pensi che potrei tradire i compagni con cui ho condiviso l'addestramento?"
"Speravo che tu fossi ragionevole, sarebbe stato un mio trionfo personale convincerti. Ma se davvero vuoi rifiutare la generosa offerta del mio signore Ares, allora è mio compito eliminarti, così come i miei pari, i miei fratelli spirituali, annienteranno i Gold Saint!"
Rama espanse il suo Cosmo, spostando telecineticamente se stesso e Komyo fuori dalla grotta.
"Komyo, pagherai il tuo rifiuto con la vita. Addio"
Rama aprì la mano dando al suo Cosmo la forma di una sfera formata di correnti che vorticavano tra loro. La sfera raggiunse il diametro di sessanta centimetri, quando Rama la scagliò sull'avversario.
"Pensi che ti permetterò di ammazzarmi senza reagire? Kahn!"
Komyo, inspirando, generò la barriera difensiva che era propria ai guerrieri del suo segno.
"Questa barriera è formata con le fiamme dell'uccello Garuda. Nessuna potenza può infrangerla."
"Pensi di poterti nascondere lì dentro in eterno? D'accordo, non mi resta che aspettare che i miei fratelli eliminino i Gold Saint, dopodiché li chiamerò qui per attaccare insieme. Pensi che il tuo Kahn posa resistere al potere combinato delle Sei Incarnazioni?"
"No, molto probabilmente il Kahn soccomberebbe. Ma sei troppo fiducioso: credi davvero che i miei compagni sin facili prede? Coloro che ci hanno addestrati ci hanno definito la generazione di Gold Saint più talentuosa dai tempi del mito... Saremmo anche inesperti, ma non difettiamo certo di potenza e capacità?"
"Parole e speranze vane. I Gold Saint verranno sterminati, e di loro non rimarrà che il ricordo."
"Allora, mi costringi a dimostrarti quanto sei in errore, battendoti. Ohom!"
La sfera protettiva esplose trasformandosi in un'ondata di energia incandescente.
Rama viene colpito, ma non travolto.
"Komyo pensi che un attacco così banale possa qualcosa contro di me?"
"Certo che no, ma mi ha preparato la strada per annientarti con questa tecnica. Rikudo Rinne!"
Lo spazio si distorse.
Attorno ai due guerrieri si aprivano distorsioni spazio temporali, dalle quali affioravano iMmagini confuse.
"La mia tecnica apre le porte di sei mondi. Verrai intrappolato in quello che è più congeniale alla tua natura più intima. La porta si aprirà, risucchiandoti. Ecco, si sta aprendo. La porta del Mondo degli Asura, dove la battaglia infuria perenne!"
Lo scenario che si apriva attorno ai due contendenti era un ambiente selvaggio, di creature bestiali, che combattono dilaniandosi con zanne e artigli.
Ma Rama non sembrava né scioccato né preoccupato.
"Inutile tentativo. Immagino che dovrei venire scagliato in mezzo a questi mostri e divenirne preda... Ma tuttavia, hai dimenticato qual è il simbolo della mia corazza? È l'Asura stesso. Subisci tu l'ira di questa razza selvaggia di demoni!"
Rama alzò la mano. Tutti i mostri smisero di massacrarsi, guardando il Warlord. Gli occhi maligni delle creature guardavano attente. Rama indicò loro Komyo. Gli occhi dei mostri si spalancarono mentre, come un'unica creatura, si avventarono contro il Gold Saint.
Komyo fu travolto dalla furia di quei demoni. Il suo sangue tinse il pavimento.
Il Rikudo Rinne era stato infranto!
"I-incredibile..."
"Vuoi sapere perché sono riuscito a rivoltarti contro ed infrangere il Rikudo Rinne? È semplice. Come Gold Saint ha raggiunto la consapevolezza del Settimo Senso, ma non hai ancora risvegliato l'Ottavo Senso, indispensabile per utilizzare il pieno potere delle tue tecniche, vero?"
"Dici che la padronanza del Settimo Senso non basta per batterti? Vedremo. Akuryo Taisan! Tenku Haja Chimi Moryo!"
Komyo, come poco tempo prima in India, evocò una serie di spettri, che si avventarono su Rama.
"Pensi di intimorirmi con questi mostriciattoli- Rama rimaneva eretto, impassibile mentre gli spettri gli si infrangevano contro- Mostriciattoli, sparite!"
Alzò il braccio destro, dirigendo la mano a sinistra, e, con uno scatto, la fece saettare verso destra. Anche questa tecnica era stata infranta!
"Se è tutta qui la tua forza, ripensa alla mia offerta: unirti a noi è l'unica possibilità di salvarti dal mio prossimo attacco!"
"Taci- Komyo portò le mani davanti al petto, tenendole vicine quasi volesse giungerle. Il suo Cosmo si concentrava tra i palmi delle mani, fino a formare una stella dorata, luminosissima- Tenma Koukufu!"
Attorno al Saint si materializzò l'immagine di una donna ammantata, a cavallo, che recava in mano una lunga falce, con la quale sterminava orde demoniache. La donna aveva gli occhi chiusi, e un'espressione triste, quasi sofferente.
"Questo colpo è un po' più potente degli altri... Ma non è ancora abbastanza! Monsonic Devastation!
Rama unì le mani, le punte delle dita rivolte verso il basso, poi le separò, allargando le braccia.
Il movimento forgiò un cilindro di aria compressa, che ruotava in vortici di energia crepitante, impalpabile ma letale.
Rama, alle cui mani si trovavano le due estremità del cilindro, Fece esplodere ulteriormente il suo Cosmo, lanciandolo contro Komyo, con la forza e l'impeto di una tempesta. Una tempesta concentrata alla velocità della luce.
La donna sollevò la falce, abbassandola per contrastare l'attacco del Warlord. I due poteri si scontrarono.
La donna ammantata venne sbalzata da cavalo, mentre la falce veniva spezzata in due, la lama smussata e sbeccata in più punti.
Komyo cadde.
"Dicono che i monsoni siano il respiro dei demoni che si abbatte sulle terre protette dagli dei...
Oramai per te è finita... L'ultimo, estremo colpo, ti è negato dalla tua inettitudine."
Komyo, a terra, cercava di alzarsi, ma era stato travolto dalla potentissima corrente che lo aveva investito come un rullo compressore.
Come ogni indiano, Komyo temeva e rispettava le correnti monsoniche che devastano periodicamente il suo paese, causando inondazioni e flagellando la terra di vento e piogge violentissime. E ora, ne aveva provato sulla pelle la temibile potenza. Sentiva il suo corpo scosso da fitte di dolori, anche sotto il Cloth, tanta era stata la violenza dell'urto.
Komyo sapeva che l'unica speranza di sopravvivenza era riposta nell'ultima tecnica tramandata dai Saint della Vergine. Ma quel colpo necessitava di una caratteristica necessaria e sufficiente: la consapevolezza o il risveglio dell'ottavo senso.
Purtroppo, Komyo non poteva raggiungere la consapevolezza di questo senso superiore, avendone sentito parlare e non avendone scoperto l'esistenza tramite la meditazione e la riflessione. Solo risvegliandolo, avrebbe potuto dominare la tecnica estrema propria del suo segno. Perché sarebbe diventato un illuminato, un Buddha.
"Komyo, il tuo rifiuto è la tua condanna a morte. Ora userò la mia tecnica più potente. Spegnerò la flebile fiamma della tua vita, e il tuo spirito, bloccando per sempre il legame tra il tuo Cloth maledetto e lo spirito della stirpe di Visnu. Asura Fury!"
Rama pose le mani in orizzontale, la destra sopra la sinistra, arcuate come se tenessero una sfera invisibile.
Stavolta, il colpo non era una semplice corrente manipolata: Komyo si sentì sollevare, mente il dolore lo sconquassava, colpendolo mediante i sensi: ogni parte sensibile del suo corpo sembrava trafitta da ferri roventi. I sensi stessi lo abbandonavano, recisi dal dolore.
Komyo, istintivamente, si rifugiava nell'oblio. Il dolore lo accecava, lo assordava, lo sconvolgeva fino alla follia.
Cercava l'oblio oscuro. La morte.
"Non arrenderti! Non lasciare che la vita abbandoni le tue membra, ti abbiamo scelto perché ne sei degno, Komyo della Vergine. Tu dovrai diventare il prossimo Buddha!"
Attorno alla coscienza di Komyo, sprofondata nell'oscurità interiore, esplose una luce abbacinante.
Attorno a lui, disposte come le rappresentazioni dei Buddha ritratti su tele nei templi, stavano le figure di generazioni di Saint della Vergine.
Komyo ne riconobbe alcuni. Shaka. Asmita. Shiva.
I suoi diretti predecessori.
Insieme a loro, vestiti sia del Cloth dorato, sia di una semplice tunica bianca, che li avvolgeva alla maniera indiana gli spiriti, le coscienze di ogni Saint della Vergine esistito.
"Dove sono? Che luogo è mai questo?"
"Questo è il Nirvana, il luogo destinato a coloro che raggiungono la Rivelazione, l'Illuminazione sulle verità del mondo."
Komyo si rivolse verso l'alto, la da dove veniva la voce che aveva appena.
Solo, sopra le fila delle altre anime, c'era un uomo dall'espressione dolce e calma, la testa rasata totalmente, la bocca schiusa in un sorriso pacifico.
"Sei stato tu parlare?"
"No io!" la voce proveniva ancora più in alto, solo aguzzando la vista, Komyo si accorse di un'altra figura, avvolta in una luce così intensa da nasconderlo nel suo fulgore. Aveva degli occhi incredibilmente chiari, quasi trasparenti, labbra rosse, carnose, a forma di cuore, la carnagione scura dipinte con complicate righe azzurre.
Tutti i Saint della Vergine sciolsero la posizione del loto, attorniando Komyo e accompagnandolo di fronte alla figura che aveva parlato.
"Tu sei.. Visnu?"
"Sì, Komyo. Sono Visnu della Vergine."
"Questo è il Nirvana? Sono dunque morto?"
"No- repplicò la figura che si trovava subito sotto Visnu, Siddharta- la tua coscienza stava sprofondando nell'oblio, ma noi ti abbiamo richiamato qui..."
"Ma io non ho raggiunto l'Illuminazione... Non sono degno di essere qui."
"È vero,-intervenne Shiva il Placido, della Vergine- per ora non lo sei, ma sei molto vicino al risveglio ultimo della tua coscienza..."
"Ma devi dimostrartene degno, e non lasciarti andare come un misero vigliacco..." gli occhi ciechi di Asmita perforavano Komyo con severità.
"E soprattutto, ricordati che ora, che i tuoi sensi ti sono venuti meno, puoi meglio percepire la parte più interiore del tuo essere. - La voce di Shaka era ferma e decisa, ma anche dolce- Non lasciarti andare, scopri la verità che si cela dietro l'Ottavo senso e reagisci. Allora, la tua coscienza si unirà alle nostre, e assurgerai a uno stadio superiore a quello umano."
"Ti prego, Komyo, stringi i denti- esortò Visnu- scopri la realtà dietro la morte e il motivo che ci ha spinti a schierarci con Athena, per il bene dell'umanità!"
"La verità della Morte.."
Komyo strinse le palpebre, cercando di raggiungere la massima concentrazione.
Il corpo del Saint era ancora sospeso, mentre la tecnica di Rama continuava a vessarlo con il suo potere.
"Ormai, la sua vita si è recisa. Mi domando se era davvero degno di essere un successore della nostra genia. Chissà, forse se avesse potuto aprirsi all'Ottavo senso. Ma ormai, è solo una congettura, di lui non resta che un cadavere, una carcassa inutile di un perdente."
Sciolse la tecnica, e il corpo, non più sostenuto da sostegni invisibili, cadeva spinto dalla forza di gravità. Rama afferro la testa della sua vittima, scagliandola poi a terra con disprezzo.
"Bene, qui il mio compito è finito. Non mi resta che sterminare gli altri Saint, mentre i miei confratelli fanno scempio dei Gold Saint. Nessuno raggiungerà le mura del palazzo!"
"Sei davvero sicuro di potertene andare impunemente, Rama?"
Una voce sepolcrale sorprese il Warlord.
"Chi sei? Come osi rivolgerti a me in questa maniera?"
"Oso, perché sono colui che ti sconfiggerà!"
Rama sentiva un Cosmo permeare la zona tutt'intorno. Una goccia di sudore solcò il suo volto.
"Chi sei maledetto, mostrati!"
"Come vuoi. Tenma Koukufu!"
Di nuovo, apparve la figura ammantata della morte. Ma stavolta, la sua apparizione era spinta da un nuovo vigore. Rama, sorpreso, non riuscì a reagire.
Scagliato a terra, ferito lievemente alla testa, si rialzò, sgomento nel constatare che persino la sua corazza aveva subito danni.
"Maledetto, come sei riuscito a sopravvivere, eri inerme, morto... Il tuo cuore aveva cessato di battere, Komyo!"
"Vero! Ma proprio perché ero ormai in uno stato vicinissimo alla morte, sono riuscito, concentrandomi, a capire la fonte dell'Ottavo senso, e a risvegliarlo in me."
"Impossibile, la mia tecnica provoca un dolore tale da annullare ogni pensiero, ogni possibilità di concentrazione."
"Da solo non ce l'avrei fatta... Sono stato aiutato, in verità."
"Aiutato? Da chi?, Non ho percepito nessun Cosmo intervenire durante lo scontro."
"Perché l'aiuto non è arrivato dal mondo del corpo. Gli spiriti dei miei nobili predecessori mi hanno richiamato nel Nirvana, da dove, nella piena pace dei sensi, ho risvegliato l'ultimo stadio del mio Cosmo."
"Gli spiriti dei Buddha... E tra loro, anche..."
"Anche Visnu!"
"Non avei mai immaginato una simile piega di eventi... Ora, le nostre forze hanno la stesa profondità, la stesa completezza. Ma pensi di potermi fronteggiare alla pari? Sei solo diventato più forte, non vuol dire che tu sia più forte di me... Monsonic Devastation!"
L'onda d'urto esplose a piena potenza, ma stavolta...
Komyo tese la mano sinistra, quasi no delicatezza. Attorno alla sua mano, i venti impetuosi generati dal nemico si dispersero in una brezza gentile.
Rama impallidì leggermente. Era la prima volta che un avversario riusciva ad annullare una sua tecnica.
"Rama! Pensi ancora di essere imbattibile? Non son più quello di prima, dovresti averlo capito. Non è solo contro di me che ti devi battere, a contro tutti coloro, che, come me, hanno compreso la verità dietro l'Ottavo senso: che la morte non è la fine di tutto, ma un nuovo inizio! Per questo, noi ci siamo battuti!" la voce di Komyo si trasformò in quest'ultima frase: non era più la voce del ragazzo, ma una voce corale, la voce di tutti i Saint della Vergine.
Rama lo guardava, sgomento.
"Avrai anche potuto parare il Monsonic Devastation, ma non potrà nulla contro l'Asura Fury. Non è un colpo che colpisce il corpo, e quindi non c'è mezzo per difendersi. Asura Fury!"
"Sei folle, Rama? Hai dimenticato? Ora posseggo tutti i requisiti per usare la tecnica estrema del mio segno. Tenbu Horin!"
Attorno a Komyo apparvero le immagini di Buddha, così come venivano rappresentate dai dipinti della tradizione indiana. Lentamente, apri gli occhi.
"Con questo colpo, che unisce l'attacco e la difesa, si vanifica il tuo attacco e ogni tua possibilità di contrattaccare. Preparati a perdere tu i sensi. Annullamento dell'Udito! Del Tatto! Del Gusto! Della Vista! Dell'Olfatto!"
Rapidamente, Komyo aveva annichilito i cinque sensi. Rama, di fronte a lui, era un corpo insensibile e immobile.
"Ce l'ho fatta! Sono riuscito a dominare il Tenbu Horin... E a capovolgere l'esito della lotta..."
"Ma la lotta ancora no si è conclusa, Saint."
"Rama! Ancora sopravvivi?"
""Hai annullato cinque dei miei sensi... Me ne restano ancora tre. Ma mentre puoi ancora annullare il Sesto senso, l'Intuizione, il Settimo e l'Ottavo saranno il tuo limite: neanche il Tenbu Horin può spegnerli. Essi rimarranno, più forti che mai, e grazie ad essi ti bloccherò qui. Non salverai i tuoi compagni dalla fine certa che li attende per mano dei miei confratelli. Non salverai Athena. Il tuo viaggio termina qui!"
Komyo capiva che Rama aveva ragione. Il Tenbu Horin aveva effetto solo sui sensi legati alla condizione mortale. Il Settimo e l'Ottavo, invece, appartenevano a uno stato superiore.
"Ti frena questa realtà delle cose, Komyo? Temi che cancellando il Sesto senso, renderai gli altri due sensi inarrestabili? Fai bene, perché è la verità: forte degli ultimi due sensi, ti annienterò!
Asura Fury!"
Stavolta, il colpo lanciato aveva raggiunto un nuovo livello di potere, che non poteva essere bloccato dal Tenbu Horin.
Komyo se ne rese conto, così come si rese conto che aveva un solo modo per reagire e sconfiggere il nemico.
L'ultimo livello del Tenbu Horin.
Un livello proibito.
"Tenbu Horin! Annullamento della Quiete!"
Nella dottrina Buddhista, si predica la pace universale. Infliggere dolore, uccidere, è contro la dottrina buddhista. Il Tembu Horin, annullando i sensi, lasciava un corpo inerme, ma vivo, che solo successivamente scivolava, naturalmente, nella morte.
Ma l'annullamento della Quiete... Era l'arma estrema di questa tecnica. Perché colpisce e annienta il corpo umano.
Rama riacquistò improvviamente tutti i cinque sensi, immensamente potenziati. Un battito di un cuore era un urlo sui suoi timpani. La luce fioca del regno di Ares lo accecava. Il contatto con la Bloodmail gli appariva come l'assalto di freddo, caldo, e aghi acuminati, contemporaneamente su tutto il corpo.
Dalle orecchie usciva sangue, mente i timpani esplodevano. Gli occhi piansero sangue, mentre il cristallino si frantumava. La pelle, tutta si lacerava, mente Rama era sconvolto dalla nausea, per l'intensità di odori e gusti che ora riusciva a percepire.
Questo era l'annullamento della Quiete, l'alterazione che provocava sofferenza e agonia.
Rama si accucciò, tremando dal dolore.
Il suo Cosmo avvampava a tratti più intenso, a tratti simile a un luccichino di candela.
Straziato dall'intensa sofferenza, Rama non poteva più dominare il proprio corpo.
"Tenbu Horin!"
Komyo colpì un'ultima volta. Il corpo di Rama si tese all'improvviso, mentre gli occhi, vacui, si spalancarono. La Bloodmail si sbriciolò.
Rama cadde a terra.
Morto.
Komyo guardava il suo rivale. Non provava odio.
Grazie a lui, ora sapeva chi era. Grazie a lui, aveva risvegliato il suo potere inespresso.
Ora era un Buddha.
Ora era davvero un degno Saint della Vergine.
Due soli pensieri attanagliavano il cuore.
Aveva vinto usando un colpo proibito dalla dottrina Buddhista.
E, nell'immensa grotta, c'erano altri cinque individui altrettanto forti, che davano la caccia ai Gold Saint.
Chiuse nuovamente gli occhi. Tirò un forte respiro.
Per aver usato quel colpo proibito, avrebbe pagato quando ne sarebbe venuto il momento.
Ma avrebbe sempre creduto nella forza dei suoi compagni!
Come una gigante avvolto dalla luce, Buffalo avanzava.
Come il simbolo del suo segno, si era fatto largo tra i nemici con la foga di un toro scatenato.
I corpi di numerosissimi Bersesker, soldati, guerrieri di livello basso intermedio, che avevano cercato di sbarrargli la strada, erano per terra, rovinosamente. Attorno a loro, le Bloodmail, ridotte in polvere.
"Davvero un bello spettacolo, una strage così è davvero di mio gusto... Ma sarà perfetto quando ci sarà anche il tuo corpo, su quel cumulo di cadaveri."
Buffalo si voltò.
Avvolto dall'aura abbacinante del suo Cosmo, Un Warlord avanzava. Occhi scuri, acquosi, contornati da sopracciglia setose. Le labbra piene, volgari, non nascondevano i canini inferiori, che sbucavano di pochi centimetri dalla bocca, occupavano buona parte della larghezza della faccia, il mento e gli zigomi squadrati. Il collo corto, quasi assente, su due spalle larghe e robuste. Il corpo tozzo, ma possente, le braccia e le gambe tozze, sode e muscolose.
L'elmo passava sulla fronte come una fascia metallica, scendendo sulle tempie e finendo all'altezza degli zigomi, l'estremità ne seguiva i contorni.
Sugli angoli sopra le tempie, due placche a sezione conica verticale, cave.
I copri spalla semisferiche, il bracciale destro modellato a forma di testa porcina.
Il bracciale sinistro, ai malleoli dei polsi, presentava delle punte coniche arcuate, verso l'alto, che contornavano il copri pugno sinistro.
La corazza contornava il petto ampio.
La cintura proteggeva i fianchi con due placche che scendevano fino all'altezza della coscia.
Gli scrinieri, aderenti alla gamba, erano sormontati da ulteriori placche, spesse, sulla parte centrale, sporgendo poi verso il ginocchio.
Forme di zoccoletti suini contornavano i malleoli dei piedi.
"Pensi che il primo che capiti possa sconfiggere un Gold Saint?"
"Saint? Io vedo solo un moccioso che ancora non ha grande esperienza, né potenza sufficiente per contrastare una delle Sei Incarnazioni, specie contro di me, Varaha di Erimantio Hog!"
"Erimantio Hog? Il Cinghiale Erimantio? Una delle dodici fatiche di Heracles, se non ricordo male..."
"Già, così come il Toro cretese, che è il simbolo della tua Costellazione. Verifichiamo quale delle due fiere è quella più selvaggia."
Varaha tese la mano aperta, scagliando una serie di colpi.
Baffalo saltò indietro. Chiudendo le mani in difesa, incrociate davanti al petto. Il suo Cosmo si condensò, come un muro, sul Cloth.
I colpi sembravano cadere come pioggia primaverile...
"Sembra che la tua forza non sia un granché. Assaggia ora il mio attacco! Great Horn!"
Buffalo disgiunse le mani dalla sua posizione, tendendo i palmi contro Varaha.
"Un attacco deciso, e decisamente potente... Ma insufficiente, decisamente. Wild Beast!"
Il Warlord unì i pugni chiusi, tenendo le nocche e i dorsi delle mani esternamente. Quindi tendeva avanti le braccia, tenendo il braccio destro di sopra, facendo apparire il muso di cinghiale formato dai due bracciali. La tecnica si fece largo, tra l'urto d'aria, impregnato di raggi dorati, del Great Horn, travolgendo Buffalo, colpendolo in pieno stomaco.
Piegato su se stesso, il fiato mozzo, il giovane Saint venne sollevato da terra.
"Accidenti, ho subito un unico colpo, e già mi sento totalmente indolenzito. Non mi succedeva da quando mi allenavo sull'isola di Kanon.. I colpi del signor Aiolia e del signor Kanon, all'inizio dell'addestramento. Eppure, ormai sono abbastanza potente da contrastarli, costui è riuscito a colpirmi duramente."
"Ti sorprende la mia forza? Noi Sei incarnazioni siamo un gruppo scelto di guerrieri, dotato di poteri superiori a quelli di un Gold Saint. Mi sono limitato a colpire una singola volta, preparati a riceverne molti di più. Wild Beast!"
Baffalo riprese la propria posizione difensiva, concentrando il Cosmo con maggiore concentrazione per aumentarne l'efficacia.
Sembrava che la difesa del Saint riuscisse a contenere la furia del nemico... Poi, Buffalo senti una fitta sulla spalla sinistra. In seguito, i coli raggiunsero il viso, il petto, l'addome, l'inguine...
Di nuovo, Buffalo conobbe l'umiliazione di venire scagliato indietro dalla forza dell'avversario.
"Pensavi che chiuderti in difesa sarebbe servito, vero? Ingenuo! Un colpo come il mio riesce a indebolire e annientare ogni difesa. Come vedi, avevo ragione: sei solo un pivello!"
"Devo dire che la tua forza mi sorprende... Ormai riuscivo a tenere testa a maestri come Aiolia, non credevo di trovare, tra gli avversari, persone con una forza combattiva pari alla loro."
"Pari? Idiota! Nessun Saint, nessun Gold Saint raggiungerà la forza di noi Sei Incarnazioni, secondi, in virtù combattiva, solo al Warmaster, e che anche tra i Warlord hanno pochi eguali."
"Eppure, ho appena ricevuto, il tuo colpo, subendolo a piena potenza, e riesco ancora a rialzarmi... Bada! Tra i nuovi Gold Saint, io sono quello che per primo ha raggiunto la piena padronanza delle tecniche!- Buffalo tese la mano destra verso l'alto, facendo bruciare il suo cosmo- E non credere che il Great Horn sia l'unico colpo a mia disposizione. Ho in serbo una sorpresa per te... Un colpo che non si vede da più di 200 anni. Un colpo in grado di colpirti e difendermi contemporaneamente.- il Cosmo dorato si concentrò sul palmo destro, teso e aperto sopra la testa di Buffalo- Titan's Nova!"
Con un movimento rapido e, a discapito della sua mole, elegante, Buffalo colpì il terreno con la mano destra, tenendo la sinistra tesa, sopra di lui, leggermente indietro. Il terreno attorno al Saint iniziò a brillare, mentre il Cosmo dorato lo invadeva. Quindi, l'esplosione: tra raggi aurei, la roccia del pavimento si frantumava, mentre l'energia, innescata, si riversava in forma esplosiva e concussiva, avvolgendo Varaha.
"Questo era il colpo migliore di Hasgard, il guerriero che prese poi il nome il nome di Aldebaran del Toro... Persino in punto di morte, con quel colpo riusciva ad annientare i nemici. Non hai scampo."
L'esplosione avvolse definitivamente il Warlord, avvolgendolo e nascondendolo alla vista.
Quando la luce venne meno, di Varaha non c'era traccia.
"Stupefacente! Non avevo mai usato il Titan's Nova a piena potenza, non pensavo fosse così distruttivo."
"Distruttivo? Wild Beast!"
Dalle spalle una nuova serie di copi investì Buffalo, che però, dopo averne subiti alcuni, riuscì a pararli.
"Mi ero preoccupato di fronte a quella tecnica leggendaria... pensavo fosse più potente. Ma tra tutti i seguaci di Ares, io sono quello che vanta la maggior resistenza e velocità. É stato uno scherzo, per me, correre attraverso l'esplosione del Titan's Nova, e portarmi alle tue spalle."
"Certo, ma come vedi, ormai conosco il tuo colpo... Senza l'effetto sorpresa, sono ormai in grado di fronteggiare il tuo Wild Beast."
"Forse, ma in ogni caso dovrai incassare alcuni colpi, pensi che il tuo corpo reggerà alla loro violenza?
Wild Beast!
"Titan's Nova!"
"Folle, pensi che non sia in grado di evitare, come prima, la tua tecnica? Facendo così hai decretato la mia vittoria, perché stai per subire i miei assalti senza difenderti."
Il titan Nova esplose, diradando gli effetti dei primi colpi del Warlord di Erimantio Hog.
Ma Varaha si era portato già alle spalle di Buffalo.
"Sei totalmente scoperto. Muori! Wild Beast!"
Buffalo si girò lievemente verso di lui, guardandolo con la coda dell'occhio sinistro. Sul sui viso apparve un sorrisetto beffardo. Artigliò il terreno con la mano destra: subito l'energia esplosiva liberata scomparve, risucchiata nuovamente nella roccia, e poi sul palmo del Saint. Facendo splendere il Gold Cloth come non mai, l'energia così accumulata risalì l'avambraccio, fino all'altezza del gomito. Dal puntale conico che lì si trovava, l'energia si trasmise, sotto forma di scariche elettriche alla punta del copri spalla destro, e quindi al corno destro dell'elmo. Allo stesso modo, si trasferì sul corno sinistro, per passare sulla punta del copri spalla sinistro e, quindi, a quella del gomito... Ormai, l'energia era passata, in pochi secondi, da un braccio all'altro, pronta per venire liberata.
"Sei caduto nella mia trappola! Titan's Nova!"
Buffalo colpì il terreno, sotto i piedi di Varaha.
L'energia esplose.
Colto di sorpresa, il Warlord ne fu investito, senza avere tempo di evitarla in alcun modo.
Fu lui, stavolta a venire travolto sotto i colpi del nemico.
La luce abbagliante del Titan's Nova aveva avvolto completamente Varaha, tanto che persino la sua sagoma era indistinguibile.
Baffalo, il palmo ancora a terra, stava dominando egregiamente le energie esplosive del suo colpo.
Era molto teso e concentrato, ma anche molto stanco: già il Titan's Nova era un colpo che richiedeva moltissima energia, ma richiamare l'energia del colpo scagliato per rilanciarla in una nuova direzione era una strategia che richiedeva il triplo, s non in quadruplo, delle forze.
Il volto era segnato da pesanti gocce di sudore, ma lo sguardo era deciso, concentrato.
Tra tutti i nuovi Saint, lui era quello che, per primo, aveva padroneggiato le tecniche di combattimento che gli erano proprie.
Era il più robusto, ma anche il più veloce.
Anche se era la sua prima prova sul campo, sentiva di aver dato buona prova di sé. E ne era orgoglioso.
"È fatta! Non può essere sopravvissuto a questo attacco, soprattutto dopo averlo preso in pieno."
"Mi dispiace contraddirti, pivello- grugnì la voce di Varaha- ma ancora no puoi cantare vittoria."
una frazione del pavimento esplose, mentre, da sotto alcuni detriti rocciosi causati dal Titan's Nova, il Warlord tornava ad alzarsi. Diversi punti della Bloodmail, se non erano distrutti, erano almeno pesantemente danneggiate.
"Devo ammettere che la tua mossa mi ha stupito. Mi hai colto di sorpresa, ragazzo. Se tu potessi crescere, forse diventeresti davvero più forte di me... Ma il destino ti è stato avverso, quasi mi dispiace. Morirai qui, per mano mia!"
"Lo credi davvero?" Baffalo si alzò tenendo le braccia piegate in modo che i pugni, chiusi, fossero all'altezza delle spalle. Il suo Cosmo ardeva intensamente, accumulando un'enorme energia, che si trasmetteva dalle punte coniche delle ginocchia, dei gomiti e delle spalle, per poi accumularsi nelle corna della corazza d'oro. Dietro al Saint si intravedeva, illusorio, un paesaggio astrologico.
"Cosa...?"
"La costellazione del Toro comprende un numero impressionante di corpo celesti... Per questo, il Saint del Toro si distingue per la sua forza e la sua determinazione, perché sorretto da un così grande potere. E tra tutte le stelle, Aldebaran, l'occhio del Toro, indica dove colpire a Elnath e Alheka, che tu conosci come Great Horn!"
Dispose i palmi in avanti lanciando l'energia accumulata.
"Uhm... Devo ammettere che adesso il tuo Great Horn possiede una potenza superiore rispetto alle tue precedenti esecuzioni. Ma rimane tuttavia inefficace contro il mio Wild Beast!"
Di nuovo, unì i due pugni per formare la testa di cinghiale disponendo i due bracciali, e lanciando la sua tecnica.
Baffalo si chinò per terra colpendo il terreno con entrambe le mani.
"Titan's Nova!"
L'energia del Great Horn, ora deviata nella seconda tecnica, diede vita a un'esplosione ancora più abbagliante di quelle precedenti.
"Impressionante! Lanciando il Titan's Nova con due mani, dopo aver accumulato così tanta energia, hai ottenuto un potere ancora maggiore. Ma basterà un potere ancora superiore per contrastarlo. Complimenti, mi costringi ad usare il mio colpo più potente... Hogzilla!"
Varaha alzò le braccia, i polsi che si univano sopra la sua testa, le mani a coppa, le dita arcuate e ben separate tra loro. La figura di un enorme facocero rampante si staglio su di lui.
La potenza del colpo fu tale da superare il Titan's Nova. Baffalo fu colpito in pieno e scagliato in aria come un bambolotto di pezza.
Cadendo, attorno al suo corpo si formo un cratere profondo una decina di metri circa.
"Non mi aspettavo davvero di dover usare il mio colpo migliore, contro di lui- ammise Varaha- era davvero in gamba... Avrei voluto incontrarlo dopo che fosse maturato un po', sarebbe stato davvero un avversario alla mia altezza. Ma siamo in guerra, e il mio signore Ares reclama le vite dei Saint."
"Ma ancora non avrà la mia..."
Ansimando, Baffalo stava uscendo dal cratere, aiutandosi con le mani.
Era ricoperto di sangue, e si muoveva con difficoltà. Ma era ancora in piedi!
"Non credo ai miei occhi... è impossibile che tu sia sopravvissuto all'Hogzilla. E questo.. cosa significa?"
Attorno ai due guerrieri riapparve il cielo stellato. L'enorme Toro al manto dorato, però non era più solo. Attorno a lui, apparve l'immagine di un gigante enorme, chino a sostenere un peso immane, circondato da due gruppi di fanciulle dalla divina bellezza.
"Aldebaran, Elnath e Alheka formano la testa del Toro , e danno potere al Great Horn. La stella Atlante, che rappresenta l'omonimo gigante, regge il cielo e la terra, circondato dalle ninfe Iadi e Pleiadi, sue figlie... Esse sono la fonte del potere del Titan's Nova.
Ma tutte insieme, danno vita a un potere ancor più devastante, in grado di capovolgere cielo e terra stessi. Questo è il mio ultimo colpo segreto. Raging Charge!"
Baffalo tese il pugno destro in avanti, mentre l'altro braccio si allungava alle sue spalle, il palmo aperto per bilanciare il contraccolpo. L'illusione creata da Baffalo poneva l'immagine di Atlante direttamente sopra Varaha. Il Toro correva, mettendo in fuga le Pleiadi e le Iadi, mentre le corna, tese verso il petto del Titano avanzavano rapide e mortali.
Avvenne il cozzo.
Il titano, ferito, si piegò, lasciando cadere la volta stellata sulla terra.
Cielo e terra sembravano sul punto di scontrarsi sopra Varaha.
"Un'illusione notevole, ma solo un'illusione. Credi forse di spaventarmi? Guarda che fine fa il tuo ridicolo teatrino. Hogzilla!"
Il gigantesco cinghiale rampante riapparve alle spalle del guerriero. Le immagini cui aveva assistito si creparono, come fossero disegnate su un vetro, ed esplosero.
Baffalo riapparve, ancora nell'atto di colpire.
"Teatrino, lo hai chiamato? In realtà voleva essere un avvertimento per il colpo che sto per scagliare... quello di prima ne era solo un'ombra, un fugace riflesso mascherato dall'illusione, ma ora... Raging Charge!"
Piegò leggermente le braccia, per dare nuovo slancio al colpo.
La terra e l'aria brillarono. Scintille elettriche si alzavano dal terreno per esplodere a mezz'aria, mentre altre, come minuscoli fulmini, cadevano. Ben presto, il terreno e l'aria furono invasi da pura energia, abbagliante e trasparente. L'energia dell'Hogzilla, che avanzava, venne dispersa e asorbita.
"Cosa diavolo..?"
"Ti avevo detto che l'illusione che hai visto era un avvertimento..."
L'aria e la terra esplosero attorno a Varaha. L'energia lo avvolse, esplodendo tutt'intorno a lui con l'impeto di diverse supernove. Scagliato verso l'alto da un'esplosione , veniva poi rigettato a terra da un'altra, quindi sballottato a destra, a sinistra, in ogni direzione.
Dopo una serie infinita di mini esplosioni nucleari su di lui, Varaha toccò nuovamente il terreno di dura roccia.
La Bloodmail era andata distrutta.
Il corpo di Varaha era martoriato: laddove le esplosioni non lo avevano ustionato, mancavano parti del corpo, come il buco perfettamente rotondo che si apriva là dove c'era il rene sinistro. Le gambe e le braccia, disarticolate, erano piegate innaturalmente, segno che le ossa erano stato rotte, e in più punti. I capelli e le sopracciglia erano stati bruciati, l'occhio destro era esploso in una poltiglia sanguinolenta, la bocca aperta, dalle labbra lacerate, mostrava i denti rotti o sbeccati.
"Come... hai... fatto? Che razza... di colpo era... quello?"
"Il Raging Charge è un pugno che mi permette di richiamare e concentrare su un bersaglio tutta l'energia presente nell'ambiente, anche se dispersa... Prima, ho attaccato sia con il Great Horn che col Titan's Nova, usando il mio pieno potere, ma immaginavo che non sarebbe bastato: sei davvero forte! Ho dovuto giocare quest'ultima carta, la più terribile delle mie risorse. Con i primi due attacchi ho voluto saturare il terreno e l'aria di energia, che è stata pio concentrata su di te, dando vita a una reazione a catena. L'energia si è liberata su di te, con gli effetti che hai subito."
"Ah ah ah... Sei davvero un ragazzo terribile. È incredibile che, alla tua giovane età, abbia ideato un colpo così devastante. Sono felice..."
"Felice?"
"Sì! Ho sempre cercato un avversario forte quanto me, che mi portasse a combattere con tutta la mia potenza... Alla fine, l'ho trovato in te. Ho realizzato un sogno...."
Si interruppe, tossendo violentemente: fiotti di sangue scuro uscirono dalla sua bocca.
"Il tuo attacco- riprese- è devastante, ma tuttavia, non invincibile... Baffalo- l'occhio sano si spalancò, brillando vivacemente, ma di preoccupazione ed ansia- non sfidare Alexandros! Non ingaggiare battaglia con Alexandros... No sfidare il Warmaster!... Contro di lui... anche quel tuo terribile pugno... FALLIRA'!"
Come se, con quell'avvertimento avesse esaurito le sue ultime forze, chiuse gli occhi, mentre la testa cadeva, pesantemente indietro.
Baffalo guardava, allibito, il corpo del suo primo grande avversario.
Aiolia sembrava una furia.
Dopo l'incontro con Kanon, il Gold Saint del Leone si era separato dal vecchio camerata, cercando contemporaneamente di eliminare quanti più Bersesker possibile, e di raggiungere il palazzo di Ares.
Persino due Warlord gli avevano sbarrato il passo, ma li aveva eliminati con poco sforzo.
Il Leone d'Oro era una furia inarrestabile.
Ormai vedeva profilarsi all'orizzonte la sagoma splendente del palazzo del Dio della Guerra.
Lì avrebbe trovato Alexandros, l'unico avversario che lo aveva sconfitto su tutta la linea...
Un lieve brivido percorse la schiena del giovane guerriero: non di paura, ma di desiderio di rivalsa.
Aiolia voleva scontrarsi contro il Warmaster, per sconfiggerlo definitivamente.
Nella storia delle guerre contro Ares, solo usando le armi della Bilancia era possibile ferire il Warmaster.... Ma ora, nessuno vestiva il Cloth dorato di quella costellazione, e le armi non potevano essere brandite se non col permesso del Saint che le custodiva.
Quindi, l'unica soluzione era sconfiggere Alexandros senza fare uso di quelle sacre armi....
Ma tra tutti i Saint, soltanto sette potevano avere una minima possibilità.
Seiya. Shiryu. Hyoga. Shun. Ikki.
Kanon.
E, naturalmente, lui, Aiolia.
Perché solo loro avevano l'esperienza necessaria per fronteggiare un nemico così apparentemente invincibile.
Aiolia, si stava preparando psicologicamente allo scontro imminente col capo supremo delle schiere di Ares.
Arrivato sulla cima di una sporgenza di roccia. Si fermò a contemplare la sua metà, ora così vicina.
"Ecco... Il palazzo di Ares. Presto lo raggiungerò, e lì troverò Alexandros. - strinse il pugno destro- Devo sconfiggere, o quanto meno indebolire il Warmaster, se vogliamo avere una possibilità di riuscita in questa missione. So di potercela fare, ad ogni costo... Spianerò la via ai miei compagni, a costo della vita."
"Belle parole, peccato che non troveranno mai la loro attuazione, perché la corsa del Leone d'Oro termina qui!"
Una figura vermiglia si scaraventò su Aiolia, che solo grazie ai suoi riflessi fulminei riuscì a parare il colpo, alzando le braccia.
Tuttavia, la potenza dell'attacco fu tale che Aiolia venne sospinto indietro, nonostante i piedi fossero ben piantati sul terreno, tanto da creare due solchi paralleli sulla roccia.
L'uomo che lo aveva attaccato era alto un metro e novanta, i capelli biondo bronzei lunghi, circondavano la testa, tenuti indietro da una maschera modellata a forma di un muso leonino.
Gli occhi castano scuri erano neri e altezzosi.
L'armatura completa, di un rosso vermiglio, risplendeva su di lui.
I bracciali, dotati di copri bicipite, terminavano sul gomito, sporgendo all'indietro per interrompersi in un bordo orizzontale. I copri spalla si allungavano di pochi centimetri dal braccio del guerriero, terminando anch'essi con un bordo orizzontale. La corazza liscia ricopriva totalmente il busto, unendosi alla cintura, che scendeva lateralmente con due copri fianchi, che terminavano con una punta a forma di foglia di quercia, senza presentare fibbie particolari. Due placche di forma romboide, poste obliquamente verso l'alto e unite su due lati adiacenti verso il basso formavano un'ulteriore protezione per il peto.
Lo scriniero, munito di copri coscia, aveva una ginocchiera formata da tre anelli a sezione sferica, ognuno di dimensioni e proporzioni diverse, e due sezioni sferiche ai due lati. Terminavano con le protezioni dei piedi, in cui si intravedevano le forme delle dita, tenute separate all'interno della corazza, quasi come fosse una specie di guanto. Le protezioni per le dita dei piedi finivano con l'arcuarsi verso il basso, formando delle cuspidi. Dietro ogni piede, sopra i talloni, due piccoli speroni, formati da due corte punte triangolari.
L'aura combattiva del Warlord era potente.
Aiolia la avvertiva, maestosa e ferina. Ne percepiva la minaccia, ma percepiva anche un forte senso di grandezza, di fierezza.
"Un Warlord. Non sei il primo che fronteggio, già altri due tuoi pari son caduti sotto i miei colpi. Sarà lo stesso con te."
Aiolia si lanciò all'attacco, colpendo con il pugno, senza però usare uno dei suoi colpi segreti: intuiva che l'avversario nascondeva un'insidia, e no voleva scoprire troppo le tue carte.
I fatti gli diedero ragione. Il pugno andò a segno, ma senza alcun danno apparente, anzi... Mentre il pugno raggiungeva il suo volto, il Warlord colpì il plesso solare di Aiolia, così violentemente che il Saint accusò il colpo; poi si spostò lateralmente, colpendo il fianco scoperto con una ginocchiata che fece alzare il seguace di Athena. Prima che Ailia tornasse con i piedi per terra, lo afferrò, atterrandolo con una mossa di judo.
Aiolia era allibito.
Eccezion fata per lo scontro contro Radamanthis, al Castello di Ades, e con Alexandros pochi giorni prima, non era mai stato colpito in maniera così schiacciante.
"Paragonarmi ai semplici Warlord è un insulto che pagherai con la vita, miserabile. Io, Naramsimha dell'Androsfinge, delle Sei incarnazioni, non sono certo paragonabile ad alcun altro, anche tra i Warlord, e solo il Warmaster può dirsi a me superiore...."
"Le Sei Incarnazioni? Ne ho sentito parlare... È una delle due élite di guerrieri sotto il diretto comando del Warmaster, se non erro... Ma dubito che la tua potenza sia così superiore alla mia. Preparati ad assaggiare il mio vero potere. Lightning Plasma!"
Aiolia tese il braccio. Anche se il pugno sembrava immobile, in realtà stava tracciando un reticolo fittissimo d colpi, tali da apparire una serie di raggi simili al laser, che si incrociavano attorno al nemico. Naramsimha non sembrava turbato o preoccupato. Anziché proteggersi, si gettò nel reticolo di colpi tracciato da Aiolia.
I raggi generati dal Lightning Plasma sembravano rimbalzare sulla sua corazza, senza lasciare danni...
"Foolish Claw!"
Il Warlord un cerchio con entrambe le mani, tenendo le dita ad artiglio. Alle sue spalle comparve la sagoma di un leone umanoide.
Naramsimha tese poi le braccia, tenendo sempre le dita ad artiglio.
Aiolia percepì un sordo ruggito, di pura furia folle.
Le mani di Naramsimha continuarono a muoversi tracciando degli archi, colpendo Aiolia senza dargli tregua.
Il Gold Saint vedeva il suo colpo migliore neutralizzato, mentre i colpi del nemico arrivavano da ogni parte. Alzò le braccia, cercando di proteggersi, ma anche quando intercettava le mani dell'avversario, sentiva un dolore lancinante su tutto il braccio.
"Difendersi non serve, il suo attacco è veramente travolgente... Ma posso cercare di sfruttare il suo impeto contro di lui... Lightning Fangs.!"
Dopo aver fatto un alzo indietro, colpì il terreno, generando lame di energia elettrica che avanzavano contro il Warlord.
Sembrava che le zanne elettriche de l Saint dovessero arrestare l'avanzata dell'Androsfinge.
Ma, al momento dell'impatto, le zanne di energia si dispersero.
L'attacco di Naramsimha non aveva perso niente del suo impeto, e colpirono Aiolia, ora totalmente scoperto.
Il Saint si sentì scagliare in alto, e quindi, a mezz'aria, fu colpito da una sequenza infinita di artigliate.
Aiolia cadde.
"Che forza inumana... Mi ha travolto nonostante lo avessi colpito. Possiede un potere incredibile, se non indossasi il Gold Cloth, ora sarei ricoperto di..."
Si interruppe, vedendo diverse Gocce di sangue cadere, imporporando il terreno.
Il Gold Cloth sembrava trasudare sangue, il sangue di Aiolia.
"Come? Com'è possibile?"
Rialzandosi, il Saint osservava il suo corpo: numerosi tagli, simili ad artigliate, percorrevano la sua pelle. Erano ferite sottili ma profonde: Aiolia era stato letteralmente sbranato!
"Se non fosse per il Cloth, probabilmente vedrei le tue budella per terra... Contavi molto sulla difesa del tuo Cloth, ma non esiste nessuna protezione efficace contro gli artigli dell'Androsfinge. Conosci la leggenda di Naramsimha?- e al cenno negativo di Aiolia- Nel mito indiano, è una delle incarnazioni di Visnu, un essere ibrido tra umano e leone, che si materializzava per eliminare un demone che si era impadronito del mondo dopo aver ottenuto l'immortalità. Solo un essere invincibile poteva eliminarlo, e tale era l'incarnazione di Visnu. Inoltre, quando attaccava, in preda alla furia, non si poteva fare nulla per fermarlo, solo uno spirito puro e quieto lo poteva ammansire... Una leggenda legata al primo Warlord che portò questa corazza, una leggenda che in me rivive."
"Sapevo che alcuni discendenti di Visnu della Vergine si erano asserviti ad Ares,- Aiolia si stava rialzando- ma non avrei mai immaginato di incontrare un loro successore, né che potessero essere così forti. Il Warlord che ho affrontato prima, pur essendo alla mia altezza, l'ho sconfitto con pochi colpi..."
"Quello era il Warlord di Hiranyakashipu, Thug, possiede un avatar potentissimo, ma non alla mia altezza. Lo hai sconfitto facilmente...Strano non sarebbe dovuto accadere. Ma, probabilmente, è per il potere supremo che tieni sigillato in te.. Un potere deicida che non osi utilizzare."
"Quel potere non è destinato a nessun umano, anche per un Gold Saint come me usarlo comporta un grossissimo rischio. Per questo no ne faccio uso. Un tempo potevo ma la mia forza era potenziata da un potere divino..."
"La lotta contro i Titani, sì ne ho sentito parlare... Immagino che quel potere, almeno in parte, fortifichi i tuoi colpi, ma non abbastanza per battere un guerriero dalla capacità distruttiva celestiale come me."
"Forse, ma non sperare che io ceda facilmente. Non morirò fino a quando Athena non sarà libera!"
Aiolia era nuovamente in piedi, dalle ferite non sgorgava più sangue, e di loro era rimasta una sottile linea.
"Hai stimolato i punti di pressione per fermare le emorragie per poi curarti le ferite col Cosmo... Notevole, ma inutile. Anche se in parte guarite, le ferite rendono ulteriormente fragile la tua pelle, il mio prossimo attacco aprirà ferite sempre più profonde."
" Sarà, ma il tuo colpo sarà inarrestabile, non per questo inevitabile. Eviterò i tuoi colpi e troverò il modo di sconfiggerti, stanne certo!"
"Vedremo... Foolish Claw!"
Aiolia, che sempre fronteggiava frontalmente il nemico, si ritrovava, per la prima volta in vita sua, ad evitare gli attacchi del nemico.
Nella sua mente, riviveva una situazione simile, quando, nella corsa alle Dodici Case del Santuario, Seiya lo aveva fronteggiato alla Casa del Leone, mentre la sua volontà era stata plagiata da Saga dei Gemelli, e trasformato in una macchina omicida programmata per eliminare il Saint di Pegasus. Seiya aveva evitato la fitta rete di colpi del suo Lighting Plasma, per poi colpirlo.
Ora, Aiolia si trovava a dover imitare il suo giovane amico: evitare i colpi per poter colpire al momento giusto.
Le artigliate di Naramsimha erano pressanti, ma il Saint riusciva ad evitarle, ora spostandosi lateralmente, ora saltando per evitare i colpi. Aiolia avanzava e indietreggiava, conscio che una situazione così passiva lo svantaggiava, ma consapevole di dover temporeggiare.
Saltò, per evitare una doppia artigliata, spostandosi all'indietro.
Naramsimha sorrise.
Aiolia, vedendo l'espressione di giubilo dell'avversario, fu frastornato: finora aveva avuto buon gioco nell'evitare gli attacchi, perché aveva un'espressione così soddisfatta?
Il piede toccò terra.
La roccia, sotto il suo peso, frano, facendogli perdere l'equilibrio.
"Maledizione!"
La doppia artigliata era stata lanciata non per colpire le gambe di Aiolia, ma per infrangere il terreno con potenza. La roccia, così danneggiata, si era sbriciolata quando il Saint era tornato a terra.
Istintivamente, Aiolia protese le mani per attutire la caduta. La sorpresa e lo shock lo gli avevano fatto dimenticare, per un centesimo di secondo, di tenere alta la guardia. Un tempo sufficiente.
Naramsimha, il cui attacco non si era arrestato, avanzava, la mano destra levata, pronta a colpire.
Aiolia vide la sua mano calare. Poi, rosso. E nero.
Naransimha gli aveva tranciato gli occhi!
Aiolia avanzava annaspando. Il buio era calato in lui, la vista gli era stata strappata nel più brutale dei modi.
Le orbite nere, grondanti sangue, non erano più i ricettacoli della luce, gli specchi della sua anima: erano pozze profonde di disperazione.
Tuttavia, il guerriero che era in lui non voleva arrendersi, cercando di colpire comunque l'avversario. Ma Naramsimha era agile e silenzioso, e girava attorno al nemico in crisi, giocando come il gatto col topo.
"Senza i tuoi occhi, sei inerme, Aiolia... Davvero non c'è gusto a misurarsi con un uomo finito."
"Bastardo! Aspetta solo che il mio pugno ti raggiunga, e vedrai se sono finito..!"
Il Saint sferrava i suoi colpi micidiali, ma a casaccio, senza un bersaglio preciso, e senza neanche sfiorare il nemico.
"Mi fai pena! Un guerriero rinomato come te, ridotto così... Ecco il colpo di grazia. Foolish Claw!"
L'artigliata colpi al collo.
Aiolia cadde, nella larga pozza del suo stesso sangue.
"Devo dunque morire così? Senza poter vedere un'ultima volta cole a cui ho giurato fedeltà, senza averla salvata.... Athena....!" Le palpebre si abbassavano flaccide, sulle orbite vuote.
"Non così, Aiolia!" una voce gioviale ma decisa si fece largo nella coscienza del Saint.
"Che strano Cosmo che sento... Così simile a quello di un Gold Saint, eppure, così lontano... da dove proviene? Lo sento vicino, anzi vicinissimo... Forse... Viene dal Cloth!"
"Esatto, ultimo guerriero del Leone, destinato a ben altro che no la resa.... È il mio Cosmo, sigillato nel Cloth per portarti aiuto ora, la prima volta che ti ritrovi in così disperata difficoltà...
Sono Regolo del Leone, Gold Saint del diciottesimo secolo."
"Regolo... Ricordo il tuo nome, per quanto giovane, ti facesti valere tra i Gold Saint, andando persino all'attacco del Lost Canvas. Ma quale aiuto puoi darmi? Si dice che tu fossi un vero genio, nella lotta, ma lo stesso dicono di me. Che aiuto puoi darmi, contro un avversario inarrestabile."
"Nessuno è realmente invincibile, chiunque ha un punto debole. Io ero si un genio, ma avevo risvegliato in me uno dei poteri del nostro segno, lo Shinjyugan, gli Occhi della Bestia Sacra. Ecco, io ti dono i miei occhi- l'immagine di Regolo, apparsa nella coscienza di Aiolia, si strapò gli occhi, e serenamente sembrava porgerli verso il suo successore- Prendili e sconfiggi il nemico!"
"Prenderli... Questo vorrebbe dire materializzarli al posto dei miei, ma è cosa che è al di sopra delle mie capacità, delle capacita di qualsiasi umano... Solo con la Dunamis potrei realizzare una cosa simile, ma è un potere che non posso mai più utilizzare, come la Keraunos donatami da Ceo... Non son poteri che un uomo posa gestire impunemente."
"Tuttavia, tu dovrai farlo!"
Una nuova voce stava intervenendo, simile al tuono, esprimeva una potenza sovrumana, tale da schiacciare le coscienze di Regolo e di Aiolia.
"Nobili Saint, il debito che porto nei confronti di Athena mi spinge ad intervenire, nonostante tutto... Esiste un potere, per coloro che indossano il Cloth del Leone, che non viene utilizzato ormai dall'epoca dei miti. Ecco- disse la figura, avvolta in un'aura di potere tale che la avvolgeva facendola sembrare un'ombra evanescente- con questo potere unisci il tuo Cosmo alla tua Dunamis, e brandisci la Keraunos che ti fu donata a potenziare i tuoi colpi. Che gli occhi Sacri ti guidino.
Risvegliati Leone d'Oro!"
La forza di quell'ordine era tale da non poté essere ascoltata.
Come un torrente in piena, l'energia travolse la coscienza di Aiolia.
"Rama... Varaha... i vostri Cosmi, che prima ardevano fulgidi e immensi, si sono spenti, come candele sotto il soffio di un bimbo.
Come sia possibile ciò, quando io ho annientato uno dei Gold Saint più esperti, mentre i vostri avversari sono dei dilettanti.... Non so spiegarmelo, ma vi giuro, vendicherò la vostra fine."
"Vendicare i tuoi compagni... Provaci, se vuoi, ma prima dovrai battere me!"
"Aiolia! Ancora vivo, e ancora osi sfidare la sorte, affrontandomi. Che atto incauto...- Naramsimha chiuse gli occhi ridacchiando divertito- Pensi davvero di potermi fronteggiare, nello stato in cui sei?"
"Non lo penso, ne sono sicuro. ARGH!"
L'urlo di Aiolia, simile a un ruggito, fu accompagnato dall'esplosione del suo Cosmo interiore. L'aria sembrava crepitare attorno a lui.
"Impressionante. Il suo Cosmo che poco fa era prossimo a spegnersi, ora arde più potente che mai. Ma questo non vuole dire niente, cosa mai può fare un povero cieco, per quanto dotato di una così immane potenza!"
"Ho una sorpresa per te, Naramsimha... Io Vedo!"
Aiolia apri le palpebre, rivelando due occhi perfetti.
"Incredibile, come hai potuto rigenerarli? È un prodigio, un vero miracolo. Ma pensi che questo cambi qualcosa? Sono solo altri due occhi che avrò il piacere di distruggere. Foolish Claw!"
"Pensi di riuscire ancora con quel colpo. Con questi occhi ora lo vedo ancor più chiaramente!- Le pupille di Aiolia, da rotonde che erano, divennero verticali- Lightning Plasma!"
"Usi un colpo che su di me già si era rivelato inefficace? I tuoi nuovi occhi ti hanno fatto perdere la memoria Saint? Non riuscirai a sconfiggermi così!"
"Non pretendo certo di farlo, Naramsimha. Ma forse non stai osservando bene... Guarda le traiettorie del mio colpo!"
I raggi dorati tracciati dal pugno di Aiolia descrivevano sì una fitta rete attorno al Warlord, ma non colpivano in suo corpo: andavano, invece, a colpire le braccia, i porsi le mani che si muovevano per colpire, deviandone la direzione, mandandoli a vuoto.
"Incredibile! Una strategia brillante, davvero. Non potendo arrestarmi, hai deciso di deviare i miei colpi."
"E non è finita! Lightning Bolt!"
L'altra tecnica di Aiolia, il singolo pugno dalla potenza travolgente, saturo di energia elettrica, si levava ora contro il Warlord.
"Pensi di avere ragione di me usando questa tecnica? Non l'ho mai vista prima, ma non ho motivo di temerla. Forza colpisci in pieno petto!"
Il pugno impatto sul torace proteso di Naramsimha, e venne arrestato.
"Visto? nessuna forza al mondo può atterrarmi, neanche il tuo pugno!"
"Canti vittoria tropo presto... Questo è il vero effetto del mio colpo! Lightning Bolt!"
L'energia elettrica si scaricò sul corpo del Warlord.
"Aaaa"
L'urlo di dolore salì fino alla volta di roccia della grotta. Naramsimha cadde in ginocchio.
"Che scarica intensa... Non avevo mai provato niente di simile. Eppure, è totalmente diversa da quella usata prima, nel Lighting Fangs, è immensamente più potente. Possibile che si tratti..."
"Sì, è la Keraunos che mi fu donata da Titano Ceo. Finalmente posso tornare a usarla in difesa di Athena!"
"Non è solo la Keraunos... C'è qualcosa di diverso in te... Ma certo- l'Incarnazione spalancò gli occhi sbiancando- Dunamis! L'atavico potere dei Titani! Come hai potuto fare tuo un tale potere?"
"Mi fu infuso dal Titano Ponto, nel tentativo di asservirmi ai suoi scopi. Ma il mio cuore non si è lasciato sedurre dal potere."
"Vedo... La Keraunos assorbe il potere sia dal Cosmo sia dalla Dunamis, ponendo in perfetto equilibrio le due forze. Ma tutto questo genera uno stress fortissimo, che indebolirà il tuo fragile corpo umano."
"Non esserne così sicuro. Ora come ora, posso respinger tranquillamente il più forte degli attacchi, persino i tuoi."
"Lo credi davvero? Dubito che sarai davvero in grado di respingere l'attacco che sto per scagliarti contro, il mio colpo più forte.-Alzò la mano destra, torcendo il polso, la mano piegata l'indietro mentre mostrava il dorso della mano al nemico- Management f Ideato!"
Se gli attacchi precedenti di Naramsimha erano devastanti e inarrestabili, questo li surclassava in potenza. L'onda durto generata disintegrav totalmente la roccia, quasi fosse burro di fronte a un incendio dilagante.
"Notevole. Prima hai avuto il coraggio di lasciarti colpire dal mio pugno, senza conoscerne gli effetti. Ora, ti ricambierò il favore: colpisci con tutta la tua forza, io non mi difenderò!"
"Sei impazzito? Questo vuol dire morte certa. Ma se pensi che io mi faccia scrupoli, che trattenga il mio colpo, ti sbagli! Ammiro la tua forza di volontà, il tuo ardimento e il coraggio che stai dimostrando, ma la sconfitta dei Saint è ciò che il grande Ares vuole, e non sarà io a tradire i suoi desideri. Muori! Judgement of Death!"
Aiolia lascio penzolare le braccia lungo i fianchi, i pugni chiusi. Gli occhi, nuovamente con le pupille verticali, rimanevano aperti di fronte all'avanzare dell'energia nemica.
L'esplosione del Judgement of Death fu immane, un boato assordante. L'energia liberatasi salì verso l'alto, disgregando il soffitto, fino a raggiungere la superficie.
I raggi del sole scesero, per la prima volta, nel regno sotterraneo di Ares.
Avvolta dai raggi solari, una figura scintillava, quasi avvolta e ammantata della loro stessa luce. Un figura fiera, forte ferina.
"Aiolia! Come ha i potuto resistere? Prima soccombevi contro il Foolish Claw, e ora riesci a subire, rimanendo indenne, un colpo diverse volte superiore? Contro di esso né la Dunamis né la Keraunos potevano protegerti"
"Probabilmente hai ragione, ma per tua sfortuna, in me si è risvegliato il più antico e potente potere legato al mio segno- fletté le braccia, gonfiando i muscoli al massimo- Invulnerable Skin! Contro di essa qualsiasi attacco è destinato a infrangersi come l'onda del mare sugli scogli."
"Invulnerable Skin...? Certo, ora ricordo! La costellazione del Leone rappresenta il leone Nemeo, l bestia invulnerabile che l'eroe Eracles sconfisse nella sua prima fatica. E il suo pelo era così duro che nessuna arma poteva scalfirlo, si dice abbia persino tranciato un dito all'eroe."
"Proprio così! E adesso, io dispongo no solo della protezione del Cloth, ma di una pelle impossibile da ferire, sia pure col più deciso dei colpi."
"La nostra è una situazione di stallo, quindi. Entrambi immuni ai colpi avversari, entrambi impossibilitati a ferire definitivamente il nemico. Il nostro scontro è destinato a non terminare mai, a durare in eterno."
"Sbagli! Io dispongo di un colpo ancora, il più potente. Ed ora, ho la certezza di poterlo usare con maggior controllo, senza che la sua potenza mi si rivolti contro. Photon Evoke!"
Attorno ad Aiolia si formarono migliaia di sfere luminosissime, come piccole stelle.
"Impressionante, ma non saranno certo delle lucette a farmi paura. Non credere che le sottovaluti, semplicemente, non mi lascerò toccare da loro."
"Vedremo se ci riuscirai. Photon Drive!"
Le luci saettarono verso Naramsimha, ma il Warlord fu lesto ad evitare il contatto con i corpuscoli luminosi.
Agilmente, evitava ogni singola sfera luminosa.
"Aiolia, speri ancora di eliminarmi con questi lumicini? Ma se non riesci neanche a sfiorarmi!?"
"Ne sei davvero sicuro? Ho osservato ogni tuo movimento con i miei Shinjyugan, e non mi sembra che tu possa dirti in salvo."
"Cosa stai dicendo?"
"Guardati bene attorno, e capirai!"
"maledizione, sono circondato!2
"Esatto, ora le luci sono tutt'intorno a tee non ti lasciano spazio sufficiente per evitarle. Volente o nolente, ti raggiungeranno. Photon Drive!"
I corpi luminosi si avventarono, tutti contemporaneamente, sul Warlord.
"Che razza di colpo... Pensavi davvero di battermi con questo? L'ho sentito meno di una puntura di zanzara... tutto qui il tuo potere?"
"Ancora non hai subito il mio vero attacco, mi sembra troppo presto presto per gongolare."
"Il vero attacco?"
"Certo. Photon Evoke richiama fotoni di luce intangibile, Photon Drive li scaglia nell'avversario, mentre l'ultimo colpo, in cui ora riverso tutto il mio Cosmo,l a Dunamis e la Keraunos, li fa esplodere dall'interno del nemico."
"Cosa? No, aspetta, non farlo..."
"Spiacente, ma non osso mostrare esitazioni, non contro qualcuno che non si è fatto scrupoli di accecare 'avversario. Photon Burst!"
I fotoni esplosero dentro il corpo di Naramsimha, generando una luce che fu visibile dall'esterno. Il corpo del Warlord si illuminò come una lampadina, mentre le energie del colpo, liberandosi, facevano a pezzi gli organi del guerriero, ne gonfiavano il corpo, e fuoriuscendo disgregavano completamente la Bloodmail.
"Battuto... Sono stato battuto da un misero umano, io che mi gloriavo di possedere una capacita distruttiva divina...."
Naramsimha si accasciò al suolo, gli occhi vitrei.
"Posso disprezzare la maniera spietata e sleale con cui hai condotto la battaglia, sussurrò Aiolia- ma eri un avversario forte e valoroso. Ti ringrazio! Combattendo con te ho potuto imparare molto, anche su me stesso. E riappropriarmi della forza deicida che tempo fa mi permise di fare strage dei Titani."
Guardo la Fortezza di Ares, che scintillava, per la prima volta, ai raggi del sole che filtrava dal buco causato dal Judgement of Death.
"Alexandros! Preparati, sto venendo a prendere la tua testa!"
"Zio Aiolia... Il tuo Cosmo sembra essere persino aumentato di potenza. Eppure, poco fa ho davvero temuto per te."
Aiolos del Saggittario, nipote del Saint del Leone e figlio di colui che aveva vestito il Cloth del Saggittario prima di lui, si era fermato, sentendo le energie del suo unico parente, da poco ritrovato, esplodere con nuovo e accresciuto vigore.
"Zio ci ritroveremo alle porte della Fortezza, te lo giuro."
"Ragazzino, non è una buona idea fare promesse che non puoi mantenere, sai?"
Aiolos guardò i Bersesker che, a decine, lo circondavano con la coda ddell'occhio quasi con disprezzo. Erano Bersesker di rango basso, dalle corazze che rappresentavano vari animali.
"Voi non siete altro che nullità rispetto un Gold Saint. Vi concedo di scappare, ma prima abbandonate qui le vostre corazze."
"Moccioso, sarai anche un Gold Saint, ma credi davvero di poter batterci tutti?"
"Perché, quanti siete? Anche se foste in mille, non riuscireste neanche a farmi un graffio, che dico nemmeno a sfiorarmi!"
"Maledetto impertinente! Crepa!"
Come una corrente di fiume impetuosa, i guerrieri dalle corazze rosse si avventavano sul giovanissimo Gold Saint.
Senza scomporsi, Aiolos caricò il pugno. Una corrente d'aria segui il movimento, avvolgendo i Bersesker, approfittando del loro impeto per sbilanciarli. Aiolos colpì. Con precisione, assestò una serie di pugni e calci. Attorno a lui, già quindici Bersesker erano caduti morti, le corazze totalmente a pezzi.
"Purtroppo, non ho ancora abbastanza maestria per fermare il mio colpo senza uccidervi, mi dispiace."
"Osi prenderti gioco di noi? Avrai anche ammazzato alcuni di noi, ma siamo ancora in tanti. Pensi di eliminarci un alla volta?"
"No, ci metterei troppo tempo, preferisco finirvi con un colpo solo. Atomic Thunderbolt!"
Il pugno di Aiolos generò una corrente d'aria molto intenso, nella quale danzava, in ampie spirali, una corrente elettrica molto intensa.
Era il colpi che Aiolos aveva ideato, basandosi sul Lighting Bolt di Aiolia. Il ciclone di eletricità travolgeva i nemici, senza dare loro scampo. Improvvisamente, però venne fermato.
Un nuovo arrivo tra i Bersesker, era intervenuto, bloccando l'attacco mortale
"Il nobile Kurma, dello Zaratan!"
L'arrivo del nuovo guerriero aveva suscitato un mormorio reverenziale tra i Bersesker.
Kurma era un uomo alto e possente. I capelli grigio scuri, radi e corti scendevano ai lati della testa , coprendo le orecchie. Erano contornato da un elmo a maschera, che riproducevano un muso squadrato, dotato di un becco corto e adunco. Il naso schiacciato si stagliava tra i due occhi neri, simili a pozzi d'acqua profondi tra le brevi rughe che sotto di loro formavano una corta tela. La bocca larga dalle labbra sottili e serie, che non indugiavano in sorrisi, sul viso florido ma severo.
Le spalle erano ampie, protette da copri spalla larghi, modellati a forma di mezze sezioni sferiche, formate da placche esagonali. L'ampio petto fino ai fianchi erano protette da una corazza formata da spire orizzontali. I bracciali erano formati da una corazza tozza e frastagliata di piccole righe, che formavano un reticolato come di rughe, e terminavano sul dorso del pugno formando una specie di zampa, dotata di cinque artigli corti e tozzi. I gambali e gli scrinieri erano modellati in maniera simile, ma la tozza zampa fungeva, anziché da fregio, da protezione per il piede.
"Nobile Kurma, stavamo per eliminare questo intruso, ma ci ha colpiti di sorpresa con quella sua strana tecnica..." i Bersesker si erano prostrati in ginocchio.
"Stolti! Solo degli idioti attaccherebbero in quella maniera un Gold Saint, un avversario di gran lunga superiore alle vostre forze. Lo sottovalutate perché così giovane?"
Il Bersesker abbassarono il capo, contriti dal rimprovero a loro rivolto.
"Certo, ci vuole coraggio per attaccare chi possiede un Cosmo così potente, ma va accompagnato ad un'attenta strategia. Forse, con la dovuta maniera, avreste anche potuto sconfiggerlo, ma attaccando frontalmente, basandovi solo sul numero, non avete nessuna speranza. Se non fossi intervenuto, vi avrebbe eliminati con uno solo dei suoi colpi."
"Mio signore, di certo di fronte a una delle Sei Incarnazioni, questo pivello non potrà nient"
"Silenzio, non ho certo bisogno di inutili esaltazioni da parte vostra. Ritiratevi, a questo giovane penserò io. Dirigetevi nella zona ovest: il vostro compito sarà di far convergere i Silver Saint e i Bronze Saint che si trovano in quella zona nella piana antistante la fortezza, e unirvi al nutrito gruppo di miei subordinati per annientarli. Niente colpi di testa! Non mi importa se rischiate la vita, ma dovete trascinarli in quella piana: lì troveranno la morte! Andate"
"Mhnf, ti è andata male ragazzino: lui è uno dei Warlord più esperti e potenti... Già, quando la battaglia si sarà conclusa, questo posto sarà già la tua tomba... Ah ah ah..."
Aiolos squadrava l'uomo di fronte a lui.
Gli sembrava strano fronteggiare un uomo che, dall'aspetto, aveva superato la quarantina, ma sapeva di non dover giudicare dalle apparenze. Per suscitare una tale riverenza, doveva essere un guerriero molto pericoloso...
"Mi hanno sempre insegnato a portare rispetto alle persone più anziane... Spero perdonerai la mia scortesia, ma la mia missione richiede che io mi scontri con te, e non posso fare favoritismi. Anche se mi ripugna levare le mani su una persona più anziana di me, non posso farne a meno."
"Non ti preoccupare- rispose Kurma – la guerra è come sono le guerre, e non si può certo badare ai convenevoli. Però, non credere di potermi battere solo per la tua giovane età. L'esperienza che possiedo mi da un enorme vantaggio su di te."
"Tra i Saint appena nominati, io sono il più giovane... Quindi questa lotta sarà tra il più giovane e il più vecchio delle due fazioni."
"Ti sbagli!"
"Cosa?"
"Tra i Warlord ce n'è uno ancora più vecchio di me, e altrettanto forte, se non di più. Colui che, prima di Alexandros, era il Warlord! Basta chiacchiere, combattiamo!"
I due alzarono le braccia, ponendosi in posizione di guardia.
Aiolos balzò per attaccare con un calcio, giocando in anticipo, usando la sua velocità e agilità per avere buon gioco sulla mole poderosa del nemico. Ma Kurma lo sorprese, deviando la gamba col dorso dell'avambraccio. I due si scambiarono una serie di finte, ognuno tentando di fare breccia nelle difese dell'altro, ma inutilmente. L'agilità e la velocità erano in equilibrio sulla forza e la robustezza.
Aiolos caricò il colpo. La corrente d'aria, che prima aveva sbilanciato i Bersesker, passò su Kurma senza però avere su di lui un qualche effetto. Aiolos colpì lo stesso, ma il suo pugno fu bloccato dalla mano di Kurma. Questi cercò di colpire con una testata, ma il giovane riuscì a fare un movimento laterale, evitando di venire colpito alla testa, ma venendo colpito alla spalla sinistra.
Spalla che si intorpidì per l'urto, mentre Kurma sembrava tutt'altro che stordito, anzi.
L'anziano guerriero prese l'iniziativa, avanzando con una serie di pugni e spazzate.
Aiolos riuscì solo a stento a no venire colpito. Improvvisamente, il ginocchio di Kurma lo colpì allo stomaco.
Lasciandosi andare al colpo, il Saint balzò indietro. Facendo così aveva parzialmente attutito gli effetti della ginocchiata, ma sentiva l'addome comunque indolenzito.
"Che guerriero straordinario. È abile, e profondo conoscitore delle arti marziali. Riesce ad annullare i miei attacchi, persino anticipandoli. Poco fa ha variato il suo ritmo per prendermi in contropiede. Non posso continuare così, devo prendere spazio e colpire con tutta la mia forza."
Deciso, balzò nuovamente all'attacco, ma mentre Kurma alzava il braccio per contrastare il suo attacco, deviò, usando le capacità di volo delle ali piumate della sua corazza, atterrando lateralmente davanti a Kurma. Sferrò il pugno, raggiungendo il fianco sinistro del Warlord.
Poi, un calcio sul ginocchio, facendo piegare la gamba robusta dell'avversario, per concludere con una spazzata laterale.
Kurma, all'ultimo istante saltò con una capriola all'indietro, evitando di venire atterrato.
"Bene, ora è scoperto, il momento che aspettavo. Atomic Thunderbolt!"
Aiolos scatenò il suo colpo segreto, imprimendogli la massima forza di cui era capace.
"Hard Body!"
Senza neanche prendersi la briga di usare le mani, Kurma ricevette il colpo in pieno peto. Teneva le braccia aperte lateralmente , piegate come se stesse gonfiando i bicipiti.
"Incredibile, ha ricevuto il mio colpo senza subire danno."
"Certo, lo Zaratan, il mio Avatar, era un'immensa tartaruga sul cui carapace riproduceva vegetazione e animali, in modo da sembrare un'isola. Così quando cacciava, attirava gli incauti marinai e li divorava, dopo averli affogati con l'immersione. Di fronte alla sua durissima e immensa corazza, i tuoi colpi sono niente. Island Trap!"
Kurma protese la mano destra, il palmo rivolto verso il basso. La roccia del pavimento si rimodellò, trasformandosi in una serie di monoliti attorno ad Aiolos, rocce che si muovevano in tondo, avvicinandosi. Improvvisamente, aumentarono, vibrando, la velocità avventandosi sul Saint.
Le rocce, scontratesi tra loro, si trasformarono in una serie di detriti che seppellirono Aiolos.
"Sotto questo cumulo di roccia si spegne la tua giovane vita, Saint del Sagittario.
Alla fine la mia superiore esperienza ha avuto ragione delle tue giovani membra. Avrei voluto scontrarmi col tuo predecessore, li sì sarebbe stato una vera sfida."
"Bhe, anche io avrei voluto incontrarlo- tra le fessure dei detriti filtrava un'intensa luce- ma temo che ti dovrai accontentare di me! Chiron's Light Impulse!"
I massi si sollevarono. Onde di energia concentriche, dorate, le avevano spostate, mente Aiolos, tendendo il pugno continua a lanciare centinaia di migliaia di colpi. Le onde dorate altro non sono che gli spostamenti d'aria provocati dai suoi colpi.
"Bene, un colpo molto più potente di quello che hai utilizzato prima.- Kurma era sospeso a mezz'aria, indifferente ai colpi che lo raggiungevano- Ma comunque inutile. Meteor Fall!"
Si scagliò contro Aiolos, tenendo le braccia incrociate.
Solo per un soffio, il ragazzo riuscì a evitare l'impatto.
"Accidenti, appena in tempo... Ma non credo che l'impatto col terreno lo abbia minimamente scalfito. Devo stare attento, sono certo che mi sta preparando un..."
Kurma apparve improvvisamente, uscendo dal terreno dietro di lui e passandogli un braccio attorno al collo, bloccandolo, sollevandolo e facendolo ruotare.
"Hanging Wirlwind!"
Aiolos si sentiva soffocare. Il movimento rotatorio e la forza centrifuga accentuavano l'azione soffocante di quelle braccia poderose.
"Devo fare qualcosa, subito, o per me è la fine. Chiron's Light Impulse.impulse."
Colpì verso il basso, e lo spostamento d'aria del colpo fu tale da sollevare entrambi i contendenti, in aia, il Saint era avvantaggiato, viste le caratteristiche del Cloth, le lunghe ali che gli permettevano di volare.
Riuscì a liberarsi dalla morsa ferrea.
"Ora tocca a me colpire. Chiron's Light Impulse!"
Libero di muoversi come meglio credeva, Aiolos investì Kuma col suo colpo segreto.
"Hard Body!"
Mentre veniva sballottato dai numerosissimi colpi, Kurma aveva attivato la sua superba tecnica difensiva. Tuttavia, veniva scagliato verso il pavimento, a causa anche della forza di gravità.
Aiolos, sfruttando le grandi ali, planò in picchiata, iniziando a correre. Raggiunse Kurma mentre questi si rialzava.
"Atomic Thunderbolt!"
Il colpo era stato lanciato a distanza zero. Impossibile da evitare. Ma Kurma non ne aveva bisogno: aveva attivato nuovamente la sua potentissima difesa.
"Maledizione, anche a distanza ravvicinata, riesce ad assorbire l'impatto."
"Te lo dicevo prima, ragazzo: avrei voluto conoscere il tuo predecessore. Lo vidi combatter una volta. Aveva un colpo segreto potentissimo, raramente ne ho visti di altrettanto potenti. Avrei voluto misurare le mie difese contro quella tecnica straordinaria.!" on un ampio movimento sferrò un potente manrovescio col dorso della mano destra, scagliando all'indietro Aiolos.
Il ragazzo si rialzò.
"Devo concedertelo, sei resistente. E prima, hai trovato una maniera geniale per liberarti dalla mia morsa. Hai talento."
"Devo aver ripreso da mio padre, allora."
"Tuo padre?"
"mio padre, l'uomo di cui porto il nome: Aiolos!"
Kurma sgranò gli occhi.
"Tu sei il figlio del precedente Saint del Sagittario?"
"Sì, e suo successore! Sono il figlio del guerriero con cui hai sempre voluto batterti."
"Allora, usa quella tecnica. Usa l'Infinity Break!"
Aiolos si ritrasse. Aiolia gli aveva parlato di quella tecnica, ma non era in grado di spiegargliela.
"Non la conosci? Così hai distrutto l'ultima speranza di realizzare quel sogno.. Per te è giunta l'ora della morte. Living Monster Island!"
Allungò le braccia in avanti come porgendo qualcosa con entrambe le mani.
"Maledizione, devo reagire. Chiron's Light Impulse!"
"inutile, questa tecnica infonde la forza difensiva dell'Hard Body mentre attacco. I tuoi colpi verranno deviati contro di me, senza ostacolare il mio attacco!"
Aiolos fu travolto, sballottato.
All'improvviso si senti afferrare. Due mani forti che lo prendevano per le spalle.
Non vestiva più il Cloth. Di fronte a lui un guerriero vestito con molta semplicità. Un uomo più alto di lui ma con un viso tremendamente familiare.
Un viso che aveva visto spesso allo specchio.
"Padre..."
"Figlio mio... Sei quasi un uomo e un Saint. Non potrei mai essere più orgoglioso."
"Ma sto per essere sconfitto. Perché non mi sei apparso, come ha fatto la coscienza di Sisiphus, durante l'addestramento? Avresti potuto insegnarmi la tua tecnica migliore."
Aiolos padre scosse la testa.
"L'Infinity Break è una tecnica troppo potente, gli insegnamenti per la sua esecuzione li ho intrappolata con un potente sigillo, perché solo una persona degna possa farla sua... Ma ora è il momento che tu la faccia tua. Ma stai attento, se non riuscirai a controllarlo perfettamente, potresti esserne travolto a tua volta."
"Padre, ti prego... Abbracciami almeno per una volta."
I due guerrieri, padre e figlio, si strinsero nelle loro forme spirituali.
"Figlio mio, in te rivivono il mio cuore, i miei ideali, il mio senso di giustizia... A te affido questo colpo. So già che ne sarai degno!"
Kurma guardava di fronte a sé, verso la sagoma che era stata travolta dal suo colpo segreto.
Non esprimeva nessuna emozione, il suo volto granitico.
Eppure, era deluso.
In quarant'anni di battaglie, nessun avversario aveva avuto ragione del suo potere. Le sue capacità difensive erano semplicemente troppo elevate.
Aveva sperato, in questa nuova guerra, di trovare un avversario abbastanza potente a fargli provare un brivido lungo la schiena. Invece, si era ritrovato a battersi con un ragazzino!
Certo, era coraggioso, ma il suo potere.. Limitato.
"pazienza, andrò a cercare i due Gold Saint più esperti, se non sono già stati uccisi..."
Un'esplosione dorata brillo a centro del suo colpo. Raggi luminosi fendevano l'aria, colpendo la terra, in maniera quasi casuale, provocando uno spostamento d'aria tale da interrompere il Living Monster Island.
"Cosa diavolo... Ragazzino, come hai fatto?"
Aiolos levitava a mezz'aria, le ali del Cloth che sbattevano leggermente, facendolo avanzare.
Guardava le mani aperte.
"Che colpo incredibile. Sembra una versione modificata del Chiron's Light Impulse, invece... È qualcosa di totalmente diverso!"
"Ragazzino!"
"Non sono un ragazzino! Sono Aiolos, Saint del Sagittario. E ora, preparati a realizzare il tuo sogno..."
"Cosa?"
"Proverai sulla tua pelle gli effetti della tecnica di mio padre, la tecnica che il suo paterno affetto mi ha trasmesso!"
"Mi stai prendendo in giro, ragazzino?"
Improvvisamente, alcuni punti della Bloodmail creparono.
"Cosa? Com'è possibile? Durante il Living Monster Island il mio corpo è protetto come se stessi attuando l'Hard Body. Perchè la corazza si è scalfita? Possibile che..."
Il Warlord guardò il ragazzino di fronte a lui, gli occhi velati dal dubbio.
"Allora è vero. Hai appreso la tecnica di tuo padre. Bene! Finalmente saprò chi tra i due aveva creato la tecnica più sovrannaturale, più irreale. Living Monter Island!"
"Questa è la stesa tecnica di poco fa,ma... Che potenza! Prima era potente, ma ora lo è tre oquattro volte di più. Si era trattenuto... Posso solo contare sulla tecnica che ho appena appreso. Infinity Breack!"
Aiolos alzò le mani, le dita rivolte in avanti, disegnando con esse un cerchio. Nugoli di frecce d'energia, che si muovevano a spirali, come fossero sospinte da un vortice, venivano sprigionati dalle sue mani. L'onda concussiva di Kurma e il ciclone di frecce di Aiolos si scontrarono, esplodendo.
Aiolos fu sbalzato a terra. La violenza dell'urto lo aveva ferito alla testa, e perdeva sangue anche dalla bocca e dal naso.
Kurma era in piedi, l braccia ancora tese in avanti.
"Dunque, alla fine. La mia tecnica si è rivelata superiore. Tu sei andato a terra, mentre io..."
Non finì la frase, che nuove crepe si crearono sulla sua corazza, che in diversi punti si disgregò.
Integre erano rimaste parte della corazza sul busto, il copri spalla destro, ricco però di crepe e buchi, come anche il bracciale sinistro, parte dello scriniero destro con la protezione del ginocchio.
"La mia corazza... Allora il suo colpo è riuscito a raggiungermi e ad avere ragione di me... No, non è esatto, solo la corazza ha riportato danni, io non ho ferite, neanche un graffio!
Allora, forse l'Infinity Breack non è all'altezza della sua fama, dopotutto."
"Sbagli, Kurma. Se ti fossi trovato faccia a faccia con mio padre, ora saresti morto.
L'Infinity Breack è davvero una tecnica unica, però, per quanto sappia ormai usarla, non ne ho ancora il completo controllo. Il tuo corpo è stato raggiunto solo dal trenta per cento dei miei colpi, o forse meno. La maggior parte dei miei fendenti si sono scagliati per terra, spinti dalla forza centrifuga- Aiolos indicò il pavimento dove buche, dalle aperture piccole, ma profondi si stagliavano tra lui e Kurma- Se possedessi un maggiore controllo, potrei manovrare le frecce d'energia generate dalla tecnica, annullando la forza centrifuga cui sono soggette, e raggiungendoti con un numero spropositato di colpi."
"Capisco. Quindi, se sono vivo, lo devo solo al fatto che non possiedi ancora la totale padronanza della tecnica. E questa, non puoi certo raggiungerla in pochi minuti. Questo pone fine al nostro scontro, e mi rende vincitore.
Meteor Fall!"
Stavolta, Kurma non si lanciò contro l'avversario, ma fece un movimento come per lanciare qualcosa con la mano destra. Aiolos, colpito, saettò indietro, una sia di sangue rosso disegnava l'arcata perfetta della sua traiettoria.
"Kurma, è inutile.- disse rialzandosi- Ho visto tutti i tuoi copi segreti. Ormai non hanno più effetto, su di me, sono in grado di proteggermi, , come minimo, di attenuare i danni ricevuti. Ormai, sei tu ad aver perso!"
"Perso? Contro di te? Ti illudi. Ora userò il mio colpo più potente in assoluto. Turtle Island Sudden Apparition!"
Nelle leggende, lo Zarata, o Tartaruga Isola, catturava i malcapitati che approdavano sul suo carapace, che riproduceva l'aspetto di un atollo tropicale. Me era anche in grado di emergere, improvvisamente, sotto una o più navi, provocandone il naufragio e avendo marinai alla sua mercé.
Così, il colpo più potente di Kurma provocava uno sconvolgimento sul terreno,che, come nell'Island Trap, andava deformandosi. La roccia prese a pulsare, generando un'ondulazione tale da scagliare in aria il Saint. A mezz'aria, Aiolos vide la vera insidia del colpo di Kurma. Le pulsazioni indicavano che il Warlord stava caricando con il Cosmo, i terreno d'energia. Dopo averlo scagliato in aria, l'energia si era innescata, pronta ad esplodere quando sarebbe caduto...
"Maledizione, devo reagire, se cado e l'energia esplode così, a distanza zero, verrò fatto a pezzi. Infinity Breack!"
Il nugolo di frecce tornò a vorticare.
Ma non poterono fermare la caduta.
L'esplosione rombò più potente di qualsiasi altra sentita, finora, nel regno sotterraneo, persino più del Titan's Nova.
Aiolos era a terra.
"Come hai potuto pensare di sconfiggere la terra stessa? Anche l'Infinity Breack non può nulla contro di essa. E così, si conferma la mia superiorità."
"N-non ancora, Kurma.- Aiolos si girò di fianco. Tremava, scosso da fremiti- Ho ancora una risorsa da giocare. La più potente di tutte. - dalla cintura estrasse, con la mano sinistra, un pentagono che si aprì, diventando un robusto arco d'oro, mentre la mano destra sfoderava, da sotto il copri spala sinistro, una freccia dello stesso materiale- Con queste, ti vincerò!"
"L'Arco e la Freccia d'Oro del Sagittario. L'arma migliore per coloro che sono protetti da questo segno zodiacale. Tuttavia, mi chiedo cosa intendi fare contro il mio Turtle Ispand Sudden Apparition!"
"Intendo fare questo!- Aioos saltò, le ali dorate incominciarono a battere, sostenendolo e, di fatto facendogli prendere il volo. Incocco la freccia all'arco, tendendolo e rigirandosi, puntando la punta della freccia contro il terreno.-Infinity Breack!"
L'energia del colpo si concentro sulla punta del dardo dorato.
Le dita della mano destra si aprirono, lasciando scoccare la freccia.
Come un fulmine dl cielo, la Freccia d'Oro cadde sul terreno ribollente, pulsante di potere.
Il terreno esplose.
Ma dall'esplosione, stavolta emersero nugoli di frecce di energia, tutte dirette, come scagliate da un plotone di arcieri, contro Kurma.
"Dannazione, che diavoleria è questa?- Il Warlord si protesse il corpo e il viso incrociando le braccia davanti a lui- Non passerà! Hard Body!"
Il numero quasi incalcolabile di dardi lo raggiunse. Le prime migliaia si infransero sul suo corpo, senza danno.
"Sì, riesco a resistere. Se questa è la tua ultima risorsa, ormai sei batt..."
Improvvisamente, qualcosa cambiò.
Le sferzate erano sempre più fitte, e ne sentiva gli effetti.
Prima, una sensazione come di tante piccole punture sul ventre.
Poi, la sensazione diventava sempre più pressante, sferzante.
I colpi sembravano sempre più potenti, la loro forza no scemava, anzi ogni freccia di luce sembrava sempre più potente. Poco a poco, sentiva il suo corpo trascinato indietro, spinto sempre di più. Kurma cercò di opporre ulteriore resistenza tendendo al massimo gli addominali, ma non servi a respingere le frecce.
Il loro impeto, alla fine, spezzò definitivamente la sua eccezionale difesa. Sollevato a mezz'aria, veniva trafitto dalle migliaia di frecce di energia. La Bloodmail semplicemente svanì, come fosse evaporata.
L'anziano guerriero cade al suolo.
"Davvero.. una tecnica...irreale, inumana. Ma è inumano che tu ne abbia acquisito un tale controllo, in così pochi minuti."
"Ti sbagli, in realtà non ne ho affatto il controllo. Ma sapevo che, facendo confluire gli effetti del mio potere nella freccia, questa avrebbe ricreato le condizioni dell'Infinity Breack, senza alcun difetto. Se avessi continuato a usarlo senza incanalarlo nella freccia, probabilmente ora sarei io a mangiare la polvere."
"Eh, eh, eh, forse ragazzo. Ma non credo. Se sei riuscito ad ideare un simile espediente, probabilmente saresti stato in grado di perfezionare la tecnica, e dominarla. Probabilmente, la situazione non sarebbe cambiata affatto. Sei un vero genio- sussurrò quasi mentre gli occhi gli si chiudevano- come tuo...padre!"
Alexandros aveva raggiunto la sua postazione, presso il cancello d'entrata delle mura, che conducevano su un lungo corridoio che collegava le mura al palazzo della Fortezza. A pochi metri dalla porta, Alexandros aspettava.
"Kurma, anche tu... Già è sorprendente che guerrieri del calibro di Rama, Varaha, per non parlare di Naramshimha, ma ora anche tu, che possiedi una difesa seconda solo alla mia. Sembra impossibile.
Mancano ancora Matsya e Vamana, gli ultimi membri delle Sei Incarnazioni. E i due Gold Saint cui vano incontro sono giovani, inesperti... Eppure non da sottovalutare!
Se dovessero passare, tuttavia, sarò io a eliminarli definitivamente!"
"Matsya, di Dagon, è il mio nome, Gold Saint. I tuoi pari hanno affrontato i miei, e ora a me tocca vendicare il loro onore sconfiggendoti, Saint dell'Ariete."
"Dunque, erano i Cosmi dei tuoi pari, mentre ho riconosciuto i miei compagni. Komyo, Baffalo, Aiolia e Aiolos. Ognuno di loro si è spinto ben oltre i loro limiti, e io non sarò da meno."
"Mi ricordo di te. Durante il nostro attacco al Santuario, il Cloth dell'Ariete si è disposto su di te. Hai combattuto bene in quell'occasione, ma non eri abbastanza forte per arrestare la nostra avanzata. Se non fossero arrivati Kanon e Aiolia, avrei potuto eliminarti io stesso.
Ma ora ne avrò l'occasione."
"Mi spiace per te, ma da allora ho completato l'addestramento e ho migliorato le mie tecniche d'attacco. Adesso sono un guerriero completo, non una facile preda."
"Parole sprezzanti. Ma corrisponderanno alla realtà? C'è un solo sistema per verificarlo: combattiamo!"
Matsya era un uomo alto un metro e settantadue, i capelli neri corti con riflessi blu-azzurri, gli occhi castano scuro, color caffè, la carnagione olivastra, labbra sottilissime, semichiuse, che mostravano denti leggermente ingialliti.
L'elmo era costituito da un diadema, con un ornamento sopra la fronte a forma di stella a cinque punte, le punte arrotondate e la superficie ruvida, zigrinata, come una stella marina.
I copri spalla orizzontali, finivano con una punta ed erano zigrinati lungo il bordo orizzontale superiore.
La corazza copriva tutto il corpo, modellando i muscoli con placche simili a scaglie a trifoglio. Alla cintura c'erano protezioni che scendevano sulle cosce e sull'inguine, di forma triangolare ma con le punte arrotondate.
Anche i lunghi gambali, con protezioni delle cosce sopra le ginocchiere ottagonali, che salivano sui lati delle cosce, più corte all'interno, più lunghi all'esterno.
Il Warlord calò il taglio della mano contro la Fronte di Kiki, ma il giovane si teletrasporto, riapparendo alcuni metri più a destra. Allungò la mano, il dito proteso, toccando lievemente la spala dell'avversario. I suoi occhi scintillarono, mentre liberava i suoi poteri telecinetici.
Ma Matsya non si mosse.
"Sorpreso, ragazzo? Non sei l'unico a possedere capacita esp!"
Si teletrasportò apparendo al fianco del giovane Saint e colpendolo l viso con un sinistro.
Il colpo era forte, ma non abbastanza da ferire un Gold Saint.
I due si fronteggiarono a livello psichico, lanciandosi addosso pietre di varia grandezza., teletrasportandosi cercando di cogliere di sorpresa l'avversario.
"Come esper siamo alla pari, non ci resta che confrontare le nostre tecniche, per vedere chi è il più forte. Psyko Impulse!"
"Starlight Execution!"
La luce intensa generata dal Saint si scontrò con un'energia nebulosa. Le due forze rimasero perfettamente in equilibrio. Annullandosi a vicenda.
"Darkest Impurity!"
Matsya non attese per lanciare un secondo attacco. Dalla mano uscì un cuneo di energia viola, sulla cui superficie conica si stagliavano punte e cunei che si aprivano e si chiudevano come tante tenaglie.
L'attacco era stato così repentino da lasciar di sorpresa chiunque.
Ma Kiki, che aveva appreso le arti psichiche da Mur, un sommo maestro dei poteri psichici, non poteva essere da meno.
"Crystal Wall!"
Il muro trasparente ma resistentissimo si scontrò con la trivella energetica.
Le punte laterali, aprendosi e chiudendosi, raspavano sul Crystal Wall.
"Incredibile, non riesco a respingere il colpo. Perché?"
"Sapevo che la tua tecnica respinge al mittente i colpi nemici. Colpire il Crystal Wall è come colpire la propia immagine riflesa, vero? Ma Darkest Impurity non è una semplice tecnica di emissione e materializzazione del Cosmo: è un prolungamento delle braccia, e come tale ne ho il totale controllo. Quindi, non solo non può respingerlo, ma continuerà a colpire fino a quando la tua difesa non crollerà, com'è destino che sia."
"Allora, non mi resta che attaccare prima che questo avvenga- alzò la mano destra, tenendo le dita aperte, di taglio; attorno alla mano apparvero delle scie luminosissime, scintillanti, che vorticavano attorno al braccio, simili a stelle comete- Preparati, nessuno sopravvive quando questi corpi stellari lo colpiscono. Sturdust Revolution!"
Muovendosi con traiettorie a parabola, i corpi luminosi si muovevano contro Matsya, che deviò il Darkest Impurity per proteggersi, usandolo come scudo.
Lo Sturdust Revolution si abbatè al corpo di energia viola, che esplose frantumandosi.
"Darkest Pikes!"
Le schegge della trivella di energia si avventarono su Kiki. Trafiggendolo.
Una scia di sangue solcava il volto del giovane, trapassato ulla fronte.
Poi, l'immagine del giovane svanì.
"Si è teletrasportato, ma deve aver subito delle ferite. Il mio Darkest Pikes posso manovrarlo e mantenerlo attivo, devo solo individuarlo- si concentrò al massimo- Eccoti" Darkest Pikes!"
lanciò nuovamente il suo colpo, girandosi sulla destra.
Kiki era lì. A tradir la sua posizione, alcune gocce di sangue che erano cadute per terra, e che Matsya, concentratissimo, aveva avvertito.
Il giovane esper non si fece perdere d'animo, allargando le braccia.
"Grande Mur, guarda quello che ho imparato. Starlight Extintion!"
Simile allo Starlight Execution, l'Extintion emetteva luce, ma mente la prima tecnica la concentrava il colpo solo in direzione del nemico, l'Extintion la lasciava espandere tutt'intorno, senza lasciare alcuna via di fuga, neanche usando il teletrasporto. La potenza del colpo fu tale da disintegrare le punte dirette contro il Saint, e travolgere il suo nemico.
"Ce l'ho.. fatta! Accidenti, quell'ultimo attacco mi aveva quasi preso- Kiki si asciugò la fronte, su cui scorreva un sottile rivolo di sangue- Me la sono vista proprio brutta..."
"Se quello era il tuo colpo più forte, allora non hai più speranze, Kiki!"
"Matsya! Com'è possibile, sei sopravvissuto allo Starlight Extintion!"
"Certo, tra i Bersesker, io sono il campione dei poteri paranormali. Sono riuscito a proteggermi, anche se il tuo colpo colpiva verso ogni direzione, no ho fatto altro che distorcere lo spazio attorno a me. Come vedi, non ho subito alcun danno. Mentre tu, ormai, hai consumato molte energie."
"Ma questo non vuol dire che sia del tutto indifeso, posso ancora combattere!"
"No, ormai, non puoi più! Appena hai disperso la tua ultima tecnica, ti ho colpito con la mia tecnica più potente. Ormai per te è finita. Amnesy of Exsistence!"
Gli occhi di Kiki divennero vitrei, mentre una scarica elettrica illuminava il suo sistema nervoso.
Kiki si sentiva scivolare nell'oscurità. Il suo cervello, pulsante, gli appariva di fronte agli occhi, ma sempre di più vedeva le cellule cerebrali morire.
"No, no, è possibile, è un'illusione!"
"Sbagli ti sto solo mostrando gli effetti del mio colpo. Uno alla volta, ogni tuo neurone morirà, lasciando il tuo corpo integro, ma in stato vegetativo. Sarai cerebralmente morto, e allora non conterà niente che il tuo corpo sia sano e forte.
Addio!"
"No, non è possibile!"
L'immagine del cervello svaniva nelle tenebre.
Kiki si pose le man alle tempie, mente il dolore lo sconvolgeva, facendolo urlare.
Cadde indietro, gli occhi vacui.
Era vestito sol della semplice tunica di cuoio che portava sotto al Cloth.
"Chi sono io?" disse.
Nel mondo reale, Matsya guardava Kiki, inginocchiato, gli occhi persi nel nulla.
"Mio signore Ares, offro la mia vittoria a riscattare la sconfitta dei miei fratelli. Posa essere la prima di molte vite che toglierò ai seguaci di Athena- urlò- Ora devo affrettarmi e raggiungere gli altri Gold Saint. Eliminare Kiki, che dopo Mur è colui che meglio padroneggia i poteri Psichici, era il mio obbiettivo primario. Ora che non c'è nessuno con poteri psichici paragonabili ai miei, potrò annientare l'esercito dei Saint anche da solo..."
Si voltò. Fatti pochi passi, sentì una specie di vertigine.
Scuotendo la testa per riprendersi, dissipò la strana nebbia che aveva oscurato il suo sguardo.
Era di nuovo di fronte a Kiki!
"Cosa? Eppure mi ero voltato per abbandonare Kiki al suo destino. Perché son di nuovo di fronte a lui?"
Si voltò nuovamente, ma poco dopo si ritrovò nuovamente davanti al giovane.
"Cosa? Che razza di sortilegio è questo. Perché non riesco ad allontanarmi da un uomo morto?"
Indietreggiando sentì un'improvvisa resistenza. Una parte di energia trasparente gli bloccava il passaggio.
"Un Crystal Wall? E quando è stato eretto? Forse mentre lo colpivo, ma perché è in questa posizione, e non di fronte a lui? Comunque mi basterò aggirarlo."
Cercò di raggiungere il limite del Crystal Wall, quando fu bloccato nuovamente: una seconda barriera, adiacente alla prima, gli bloccava il passo.
"Maledizione, cosa significa tutto ciò? Una seconda barriera? No, non sono solo due. Sono cinque in tutto, chiuse intorno a noi formando un pentagono. Una gabbia che non posso distruggere, altrimenti i miei colpi mi si ritorcerebbero contro.... Ma posso sempre teletrasportarmi!"
Per un attimo la sua figura svanì, per riapparire esattamente nello stesso punto.
"Cosa? I miei poteri non funzionano. E Questo, cos'è?"
Fili invisibili e brillanti erano attaccati al suo corpo e alla sua corazza.
Alzando lo sguardo, vide reticoli simili a tele di ragno, tutte costituite di fili di energia, trasparenti e iridescenti.
"Lo riconosco, è il Crystal Net, la tecnica con cui Kiki aveva cercato di intrappolare Alexandros, durante l'assedio al Santuario. Ora capisco. Kiki ha combinato le due tecniche per intrappolarmi!"
Crystal Cage!
"una gabbia che blocca i poteri psichici e impedisce il movimento. Quando mi muovo, urtando le pareti, esse mi teletrasportano, in qualche modo al punto di partenza. Sono in trappola! No, non del tutto, ripensandoci... Devo solo aspettare che le funzioni vitali di Kiki si interrompano, e questa trappola cadrà, priva di un Cosmo a sostenerla. Anzi, se non si decide a crepare in fretta- Alzò la mano sinistra tenendo la mano di taglio- ti aiuterò io!"
Nelle tenebre in cui lo avvolgevano sul piano Psichico, Kiki continuava ad urlare.
"Chi sono io? Chi siete voi?"
Visi che un tempo gli familiari gli apparivano di fronte, ma ora gli apparivano alieni, addirittura spaventosi.
Il viso, sempre sorridente e mite di Mur, l'uomo che lo aveva cresciuto e che considerava come un fratello maggiore, l'uomo che gli aveva insegnato tutto.
Il viso rugoso e infinitamente saggio di Sion, il maestro di Mur che incontrò, brevemente, durante la visita del Sacerdote al suo allievo, tanti anni prima, ricordo che Kiki aveva cancellato.
I visi di Seiya e degli altri Saint, e persino quello di Saori...
Tutti apparivano al ricordo di Kiki come alieni.
Il giovane Saint si perdeva nell'oscura amnesia provocata dal suo avversario. Ormai, aveva perso se stesso.
"Chi sono io? Chi siete voi? Rispondetemi!"
Ma il silenzio era l'unica risposta che gli giungeva, insieme all'eco delle sue grida.
"Che senso ha tutto ciò... Sono così stanco. Sarebbe più semplice forse, lasciarsi andare...?" stava chiudendo gli occhi, per lasciarsi andare ad un sonno infinito.
"Non puoi! Tu sei ciò che sei, e ciò che hai sempre voluto essere!"
Una voce fievole ma potente si era fatta largo nel silenzio di echi disperati dell'amnesia.
Kiki riaprì gli occhi, cercando il proprietari di quella voce, fievole ma potente.
"Torna in te, hai tutti i requisiti per poter vincere questo oscuro potere che ti tiene prigioniero."
"Chi sei tu? Mi conosci?"
"No non ci siamo mai incontrati... Ma sono colui che per primo ha indossato la corazza che ora è tua."
"Corazza? Quale corazza? Io non sono certo un guerriero."
Una figura di oscurità remota, così intensa da stagliarsi sull'ombra generata dall'Amnesy of Existence.
Una figura umana, che vestiva una corazza stranamente familiare.
"Tu non sei un guerriero? Allora come lo spieghi, questo?"
La figura alzò una mano, generando una luce abbagliate.
Kiki ne fu avvolto. Un secondo dopo, si ritrovò vestito di una scintillante corazza dorata, la cui forma rivedeva nella figura troneggiante dinnanzi a lui.
"Un'armatura... così familiare, quasi l'avessi vista altre volte. Eppure... Sì io la conosco, lo sento."
"Certo la conosci. Dì il suo nome...."
Kiki aggrottò la fronte, concentrandosi al massimo, socchiudendo gli occhi.
"Ma certo! È il Gold Cloth dell'Ariete!"
Improvvisamente, nel buio si accesero diverse luci, simili a piccole stelle pulsanti.
"Cosa succede?"
"Ricordando, Kiki dell'Ariete, hai invertito gli effetti del colpo del tuo avversario. Ecco, le cellule del tuo cervello tornano a vivere, e presto sarai nuovamente padrone del tuo corpo."
"Ora ricordo tutto... Matsya! Mi ha colpito con la sua tecnica più insidiosa. Ma come posso fare? È un esper potentissimo, e non posso evitare di venire colpito nuovamente."
"Se succedesse, neanche io potrei aiutarti."
L'enorme immagine, ora, aveva acquisito forma e luminosità. Era un giovane uomo, magro, dai lineamenti delicati, quasi fanciulleschi. Gli occhi erano di un colore azzurro quasi trasparente, quasi bianco. I capelli biondo cenere.
"Allora cosa posso fare?"
"Tu hai grandi poteri, così grandi che Mur decise di sigilarli. Per farlo, richiamò la mia coscienza, legata indissolubilmente al Gold Cloth. La coscienza di Frisso, il primo Saint dell'Ariete! E la mia coscienza si è trasferita dal Cloth in te, per contenere un potere che non eri pronto a gestire. Ma per me è l'ora di sciogliere il sigillo, e farti diventare ciò che eri destinato. Restituirti la piena totalità dei tuoi poteri. E sperare che essi non ti travolgano. In più ti farò un dono."
"Un dono?"
"Tra tutti i miei successori, tu si quello che possiede un potere simile al mio. È giusto che io ti trasmetta anche la mia tecnica più potente, quella da cui hanno avuto origine le tecniche che già conosci. Falla tua, insieme all'immenso potere psichico cui sei destinato!"
Il giovane gigante allargò le braccia, circondando Kiki. Il giovane Saint, stretto da quell'abbraccio si sentiva nudo. Attraverso il Cloth, percepiva un calore intenso che lo avvolgeva, stuzzicando la pelle; la luce abbagliante raggiungeva il cervello di Kiki.
Come se un fiume distruggesse una diga che lo trattiene, così la mente di Kiki si espandeva, più di quanto Kiki evase esperienza.
Il giovane si accorse di avere di nuovo i suoi ricordi. I volti degli amici e dei suoi cari lo riempivano non di sgomento, ma di tranquillità.
Si sorprese, quando sentì, sotto il suono dei suoi pensieri, altri suoni come altre voci che parlavano.
Riconobbe alcune voci, voci familiari amichevoli. Presto riconobbe anche altre, che conosceva da meno tempo, mentre molte altre gli erano sconosciute.
Spaventato, temeva che il vociare avrebbe travolto la sua coscienza. Si sorprese capace di controllare l'afflusso di suoni telepatici che gli arrivavano: era in grado di leggere tutte le menti, senza che esse invadessero la sua. Sua era comunque la coscienza dominante. E capiva anche che questo poter era in continua crescita: presto pensieri in lingue a lui sconosciute risuonarono lievi come sussurri. Era in contatto con ogni persona sul pianeta!
Presto, una voce lo raggiunse, dal suono radioso, felice.
"Kiki!!!" disse.
Saori!
Athena!!!
Kiki si riscosse.
Sul pian psichico, Matsya stava calando la mano sul collo di Kiki.
Ma il suo braccio venne bloccato.
Una mano, guantata d'oro, aveva abilmente afferrato il polso, torcendolo con forza inaudita.
"Maledetto, come hai fatto a risvegliarti?" Matsya non credeva ai propri occhi: per la prima volta, la vittima del suo colpo migliore si era riscosso, sfuggendo ai suoi effetti.
"Ammetto che non è stato facile, sono stato aiutato, ma se ti dicessi da chi, forse no ci crederesti."
"Non mi interessa. Che tu ti sia riavuto o meno, soccomberai comunque di fronte al mio potere!"
Matsya alzò la mano. Al suo comando pietre di varie dimensioni si sollevarono, volando a grande velocità contro il Saint.
"Tutto qui? Banale. E inutile!"
Kiki alzò un dito. I massi si fermarono, cadendo pesantemente sul terreno.
"Cos? È la prima volta che qualcuno interrompe così un mio attacco telecinetico. Dove hai trovato tutta questa forza?"
"L'ho sempre avuto, solo non lo sapevo. E comunque, non mi sono limitato a bloccare il tuo attacco."
"Cosa? Ma come... Non riesco a muovermi!"
"Già. Ora sei tu a ritrovarti inerme. Vai!"
Con un gesto pigro, Kiki mandò Matsya a schiantarsi su una delle pareti del Crystal Cage.
Ogni volta che il corpo del Warlord colpiva le pareti trasparenti dell'enorme gabbia, l'energia gli distruggeva parte della Bloodmail, mentre la parete, dotata delle stesse caratteristiche del Crystal Wall, scaricava l'energia cinetica sullo stesso Matsya. Come una pallina da ping pong, Kiki faceva rimbalzare Matsya da una parete all'altra.
Con la Bloodmail piena di crepe, Matsya cade a terra, liberato dalla morsa mentale di Kiki.
"Accidenti, ragazzino, che forza mostruosa. Se non fossi anche io un potente telecineta, avrei subito danni molto maggiori. Ma per te è la fine!"
"La fine? In realtà, non mi sono nemmeno riscaldato."
"Cosa intendi? I tuoi poteri sono cresciuti così tanto?"
"Non immagini nemmeno quanto siano cresciute le mie capacità. Hai appena sperimentato quanto sia diventata più potente la mia telecinesi. Vuoi subire il resto?"
"Potente o meno, no riuscirai a sopravvivere al mio attacco. Prima ho commesso la leggerezza di non finirti subito, dandoti il tempo di riprenderti, ma ora ti finirò subito. Amnesy of Existence!"
Di nuovo, Matsya scatenò la sua tecnica telepatica, preparandosi a spegner definitivamente la mente di Kiki.
Mentre tendeva il pugno sul nemico, il Warlord entrava nella sua mente: il pugno, che prima aveva lanciato di soppiatto, serviva a direzionare con violenza la sua energia mentale.
Matsya era certo di aver nuovamente buon gioco nello spegnere la mente del suo avversario.
Ma si ritrovò sorpreso.
Non era più la mente che aveva colpito prima.
Tra le connessioni psinastiche della mente di Kiki, percepiva pensieri vaganti, casuali, una moltitudine di suoni sul piano astrale, come se la mente di Kiki fosse un ripetitore per ogni pensiero.
Forse, per riuscire ad attuare la propria strategia, Matsya avrebbe dovuto spegnere ogni singolo pensiero: il loro suono, infatti, vanificava gli effetti dell'Anamnesy of Existence. Ma come poteva farlo, quando tra le voci mentali riconosceva i suoi stessi pensieri?
"Sorpreso, Matsya?"
"Kiki! Cos'è successo? Questa è davvero la tua mente?"
"Sì! È la mia mente dotata dell'incredibile potere telepatico che non sapevo di possedere."
"Incredibile! Una tale energia psionica, riversata in un solo cervello, sovrasta gli effetti del mio colpo.
Sono... Inerme!"
"Allora, Matsya, esci dalla mia mente! Ora!"
La coscienza di Matsya torno nel suo corpo. Kiki lo fronteggiava, con un sorriso sereno.
"Perché sorridi, ragazzino! Pensi di aver vinto solo perché possiedi poteri telepatici così superiori?"
"Dovresti essertene reso conto: sono di gran lunga troppo potente per te. Arrenditi, ti risparmierai una fine prematura."
"Fossi matto! Sei potente, ma la potenza non è tutto. Inoltre, ho già visto tutte le tue tecniche, e sono in grado di contrastarle facilmente! Quindi, non vedo come tu possa nuocermi."
"Vediamo. Sturdust Revolution!"
Di nuovo, Matsya si circondò di un'energia che distorceva lo spazio, che assorbiva gli effetti del colpo del Saint.
"Vedi? Fintanto che potrò difendermi così, ogni tuo colpo verrà teletrasportato in una dimensione adiacente, dove si disperderà senza che io ne subisca danno."
"Bene, ma cosa succederebbe se il mio colpo fosse in grado di colpirti anche attraverso le dimensioni?"
"Cosa?"
"Di cosa ti sorprendi? Le Andromeda Chain hanno la capacità di cercare e colpire il nemico ovunque egli sia, anche attraverso lo spazio e le dimensioni."
"Certo, conosco il potere di quell'arma, ma con me non avrebbero comunque effetto: le bloccherei con la telecinesi!"
"Tuttavia, io posso colpirti superando ogni dimensione, e lo spazio. Con un colpo che mi è stato tramandato dal primo custode di questo Cloth, Frisso!"
"Frisso dell'Ariete? Impossibile, di lui non si sa niente. Come puoi asserire di aver appreso una tecnica da lui usata?"
"Perché è stata la sua coscienza a tenere intrappolati i miei poteri, ed a restituirmeli ora, liberandomi dagli effetti della tua tecnica. E donandomi un colpo che vanifica ogni via di fuga. Sturdust Collision!"
I corpuscoli stellari saettarono nuovamente attorno al corpo rivestito dall'armatura dorata, per scontrarsi tra loro per poi... sparire!
"Tutto qui? Questa sarebbe la tua terribile tecnica? Come vedi, non ho avuto bisogno di difendermi, contro un attacco che si annulla da solo...."
Le parole di Matsya avrebbero continuato a schernire Kiki, se una luce improvvisa non avesse avvolto la spalla destra del guerriero, esplodendo e tranciandogliela di netto.
"Impossibile.... Come puoi avermi colpito, il mio scudo di spazio distorto era attivo, avrebbe dovuto assorbire qualsiasi assalto."
"Con un colpo normale, sarebbe accaduto. Ma lo Sturdust Collision è una tecnica fuori dalla norma. Quando i corpi stellari si scontrano esplodono, generando un passaggio attraverso le dimensioni adiacenti. Qui, la luce dell'esplosione, simile a quella dello Starlight Execution o dello Starlight Extintion, si espande per riapparire poi sull'obbiettivo dell'attacco."
"In pratica, il tuo colpo si teletrasporta sull'obbiettivo..."
"Esatto! E la tua difesa è per il mio colpo come un faro: attraveso un passaggio già aperto, può individuarti con maggiore facilità. Inutile dirlo che è il mio potere psichico a guidarlo, anche attraverso le dimensioni..."
"Maledetto! Ma con n colpo del genere non puoi difenderti! Darkest Pikes!"
Cuspidi di energia violacea saettarono dalla mano rimasta del Warlord, puntando su Kiki.
"Sturdust Colision!"
Con precisione chirurgica, l'energia della tecnica si manifestava facendo esplodere ogni singola cuspide.
"Incredibile. Sei riuscito a teletasportare il tuo colpo per intercettare i miei."
"Ti sei convinto, adesso? Arrenditi, e avrai salva la vita!"
"Arrendermi di fronte a un ragazzino? Mai, per quanto io riconosca la tua superiorità!- Matsya riprese a bruciare il suo Cosmo- Non mi resta che attaccare nuovamente con la mia tecnica più potente, solo che, adesso, concentrerò il mio potere a livello psicocinetico. Non colpirà le cellule cerebrali, ma quelle del corpo. Amnesy of Existence!"
"Sei pazzo! Non mi lasci altra scelta: Sturdust Collision!"
L'attacco psichico di Matsya era impressionante. Per quanto le risorse di Kiki fossero diventate quasi illimitate, non fu in grado di arrestare l'ultimo attacco.
Ma lo Sturdust Collision, che era stato lanciato un'ultima volta, alla massima potenza, avvolse il suo bersaglio nella sua luce fulgida e splendente. Come un corpo esposto alla luce di un'esplosione atomica, il corpo di Matsya si disintegrò in pochi secondi, insieme alla Bloodmail.
Kiki, in piedi, curava con la psicocinesi le numerose ferite subite dall'ultimo attacco.
"Tutta questa determinazione... Ti invidio, Matsya. Anche di fronte a un nemico più forte, non hai voluto arrenderti. Invece io stavo per farlo. Sono ancora immaturo. Ma pero che, la prossima volta che mi scontrerò contro un avversario dal potere soverchiante, saprò comportarmi come te. Riposa in pace, sei stato un vero guerriero!"
A diversi chilometri di distanza, un Warlord fissava il punto dove, poco prima, un luce intensissima era esplosa, per poi dileguarsi.
"Matsya, anche tu... Sei stato sconfitto! Delle Sei Incarnazioni al servizio di Ares, rimango solo io a dover affrontare la sorte e il nemico, che immagino sia tu giovane Saint."
Jacov, circondato di cristalli di neve danzanti, teneva in mano il corpo di un Bersesker, completamente congelato.
"Ho percepito i Cosmi di diversi miei compagni esplodere come non mai, a una certa distanza da qui. E mi sono accorto che ognuno si trovava a una precisa distanza l'uno dall'altro. Di certo non era una coincidenza, quindi ho calcolato dove poteva essere un altro Warlord, e alla fine ti ho trovato... La presenza dei tuoi sottoposti è stato solo una perdita di tempo, per me."
"Saint dell'Acquario, la tua forza congelante non è ancora pari ai tuoi predecessori. Ma neppure il grande Camus avrebbe potuto qualcosa contro di me, Vamana di Windigo, delle Sei Incarnazioni!"
"Verifichiamolo. Diamond Dust!"
Tendendo il pugno contro Vamana, Jacov sprigionò cristalli di neve che, volteggiando, raffreddavano l'ambiente circostante.
L'aria congelante raggiunse Vamama, ma sembrava no attecchire. Contro altri avversari, questo colpo li aveva congelati completamente, provocando successivamente la disgregazione del corpo.
"Un gelo così misero è indegno di un Gold Saint. Forse la forza di Camus era sufficiente da impensierirmi, e senz'altro lo è la forza del Saint del Cigno, che ha superato Camus con le sue capacità congelanti. Ma tu...
Il tuo gelo non intacca né me né la mia corazza"
"Forse non posso riuscire a congelarti, ma posso comunque bloccarti. Koliso!"
Puntando un dito contro l'avversario, Jacov emise un singolo raggio di energia fredda, che si divise attorno al Warlord, creando degli anelli di correnti fredde, anelli che aumentavano di numero e di intensità.
"Fintanto che questi anelli danzeranno attorno a te, non potrai muoverti. Insufficiente o meno, il mio gelo avrà buon gioco, potendoti colpire liberamente, non credi?"
"Pensi di bloccarmi? Il Windigo è una creatura del nord America dalle caratteristiche divine: nasce da una maledizione divina contro chi si macchia della colpa del cannibalismo. La maledizione trasforma il cannibale in una creatura animaloide. Enorme. Forte. Immune al gelo!"
Con un singolo passo, Vamana oltrepasso gli anelli di aria congelante.
"Visto? Non basta un gelo di temperature così misere per bloccarmi. Né una tecnica così insulsa! Cannibal Party!"
Vamana tese entrambi i palmi contro il Gold Saint. Dietro di lui la sua aura assumeva la forma di un enorme creatura umanoide dal pelo bianco, la mascella aperta piena di zanne aguzze.
Jacov cercò di parare il colpo tendendo la mano destra, emettendo aria congelante per riflettere il colpo. Ma le zanne affamate di carne umana del Windigo oltrepassarono i cristalli di ghiaccio, raggiungendo le carni del Saint, laddove il Cloth non lo proteggeva. Ferito, scaraventato in alto, Jacov sentiva il calore del sangue scorrere sulla pelle.
"Una così misera resistenza. Tra tutti i Saint, sei il più indegno di indossare la corazza destinata a chi domina più di tutti le forze del gelo."
"Certo... Hai ragione, Hyoga è di gran lunga superiore a me. E non credo di poter raggiungere un livello a lui paragonabile se non tra diversi anni. Ma questo non mi rende certo un debole. Anche se il mio gelo è inadeguato, è più che sufficiente ad usare questo colpo. Aurora Execution!"
Jacov unì i due pugni sopra la testa, le braccia tese. Abbassate i pugni verso l'avversario, emise il suo potere: cristalli di ghiaccio adamantini, in grado di congelare e distruggere contemporaneamente.
Il potere dell'Aurora Execution attecchì.
Vamana fu circondato dal ghiaccio, e rinchiuso. Ma non si disintegrò.
Il blocco di ghiaccio che lo aveva avvolto rimaneva integro, non esplodeva, distruggendo gli atomi della persona colpita.
Vamana tese un muscolo.
Il ghiaccio si ruppe.
"Sai eseguire bene quel colpo. Ma un potere inferiore rimane sempre un potere inferiore, non è sufficiente che tu sappia dominare un tecnica superiore, se il tuo potere è insufficiente ad esprimerla nel migliore dei modi.
Ammira, invece, un vero potere. La furia devastante del Windigo.
God Beast Curse!"
Vamana alzò il braccio sinistro, le dita chiuse a parte l'indice, mentre con l'altro indice indicava il suo avversario.
Jacov si sentì trafiggere in ogni centimetro della pelle.
La sentiva lacerarsi, sotto il Cloth, sentiva il corpo infiammarsi dal dolore
'Rimani calmo!- era la voce di Hyoga durante l'addestramento- Per dominare le energie fredde, bisogna dominare le emozioni, e rimanere impassibili. Questo non vuol dire negarsi le emozioni. Vuol ire non lasciarsi travolgere da esse. Odio, Paura. Amore. Rabbia. Non bisogna negarle, anzi, bisogna accettarle. Sono emozioni potenti, e se vuoi dominare la tecnica congelante, devi sfruttare il potere di queste emozioni, e dominarle perché, con il loro potere, tu possa manipolare gli atomi, abbassando le temperature. Ricorda, rimani sempre calmo e impassibile!"
Jacov aveva paura. Soffriva.
Il suo istinto gli diceva di lasciarsi andare.
Ma lui si fidava di Hyoga. Si fidava di ciò che gli aveva insegnato.
Ed era certo di avere, comunque una chance di vittoria.
Resistendo all'impulso di piangere dal dolore, si rialzò, stringendo i denti.
Scrollava la testa, per non svenire dal dolore, mentre, con le mani, accarezzava il corpo attaverso il Cloth. Jacov emetteva aria congelante per fermare le emorragie causategli dall'attacco di Vamana. Pian piano, i sentiva rinvenire.
"Ragazzo, sarai debole, ma devo spezzare una lancia per la tua resistenza. Sei tenace!"
" Ti sbagli, sono molto più debole di quel che pensi. Se mi lasciassi andare, la paura e il dolore avrebbero il sopravvento su di me. E sarei finito.
Ma c'è una cosa che è più potente del dolore, della paura che mi sconvolge la mente. Un potere che mi permettere di resistere."
"E di cosa si tratterebbe?"
"La fiducia che ho per il mio maestro, la persona che più stimo al mondo. Adesso non sono certo alla sua altezza, ma ho giurato di renderlo orgoglioso di me. Non sarò spergiuro, quindi, sappi che non mi lascerò sconfiggere, né fuggirò!"
"Sei coraggioso. Ma non ti accorgi che non hai possibilità? Hai usato il tuo colpo più potente senza risultati. Hai subito il mio colpo migliore e, anche se sei ancora in piedi, riesci a tenerti su a stento.
Non illuderti, con il prossimo attacco, ti finirò. Anche se debole, sei degno della corazza che porti, Jacov. God Beat Course!"
"Non subirò senza reagire. Ice Age!"
Jacov unì i palmi delle mani di fronte a sé, generando una corrente gelida che lo avvolse. Ma gli effetti del colpo di Vamana la attraversarono con facilità. Ancora una volta, Jacov venne travolto.
"Che razza di tecnica. La mia furia no è stata assolutamente rallentata.-Vamana si avvicinava a passi lenti- Cosa pensavi di fare? Di certo, non stavi attaccando.... ma quella non era certo una difesa adeguata, si è dispersa come niente, sotto la furia del mio colpo."
Avvicinatosi di un passo ancora, Vamana rabbrividì
"Cosa? Cos'è questo gelo improvviso?"
Si guardava intorno. L'aria era sempre più fredda, il suo alito usciva dalle labbra formando voluto di fumo umido.
"Cosa sta succedendo? No è opera del Cosmo di Jacov!"
"No, non è opera mia, almeno no direttamente- disse Jacov rialzandosi- Altro non è che l'effetto del mio ultimo colpo, Ice Age."
"Quella strana tecnica di poco fa? Che razza di effetti avrebbe?"
"Sai cosa sono le glaciazioni? Bene. Esse avvengono quando il ghiaccio si sviluppa così tanto da non venire sciolto. Quindi, continua ad espandersi ricoprendo tutto.
La tecnica che ho usato poco fa serve ad amplificar le correnti gelide generate dal mio Cosmo. È una tecnica di potenziamento. Gradualmente, l'aria influenzata da quella tecnica diventerà sempre più gelida, fino a racchiudere il potere di un millennio di gelo. E in questo modo, i miei colpi acquisiranno sempre più potenza.
La potenzia di un gelo durato mille anni!"
"Davvero? Fatico a credere che questo basti a farti vincere. Certo, ora fa più freddo, ma no basta certo a fermarmi. Cannibal Party!"
"Ice Age Koliso!"
Gli aneli di aria congelante avvolsero nuovamente Vamana, ma stavolta il Warlord si ritrovò realmente bloccato. Braccia e gambe sembravano imprigionate in solidi ceppi.
"Maledizione, il tuo potere è davvero aumentato!"
"Ti avevo avvertito. Grazie all'IceAage, posso superare i miei limiti, e raggiungee una temperatura molto vicina allo zero assoluto. Questo rende i miei colpi ancor più micidiali."
"Ma l'uso di questa strategia deve comportare qualche inconveniente, altrimenti, perché no l'hai utilizzata subito!"
"Hai ragione, comporta un inconveniente... Semplicemente, l'uso di questa tecnica mi sfinisce!
Ma contro persone che, come te, dotate di resistenza al potere congelante, questa tecnica è la mia estrema risorsa."
Jacov ricordava.
Sull'isola di Kanon.
Hyoga lo stava sottoponendo a un duro allenamento. Non avendo a disposizione il clima naturalmente freddo della siberia, il Saint del Cigno si faceva aiutare da Kaim del Reticolo. Alternandosi, avevano trasformato una parte della costa nord dell'isola in un ambiente polare. Le temperature erano rigidissime, e in quell'ambiente, Jacov aveva imparato a generare e dominare le correnti fredde.
Hyoga era un maestro gentile, ma severo.
"Jacov, hai imparato a dominare le correnti fredde. Ma questo non basta.
Ricordi cosa ti dissi sul congelamento della materia?"
"Che usando questa tecnica, si bloccano gli atomi della materia e poi la si distrugge più facilmente?"
"Esatto. Ma a volte, troverai nemici immuni al gelo, o talmente forti a respingerlo. No basta generare correnti fredde. Bisogna riuscire a portare il gelo a una temperatura tale che possa attecchire, mediante le tecniche, nella maniera più efficiente.
La temperatura in cui il gelo esprime il suo massimo potere è il Gelo Assoluto, pari a 273,15 gradi Celsius sotto lo zero. A questa temperatura, ogni cosa congela, anche i Gold Cloth dei Saint."
"Ma ottenere una tale temperatura è impossibile, Hyoga!"
"Non è vero Jacov. Io sono riuscito ad acquisire tale potere. Un giorno ci riuscirai anche tu. Allenati a portare la tua temperatura a un gelo sempre superiore!"
Tempo dopo...
Sembravano passati i mesi, invece erano passate poche ore. Lo spazio temporalmente dislocato dal Saint dell'Orologio faceva sì che le esperienze di allenamento fossero pari a quelle di mesi, anni. Oramai Jacov aveva concluso il suo addestramento, ma ancora non riusciva ad ottenere un gelo più intenso.
"Non preoccuparti, Jacov,-gli diceva Hyoga- con il tempo e l'esperienza otterrai risultati sempre migliori. Ora sei al livelo cui ero io quando ricevetti la nomina a Saint."
Ma Jacov sapeva di non potersi accontentare.
"Jacov che cos'è questo gelo? È superiore alla tua solita Diamond Dust!"
"Si tratta di una nuova tecnica, Hyoga, ideata per potenziare le mie risorse. L'ho chiamata Ice Age!"
Quello fu il momento più bello dell'addestramento.
"Il tuo gelo aumenta ancora... Che limiti hai, Jacov?"
"Se ti fa piacere saperlo, non raggiunge del tutto lo zero assoluto, ma ci si avvicina.
Ora preparati, perché intendo finire lo scontro."
"Pensi di bloccarmi totalmente- con uno sforzo sovrumano, Vamana si pose nella posizione della sua tecnica più potente- Lancerò nuovamente il God Beast Curse, e vedremo se avrai ragione del suo potere. God Beast Curse!"
"Prendi il mio massimo colpo. Ice Age Aurora Execution!"
Al cancello della Fortezza.
"Impossibile. Le Sei Incarnazioni, sono state sconfitte. Avrei potuto capire la sconfitta di uno o due guerrieri, ma di tutti e sei..-Alexandros guardava fuori dal cancello, il viso aggrottato- possibile che dei giovani Saint, alle prime armi abbiano potuto battere guerrieri secondi solo a me? Vuol forse dire che sono di fronte alla generazione di Saint più potente in assoluto?
Non importa! Fossero anche i guerrieri più forti mai apparsi tra le file di Athena, io sono comunque il più potente Warmaster che sia mai esistito. Vedremo chi vincerà."
Vamana era stato sconfitto. Il suo corpo giaceva, esanime, sul pavimento di roccia, la Bloodmail, congelata e disintegrata dagli effetti del colpo.
Jacov era in ginocchio. L'ultimo colpo l'aveva comunque raggiunto, e il giovane si curava le ferite, usando il potere del congelante per lenire il dolore e bloccare le emorragie.
Ansimava.
"Ho. Consumato troppa energia. L'Ice Age mi ha sfinito completamente. Ho...bisogno di riposare, ma no posso far aspettare Athena."
"Jacov!"
"Chi..? Athena?"
"Sì giovane Saint. Ho percepito il tuo valore e la tua dedizione. Te ne ringrazi, ma ti prego, ferma i tuoi passi e recupera le forze, la guerra è lungi dal finire e un avversario ben più pericoloso ti attende alla Fortezza. Recupera le forze. Dormi, concediti qualche minuto di ristoro. Lascia che ti trasmetta il mio Cosmo, affinché tu ritrovi il pieno vigore che ti si necessita."
"Athena...!"
Cullato dal Cosmo gentile della Dea, Jacov chiuse gli occhi.