EVIL SYRIA presenta

MASCHERA

E' giunto il tempo.

Il tempo di lasciare questa oscura valle gravida di lacrime e macchiata di sangue.

Rido.

Presto il mio sangue macchierà questo candido pavimento.

Una macchia scarlatta che si ampia sempre di più, quasi a divorare il candore accecante del marmo.

Ma non importa. E' un prezzo che sono disposto a pagare perchè questa situazione termini.

Che cosa è il sangue che scorre dal corpo rispetto a quello che sgorga da un'anima perennemente ferita dalla malevolenza e dall'ipocrisia di gente che dovrebbe essere custode di altissimi valori, tra cui il rispetto per gli altri, se non fanno niente di male?

E io ho non ce la faccio più.

Non voglio più sentire sangue scorrere dalla mia anima, lacerata, ferita, devastata da tanto, troppo tempo.

Basta.

Basta.

Non sopporto più i loro insulti a causa del mio aspetto così femminile e delicato.

Mi sono stancato di sentirmi osservato e deriso.

I loro commenti alle mie spalle mi feriscono come frecce avvelenate.

Perchè?

Perchè, malgrado il mio viso così femminile, io sono un uomo.

E soffro.

Soffro tantissimo.

Io non sono un uomo.

Non lo sono affatto.

Il mio animo non è quello di un essere umano di sesso maschile.

Sento di avere, anzi so di avere per determinate cose la sensibilità di una donna.

Guardo un gattino... E sento il mio cuore inondato da una commozione senza fine...

Un calore che inumidisce i miei occhi, di solito freddi...

Tengo tra le braccia un neonato... E non riesco a non riempirlo di baci lievi come petali e a colmarlo di coccole affettuose, che solo una madre potrebbe dare...

E per queste manifestazioni di sensibilità femminile vengo deriso, insultato, sbeffeggiato...

Continuo a ridere, malgrado dai miei occhi stillino lacrime amare.

Athena si è scelta dei cavalieri davvero degni delle sue schiere gloriose!

Esempi di limpida purezza e di onore immacolato e candido come neve, capaci solo di giudicare chi non rientra nei loro schemi.

Virile. Maschio. Forte. Coraggioso.

Perfino le donne sono costrette a rinnegare il dono prezioso della femminilità per diventare sacerdotesse guerriero.

Non ho mai sentito di simili casi tra le altre divinità...

Nettuno, Hades, Odino... Non ho mai sentito che abbiano scelto cavalieri con tali doni...

Oh, non parlo dell'onore e della purezza, qualità tanto preziose quanto rare.

Parlo della capacitò di giudicare un cavaliere quando vive la sua esistenza in quei pochi istanti di pace che gli sono concessi.

E nessuno di loro ha mai detto ad una donna di rinnegare la sua dolcezza, la sua tenerezza e il suo amore.

So che Nettuno aveva un cavaliere sirena al suo servizio molto carina e non le aveva imposto delle maschere.

Chiedevano decisione, coraggio in battaglia, forza, ma non al prezzo di sacrificare il loro essere donne.

Ma è inutile pensarci.

Tanto, fra poco la mia vita svanirò, come acqua tra le dita.

Prendo il coltello. Scintilla alla luce della luna che penetra dalla mia finestra, emanando sinistri barbagli d'acciaio.

Sorrido. Presto questa lama trancerà il filo di una vita che è solo una lenta marcia in un gelido tormento che non ha fine.

Con forza scavo un solco sul mio polso... Il sangue inizia a scorrere violentissimo, ma ancora non sento nulla...

Beh, sono un cavaliere d'oro, la mia resistenza è superiore a quella di un comune mortale.

Scavo ancora con violenza un altro solco sul polso sinistro. La scena si ripete.

Dopo un po' sento un forte giramento di testa e una grande debolezza.

E il crollo sul pavimento, in una pozza del mio stesso sangue.

Sorrido, anche se debolmente. Ce n'è voluto di tempo, ma lei è finalmente qui!

Vedo la morte che mi fissa pietosa, malgrado il suo gelido sguardo.

Proprio lei, temuta da tutti e mai nominata, ha avuto pietà di me, delle mie lacrime e del dolore che mi stava consumando.

La vedo nitidamente, malgrado la vista annebbiata, e sorrido.

Sono pronto.

Vieni da me, ti accoglierò con piacere amica mia.

Perdonami se non ti abbraccio, ma mi sento debolissimo...

Credo sia normale, ho perso talmente tanto sangue che credo di non averne più una goccia nelle vene...

Lei annuisce, comprensiva e si china su di me...

Chiudo gli occhi, aspettando che il tocco delle sue labbra rapisca la mia anime e sento la felicità bruciare la mia anima...

Finalmente il mio cuore non brucerà più per la sofferenza di essere chi sento di non essere...

Finalmente nessuno colpirà il mio cuore con le frecce avvelenate degli insulti...

Finalmente non piangerò più lacrime di sangue per i giudizi maligni di persone che si ritengono migliori di me solo perchè seguono un modello stabilito da altri...

Finalmente sarò libero...

Libero di essere quello che veramente sono...

Libero di essere felice e di essere vivo, pur morto...