Capitolo 6

La Mano del Grande Tempio

 

"Cosa sta succedendo?" Chiese Seiya a Ikki.

Non vi fu il tempo per rispondere, perché la terra si spaccò, inghiottendo, insieme ad Ikki sia la sacra armatura che il corpo di Ektar, prima che Black potesse prendere il calice.

Ikki sembrava rassegnato alla morte, ma Shun gli salvò la vita con la sue catena, mentre figure nere si impossessavano dei pezzi della sacra armatura, nonché del calice a forma di teschio.

Sulla cima della rupe sovrastante si stagliarono allora tre figure in armatura.

Uno era gigantesco, oltre due metri, con capelli scuri, pelle abbronzata e un armatura rossa;

Il secondo era una donna, o almeno, lo sembrava;

La sua armatura, violacea, evidenziava un seno e aveva capelli lunghi e neri, che spuntavano dall'elmo, completo di una maschera.

L'ultimo sembrava un maschio, capelli argentei, corti e proporzioni normali, un armatura color verde smeraldo e una benda metallica sull'occhio sinistro.

"Argante!" Disse Ikki estremamente preoccupato guardando il terzo cavaliere.

"Ikki! Hai recuperato l'Elmo d'Oro?" Chiese il cavaliere in verde, il cui tono non tradiva nessuna emozione.

"L'elmo d'Oro? Non so di cosa stai parlando!" Rispose Ikki con un sorriso di scherno.

"Insolente!" Scattò con violenza il gigante, ma Argante lo fermò con un cenno.

"Non abbiamo interferito nella tua vendetta personale, Ikki, e non mi interessa se vuoi portarla ancora a termine o meno!" Disse pacato Argante; "Ma senza l'Elmo la sacra armatura è incompleta!

Quindi ti ripeto: Dove è l'Elmo?" Concluse con fermezza.

Per tutta risposta Ikki si concentrò, facendo apparire l'elmo da dietro una roccia!

"Tieni, Seiya! Mettilo al sicuro!" Disse Ikki consegnando al Cavaliere di Pegasus l'elmo.

A tale vista Argante si rabbuiò, e disse semplicemente" Docrates!"

Il gigante sorrise crudelmente, e Ikki urlò "Attenzione! Docrates della Testa di Serpente ha una tecnica invincibile!"

"Non esistono tecniche invincibili!" Rispose Seiya scettico.

Il cosmo del gigante esplose; e sembrava persino più potente di quanto lo fosse quello di Ikki.

Docrates unì i pugni sopra la sua testa" Pugno di Eracle!" Il suo pugno generò una pressione tanto forte da creare un cratere nel suolo.

Mentre i cavalieri si ritiravano, Ikki decise di coprire loro la fuga a costo della sua stessa vita!

Con le ultime energie che gli rimanevano Ikki lanciò le "Ali della Fenice" causando una devastante frana, che travolse i tre cavalieri e i loro sgherri, nonché Ikki stesso, per il grande dolore di Shun.

"FRATELLOOO!" Fu il grido disperato che il cavaliere di Andromeda lanciò mentre veniva trascinato via da Asher e Seiya.

"Addio Shun! Grazie per avermi salvato!" Furono le ultime parole di Ikki prima di essere investito dalle pietre.

In un altro luogo, qualcuno che stava osservando, si accigliò e sussurrò "Non oggi!"

I Cavalieri fuggirono dalle Valli della Morte, e ritornarono alla Villa dei Thule a Nuova Luxor.

Dopo che i giovani si furono rimessi un po' in sesto si riunirono con Lady Isabel e il burbero Mylock per discutere della situazione.

"Ma come è possibile?" Sbraitava il maggiordomo, andando incessantemente su e giù per la stanza.

"Non solo non avete recuperato i pezzi mancanti, ma vi siete anche lasciati sottrarre quasi tutti gli altri!"

Seiya stava per ribattere, ma Isabel lo precedette. "Basta così Mylock! I ragazzi hanno fatto del loro meglio!"

"S-si , milady!" Rispose Mylock umilmente.

"Almeno abbiamo ancora l'elmo! Ora, se lo vogliono, devono venire loro da noi!" Seiya ragionò.

"Ma chi sono?" Chiese Crystal.

"Ikki ha detto qualcosa riguardo la Mano del Grande Tempio!" Asher rimarcò, mentre bevendo un bicchiere di acqua.

"Ne sai qualcosa Seiya?" Domandò, curioso, Sirio,

"Già, Seiya!" Intervenne Aspides; "Tu ti sei allenato là, no?"

"Erano solo voci, a proposito di una squadra operativa di cinque cavalieri, che svolge ogni genere di incarico ignobile; Nessuno sa con certezza chi siano o per chi lavorino, in realtà!" Seiya spiegò.

"Bé, erano solo in tre, oggi!" Fece notare Black.

"Il guercio, Argante sembrava il capo!" Aggiunse Ban.

"Forse mio fratello ne faceva parte! Sembravano conoscersi bene!" Notò Shun.

" Può essere!" Annuì Gerkie.

"Quel che è sicuro, è che ci verranno a cercare!" Disse Asher con tono preoccupato.

"E allora li aspetteremo!" Lady Isabel affermò, con pacata sicurezza.

Intanto, dopo essere riemersi dalle macerie Argante e i suoi due luogotenenti erano tornati al loro quartier generale per discutere sul da farsi.

"Ci ha traditi!" Sbottò Docrates, frantumando un tavolo con un pugno.

"Questo è evidente!" Rispose Argante sorseggiando placidamente una tazza di tè, poi aggiunse "ma perdere la testa non risolverà il problema!"

"E allora come pensi di farlo?" Chiese una voce femminile, appartenente al secondo luogotenente di

Argante

"Mia cara Morgana, è chiaro che adesso i nostri avversari sono in vantaggio! Si aspettano un nostro attacco, e sanno che vogliamo l'elmo! Ci attenderanno al varco!" Argante parlava con assoluto distacco e totale lucidità, quasi stesse esaminando dei dati in un problema matematico.

"E quindi?" Chiese Morgana un po' infastidita dalla supponenza di Argante.

"E quindi" riprese l'altro, "basterà non esserci a quel varco!"

Mentre Argante spiegava il suo piano, a Villa Thule i Cavalieri stavano approntando le proprie difese.

"Cinque di noi devono essere sempre a guardia dell'Elmo," disse Black ai compagni, "mentre gli altri controllano i quattro lati della villa!"

Durante la sera i cinque cavalieri che erano a guardia dell'Elmo, Shun, Seiya, Asher, Aspides e Ban

si stavano concedendo qualche ora di sonno con l'eccezione di Shun, che era ben sveglio, le sue catene disposte a cerchio nella stanza, pronte a segnalare ogni attacco.

Il suo pensiero non riusciva a staccarsi dagli ultimi eventi, mentre calde lacrime gli rigavano il volto.

Il volto di Ikki sembrava rasserenato mentre il cavaliere veniva travolto dalla frana.

"Fratello! Dovunque tu sia spero tu sia in pace, con i nostri genitori!" Pregò in un mormorio il giovane cavaliere.

All’improvviso si udirono violente esplosioni, dai due angoli opposti della villa!

Le catene iniziarono ad agitarsi percependo cosmi ostili.

Shun svegliò i compagni che si prepararono alla battaglia.

Ad ovest e ad est un piccolo esercito di cavalieri in armatura nera con ornamenti simili a scaglie e ali di dragone sugli elmi avevano circondato Gerkie e Crystal preparandosi ad attaccare all’unisono.

La loro forza individuale non era grande cosa, ma sembravano estremamente coordinati fra loro.

Sarebbe dovuto essere una passeggiata per i due cavalieri, ma invece gli strani cavalieri neri diedero

loro un gran filo da torcere costringendo Sirio e Black ad intervenire.

Gli avversari sembravano ignorare il dolore, ed ognuno di essi sembrava agire in perfetta sincronia con gli altri.

Uno dopo l'altro si scagliavano sui quattro eroi, mettendo a segno un gran numero di calci e pugni.

I Cavalieri si difendevano con valore, e sotto i loro colpi cadevano gli avversari, ma il loro numero era molto elevato.

Per ogni avversario che veniva sepolto dalla roccia, sbranato o congelato un altro prendeva il suo posto.

Alla fine, quasi allo stremo delle forze i cavalieri riuscirono a sconfiggere anche l'ultimo dei nemici.

Ma ecco, si udì una violenta esplosione, ed un grido di donna.

Nella camera centrale Asher udì quel grido" Lady Isabel!" Esclamò il giovane, balzando in piedi.

Nonostante le proteste degli altri il cavaliere dell'Unicorno lasciò il suo posto di guardia, dirigendosi di corsa verso le stanze di milady, nell'ala ovest della villa.

Arrivò appena in tempo per vedere la parete sfondata, con Mylock svenuto nel mezzo della camera, travolto dai vetri rotti.

La sagoma di lady Isabel era in gran parte coperta da un'enorme mano rivestita da una corazza rossa, che la trascinò fuori dalla stanza.

Accecato dalla preoccupazione, Asher caricò il nemico a testa bassa venendo travolto da un poderoso manrovescio che lo mandò dritto dritto ad abbattere un albero ad una decina di metri di distanza.

Seiya, che aveva seguito l'amico arrivò qualche istante dopo; Il gigantesco Docrates lo stava guardando con odio, mentre teneva la povera Isabel sotto il suo braccio. La giovane donna aveva perduto i sensi.

"Lasciala andare brutto vigliacco!" Urlò Seiya bruciando il proprio Cosmo.

"Frena gli ardori, eroe, o la tua bella qui farà una brutta fine!" Disse con un ghigno Docrates, mettendo la mano sul delicato collo di Isabel!

"Se vuoi rivederla sana e salva, aspettate istruzioni! Se qualcuno prova a seguirci le spezzo il

collo!" Ciò detto balzò via, e sparì mentre il tonfo dei suoi salti si affievoliva in lontananza.

Seiya per un attimo pensò di inseguirlo, ma Asher lo bloccò "Non puoi mettere a rischio la vita di Milady!"

Seiya scagliò un pugno ad una parete, tanto era in preda alla frustrazione, dopodiché annuì.

I cavalieri si riunirono per discutere il da farsi;

"Ci hanno battuti!" Ammise amaramente Black.

"Ce l'hanno fatta sotto il naso! Maledizione!" Ban imprecò e mandò in frantumi un bicchiere da cui stava bevendo.

"Hai ragione, ma perdendo la calma non riusciremo a risolvere nulla!" Rispose Crystal.

"Non possiamo far altro che aspettare!" Concluse Sirio. Tutti gli altri annuirono.

Non dovettero attendere molto, perché presto una freccia frantumò il vetro andandosi a conficcare nel bel mezzo della stanza.

Attorno alla freccia erano legati un messaggio ed una ciocca di capelli biondi, della stessa sfumatura di quelli di Isabel

"Se volte rivedere la ragazza viva e vegeta recatevi insieme, alla mezzanotte di stanotte, presso la Villa dello Sparviero, con l'Elmo d'Oro!"

La villa dello Sparviero era una villa abbandonata da decenni, che sorgeva su una collina a nord di Nuova Luxor.

I Cavalieri inizialmente progettarono un attacco a sorpresa, ma Asher rifiutò di seguire qualsiasi piano che potesse mettere in pericolo Lady Isabel.

Allora cambiarono strategia;

Black ottenne da Mylock, appena ripresosi, una mappa dettagliata della vecchia villa, così come risultava dagli archivi municipali.

La villa aveva quattro piani, vaste cantine ed un ampio, per quanto trascurato, parco, intorno.

Prendeva il suo nome dalla grande statua di un rapace appollaiata sul tetto.

Ogni piano era accessibile grazie a due rampe di scale interne e una rampa esterna che collegava i terrazzi.

Ogni cavaliere prese con se una copia della piantina, dopodiché i giovani si diressero presso la vecchia villa per l'ora stabilita.

Furono accolti da un grosso manipolo di scagnozzi, che anche stavolta diede loro filo da torcere.

Alla fine però i nove cavalieri si dimostrarono superiori, e i nemici furono sgominati.

Sirio, asciugandosi il sudore dalla fronte disse "Stavolta ne sono certo, i nostri avversari non erano soli!"

"Cosa vuoi dire?" Chiese Aspides incuriosito.

"Ho sentito un Cosmo potente sovrapporsi al loro, durante la battaglia! Proveniva dalla villa!"

"Quindi uno di loro li stava aiutando?" Chiese Shun stupito.

"Esattamente!" Annuì Sirio.

Asher rifletté per un momento, poi ripensò al suo vecchio maestro, in una delle rare conversazioni serie avute con costui intorno al fuoco, in una notte del deserto Algerino.

"Si chiama Meditazione da Guerra!" Spiegò L'Unicorno, mentre si dirigevano verso la villa in rovina. " Il mio maestro mi disse che alcuni cavalieri riescono ad usare il proprio cosmo per coordinare e potenziare altri combattenti; Si tratta di una capacità molto rara!"

"State in guardia!" Concluse, "Chissà di cos'altro sono capaci!"

I cavalieri annuirono, e, giudicando inopportuno dividersi si diressero tutti verso la porta principale.

Il massiccio portone si apri da solo, scricchiolando con aria sinistra.

In una stanza sobriamente arredata Argante sorrise in maniera inquietante dicendo:

"Sono arrivati!"