Anime indomabili

Saori sentiva, distintamente i Cosmi dei suoi Saint ardere, all'esterno del palazzo in cui era tenuta prigioniera. Commossa dalla dedizione dei giovani, che rischiavano la vita per lei, pregava per loro, affinché potessero tornare, da questo scontro, se non incolumi, vivi.

La Dea Athena, le mani giunte, pregava per la salvezza dei giovani mortali che rischiavano la vita per lei. Questa era la Volontà di Athena: compassionevole e piena d'amore.

Mei avanzava, a passo sicuro. Rinascere a nuova vita era stata un'esperienza che lo aveva cambiato profondamente. Il Saint della Chioma, un tempo così spietato in battaglia, cosa inevitabile, visto che il suo maestro, Death Mask del Cancro, era un guerriero spietato, ora vedeva il mondo sotto un'ottica diversa, e comprendeva più profondamente la sacralità della vita. Sapeva che no poteva esimersi dal combattere, e aveva dovuto uccidere i nemici incontrati con l'efficienza cui il suo maestro lo aveva addestrato. Ma ora lo faceva quasi con riluttanza. Tornare nel mondo dei vivi gli aveva reso cara la vita, ed era restio a strappare il fragile filo dell'esistenza ai nemici. Tuttavia, aveva combattuto. Aveva ucciso, pur avendo dato ai nemici l'opportunità di arrendersi, sicuro di sé, il giovane Mistery Saint aveva usato il suo incredibile potere per distruggere pesantemente i Bloodmail, rendendo possibile la salvezza di Athena, e cercando di rendere inutile l'uccisione dei Bersesker. Molti era riuscito a stordirli, ma la maggior parte avevano cercato di contro attaccare, venendo uccisi dai fili taglienti generati dalla sua tecnica. Quasi in maniera simbolica, così come il suo carattere, anche il Cloth si era trasformato, rispetto a quando lo aveva indossato per sigillare il terribile Tifone.

Sentendo il peso delle vite cui aveva posto fine sulle proprie spalle, Mei aveva chiuso il suo cuore, così come il suo maestro gli aveva insegnato. Quale che fosse il suo pensiero, la missione aveva la priorità. Salvare Athena! E se contribuire a questo scopo era necessario tornare ad essere spietato, lo avrebbe fatto: una volta posta in salvo la Dea, avrebbe affrontato il rimorso e il dolore.

Con questi pensieri nella mente e nel cuore, il giovane aveva continuato il suo cammino, lo sguardo fisso alla meta. Con sorpresa, si accorse del giardino.

La ciglia rocciosa della caverna era dipinta di piccoli fiori sconosciuti. Simili a soffioni, ma più pesanti, visto che, al passaggio del Saint, non si dividevano in miriadi di parti. Erano tutti fiori della stesa specie, ma alcuni erano bianchi come la neve, altri erano colorati di rosa, azzurro, giallo e verde, in tenue tinte pastello. Passeggiando nel meraviglioso giardino che adornava la pietra, Mei sentiva il contatto con le minuscole corolle, soffici e delicate. Gli facevano il solletico.

"Che meraviglia! Mi domando solo per quale prodigio questa pianta ha potuto fiorire e sopravvivere nella nuda roccia, qui dove la luce e fioca, e appena rischiara il cammino. Questo giardino ha davvero qualcosa di miracoloso."

La mano destra del Saint accarezzò le piantine delicate che lo circondavano.

Ma proprio nel momento in cui le dita sfioravano dolcemente i piccoli fiori colorati, una forza imponente echeggiò dal nulla.

"Un Cosmo ostile. È potente, ma non riesco a distinguerne la provenienza, sembra che sia qui, tutt'intorno a me, ma non riesco a distinguerne la fonte. Dove sei, maledetto!"

Alzò il braccio destro, assumendo una posizione di guardia. E se ne accorse. Fili ora bianchi, ora colorati di tenue tinte pastello stavano avvolgendo il suo braccio. E non solo quello. Anche le gambe e il corpo erano parzialmente avvolte da quei fili, all'apparenza così delicati e morbidi. Ma l'apparenza è ingannevole. I fili, percorsi dal Cosmo aggressivo che Mei aveva percepito, non si strappavano quando il ragazzo cercava di romperli e liberarsi, anzi continuavano ad aggrovigliarsi al corpo.

"Maledizione! Questi strani fili mi stanno immobilizzando. Circondano il mio corpo, come lievi ma insidiosi ceppi, impedendomi i movimenti. Devo liberarmi assolutamente!"

"Inutili sforzi, ormai, Saint, sei caduto nella mia trappola.- una voce atona rispose alle parole del giovane guerriero di Athena- Ormai il tuo destino e di venire stritolato dal mio Cotton Yarn Smasher."

"Maledetto, quindi è opera tua. Vigliacco, mostrami il tuo volto e battiti contro di me!"

"Perché dovrei?- continuò la voce, con fare indifferente- Non mi interessa affatto combattere, soprattutto non ora che ti ho in mio completo potere. Perché dovrei rinunciare alla facile vittoria che mi si prospetta ora. Tuttavia, è giusto che tu conosca il tuo carnefice. Eccomi- e una figura umana apparve, quasi emergesse dal sottosuolo- sono Zolla del Vegetable Lamb!"

Il Bersesker emerso dal giardino che aveva incantato Mei era un giovane alto e allampanato. Il corpo, nervoso e sciolto, era alto intorno il metro e novanta, le braccia lunghe che ricadevano svogliatamente lungo i fianchi. I lunghi capelli neri, tirati su e leggermente all'indietro, gli occhi neri, acquosi ma vivaci, che mal si accostavano al viso, lungo e affilato, contratto in una smorfia di disprezzo e sadismo. Era compiaciuto del proprio potere e di avere in sua mercé un individuo. I suoi modi erano indolenti, quasi pigri. Di quella pigra malignità di chi cerca di ottenere tutto senza sforzarsi, senza darsi mai da fare, cogliendo le occasioni al volo, e schiacciando gli ostacoli con brutalità. Non c'era nobiltà, o coraggio, in lui. Solo cieca volontà di prevalere, a discapito di chiunque.

La rossa corazza che lo rivestiva, era in netto contrasto con la malvagità, visibile a colpo d'occhio, del guerriero cui era stata assegnata. I copri spalla e la corazza sul petto e la schiena era formata da lamine arrotondate, sferiche sulle spalle, ovali sul petto. Al centro della corazza, in protezione dello sterno, era scolpito un muso rotondo, caprino, dall'espressione bonaria e innocua. L'elmo, che circondava il viso, coprendo le guance, gli zigomi e passando poi sulla pronte, sembrava formato da intrecci di fili metallici che si amalgamavano, divenendo morbide palle, cucite tra loro. La cintura, liscia e uniforme, reggeva una conchiglia di fattura simile alla corazza, rotondeggiante e che andava a coprire l'inguine, salendo poi posteriormente e ricoprendo entrambi i glutei. Le braccia erano coperte da due bracciali, , dall'aspetto più tozzo, formato anch'essi da fili metallici, ma che non davano l'idea di morbidezza di altre parti della Bloodmail: erano, anzi, nodosi, simili a rami o radici di un albero o di un arbusto. Gambali della medesima fattura, che proteggevano lo stinco, e le ginocchiere, rotonde e apparentemente soffici, completavano la protezione del guerriero di Ares.

"Vegetable Lamb? E che cos'è, un barboncino?" lo schernì Mei

"Idiota! Vegetable Lamb, o Agnello Vegetale, è una creatura mitica: un agnello che nasce come una pianta e produce un materiale simile alla lana. Una creatura estinta, di cui si ha un lieve discendente in una pianta tuttora utilizzata nell'industria tessile: il cotone."

"Dunque tu saresti un coton fioc? Allora non sei una gran minaccia, se ci si pulisce bene."

"Bastardo! Sei in mio potere, e continui a sbeffeggiarmi... Pensi forse di poterti liberare dalla mia tecnica? Illuso! I miei fili continueranno a circondarti per stringerti fino a ridurti a un ammasso di carne informe. Ormai non c'è niente che tu possa fare, non è certo del comune cotone, quello che ti circonda: il mio Cosmo lo rende duro come l'acciaio!"

"Tutto qui? Pensavo peggio, vista la sicurezza che dimostravi. Comunque, sappi che le mie minacce disperate di prima avevano un solo scopo: farti uscire allo scoperto. Del resto, questi fili, per quanto resistenti, non sono all'altezza dei miei Fili Taglienti. Zanchi!"

Dal corpo di Mei, ricoperto di fili sottili di molteplici colori, fuoriuscirono esili linee, simili ad ombre di pura oscurità. Fili neri di metallo, di oricalco, il materiale di base che era stato usato per fabbricare i Cloth. La tecnica di Mei consisteva, mediante al Cosmo, di far espandere l'oricalco presente nell'armatura, rimodellandolo a guisa di fili resistentissimi di super metallo, affilati come rasoi. E i fili, neri come la notte, del Saint della Chioma, tagliavano con facilità gli esili ceppi che intrappolavano il Saint, mentre si espandevano in ogni direzione, a una velocità due volte superiore a quella del suono.

"Cosa sono questi?"

"Sono i miei Fili Taglienti, generati dal mio Cosmo e dal mio Cloth, il potere che mi è proprio, in quanto Saint della Chioma. Il mio Nome è Mei, Mistery Saint di Athena, Zolla. Pensare di avere ragione di me così facilmente è stato ingenuo da parte tua."

"Un Mistery Saint? Un Saint fuori casta, dotato però di poteri speciali... Interessante! Il bello, è che i nostri poteri sono piuttosto simili. Sembra quasi sia stato il destino a farci incontrare, per stabilire quali sono i fili più letali."

"Ormai non c'è più niente da stabilire, Zolla, i miei Fili Taglienti si sono allungati circondando il campo di battaglia. Ormai non hai modo né di evitarli, né di sfuggirli. Preparati a subire il mio colpo finale. Lost Children!"

Come guidati dalla volontà del loro padrone, i fili di oricalco iniziarono a scattare, avvolgendo il Bersesker. Sottili come ragnatele ma durissimi e taglienti, si muovevano a una velocità supersonica, mossi solo dal Cosmo di Mei. A contatto col corpo del nemico, non si fermavano: fendettero Zolla così come fendevano l'aria: come miriadi di spade mortifere, ridussero il corpo del Bersesker a brandelli.

"Mi dispiace aver dovuto porre fine alla tua vita, ma eri un essere indegno. Avrei preferito darti una possibilità di salvezza. Ma non posso permettermi il lusso di temporeggiare in un combattimento, specie quando il nemico colpisce in maniera così meschina. La posta in gioco è troppo alta. Piangerò per la tua fine prematura, Zolla, ma ora non posso indugiare oltre: la vita di Athena è in pericolo!"

Mei si voltò verso la rocca, riprendendo a passo deciso il proprio cammino, interrotto all'arrivo nello splendido giardino, che lo aveva ammaliato. Attorno a lui, i piccoli fiori di cotone continuavano ad ornare la nuda roccia.

Mei si fermò!

I fiori di cotone, così misteriosi e belli, dall'apparenza innocua, erano opera di Zolla, generati dal suo Cosmo. Il fatto che, alla morte del Bersesker, fiori non si fossero estinti, significava che lo scontro no era ancora finito.

"Esatto, Mei- risuonò la voce del Bersesker di Vegetable Lamb- non avrai erto pensato che sia così facile liberarsi di me. Quando mi hai attaccato, io non potevo in nessun modo evitare i tuoi Fili Taglienti, né muovendo mi a destra, né a sinistra, né tanto meno saltando: ero circondato. Ma nel tuo colpo c'è un punto cieco: il terreno. È nei miei poteri trasmigrare la mia coscienza sottoterra, così come faccio per generare i fiori che mi permettono di generare i miei fili omicidi. Cotton Yarn Smasher!"

Di nuovo, i fili sottilissimi si levarono dal giardino avvolgendo in spirali Mei.

"Pensi che mi lascerò nuovamente intrappolare? Ora che conosco quest'attacco, sarà mia cura tagliare i tuoi fili, senza i quali sei praticamente inerme."

Zolla riapparve uscendo lentamente dal terreno.

"Sei fin troppo ottimista, Mei. Ora come ora, il mio obbiettivo non è stritolare il tuo corpo nella morsa letale della mia tecnica, ma bensì bloccare i tuoi stessi fili. Saranno anche taglienti e affilati, ma se avvolti dal mio vello di cotone, non potrai in nessun modo liberarli, rimarranno bloccati, impediti di ritirarsi o muoversi. Così!"

I fili sottili scaturiti dai delicati fiori che circondavano i due guerrieri si aggrovigliarono a quelli scaturiti dl nero Cloth della Chioma. Il metallo di cui erano formati i Fili Taglienti stridette sotto la terribile, devastante pressione. Poiché i fili erano legati a Mei medianti il Cosmo, Mei aveva la capacità di sentire mediante loro, come se fossero collegati al suo sistema nervoso. Parte della sua coscienza soffriva, sentendo i fili pressati, soffocati, ormai in procinto, in alcuni punti, di spezzarsi.

Doveva generarne di nuovi, liberi e liberare i fili dalla trappola di Zolla, e poi attaccare nuovamente col Lost Children. Alzò il braccio sinistro. Il bracciale esplose, trasformando in una nugolo di fili neri, annodati a un'estremità al braccio, che si avventarono sul Coton Yarn Smasher, tagliando gli esili ceppi che bloccavano il Saint della Chioma.

"Lost Children!"

Di nuovo, il nugolo di fili metallici fendette l'aria, colpendo selvaggiamente il Bersesker, il cui corpo finì in pezzi.

Mei rialzò il braccio sinistro, mentre i fili metallici tornavano a formare, intatto, il bracciale.

I fili tagliati, misti ai resti di Zolla, volarono come trasportati dal vento, tutt'intorno a Mei.

"No, non è ancora finita... Zolla! Pensi di continuare così all'infinito? Ormai dovresti aver capito che il tuo Cotton Yarn Smasher non ha più effetto su di me! Se i tuoi poteri si fermano a questo livello, non riuscirai mai a battermi, per quante volte ci provi. Arrenditi, almeno avrai salva la vita!"

"Arrendermi? Ora che sto per sferrare un attacco invincibile? Fossi matto! Ormai, i miei preparativi sono fatti. E la tua fine è certa. Li vedi, i resti di tutto ciò che hai tagliato?"

Mei si guardò attorno. I fili che poco fa planavano attorno a lui, misti alle ceneri di Zolla, avevano cambiato forma a mezz'aria, formando una rete che lo avvolgeva, stringendosi fino a ricoprirlo come un velo sottile, una ragnatela lieve e leggera.

"Vuoi di nuovo provare a stritolarmi? Non lo capisci che è inutile? Taglierò nuovamente i tuoi fili con estrema facilità anche stavolta."

"Forse puoi fare qualcosa contro la tecnica di prima, non certo con questa... Nel momento stesso in cui i fili di cotone hanno toccato il tuo Cloth e il tuo corpo, sei sotto il loro mortifero effetto. Cotton Wool Vampire!"

I fili si strinsero. Mei si sentì improvvisamente indebolire, mentre i fili bianchi che avvolgevano il suo corpo diventavano improvvisamente neri, gialli, verdi, azzurri e neri.

"Questi fili hanno un potere speciale. Possono assorbile, con il solo contatto, ogni fonte di forza vitale dal mio avversario, assorbendo il sangue, l'acqua, il Cosmo, e ogni sostanza presente nel corpo, fino a ucciderlo. Persino la forza del metallo del tuo Cloth. A seconda della sostanza assorbita, esso cambia colore. Mei! - Zolla riapparve da sottoterra- Presto il tuo corpo sarà un guscio vuoto senza vita."

Mei chiuse gli occhi, mentre il suo Cosmo ardeva, espandendosi.

"Fai tanto il gradasso, ma continui a nasconderti. Pensi che un vigliacco come te possa farmi paura?"

"Cosa stai delirando? La debolezza ti ha già fatto impazzire?"

"Piantala, Zolla. Pensi che non conosca la leggenda dell'Agnello Vegetale? Pensi che non sappia che i fiori di quella creatura non fossero altro che cuccioli, legati alla madre, che vive sottoterra, con un cordone ombelicale, che permette loro di passarle il nutrimento che assumono brucando? Finora, tu non sei mai uscito allo scoperto, hai solo modellato i tuoi patetici fili per formare un fantoccio di fattezze umane, un mero specchietto per le allodole..."

"Tu sai? Quando lo hai capito?"

"Già dal primo attacco, quando mi sono accorto che il tuo Cosmo non si era estinto. Con il secondo attacco, volevo verificare la mia teoria. Forse non lo sai, ma i Fili Taglienti Zanchi mi permettono di percepire le cose mediante essi stessi... Come se fossero un'espansione dei miei normali organi di senso. Quando ti ho attaccato l'ultima volta con il mio Lost Children, ho percepito chiaramente che il mio bersaglio non era il tuo vero corpo, e ho anche approfittato di quel momento per percepire, distintamente dove tu ti trovassi."

"Complimenti! Tuttavia, io resto per te inarrivabile. Non puoi certo raggiungermi, e anche se tentassi di scavare la roccia con i tuoi Fili Taglienti Zanchi, io posso tranquillamente spostarmi, vanificando il tuo attacco."

Mei alzò il braccio, generando nuovamente i fili, simili a ombre scure allungate, che si allungarono tutt'intorno, avvolgendo anche il fantoccio che riproduceva le sembianze di Zolla.

"Come hai detto tu prima, i Mistery Saint possiedono poteri speciali. Il mio è di sigillare i poteri altrui. Ora che ho avvolto il tuo feticcio con i miei fili, non potrai recidere il tuo contatto con lui, quindi potrò seguire il cordone ombelicale che ti lega a quel feticcio, mediante il quale lo muovi come un burattino, e colpirti."

"Mer*#! Comunque, non puoi comunque raggiungermi, io posso inabissarmi nel terreno senza limito, mentre tu, non puoi andare entro un certo limite, nel creare Fili Taglienti: non puoi, come prima, sfaldare il Cloth per generarne di nuovi o allungare quelli già esistenti , o verresti ucciso dai miei!"

"Non mi preoccupa questa eventualità... Le mie capacità non si limitano al solo Lost Children, Devi sapere che, la prima volta che ho indossato il Cloth, mi sono battuto con un essere superiore, Tifone, il Dio dei Giganti. Contro di lui, i miei Fili venivano distrutti o bruciati, ma avevano, alla fine, avuto ragione di lui, sigillandolo in un Bozzolo del Tempo. Anche io ero prigioniero nel Bozzolo, il Cloth che mi manteneva in vita, dopo che avevo perso due terzi del mio sangue. È solo grazie all'intervento di un compagno che sono di nuovo qui. Ma la vita no è la sola cosa che vi ho guadagnato. Il mio Cloth ha assorbito, sigillandolo, una parte infinitesimale del potere di Tifone, donandomi una nuova capacità d'attacco. Questa è la tecnica che ho elaborato grazie al potere così assorbito, durante l'allenamento all'Isola di Kanon. Golden Death Hair!"

I fili metallici, neri come la notte, furono percorsi, a velocità due volte superiore a quella dei colpi precedenti, da scintille dorate, luminose come stelle, come fossero i fili di un taser. Passando, le scintille arroventavano il metallo, che assumeva una incandescenza dorata, emettendo fumo, infiammandosi. Le scintille energetiche raggiunsero il feticcio di Zolla. I fili deformandosi e ramificandosi dentro il feticcio, fondendosi con i fili di cotone generati da Zolla, fecero penetrare l'energia che li percorreva. Come se no avessero cambiato mezzo di conduzione, le scintille continuarono la loro corsa, seguendo il cordone che univa il feticcio, il Bersesker e le piante da lui generate. Dietro le scintille, i fili prendevano fuoco. In pochi secondi, Zolla fu avvolto dalle fiamme. In superficie, i fili di cotone coloratosi assorbendo i fluidi vitali e le energie di Mei tornarono a schiarirsi: i poteri sigillanti di Mei avevano annullato e poi invertito l'effetto del Cotton Wool Vampire. Tornati bianchi, furono pervasi dal potere incendiario di Mei. L'intero giardino prese fuoco. Con un sordo rumore, la terra si spaccò. Zolla, a cui le fiamme avevano privato dell'ossigeno, era istintivamente uscito allo scoperto. Il corpo, ancora avvolto dal fuoco, era tremendamente ustionato, oltre le possibilità di sopravvivenza di qualsiasi uomo, per quanto eccezionale. La Bloodmail era stata completamente distrutta dalle fiamme.

Contorcendosi sul terreno duro, di pietra, Zolla urlava il suo dolore. Improvvisamente, si immobilizzò. Era andato oltre il dolore, il suo corpo era diventato insensibile, ma aveva ormai perso la facoltà di muoverlo. Le urla cessarono, solo il respiro, sempre più rumoroso e sordo, manifestava che Zolla era ancora vivo.

Un altro respiro, profondo e rumoroso.

Un altro ancora, e poi... Il silenzio.

Mei guardò il cadavere di Zolla, carbonizzato, sfigurato dalle fiamme.

Una lacrima solcò la guancia del Saint: il rimpianto di una vita così strappata.

Nello spazio, pur vasto, ma chiuso, della grande caverna, un gruppo eterogeneo di persone stava attraversando la piana rocciosa. I Cloth splendevano nella penombra. Avvolti dalle loro corazze, i Saint delle costellazioni della Carena, Bussola, Norma, Sestante, Ottante, Compasso, Vela e Poppa scattavano, silenziosi.

Vicino a loro, avvolta nella corazza rosso corallo, Tetis di Mermeid, dei Mariners di Poseidone, si muoveva, il bel viso corrucciato.

La presenza della seguace di Poseidone non era una preoccupazione per i Saint. Tetis aveva capacita paragonabili ai tre Silver Saint presenti, e visto il numero, era improbabile un tradimento. E Tetis sapeva che i Saint, avendo dato la loro parola accettando l'alleanza, l'aiuto inaspettato in questa guerra, avrebbero rispettato la tregua. Non c'era da preoccuparsi, quindi: la lealtà di un Saint è proverbiale.

"Accidenti, che silenzio- incominciò Jessika della Poppa- questa caverna è una vera noia... Giulia, sai che il Cloth di Sextans ti dona davvero molto... Ti sto mangiando con gli occhi!"

Giulia ceco di accelerare il passo, allontanandosi dalla compagna, che riusciva a metterla in imbarazzo.

"Jessika, lasciala in pace!- intervenne North della Bussola- Non è questo il momento dei tuoi approcci, siamo in guerra. Cerca di essere seria."

"Accidenti North! Sei forse geloso? Ho sentito che su Kanon tu e Giulia siete rimasti spesso assieme... Ne è nato qualcosa?"

"Affatto! Ma Geist mi ha affidato Giulia per l'addestramento: visti i suoi poteri, simili in molti aspetti ai miei, ha ritenuto, a ragione, che le sarebbe stato di migliore aiuto farla allenare da me. Lei è una mia allieva, pertanto è sotto la mia protezione!"

Imbronciata, Jessika si scostò dalla mora Saint che attraeva il suo interesse.

"Tetis, perché quel viso corrucciato? Rilassati!- invitò ancora l'irriverente Saint della Poppa- Se vuoi alla prima occasione posso..."

"Piantala, Jessika!" la imbeccarono in coro Reflesso, Pi, Pietro, ma anche Jason e Quadra.

Zittita, Jessika serrò le labbra, bofonchiando a bassissima voce.

Il silenzio improvviso allarmò Jason. Ora sentiva ciò che le chiacchiere dell'esuberante Saint mascheravano.

"Presto, correte!"

Conducendo i Saint e la Mariner, Jason vide cadere le stalattiti dal soffitto. Appuntite e acuminate come lame di mille spade spagnole, di certo li avrebbero trafitti mortalmente. Ma, muovendosi come solo gli eletti delle divinità sanno fare, riuscirono ad evitare buona parte delle lame di pietra che si avventarono su di loro. Distruggendo e polverizzando quelle che non fecero in tempo ad evitare.

"Jason! Per fortuna hai avvertito il crollo di quelle stalattiti... Però è molto strano, è stato improvviso, quasi fosse scattata una qualche trappola."

"Infatti, North, non si è trattato di un caso... Siamo sorvegliati!"

"Cosa? Eppure no avverto nessun Cosmo. Com'è possibile, Jason?"

"Quadra, poco prima di percepire il rumore delle stalagmiti che cadevano, ho percepito un lievissimo Cosmo aggirarsi sopra di noi. Non so di chi si tratti, ma è spaventosamente abile."

"Saint, non è finita- intervenne Tetis- Anche io ho percepito un lieve Cosmo, prima, e lo ho avvertito anche poco fa. Si muove, ci insegue, e anche adesso sta agendo!"

Tutti alzarono gli occhi al soffitto, così alto da essere inghiottito dall'oscurità. Il Cosmo che Jason e Tetis avevano percepito era scomparso, ma riuscirono, distintamente a sentire il rumore della pietra che si spezzava. Altre stalattiti stavano per piovere su di loro.

"Ancora lo stesso trucco... Ormai dovrebbe capirlo che no funzionerà. Se attacchiamo tutti insieme, maestro North, dovremmo poter distruggere tutte le stalattiti in un colpo solo."

"Reflesso, ragiona- intervenne Giulia- se ci concentriamo sulle stalattiti, saremmo scoperti contro eventuali attacchi. Prima solo alcuni di loro hanno rivolto i colpi sulle rocce. Se ora ci concentriamo su di esse, sono certa che ci attaccheranno. Sono certa che dietro tutto questo non sia opera di un singolo Bersesker!"

"La tua intuizione, Giulia, è probabilmente giusta- approvò Jason- Un trucchetto del genere non può certo mettere in serie difficoltà dei Saint, quindi, probabilente si tratta di un diversivo. Non sprechiamo energie a spaccare pietre. Corriamo! North, cerca di individuare, con i tuoi poteri, un punto sicuro!"

Il gruppo riprese a correre sfuggendo all'inutile trappola per loro preparata.

"Di là!-esclamò North- C'è una grotta più piccola lì, e non ci sono segni di crolli."

"Perfetto! Presto, allora!"

Jason aveva preso in pugno la situazione. Come North e Quadra, era un Silver Saint, ma dei tre era quello più esperto, e aveva molta più esperienza dei due colleghi. Inoltre, il gruppo di Saint presente non era nuovo, nella storia di Saint, come formazione di una squadra. Le loro costellazioni, anticamente, formavano un unico corpo celeste, conosciuto come la leggendaria nave Argo. Come Saint della Carena, Jason era a capo di questo particolare gruppo di Saint, e aveva le doti e il carisma del buon condottiero.

Raggiunta la caverna, i Saint e la Mariner vi si rifugiarono dentro. La letale pioggia di punte di pietra continuò, cadendo fin quasi sopra l'apertura della caverna.

"Bene, qui no si sono formate stalattiti abbastanza grandi da poter ferire... e di certo, non potranno attaccarci nuovamente in quel modo, sarebbe troppo rischioso per loro."

"Ma Jason- intervenne Reflesso- non possiamo certo rimanere qui. L'uscita è bloccata, certo n in maniera tale da essere un ostacolo per i nostri poteri, ma se Giulia ha ragione, non ci possiamo fidarci a distruggere le stalattiti e ritornare fuori."

"Hai ragione, Reflesso- intervenne North- ma tuttavia questa grotta non si ferma a questa sola stanza. Riesco a percepire chiaramente che continua, portando a una seconda uscita. Quindi, non siamo intrappolati, anche se..."

"C'è qualcosa che no va, North?"

"No, Pietro, solo, percepisco più in la una strana sensazione... Non è una minaccia, un senso di pericolo, e posso assicurare che la caverna è deserta, a parte noi. Solo, è una sensazione come di.. cambiamento!"

"Qualsiasi cosa sia, l'affronteremo al momento opportuno. Tetis, sei d'accordo?"

"Andiamo, Saint, abbiamo perso anche fin troppo tempo" replicò la bionda Mariner.

La grotta era immersa nella più completa oscurità. Il gruppo di uomini e donne procedeva lentamente. Nel buio, tutti proseguivano in silenzio e con cautela. Persino Jessika, solitamente vivace e sfrontata, mantenne l'adeguata disciplina, tenendo a freno la sua lingua impertinente e non cadendo in tentazione ad allungare le mani sulle donne lì presenti.

North sentiva, sempre più distintamente, qualcosa di strano. Ma non riusciva a capire cosa. L capirono solo poco dopo, quando sentirono i piedi entrare nel freddo abbraccio dell'acqua.

La grotta aveva certamente una seconda uscita. Ma ora era allagata.

"Maledizione! La pioggia di stalattiti aveva un duplice scopo: distrarci per venire attaccati a sorpresa, certamente, ma anche attirarci qui, in questa trappola!"

"North, riesci a percepire quanto siano grandi le stanze della grotta, qui? Possiamo oltrepassarle, trattenendo il respiro?"

"Pietro, purtroppo si tratta di grotte piuttosto vaste. Dubito che riusciremo a passare solo trattenendo il respiro, sopratutto visto che.."

"Te ne sei accorto anche tu, vero, Saint?- interruppe Tetis- Nella grotta sommersa sono apparsi dei Cosmi ostili, a cui se ne stanno aggiungendo altri:"

"Come lo sai, Tetis?"

"Jason, io sono una Mariner. A contatto con l'acqua, le mie percezioni si acuiscono inverosimilmente. North ha percepito i Cosmi ostili di alcuni nemici, che probabilmente controllavano attendendo il nostro arrivo. E ora vengono raggiunti dai loro compagni. È senz'altro una trappola, uno sporco agguato. Sicuramente si tratta di membri dell'Armata delle Acque, uno delle quattro Armate di Ares."

"Come fai a conoscerli?"

"Perché si tratta di Bersesker appartenenti al gruppo che ha recentemente attaccato il Tempio Sottomarino. Confidano sul fatto che voi non potete sopravviver sott'acqua, come posso fare invece io... Però posso vanificare questo loro piano."

"E come, pensi di affrontarli da sola?"

"Non sono pazza, Reflesso. Li ho già affrontati poco tempo fa... Sono consapevole che, da sola, non ho molte possibilità di vincere. Ho bisogno del vostro aiuto, quindi, vi presterò il potere di sopravvivere sott'acqua."

"Sopravvivere sott'acqua?- Jessika sembrava dubbiosa- Com'è possibile?"

"Col potere che il Sommo Poseidon dona ai suoi Mariner... La Branchia di Corallo Spirito. Ora, io posso condividere con voi l mia Branchia. Potrete quindi respirare sott'acqua come se foste in superficie. Potrete muovervi liberamente. Ma sia chiaro, questo potere me lo dovrete restituire immediatamente usciti dalle grotte sommerse. Giuratemelo, o altrimenti possiamo rimanere qui ad attendere l'attacco dei nemici!"

Il silenzio calò nella grotta.

"Come facciamo a sapere che il tuo non sia uno stratagemma per eliminarci- mormorò Pietro, diffidente- In fondo, noi siamo nemici..."

"Hai ragione, ma ora come ora potrete solo fare una cosa: fidarvi di me!- si rivolse a Jason- Cosa pensate di fare?"

"Tetis- disse il Saint della Carena- se davvero puoi, concedici la tua Branchia di Corallo Spirito, ti prometto che lo restituirò appena risaliti in superficie. Non possiamo permetterci di rimanere fermi qui!"

Con l'accettazione di Jason, anche gli altri accettarono le condizioni di Tetis. La Mariner toccò leggermente, con le dita, le labbra e il naso dei Saint, quindi li incitò a tuffarsi. La Branchia di Corallo Spirito fece il suo miracoloso effetto: erano in grado di respirare perfettamente anche sott'acqua. Le sentinelle Bersesker furono travolte, mentre, nuotando, le investirono con la potenza dei loro colpi.

"Non se lo aspettavano proprio! È stato facile annientarli, ma percepisco chiaramente, di fronte a noi, Cosmi molto più ampi e potenti. I veri nemici sono di fronte a noi!"

"Giulia ha ragione. Restiamo uniti, e affrontiamo i nemici che ci stanno venendo incontro formando un fronte compatto,- incitò Jason- così potremo avere ragione anche di loro. Fate attenzione, anche se possiamo sopravvivere sott'acqua, questo resta comunque il loro elemento."

"D'accordo, Jason!" risposero in coro i Saint e la Mariner.

Ormai, le sagome dei nemici si stagliavano nelle acque, fredde e buie. La Branchia permetteva loro anche di vedere nel buio profondo degli abissi. Nonostante l'oscurità, riuscivano a distinguere i nemici anche nella fitta oscurità in cui nuotavano.

Improvvisamente, dall'uscita della grotta, esplose un Cosmo di enorme violenza. Le acque, dapprima quiete, iniziarono ad agitarsi sospinte da una corrente improvvisa e violenta, che investi, repentinamente, i Saint e Tetis. Una corrente che spezzò il fronte compatto formato dai loro corpi, dividendoli.

Quadra e Jason si ritrovarono sballottati verso il fondo della caverna, parecchi metri al di sotto dal punto in cui ne erano stati investiti.

"Maledizione, ora che siamo divisi, siamo vulnerabili agli attacchi!"

"Calmati, Jason, non credo che la situazione sia così disperata.... Attento!"

Afferrato l'amico, il Saint della Squadra scartò di lato, evitando la sagoma che si era diretta contro di loro come un siluro.

Il Bersesker si fermò. Lo ricopriva una corazza che sembrava formata da scaglie romboidi. Il torace era protetto da due lastre esagonali, dai lati asimmetrici, che si collegava sul fianco sinistro, da dove scendeva una lamina trinagolare, alla cintura, che disegnava una serie di zig zaf simmetrici da entrambe le parti. I copri spalla, semi conici, lievemente arcuati verso l'alto sulle punte. Il pugno sinistro era rivestito da un corto guanto metallico, che dal polso si biforcava lungo l'avambraccio, raggiungendone la metà. Il Braccio sinistro era avvolto in una guaina modellata a forma di muso serpentino, la cui punta raggiungeva le nocche del pugno. L'elmo era formato da due placche triangonari, che solcavano le tempie, mentre le punte rivolte verso gli zigomi si allungavano, raggiungendo il mento.

"Maledizione. Hanno spezzato la nostra unità. Dobbiamo riunirci agli altri, subito, e continuare la traversata."

"Jason, ti stai preoccupando inutilmente..."

"Cosa stai dicendo, Quadra?"

"Separarci in quel modo a senso solo per attuare una ben precisa strategia.... E comunque, come vedi, non intendono attaccare in gruppo. Questo Bersesker è venuto ad aggredirci da solo. È improbabile che tra loro ci sia un Warlord, ma mi preoccupa il Cosmo di colui che ha provocato la corrente. Jason, finché non elimineremo quell'individuo, rischiamo di vedere nullificati i nostri tentativi di avanzare.

Jason, cerca di raggiungerlo. Tra tutti noi, tu sei il più forte."

"Quadra, ma gli altri...."

"Non preoccuparti! Ho visto chiaramente Noth afferrare Reflesso e Giulia nella corrente. Pietro, Pi e Jessika sono abbastanza esperti per badare a se stessi. E non ci sono dubbi che, tre tutti noi, quella con le maggiori probabilità di sopravvivere a questo scontro sia Tetis, visto che questo è il suo elemento. Io mi occuperò di questo Bersesker, ma tu devi sconfiggere colui che è dietro a quest'attacco, altrimenti potrebbe trasformare questa grotta in una trappola infinita."

"Davvero credi che vi lascerò passare?- intervenne il Bersesker- Siete degli illusi, Saint, questa grotta sarà la vostra silenziosissima tomba. Non vi permetterò di fare neanche un movimento!"

Alzò la mano minacciosamente. Jason reagì, colpendo con violenza il polso del nemico, per poi afferrarlo e scagliarlo verso il pavimento roccioso. Il pugno del Saint, serrato, scattò contro lo stomaco dell'avversario, che però scarto di lato, riprendendo a nuotare. Il pugno si infranse sulla nuda roccia, distruggendola. Un cratere di un raggio di circa quindici metri si aprì, in una sorda esplosione che ruppe il silenzio sommerso.

"Maledetto, pensi forse di potermi sfuggire di continuo?"

Jason alzò nuovamente il pugno, ma una mano lo afferrò, con gentile fermezza, per il polso. Era Quadra.

"Jason, hai dimenticato quello che ti ho detto. Vai a cercare colui che ha provocato la corrente. A lui ci penso io!"

"Ma Quadra..."

"Jason! Capisco i tuoi sentimenti e la tua preoccupazione, ma ti prego: fidati di me! Fidati di NOI! Siamo Saint e non ci lasceremo sopraffare. Non puoi proteggerci per sempre, devi permetterci di arrangiarci con le nostre forze. E noi dimostreremo a tutti il nostro valore. Ti prego, amico mio..."

Jason guardava gli occhi, accigliati e sicuri, dell'amico.

"D'accordo, Quadra, ma giuro che, se no ti vedo uscire di qui, me la pagherai cara!"

"Bastardi, mi ignorate... ma ve la farò pagare! Assaggiate il peso della mia ira!"

Quadra scartò in avanti, ergendosi contro l'aggressore, che si preparava a un secondo attacco. Il Saint della Squadra alzò entrambe le mani, provocando una corrente che circondò, con una spirale, il Bersesker. Abbassando le mani, Quadra cambiò la direzione della corrente da lui generata verso il basso, mandando nuovamente il nemico a schiantarsi sul pavimento.

"Vai Jason!"

"Ok, Quadra, ci vediamo dopo!"

"Fermo, maledetto!- esclamò il Bersesker, alzando una mano verso Jason, che scattava verso l'uscita della grotta- Non ti permetto di..." Il piede di quadra, muovendosi con un calcio ad ascia, si diresse verso il viso del nemico, che interrompendo la propria frase, scartò indietro, evitando il tallone che scendeva, violentemente, su di lui. Il piede si schiantò al suolo, frantumandolo.

"Forse non hai capito la situazione, Bersesker... Non sei tu a impedire i movimenti a noi. Sono io a tenere bloccato te. E sono io Quadra della Squadra, il tuo avversario!" Quadra teneva gli occhi semichiusi, lanciando uno sguardo tagliente all'avversario.

"Saint! Anche se il tuo compagno mi è sfuggito, cambia ben poco: siete caduti nella trappola che vi avevamo preparato, e questo luogo vi vedrà esalare l'ultimo respiro. E la tua morte sarà mia opera, di Blars della Biddrina! Preparati!"

Giulia vedeva il mondo vorticare attorno a lei, la potentissima corrente che aveva diviso il gruppo, prima compatto, l'aveva travolta: solo le dita forti di North, che le stringevano la mano, le impedivano di separarsi dal maestro e da Reflesso, che North tratteneva con l'altra mano. La corrente, per quanto forte, sembrò attenuarsi. Ma attorno ai tre Saint una seconda forza, più debole ma comunque insidiosa, si stava levando. Una nuova corrente vorticò attorno ai tre. Giulia senti una fitta allo stomaco, come un pugno ricevuto con violenza. Un altro la raggiunse sulla spalla sinistra. Un altro ancora sulla schiena. La ragazza perse la presa, le dita intorpidite dal dolore. E North e Reflesso sembravano allontanarsi sempre di più, mente la corrente che la tempestava di colpi vorticava attorno a lei.

I colpi continuavano a seviziare il suo corpo. Si sentiva mancare. Dietro la maschera, sentiva gli occhi diventare sempre più pesanti.... E mentre li socchiudeva, i vide. Tre figure, vestite di rosse corazze, nuotavano velocemente attorno a lei. Così rapidamente da confondersi con l'acqua circostante, mimetizzandosi. Riaprì gli occhi: non era disposta a farsi uccidere senza reagire. Una delle tre figure si stava nuovamente avventando su di lei, con baldanza, sicuro di non trovare resistenze. Giulia alzò il braccio destro, individuando il polso destro del nemico. Lo afferrò, torcendolo all'indietro, costringendo il braccio a piegarsi ad arco , mentre la mano sinistra della giovane Saint, andava a premere sul gomito, provocando una pressione sull'avambraccio che impediva al nemico reazioni immediate. Prima che potesse liberarsi, approfittando della pluri dimensionale mobilità sfruttabile in acqua, Giulia spinse il suo aggressore verso il fondale, in modo che vi sbattesse con la testa.

Il secondo aggressore si avventò su di lei, arrivando dall'alto. Giulia, scalzò di lato, evitando il colpo che le giungeva da sopra la testa, ma il terzo attaccò arrivò, troppo veloce perché le fosse possibile reagire.

"Depth Airness!"

La mano aperta del Besesker le colpì il volto coperto dalla maschera. Nonostante la maschera avesse diversi poteri protettivi, Giulia senti gli effetti del colpo infertole: nonostante la Branchia, iniziò a mancarle il fiato. Il peso dei polmoni che richiamavano in vano l'aria e l'ossigeno. Si fece sentire. Il corpo di Giulia si fece sempre più pesante, il respiro sempre più affannoso. "Così è la morte per strangolamento, o per affogamento?" pensò.

Il colpo del nemico le privava di ogni possibilità, naturale o mistica, di rifornirsi d'aria. .

"Magnetic Lines!"

Una nuova forza si intromise, sbalzando via l'aggressore e liberando Giulia, che sentì, con sollievo, l'aria tornare a raggiungere i pomoni. Respirò, mentre vedeva North e Reflesso che nuotavano per raggiungerla.

"Giulia, stai bene?- la ragazza annuì- Meno male. Temevo il peggio, ho riconosciuto quei Bersesker: sono specializzati in una delle tecniche più vili del combattimento in acqua: la Strategia dell' Affogamento!"

"Chi sono questi vigliacchi?"

"Osate dunque insultarci? Pagherete con le vostre misere vite l'offesa arrecata ai sicari del sire Ares!!!"

I tre fermarono il loro continuo movimento, rimanendo sospesi a pochi metri sopra i tre Saint.

Le loro corazze erano molto simili, poiché rappresentavano creature dagli attributi simili...

Al centro, l'uomo che portava la Bloodmail più elaborata. I capelli neri, con riflessi azzurrognoli, scendevano sulla fronte in una frangetta scarmigliata, schiacciati dall'elmo, che raffigurava un muso allungato, equino, ornato ai lati da un ventaglio frastagliato e dentellato che rappresentava, evidentemente, due pinne laterali, e, laddove in un cavallo ci sarebbero state le orecchie, due protuberanze che sembravano essere un incrocio tra due corna e due antenne. Il torace ampio era ricoperto da una triplice protezione, affusolata al centro, che si schiacciava all'altezza dell'ombelico, dove formava un cerchio dentellato, mentre le altre due protezioni, a forma pentagonale, ma dai lati disuguali tra loro, coprivano la cassa toracica, scendendo lungo i fianchi. I copri spalla apparivano come pinne da rana, le cui dita erano dotate di artigli appuntiti e arcuati. La cintura era decorata da una zigrinatura che la divideva in due, irregolarmente. I bracciali erano formati da placche metalliche unite tra loro, a forma di scaglie, ma in quello destro, attorno al polso, vi era una cresta dentellata. Anche gli scrinieri, che rivestivano la gamba dal ginocchio fino alla caviglia, lasciando completamente libero il piede, era formato da scaglie metalliche. L'uomo guardava North, gli occhi castano scuri, grandi e leggermente a mandorla, malevolmente, intuendo che si trattava dell'avversario più temibile, tra i tre.

"Sono Anzo, dell'Alastin!" disse presentandosi.

Il più basso dei Bersesker, quello che aveva colpito Giulia per ultimo, aveva come elmo un semplice cerchio metallico, che passava, disadorno lungo la fronte, mentre ai lati, per proteggere tempie e orecchie, aveva due ventagli dentellati. La corazza, proteggeva il lato sinistro del torace, lasciando scoperto il petto sulla destra, ma scendendo lungo i fianchi, incorniciando i muscoli addominali e collegandosi alla cintura, semplice e disadorna. Il copri spalla sinistra aveva la forma di una pinna dorsale, mentre quello destro raffigurava un muso allungato, le fattezze ibride tra un pesce e un cavallo. I bracciali cilindrici terminavano con una fitta dentellatura. I gambali romboidi scendevano lungo lo stinco, terminando anch'esso sulle caviglie. I capelli erano castano chiari, quasi biondi, tagliati corti sul davanti e lungo la cima della testa, ricadevano lunghi sulla nuca e le spalle, e gli occhi, neri, erano acquosi, scialbi, quasi inespressivi, eccezion fatta per l'intensa gioia di uccidere che Giulia vi aveva visto brillare prima. "Miaru, del Kelpie"

Il terzo Bersesker, alla sinistra di Anzo era protetto da un elmo, formato da due piastre triangolari che coprivano le orecchie, andandosi a incontrare al centro della fronte, e che, salendo, si arcuavano, seguendo i contorni della calotta cranica. Il copri spalla destro era rotondo, e seguiva i movimenti del braccio senza ostacolarlo, quello sinistro aveva una punta all'esterno, e si arcuava verso il basso, scendendo all'altezza del bicipite. Il petto era protetto da due piastre rotonde. La cintura era una semplice fascia priva di fibbia o decorazioni. Le gambe erano protette solo da ginocchiere rotonde, ai cui bordi c'erano delle dentellature frastagliate. I capelli erano castano scuri, tagliati molto corti, e gli occhi di un colore blu, profondo, scuro, tanto da sembrare neri." E io sono Morwal dell'Each Uisge!"

"Io sono North, Silver Saint della Bussola, e loro sono i miei discepoli, Giulia di Sextans e Reflesso di Octans, Bronze Saint!"

"Avete osato darci dei vigliacchi!" incalzò Miaru.

"È vero! Per questo vi massacreremo. Anche se siamo i sicari dell'Armata dell'Acqua, e spesso il nostro compito e di uccidere di sorpresa, non tolleriamo di essere insultati!" continuò Morwal.

"Giusto,- riprese Miaru- non è certo nostra colpa se le nostre vittime no riescono a distinguere i nostri movimenti prima di subire il colpo. Se sono degli inetti, non è certo affar nostro, noi obbediamo agli ordini del sire Ares e dei suoi generali..."

"Basta!- intervenne Anzo- Non mi interesa affatto ciò che gli altri pensano o dicono di me o di voi due. L'unica cosa che mi interessa è eseguire gli ordini. E adesso come adesso, North, i miei ordini sono di eliminare te e i tuoi compagni."

Anzo, Miaru e Morwal scomparvero, guizzando nuovamente nell'acqua.

"Attenti!" urlò North, spingendo indietro i suoi due discepoli, giusto in tempo per evitare un attacco di Miaru.

"Maestro North, si può sapere chi diavolo sono questi tre? Ho capito solo che appartengono all'armata dell'acqua...."

"Reflesso, anche io so poco di loro. I loro Avatar rappresentano tre sottofamiglie dell'Ippocampo, che secondo i miti edescavano gli umani fingendosi destrieri per poi inabissarli sui fondi oceanici e nutrirsi dei loro corpi. Il loro potere consiste nel soffocare, in qualsiasi ambiente, l'avversario. Inoltre, quando nuotano corsi d'acqua, hanno la capacità di mimetizzarsi, diventando invisibile fino a quando non sferrano un colpo... Persino io faccio fatica a vederli, riesco solo a percepirli quando cambiano direzione o quando sferrano l'attacco."

"Allora, non abbiamo nessun modo nessun modo di contrastarli? Quando mi hanno attaccata prima, riuscivo a distinguere i loro movimenti, ma ora non ci riesco più."

"Prima ti credevano svenuta, Giulia, sottovalutando la protezione della Branchia Corallospirito e della tua maschera. Ma ora, non ripeteranno lo stesso errore."

"Allora, cosa possiamo fare"

"In effetti, Reflesso, penso che un modo di vincere c'è... Per loro è stata una sfortuna scontrarsi con noi. Insieme porremo fine alla loro catena di omicidi!"

Anzo, Miaru e Morwal assunsero la propria posizione di guardia. Poi con un guizzo, scomparvero tra i flutti delle corrente sottomarine.

"Attenti alla sinistra!" esclamò North.

Morwal si stava avventando su di loro. Sempre seguendo le indicazioni di North, i due Bronze Saint evitarono le incursioni degli antri due Bersesker.

L'acqua attorno a loro era un brulicare di calci, pugni e altri colpi che il Saint della Bussola riusciva a vanificare.

I tre Bersesker sparirono nuovamente tra le correnti d'acqua.

"Avete capito, ragazzi miei?"

"Maestro North, sei riuscito a individuare i loro movimenti, ma io non sono riuscito a percepire neanche un movimento..."

"E tu, Giulia, sei riuscita a percepire qualcosa?"

"No, maestro." rispose lei scuotendo la testa.

"Perché avete cercato di individuare i loro movimenti usando gli occhi, le orecchie, i normali sensi mani. Ma voi, come, me, possedete capacità che vi permettono di rintracciare qualunque cosa. Usate i vostri poteri speciali, abbandonatevi ad essi, lasciando da parte i cinque sensi. Concentratevi su Miaru e Morwal, Anzu si muove a una velocità troppo superiore per voi.... Ma con gli altri due non dovreste avere problemi."

"Ok, io penserò a Miaru, devo rendergli pan per focaccia sull'attacco di prima!"

"D'accordo, io penserò a Morwal."

North scattò verso l'alto, colpendo in quello che sembrava essere il vuoto. Raggiunse la spalla di Anzo, sbilanciandolo. Il Bersesker rivolse un freddo sguardo d'odio al Saint, cercando poi di sfuggirgli per attaccare, nuovamente nascosto tra i flutti. Ma North sembrava in grado di seguire ogni suo movimento. Sorpreso, ma no intimorito, il Bersesker capì che la strategia dell'attacco a sorpresa, che finora aveva dato sempre i suoi frutti, era divenuta inutile. Senza esitazione, si preparò a colpire. Il pugno destro del Bersesker venne evitato facilmente dal Saint, che replicò con un calcio, ben piazzato allo stomaco. Anzo si spostò di lato, lasciando che la gamba passasse di fronte al suo corpo, nuotando intorno al proprio avversario, studiando il modo migliore per colpirlo.

Avete mai combattuto sott'acqua. Se mai vi è successo, saprete allora quanto sia diverso, rispetto a uno scontro sulla terraferma... Sott'acqua si è come sospesi, in apparente mancanza di peso. E gli attacchi possono arrivare da ogni direzione.

Pur non potendo sfruttare l'elemento sorpresa a suo vantaggio, Anzo era comunque nel suo elemento naturale. North doveva concentrarsi al massimo per seguire i suoi spostamenti, anche usando le sue capacità rintracciatorie. Anzo scarto a sinistra, per poi eseguire un'improbabile acrobazia, senz'altro irrealizzabile in superficie, per colpire, con un calcio ad ascia, l'avambraccio destro con un'angolazione di quarantacinque gradi, con l'intento di paralizzare, per shock, il muscolo. North riuscì a proiettarsi verso il basso, evitando il colpo e portandosi dietro al nemico. Avvinghiate le gambe attorno a quelle del Bersesker, , mentre con le mani teneva ferme le ascelle, lo proiettò verso il fondale, quasi come fosse una supplex tedesca. Anzo riusci a liberare un braccio, posando il palmo aperto sulle rocce del fondale, e deviando la forza della spinta dell'avversario e scagliandolo lontano. North riprese il controllo di sé, mentre Anzo nuotava, a velocità notevole, contro di lui. North evitò il pugno proiettandosi verso il basso, facendo una mezza capriola nel tentativo di raggiungere il rivale con un calcio, atto reso vano dalla superiore familiarità del Bersesker con l'elemento acquatico.

"Dannato Saint... È la prima volta che trovo qualcuno in grado di individuare i miei movimenti così facilmente. Come puoi eludere la mia tecnica mimetica?"

"Tz... I miei poteri si basano sulla manipolazione dei campi magnetici. Una delle conseguenze dei miei poteri, è la capacità di divinizzare, ovvero vedere le cose a livelli superiori a quelli sensoriali, mediante la percezione dei campi magnetici, come quelli generati dal cervello umano. I miei occhi non riescono a percepire i tuoi movimenti, ma il mio potere mi permette di intercettarti, anche quando i tuoi poteri ti rendono completamente invisibile."

"Incredibile! Mai ho pensato che ci potesse essere un modo per contrastare il mio potere, ho sempre ritenuto la mia tecnica di mimesi perfetta e invincibile. Tuttavia, non è certo la mia sola risorsa. Preparati a subire il mio colpo segreto!-Anzo incrociò le braccia, i pugni chiusi, i palmi delle mani rivolte all'esterno.- Abyss Losting!"

L'acqua attorno a North iniziò a vorticare e a intorbidirsi, fino a diventare scura come inchiostro blu scuro. Sembrava si fosse aperto un buco nero formato di sola acqua, che risucchiava il corpo del Saint, trasformandolo in acqua e divorandolo nei suoi flutti.

"Questo è il mio vero potere, North... Il soffocamento inteso non solo come privazione dell'aria, ma nella trasformazione e nella dispersione del corpo. Il soffocamento della propria identità. E ora, vediamo di occuparci degli altri Saint..."

Anzo iniziò a muoversi in direzione dei Cosmi più vicini. Ma improvvisamente, si sentì strattonare. Non riusciva ad avanzare, ne ad alzare le braccia o divaricare le gambe.

"Cosa succede... Perché il mio corpo viene impedito nei movimenti?" Concentrandosi, il Bersesker li vide. Scariche di energia che fluivano tutt'intorno a lui, avvinghiando gli arti, circondando il corpo.

"Magnetic Net! Non ti sei accorto di questo colpo?" North riapparve tra i flutti blu profondi del fondale.

"Cosa? Il tuo colpo segreto? Ma quando lo hai scagliato?"

"Proprio mentre subivo gli effetti del tuo... Il Magnetic Net è una tecnica che mi permette di intrappolare i movimenti dei nemici, poiché interferisce con i segnali elettrici inviati dal cervello ai muscoli. E grazie a questo colpo, mi sono ancorato a te, cosa che mi ha permesso di combattere e vincere gli effetti del tuo potere."

"Maledetto! Ma se credi di sconfiggermi così, ti sbagli. Giuro che ti ammazzerò!"

"Pensi davvero di poter fare qualcosa? Stolto! Ormai sei solo un pesce intrappolato tra le maglie della mia rete! E ora subirai la furia mortale del mio colpo. Magnetic Lines!"

Nuovi fasci di energia magnetica scaturirono dal pugno del Saint, colpendo il colpo immobilizzato di Anzu. I pugni di North, luminescenti di energia magnetica, investirono Anzu, travolgendolo e dissipando l'energia che intrappolava il Bersesker.

"Pensi che colpi così deboli possano impensierirmi? Erano così deboli da sembrare carezze. Preparati, ora sentirai il peso terribile della mia furia. Abyss Losting!"

Di nuovo, l'acqua prese a vorticare, intorbidendosi, ma, stavolta, Anzo si buttò nel vortice che risucchiava North, venendo coinvolto negli effetti della tecnica mentre tempestava il nemico di colpi, impedendogli così nuove reazioni. L'acqua vorticosa si fermò, schiarendosi. Anzu era immobile, fermo nell'acqua. Gli occhi strabuzzavano in un misto di stupore e sofferenza.

"Anzo, credevi davvero che i miei colpi non nascondessero un'insidia?- North riappariva nei flutti, ferito, con qualche livido e un rivolo di sangue molto sottile all'angolo destro, spaccato, delle labbra.- È vero, il mio colpo non è particolarmente pesante, ma grazie ad esso posso immettere nel tuo sistema nervoso una parte del mio personale campo magnetico. Ed ora, stai subendo gli effetti finali del mio colpo. Addio Anzu!"

"Aspetta, bastardo, no mi hai ancora sconfitto!"

"Non ho niente ca fare contro un uomo già morto... Ormai l'energia magnetica che ho immesso nel tuo sistema nervoso è pronta ad agire, decretando la tua fine."

"Non dire cavolate, girati e affrontami North" Anzo cercò di tendere il braccio, come per afferrare il rivale, quando improvvisamente dal suo corpo scaturì un lampo elettromagnetico, simile a quello generato da un elettrodomestico provocato da un corto circuito: un lampo bluastro circondò il Bersesker, riducendo a pezzi la Bloodmail. Dai pori, il sangue fuoriusciva, quasi fosse spruzzato da una forza misteriosa.

"C-come è possibile? Cosa mi hai fatto, North?"

"l'energia che ho immesso si è fusa con i segnali che il tuo cervello inviava in tutto il tuo corpo... Una volta invaso tutto il sistema nervoso, ne ha parassitato le energie. Quindi l'energia magnetica liberata è diventato un impulso magnetico che ha influito col ferro presente nel sangue, respingendolo dal corpo e facendolo uscire, con forza. Ormai, non sei più in grado di muoverti, e il tuo corpo si sta indebolendo sempre di più. Morirai dissanguato, ma grazie agli effetti del mio colpo, no proverai alcun dolore."

"Maledetto... Ma non credere d sfuggire il tuo destino, North. Ciò che attende te e tutti i Saint è la disfatta, la morte più atroce!" Sputando maledizioni al nemico che lo aveva sconfitto, Anzo perse i sensi. Il corpo sempre più leggero, iniziava a risalire alla superficie.

"Anzo, se non fossi riuscito a salvarmi dal tuo primo Abyss Losting, ora sarei io ad apparire nella lista dei caduti.... Sei stato uno dei miei avversari più temibili, io sono solo stato arriso dalla sorte, e dall'esperienza- si toccò la spala sinistra, la corazza incrinata- E se gli efetti del Magnetic Lines avessero tardato a manifestarsi, ora anche io sarei morto! Ma ora basta! Un nemico ben maggiore agisce dietro costoro. Devo cercare di riunirmi ai miei compagni e raggiungere il capo di questi Bersesker, per sconfiggerlo!"

North, riprese a nuotare, mentre, con la mente, cercava i suoi compagni.

Un pugno, un calcio, una gomitata. Stomaco, fianco, viso. Giulia stava subendo i colpi di Miaru. Nonostante North le avesse spiegato come agire contro la tecnica di mimesi dei nemici, Giulia non riusciva ad applicarla in combattimento. Lei usava la Geomanzia, e necessitava di un contatto diretto con la terra per esercitare il proprio potere. E lì, immersa nell'acqua, la possibilità di usare la Geomanzia le era preclusa. Miaru continuava a mimetizzarsi nei flutti, riapparendo solo per sferrare un colpo. Giulia si sentiva come una foglia in preda ai venti.

"Sei davvero un'incapace, donna. Potrei finirti anche senza usare il mio colpo segreto, non ne sei neanche degna... Ma il tempo è un lusso che non mi posso permettere, non ci sei certo solo tu da uccidere. Depth Airness!"

Miaru colpì Giulia al viso. Subito, la ragazza si sentì soffocare. L'aria, filtrata dalla Brachia Corallospirito, sembrava venire risucchiata da un forza invisibile, persino quella presente nei polmoni veniva travolta dagli effetti del colpo del Bersesker.

Giulia, sotto la maschera, chiuse gli occhi, mentre le forze l'abbandonavano, sempre più velocemente. Maestro North, Seiya, Shun... Perdonatemi! Tutto questo è superiore alle mie forze- pensò la ragazza- Forse è stato un errore, il mo ritenere di poter essere all'altezza dei Saint..."

La ragazza sentiva i sensi spegnersi, uno dopo l'altro. L'oscurità, il silenzio l'avvolgevano, solo un respiro, l'ultimo, la separava dalla morte.

Ma la sua mente, ancora agiva. Improvvisamente, alla sua mente apparve un'immagine, così come succedeva quando usava i suoi poteri per rintracciare qualcosa o qualcuno. Vide l'immagine di una ragazza, morente, il viso coperto dalla mano di Miaru, il cui Cosmo ardeva, provocando una forza aspirante. Capì che stava osservando, da un punto di vista nuovo, se stesa e il suo rivale.

"Sono forse morta...? No, ancora sento ancora le sensazioni di gelido abbandono che la morte avrebbe cancellato. Sono viva. E voglio vivere! No, non morirò oggi, non così, almeno!"

Il piede di Giulia scalcio, raggiungendo il fianco di Miaru, che grugnì, di dolore e di sorpresa. Poi, premendo la pianta del piede sul ventre del nemico, la ragazza lo spinse via, interrompendo il contatto e gli effetti della tecnica mortale del Bersesker.

"Brutta.... Ma se credi di poter sopravvivere a questo scontro, sei un'illusa. Hai subito già due volte il mio Airness Depth, ormai nel tuo corpo non c'è poi molto ossigeno, e con il prossimo colpo, ti priverò anche dell'ultimo respiro, uccidendoti all'istante!"

Ma Giulia non ascoltava le minacce del nemico. No, i suoi pensieri erano rivolti a quello che le era accaduto. Aveva usato il suo potere senza entrare in contatto con la terra.... Com'era possibile? Improvvisamente, vide una luce bluastra scaturire e poi spegnersi nei profondi abissi della grotta. Un lampo di intuizione la colse, nel vedere i flutti d'acqua purissima che risplendevano, riflettendo il bagliore ormai scomparso. La ragazza capì cosa le era successo, e ormai sapeva che la vittoria le era assicurata.

Miaru spari in uno dei suoi movimenti repentini.

"Depth Airness!" La mano guantata di rosso metallo apparve nuovamente vicino alla giovane Saint, ma... La mano di Giulia strinse il polso, torcendolo, strappando a Miaru un grido di dolore. Con un scatto, l'uomo si libero, scomparendo nuovamente.

"Sei stata fortunata ad individuare la mia mano... Ma ora non mi risparmierò, colpirò con entrambe le mani fino a quando uno dei miei colpi no andrà a segno. Non ci vorrà molto! Depth Airness!"Di nuovo, i palmi aperti di Miaru riapparvero attorno alla Saint. Un palmo. Un calcio, spostamento. Con rapide e semplici movimenti, Giulia incominciò ad evitare , parare o deviare i palmi del nemico, nessuno dei quali raggiunse il suo volto, coperto dalla maschera. Poi, infilandosi tra un palmo e l'altro, Giulia colpì con una gomitata il plesso solare del Bersesker. Miaru riapparve, non più protetto dal mimetismo e sbalzato via dalla forza del colpo. Ansimava, il fiato corto a causa del colpo, che gli aveva provocato un breve blocco del respiro.

"maledetta! Come puoi riuscire a tanto? Prima eri in balia dei miei colpi, quasi ti avevo ucciso... Hai reagito, miracolosamente e ora, non sembri neanche la stesa persona."

"In effetti, Miaru,- rispose lei- sono una persona totalmente diversa. Mentre la morte posava le sue avidi dita su di me, a causa del tuo attacco, il mio potere di Geomanzia mi ha mostrato la scena, facendo esplodere il mio istinto di sopravvivenza e spronandomi a reagire!"

"Geomanzia? Impossibile, per esercitarla dovresti toccare la terra, e qui siamo immersi nell'acqua e ben lontani dal fondale!"

"È vero, tuttavia esiste una forma superiore della Geomanzia, che prende nome di Cristallomanzia, e permette le visioni solo mediante minerali cristallizzati, come quelli abbondantemente disciolti nell'acqua di questo lago sotterraneo! Oramai, l'acqua in cui tu ti mimetizzi divengono i miei occhi, le mie orecchie. Non posseggo punti ciechi, per ora, e no riuscirai né a cogliermi di sorpresa né a sfuggirmi. Arrenditi, te lo consiglio."

"Ragazzina... Come ti permetti? Io, arrendermi... Follia. Forse sarai in grado di vedermi, ma questo non fa certo di te una guerriera con la mia esperienza. Prendi!"

Di nuovo, Miaru si nascose tra i flutti, e i pugni, stavolta chiusi, apparvero saettando davanti a Giulia, che parò i colpi con disinvoltura. Mentre la ragazza deviava i colpi scagliategli, Miaru riapparve alle sue spalle: aveva lanciato i colpi lasciando solo un'immagine residua delle sue mani. Ed ora, si preparava a colpire la ragazza alle spalle. Ma mentre, preso lo slancio, si avventava su Giulia, il palmo aperto, la ragazza, senza neanche girarsi, allungò una mano dietro di sé, raggiungendo il polso del Bersesker e torcendoglielo con abilità. L'attacco fu bloccato mentre Miaru veniva sbilanciato, il corpo che sembrava cadere in caduta libera...

Fu un minuto, poi il Bersesker reagì, ruotando su se stesso per far allentare la presa e tornando a nuotar, nascosto tra i flutti.

"Ancora no vuoi darti per vinto? Ormai dovresti capirlo che non puoi più niente contro di me. Ti ho già dimostrato di essere totalmente in grado di annullare ogni tuo attacco, e che è impossibile cogliermi di sorpresa.- fece una pausa, senza ottenere nessuna risposta- Se davvero non vuoi arrenderti, non posso fare altro che usare il mio colpo segreto. Mi dispiace, ma non posso tirarmi indietro, l'ho promesso a me stessa. Ultime Coordinate!" Giulia lanciò il suo colpo, il braccio teso, l'indice disteso, che puntava come per indicare mentre le altre dita, gradualmente, si chiudevano. L'energia del colpo si propagava, quasi rimbalzando nei cristalli minerali che permettevano a Giulia l'uso dei suoi poteri arcani. E investiva Miaru, colpendolo per poi rimbalzare nuovamente nei cristalli e, come un raggio riflesso in uno specchio, tornare a colpire ancora e ancora. Il sangue usciva dalla bocca e dalle orecchie di Miaru. Braccia, gambe dita erano piegate irregolarmente, segno che le ossa erano fratturate. Il corpo ora privo della protezione della corazza, andata in frantumi, presentava i segni dei colpi che, impietosi, si erano impressi sulla carne, rompendo ossa, spappolando organi...

Giulia non guardava il nemico sconfitto. Ma lo vedeva, mediante il suo potere innato. Se provava tristezza, autocommiserazione, tristezza, la maschera che le copriva il viso lo nascondeva.

"Il tempo di recuperare il fiato,- ansimò tra sé e sé- e riprenderò il cammino; devo riunirmi agli altri!"

Morwal e Reflesso stavano ancora lottando. Morwal non aveva cercato, finora di mimetizzarsi per assalire l'avversario di sorpresa: i due si stavano confrontando in maniera molto più convenzionale. I pugni, i calci e le proiezioni si susseguivano. Reflesso, ormai Saint da diversi anni, aveva una notevole esperienza nel combattimento, laddove peccava in entusiasmo (eccessivo, a volte) e abilità analitica. Ma riusciva agevolmente a tenere testa al nemico, anche in un elemento a lui così estraneo.

"Complimenti, Saint, te la cavi davvero bene!- ammise Morwal sferrando un calcio circolare con la gamba destra- E dire, che mentre correvi per evitare le stalattiti, non mi sembravi un gran che."

"Ci stavi spiando?" Reflesso balzò in dietro, evitando il piede dell'avversario.

"Certo, ero io che facevo franare la roccia dalla volta per colpirvi... Non che sperassimo di eliminarvi in maniera tanto pedestre, voi Saint siete all'altezza della vostra fama, non c'è che dire... E poi, il nostro capo lo aveva previsto. Il nostro scopo era attirarvi qui, in un luogo che avremmo potuto usare a nostro vantaggio. Tuttavia, vi state dimostrando avversari più duri del previsto. Merito della sirenetta di Poseidone, immagino."

"Maledetto, è per colpa tua se siamo finiti in questa trappola!" Reflesso aumento la foga dei propri attacchi, che raggiunsero il corpo del Bersesker, scagliandolo indietro.

"Ora le pagherai tutte. Per ogni stalattite caduta, ti infliggerò un colpo... E dato che erano cento quarantatré, preparati a ricevere il saldo del conto!"

"Sciocco! Pensi davvero che le mie risorse si limitino a combattere in maniera tanto comune. Ormai ho saggiato abbondantemente i limiti della tua abilità, sei come un libro aperto, per me. Hidden Missile!" Il Bersesker lanciò il pugno destro, teso.

Reflesso non capiva, il pugno era teso verso di lui m, anche se il Cosmo di Morwal bruciava intensamente, il giovane Saint non percepiva nessun colpo speciale, eseguito dal nemico. Eppure... La potenza del colpo, celata agli occhi del Bronze Saint, lo investi con la sua pena potenza. Sballottato nell'acqua senza riuscire a opporre resistenza, Reflesso assunse una posizione simile a quella fetale, senza rinchiudersi totalmente.

"Come immaginavo. È bastato uno solo dei miei potenti attacchi per eliminare un Saint così mediocre... poco importa, la guerra infuria, e tante sono le possibilità di procacciarmi la gloria che cerco... Tante quante sono le vite dei Saint!" Morwal rise.

"Non cantare troppo presto vittoria, Morwal!- gli rispose una voce roca- La battaglia deve ancora concludersi."

"Chi ha parlato?- Morwal si guardo attorno, ma a parte il corpo ancora rannicchiato in se stesso di Reflesso, non c'era nessuno- Mostrati e affronta la tua fine, miserabile!"

"Vuoi davvero vedermi? Ti accontento subito ma prima... Senti questo!"

Un pugno chiuso apparve davanti a Morwal, colpendolo al volto. Recuperato il proprio equilibrio acquatico, Mrowal guardò chi fosse il suo aggressore, rimanendo fulminato dalla sorpresa.

Reflesso era di nuovo di fronte a lui, il pugno destro, con cui lo aveva appena colpito, chiuso, il braccio appena piegato posto obliquamente davanti al petto.

Morwal si rigirò. L'immagine del corpo di Reflesso, rannicchiato, era lì dove l'aveva vista poco prima... Improvvisamente, l'immagine iniziò a sbiadire e, lentamente, il corpo si dileguò, come fosse evaporato.

"Un'illusione..."

"Affatto! Un'illusione la si crea manipolando le percezioni del nemico, le mie, semmai, sono miraggi."

"Bastardo, hai osato prenderti gioco di me! Me la pagherai! Hidden Missile!"

"Questa volta no ti servirà, mi dispiace...." Reflesso si spostò all'indietro, muovendo mani e gambe. A ogni suo movimento, apparivano i pugni di Morwal, pronti a colpire, ma che prontamente il Saint bloccava.

"Come hai detto tu prima, io non sono un tipo riflessivo, né un raffinato ragionatore. Ma sono un ottimo combattente, abile nello sfruttare i miei poteri speciali, poteri che mi hanno permesso di capire la natura del tuo colpo segreto e salvarmi."

"Dannato! Come hai potuto..."

"Capire che i tuoi colpi venivano celati dall'acqua nello stesso modo con cui tu, e i tuoi compagni, vi mimetizzate? Quando hai scagliato il tuo colpo, ammetto di non averci capito niente. Mi ha salvato solo l'istinto, facendomi usare, istintivamente, il mio potere speciale... Il mio nome, Reflesso, deriva dal mio potere di riflettere qualsiasi tipo di onda energetica. Questo mi permette di creare miraggi, ripiegando le onde luminose fino a usarle per creare forme immateriali ma ingannevoli. Ma mi permette anche di sviluppare una specie di sensibilità radar, che qui, sott'acqua, è diventata più che altro una specie di sonar..."

"Allora è stato questo tuo potere a permetterti di distinguere i miei colpi!"

"Già... Se non li avessi individuati all'ultimo momento, ne sarei stato irrimediabilmente travolto... E anche così ho rischiato grosso. Ma ormai, scoperto il tuo segreto, il tuo colpo si rivela inutile."

"Illuso! Là dove la tecnica perde vincerà la potenza. Aumenterò la forza del mio colpo e il numero dei colpi eseguiti; prima o poi riuscirò a travolgerti. E allora, ti finirò! Hidden Missile!"

"Idiota! Se tu fossi un guerriero dalla potenza paragonabile a un Gold o a un Silver Saint, forse riusciresti nel tuo intento, ma allo stato attuale delle cose, battermi ti è impossibile!"

"Osi prenderti gioco di me? Già ora i miei colpi si avventano su di te, che immobile rimani un facile bersaglio. Non starai sopravvalutandoti troppo? O forse non vuoi ammettere la tua impotenza nei miei confronti? Sarà la tua morte a dimostrare la mia superiorità!"

"E sarei io l'illuso? Ammira la mia tecnica, e vedremo chi ha torto, tra noi! Rebellion Counterattack!"

Le energie del colpo di Morwal vennero arrestate, deviate e infine assorbite mentre Reflesso allargava le braccia, portando, con un movimento circolare, la mano destra in alto e la sinistra in basso, per poi riunirle davanti a se. Il colpo si compose come una sfera di energia compresa, che travolse totalmente Morwal.

"Forse avei dovuto dirtelo prima- mormorò Reflesso di fronte al corpo, ormai privo di vita, del nemico- ma la mia specialità, in combattimento, non è né l'attacco, né la difesa, ma il contrattacco... Sfidarmi senza essere dotato di poteri effettivamente superiori ai miei è stata la tua rovina. Riposa in pace. E ora, cerchiamo questo misterioso capo. È tempo di regolare i conti anche con lui!"

Blars cadde un'altra volta sul fondo della caverna, mentre Quadra, in perfetta posizione da combattimento, lo fronteggiava, con atteggiamento disinvolto.

"Maledetto bastardo, stai lì come se niente fosse..."

"Non è certo colpa mia se no sei un avversario alla mia altezza.... Hai provato ad attaccarmi in ogni modo, e ogni volta il risultato è stato lo stesso: sei finito, per così dire, a terra. Dovresti capire di non avere nessuna possibilità, contro di me. Perché no ti spogli della Bloodmail, e te ne vai... Io voglio solo distruggere la tua corazza ma con te dentro, rischio solo di farti fuori."

"Dannato, ti prendi gioco di me? Gettare la mia corazza, che assurdità... Se anche facessi una cosa del genere, verrei eliminato seduta stante. Con i nostri Signori no si scherza.!"

"Stando così le cose- iniziò Quadra alzando le braccia in una posa più aggressiva- immagino di no avere altra scelta se non batterti definitivamente."

"Ne parli come se la tua vittoria fosse una cosa certa. Ma ora ti farò cambiare idea. Deep Water Dominion!"

Correnti d'acqua iniziarono a muoversi con un movimento ascensionale, vorticando sempre di più fino a formare un vortice. Quandra incrociò le braccia davanti a sé cercando di apporsi al flusso improvviso e impetuoso delle correnti. Ma l'acqua, che turbinava attorno a lui, lo sospinse via, facendogli perdere l'equilibrio, precario, e finendo travolto. Sospinto dal flusso di corrente, roteava sempre più velocemente, finché non fu sospinto dalla forza centrifuga, come un proiettile, andando a schiantarsi su una propaggine rocciosa del fondo della caverna. L'impatto fu violentissimo; il corpo del Saint sparì nella roccia, che franò, seppellendolo.

"Ti avevo avvertito, Quadra! Hai osato sottovalutare la mia forza, trovando così il luogo del tuo eterno riposo. Ma non temere, presto sarai accompagnato dai tuoi compagni.- voltandosi nella direzione in cui era sparito Jason- Devo raggiungere quel Saint. Devo assolutamente impedirgli di raggiungerlo... Altrimenti, è stato chiaro, se anche un solo Saint raggiungerà la riva, ci sterminerà tutti!"

"Così il vostro comandante è davvero un uomo crudele!- affermò una voce che Blars riconobbe subito- Se è così deve essere davvero fortissimo."

L'acqua fu invasa da un momentaneo chiarore, mente le rocce venivano scagliate tutt'intorno, come per un'esplosione, liberando Quadra, nuovamente pronto a combattere.

"Quadra!!! Com'è possibile, hai subito in pieno la furia del mio colpo, come puoi essere ancora vivo?"

"Te l'ho detto... Già dall'inizio del nostro scontro, ti avevo già analizzato... Puoi dire che ti ho preso le misure, se vuoi,- gli rispose con un sorrisetto beffardo- e sapevo benissimo di esserti superiore. Ammetto però che la tua tecnica segreta mi ha sconcertato, se non fose per il Cloth- disse ancora toccandosi la corazza- che ha assorbito l'impatto, ora avrei come minimo le costole rotte."

"Impossibile. Finora, nessuno era mai sopravvissuto al Deep Water Dominion. Ho sepolto miriadi di avversari, con quella tecnica, come puoi tu, misero Silver Saint, riuscire ad averne ragione?"

"Sottovaluti la forza di noi Silver Saint, come sempre accade dall'epoca dei miti. Ma adesso, poniamo fine a questa farsa."

"Maledetto... Arrogante fino alla fine. Ma non finisce qui! Deep Water Dominin!- ancora una volta, la corrente ciclonica travolse Quadra, sospingendolo, facendolo roteare. - Continuerò a colpirti con la mia tecnica finché la tua corazza non verrà distrutta, insieme alle tue ossa, per poi infliggerti ulteriore tormento lasciando che le mie impetuose correnti ti strappino, una ad una, le membra. Crepa!" Di nuovo, Quadra venne scagliato lontano dalla forza centifuga del vortice formatosi.

Ma mentre il suo corpo, a velocità folle, si avvicinava sempre più alla roccia, il valoroso Saint si girò, il braccio piegato e pronto a scagliare un colpo contro la nuda roccia.

"Ruin Magnitudo!"

Il pugno colpì la pietra.

Avete mai sentito un terremoto? Quando la terra si muove, anche la roccia più dura si sgretola, di fronte alla potenza del sisma, alla potenza della natura. E quando l'epicentro è nel mare, l'acqua viene spinta in correnti terrificanti, conosciute col nome di maremoto.

Così il pugno di Quadra, che come tutti i Saint era in grado si spaccare la pietra a mani nude, concentrò nel punto d'impatto tutta la sua forza. E proprio lì l'energia andava accumulandosi, provocando un'onda che sconvolgeva la terra, facendo tremare persino le pareti della grotta. Subito Quadra concentrò il suo potere per assorbire la vibrazione in un unico punto, sotto il suo pugno. Sollevato il pugno dal terreno, partì un'onda d'urto potentissima, che si fuse, trascinandola, con l'acqua circostante. Più veloce, imponente dello spruzzo di un geyser, spinta da una pressione di forza incalcolabile, l'acqua colpì Blair, così come un maglio. Il Bersesker, colpito in pieno, fu sbalzato all'indietro, come fosse stato colpito da una mazzata. Il sangue usciva dalla bocca e dal naso, mentre nella Bloodmail, apparivano sempre più crepe.

"Ogni Saint possiede la forza sufficiente per provocare un terremoto. Ma il mio colpo, però, mi permette di assorbile le vibrazioni telluriche, formando un'onda d'urto dalla forza tremenda, onda che, in presenza d'acqua, si comporta come lo spruzzo di una pompa idraulica. Ti avevo detto di non sopravvalutare il tuo potere."

"Pensi davvero di aver vinto? Come puoi vedere, io sono ancora vivo e la mia corazza si è appena crepata... Sarò io a uscire vincitore dallo scontro, calpestando il tuo cadavere. Deep Water Dominion!"

"Idiota! Quante volte hai usato questo colpo? Non sai che una tecnica segreta non può funzionare più di una volta, contro un Saint? Prendi, ora direttamente, il mio Ruin Magnitudo!"

Stavolta, Quadra colpi direttamente l'avversario, disperdendo anche le correnti della tecnica dell'avversario. Blars venne scagliato via dal pungo, che lo aveva raggiunto alla bocca dello stomaco. Ma dopo poco si arrestò, riprendendo la propria posizione di guardia, guardando con disprezzo l'avversario.

"Tutta qui la tua potenza del terremoto? Che misero potere. Lo sento meno della carezza dell'acqua sulla pelle..."

"Stolto! Ancora no ti accorgi degli effetti collaterali del mio colpo?"

"Di cosa stai blaterando? Il tuo pugno non mi ha causato il minimo danno!" Blars alzò il braccio, indicando con il pollice il proprio petto. Ma con uno schianto netto, il bracciale della Bloodmail andò in frantumi.

"Cosa succede? Com'è possibile, eppure, sono sicuro che il tuo colpo non avesse sortito effetto!"

"Quando un nemico viene investito indirettamente dal Ruin Magnitudo, qualora riceva successivamente un colpo diretto, le energie residue del primo colpo, depositatesi nel corpo, trasformano quelle del secondo , fondendosi. Dopodiché iniziano a frantumare i tessuti del corpo, le armature, tutto, indistintamente. Tra breve, il tuo corpo cadrà, letteralmente, a pezzi!"

"Non è possibile!" Ma la mano ora priva di difese, si staccò dall'arto, dividendosi a sua volta in varie parti. Così incominciò anche sul resto del corpo. La Bloodmail, le vesti, il corpo del guerriero di Ares si disgregavano, quasi si stessero sciogliendo.

"No, non voglio morire.... Ti prego, Quadra, ferma tutto questo! Non voglio Morire!"

"Mi dispiace,- sussurrò il Silver Saint, con tono in parte rammaricato, in parte deciso- ma il processo è irreversibile. D'altronde, ti avevo avvertito: le tue possibilità erano resa o morte."

"Dannati Saint. Dannata Athena! Ma non credere che sia finita. Lì, sulla riva vi attende un avversario invincibile."

Quadra si avvicino al corpo, dilaniato, del suo avversario.

"Blars, non posso arrestare il processo, ma posso renderlo indolore, se lo desideri. Però..."

"Parla, cane, cosa vuoi?" la voce del guerriero morente era carica di disperazione e sofferenza.

"Parlami del tuo comandante, e ti priverò del dolore."

"Parlarti del comandante?-rispose Blars beffrdo- Perché no? Ormai non ho niente da perdere. E poi, quando saprai il suo nome, sarai tu a provare la più cupa disperazione! Avvicinati, Quadra."

Il Saint si avvicino, chinandosi sul viso, ora in parte esangue, in parte violaceo. "Il suo nome è..."

Le forti correnti, non erano certo un problema. Accarezzata dall'acqua, suo elemento naturale, Tetis si sentiva a suo agio. Anche se non era l'acqua piena di vita dei fondali oceanici da cui veniva, era sempre un elemento a lei congeniale. Esser stata trascinata lontano dai suoi attuali compagni di ventura non la preoccupava. Dei Saint no si curava, pur essendo stata loro nemica, ne ammirava il valore ed era sicura che se la sarebbero cavata egregiamente, forti anche del potere di sopravvivere sott'acqua che lei aveva condiviso, per il momento, con loro. Sospinta dal flusso della corrente sentiva il corpo rilassarsi. L'impulso che le veniva naturale era dormire... Ma lo ricacciò. Di certo non era il momento di riposare, quello. Ma gli occhi non ne volevano sapere di rimanere aperti. Come se una mano invisibile si fosse serrata attorno a loro, tenendo chiuse le ciglia, togliendole il dono della vista. Iniziò a dibattersi, il rilassamento diveniva presto ansia, consapevolezza che una qualche forza estranea agiva sui suoi sensi. A forza, aprì gli occhi, giusto in tempo per vedere una sagoma affusolata scivolare verso di lei, l'estremità anteriore recante le fauci aperte. Subito, la bionda guerriera di Poseidone si riscosse, evitando l'attacco animalesco. La figura le passo affianco, toccandole il corpo come una gelida carezza...

Tetis la seguì con lo sguardo, quando, improvvisamente, svanì. Al suo posto comparve una donna, la vera artefice dell'attacco a suo danno. I capelli neri arrivavano fino alle spalle, drappeggiando appena l'elmo rotondo che le teneva la frangia lontana dagli occhi. Gli occhi castani erano socchiusi, quasi cercasse di mettere a fuoco le immagini nello sfondo acquatico. La corazza, sormontata da copri spalle rotondi, era formata da due placche ovali che scendevano, seguendo le linee del corpo, magro. Era più bassa di Tetis, ma le gambe lunghe, ricoperte alle ginocchia e lungo lo stinco, i piedi lasciati liberi, erano affusolate, tontite e armoniose. I fianchi, forse un po' troppo larghi, erano cinti da una una cintura da cui scendevano scaglie modellate a foglia d'acero. Al polso destro un corto bracciale copriva il pugno e una piccola parte dell'avambraccio, mente la sinistra recava una protezione ovale, quasi un piccolo scudo. Sulla schiena, visibili anche da davanti, stavano quattro aste, simili a protuberanze, che formavano una X asimmetrica. Due, dirette verso il basso, restringendosi, formando una specie di triangolo terminavano con una punta modellata come uno zoccolo caprino. Le altre due, con un'angolazione più stretta, svettavano sopra la testa della guerriera, salendo in due spirali, e terminando con due teste serpentine.

"Tetis della Mermeid, sei all'altezza della tua fama, guerriera dei Mariners!"

"Sembra che tu mi conosca, Bersesker, ma io non conosco te."

"La guerriera che, sin dai tempi del mito, si reincarna per proteggere il sire Poseidone... La tua fama è ben nota presso noi, guerrieri di Ares dell'Armata delle Acque. Il mio nome è Malia della Longana, signora dei fiumi impetuosi. Sono qui per sconfiggerti!"

"Se i tuoi attacchi sono scadenti come quello di poco fa, non avrai certo l'ardire di fronteggiarmi. Tuttavia, non perdonerò mai voi Bersesker di aver osato invadere i domini del mio Signore!"

Tetis incominciò a bruciare ed espandere il suo Cosmo.

"Desideri davvero combattere, Tetis? So bene quale sia il limite delle tue abilità. Da sola non saresti mai riuscita a respingere il nostro attacco al regno sottomarino. Ma ora non puoi contare sull'aiuto di nessuno. Coloro a cui ti accompagni, Saint nemici del mio come del tuo Signore, sono ora impegnati a combattere contro i miei compagni. Puoi sentire tu stesa, i loro Cosmi bruciare nell'ardore della lotta.- allargò le mani espandendo anch'essa il proprio Cosmo- Comunque, se desideri perire per il tuo Dio, sarò felice di accontentarti. Wild Seduction!"

Due forme serpentine saettarono dalle mani di Malia, riempendo a gran velocità lo spazio tra le due avversarie.

"Pensi davvero di spaventarmi? Prendi Kunai Koraru!" Con un movimento deciso delle braccia, Tetis materializzò e scagliò sei coltelli di puro corallo rosso, incredibilmente affilati e resistenti. I kunai della guerrieramariner saettarono, due per intercettatre i due serpenti, gli altri per colpire Malia. Eppure, i due coltelli si infransero sui musi triangolari delle serpi, che si contorsero in una spirale, intercettando e frantumando ogni lama, per poi avventarsi nuovamente su Tetis.

La guerriera, vincendo l'attimo di sbigottimento, evitò il colpo, che si allungò affianco a lei, svanendo.

"Superi ogni aspettativa, Tetis... eppure, si diceva che le tue doti di combattente fossero molto limitate."

"Non posso certo dire di essere potente come un Mariner Shogun o un Gold Saint... Ma di ceto le mie abilità rivaleggiano on quelle dei Silver Saint di Athena, e dopo il mio scontro contro Shaina dell'Ofiuco, ho avuto modo di riflettere. Credo, da allora, di essere maturata, come guerriera."

"Ringrazia ora la tua avvenuta maturazione maturazione. Tuttavia, a poco ti servirà contro di me! Wild Seduction!"

"Kunai Koraru!"

Tetis riprese a lanciare le sue lame, stavolta indirizzandole tutte contro i due serpenti generati dalla rivale e contro di lei aizzati. Eppure, i due effimeri animali vorticavano, spezzando le lame e continuando implacabili, la loro corsa. Tetis indietreggiava, continuando a utilizzare la sua tecnica, sino a raggiungere il fondo della caverna. Con un balzo sul fondale, evitò lateralmente il colpo nemico, che si schiantò sulla nuda roccia, infrangendola. Subito, Tetis balzò in avanti, le mani tese avanti, per afferrare le due implacabili bestie. Le mani si chiusero. Su aste di rosso metallo, modellate a guisa di serpente, che si allungavano, tenute fermamente dalle mani di Malia.

"Come immaginavo. I movimenti di quei due serpenti erano troppo artificiali, la loro apparente vitalità era solo frutto di un'illusione da te provocata per nascondere la vera natura del tuo attacco. Ma ora che le tue aste sono nelle mie mani, i tuoi attacchi sono inutili! Desutorakku Koraru!"

Dalle mani della Mariner il Cosmo venne sprigionato. Una crosta di corallo rosso iniziò a formarsi lungo le due aste metalliche, espandendo si sia verso il basso, ancorandosi ala roccia, sia in alto, contro Malia.

In poco tempo la crosta corallina formatasi aumentò di spessore, immobilizzando totalmente le due strane armi.

"Pensi davvero che del misero corallo posa bloccare le mie aste? Lo spezzerò insieme alla tua testa, Tetis. Guarda la forza di una vera guerriera!"

Così dicendo, iniziò a tirare le due aste, per spezzare il duplice ceppo che le bloccava, e passare all'attacco. Un sordo schiocco.

"Non è possibile... Le mie aste!"

Le due armi della leggiadra Bersesker erano andate in frantumi, nel medesimo istante in cui il Cosmo della loro padrona le aveva invase, per liberarle dai coralli rossi.

"Non è possibile. Eppure, la Manipolazione dei Coralli Rossi non è mai stata una tecnica particolarmente pericolosa, tra quelle tramandate dai Mariner!"

"È vero, non è all'altezza dei Coralli Dorati, ma se viene usata con astuzia e abilità, diventa una tecnica insidiosa. Normalmente il Desoturakku Koraru serve a intrappolare i nemici e privarli delle energie, ma è una tecnica lenta, e può essere contrastata se si riesce a disintegrare i coralli in tempo. Ma usandola contro le tue armi, ne ho minato la stabilità molecolare, facendo in modo che, non appena tu attivassi il tuo potere per contro attaccare, la tua energia avrebbe provocato un feedback così violento da distruggere le tue stesse armi."

"Maledetta non ti credevo così abile. Se pensi di avermi automaticamente battuta, ti sbagli. Le aste del Wild Seductin non sono la mia unica risorsa. Coursed Bride!"

Alzò la mano destra, leggermente piegata, le dita divaricate e piegate, quasi rilassate. La tecnica raggiunse Tetis, e mente una tempesta di colpi si abbatteva sul suo corpo, una forza misteriosa, seducente la teneva semi sospesa dal fondale, impedendole ogni reazione.

"Le Longane, o Anguane, erano ninfe che a volte sposavano mortali... Ma se costoro avessero infranto una promessa, o arrecato un'offesa alla loro natura sovrumana, esse sarebbero scomparse, tramutate in vipere o capre, e la sciagura si sarebbe abbattuta sul marito. È l'ira delle Longane che si sono dovute separare dalle famiglie, quella che ti ha così implacabilmente travolto."

"D-davvero potente- Tetis aveva perso l'elmo che giaceva ora sol fondale, mente il viso era chiazzato da lividi e un rivolo di sangue le scendeva da un angolo delle labbra ben modellate- tuttavia non mi arrenderò, mai!"

"Ti ostini a combattere? Te ne pentirai col tuo ultimo fiato. Coursed Bride!"

Di nuovo, Tetis fu scossa dalla violenza del colpo, che la atterrò. A fatica, quasi tremando la guerriera di Poseidone si rialzò.

"Che incredibile forza di volontà. Riesci ancora ad alzarti, pur avendo subito due volte il Coursed Bride. Sei davvero una donna forte, Tetis."

"No, affatto. Ma però, no posso assolutamente arrendermi!"

"Perché? Cosa ti spinge a superare così i tuoi limiti?"

"Perché il sire Poseidone ha fiducia in me..."

Giorni prima. Yatch privato di Julian Solo.

"Jafar, Sorrento!"

"Sì Sire Poseidone" risposero contemporaneamente i due guerrieri.

"Presto i Saint muoveranno guerra contro Ares. Voi vi unirete a loro nell'affrontare il comune nemico."

"Sì!"

"Sire Poseidone..."

"Sì, dolce Tetis?"

"La scongiuro... Permetta anche a me di combattere per lei!"

"Tetis, non ti sei ancora totalmente ripresa dall'ultimo scontro con i Saint, e anche contro i Bersesker hai riportato ferite. Non sei in grado di combattere, per quanto grande sia il tuo valore."

"La prego, mio Signore, mi permetta di combattere per lei! Come ho sempre fatto in ogni vita!"

Lo sguardo del Dio dei Mari si posò sulla bella Nereide, che lo implorava, quasi in lacrime.

"Jafar!"

"Sì, sire Poseidone?"

"Oltre alle tue tecniche personali, tu sei il depositario del Corallo Dorato, presumo..."

"Sì mio signore. Ritengo che Kanon dei Gemelli mi abbia tenuto in vita solo per carpire il segreto di quale tecnica."

"Bene. Allora, Jafar, desidero che tu alleni Tetis ad affinare il suo Corallo Rosso. Tetis, combatterai anche tu, le tue lacrime e la tua devozione hanno sciolto il mio cuore. Porta lustro al tuo nome di Mariner! Non tradire la fiducia che in te ripongo, mia fedelissima!"

"Sire Poseidone... Grazie"

Il reame di Ares. La grotta sommersa. Tetis e Malia.

"Il Sire Poseidone ha fiducia in me, no solo mi ha dato il suo benestare, ma mi ha anche fatta allenare in modo da farmi diventare più forte. Non tradirò la sua fiducia!"

"Eppure, disattenderai le sue aspettative, perché ora morrai per mano mia. Coursed Bride!"

"Sire Poseidone! Con questo colpo metto in gioco la mia vita. Paracite Koraru!"

Tetis aprì entrambe le braccia, tenendo la destra all'altezza degli occhi, la sinistra a quella dello sterno, le mani aperte. Una nuova crosta di rosso corallo si formò addosso a lei, esplodendo e, sotto forma di schegge, venendo lanciate contro Malia.

Tetis venne poi colpita in pieno dal Coursed Bride, e scagliata nuovamente a terra.

"E questo sarebbe la tua carta vincente?- disse Malia, mente i frammenti di corallo le si infrangevano addosso, senza ferirla- ben altro mi aspettavo da te. Mi dico delusa, Tetis."

"Eppure, Malia- disse rialzandosi- sarò io a uscire vittoriosa da questo scontro. La mia vittoria è ormai certa!"

Si alzò e, muovendosi lentamente, recuperò l'elmo.

"Tu vincere me? Che assurdità è mai questa?"

"Malia, ancora non te ne sei accorta? Guarda il tuo corpo..."

Sprezzante, la Bersesker abbassò lo sguardo. Non notò niente inizialmente. Ma pochi secondi dopo, un lieve formicolio al braccio attirò la sua attenzione, un formicolio che divenne un dolore acuto di carne lacerata.

"Cosa sono... questi coralli?"

"la mia ultima tecnica crea una varietà particolare di coralli rossi. Essa si comporta come un parassita, assimilando i minerali e gli elementi organici di qualsiasi corpo o corazza entrino in contatto. Per usarlo devo lasciarmi invadere da loro per poi lanciarli sul nemico. E per sopravvivere al loro stesso potere, devo lasciarmi colpire, affinché la forza del nemico mi liberi dai coralli stessi. É un colpo rischioso perché si rischia di venire uccisi insieme al nemico."

"Maledetta. Sento i tuoi maledetti coralli ledermi le carni, penetrare sempre più nel mio corpo... Ma le annienterò con la forza del mio Cosmo!"

Malia fece esplodere la propria forza, infrangendo i coralli, che però subito tornarono ad attaccarsi alle sue membra, più numerosi.

"inutile, una volta parassitato il tuo Corpo, neanche il tuo Cosmo risulta efficace, puoi solo frantumarli, ma così facendo non fai altro che moltiplicarli, peggiorando la tua posizione. Solo un Cosmo estraneo potrebbe disintegrarli completamente, vanificando il loro potere, ma ormai nessuno può prestarti aiuto. E ora i coralli si introdurranno nel tuo corpo, espandendosi internamente, fino a quando non lo avranno assimilato completamente."

"Maledizione, non sento più il braccio. Cosa succede?!"

Dal braccio della Bersesker spuntarono ramificazioni di corallo, che sfondarono la Bloodmail. Lo stesso processo, via via sempre più velocemente, si ripeté in tutto il corpo mentre l'uro di dolore di Malia si perdeva nelle acque: del corpo della guerriera era rimasto solo un informe ammasso di corallo scarlatto.

Tetis, l'elmo sotto il braccio destro, riprese a nuotare, alla ricerca dell'uscita.

Pietro della Vela era stato attaccato già quando la corrente lo aveva separato dai suoi compagni. Tre Bersesker, dalle armature essenziali, anonime, che li identificavano come semplici soldati, lo avevano afferrato, trascinandolo e, nel contempo, colpendolo. Con un grugnito seccato, Pietro si riscosse, liberando il braccio destro e colpendo il volto del guerriero che lo stava trattenendo proprio da quella parte. Dal viso del soldato di Ares schizzò il sangue, mentre le ossa del setto nasale e degli zigomi entravano nel corpo. Per il Saint fu uno scherzo, quindi, scrollarsi di dosso gli altri due avversari e sconfiggerli. Guardando gli avversari sconfitti, soddisfatto, il Saint si voltò venendo investito da un nuovo getto d'acqua, simile a quello emesso da una pompa idraulica di un'autopompa.

"Water Jet Plasma!"

Il colpo raggiunse in pieno il volto di Pietro. Attorno all'occhio sinistro si stava già formando un nero livido, segno che la forza con cui era stato colpito era notevole. Il labbro era parzialmente spaccato. Il Bronze Saint della Vela si riebbe, pronto a fronteggiare il nuovo avversario. Questi si trovava a pochi metri da lui, in posizione di guardia. L'elmo, simile a un diadema dai bordi frastagliati, recava ai lati due protuberanze, che sembravano un incrocio tra orecchie allungate e pinne frastagliate, i bordi esterni seghettati e frastagliati. Il copri spalla destro era semi rotondo, mentre quello sinistro era a forma di coda di pesce. I Bracciali, che ricoprivano gli avambracci, recavano ai gomiti fregi simili a pinne d'anatra. Alla cintura erano agganciate due placche che scendevano, formando una protezione laterale sulle anche. Ai gambali, portava delle lunghe ginocchiere, collegate lateralmente agli scrinieri che proteggevano gli stinchi.

"Hai preso in pieno il mio colpo, eppure ti rialzi con pochi lividi e ferite. Pensavo che i Bronze Saint non fossero cosi resistenti...."

"Forse perché sopravvaluti la tua forza... Il tuo colpo era niente male, ma tutt'altro che eccezionale, ne ho subiti di peggiori durante l'addestramento!"

"Miserabile cane! Un misero insetto di Bronzo come te pensa di poter sbeffeggiare chi gli è superiore, come me, Simjad dell'Ittiocentauro. Ti schiaccerò, a dimostrazione della mia superiorità!" Così dicendo Simjad assalì Pietro con un calcio, trascinandolo fino al fondo della caverna, seppellendolo nella nuda roccia.

"Crepa, bastardo! È la punizione per aver mancato di rispetto a chi ti è superiore!" Il Bersesker continuava a colpire, col piede destro il corpo del Saint, sepolto ormai nella roccia.

"E tu saresti superiore a me? Ma se non sei neanche in grado di centrarmi..."

Samjad si girò: Pietro era lì, integro, fianco a lui. Con un grugnito selvaggio, Il Saint della Vela gli assestò un poderoso montante. Samjad si piegò in due per la violenza del colpo.

"Chi sarebbe l'insetto strisciante? No sei capace di distinguere tra me e una mia immagine residua, figuriamoci se puoi sconfiggermi. Rinuncia, che è meglio."

"Maledetto, osi sbeffeggiarmi qui, nel mio elemento... Non posso tollerarlo. Water Jet plasma!"

Allungando il pugno contro il rivale, Samjad provocò nuovamente il flusso d'acqua ad alta pressione con cui aveva travolto l'avversario.

Pietro alzò una mano, arrestando il getto d'acqua, per quanto fosse potente.

"Idiota, sottovalutare così i Saint. Ora sono io che non posso perdonarti. Con un Saint, usare la stesa tecnica più di una volta, vuol dire morire! Affronta tu il mio colpo segreto. Corrente Favorevole che Gonfia le Vele!"

Pietro mosse entrambe le mani, disperdendo il getto d'acqua del Water Jet plasma, mente un flusso di energia si propagava davanti al Saint, , in ogni direzione, assumendo una forma semisferica.

"Non mi avrai, maledetto Saint. Water Jet Plasma-Double" Stavolta Samjad lanciò il suo colpo adoperando la forza di entrambe le braccia. Ma il suo colpo si infranse sulla cupola circolare che si propagava sempre di più davanti al Saint, e che infine lo raggiunse, colpendolo con violenza inaudita, tale da rompere la Bloodmail. Il Bersesker, il viso tumefatto, le costole fratturate che avevano ormai lacerato gli organi vitali, si sollevò, guardando colui che lo aveva sconfitto.

"Chi diavolo sei tu, che mi hai potuto sconfiggere' Come hai... potuto... f-farlo?"

"Sei stato sconfitto alla partenza, dalla tua tracotanza e sicurezza. Io Sono Pietro della Vela, un Bronze Saint. Come la vela di una nave imbriglia le correnti per dare spinta al naviglio, così il mio colpo fa con le tecniche che gli si oppongono, assorbendole e trasformandole in ulteriore spinta e forza... Se il tuo potere fosse stato davvero superiore al mio, non sarei riuscito a contenerlo, e sarebbe esploso all'interno dell'energia da me creata, uccidendo me e proteggendo te dall'esplosione. Ma tu, per mia fortuna, no eri ala mia altezza"

Dopo la burbera risposta, il Saint riprese a nuotare, pronto a cercare i compagni dispersi.

Anche Pi del Compasso Vagava nuotando nelle profondità oscure della caverna. Sentiva distintamente numerosi Cosmi Bruciare, alcuni, come quello di Quadra, il suo Maestro, gli erano familiari, altri non riusciva a associarli a qualcuno. Il Bronze Saint era preoccupato. Cercava di raggiungere i compagni in combattimento, quanto meno per aiutarli o vendicarli, nel peggiore dei casi. Ma le acque oscure e fredde gli impedivano l'orientamento. Ogni tanto, gli sembrava di intravedere un'immagine umana nuotare davanti a lui. E lui la seguiva, senza accorgersi che l'acqua attorno a lui diventava sempre più torbida e nera.

Una risata selvaggia risuonò nella volta rocciosa, amplificata dall'acqua. Guardandosi intorno, Pi si accorse della strana anomalia che lo circondava.

"Accidenti, un'acqua così nera, non l'ho mai vista. Non è possibile che si tratti di un fenomeno naturale, prima vedevo chiaramente dei riflessi di luce."

"Te ne sei accorto, pivello? Ora sei caduto nella mia trappola, e non ne uscirai vivo. Black Water!"

L'acqua divenne assolutamente impenetrabile per qualsiasi fonte di luce. Davanti agli occhi di Pi c'era solo il buio più totale: solo oscurità a vista d'occhio.

"Povero bronzetto, tu non puoi vedermi, mentre per me la totale oscurità da me provocata non fa alcuna differenza. Posso colpirti quando e come voglio."

A seguito delle parole dell'invisibile attentatore, una serie di colpi sferzanti, raggiungerlo al volto, sul petto, sulle braccia, lasciando lividi che bruciavano la pelle.

"Vigliacco! Usi questo buio innaturale per poter attaccare nascosto. Che vile strategia. Ma se pensi di sconfiggermi..." fu zittito da una seconda scarica di colpi, che lo raggiunsero nuovamente al volto, raggiungendo l'occhio. Lacrime furono versate dall'occhio così vessato.

"Dannato Bersesker. Finora hai avuto buon gioco approfittando di quest'acqua nera, ma preparati a un drastico cambiamento.

Pi iniziò a bruciare il suo Cosmo.

"Cosa pensi di fare? Pensi forse che la ridicola forza di un Bronze Saint possa qualcosa contro di me? È inutile che tu cerchi di respingere le nere acque del mio Dark Water: sono in grado di riformarle immediatamente, per non darti nemmeno un attimo di pausa."

"Respingerla dici? Non ci avevo pensato, ma quello che ho in mente io è cosa ben diversa. Guarda. Aaaahaaaa!!!"

Il Cosmo del Saint incominciò ad espandersi esercitando una pressione rovente sull'acqua.

"Non capisco cosa tu intendessi fare, ma mi sembra cosa inutile, il buio da me generato ancora ci avvolge... preparati a rassegnare l'anima agli dei."

"Non essere precipitoso, il meglio deve ancora venire. Kyai!"

L'acqua iniziò ad agitarsi. Pur no variando la temperatura, sembrava bollisse. Improvvisamente, la patina torbida che la invadeva si attenuò. Il nero divenne grigio scuro, e continuò a schiarirsi. Presto, l'acqua torno alla sua limpida tonalità azzurro trasparente. Pi si girò a sinistra, vedendo per la prima volta il suo avversario.

Il Bersesker aveva un elmo simile ai cappelli di paglia usati dai samurai, di forma a sezione sferica, sormontata da una cresta seghettata, simile a una pinna., Le spalle erano protette da due copri spalla metallici semisferici, La corazza copriva il petto con due placche spesse, di base ovale ma a sezione conica, che sul punto di incontro centrale, sopra il plesso solare, si deformavano, scendendo e incontrandosi formando una punta, simile a quella di un cuore. I bracciali erano lisci, da ognuno di essi pendevano, flessibili, tre spesse corde che terminavano con un'estremità semisferica. I gambali ricoprivano il piede, lo stinco e la parte inferiore del ginocchio. Sopra il piede, c'erano te protuberanze rotonde. Alzato lo sguardo da dietro le falde dell'elmo, si rivelo un viso squadrato, con un doppio mento vistoso, gli occhi privi di sopracciglia, neri, con ciglia lunghe. Ciocche di capelli biondo platino si intravedevano.

"Accidenti, questa proprio no me lo aspettavo... ma come hai fatto? Non hai respinto le acque da me inquinate, altrimenti sarei riuscito ad impedirlo. Hai fatto qualcosa di totalmente diverso... ma cosa?"

"Non lo capisci? Mi sono limitato a usare il mio Cosmo per rintracciare ed eliminare gli elementi inquinanti. In altre parole, ho purificato l'acqua. Ed ora, non più protetto dalla torbida oscurità che ci avvolgeva, no sei più un nemico invincibile!"

"Questo lo pensi tu. Vediamo se sei davvero il combattente che ti illudi di essere."

Il Bersesker attaccò con un calcio rotatorio destro, che Pi parò bloccando il piede con l'avambraccio sinistro, mentre la mano destra spingeva sul ginocchio, poi, tentò una proiezione contro l'avversario, ma l'ambiente a gravità zero rese praticamente inutile la sua mossa. L'avversario, con un colpo di reni, sfruttò la spinta per colpire il nemico col piede sinistro e, con una capriola rovesciata in avanti, con un calcio ad ascia, che raggiunse il Saint alla spalla.

Lo scambio di colpi durò ancora alcuni minuti, con alterne vittorie da ambo le parti. Ma tuttavia, appariva chiaro che il Bersesker stava avendo la meglio.

I due si fermarono, ansimanti.

"Complimenti, come guerriero ci sai fare. Ma purtroppo per te, l'elemento acquatico non è certo quello che più ti si addice. Anche se combatti bene, non sai sfruttare appieno l'ambiente circostante. Questo decreterà la tua sconfitta.!"

"Non vedo come tu possa affermare ciò. Anche se ammetto la tua superiorità nel combattimento in acqua, i tuoi colpi non hanno la potenza sufficiente per vincermi. Senza il tuo schermo di acqua inquinata, non puoi colpirmi a tuo piacimento."

"Questo lo credi tu. Preparati a soccombere di fronte a Kuragge della Lusca. Eight Arms Whipping!"

Kuragge incominciò a colpire, usando il taglio delle mani. Ma i suoi colpi, oltre a colpire violentemente, facevano sì che le le sei corde che uscivano da entrambi i bracciali si avventassero su Pi, come tante fruste. Il Saint, però riusciva a difendersi, evitando di farsi colpire dalle cordicelle e parando i colpi delle braccia e delle mani.

"Tutto qui, Kuragge? Come vedi riesco ad arginare- disse mentre evitava un affondo con la mano tesa, di punta- ogni tuo attacco, parando i tuoi colpi ed evitando i tentacoli che escono dalla tua corazza."

"Credi che sia finita qui? Illuso!"

Kuragge continuò l'attacco, poi improvvisamente, si mosse, come saltando. Portando le gambe in alto, e descrivendo una parabola sopra il Saint, Kuragge continuava il proprio attacco, ruotando su sé stesso. I colpi, ora venivano dalle direzioni più imprevedibili. Pi ne fu travolto, mentre veniva sferzato da ogni parte. I colpi gli procuravano lividi e tagli. Se fosse stato sulla terra ferma, sarebbe caduto al suolo.

"Ah, ah ah!!! Visto, la mia vera forza? In un ambiente come questo, io che so sfruttare al meglio l'elemento in cui siamo immersi sarò sempre, costantemente in vantaggio."

"Sì, mi accorgo che hai un discreto talento- Pi si rimetteva in posizione eretta, mentre si ripuliva un lato della bocca, spaccato da una frustata- la la potenza dei tuoi colpi rimane sempre troppo poca per essere un pericolo effettivo. Pensi di potermi battere con così poco?"

"Forse i miei copi non avranno la potenza di quelli di un Warlord, ma continuando a colpirti in questa maniera, ti procurerò un numero sempre maggiore di ferite e danni. Alla fine, soccomberai! Eight Arms Whipping!"

Stavolta, Kuragge portò il suo attacco muovendosi attorno all'avversario, vorticando ora davanti, ora indietro, ora ai lati, sopra o sotto. Era un attacco spietato, le cordicelle della Bloodmail fendevano l'acqua come fruste, descrivendo velocissimamente traiettorie sempre più imprevedibili...

Di nuovo, Pi non riuscì a difendersi.

Il Saint, ormai pieno di ferite, sembrava essere svenuto.

"Che mezza calzetta. Solo un paio di attacchi e già è agonizzante. È ora di dargli il colpo di grazia, che il suo sangue doni nuova potenza alla mia Bloodmail e al mio Cosmo. Cos...!?"

Con uno schianto, il copri spalla sinistro e il pettorale destro della corazza si riempirono di crepe.

"Forse non sarò il più forte, tra i Saint- Pi si stava rimettendo in posizione eretta- ma sono forte abbastanza per eliminare uno come te. I danni subiti dalla tua corazza sono solo l'inizio."

"pensi che un paio di colpi fortuitamente andati a segno mi impensieriscano? Ormai hai un piede nella fossa, ti illudi di grosso se pensi di potermi fronteggiare!"

"Tu credi? È vero, sono pieno di ferite, lividi e abrasioni. Sono al limite della resistenza del mio corpo, eppure... Vincerò! I colpi che ti ho inferto non erano lanciati a casaccio e, pur non essendo la mia tecnica segreta, in cui esprimo al meglio la mia forza, ti hanno danneggiato. Ora vedremo quale delle nostre tecniche di combattimento è la più forte!"

Pi inizio a ruotare le mani attorno a sé, descrivendo un ampio cerchio.

"Ragazzino credi di spaventarmi? Cosa pensi di fare, mezzo moribondo come sei? Ora ti finirò, no sarà certo la tua ridicola forza, anche se espressa con un colpo segreto, a fermarmi. Eight Arms Whipping!"

Di nuovo, Kuragge iniziò a ruotare frustrando le braccia e le cordicelle della Bloodmail attorno al suo rivale.

"Circinus Space!"

Pi danzò. Nell'acqua descrisse una danza fatta di piroette, mentre le braccia ruotavano sempre più vorticosamente. E ad ogni movimento, le mani imprimevano la propria forza, che si espandeva ad ampi cerchi, visibili in acqua come le onde provocare da un sasso lanciato su uno stagno.

Le cordicelle della Bloodmail si scontrarono con le onde concentriche che si intersecavano tra di loro, modificando la loro traiettoria e aumentando di potenza, influenzandosi l'un l'altra. Kuragge sentì la violenza del colpo che lo raggiunse allo stomaco, facendolo piegare in due. Seguirono una scarica di colpi, dalle traiettorie più improbabili e strane, anche i colpi che il Bersesker pensava di aver evitato, deviate da altre linee d'onda, deviavano tornando a colpirlo.

La Bloodmail si crepò definitivamente, frantumandosi.

"Non è possibile, eppure... Come puoi aver ribaltato con un colpo solo una situazione che andava decisamente contro di te. Cosa ti spinge, ferito, debole, a sprigionare una tale potenza?"

"Kuragge, tu hai basato le tue tecniche sul solo fatto di approfittare dell'ambiente. Fuori dall'acqua, pensi davvero che le tue tecniche avrebbero la stesa efficacia? Io, invece ho sempre affrontato le insidie che la vita mi ha posto dinnanzi seguendo gli insegnamenti del mio Maestro. E ho fatto in modo di potermi adattare ad ogni circostanza, facendo crescere esponenzialmente la mia forza di Saint. Una volta che ho capito come funzionava il tuo colpo, mi è bastato adattare il mio colpo all'ambiente acquatico: tu ti puoi muovere meglio di me, sott'acqua, ma per i miei colpi, questo non è un problema. Non potevo fallire... A guidarmi non era solo la mia forza, ma anche quella dei mie compagni, dei mie amici.... E Athena!"

"Maledetto. Ammetto la sconfitta, ma sei tu l'illuso, a credere di uscire illeso da questa grotta- improvvisamente, le spalle e le braccia di Pi esplosero, facendo fuoriuscire, come una fontana, getti di sangue- I miei colpi hanno indebolito di molto i tuoi tessuti, anche solo muoverti, qui in acqua, ti provocherà nuove emorragie. Un nuovo combattimento ti sarà fatale, anche la minima ferita. Alla fine.... ti ucciderò, Pi!"

Kuragge perse conoscenza, mentre gli occhi improvvisamente vitrei, andavano all'indietro.

"Forse il mio destino è segnato, ma non per questo mi arrenderò. Anche se dovessi perdere ogni goccia di sangue, continuerò a battermi fino all'ultimo respiro. È questo il mio modo di essere un Saint!"

Il valoroso Saint si mosse. Subito, una nuova ferita si apri sul bicipite sinistro. Incurante, avanzò ancora, lasciando dietro di sé una lieve scia di sangue.

Jessica non si era certo risparmiata. Aggredita da diversi Bersesker, dalle corazze raffiguranti creature marine, ma di scarso livello. I loro corpi, ormai privi di vita, galleggiavano dietro di lei, mentre nuotava, alla ricerca dei propri compagni Per quanto sembrasse superficiale e pedante, era una Saint che non aveva niente da invidiare ai colleghi maschi.

"Alle solite, i maschietti incompetenti... Purtroppo ce ne sono fin troppi, e mi fanno perdere solo tempo! Devo raggiungere gli altri e uscire da questa grotta. Non possiamo perdere tempo, la vita di Athena dipende dalla nostra celerità."

"Temo che il tuo tempo finisca qui, bella fanciulla. Non della vita di Athena devi curarti, ma di preservare la tua, ora che hai incrociato Arirai dello Iemisch."

Un uomo alto, con una Bloodmail più elaborata, apparve tra le acque scure. A pochi metri di distanza da Jessika; la ragazza ebbe un sobbalzo: non si era accorta della sua presenza. Squadrò il nuovo avversario. Era un ragazzo alto, un meticcio dalla pelle bronzea, i lineamenti delicati, quasi efebici, un naso largo e schiacciato, ma non sgradevole sul viso ampio e deciso. Le larghe spalle sovrastavano un ampio petto e un addome muscoloso, nudo sotto la Bloodmail. Braccia e gambe erano formate da muscoli scolpiti.

L'elmo della corazza era modellato come un muso di animale, schiacciato come u muso di un canide, ma con affilato come quello dei felini.

I Copri spalla erano modellati a forma di pinne, recanti, però, sei artigli arcuati.

La corazza era liscia e disadorna, copriva il torace, scendendo lateralmente sui fianchi e , centralmente, con una cuspide fino all'ombelico nudo.

I bracciali ricoprivano il pugno e l'avambraccio, dove fuoriuscivano due protuberanze triangolari, spigolose.

Gli scrinieri ricoprivano i menischi e le caviglie, risalendo lateralmente ai lati dello stinco, formando una V. Ai ginocchi, due protezioni di forma romboide. La cintura si allungava con un gonnellino a forma di coda di pesce.

"Però... Ammetto che sei piuttosto carino, ma temo che sarai una delusione. Ti credi davvero alla mia altezza?"

"Sei molto altezzosa, per essere solo una debole femmina. Pensi forse di potermi stare al pari? Ti ho visto combattere: non sei certo alla mia altezza!"

"Uh, intendi le quattro carezze che ho dato a quelli là?-rispose indicando i corpi dietro di lei- loro sono stato solo un riscaldamento. Se vuoi posso farti vedere quello di cui sono veramente capace!"

"Non chiedo di meglio, femmina!"

Arirai scattò improvvisamente con il calcio sinistro, descrivendo un ampio arco orizzontale,e mentre il suo corpo si inclinava a destra. Jessika parò alzando le braccia, ma la potenza del colpo, comprendendo il peso del corpo, era tale da smuoverla dal punto in cui si trovava. La ragazza si sentì sbilanciare, ma recuperò comunque una posizione di guardia, appena in tempo per deviare, con le mani, una serie di pugni. Quindi, passò al contrattacco, proiettando il proprio corpo in alto, a destra, seguendo un'inclinazione e scalciando di sforbiciata.

Arirai arcuò il busto all'indietro, evitando i piedi dell'avversaria, e afferrandone quello sinistro. Quindi, fece ruotare Jessika attorno a sé una volta, per scagliarla poi alla destra, verso una sporgenza rocciosa.

Jessika riuscì a ruotare su se stesa con un colpo di tallone, e puntellò le gambe sulla roccia per darsi la spinta verso l'alto, evitando Arirai, che aveva seguito la sua scia per colpirla con un pugno destro.

La roccia si frantumò in mille pezzi, mentre la Saint scrutava, da sopra la spalla, il suo avversario. Jessika ansimava visibilmente, sotto la maschera.

"Ti muovi bene, Saint, ma ti sarai accorta del divario tra noi. Purtroppo per te, non sei abbastanza forte per misurarti con me! Addio!"Il Bersesker allargò le braccia, tenendo le dita leggermente ad artiglio, gli indici più distesi rispetto le altre dita. Spostò la mano destra in alto, la sinistra in basso, descrivendo due brevi linee curve.

"Avanging Sea Claw!"

Flutti d'acqua presero la forma di lame falciformi, mentre un roco suono, simile a un ruggito, si propagava. Le lame d'acqua colpirono Jessika, ferendola in più punti, penetrando l'affrettata ma insufficiente difesa delle braccia della ragazza, alzate davanti al corpo. Le lame che non avevano colpito frontalmente la Saint descrissero un arco attorno a lei, deviando fino a colpirla alle spalle.

Il Cloth della Poppa si era riempito di diverse crepe, mentre il corpo della sua proprietaria, abbandonato alle acque, sembrava inerme, incosciente.

"Come supponevo, una donna non poteva certo essere un avversario degno per un guerriero come me. É bastato un solo fendente del mio colpo segreto per annientarlo."

Si girò attorno scrutando, pensieroso, le acque prive di luce attorno a sé.

"Percepisco lo spegnersi di diversi Cosmi, mentre altri ancora ardono nella lotta... E poi, sento una forte presenza che si avvicina, sempre di più, all'uscita della caverna. Devo raggiungerlo, e eliminarlo prima che raggiunga la riva."

"Destination:Tureis!"

Un sottilissimo fascio di energia, grande quanto un ago da cucito, trapassò il copri spalla destro di Arirai, screpolandolo.

Sorpreso, l'uomo si voltò. Jessika si era ripresa, e aveva scagliato il suo colpo segreto. Teneva la mano destra tra i capelli, massaggiandosela. La maschera era lievemente crepata.

"Ancora viva? Sei coriacea come uno scarafaggio!"

"Pensa quello che vuoi, ma non ti permetterò di attaccare i miei compagni. Dovessi rimetterci la pelle, ti sconfiggerò qui! Destination: Altaleban!"

Stavolta, il colpo no emise un solo raggio di energia, ma molti, che trapassarono diversi punti della Bloodmail, spaccandola. Tuttavia, le ferite inferte ad Arirai erano ancora superficiali.

"Cosa pensi di fare? Colpi del genere, le sento come punture di zanzare: irritanti. Vuoi forse competere contro la potenza del mio colpo? Avanging Sea Claw!"

"Destination:Asmidiske!"

Di nuovo i raggi emessi dal colpo cambiarono, diventando più spessi. Le due tecniche, infrangendosi, esplosero, sbalzando all'indietro entrambi i contendenti. Tuttavia, due lame d'acqua raggiunsero Jessika, mentre uno dei raggi colpì la spalla sinistra di Arirai, spaccando definitivamente il copri spalla e ferendolo gravemente.

"Maledetta, che razza di tecnica stai utilizzando?"

"Io sono la Saint della costellazione della Poppa. Rappresento il timone della nave Argo, immortalata nelle stelle. E come un timone, io traccio una rotta. Il mio colpo consiste in sette diversi livelli, uno più forte dell'altro... Ma per utilizzarli è necessario usare una ben recisa sequenza. Preparati a perire sulla rotta delle stelle della mia costellazione. Destination: Kaimana!"

Stavolta, i raggi partirono tracciando scie ellittiche, alcune dal basso, altre dall'alto, e richiudendosi a morsa su Arirai. L'intera corazza del guerriero scricchiolò pesantemente, mentre le crepe si ingrandiva.

"Maledetta, credi di potermi sconfiggere, di sottomettermi? Non mi lascerò sorprendere dal tuo colpo. Avanging Sea Claw!"

Le lame generate da Arirai saettarono in ogni direzione, diminuendo la pressione che i raggi, chiusi a morsa contro il Bersesker, esercitavano. Con uno sforzò fisico estremo, Arirai espanse il suo Cosmo, spezzando la morsa, quindi scagliò nuovamente il suo colpo, in linea retta. I colpi di Jessica, lanciati in traiettorie indirette, lasciavano scoperta la Saint, facile preda dell'attacco.

"Destination: Ahadi"

Stavolta, scagliò il suo colpo con entrambe le mani, richiamando a sé le emissioni della tecnica precedentemente sferrata. L'energia prese forma di uno scudo rotante, che respinse al mittente le lame.

"Maxima Avenging Sea Claw!"

Le lame d'acqua si fusero in un unico fendente, formato da quattro lame che si incrociavano tra loro. I colpi rispediti su Arirai vennero assorbiti dall'ultimo scagliato, che si potenziava, diventando sempre più grosso e potente. Lo scudo dell'Ahadi venne infranto dal solo spostamento dell'ormai immensa lama.

"Destination: Naos!"

Tutt'attorno a Jessika, brillo una luce azzurrina, che circondò la ragazza e quindi irradiò un'infinità di raggi, esplodendo. La lama del Maxima Avanging Sea Claw si infranse, inaspettatamente. L'esplosione fu tale da raggiungere comunque Arirai; ormai la corazza rosa del seguace di Ares era seriamente danneggiata. Solo le protezioni del torace, i bracciali e un frammento di cintura testimoniavano l'esistenza della Bloodmail.

"Maledetta bastarda, vuoi deciderti a crepare? Guardati,- continuò alzando il dito verso di lei- ti reggi a malapena, pensi forse di avere mezza speranza. La mia Bloodmail sarà semidistrutta, ma non importa: tra noi è evidente chi sia il più provato.."

Jessika, infatti, ansimava dallo sforzo, mentre il corpo, ferito, tremava. Se non fosse stato per l'acqua che lambiva le membra, sarebbe stata ricoperta di sudore. Comunque, era chiaro che la ragazza stava raggiungendo il proprio limite!

"Hai resistito- continuò Arirai- e devo dartene atto, mi hai sorpreso. Ma ora, per te è giunto il momento di abbandonare il campo di battaglia. E lo farai spinta dal mio colpo più potente..."

"Stupido misogino maschilista- lo imbeccò lei, recuperando il vigore della voce- proprio no ci arrivi, vero? Non hai capito NIENTE di quello che ho fatto!"

Arirai la guardò, corrucciato.

"Il Destination non è un colpo segreto, quanto una strategia, come già ho accennato, composta in sette parti. Le prime sei parti prendono il nome delle stelle principali della mia Costellazione, evocandone il potere. Più sono lontane, più il Colpo richiede maggior sforzo, per questo si utilizza la tecnica dalla stella più vicina a quella più lontana Ma all'interno di essa esistono stele ben più grande e lontane di Naos, talmente lontane da appartenere a sistemi stellari diversi da quello solare. E l'ultimo colpo, che ora posso usare, trae poter da queste stelle, e dalle galassie lontane in cui risiedono. La loro energia non ti darà scampo!"

"Forse, a il tuo corpo reggerà lo sforzo? Se tu fossi in perfetta salute, il pericolo sarebbe concreto, ma ridotta come sei... Di sicuro, prevarrò io: Sea Tiger Roaring!"

L'acqua attorno a Jessica sembrava prendere forma di un'enorme tagliola, dai lunghi denti aguzzi, affilati. All'interno della prima tagliola ve ne era una seconda, e più dentro una terza, e così via.

La sola vista atterriva, promessa di una morte dolorosa, di carne lacerata e di sangue copioso che usciva. Era la promessa di una morte lenta e dolorosa.

"Ma no è questo il mio fato, Arirai, non cadrò tua vittima: Destination: Overword!"

L'energia accumulatasi in Jessica esplose, in un'onda che dal pugno si propagava, a cono, allargandosi sempre di più. In essa si vedevano turbinare decine e decine, forse centinaia, di raggi scintillanti, che a tratti davano l'impressione di ammirare la volta stellata del firmamento, ma di un cielo sconosciuto: in esso non si riconosceva nessuna delle costellazioni a cui l'uomo è solito volgere lo sguardo.

La potenza scaturita travolse il Bersesker brasiliano. Il suo corpo, vittima della pressione, venne scagliato fino a raggiungere la parete rocciosa. Bloccato dall'immane pressione, non poteva reagire quando i raggi luminosi lo raggiungevano, incidendo sulla carne tagli via via più profondi. Alla fine i raggi si spensero. Jessika apparve, scagliata verso il nemico, il gomito e il ginocchio destri tesi verso il suo petto.

"My Direction!" L'impatto sula parete rocciosa fu roco e sordo, come un martello su un muro, mentre la Saint usava la sua tecnica basilare, consistente nel proiettare il proprio corpo come un proiettile. Arirai vomitò sangue, mentre l'ultimo, più debole colpo completava l'opera, spezzando le ossa del busto e perforando gli organi. Gli occhi scuri del guerriero si chiusero.

Jason trovò l'apertura nella roccia. La fioca luce delle mistiche torce che illuminavano la caverna principale del regno di Ares si rifletteva sulle placide acque dal cui il Saint usciva, increspando appena la lucida superficie.

Davanti a lui, una scena sorprendente. No la volta di pietra che si aspettava, ma un bosco lussureggiante. Querce dalle verdi fronde si levavano attorno all'imboccatura della grotta, poco lontano dall'uscita dell'acqua. Il profumo di erba fresca, portato dal vento, invase le narici di Jason. Incantato dalla bellezza del bosco, il Silver Saint si guardò intorno. Su un albero, qualcosa brillava tra i rami, Attirato dal luccichio misterioso, Jason mosse i suoi passi in quella direziona, quasi dimentico della sua missione. Sul ramo dell'albero, giaceva quello che sembrava essere il pelo di un agnello. Un vello dorato. Improvvisamente, l'immagine del bosco tremolò, mentre si levava un vento fortissimo.

"Raging Guardian Fury!"

L'immagine illusoria del bosco si infranse in un'esplosione di energia, mentre un Bersesker avanzava, sferrando il proprio colpo segreto. Una corrente impietosa, la stessa che aveva travolto i Saint e la loro alleata, sotto forma di corrente acquatica, ma ora di gran lunga più letale. Travolto dalla potenza del colpo, Jason sembrò sparire...

"Quindi, un Saint è riuscito a sfuggire a quegli imbecilli. Percepisco chiaramente che gli scontri subacquei sono ormai finiti, ma l'esito non ha più alcuna importanza. Morgawl aveva stabilito che la morte sarebbe stata la punizione se anche un solo Saint fosse sfuggito all'agguato, ed ha affidato a me il compito di giustiziare i suoi uomini in caso di fallimento... Poco importa, chi ha vinto, amici o nemici, subiranno la stesa impietosa sorte!"

A parlare era stato il Bersekser. L'elmo della Bloodmail era modellato a guisa di belva, il muso dalle nari rotonde e scoperte, adornato alle tempie da due corna che si arcuavano all'indietro, fino alle punte. Ai copri spalla rotondo erano applicate due placche, una per copri spalla, triangolari, dalle quali pendevano altre lamelle, falciformi, che ondeggiavano ad ogni movimento. La corazza ricopriva il petto con due protezioni ovoidali, che si univano al centro, scendendo, passando davanti l'ombelico, e unendosi alla fibbia della cintura, ai cui lati scendevano due protezioni per la coscia. I bracciali frastagliati e crestati, erano modellati attorno al polso a guisa di artiglio, sotto il quale passavano i guardamani. I Gli scrinieri partivano da sotto il ginocchio, lasciato scoperto, e proteggevano l'intero stinco. Sotto al ginocchio seguivano la sua curva interrompendosi ai lati sulla giuntura. Dietro, scendeva triangolarmente, lasciando libera la gamba per compiere ogni movimento. Il volto era in ombra mente il corpo, snello e nervoso, avanzava.

"Sei davvero spietato! Davvero colpiresti, incurante della sopravvivenza dei tuoi compagni?" Una voce incorporea risuonò nella volta rocciosa.

"Chi sei, tu che ti nascondi ai miei occhi!"

"Non è certo per paura che mi nascondo... Ma rispondi ala mia domanda, poi io farò altrettanto."

"Quegli incapaci non sono mieie compagni, quindi non vedo perché dovrei farmi scrupoli di sorta. Mi servivano uomini per portare a termine una vendetta, e li ho chiesti la potentissimo capo dell'armata delle Acque, il grande Morglaw!"

"Una vendetta? E su chi?"

"Ei, non fare il furbo, ora devi mostrarti. Pensi che continuerò ad assecondarti, a perdermi in vane, futili chiacchiere? Rivelati, se davvero no mi temi!"

"Hai ragione, dopotutto lo avevo promesso- la voce si faceva più nitida, mentre una figura slanciata si delineava, a pochi passi a destra rispetto al Bersesker- e io mantengo le promesse fatte!"

i riflessi argentati della corazza no davano addito a dubbio su chi fosse.

Jason della Carena avanzava, incolume dopo l'attacco subito.

"Cosa? Come sei riuscito a resistere al mio colpo, ti avevo preso in pieno?!"

"Aspetta, prima spiegami contro chi vorresti vendicarti."

"Contro chi? Forse la cosa ti sorprenderà, ma l'oggetto della mia vendetta sei TU, Jason della Carena... E più di tutti, il tuo estremo predecessore al titolo di Silver Saint della Carena, Giasone l'Argonauta!!!"

"Cosa? Vendicarti del leggendario Giasone? Perché?"

"Tu conosci il mito del Vello d'Oro, immagino... Ma conosci la verità dietro al mito?"

Jason tacque, in segno di diniego.

Ebbene, il Vello d'Oro non era il manto di un agnello tenuto come reliquia dal re della Frigia, Pelia, ma era un Saint tenuto lì prigioniero: Frisso dell'Ariete. Fu Athena a ordinare, all'epoca dei miti, una spedizione per salvare il nobile Saint. Organizzatore della spedizione fu Giasone della Carena, abile marinaio, tra i Saint. Fu lui a armare la nave Argo in cui si imbarcarono gli eroi noti come argonauti... Molti dei quali Saint, persino dei Gold Saint, che si posero come subordinati al Saint della Carena per salvare l'amico prigioniero.

Ma pure così non sarebbero riusciti nell'intento, se non con l'inganno, ingannando, con la promessa di amore eterno la giovane Medea, figlia del re Pelia! E il regno cadde, quando il Gold Saint dell'ariete fu liberato, così come vaticinato da un oracolo. Un regno che sarebbe potuto essere MIO, un diretto discendente di Pelia."

"Conosco di fama la storia di Pelia e Medea, nonché quella del mio celebre predecessore... Quindi tu vuoi vendicarti per un regno che non è mai stato tuo? Che insulso proposito..."

"Non è solo per il regno di Frigia, mia eredità, che voglio battermi, ma anche per l'inganno di Giasone su Medea... Egli la usò e l'abbandono, facendola impazzire dal dolore. Quel dolore, quell'odio si sono trasmesse di padre in figlio, incarnandosi in ME- si puntò il pollice al petto- Medeos della Guivre! E se non posso rivalermi sugli originali responsabili della disgrazia della mia famiglia, lo farò sui loro successori. Raging Guardian Fury!"

"Gum's Nebula Protection!"

Di nuovo, la Pressione tempestosa generata da Medeos venne deviata, dispersa.

"Come puoi proteggerti così dalla mia furia, la furia della Guivre, il drago sanguinario. Nessun guerriero può affrontarne il potere impunemente..."

"Il tuo attacco è veramente potente, se lo subissi sarei spacciato, senza dubbio. Ma io godo di una protezione Efficace. Tra le costellazioni della Carena, della Poppa e della Vela, si erge la Nebulosa di Gum. Essa è l'ultima vestigia dell'amicizia nata tra gli argonauti, amicizia in grado di mettere da parte, anche se temporaneamente, le rivalità. Questo è il potere del Saint della Carena: creare legami! E anche se sono qui, non sono certo da solo nell'affrontarti. Il legame che mi unisce ai miei compagni è saldo; io no combatto sol, ma sono forte del loro sostegno! E la Nebulosa di Gum, simbolo della forza di quel legame, si erge attorno a me come barriera impenetrabile!"

"Legami? Di vani sentimenti ti fai scudo. Ben poca cosa... Difenditi pure dei vani legami che la morte spezza. E dei legami ti priverò eliminando i tuoi amati compagni. Raging Guardian Fury!"

Stavolta, il colpo del guerriero era diretto verso la caverna da cui Jason era uscito, l'imbocco alla caverna sommersa in cui ancora si trovavano gli altri Saint e la Mariner.

Jason si proiettò, ponendo il proprio corpo come scudo. L'aura protettiva della Nebula di Gum si formò nuovamente attorno a lui, solo che il repentino movimento del Silver Saint ne rallentò di alcuni secondi la formazione. Il corpo del prode Jason fu scosso come una quercia sotto un vento gagliardo. Attivandosi, la Gum's Nebula Protection fu per lui un autentico sollievo. Ma ormai, fiotti di sangue esplosero da diverse parti del suo corpo. Jason cadde.

"Sacrificarti per gli altri... Che stupido.-Medeos si avvicinava a Jason, guardandolo con disprezzo- Per me, gli altri sono solo uno strumento per raggiungere uno scopo,- pose il piede sulla testa del Saint, schiacciandone il volto a terra- e i nemici insetti da schiacciare. Spero tuttavia che tu non sia morto, Jason... Voglio finirti solo dopo averti offerto lo spettacolo della morte, violenta e atroce, dei tuoi preziosi compagni!"

"T-tu... non credi negli altri, vero. Non credi nei sentimenti di amicizia, fratellanza, amore...Ti compatisco!"

"Tu cosa? Come osi?!

"Medeos, oso poiché tu sei un uomo solo... La tua enorme forza può forse aiutarti nella malattia, nelle avversità? Hai mai avuto una mano che accorresse in aiuto quando cadevi? Se ciò che hai è solo la tua forza, privato di essa sei un uomo solo, un guscio vuoto. Non è triste, questa esistenza solitaria?"

"Taci! Non mi interessa né mi è mai interessato degli altri. Solo di me stesso mi curo- iniziò a tempestare Jason di calci, schiacciandolo sul terreno e colpendogli il viso- e mai mi è interessato d'altro!"

Jason venne scagliato di qualche metro, descrivendo un breve arco.

"Medeos, tu credi solo nella tua forza?"

"Certo!!! La mia forza è tutto ciò di cui ho bisogno, perché i forti sopravvivono ai deboli, e con la mia forza riuscirò a realizzare ogni impresa!"

"Sei uno stolto. Usi la tua forza incredibile per fini egoistici, impedendoti di esprimerla al meglio: la vera forza nasce dalla volontà di difendere gli altri. Ma tu, privo di amici, tu che pensi solo a te stesso, non conoscerai mai la vera forza."

"Di cosa vai cianciando? È evidente che tra noi il più potente sono io, la forza del mio colpo ne è la prova evidente!!!"

"Davvero? Finora mi sono limitato a difendermi, il mio vero potere, la mia forza, ancora non l'hai vista ancora. Ora ti mostrerò la mia vera forza, la forza che mi deriva dall'amicizia, dall'affetto...la forza che viene dal mio cuore!"

"E sia! Scontriamo i nostri colpi segreti, non dubito di uscirne vincitore: no è con le ciance e gli ideali che si vincono le battaglie, ma con la forza dei muscoli e la spietatezza. Preparati a morire Jason!"

I due guerrieri assunsero le posizioni di guardia, le mani alzate sia per proteggersi che per colpire.

"Raging Guardian Fury"

"Heroics Friends' Legacy!"

L'aura di Medeos prese la forma di un dragone alato, dotato delle sole zampe posteriori, che sbattendo le ali si dirigeva su di lui, le fauci aperte che vomitavano alito caldo.

L'aura di Jason invece, prese forma di una nave. Una nave antica, enorme, robusta. Una grande vela si gonfiava sull'albero maestro, mente ai lati, parzialmente nascosti da una fila di scudi rotondi, lunghi remi pendevano verso il basso. Un rostro acuminato stava sotto la polena. Ma la cosa più impressionante era l'equipaggio della nave: uomini di diverse età, aspetto, razza che sembravano lavorare come una macchina perfetta per portare l'attacco alla massima potenza. Chi remava, spingendo gli enormi remi. Chi governava il sartiame. Chi si preparava all'abbordaggio, in mano le armi e i rampini. E un uomo, attento, al timone.

Le due figure di energia, gigantesche si fronteggiavano. E, alla fine, si scontrarono.

Il dragone alitò fiato bollente dalle fauci. Il pugno di Medeos calò.

Le mani di Jason si mossero, fulminee. I rampini si agganciarono al corpo del dragone, mente tutti i guerrieri, abbandonando le altre mansioni, si portavano all'attacco. Il timoniere virò bruscamente, facendo impennare la nave. Il rostro, minaccioso saliva verso il corpo della Guivre.

Jason e Medeos erano ora uno dietro l'altro.

Ansimavano, tanto impeto avevano messo nell'ultimo attacco.

Jason cadde in ginocchio. La corazza e il copri spalla destro erano pesantemente incrinate, e sotto di esse, una ferita, dalla quale perdeva, copiosamente, sangue.

Un rumore fece girare la testa al Saint. Medeos era dietro di lui.

"La forza dell'amicizia, è quella la fonte del tuo potere, sarebbe più potente della forza del mio pugno, allora?- Sembrava pronto a colpire nuovamente il nemico atterrato, quando la Bloodmail andò in frantumi, le schegge che volavano quasi fossero esplose, miste a geti di sangue- Avevi ragione... Lottare per difendere qualcuno rende davvero più forti."

Cadde, riverso al suolo.

"Medeos!" Jason gli fu subito al fianco, girandolo. Il viso di Medeos era ricoperto dal suo stesso sangue.

"Piangi ancora per me, Jason? Ti ringrazio... In un altra vita, se mi sarà concesso, vorrei poter avere un amico come te..." Il viso, con un sussulto, si inclinò a sinistra. Era morto.

Jason lasciò che le lacrime scorressero sul viso, senza arrestarle. Poi, col dorso della mani siistra, deterse il volto.

"Addio, mio triste rivale, ti auguro di trovare, nella morte, la pace.- si volse verso l'ingresso della grotta sommersa- Per me non resta che aspettare i miei compagni, e proseguire il nostro cammino!"

A molte miglia di distanza, nell'immenso regno sotterraneo , una figura era completamente circondata dai Bersesker. Il Saint apparteneva, come dimostrava il Cloth, alla più alta casta dei seguaci di Athena.

Vestito del potente Cloth del Cancro, il ragazzo era il bersaglio dei numerosi, sanguinari guerrieri del dio della Guerra. Il suo Cosmo splendeva, dorato, lucente, potente come solo i Gold Saint e i loro pari lo possiedono. Altre volte, sembrava spegnersi come il guizzo di una candela esposta a una corrente tropo forte.

Allo stesso tempo, il carattere del Saint mutava col mutare del Cosmo: ora era forte, ora si presentava debole. Piagnucolava, per poi ridere crudelmente. Sfuggiva il nemico, urlando terrorizzato. Colpiva senza esitazione alcuna.

Eppure, no era una finzione, una recita. Ogni sentimento mostrato dal Saint era genuino.

"Galaxian Explosion!"

Una dozzina di Bersesker vennero spacciati dalla violenza del colpo supremo del Saint dei Gemelli. Altrettanti, che si trovavano ancora a distanza di sicurezza, girarono i tacchi per sfuggire un nemico troppo superiore.

"Lightning Plasma!"

Raggi di luce fulminei saettarono attorno ai fuggitivi, come laser che incisero sui corpi i segni dei colpi ricevuti, opera di Aioria del Leone.

"Kanon! Anche tu ti sei dato da fare con questa marmaglia?"

"Sì, Aioria, finora nessun Warlod ha incrociato i miei passi. Eppure ho sentito Cosmi potenti quanto i nostri, ma sconosciuti, affrontare i nostri compagni."

"Sei preoccupato per le nuove leve?"

"Non per tutti, solo uno mi da da pensare: il nuovo Saint del Cancro!"

"Rom? Non sei stato proprio tu a seguire i suoi progressi, mentre imparava le tecniche proprie del suo segno?"

"Sì, ma sebbene abbia gli stessi poteri di Death Mask, non sono sicuro che possa combattere alla maniera del nostro antico compagno."

"Perché?"

"Le tecniche del Sekishiki sono un'arma mortale, ma Rom, a volte, ne ha paura..."

"Cosa intendi, a volte?"

"Rom è affetto da una forma di schizofrenia, ha diverse personalità e caratteri che si manifestano, mutando continuamente. Come cambia il carattere così si modifica la sua capacità di sfruttare il Cosmo. Inoltre, come Death Mask, vede gli spiriti, e alcune sue personalità ne sono spaventate. Altre, invece godono in battaglia. Contro un Warlord, questa sua caratteristica può essergli fatale!"

"Rom- sussurrò Aioria- un guerriero dalle molteplici anime..."

E proprio il guerriero la cui sorte poneva dubbi in Kanon si trovava attorniato da una carneficina, da lui stesso provocata. Le sue reazioni variavano ogni qual volta che la sua mente veniva dominata da una personalità diversa: ora orrore e disgusto, ora compiacimento e orgoglio. Oltre ai corpi che giacevano terra, gli occhi del Saint vedevano altro: le anime che ancora vagavano sul campo di battaglia. Era una vista che gli dava ambigui sentimenti: lo atterrivano, ma gli davano uno strano conforti.

"Meglio lasciare questo lugubre luogo- disse, animato da una personalità pavida- e proseguire: il tempo incalza e la vita di Athena è in pericolo."

"Non così in fretta, Gold Saint- lo fermò una voce- le anime di coloro che hai ora ucciso reclamano vendetta! Undead Ravanche!"

Le anime che ancora solcavano il campo di battaglia, come spinte da una potente pressione, si posarono sui corpi defunti. Improvvisamente, lentamente, i cadaveri si alzarono, muovendosi in maniera disarmonica, ma veloce. Anche se sembravano continuamente sbilanciati, scoordinati, i cadaveri erano veloci mentre saltavano addosso a Rom, simili a un orrendo branco di animali informi. Nonostante la mancanza di uno stile di combattimento e le movenze animalesche, Rom percepiva che i cadaveri emettevano un Cosmo, ed erano quindi avversari da temere.

Evitando goffamente gli attacchi delle creature- era dominante una personalità effeminata- Rom urlava dalla paura, e lacrime di terrore scendevano sulle guance.

"E tu saresti un Saint di Athena? Vigliacco, no meriti una fine più nobile di essere divorato dai miei fedeli zombi. Crepa!"

Gli zombi ormai circondavano Rom, gli erano addosso, quasi lo ricoprivano come belve su una preda.

Il Cosmo dorato del Cancro esplose, allontanando le creature informi.

"Mostri, statemi lontano- la personalità era nuovamente cambiata: ora era violento e schizzinoso- Non permettetevi di toccarmi con quelle mani fetide. Ecubens!"

Ruotando su se stesso, Rom colpi con un calcio di tallone. Gli speroni del Cloth formarono un fendente luminoso, che tranciò di netto i corpi dei cadaveri viventi.

I corpi caddero, ma si riscossero subito. Strisciando, i corpi mutilati continuavano.

"Quindi sei in grado di combattere... Bene temevo di non potermi scontrare con un avversario degno. Tuttavia, attacchi fisici come quello di poco fa non possono avere ragione del mio esercito di morti viventi!"

In mezzo ai cadaveri apparve una figura. Un uomo alto magro, dal viso emaciato. Gli occhi, scuri e acquosi, neri e grandi, erano iniettati di sangue. I capelli, bruni erano a ciocche spettinate. I muscoli, pur non essendo massicci, erano duri tra i vestiti e la corazza.

L'elmo era formato da sette punte triangolari, che incorniciavano il viso. Quelle all'altezza delle tempie erano rivolte in avanti, le altre indietro.

I copri spalla si aprivano, modellati a forma di mani artigliate che si protendevano verso l'alto. Il corpo, dal petto alla cintura, era cinto nel metallo, adornato di simboli daoisti i cui significati rappresentavano i mali del mondo. Alla cintura un corto gonnellino di maglie metalliche, intrecciate in una fitta ragnatela. I bracciali recavano esternamente una punta ad uncino, lungo il meridiano centrale.

Gli scrinieri erano lucidi, solcati solo da fili metallici intrecciati a formare una fitta trama.

"Un Warlord!"

"Non un Warlord qualsiasi, ma Sunday del Chiang Shih, il supremo negromante. Riconosco il Cloth del Cancro, ma non so il tuo nome, giovane Saint!"

"Sono Rom, Rom del Cancro!"

"Rom... Bene, sarà questo il nome che scriverò nella tua lapide! Undead Mosaic!"

I corpi putrefatti incominciarono a fondersi tra loro. Non erano più i corpi di persone, ridotti allo stato bestiali dalla morte e dalle ferite. Era un arma, che fendeva l'aria verso il suo obbiettivo. Verso Rom. Il Saint appariva totalmente terrorizzato dal mostruoso spettacolo che gli si presentava. Aveva persino le lacrime agli occhi.

La massa tentacolare di carne putrescente gli si avventò contro, ricoprendolo.

"Ecco che la vendetta dei morti si abbatte sul loro carnefice... Rom del Cancro la tua breve, patetica corsa finisce qui!"

"Non esserne così sicuro! Sekishiki Meikaiha!"

Un cosmo d'oro brillo sotto la massa putrescente. Le anime rinchiuse nei corpi morti furono espulse con violenza, mentre i corpi stessi si sfaldavano.

"Come immaginavo, anche i tuoi zombi subiscono il potere del mio Meikaiha. Ma su di loro l'effetto è ben più devastante: privati dell'anima, i corpi si disintegrano. Ora tocca a te, Sunday, preparati! Sekishiki Meikaiha!"

Puntando il dito indice sul nemico, Rom concentrò il suo Cosmo, liberandolo nel suo colpo segreto: onde concentriche venivano emesse dal dito, ai cui centri viaggciava una sagoma informe, biancastra con vaghi riflessi dorati, simile a una fiammella. Questa sagoma colpì direttamente Sunday, che sembrò inerme. Il corpo del Warlord si irrigidì.

"A quanto vedo, non sei assolutamente in grado di resistere al mio colpo... Mi è bastato un solo attacco per ridurti alla sconfitta!"

"Sciocco,- risuonò una voce aspra e inumana- i tuoi poteri su di me sono inutili! Non capisci? Io sono in grado di manipolare a mio piacimento le anime, quelle degli altri, ma anche la mia- una fiammella simile a un fuoco fatuo, si avvicinò velocemente al corpo irrigidito del Warlord- Lancia quante volte vuoi il tuo Meikaiha, io tornerò comunque nel mio corpo."

"Cosa? Il mio colpo segreto... ha fallito!"

"E il tuo fallimento lo pagherai con la vita! Undead Mosaic!"

Le anime espulse dai corpi deformi dei cadaveri per effetto del Meikaiha riapparvero, reintroducendosi nei corpi putrefatti, che, fusi, si avventarono nuovamente sul Saint del Cancro.

Tutto sembrava perduto...

Nel piano astrale, il luogo in cui lo spirito e l'energia mentale soggiacciono dopo la morte terrena, quattro potenti coscienze si scontravano sul muro invalicabile delle anime che formavano le personalità multiple di Rom. Le figure spirituali indossavano tutte la stessa corazza: il Gold Cloth del Cancro.

Hakurei.

Sage.

Manigoldo.

Death Mask.

"Maledizione- imprecava Death Mask- questo imbecille non riesce a rimanere per un minuto con una personalità fissa... Se rimanesse con una sola personalità per un po' più di tempo, potremmo fare breccia su questa barriera, e raggiungere la sua coscienza."

"Forse- ridacchiava nervosamente Manigoldo- tuttavia è strano..."

"Cosa, allievo?" Il volto dello spettro di Sage si corrugò.

"Maestro, ho notato che, da quando abbiamo cercato di contattare il nuovo possessore del Gold Cloth del Cancro, per infondergli il potere del Sekishiki, questo muro di anime non solo non si è indebolito... cosa strana, visti i nostri sforzi combinati... ma sembra essere divenuto più potente."

"Hai visto giusto, allievo di mio fratello!"

"Cosa intendi, Hakurei?"

"Intendo dire questo, fratello: questo muro è formato dalle personalità multiple del nostro nuovo successore. Solo usando i nostri poteri combinati abbiamo potuto superarlo, se pur brevemente, e trasmettergli alcune tecniche, purtroppo le più basilari..."

"Perché purtroppo, vecchio? Io ho appreso solo i Sekishiki Meikaiha, e non ho mai avuto bisogno d'altro, per vincere..."

"Death Mask, il fatto che tu sia stato sconfitto dal Saint del Dragone e da Rhadamantis è dovuto proprio al fatto che tu non abbia mai cercato di oltrepassare i tuoi limiti... Certo, il tuo Meikaiha è più potente dei nostri, ma se solo avessi acquisito le altre tecniche del nostro segno, saresti stato inarrestabile!"

"Hakurei, sta succedendo qualcosa nel mondo mortale.- intervenne Sage, dopo il fermo rimprovero del fratello a Death Mask- Dal muro si levano grida, lamenti a non finire."

Era vero, un suono che niente aveva di umano si sprigionava dalla tetra barriera.

"Il deficiente si sta facendo ammazzare!- sbottò Death Mask- Evidentemente ha trovato un avversario che non può sconfiggere con i poteri di cui dispone.!"

"Potessimo fare qualcosa... maestro Sage, signor Hakurei, non possiamo fare proprio niente? Se solo potessimo trasferire in lui i nostri poteri..."

"Abbiamo tentato ogni cosa in nostro potere. Solo l'intervento di qualcuno con poteri superiori potrebbe..."

"Cosa sta succedendo, qui? Tutto questo baccano ha disturbato il mio riposo!"

Un nuovo arrivato prese alle spalle gli spiriti dei quattro guerrieri. Indossava anch'egli il Cloth dorato del Cancro, ma appariva più possente e più temibile e spaventoso degli altri. Il viso, nobile e fiero, affilato, era duro e granitico, lo sguardo degli occhi neri, resi più evidenti dal colorito pallido della pelle, era duro e crudele, ma non aveva l'espressione sadica di Death Mask, o folle come Manigoldo. La durezza dello sguardo era quasi addolcita da una compressione superiore, simile ma non uguale a Hakurei e Sage.

Rispetto ai quattro guerrieri, il nuovo arrivato appariva superiore, quasi che i quattro guerrieri non fossero altro che emanazioni della sua forza.

"Chi sei, Saint?" Manigoldo e Death Mask alzarono le braccia ponendosi in posizione di guardia. Nonostante indossasse il Cloth, il nuovo arrivato emetteva attorno a se un senso di chiara minaccia.

Alzò l'indice, quasi pigramente. Una strana sfera vorticante si formo davanti la punta del dito.

Hakurei, Sage, Manigoldo e Death Mask si sentirono... risucchiare. Poi, la sensazione svanì, e loro caddero, come colti da una vertigine.

"Capisco. Quindi tutto questo frastuono è la mente schizofrenica dell'attuale Saint del Cancro. Impressionante! Una tale energia psichica, non l'ho mai percepita, potrebbe superare persino la mia...."

"Chi... Chi sei tu?"

"Death Mask, penultimo custode di quello che fu il mio Cloth... Usando la mia tecnica, ora so tutto di te e dei tuoi compagni. Chi io sia, è meno importante di ciò che dobbiamo fare: prestare soccorso al nostro successore e infondergli i nostri pieni poteri, affinché sopravviva e salvi Athena."

"È inutile, abbiamo tentato tutti ciò che era nelle nostre forze."

"Certo Hakurei, ma le vostre forze e i vostri mezzi li usavate in maniera inadatta. Con la mia tecnica segreta, riusciremo certamente a penetrare questo mistico muro."

"Come intendi procedere? Finora i nostri tentativi non hanno dato frutto, e noi non siamo certo persone da poco..."

"perché voi avete cercato di infrangere questo muro, eppure ne avete capito la natura... io invece, non intendo infrangerlo, ma venirne assorbito, e voi, e tutti gli altri Saint del Cancro che giungono in nostro aiuto, su mio richiamo, ci fonderemo a questa potente energia emotiva che or ora frena i nostri poteri. Fatto questo, modelleremo dal suo interno una nuova personalità, a cui passeremo tutti i nostri poteri. Essa sarà così forte da imporsi sulle altre personalità, e dominarle. Certo, non guarirà dalla schizofrenia, ma almeno potrà controllarsi..."

"Ma chi sei tu, per poter riuscire in tutto ciò?" I quattro Gold Saint erano esterrefatti e allibiti dall'audacia quasi suicida del piano esposto. Era un piano allo stesso tempo folle e brillante.

"Di così grande importanza è per voi il mio nome? A me non mi è mai interessato conoscere i nomi degli altri, né che si conoscesse il mio. Comunque- continuò- io sono Carcino, il primo Saint del Cancro!"

A questa rivelazione Sage e Hakurei strabuzzarono gli occhi, poi, solennemente, si inginocchiarono di fronte a Carcino.

"Sommo Carcino,- dissero, quasi all'unisono- a te ci affidiamo, completamente, e così faranno i nostri successori. Ci affidiamo al primo, e al mai eguagliato, Saint del Cancro."

"Maestro, cosa...?"

"Insomma, si può sapere chi è questo pallone gonfiato?"

"Taci, Death Mask! Sei di fronte all'uomo che rese possibile la vittoria finale su Tifone, all'epoca del mito. Carcino, colui che poteva sfidare impunemente gli dei malvagi."

"Bene, successori- tuonò Carcino- siete giunti al mio richiamo. Finalmente potrò adempire alla mia ultima, somma missione..."

"Quale, sommo Carcino?"

"Creare un Saint del Cancro che possa superare anche ME! Sekishiki Banshodama!"

Sulla punta del suo indice, si formò una sfera, che si ingrandiva sempre più. I corpi astrali, puro spirito, vennero attratti in essa. Tutte le generazioni di Saint del Cancro, in essa trovarono rifugio. Carcino rimase solo, contro il muro spirituale. Iniziò a correre. La forza attrattiva del suo stesso colpo era tale da agire anche su di lui, privo della protezione di un corpo mortale. Ma sapeva bene cosa stava facendo. Corse verso il muro, preparandosi a lanciare la sfera contro di esso. La sfera entrò in contatto col muro. Il corpo spirituale di Carcino spari in essa.

Ore intere del piano astrale, nel piano reale sono.. Un batter di ciglia!

La cupola di cadaveri esplose nuovamente, quando il Cosmo di Rom reagì all'attacco.

Ma subito Sunday si accorse che qualcosa era cambiato. L'espressione di Rom era diversa.

Non era volgare, irosa, né frignona, debole. Era uno sguardo duro, deciso.

"Maledizione, hai sviluppato una personalità dominante?!"

Rom, da parte sua incominciò a ridere. Una risata senza gioia, isterica. La voce del giovane, ridendo continuava a cambiare timbro, dando al suono una connotazione stonata, dissonante, stridula.

Smise di ridere, così, improvvisamente. Gli occhi sgranati fissavano Sunday. Uno sguardo folle. Uno sguardo assassino.

"Se gli sguardi uccidessero, ora sarei morto... Rom! Avrai anche sviluppato una personalità dominante sulle alte, ma i tuoi poteri sono inutili, contro di me. Undead Revenche!"

I corpi morti si ricomposero in forme quasi umane.

"Come vedi, posso manipolare i cadaveri come mi pare rimodellandoli a mio piacimento. Vedi quanto sono potente? Trema, la più orribile delle morti ti aspetta!"

"Hammer Cross Ecubens!"

Rom fece cozzare le braccia tra loro, incrociandole, ottenendo una nota cristallina. Quindi, fece scendere di scatto le braccia incrociate. L'onda d'urto sprigionata maciullò gli zombi evocati da Sunday.

"Pensi di fermarmi così? Non hai ancora capito l'effettiva portata dei miei poteri: posso manipolare a mio piacimento le anime costringendole a entrare e animare i corpi su cui assumo un controllo totale. Undead Mosaic!"

Di nuovo, punte di carne morta, contorte e informi, si disassemblarono, lanciate contro il Saint del Cancro. Nella loro massa deforme, si potevano riconoscere, qua e la, le membra devastate di un essere umano.

"Sekishiki Meikaiha!" Rom colpì nuovamente la carne morta con il suo colpo, separando le anime dai corpi che, liberi dal controllo di Sunday, si disgregarono.

Subito, Sunday riassunse il controllo sugli spiriti, dirigendoli nelle carcasse deformate, ormai, dai colpi dei due guerrieri. Non morti dalle fattezze umane già si levarono, quando....

I corpi marci, decomposti iniziarono a fumare, mentre le carni, sanguigne e tumefatte, annerivano. Una fiamma verdastra avvolse i cadaveri animati dal potere di Sunday, le cui carni furono presto annerite e bruciate.

"Sekishiki Kisouen! La fiamma che brucia anche lo spirito ha acceso i tuoi inutili zombi. E ora, privo del tuo esercito di orrendi burattini, cosa pensi di fare?"

Lo sguardo di Rom esprimeva una gioia selvaggia, nell'aver avuto ragione dell'avversario.

"Povero pazzo. Credi che solo per aver tolto di mezzo i corpi dei cadaveri tu possa impensierirmi?

Invece sarai tu a doverti confrontare con una forza invisibile, sottile. Col mio più grande potere. Coursed Undead Dominion!"

Sunday richiamò a raccolta tutte le anime agitando sopra la testa la mano sinistra. Gli ammassi di energia ectoplasmatica si concentrarono sul palmo della mano. Poi, Sunday porto la mano davanti al viso, il palmo rivolto verso l'alto, e colpì col dorso della mano il globo di energia.

Proiettili di energia spiritica si avventarono su Rom, come una grandinata. Una grandinata indolore. Rom era sorpreso: si aspettava un attacco più incisivo!

"Tutto qui? E io che credevo di dovermela vedere con una forza mostruosa... no l'ho neanche sentita!"

"Sciocco! Hai dimenticato cosa ti ho detto prima? Posso costringere le anime ad entrare dentro un corpo morto, ma posso farlo anche con un corpo vivo: il risultato sarà un potente rigetto delle anime dal corpo, rigetto che provocherà ferite ed emorragie... Ora!"

Quasi la voce di Sunday avesse provocato l'innesco, il corpo di Rom incominciò ad aver violente convulsioni. Le vene, poste sotto sforzo, esposero in un'infinita serie dei aneurisma.. Rom cadde, circondato da un lago del suo stesso sangue.

"Hai visto? Hai pagato cera la tua sfrontatezza. Ora sei solo una nuova anima da... Cosa???"

Rom, nonostante le ferite si muoveva ancora. Ricoperto del proprio sangue, faceva per rialzarsi.

"Spiacente, ancora non posso lasciare questa vita. Athena... Lei ci sta aspettando! Non la deluderò!"

"Perché tanta premura, per una persona che non hai mai conosciuto. Accetta la sorte che ti sarà comunque inevitabile. Crepa!"

Sunday cercò di schiacciare la testa di Sunday sotto il piede, ma il Saint la afferrò per la pianta, respingendolo.

"Forse non l'ho mai conosciuta, ma è stato solo dopo aver incontrato i Saint che la mia vita ha avuto uno scopo. E di questo devo esserne grato ad Athena, al suo amore infinito che le permette di accettare anche un disgraziato come me."

"Maledetto!- reagì Sunday, balzando all'indietro- Se pensi di spaventarmi, ti sbagli di grosso,. Rimpiangerai di aver incrociato le nostre strade. Coursed Undead Dominion!"

"Sekishiki Konsoha!"

Le anime lanciate da Sunday esplosero per l'effetto del Konsoha di Rom, coinvolgendo nell'esplosione il Warmaster.

Una forte nube di polvere si sollevò, nascondendo tutto ala vista.

Rom ansimava, mentre il sangue gocciolava lentamente dalla sua bocca. Con decisione, premette il punto di pressione per arrestare l'emorragia. Nonostante ciò, era ridotto malissimo. Improvvisamente, il viso del Saint scatto verso la destra. Dal fumo caliginoso sollevatosi, riapparve Sunday, la mano sinistra levata dopo aver molato sul nemco un sonoro ceffone. L'esplosione aveva danneggiato gravemente la Bloodmail. Buona parte della corazza era irrimediabilmente a pezzi, solo poche placche metalliche ricoprivano il Warmaster.

"Guardati, Rom... No ti reggi in piedi! Sei praticamente già morto, e ti ostini ad opporti a me, che follia. Il tuo Konsoha è stato devastante, ma come vedi, sono ancora vivo, ma prima ti torturerò, affinché tu soffra, prima di ucciderti! Coursed Undead Dominion!" Di nuovo le anime penetrarono il corpo di Rom, che urlava per il dolore del rigetto spirituale.

"Costringerò le anime a rimanere nel tuo corpo il più a lungo possibile, così, quando il tuo organismo cederà, la reazione sarà simile agli effetti dell'ebola. Preparati a una sofferenza quale mai hai immaginato!"

"Canti vittoria troppo presto! Pensi davvero che io non abbia già escogitato un sistema per avere ragione di una simile tecnica? Sekishiki Banshodama!" Rom liberò la tecnica segreta di Carcino. La sfera si materializzò sulla punta del suo dito: ruotando, esercitava un'attrazione irresistibile per gli spiriti,tale da assorbire gli ectoplasmi che invadevano, manipolati da Sunday, il corpo di Rom.

"La mia Banshodama ha ora assorbito tutti gli spiriti di cui ti servivi come arma. Senza di essi, non puoi nulla. La Banshodama era una tecnica usata nell'era dei miti per sottrarre le anime dei al dominio di Ades. Di certo neanche tu, sedicente Sommo Necromante, puoi qualcosa!"

"Ma neanche tu puoi qualcosa, se devi concentrarti in una simile tecnica. E questo mi permette di eliminarti per sempre! Kyai!"

"Sciocco, ora che son libere dal tuo dominio, posso utilizzarle io... Preparati a sentire il rancore di coloro che hai vigliaccamente sfruttato! Sekishiki Tenryuha!"

La sfera che aveva assorbito gli spiriti controllati da Sunday implose, concentrandosi sull'unghia dell'indice. Dopodiché, la potente energia si ampliò a dismisura, pulsando, quasi stesse per scoppiare. Raggiunta una ragguardevole dimensioni in poche manciate di secondi partì: no era dissimile a un enorme fuoco fatuo, ma a differenza del Meikaiha, del Kisouen e del Konsoha, i cui effetti agivano sulle anime e poi, solo successivamente, sui corpi, il passaggio del Tenryuha provocava danni visibili anche alle presenze materiali. Un enorme solco seguiva la traiettoria della sfera di energia brulicante.

Sunday allungò le mani davanti a sé, arrestando la corsa della gigantesca sfera di energia. Ma a quale prezzo.

La Bloodmail si disintegrò definitivamente, lasciando il guerriero avvolto in una specie di tuta aderente, di un color rosso scuro, quasi nero.

"Il tuo colpo è davvero potente, ma come vedi riesco a contenerne l'impeto."

"Lo vedo, ma c'è qualcosa che posso fare, ancora... Una condizione da soddisfare per rendere il Tenryuha assolutamente devastante."

"Cosa stai vaneggiando? Ormai non puoi fare niente, se non utilizzare nuovamente un secondo colpo... Ma no riuscirai a cogliermi impreparato, te lo assicuro!"

"Invece, c'è qualcosa che posso fare, per eliminarti col colpo che stai contenendo: offrire la mia anima in sacrificio, l'anima non di un morto, ma di un vivo, renderà il mio Tenryuha inarrestabile. Normalmente, il prezzo da pagare è la vita... ma io sono un'eccezione: sono l'Uomo dalle Mille Anime!"

Un fuoco fatuo venne emesso dal dito di Rom. Una delle sue anime, offerta in sacrificio al Tenryuha, andava a raggiungere le anime ammassate nella potentissima sfera energetica che Sunday tratteneva. La fiammella, alla velocità della luce, raggiunse la sfera, venendone assorbita. Il Tenryuha sussultò. Sunday lo sentiva: quello di Rom non era un bluff: il potere del colpo era cambiato. Già sentiva i palmi delle mani scaldarsi e bruciare, la pelle scottata che sanguinava, mente l'energia investiva il suo corpo senza pietà.

"Non è possibile! È questo il potere di un'anima? Il potere della vita? Ahaaaa!"

Con un urlo straziante, il Warlord venne travolto definitivamente.

Il suo corpo disintegrato dalle energie ardenti del Tenryuha.

"Povero sciocco... Usavi le vie altrui come fossero i l tuo balocco, e troppo tardi ti sei accorto del tuo errore."

"tropo tardi, Rom? Non credo!"

Attorno al Saint del Cancro, una fiammella fatua volteggiava. Una fiammella che emetteva un potente Cosmo, familiare per Rom: il Cosmo di Sunday!

"Hai dimenticato che io sono un negromante, capace di richiamare le anime dall'Ade. Compresa la mia! E ora, no mi resta che impadronirmi di un corpo... del tuo corpo, e annientare i Saint invasori. Sarà divertente- continuò con u risolino cattivo- ucciderli usando le tue tecniche, le tecniche di un compagno!"

Lo spirito di Sunday colpi Rom al petto, penetrando nella sua coscienza.

Sunday vagava in un ambiente alieno. Ognuno ha un proprio ambiente spirituale, l'immagine dell'Io espressa in maniera fantasiosa. Per Rom, era un paesaggio assurdo. Il cielo rosso, brulla terra grigia, su cui crescevano piante dai colori fluorescenti. Un luogo di follia.

"Benvenuto nella mia anima, Sunday!"

"Rom!" Non era l'immagine del rivale che il Warlord si era immaginato. Sembrava quasi che Rom si trovasse tra due specchi, riflesso all'infinito. Ma le immagini sfocavano, mente una sola era nitida: l'Io dominante di Rom, creato per lui dai suoi predecessori.

"Rom, vuoi provare a fermarmi? Qui, nel piano astrale, il mio potere è sovrano!"

"Ti sbagli, venire qui è la cosa peggiore che potevi fare... Potrei eliminarti con un semplice Meikaiha, se lo volessi, ma per te ho in serbo altro. Sekishiki Banshodama!" La sfera, generata ora nel piano astrale, era più potente che mai. Rom la scagliò subito contro Sunday. La sfera inglobò il Warlord, poi iniziò a rimpicciolirsi. Rom la afferrò quando ebbe raggiunto le dimensioni per stare in una mano, e per trattenere in sé un'unica anima: quella di Sunday!

"Cosa pensi di fare? Trattenermi qui all'infinito?"

"Certo che no, ho di meglio da fare... Quello che ti attende è molto peggio di un'eterna prigionia. Ho intenzione di assorbirti in me per ottenere i tuoi poteri negromantici."

"I miei poteri? A quale scopo?"

"Per poter richiamare anime per effettuare il Kisouen e il Konsoha, e visto che eri in grado di rigenerare le anime da me colpite con questi colpi, per usarli senza che nessuno spirito sia danneggiato, se non quello del nemico. Addio, Sunday! La tua coscienza svanirà, assorbita da quelle delle mie mille anime!"

Rom portò alla bocca, mentre, con un urlo sguaiato, Sunday spariva dentro di lui

Rom riapri gli occhi. Il volto, ora granitico, si girò. Riprese il suo cammino verso il palazzo, mente, man mano, gli spiriti dei morti, lo seguivano, volteggiando attorno a lui come una danza di candele invisibili.