Capitolo 10
La Villa dello Sparviero
(Parte Quarta)
Il moncone superiore della spada di Argante cadde al suolo, mentre quello inferiore, ancora nelle mani del cavaliere del Dorado restava, come il suo padrone, immobile al suolo.
Asher respirava affannosamente, provato dallo sforzo, ma, nondimeno, accorse al capezzale degli amici, che gli avevano fatto guadagnare il tempo necessario al lancio della sua tecnica.
Ma la soddisfazione per la vittoria ebbe breve durata, il Cosmo di Argante si riaccese all'improvviso, ed egli si rialzò.
"I miei complimenti Cavaliere dell'Unicorno! Spezzare la mia lama, non era impresa facile!"
Asher lo guardò torvo, i muscoli tesi e pronti a scattare, mentre i suoi compagni riuscivano a rialzarsi.
"La battaglia è finita, Cavaliere! Senza la tua spada non hai né attacchi né difese, sei sconfitto!"
In quel momento, quasi a confermare le parole di Asher, da porte diverse, gli altri due gruppi fecero il loro ingresso nella sala.
"Nove contro uno, Argante , non hai speranza di vittoria!" Asher dichiarò, rinfrancato dalla presenza dei compagni, per i quali era in ansia.
"Speranze, speranze, ameni inganni!" Dichiarò il Cavaliere del Dorado "Pensate davvero che tutta la mia potenza si esaurisca in una tecnica di scherma? Temo di dovervi deludere.. per l'ultima volta!"
Con queste parole, Argante porto la mano alla benda metallica, che gli tappava l'occhio. Un gesto secco, e la benda fu rimossa, rivelando...
Un universo pulsante, screziato di rosso e di nero.
"Ora, cavalieri, conoscerete la vera potenza di Argante del Dorado! CICLONE AUSTRALE!"
Le energie conservate nell'occhio di Argante si scatenarono, formando un vortice di rabbiosa energia, che travolse i cavalieri sbattendoli contro le pareti.
Sirio, Gerkie, Ban, Aspides e Shun erano a terra immobili, mentre Seiya, Jack, Crystal e Asher riuscirono a rialzarsi, pur con immensa fatica.
Asher sentiva il dolore percorrere ogni fibra del suo corpo, il suo respiro era pesante, la vista era annebbiata, solo l'indomita forza di volontà lo spingeva ad andare avanti.
Seiya fu il primo a rifarsi sotto, facendo esplodere il suo cosmo, e tracciando nell'aria la costellazione del Pegaso; Poi si lanciò all'attacco "FULMINE DI PEGASUS!"
Argante evitò ogni singolo attacco, poi rispose "Lento e prevedibile! Ma io non lo sono, CICLONE AUSTRALE!"
Pegasus fu sollevato da terra come una bambola di carta, e scaraventato con violenza contro una parete.
Sembrava impossibile che l'edificio intero non fosse ancora crollato, con tutta la violenza sprigionata quella notte.
"Non avete scampo alcuno!" Dichiarò Argante, e per la prima volta la sua voce perse il tono pacato, venandosi di una sfumatura di emozione.
Ebbro del potere che stava scatenando, il comandante della Mano del Grande Tempio sembrava aver dimenticato il suo pragmatismo, abbandonandosi a discorsi oziosi.
"La verità, cavalieri, è che io, come tutti i membri della Mano, traggo i miei poteri dal sacro Calice di Ares!" Rivelò, infine.
"I-l ca-calice di A-a-res?" Ripeté Asher, e le parole gli uscirono dalle labbra con immensa fatica.
"Hu-hu-hu, si Cavaliere, il Calice di Ares! In questo Calice fu raccolto il sangue del Dio della Guerra dopo che Atena e Diomede lo ebbero ferito, durante la battaglia per Troia!" Spiegò Argante, la voce venata dalla follia. "Il Calice può replicare, in parte, il divino Ichor! Chiunque se ne bagni guarisce il corpo e lo rinforza, e chiunque ne beva scatena un inimmaginabile potenza!"
"A prezzo della propria mente però!" Black affermò, ricordando il comportamento di Lupo Nero.
"Si," ammise Argante "quello è il prezzo. Ma ci sono delle alternative!" Esplose un pugno al volto di Sirio, che si stava avvicinando.
"Un'alternativa è abituarsi pian piano al Sangue di Ares, bevendone poche gocce alla volta; Con il passare del tempo, il potere viene interiorizzato, e la follia posta sotto controllo! Morgana faceva questo!"
Fece una pausa, giusto in tempo per evitare le fauci del Lupo della Luna, e scaraventarlo contro il soffitto con un calcio.
Poi riprese "un'altra possibilità è immergersi per tempi prolungati nel Sangue! Si ottiene un corpo gigantesco, e una notevole potenza cosmica! Questa era la strada percorsa de Docrates!"
"Questo spiega come faceva ad essere alto oltre cinque metri!" Esclamò Seiya, memore dello scontro con il titanico Cavaliere.
"Esatto!" Confermò Argante "Infine, c'é la mia alternativa!" Disse colpendo Seiya alllo stomaco con un calcio, e facendolo piegare in due.
"La trasfusione! Mi sono iniettato quantità via via crescenti del Sangue di Ares, usando la Meditazione da Guerra per concentrare la potenza nel mio occhio. La benda che lo ricopriva fu creata millenni orsono dagli Alchimisti Lemuriani, i fedeli di Atena che forgiarono le sacre armature. Era un sigillo che mi permetteva di controllare e accumulare il cosmo alimentato dal Sangue di Ares! Ora che l'ho rimosso, vi distrggerò tutti!"
Concluso il discorso, Argante lanciò di nuovo il suo attacco "CICLONE AUSTRALE!"
Ancora una volta i Cavalieri furono travolti, deboli come erano.
Tuttavia, visto che era ormai la terza volta che vedeva il colpo, Asher aveva iniziato a capirne i trucchi; Inoltre ripensava alle parole del suo Maestro. "Quando tutto sembrerà perduto, colpite l'occhio del ciclone!"
"L'occhio del ciclone!" Pensò Asher, richiamando a se le ultime energie, "ma certo!"
"SEIYA!" Chiamò allora il Cavaliere dell'Unicorno "Dobbiamo colpirlo nell'occhio!"
Argante si incupì "hai buono spirito d'osservazione, ragazzo!" Disse poi.
"Ma cosa ti fa pensare che ve ne darò il modo?" Aggiunse, avventandosi su Seiya con efferata ferocia.
Il Cavaliere di Pegasus non riuscì nemmeno a ad accennare una reazione, fu violentemente tempestato di pugni e quindi mandato al tappeto.
"Ed, ora, Cavaliere dell'Unicorno, è tempo di concludere questa battaglia! CICLONE...."
"COLPO SEGRETO DEL DRAGO NASCENTE!"
Sirio s'era rialzato, ed aveva scagliato il suo colpo più potente contro Argante, colpendolo in pieno, e frantimandogli il pettorale.
Sangue grondava dalle sue ferite, ma Argante non sembrò curarsene; Invece rivolse sul cavaliere del Dragone la sua furia vendicatrice.
Il Ciclone Australe travolse il cavaliere del Dragone con inaudita violenza, e solo la straordinaria resistenza della sua armatura poté permettergli di sopravvivere.
Crepitante di furibonda energia Argante si preparò, nuovamente, al colpo decisivo, ma questa volta trovò un muro di vento gelido ad opporgli fiera resistenza.
Crystal era in piedi, e aveva convogliato le energie fredde della Polvere di Diamanti per contrastare il Ciclone Australe.
Lo scontro era impari, e presto Argante ebbe la meglio, ma Asher, nel frattempo, si rialzò.
Allora, Asher concentrò l'energia elettrica del suo cosmo nella punta del corno della sua armatura, e, quando Argante ebbe atterrato il Cavaliere del Cigno, si erse fiero di fronte a lui.
"Unicorno, la tua testardaggine sta diventando seccante!" Argante disse spazientito.
"Non sperare di cogliermi ancora di sorpresa con quel trucco del Soffio; Una tecnica funziona solo una volta contro un Cavaliere!"
"Di questo dovresti preoccuparti tu, Argante!" Rispose beffardo Asher
"Quante volte hai già usato il tuo Ciclone?" Chiese poi l'Unicorno al suo avversario.
"Una tecnica che non riesci a capire rimane un mistero anche se ti viene mostrata mille volte! Ma tu stai per vederla per l'ultima volta! CICLONE AUSTRALE!!!"
Il turbine di spaventosa potenza avvolse Asher, il quale però, invece di cercare di resistergli assecondò la forza distruttiva del colpo, saltando e facendosi sollevare in aria. "SOFFIO DELL'UNICORNO!!!"
La raffica di vento, crepitante d'elettricità attaraversò l'imbuto formato dal colpo di Argante, e colpì con precisione e potenza il cavaliere del Dorado, spaccandogli l'elmo e facendolo volare al suolo.
Asher comunque, fu a sua volta schiantato al suolo, seppur con minore violenza.
La sensazione di aver vinto durò molto poco.
Argante si rialzò, il suo cosmo per nulla affievolito, l'occhio ancora intattto, crepitante di potere.
"Ci sei andato vicino, Unicorno! Ma non è abbastanza!"
Ma prima che potesse attaccare dovette evitare tre artigli affilati, crepitanti cosmo.
"Siete insistenti come zanzare! Quante volte debbo schiacciarvi, prima che moriate?" Disse Argante, la voce carica di frustrazione.
"Rassegnati, occhi belli!" lo schernì Aspides con fare sornione, "siamo troppi per te!"
Dopodiche si mosse con fare sinuoso, e scaglio il suo attacco mentale "SPIRE DI TERRORE!"
Per un attimo, Argante si fermo, poi sorrise beffardo "Tutto qui? La mia mente, allenata da anni di pratica della meditazione da guerra, non cede così facilmente! CICLONE AUSTRALE"
Solo una sfera di energia sonica, preceduta dal grido "RUGGITO DEL LEONE!" Riusci a rallentare l'attacco di Asher.
Intanto, sul tetto della villa, un elicottero stava aspettando; a bordo, oltre il pilota, vi erano Phestos, il Cavaliere della Fiamma, e Lady Isabel, svenuta.
"Scalda i motori!" Disse il cavaliere dall'armatura rossa e dorata.
Il pilota obbedì. Phestos era meditabondo, quando avvertì nella sua testa la voce del suo padrone.
"Ministro Gigas, cosa posso fare per voi?" chiese chiudendo gli occhi.
"Argante ha recuperato l'Elmo della sacra armatura?" Chiese la voce.
"Non ancora, maestro!" Rispose Phestos. Il cavaliere della Fornace percepì il disappunto del Ministro.
"Sai cosa devi fare!" Disse la voce, che poi svanì dalla mente del Cavaliere.
"Si maestro!" disse lui, a voce alta, poi scese dall'elicottero, raggiunse il bordo del balcone e con abilità e agilità scese fino a terra, prprio davanti al portoner della villa.
Il Cosmo del Cavaliere della Fornace esplose trasformandosi letteralmente in un fiume di fiamme ardenti che penetrarono nella villa.
Phestos raggiunsel'elicottero, dove, però, trovò il pilota stordito e Lady Isabel sparita.
Molti piani più sopra, Aragante percepì quello che stava succedendo.
"Phestos, maledetto pazzo!" Gridò Argante, di fronte ai Cavalieri che non capivano a chi si stesse riferendo.
"Sembra che dovrò accelerare le operazioni!" Argante disse poi, espandendo il proprio cosmo con violenza.
La villa inizio a tremare, e a dare sgni di cedimento.
Tutto ad un tratto, sembrò che la vecchia Villa dello Sparviero finalmente si ricordasse di tutti i colpi e i danni che aveva subito quella notte.
"Allora avevo ragione!" Disse Sirio, rialzandosi. "Eri tu a tenere la villa integra!"
"Si, e non certo per amore dell'architettura!" Dichiarò Argante, ora più ebbro di potere che mai.
"Dovevo dividere il potere del mio cosmo con qualcosa, per impedirgli di consumarmi; Comunque adesso distruggerò voi e questa dannata villa!" Con queste parole, Argante accumulò tutte le sue energie per l'ultimo attacco.
"Amici, insieme!" Disse Shun, circondando i compagni con le sue catene.
Asher caricò il colpo, mentre Sirio e Seiya si prepararono ad affiancarlo.
Gerkie afferrò l' Unicorno per le gambe, ancorandosi poi al suolo incanalando il potere delle Ossa della Terra, mentre Aspides infondeva sicurezza alla sua mente, con le Spire di Saggezza.
Il Lupo della Luna cercò di attaccare direttamente Argante, distraendolo.
Infine Ban e Crystal usarono le loro tecniche per ostascolare l'assalto finale di Argante.
"POLVERE DI DIAMANTI!!!"
"RUGGITO DEL LEONE!!"
"CICLONE AUSTRALEEEEE!"
Prima che l'assalto di Argante travolgesse tutte le loro difese, Asher, Seiya e Sirio riuscirono ad aptiri un varco nell''Occhio del Ciclone.
"FULMINE DI PEGASUS!!!"
"COLPO SEGRETO DEL DRAGO NASCENTE!"
Distratto dagli attacchi del Dragone e di Pegasus, Argante non poté evitare l'assalto dell'Unicorno.
Asher lo trafisse in pieno nell'occhio con la forza del suo attacco "SOFFIO DELL'UNICORNO!!"
Una colonna di energia rossa proruppe dal corpo senza vita di Argante, e si stagliò in cielo, sfondando il soffitto della villa, l'attico soprastante, e il tetto.
Dopodiché la villa iniziò a crollare, mentre i piasni inferiori erano gia avvolti dalle fiamme.
I Cavalieri constatarono con sgomento che nell'attico non c'era nessuno, e corsero fuori.
Asher gridò "LADY ISABEEEEEL!"
Videro, in lontananza, l'elicottero, ormai irraggiungibile, ma non vi badarono più, quando il Lupo della Luna avvertì Black di percepire un odore.
Seguendo il Lupo, i Cavalieri trovarono un'attonita ma illesa lady Isabel, seduta su di un prato, poco distante.
Milady guardò i cavalieri con gratitudine, dopodiché disse a Shun due parole che riempirono di lacrime di gioia il volto del ragazzo "è vivo!"