8° Puntata – La pace dei sensi.
-LE TENEBRE LAMBISCONO ORMAI, CON LUGUBRE MANTO, L'ISOLA DI DELO.-
Rigel: Ormai è buio, le prove proseguiranno domani. Nobili gol saint, per questa notte alloggerete nelle stanze del tempio del sole.
Death Mask: Il tempio del sole? E se torna il padrone di casa?
Aiolia: Il tuo umorismo peggiora di giorno in giorno, Death Mask. E poi Febo ha abbandonato da tempo questi luoghi.
Rigel: Il nobile Aiolia dimostra di conoscere molto bene il mito. Fu infatti tra queste mura che Eos , la dolce figlia di Iperione, dea dell'aurora, concesse il suo amore ad Orione, abbandonandosi con lui alla passione.
Aiolia: Già, e ciò scatenò la gelosia di Artemide, signora della luna, che, accecata dall'odio per il cacciatore che le aveva preferito l'aurora, gli scatenò contro un gigantesco scorpione, il quale si generò dalla terra quando la dea addolorata, vi versò sopra le sue lacrime piene di rancore...
Milo:... E per salvarlo dallo scorpione che non gli dava tregua, l'aurora tramutò l'amato in costellazione. Ma Artemide pose lo scorpione a est della volta celeste, cosicché Orione non potesse più raggiungere Eos, quando al mattino anticipa il carro del sole nascente...
Aphrodite:... Tuttavia ciò non impedisce i due amanti di godere ancora l'uno della vista dell'altra. Ancor oggi arrossisce la divina è Eos, dalle dita di rosa, nel rimirar, al mattino, l'ultime stelle che tardano a sparir, per bearsi della sua bellezza; le stelle dell'amato Orione!
-MILO CHE AVEVA PRONUNCIATO LE SUE PAROLE CON TONO DI SCHERNO, FU ZITTITO DALLA DOLCE FRASE DI APHRODITE. TRATTENNE INFATTI UNA SMORFIA DI SDEGNO. IL GIOVANE GLAUCO AVREBBE PAGATO ANCHE QUESTA PENSÒ, VOLTANDO LE SPALLE AGLI ALTRI GOLD SAINT E RITIRANDOSI NELLE SUE STANZE. MA PRIMA DI SPARIRE NELL'OSCURITÀ DEL CORRIDOIO APOSTROFÒ IL SAINT DEI PESCI.-
Milo: Se domani non lo finirai tu, lo farò io!
-APHRODITE ACCENNÒ UN SORRISO, POI RISPOSE.-
Aphrodite: Ha già resistito a sette di noi, cosa ti fa pensare che tu o io abbiamo qualche possibilità in più?
-MILO SERRÒ LA MASCELLA PER LA RABBIA, POI, BORBOTTANDO QUALCOSA CHE CERTAMENTE NON LE ERA UN AUGURIO, PROSEGUÌ VERSO LA SUA STANZA. KYRA ERA VISIBILMENTE PREOCCUPATA, MA ALDEBARAN LA RASSICURÒ.-
Aldebaran: Non temere giovane sacerdotessa, Glauco se la caverà... ma, dov' è? Ora che ci penso non lo vedo da quando siamo arrivati.
Kyra: Deve essere andato alla scogliera, quando eravamo bambini stava ore seduto guardare il mare. Diceva che un giorno il suo cosmo avrebbe eguagliato la furia degli oceani.
-SHAKA, CHE AVEVA UDITO PER CASO QUELLE PAROLE, EBBE COME UN SUSSULTO. AIOLIA SE NE ACCORSE.-
Aiolia: Shaka che succede?
Shaka: Non so, una strana sensazione, come un ricordo che ho rimosso e ora torna a tormentarmi. ( I tasselli del mosaico stanno per mettersi in ordine...)
-I PENSIERI DI SHAKA FURONO INTERROTTI DAL CIGOLIO DELLA PORTA, GLAUCO ERA TORNATO. FRADICIO DI PIOGGIA , STAVA RITTO SULLA SOGLIA CON LO SGUARDO FISSO SUL BRACIERE CHE ARDEVA AL CENTRO DEL SALONE. I MUSCOLI ERANO TESI, LA MENTE CONCENTRATA SULLO SCONTRO CHE AVREBBE SOSTENUTO ALL'ALBA. SENZA DIRE NIENTE SI RITIRÒ PER LA NOTTE. MA MENTRE CON INCEDERE FIERO, PROCEDEVA VERSO IL CORRIDOIO, GLI SI PARÒ INNANZI APHRODITE A SBARRARGLI LA STRADA.-
Aphrodite: Riposa, ne avrai bis...
-LO SPETTACOLO AVEVA DELL'INCREDIBILE, ERA BASTATO CHE GLAUCO INCROCIASSE LO SGUARDO COL DODICESIMO GOLD SAINT, E QUESTI SI ERA COME INCANTATO. POI IL GIOVANE ABBASSÒ GLI OCCHI E PASSÒ OLTRE.-
Aphrodite: I suoi occhi... quegli occhi...
-SHURA SI PRECIPITÒ DAL COMPAGNO.-
Shura: Aphrodite che di succede?
-COME RISVEGLIATO UN SOGNO, IL SAINT DEI PESCI SI SCROLLÒ DI DOSSO QUEL OPPRIMENTE SENSAZIONE CHE LO AVEVA ATTANAGLIATO.-
Aphrodite: ( Mio dio, quegli occhi, non li dimenticherò mai.) Grazie Shura, devo solo essere molto stanco, andrò anch'io a dormire.
Shaka: ( Aphrodite... cosa mai avrai scorto negli occhi di quel ragazzo?) Si
-MOLTI INTERROGATIVI AFFOLLAVANO LA MENTE DI SHAKA, MA SI ERA ORMAI FATTO TARDI E COME TUTTI ANDÒ A DORMIRE. IL GIORNO DOPO, ALLE PRIME LUCI DELL'ALBA, SOTTO L'OCCHIO VIGILE DEL VECCHIO RIGEL, GLAUCO E APHRODITE SI FRONTEGGIAVANO ANCORA SULLA SABBIA DELL'ARENA.-
Rigel: Glauco, le regole le conosci, non dovrai...
Glauco: Non c'è bisogno che me lo ricordi, non lo attaccherò. (Non ne avrò bisogno...)
Shaka: ( Il suo cosmo...)
Camus: ( È diverso...)
Aldebaran: (Un cosmo potente come la furia degli oceani...)
Aphrodite: ( Ancora quella sensazione... no, basta devo reagire!) La rosa di fatale bellezza ti condurrà tra le ombre, per te è la fine... prendi,ROYAL DAEMON ROSE....
-UNA DANZA DI PETALI SCARLATTI AVVOLSE IL CORPO DI GLAUCO, IL LORO PROFUMO ERA COSÌ OPPRIMENTE DA PROCURARGLI DELLE ALLUCINAZIONI.-
Glauco: Maestro... fratello...PAADREEEE...
-LA TERRA INIZIÒ A TREMARE, IL COSMO DI GLAUCO ERA COME UN MARE IN BURRASCA. L'IMMANE ONDA D'URTO SCATENATA DALLA SUA ESPLOSIONE DISPERSE DI PETALI DI APHRODITE.-
Glauco: Pensavi davvero che qualche stupido fiore mi avrebbe fermato?
-GLAUCO ERA COME IN TRANCE, LE VISIONI PROVOCATEGLI DALLE ROSE DI APHRODITE LO AVEVANO SCONVOLTO. IL SUO COSMO ERA SEMPRE PIÙ VASTO, NONOSTANTE EGLI SEMBRASSE COME MORTO.-
Aphrodite: ( Io ho provocato questo, e io lo fermerò. La rosa bianca centrerà il suo cuore!) BLOODY ROSEEE!
-LA ROSA BIANCA, DEL DODICESIMO GOLD SAINT SAETTÒ NELL'ARIA COME INESORABILE MESSAGGERA DI MORTE, MA A QUALCHE CENTIMETRO DAL CUORE DEL RAGAZZO, SI FERMÒ, E RUOTANDO VORTICOSAMENTE SU SE STESSA, INIZIÒ SFIORIRE. APRODITE ERA ALLIBITO.-
Aldebaran: Che prodigio è mai questo?
Shaka: Non è un prodigio, è la pace dei sensi.
Aldebaran: La pace dei sensi?
Shaka: Proprio così! Uno stato di concentrazione talmente profondo da trasformare il cosmo in uno scudo impenetrabile. Grazie a questo stato, Mu da luogo al Crystal Wall ed io al Kahn. Ma in lui è diverso... il cosmo vortica attorno al suo corpo come un gigantesco tornado, e nonostante abbia palesemente vinto non accenna a diminuirlo... ma perché?
Aiolia: Non vuole Aphrodite, sta aspettando Milo.
Rigel: Dichiaro l'incontro terminato, la prova di concentrazione conclusa.