Riscossa! Il ritorno dei Saint perduti!
Lontanissimo dal Santuario, nella zona buia che aveva sostituito l'Inferno e l'Elisio, esisteva solo una sola luce: un pianetino che era nato dopo la distruzione del regno di Hades.
Se qualcuno fosse riuscito a raggiungere quel luogo, avrebbe visto uno spettacolo paradisiaco. La terra dava spontaneamente frutta e verdura, le sue acque, dolci e limpidissime, brillavano di luce propria. Un'unica costruzione si trovava, della grande pianura verde, un cerchio di ietr in mezzo alla quale giacevano due feretri di cristallo. In uno riposava una ragazza, dai lineamenti perfetti, la stessa ragazza vestita di nero che giaceva sull'orlo del Muro del Pianto. L'abito nero che indossava quando era morta era stato trasformato in raso azzurro, ma tra le mani teneva ancora il Rosario dei 108 Grani, ancora neri per la morte degli Spettri. Pandora, sorella putativa di Hades, che ala fine si era risvegliata alla vita, tradendo il fratello e per questo eliminata...L'altro feretro era occupato da un ragazzo. Era giovane, e indossava un'armatura completa, bianca con fregi neri. L'elmo proteggeva le orecchie con due ali metalliche piumate, sopra la fronte, una protezione a forma di testa di cavallo, con le orecchie dorate, teneva i capelli scuri lontano dagli occhi. L'armatura ricopriva tutto il corpo, con doppie spalliere, una protezione a proteggere il collo, due bracciali metallici lunghi oltre il gomito, i gambali che ricoprivano dalle cosce fino ai piedi, sui talloni spiccavano due alette simili a quelle d'uccello. Sulla schiena, altre due ali metalliche, meno rigide, lunghe, d'angelo. L'espressione del viso era serena. Era Seiya di Pegasus, il Saint che tante volte si era distinto in imprese disperate, compiendo miracoli.
Di fronte al cerchio di pietre, una ragazza sedeva, in profonda meditazione.
Vestiva un'armatura completa, che le ricopriva tutto il corpo. Dall'elmo, sormontato da una cresta metallica, uscivano, lunghissimi, i capelli, di un castano chiaro, quasi biondo. L'armatura si apriva in una gonna metallica, e la proteggeva interamente. I copri spalla rotondi, scendevano sugli avambracci scendevano stringendosi in una punta a foglia di quercia , sovrapposti ad altre due protezioni affusolate. Le braccia erano interamente protette da bracciali che arrivavano quasi sin la spalla, mentre alle gambe portava lunghi stivali metallici. Alle spalle dell'armatura scendevano due ali d'angelo. Tutta l'armatura era d'oro purissimo con fregi e ornamenti di colore violetto.
La ragazza era seduta su una specie di sgabello privo di schienale. Alla sua destra era appoggiato un lungo scettro, il lungo bastone d'oro sulla cui estremità si vedeva una falce di luna dorata sormontata da un'immagine simile a un uccello, le cui ali si univano sopra la testa, chiudendosi in un cerchio. A sinistra, era appoggiato un enorme scudo d'oro, rotondo, con un disegno che raffigurava un sole splendente circondato da un anello decorato a fregi ionici.
Era Saori Kido, l'incarnazione della dea Athena. Gli occhi chiusi e l'espressione rivelavano la sua intensa concentrazione: la creazione e il mantenimento di quel mondo perfetto era tutto dovuto alla potenza indicibile del suo Cosmo.
Attorno a lei, diciassette statue, dodici d'oro, raffiguranti i segni zodiacali, una d'argento, aveva la forma di una gigantesca arpa, poi altre quattro armature, ognuna di un colore diverso e ornate da fregi dorati; i Cloth del Cigno, del Dragone, della Fenice e di Andromeda, nelle loro forme di God Cloth!
Improvvisamente, Saori aprì gli occhi, grandi e rotondi dall'espressione dolce e triste allo stesso tempo, grigio verdi.
"I miei Saint...Stano soffrendo...Hanno bisogno di aiuto"
Il paradiso creato dalla Dea tremò, facendo sobbalzar dalla sorpresa i quattro giovani che lo abitavano, in diverse parti di quel mondo. Il mondo creato da Athena aveva incominciato a muoversi, alla velocità della luce. Tredici comete uscirono dall'atmosfera diretti verso un'unica direzione: la Terra!
Sul campo di battaglia, le cose non andavano bene.
Il coraggio e la volontà che sosteneva i Saint stavano venendo sconfitti dal numero degli attaccanti.
Oramai, Silver e Bronze Saint venivano soverchiati dai nemici, cadendo e dovendo indietreggiare sempre di più. Ormai si combatteva a ridosso della Prima Casa.
Improvvisamente, il cielo si rischiarò, nonostante fosse giorno inoltrato, e apparvero!
Per i Saint fu quasi un'apparizione! Le dodici Gold Cloth levitavano di fronte a loro. I Cloth del Leone, della Vergine, del Sagittario, della Bilancia e dell'Acquario erano pesantemente danneggiate, le crepe evidenti che rovinavano la loro bellezza. Vicino a loro, scintillante, lo Cloth dell'Arpa, appartenuto a un Saint leggendario, potente quanto un Gold Cloth: Orpheo.
La vista delle leggendarie corazze, già da sole, erano sufficienti a ridare coraggio e slancio ai Saint,
ma un altro miracolo accadde: il Cloth dell'Ariete si divise, pronto per essere indossato.
I gambali e i braccioli che proteggevano quasi del tutto gli arti, la corazza che arrivava dal petto fino alla cintura, aprendosi anche a proteggere il bacino, l'elmo crestato, con due alucce laterali e due lamine, simili a corna, sopra la fronte, i copri spalla, semplici e corti, sormontati dalle corna dell'ariete che, dalla schiena, si protendevano, passando sulle spalle, con le punte in avanti.
Gli occhi di tutti i Saint erano voltati verso colui che vestiva l'armatura d'oro, il ragazzo coraggioso che era loro amico, che li aveva affiancati e aiutati più volte: Kiki.
Gli occhi del ragazzo, per alcuni secondi, sembrarono assenti, quasi fosse svenuto, ma il suo Cosmo, dorato e luminoso, splendeva, potente!
"Cristal Wall!" urlò il neo eletto Gold Saint. Un muro invisibile respinse i colpi dei Bersesker, rivoltandosi contro gli attaccanti, che caddero inesorabilmente.
"Kiki, stai bene?"
"Sì, Marin, non preoccuparti..Sembra che il mio più grande sogno si sia realmente realizzato"
Gli occhi del ragazzo erano velati di lacrime di commozione. "Sono Kiki, Saint del'Ariete!
Starlight Execution!"
Dalle mani di Kiki si sprigiono una luce intensissima, che investi un nuovo gruppo di Bersesker, disintegrandeli.
"Kiki, come fai a conoscere questa tecnica?"
"Non lo so, Marin... Ma quando ho indossato il Gold Cloth, ho sentito la voce di mio fratello...Credo che mi abbia trasferito il segreto delle sue tecniche per completare il mio addestramento..." Alzò gli occhi al cielo. "Mur, fratellone... Grazie! Riposa in pace, difenderò io questo mondo, con le tecniche che mi hai lasciato!"
La lotta riprese senza quartiere. All'orizzonte due Saint guardavano il sanguinario spettacolo. Erano appena giunti. Uno era Simon, e vestiva il suo Cloth. L'espressione era dura e decisa, poco rimaneva dell'antica spavalderia e gaiezza, ma la risoluzione era ancora evidente. Anche l'altro Silver Saint indossava il proprio Cloth, grigio chiaro, un cerchio perfetto sul centro del petto, copri spalla semi conici che si stringevano verso l'esterno, con gli orli rialzati. La maschera aveva un cuneo triangolare che dalla fronte andava fino alla nuca, mentre placche metalliche proteggevano le tempie e gli zigomi. Portava occhiali da vista, d'un taglio moderno.
"Primus, credo che sia ora, per noi, di intervenire. Finalmente è arrivato il giorno per cui ci siamo preparati."
"Hai ragione, Simon, i nostri sforzi finalmente, verranno coronati dal successo.
"Bene amico mio, allora diamoci da fare!" Simon sogghigno malignamente "Buttiamoci nella mischia e facciamo fuori quanti più di quei bastardi possibile! E voi- disse rivolgendosi alle sue spalle- siete pronti?" Due figure, avvolte in ampi mantelli incappucciati, si fecero avanti.
Anche un Gold Saint ha i suoi limiti, specie se inesperto...
Kiki non si risparmiava, proteggendo i suoi compagni con le sue tecniche... Ma era solo contro una marea. Si sentiva sempre più stanco, ma non avrebbe ceduto, non voleva, a nessun costo, fallire il suo primo incarico da Saint. Ma la carica dei Bersesker si faceva sempre più pressante, gli attaccanti erano sempre più potenti!
Cinque guerrieri di Ares si fecero avanti, gettando a terra alcuni soldati, diretti contro il giovane Gold Saint, stanco e ansimante. Tra le retrovie, stavano arrivando, però i nuovi rinforzi: lame di ombra iniziavano a fendere i nemici, tagliando di netto le armature scarlatte, mentre alcuni Bersesker incominciavano a muoversi sempre più lentamente, fino a rimanere paralizzati, immobili; Simon e Primus erano entrati in azione, combinando i loro colpi segreti, lo "Shade Claw" e il "Sealed Time". Quasi nessuno si accorse di due figure che, velocissime, avevano raggiunto e superato i cinque guerrieri che stavano attaccando Kiki. I due, avvolti dagli ampi mantelli e incappucciati, si fermarono di fronte a nuovo Saint dell'Ariete.
"Toglietevi di mezzo, folli, o vi ammazzeremo per primi!"
Una delle due figure alzò la mano destra. "Another Dimension"
Un varco si apri di fronte ai cinque attaccanti, risucchiandoli in una dimensione ultra spaziale, distorta. Il varco si richiuse, intrappolando i cinque sventurati.
"Quella tecnica..Impossibile!" Shaina era sgomenta.
"Quei due..I loro Cosmi, io li ho già sentiti" il corpo di Marin tremava, tra l'emozionato e il sorpreso.
"Possibile che..." una goccia di sudore scendeva sulla fronte di Luis.
"Loro, qui! È davvero un miracolo... Ora ce la possiamo fare!" Michelangelo, dalla Tredicesima Casa, gioiva nel percepire ciò che stava accadendo.
I due gettarono al vento i mantelli.
Il primo, che aveva colpito i cinque Bersesker, indossava una tunica azzurra e calzava dei semplici sandali le cui stringhe cingevano la gamba fino al ginocchio. Il vestito era lacero, pieno di strappi, ma lo portava con dignità. I lunghi capelli, d'un biondo scuro, quasi ramato, arrivavano fin sotto le scapole. Era alto, atletico e potente, il viso era segnato da una durezza, da una severità estrema, rivolta a se stesso come agli avversari. Gli occhi, blu scuro e profondi, erano risoluti.
L'altro, più muscoloso e imponente, non molto più alto aveva di capelli castano rossicci corti e scompigliati e due occhi azzurri in cui si riscontrava una determinazione fuori dal comune.
"Kanon dei Gemelli!"
"Aioria del Leone!"
I due potentissimi guerrieri erano un ennesimo, insperato miracolo che risollevò i Saint.
Subito, su di loro, come due stelle cadenti apparvero i Cloth del Leone e dei Gemelli, che si divisero per essere indossate.
Il Cloth dei Gemelli, intatto e perfetto, riluceva abbagliante su Kanon. Per la prima volta, con orgoglio, il Saint, che un tempo aveva posto i suoi sforzi per annientare Athena e dominare il mondo, porto l'elmo alla testa. "Athena- mormorò-ancora una volta la mia vita mi è stata risparmiata per poter dimostrare la vera forza che mi sostiene..finché avrò vita difenderò la pace e la giustizia sulla terra come un vero Saint!"
Il Cloth del Leone, se pur piena di crepe, era comunque imponente, indossata dal suo Saint. Aioria aveva un aspetto terribile, selvaggio, ma nobile.
"Aioros, fratello mio, ovunque tu sia, ti renderò orgoglioso di me! Avanti, Saint, per Athena!"
I due nuovi arrivati si gettarono nella mischia.
"Lightning Plasma!" I colpi di Aioria fendevano l'aria, e colpivano i nemici come raggi laser.
"Galaxian Explosion" Il cosmo di Kanon, collassando come una supernova, esplodeva, falciando inesorabilmente qualsiasi avversario. I due Gold Saint, nonostante l'assenza di mesi, non avevano perso la loro incredibile potenza.
Il loro impeto fece indietreggiare i nemici. Ormai la battaglia sembrava decisa a favore dei Saint.
Solo il numero preponderante delle armate scarlatte rendeva dubbia la vittoria.
"Kiki, Aioria, unite i vostri Cosmi al mio!"
"Kanon vuoi usare davvero quella tecnica proibita...?"
"Certo, Aioria, Athena ne ha proibito l'uso poco cavalleresco di tre contro uno..ma non mi risulta che sia proibita usarla contro un centinaio di nemici!"
Convinti, i due Gold Saint si posero ai fianchi di Kanon.."Athena Exclamation!"
I tre Cosmi d'Oro, uniti in un'unica forza, generarono un'energia esplosiva immane, pari solo al Big Bang che diede origine all'universo.
I Bersesker più vicini venivano dilaniati dall'esplosione, e i loro corpi finivano totalmente disintegrati. L'energia del "Athena Exclamation" avanzava, inesorabile, implacabile, annientando nemici.
"È fatta, - urlarono i Saint con una sola voce- abbiamo sconfitto i Bersesker!"
Improvvisamente, l'energia inesorabile che sembrava aver posto fine alla lotta si bloccò.
Di fronte ai Saint, un'ombra protendeva una mano contro l'energia super distruttiva dei tre Gold Saint, fermandola.
"Questa sarebbe la tecnica proibita dei Saint.... Eccezionale, è davvero all'altezza della sua fama... Ma è totalmente inutile contro di me!"
Incredibilmente, la mano tesa della figura sembro spingere contro l'energia distruttiva, imprimendo un'incredibile pressione. L'energia del "Athena Exclamation" si bloccò del tutto, diminuendo in ampiezza e, infine, svanendo, stretta nel pugno del nuovo arrivato.
La Blue Way, pur essendo uno dei principali sentieri percorribili per raggiungere il regno di Poseidone, non è per questo breve o sicuro: senza una guida sicura, è facile perdersi o finire vittime degli ostacoli naturali dei fondali marini. Dieci Bersesker, che avevano eluso la guardia dei Blue Warriors, avevano percorso quella strada sottomarina con molta cautela. Il fondale dove si trovavano aveva particolarità stranissime: era possibile per loro, esseri umani, respirare a così tanti chilometri al di sotto dell'oceano, tuttavia anche pesci e altre creature marine nuotavano nella strana atmosfera come se fossero in acqua. Ormai abituati al curioso fenomeno, non fecero caso a un pesce che curioso, si avvicinò loro; le scaglie, di un brillante rosso cupo, brillavano nell'oscurità. Il pesce parve scrutare i viaggiatori, che però avevano lo sguardo concentrato solo verso la propria destinazione: gli antichi edifici di fronte a loro, sempre più vicini. Lo strano pesce guizzo, insolitamente veloce, ma ignorato, dirigendosi come un lampo verso l'edificio più grande.
Di nessun regno si è mai parlato così tanto. Molti i nomi che gli erano stati dati dalle leggende.
Marinnia. Hi-Brazil. Atlantide. Questo è il regno di Poseidone!
Ai limiti del regno, otto imponenti torri, massicce ma crollate, sembravano delimitare i confini del regno... In realtà, avvicinandosi e esaminando le rovine, ci si sarebbe accorti che si trattava di colonne, che sostenevano il mare come una volta celeste e permettevano il fenomeno di respirare a tali profondità. Ora che le colonne erano crollate, lo spazio privo d'acqua era realmente esiguo.
Il pesce dalle scaglie scarlatte scivolò verso l'imponente edificio che si ergeva, esattamente in mezzo alle colonne. All'entrata, sull'architrave, recava il simbolo del Tridente. Il Tempio Marino di Poseidone! Il pesce entrò, dirigendosi al centro della prima sala. Su nove piedistalli, riposavano strane statue metalliche. Erano gli Scale, le armature dei guerrieri del Dio del Mare e dello stesso Poseidone. Lo Scale del dio, intatto, si ergeva sul fondo della sala, il Tridente in mano, in mezzo alle altre statue. L'elmo, più simile a una corona regale, non mostrava alcun segno, la crepa che gli era stata inflitta nell'ultimo scontro era completamente scomparsa. Anche gli altri Gold Scale, le corazze che difendevano i guardiani del regno sottomarino, i Mariner Shogun, erano almeno in parte ricostruiti. Solo lo Scale di Sea Dragon era perfettamente intatto, mentre quello di Siren era quasi perfettamente ricostruito.
Oltre ai Gold Scale, ce n'era uno di un rosso cupo. Il pesce nuotò verso lo Scale di Poseidone. Ai piedi del piedistallo c'era un vaso, riccamente ornato, chiuso con un sigillo di carta dorata, su cui era scritta una parola con gli antichi caratteri greci: "Athena". In quel vaso era sigillato lo spirito del Dio del Mare. Il pese toccò col muso, quasi baciandolo, il vaso, poi si voltò verso la propria destra. All'estrema destra giaceva lo Scale rosso corallo, che rappresentava una Mermaid, una donna con una coda di pesce al posto delle gambe. Mentre nuotava, la forma del pesce si allungò, si ingrandì. Le pinne laterali si allungarono trasformandosi in braccia; il muso cambiò forma diventando una testa umana, le scaglie scomparvero, lasciando solo una pelle rosea e lunghi capelli biondi, fluenti; la coda si divise in due allungandosi fino a quando i piedi di due gambe, lunghe e affusolate, si posarono sul pavimento di pietra. Lo scale rosso si scompose, andando a vestire le nudità della splendida donna che era stata un pesce.
"Mio signore Poseidone- disse, inginocchiandosi di fronte allo Scale del dio- dei nemici invasori stanno arrivando nel tuo regno. Permetti alla tua serva, Tetis di Mermaid, di difendere il tuo dominio con questo Coralline Scale."
Detto ciò si voltò e rapidissima uscì dall'edificio.
I Bersesker erano ormai giunti ai pressi della Colonna dell'Oceano Artico.
"Ricordate tutti la nostra missione: distruggere le fondamenta di questo posto, dopo aver recuperato quella cosa dal Tempio."
"Certo, sarà semplicissimo, visto che questo luogo è totalmente disabitato... Ahaaa!2
Improvvisamente un sibilo risuono in quel cielo sottomarino.
"Cosa..?"
Di fronte a loro, seduta su una roccia, Tetis attendeva. "Benvenuti, Bersesker. Questo è il luogo della vostra morte! Desutorakku Koraru!" Tetis tese le sue mani aperte, i palmi rivolti l'uno verso l'altro, contro i nemici. Attorno ai loro corpi una crosta di corallo multicolore si stava materializzando, crescendo, ricoprendoli.. "Quando questi coralli avranno ricoperto i vostri corpi, vi priveranno del Cosmo, poi dei Sensi, quindi della Vita!"
"Avanging Teeth!" I coralli di Tetis si infransero, tre Bersesker caddero, già morti per l'attacco della donna. "Dovrai fare di più per batterci, donna" Colui che fronteggiava la seguace di Poseidone aveva un petto ampio e poderoso L'elmo che indossava era a forma di una testa di animale, il viso collocato tra le mascelle aperte, dalle quali scendevano, affilate, due lunghe zanne che arrivavano fino al petto. L'armatura sembrava essere formata da un pezzo unico, i copri spalla che seguivano semplicemente la forma del corpo, senza caratteristiche particolari. La corazza si interrompeva, stringendosi, sul plesso solare. Alla vita calzava una cintura con un gonnellino di strette placche metalliche protettive. I gambali erano lunghi, con una ginocchiera triangolare. I bracciali avevano, esternamente, una protuberanza che andava all'esterno, simile a una grossa pinna.. "Fatti da parte, donna o subirai la forza di Strom del Leone Marino".
Tetis non si scompose, incrociò le braccia davanti al petto, indici, medi e pollici tesi, mentre mignoli e anulari erano chiusi. "Kunai Koraru!" Punte di corallo, scintillanti, saettarono contro i nemici.
Strom riuscì a difendersi parando i dardi col braccio destro, riportando solo alcune ferite, altri due, dietro di lui, erano riusciti ad evitare l'attacco. Altri quattro Bersesker, invece caddero, mortalmente trafitti.
"Adesso hai esagerato! Avenging Teeth!"Le mani di Storm, piegate all'indietro, colpirono la guerriera.
Tetis sentì l'enorme pressione esercitata dall'attacco, come se un pachiderma le fosse addosso e la mordesse, con zanne lunghe e aguzze. Urlò. Nel Tempio di Poseidone una luce azzurra illuminò l'oscurità.
Su una nave, in viaggio lungo la Manica, Julian Solo scrutava il mare, il cuore scosso da un timore improvviso e inspiegabile. Il giovane, erede di un'antica famiglia di commercianti e armatori, aveva abbandonato gli affari di famiglia, ora gestita da abili amministratori, e usava le sue rendite per viaggiare per il mondo, portando auto ai bambini dei paesi colpiti da cataclismi. Mesi prima, c'era stata una tremenda inondazione, tremendamente simile al Diluvio Universale della Bibbia. Poi si era interessato ai paesi colpiti da Cicloni, onde anomale e altri cataclismi. Soprattutto, si interessava ai bambini, rimasti orfani e senza casa. Si sentiva in obbligo verso di loro, quasi avesse fatto loro un torto di cui sentiva il bisogno di riparare. Il suo unico compagno di viaggio era la persona più dolce che avesse mai conosciuto. Sorrento, un giovane suonatore di flauto, si era unito ala sua causa e lo accompagnava, intrattenendo i bambini sfortunati con il suono, commovente ma allegro, del suo flauto.
Julian guardava il mare, inquieto. Sorrento era preoccupato: l'ultima volta che Julian aveva avuto quel comportamento, il dio Poseidone si era reincarnato in lui per pochi minuti. Perché Julian era il ragazzo che il Dio del mare aveva scelto come sua incarnazione in quest'epoca.
"Siren!" esclamò la voce di Julian. Sorrento si inginocchiò; la voce del suo amico era autoritaria, sacrale, una voce a cui Sorrento non poteva non obbedire.
"Signor Poseidone..."
"Sorrento, son passati solo sei mesi dal mio ultimo intervento... Capirai che solo un fatto di estrema gravità mi può aver permesso di agire, ignorando il Sigillo di Athena che rinchiude la mia anima e la mia forza.- Sorrento annuì- Ebbene, il regno sottomarino è stato pocanzi invaso, e solo la coraggiosa Tetis, sopravvissuta alla nostra ultima Guerra Sacra, si è potuta porre come difesa ai miei domini. Ma sento che la mia coraggiosa Nereide sta affrontando avversari superiori al suo ardimento. Sorrento di Siren, - disse il Dio del Mare voltandosi verso il suo seguace- ti ordino di recarti nuovamente nel regno sommerso e di eliminare gli invasori! Non preoccuparti per Julian, fino a dopo al tuo ritorno, la mia coscienza, ora potente per la giusta collera, veglierà su di lui, por non potendo disporre di tutto il mio divino potere, sii certo che nessuno potrà torcere un capello a questo ragazzo."
"Sì, mio signore" Sorrento iniziò a far espandere il suo Cosmo e con un salto, si gettò nelle acque della Manica.
Tetis continuava a subire i colpi di Strom, senza riuscire a trovare spazio per contrattacare il potente avversario.
"E ora, stronzetta, crepa!" L'uomo stava per colpire la gola della donna con il taglio della mano.
Improvvisamente, un suono melodioso risuonò nell'oscurità marina. Tetis sgranò gli occhi. "Lui?"
Sorrento apparve rivestito del suo Scale, ricco di fregi, l'elmo simile a un diadema con due protuberanze, simili a pinne delicate, che uscivano dalle tempi, grandi ali piumate situate sulla schiena, i semplici copri spalla che seguivano la linea del braccio, i gambali e i bracciali che difendevano quasi completamente gli arti. Alle labbra aveva portato un flauto traverso d'oro, da cui faceva uscire una musica, dolce e triste.
"Voi che invadete il regno del Sire Poseidone, conoscerete la morte per mano mia, Sorrento di Siren. Dead End Synphony!"
Nel buio un giovane si dibatteva, lottando. "Devo proteggerla, devo difenderla" ripeteva, come un mantra che gli donava nuovo coraggio. "Vuoi davvero proteggerla?" chiese un'altra voce" Il giovane sussultò, gli sembrava un'eternità dall'ultima volta che aveva sentito una voce diversa salla sua. Per lui tutto era buio e silenzio. "Ascolta giovane guerriero, se il tuo desiderio è di toanre per proteggerla, posso aiutarti." "Davvero puoi?" "Certo! Non sarà facile, ti avverto, dovrai operare un miracolo...anzi IL miracolo. Ma con l tuo potere, ce la farai senz'altro." "Il mio potere?" "Sì, ciò che solo tu hai potuto fare..dai è facile se ci pensi.. cos'è che sai fare solo tu?" "Io... io posso ferire un Dio..." "Esatto, tu puoi fare questo...adesso convoglia nel tuo pugno il tuo potere, sii ne padrone e ferisci questa tenebra, la Morte, che ti tiene prigioniero. Dì il tuo nome." Una luce, la luce arrurra del Cosmo del ragazzo illuminò l'Oscurità. Una voce ruppe il Silenzio. "Sono Seiya!"
Il Bersesker che aveva fermato l' Athena Exclamation era molto diverso dagli altri seguaci di Ares che lo avevano preceduto. Innanzitutto, a differenza dei suoi predecessori, la sua armatura, al pari dei Gold Cloth, ricopriva quasi interamente il corpo. La corazza difendeva il petto, lo stomaco e si collegava alla cintura, da cui scendevano solide protezioni fino alle cosce. Dai ginocchi fino ai piedi, stivali di rosso metallo proteggevano le gambe. Le ginocchiere, poi avevano la forma particolare di artigli da rapace, aperti e tesi come nell'atto di prendere qualcosa. I bracciali, solidi e decorati con rilievi simili a venature, proteggevano l'avambraccio, il gomito e una piccola parte sopra il gomito, lasciando scoperti solo i bicipiti. I copri spalla erano doppi; una parte scendeva lungo il braccio, fin sopra il bicipite, l'altra, partendo dalla spalla, si alzava rispetto ad essa di circa trenta gradi, finendo con una punta lievemente volta all'insù. L'elmo aveva la forma di una testa d'un enorme rapace, le maglie metalliche sovrapposte formavano, ben distinguibili, piume scarlatte. Tra esse, due occhi rotondi, appena sopra le tempie, sovrastavano un becco adunco che ricopriva la fronte, la punta che arrivava all'altezza degli occhi, proprio davanti al naso. Dietro di lui, sventolava un mantello di seta scarlatto, che rifletteva i bagliori del sole, riccamente ricamato, con gli orli in porpora e una pelliccia pregiata attorno al collo.
"L-lord Alexandros!" mormorò uno dei Bersesker che era più vicino a lui.
"Fatevi indietro, Bersesker, è tempo che questa battaglia giunga al temine. E visto che voi non riuscite ad aver ragione di pochi Saint, tocca a me, Alexandros dell'Ippogriffo, sterminare i nostri nemici..."
Gli occhi di Alexandros, rimasti finora chiusi, guardando i Saint con evidente disprezzo, neri, penetranti.
"Bene, Saint di Athena, volete attaccarmi uno alla volta o tutti insieme? Tanto per me- sollevò il pugno che aveva contenuto l'Athena Exclamation- non fa differenza!" Apri la mano in direzione dei Saint: l'energia residua dell'attacco dei tre Gold Saint si liberò, travolgendoli e buttandoli a terra. Persino Liu e Michelangelo, dalle Stanze del Sacerdote, caddero.
I Saint si rialzarono, rapidamente. Guardavano il nuovo nemico a metà tra l'atterrito e lo stupefatto:quel giorno era stato un giornoo di prodigi!
"Il suo Cosmo, è ampio e opprimente... Solo pochi Gold Saint hanno avuto un'energia paragonabile... Ma costui è assolutamente fuori scala"
"Quell'armatura, così completa... Vuol forse dire che è uno dei più potenti tra i seguaci di Ares?"
Tali pensieri turbavano la mente dei Saint.
"Tu no sei un Bersesker qualunque, vero?" Kanon ora fronteggiava Alexandros "La tua forza e il tuo Cosmo sono di gran lunga superiori a quegli inetti che abbiamo fatto a pezzi sinora. Sei un Warlord?"
"Esatto, Kanon, io sono uno dei più potenti tra i Bersesker, uno dei Warlord. Ora che lo sai, sarai cosi saggio da farti da parte? Farò in modo che la vostra fine sia rapida e indolore..."
Per tutta risposta, Kanon gli sferrò un pugno. Alexandros blocco il colpo con un palmo della mano. I due formidabili guerrieri si studiavano, tenendo alta la guardia. Kanon era molto circospetto: Alexandros aveva confermato i suoi sospetti, rivelando di appartenere alla elité dei Bersesker. Non era assolutamente un avversario da prendere sotto gamba. I due si scambiarono una fitta serie di colpi, pugni o calci, che venivano puntualmente parati o evitati.
"Prendi il mo colpo massimo! Galaxian Explosion!" Kanon portò le mani sopra la testa, i polsi incrociati e piegati, le dita aperte. La sua tecnica segreta si manifestò, l'energia in grado di distruggere una galassia... Ma Alexandros sembrava indifferente, mentre gli effetti della tecnica di Kanon sembravano rimbalzare sul suo corpo, come gocce di pioggia. Un'onda durto di contraccolpo, investì invece Kanon, facendolo cadere.
"Maledetto, ora sarò io il tuo avversario! Lightning Bolt!" Aioria si scagliò contro il Warlord, il pungo carico di energia ionica, in grado di trasmettere una scarica elettrica terribile. Ma Alexandros incassò anche quel colpo, senza subirne gli effetti. Aioria proseguì il suo attacco. "Lightning Fang!" Stavolta colpi il terreno col suo pugno, trasmettendovi l'energia del colpo. Lame di energia elettrica si alzarono dal terreno, fendendo l'aria in direzione di Alexandros, che le deviò usando pigramente il mantello. Furioso Aioria colpì ancora. "Lightning Plasma!" La fitta rete di colpi, simili a raggi laser, si stavano chiudendo attorno al nemico.
"Adesso basta, pivello, ti ho lasciato giocare, abbastanza".
Colpendo con un semplice pugno, raggiunse Aioria al volto. Il Saint del Leone perse l'equilibrio, e il Lightning Plasma scomparve.
"Speravo di trovare nei Gold Saint dei validi avversari, ma evidentemente la mia forza è troppa anche per voi. Crepate!" Alexandros saltò, le mani tese per attaccare Kanon e Aioria.
"Cristal Net!" una rete invisibile di ragnatela, intrappolò il corpo di Alexandros a mezz'aria.
"hai dimenticato che anche io sono un Gold Saint, ora sei intrappolato nel mio Cristal Net e ogni fuga o movimento ti è precluso. Sei finito! Stardust Revolution!" Kiki alzò il braccio, facendolo scendere di colpo in direzione del nemico; piccole particelle, luminose come stelle, si materializzarono intorno a lui, dirigendosi come, stelle cadenti, su Alexandros.
Nel fondo del mare Strom era preda della tecnica mortale di Sorrento. La musica del flauto d'oro no lasciava scampo e il Bersesker del Leone Marino. Illusioni, simili a Sirene, volavano attorno a lui, ottenebrandogli il Cosmo e i sensi.
"Spiral Current Drill". Una corrente marina muovendosi a spirali, attaccò Sorrento come la punta di un trapano. Il Mariner Shogun evitò il colpo con un balzo, interrompendo però l'attacco. L'uomo che lo aveva attaccato indossava un elmo sormontato da una tripla cresta squamosa. Il braccio destro, totalmente ricoperto dal metallo, aveva sul pugno e sull'avambraccio la forma di una testa da rettile, e una corta cresta, seghettata, percorreva tutta la lunghezza del braccio. Solo la spalla sinistra era difesa da un vero e proprio copri spalla, mentre solo l'avambraccio sinistro era difeso dal metallo rosso, allargandosi in una biforcazione sul gomito, formando una specie di piccolo scudo, mentre proprio sul gomito vi era una protezione rotonda. Dalla cintura scendeva, lungo la gamba destra, fin sopra il ginocchio, protetto da una semplice ginocchiera; al piede destro un semplice stivaletto metallico, sormontato da una triplice fila di punte. L'altra gamba, protetta dal ginocchio fino alla caviglia, presentava diverse lamine seghettate e minacciose.
"Strom, tutto bene?" "Sì, ti ringrazio Jube, il suo potere mi stava sopraffacendo..." "Una Sirena no può avere ragione di un Sea Sneke! Forza, Strom, attacchiamolo insieme, Spiral Current Drill!"
"Avenging Teeth!" Sorrento recuperato l'equilibrio, riportò il flauto alle labbra. "Prendete oa il mio massimo colpo- disse attraverso le note del flauto, che riproducevano la sua voce- Dead End Climax!" Attorno a lui, le immagini delle sirene, che prima erano leggiadre e ammaglianti, ora erano minacciose, i volti contratti dall'odio e dalla violenza, le bocce ora piene di zanne. I Cosmi si scontrarono in un boato.
Poco lontano da lì nei sotterranei del Tempio, c'è una prigione. Dentro una cella, un uomo, in coma da quindici anni, aveva resistito, sopravvivendo anche nei mesi in cui l'acqua, dopo il crollo delle colonne, aveva invaso tutto il Regno Sottomarino. Possedeva un Cosmo imponente, ma le sue funzioni vitali, il respiro e il battito cardiaco, erano annullate. Eppure era vivo. Il boato suscitato dagli attacchi di Sorrento, Strom e Jube arrivò fino alla sua cella. Qualcosa vibrò, nell'aria. Poi, un respiro. Un battito cardiaco.
Strom venne travolto dall'attacco di Sorrento; le sirene illusorie si avventavano su di lui, schiacciando l'Avenging Teeth e divorando la sua mente. L'attacco del Besesker di Sea Snake, invece era andato a segno, Jube aveva colpito Sorrento alla spalla, perforando lo Scale e la carne.
"Hai ucciso Strom ma non riuscirai a sopravvivere, non con quella ferita. Come ho detto prima , uan sirena non avrà mai ragione di un Serpente Marino.... e adesso, sorrento di addio alla vita. Peccato, non potrai suonare la tua marcia funebre!" alzò la mano per finire il Mariner Shogun.
Un'esplosione si alzò dai sotterranei del Tempio. Una mano, guantata d'oro, bloccò il colpo del Bersesker, scagliandolo indietro. Il nuovo arrivato indossava uno Scale che Sorrento conosceva fin troppo bene. "Non è possibile, tu sei.." Ma si bloccò. Aveva notato, in alcuni particolari della figura che lo aveva protetto, che non si trattava della persona che, per ultima, aveva indossato quella Gold Scale. La corazza, come quella di Sorrento, ricopriva quasi interamente, il corpo. L'elmo circondava completamente la testa, e recava tre creste squamate, due ai lati e una sopra la testa, lungo la suttura sagittale. Punte seghettate, simili a creste ossee, erano visibili ala parte esterna dell'avambraccio e sui lati delle gambe, poco sopra i piedi. Era lo Scale di Sea Dragon, destinata al capo dei Mariner Shogun."tu non sei Kanon!" Rispetto a Kanon dei gemelli, che anni fa aveva impersonato il ruolo di Sea Dragon, l'uomo che fronteggiava i Bersesker aveva la pelle più scura, color caffellatte. Sea Dragon si voltò verso Sorrento, che per la prima volt gli vide il viso, gli occhi castani, scuri e ardenti, solcati da sopracciglia folte ma ben disegnate, le labbra piene e carnose.
"Tu Sei un Mariner Shogun, vero? Stai bene?" "Sì, sopravviverò, ma tu chi sei?"
"Sono il vero Sea Dragon, mi chiamo Jafar. Riposati, a questi ci penso io..."
"Deficiente credi davvero di poterci sconfiggere da solo? Spiral Current Drill"
Jafar portò le mani davanti al petto, le dita curve formando una sfera, le braccia piegate.
"Deepwater Preassure" il corpo di Jube si contorse come schiacciato da una morsa che lo stringeva da ogni parte. La Bloodmai di Sea Snake di sbriciolò, le ossa si ruppero, scricchiolando, il sangue usciva dalle ferite, sempre più numerose.
"Sui fondi oceanici la pressione dell'acqua è immensamente superiore a qualsiasi altra forza dela superficie. Ed io posso riprodurre questa pressione esercitando la mia forza sulle molecole d'acqua presenti nell'ambiente, vapore acqueo gocce d'acqua...anche l'acqua presente nel corpo umano.
Tu, - si rivolse all'ultimo Bersesker-se non vuoi morire, fuggi, oggi mi sento magnanimo..."
"Credi davvero di potermi sconfiggere? Io no sono un semplice Bersesker, idiota, io sono u Warlord. Tra me e gli altri c'è un abisso di differenza... se non vuoi morire tu, piuttosto, fuggi finché sei in tempo!"
"Non dire che non ti avevo avvertito... Deepwater Pressure!"
Alexandros fu avvolto dallo Sturdust Revolution di Kiki. Il suo corpo, paralizzato, sembrò sparire nella luce accecante liberata dal colpo del Saint. Quando la luce si spense, il Warlord era a terra.
"Possibile che" ma prima che un Saint potesse completare il pensiero, Alexandros si rialzo, colpi sula bocca dello stomaco Aioria e assestò un calcio sul volto di Kanon.
"Non è possibile... Anche se è un Warlord, non pu essere così forte..." "hai ragione, Kanon, in effetti un Warlord qualsiasi sarebbe solo di poco più forte di un Gold Saint.. Ma purtroppo per voi, io non sono un Warlord qualsiasi: io sono il Warmaster, colui che è più vicino ad Ares. Sia per voi un onore morire per mia mano!" Alzo le braccia al cielo, le mani aperte emettevano scariche di energia che andavano da un palmo all'altro. "Killer Dive!" "Cristal Wall!" L'attacco di Alexandos cozzo col muro invisibile eretto da Kiki, la difesa impenetrabile dei Saint dell'Ariete... Ma l muro cedette e crollò sotto l'incredibile potenza del colpo. E un nugolo infinito di colpi martoriò i Saint.
"Davvero efficace, il Cristal Wall. Se non fosse stato per la sua estrema resistenza, il mio colpo vi avrebbe uccisi tutti in un colpo, invee, per quanto malconci, siete ancora vivi.!" I Saint, a terra, erano ansanti, le armature incrinate e danneggiate, ma erano ancora vivi. "Ora vi finirò!" ma mentre si apprestava a dare il colpo di grazia, una nuova luce sfolgoro sopra il campo di battaglia, più luminosa, splendente e abbagliante di quelle che l'avevano preceduta. Una sfera luminosa, andò ad appoggiarsi oltre la Tredicesima Casa. Una nuova energia si diffuse nel Santuario. Piena di calor, l'energia riscosse i Saint feriti.
"Questo Cosmo, questo calore.." "Dunque è davvero tornata..." "È davvero lei!"
"Athena è tornata!!!"
Alexandros ciuse gli occhi, la sacra volontà di Athena risiedeva nuovamente al Santuario, proteggendolo con le sue regole. "Quindi la dea è tornata, ma prima che giunga qui, vi massacrerò tutti!" Ma all'improvviso, con n sibilo acuto qualcosa sfrecciò nell'aria...qualcosa che andò a circondare, bloccandole, le braccia del Warlord. Un ragazzo vestiva un Cloth rosa chiaro, riccamente adornato da fregi d'oro, con quattro ali rigide dietro la schiena, l'elmo con due corna, aperte a V, che si piegavano , cambiando angolazione, verso l'alto, e n'ulteriore punte stava proprio sopra la fronte, collegata alle due corna, teneva i capelli castani piuttosto lunghi dagli occhi castano chiari, quasi verdi; dalle sue mani una catena color oro pallido, che terminava con una lama circolare, adorna di fregi, bloccava le braccia di Alexandros. "Idiota, credi di potermi fermare con questa catenella?" Con un violento strattone libero le mani e fece per colpire col pugno. Ma il suo braccio era congelato. Contemporaneamente, due nuovi attacchi aggredirono il Warmaster, uno aveva l'aspetto di un eccello enorme, avvolto dalle fiamme, l'altro di un dragone cinese, verde e feroce. Alexandros subì il colpo, ma non cadde; il corpo fu spinto indietro, i piedi crearono profondi solchi sul pavimento. Tre nuovi avversari fiancheggiarono il ragazzo col Cloth rosa e oro. Il primo, alto biondo con occhi azzurri, quello sinistro solcato da una cicatrice, indossava un Cloth bianco e oro, con ali d'angelo e l'elmo riproduceva le sembianze di un cigno. Il secondo era più alto, aveva lunghi capelli neri e occhi color giada, vestiva una corazza verde e oro, uno scudo sul braccio sinistro, le ali dietro la schiena, simile quelle di un pipistrello, erano aperte a ventaglio, all'elmo, decorato con barbagli dorati, era attaccata una serie di placche metalliche coniche che scendevano come una coda, terminando con una placca piatta seghettata. L'ultimo aveva capelli neri arruffati, gli occhi neri e fieri sul viso solcato da una piccola cicatrice, l'elmo sormontato da tre corna, una perpendicolare, le altre che si allargavano a V per poi tornare a dirigersi verso l'altro; il Cloth era rosso chiaro, in alcuni parti blu scuro, e oro, sulla schiena erano fissati, a ventaglio, due ali piumate e tre fasci di piume metalliche.
"Pensate di fermarmi, voi quattro?" Alexandros concentrò il suo Cosmo tra le mani , alzate sopra la testa. "Killer Dive!" La potenza del colpo si abbatte sui quattro arrivati, che resistettero alla potente energia, rimanendo in piedi ma piegati in ginocchio.
"Shun! Hioga! Shiryu! Ikki!" Una voce di donna, decisa e autoritaria, chiamava i quattro Saint che stavano fronteggiando Alexandros: Saori Kido discendeva dalle scalinate del Santuario, vestita del suo Cloth. Lo sguardo adamantino nei suoi occhi rivelava la sua preoccupazione e la sua collera.
Tese in avanti il suo scettro dorato. L'emblema simile a un uccello all'estremità superiore, scintillò, emettendo una luce simile a un sole; i raggi che partivano dallo scettro si avventarono verso Alexandros, che indietreggiò. La luce dello scettro non colpì il Warmaster, investì invece alcuni Bersesker, che caddero a terra, le Bloodmail disintegrate, gravemente feriti.
"La dea Athena... Quale onore!"
Saori guardava il guerriero supremo di Ares con gli occhi accigliati, quando il suo splendido viso si contorse in una smorfia di dolore. Concentrò il peso del proprio corpo cullo scettro posandovisi.
"Come immaginavo, ritornare qui dopo mesi in cui ha usato il suo Cosmo per sopravvivere alla dimensione infernale collassata ha lasciato il segno anche su Ahena- disse Alexandros- il suo corpo, dopotutto, è rinato come una mortale, quindi sta risentendo di una simile sforzo.- alzò una mano minacciosamente- Non ho mai ucciso una divinità, ma immagino ci sia sempre una prima volta.. Muori, Dea Athena!"
Saori, ancora intorpidita dalla stanchezza, sul punto di svenire, non poteva reagire in alcun modo. E nessuno dei Saint, per quanto avrebbero dato la vita per la loro dea, avrebbe potuto bloccare Alexandros: non erano abbastanza vicini o rapidi, neanche per fare scudo con il loro corpo.
Ma improvvisamente, una serie di fasi di luce si diressero sul Warmaster, esplodendo sul suo corpo. Quello che nessun Saint aveva realizzato finora stava ora accadendo: il corpo del guerriero di Ares veniva respinto, mandato indietro, lividi, testimonianze di colpi andati a segno, apparvero sul suo corpo. Alexandros cadde.
Di fronte ad Athena, il più inaspettato dei salvatori si era repentinamente materializzato: il Cloth bianco e oro, scintillante, le ali aperte, come fosse letteralmente volato in protezione della sua signora, il pugno destro teso verso il rivale, mentre il sinistro, con la mano aperta, era inclinato all'indietro.
"Io...io proteggerò Athena...Saori...finché avrò un minimo respiro in corpo!"
Il suo Cosmo vastissimo, si attenuò, gli occhi gli si rivoltarono nelle orbite, mentre cadeva in avanti, svenuto. Ma un tenue respiro e il battito, lievemente accellerato prima ma poi sempre più regolare, del cuore, rivelavano che ciò che vedevano non era un miraggio, un'illusione, ma realtà! Seiya di Pegasus era di nuovo tra loro!
"Pegasus il Deicida- la voce di Alexandros, chiara e limpida, era poco più di un sussurro, mentre si rialzava- tornato persino dalla morte... tornato per difendere la sua dea."
Saori, all'apparizione di Seiya, si era rialzata, la stanchezza e la sofferenza avevano lasciato il suo volto, ora pieno solo di una grande determinazione.
"Mf, ormai non c'è niente che noi possiamo fare, no ora che il Santuario è nuovamente la dimora di una divinità...l'unica occasione per vincere, nonostante tutto, è sfumata." Si voltò facendo ondeggiare il mantello. "Ritiratevi, Bersesker... Ma lei, Athena, non gioisca di questa vittoria, - voltando le spalle alla dea, la guardava in tralice, la testa girata verso di lei- presto ci riorganizzeremo e torneremo a colpire, non ne dubiti... La Guerra è appena iniziata!"
E l'ondata di guerrieri, simile a un fiume di sangue, sparì.
Jafar cadde a terra. Il Deepwater Preassure era stato respinto e l'energia del suo avversario lo avev fatto cadere, non respingendolo, ma attirandolo in avanti. Il viso del Mariner Shogun, sporco della sabbia del fondale marino, si rialzò, l'espressione sorpresa sul volto.
"Idiota, ti avevo detto che io sono un Warlord, che indossa una delle Bloodmail originali create nell'epoca del mito. Pensavi di avere la meglio su di me, vero? Hai peccato di presunzione ed io, Tore di Cariddi, ti mostrerò quanto puoi essere stato folle! Infinity Whirlspoo!"
Il Cosmo di Tore assunse la forma di un gorgo, che attirò verso di sé Jafar. Il guerriero marino riuscì solo all'ultimo minuto ad aggrapparsi a uno sperone roccioso del fondale marino, e a rimanervi aggrappato fino a quando no si esaurì l'effetto della tecnica di Tore.
"Il mio Totem è Cariddi, il mostro che, con Scilla sorvegliava lo Stretto di Messina... Una cratura che risucchiava ogni cosa per sette volte, ogni volta con sempre maggiore potenza! Allo stesso modo, il mio colpo diventerà sempre più forte...pensi davvero di resistere? Sparirai tra le zanne di Cariddi.!"
Jafar si rialzò, guardando con aria di sfida il suo avversario. Lentamente, alzò la mano destra sopra la testa. Dalla mano, iniziò a emanarsi una luce scintillante, dorata. Poi sposto la mano sulla sinistra, all'altezza dei fianchi. Un'altra luce brillo sulla sua mano, scintillante come quella che ancora brillava sopra la testa del guerriero. Ancora, Jafar spostò la mano, questa volta a destra, sempre all'altezza dei fianchi. Una terza stella d'energia si formò. La mano destra dello Shogun di Sea Dragon torno nella posizione iniziale, sopra la testa, toccando nuovamente la prima stella d'energia. Dalle tre luci generate dal Cosmo di Jafar scaturirono tre raggi dorati, che chiusero le tre stelle in un triangolo perfetto. "Non sarò io a sparire, ma tu, nella dimensione mortale del Triangolo delle Bermuda. Vai, Golden Triangle!"
Il triangolo di luce dorata si mosse, mentre il braccio di Jafar si abbasava, come se venisse scagliato contro Tore; il Warlord fu avvolto dal triangolo di energia dorata, che lo circondava, trascinandolo lontano. All'interno della forma geometrica, l'immagine e lo spazio si distorcevano, differenziandosi dal panorama che circondava i contendenti, facendo intravedere relitti di navi, aerei e scheletri umani, scomparsi e persi per questo mondo.
"Maledetto! Ma non credere di sbarazzarti così di me, il mio desiderio di vendetta mi farà ritornare, e quel giorno, ti ammazzerò nel più doloroso dei modi!"
La voce di Tore si perse nell'oscurità, mentre il suo corpo svaniva, insieme alla luce del Golden Triangle.