SE PEGASUS NON AVESSE SALVATO SIRIO…

Tempo di inizio: episodio n°5, Pegasus ha sconfitto Sirio, il cui cuore si è fermato. Ascoltando le preghiere di Fiore di Luna, il ragazzo si alza per aiutare l'amico.

Mentre Andromeda sostiene Sirio, privo di sensi, Cristal si avvicina a Pegasus, consigliandogli di indietreggiare per non colpire il cavaliere con troppa forza. Mentre il pubblico assiste in silenzio, preoccupato per la sorte di Dragone, Pegasus muove qualche passo indietro, per poi alzare lo sguardo verso Sirio. A causa dei colpi subiti e del molto sangue perso, la sua vista si annebbia e davanti a lui le immagini di Sirio ed Andromeda si fanno sfocate ed indistinte. Il tatuaggio del Dragone sta per sparire per sempre dalla schiena del cavaliere, mettendo così fine alla sua vita. Pegasus allora raccoglie le ultime forze e lancia un unico colpo del suo "Fulmine di Pegasus", diretto alla schiena dell'amico. Il colpo attraversa in meno di un secondo i pochi metri che separano i due cavalieri, ma manca di pochi centimetri il corpo di Sirio, spegnendosi contro la parete alle spalle del cavaliere. "No, maledizione !" grida Pegasus, prima di provare un secondo tentativo. Il cavaliere cerca di prendere meglio la mira, aiutato da Cristal che ne tiene fermo il braccio, ma poi la vista gli si annebbia e tutto intorno a lui inizia a ruotare, per poi svanire.

Il giorno dopo, Pegasus si risveglia in un letto d'ospedale, con un leggero dolore alla testa ma tutto sommato in buone condizioni. Accanto a lui, nella penombra della stanza vi è Lania, che sta sistemando alcuni splendidi fiori in un vaso sul comodino di fronte al letto. Vedendo che l'amico si è finalmente svegliato, Lania si gira verso di lui chiedendogli come si senta, e, sorridendo, il ragazzo le risponde "Abbastanza bene, grazie. Quei fiori sono meravigliosi, non ne avevo mai visti di così belli qui a Nuova Luxor !". Ascoltando queste parole, il sorriso svanisce dal volto di Lania, che, aggiunge "Non sono miei, te li ha mandati Fiore di Luna. Domattina partirà per la Cina, e li aveva portati con se per Sirio quando era venuta a Nuova Luxor !". Non appena Pegasus sente il nome "Sirio" gli ritornano improvvisamente in mente gli ultimi momenti del loro scontro, fino a quando aveva cercato di colpire l'artiglio sulla sua schiena. "Hai perso i sensi e sei crollato al suolo. I medici ti hanno dovuto portare di corsa in ospedale per una trasfusione, o non saresti sopravvissuto !" lo informa la ragazza. "E Dragone ? Che cosa gli è successo, sono riuscito a salvarlo ?" chiede Pegasus in tono preoccupato mettendosi seduto sul letto e scostando leggermente le coperte. Lania però abbassa lo sguardo e chiude per qualche attimo gli occhi, poi, riapertoli, cerca di rincuorare il ragazzo. "Hai fatto tutto ciò che era nelle tue possibilità ! Chiunque altro non avrebbe neanche provato a salvarlo ! Anche Fiore di Luna la pensa così, e per questo ti ha mandato comunque questi fiori. Non devi…"

"E' morto ! Sono un cavaliere eppure non sono stato capace di salvarlo !" dice con la voce colma di tristezza.

"Non dire così ! Tu hai tentato…"

"Ma non ci sono riuscito ! Sono un cavaliere, il mio compito è proteggere l'umanità, dovrei usare le mie capacità solo per questo scopo, ed ho ucciso un innocente ! E per che cosa ? per un pezzo di lamiera dorata !"

" Sai perfettamente che non è così ! Tu e Dragone avete combattuto onestamente e ad armi pari, secondo le regole della cavalleria. E poi tu non lottavi per la sacra armatura ma per ritrovare Patricia !"

"Non ha nessuna importanza per cosa lottavo ! Ho scoperto il suo punto debole e l'ho colpito di proposito con tutte le mie forze. Se soltanto avessi impresso meno forza nel mio pugno, Dragone sarebbe ancora vivo adesso !" grida il ragazzo con la voce rotta dal pianto.

"Ma se tu…"

"Ti prego Lania, lasciami solo adesso !"

La ragazza accenna a rispondere qualcosa, ma poi esce in silenzio dalla stanza. Rimasto solo, Pegasus si copre gli occhi con le mani, incapace di fermare le proprie lacrime. Gli tornano in mente i momenti del combattimento, lo scontro in aria, le lacrime di Fiore di Luna e soprattutto il colpo lanciato verso la schiena di Sirio, che però lo ha mancato. "Se soltanto quel colpo fosse andato a segno…" continua a pensare il ragazzo.

Pegasus sapeva sin dal primo momento in cui fu inviato in Grecia per l'addestramento che prima o poi gli sarebbe capitato di causare la morte di qualcuno, ed anche se finora non era mai successo, causare la morte di un qualche spietato nemico non lo avrebbe turbato troppo. Dopo tutto e' questo il dovere di qualsiasi cavaliere, difendere la giustizia e lottare contro l'oscurità, anche se ciò può costare la vita di un nemico. Certo, anche Dragone è… era un cavaliere, pronto a dare la sua vita per difendere i più nobili ideali, e per quanto ogni vita umana sia sacra, per quanto ogni morte andrebbe evitata, quando in gioco c'è la salvezza dell'umanità delle perdite sono purtroppo inevitabili. La morte di Sirio avrebbe causato un dolore enorme se fosse avvenuta in una battaglia in difesa della giustizia, ma sarebbe potuta essere accettata. Ma Dragone non è morto in una battaglia in difesa della giustizia, non è caduto per mano di un malvagio nemico, è morto in uno stupido torneo, dal cui risultato non dipendeva la salvezza dell'umanità, ma solo un'armatura, un semplice trofeo. [Nota: in questo momento nessuno sa quale sia il reale valore della sacra armatura] Pegasus sa benissimo di non aver lottato per l'armatura, e durante lo scontro si era reso conto che lo stesso valeva per Sirio. Egli ha combattuto per sua sorella Patricia, solo per ritrovarla ha accettato di scendere in campo e lottare contro Geki, ma sondando nel profondo del suo animo il ragazzo si rende conto che non è neppure questa la ragione per cui ha affrontato Sirio. Dentro di se, il cavaliere teme di aver combattuto solo per dimostrare di essere il più forte, non riesce a togliersi dalla mente che durante gli ultimi attimi di quel maledetto scontro egli desiderava la vittoria, più di qualsiasi altra cosa. Nel momento in cui colpiva, il timore di causare una ferita grave lo aveva sfiorato, unito al pensiero di imprimere meno energia nel pugno, ma Pegasus l'aveva allontanato da se. La ragione per cui aveva agito in questo modo il ragazzo ora, mentre le lacrime continuano a rigare il suo viso, non sa spiegarsela. Attorno a lui vi sono solo autocommiserazione e rimpianto.

In quel momento, Lania irrompe nella stanza ed accende il televisore posto sul comodino, accanto i fiori. Sullo schermo appaiono le immagini della Guerra Galattica, ma sul ring non ci sono soltanto Andromeda ed Asher, gli sfidanti designati per oggi, ma anche Cristal, Black, ed un misterioso cavaliere. Asher e Black sono svenuti al suolo, il secondo senza apparenti ferite, Andromeda, sanguinante ad una spalla, è in ginocchio, mentre Cristal, pur senza armatura, fronteggia l'avversario. Pegasus osserva a lungo il misterioso guerriero, ed alla fine lo riconosce come Phoenix, il cavaliere che fu mandato all'Isola della Regina Nera. Pegasus ricorda quando Phoenix si sacrificò per impedire che quel luogo orribile toccasse al fratello, e non riesce a capire cosa possa essergli accaduto. "Non c'è tempo da perdere, devo andare!" dice a Lania balzando fuori dal suo letto e correndo verso la porta, per poi precipitarsi nei corridoi dell'ospedale, incurante dei richiami della ragazza. Frattanto, al palazzo dei tornei, Mylock, dolorante per un colpo subito qualche minuto prima da Phoenix, e Lady Isabel, alzatasi in piedi, osservano in silenzio la scena. Anche il pubblico del torneo, molto diminuito rispetto ai giorni precedenti a causa della tragedia verificatasi e delle inevitabili critiche di tutti i principali giornali della città, dopo le urla iniziali per festeggiare l'arrivo dell'ultimo cavaliere, è ora immerso in un silenzio irreale, carico di tensione, per ciò che sta per accadere. Cristal e Phoenix si fissano alcuni momenti, poi il cavaliere del cigno balza in aria ed attacca l'avversario con un calcio, che però va a vuoto dal momento che il nuovo venuto si sposta rapidamente. Cristal tenta nuovamente la mossa, ma stavolta si da la spinta saltando contro i pali agli angoli del ring prima di dirigersi contro il nemico. Phoenix blocca l'attacco con il braccio, poi si abbassa di colpo e, schivati i due successivi pugni di Cristal, centra il nemico al mento, sollevandolo da terra e catapultandolo contro le catene che delimitano il ring. Mentre un rivolo di sangue scorre dall'angolo destro della sua bocca, Cristal si rialza e brucia il suo cosmo per scagliare la Polvere di Diamanti contro il suo avversario. Con grande sorpresa di tutti però, Phoenix ferma il colpo con una sola mano, poi, ridendo del suo avversario, afferma "Sei un pazzo ! I colpi segreti sono tali soltanto la prima volta, ed io ho assistito a tutti gli incontri che ci sono stati finora ! Comunque, se vuoi vedere la potenza di un vero cavaliere, sarai accontentato !" e contemporaneamente brucia il suo cosmo per poi scagliare un pugno terribile contro Cristal. Centrato in pieno stomaco, Cristal si accascia al suolo mentre flotti di sangue gli escono dalla bocca. Il guerriero avanza verso di lui per finirlo, ma Andromeda gli si para davanti gridando " Fermati, fratello ! Ti prego, spiegami perché ti comporti così !". Phoenix accenna a sollevare il pugno per colpire, ma in quel momento Pegasus irrompe nell'edificio e gli urla di fermarsi. Phoenix osserva il ragazzo ed afferma "Bene, tu sei il cavaliere che rappresenta la Grande Fondazione, la tua morte sarà la più grande prova della mia superiorità !"

"Questo è tutto da dimostrare ! Sei venuto qui e ci hai attaccati per dimostrare la tua superiorità, non conosci gli ideali in nome dei quali i cavalieri devono combattere" urla il ragazzo preparandosi ad attaccare, ma in quel momento un pensiero lo attraversa "Sei migliore di lui ? Hai ucciso Dragone per dimostrare di essere il più forte, sei migliore di lui ? l'hai colpito a morte solo per vincere un incontro, sei migliore di lui ?, sei migliore di lui ? SEI MIGLIORE DI LUI ?" Queste parole colpiscono il cavaliere molto più dolorosamente di qualsiasi colpo segreto. Pegasus si stringe la testa con le mani e crolla in ginocchio, mentre Phoenix lo guarda e ridendo

afferma "Non vale neanche la pena di sprecare il mio tempo con dei dilettanti come voi !" Al suo comando, numerosi cavalieri neri, in tutto e per tutto identici a lui, compaiono nella sala, e nello stesso momento lo scrigno dell'armatura d'oro si solleva in aria, per poi ricadere al suolo… vuoto. Andromeda sostiene Cristal, che si è rialzato ma cammina barcollando e stringendosi lo stomaco con un braccio. Raggiunti i due, Pegasus esita per un attimo mentre nella sua mente ricompaiono le immagini di Sirio, sostenuto da Andromeda, e di Cristal che gli reggeva il pugno. Poi, ripresosi, il cavaliere li esorta all'inseguimento ed i tre si dirigono verso la direzione presa da Phoenix ed i suoi compagni fino a giungere nella zona del porto. Lì, i cavalieri sono attratti da un bagliore luminosissimo proveniente da un capannone e, entrati, vedono con orrore che Phoenix sta per indossare la sacra armatura. Pegasus corre allora verso di lui e lo colpisce con un calcio allo stomaco, facendo cadere i pezzi del prezioso corredo al suolo. Rialzatosi, Phoenix fa un cenno ai suoi uomini, che subito raccolgono i pezzi e corrono verso l'uscita. Pegasus tenta di fermarli, ma un attimo prima che il pugno raggiunga uno dei nemici, l'eroe lo rallenta notevolmente, dentro di se terrorizzato dall'idea di poter uccidere un innocente, ed il guerriero con una spallata lo sbatte contro le casse ammucchiate nel deposito. Ha miglior fortuna Cristal, che, seppur ancora dolorante, riesce ad indirizzare un debole colpo verso uno dei soldati neri, in modo da congelargli le gambe. Approfittando dell'occasione, Pegasus corre verso di lui e gli strappa dalle mani il pezzo che aveva con se, la cintura della sacra armatura. "Maledetto, me la pagherai !" urla Phoenix furioso, ma comunque conscio che, senza la sua armatura della fenice, rischierebbe la sconfitta contro tre cavalieri uniti. "Se volete gli altri otto pezzi, incontriamoci fra tre giorni alla Valle della Morte, nella zona rocciosa intorno a Nuova Luxor. Ci batteremo in un duello fra cavalieri, e, se vincerete, vi restituirò l'armatura, ma se sarete sconfitti, avrò sia la cintura che le vostre vite !" dichiara prima di allontanarsi, incurante delle suppliche del fratello, che lo prega di tornare indietro.

Più tardi, al palazzo di Lady Isabel, i cavalieri sono al cospetto della fanciulla.