Capitolo 5
Un atto ignobile
La notte era passata e una nuova alba stava sorgendo sul Grande Tempio, mentre i suoi abitanti cominciavano a svegliarsi per riprendere le loro mansioni: sia soldati semplici e Cavalieri sopravvissuti alla rivolta di Gemini e sia la gente comune che abitava all'interno del Santuario o nei villaggi limitrofi e che da secoli adorava la grandiosa Dea guerriera.
Per molti di loro quella era una giornata come un'altra ma per i pochissimi Cavalieri lì presenti era una giornata che prometteva solo sciagure. Questo perché Kanon, fratello gemello di Gemini non era stato ancora sconfitto definitivamente e cercava ancora di distruggere l'umanità intera e i Cavalieri che hanno ostacolato i suoi diabolici piani.
Infatti, alla tredicesima casa Pegasus e i suoi quattro amici stavano parlando proprio di Kanon e di come sia riuscito a ingannare tutti loro e l'Imperatore dei Mari Nettuno per tredici e lunghi anni in cui il fratello di Gemini ha potuto agire indisturbato per tutto questo tempo grazie alla sua intelligenza fuori dal comune.
Alla riunione erano presenti anche Mizar e Alcor, gli unici due guerrieri del Nord sopravvissuti alla battaglia dell'anello e anche loro preoccupati per la nuova e inquietante strategia di Kanon.
Fu in quel momento che fece la sua entrata Isabel di Thule, ossia la reincarnazione di Atena accompagnata dalla sua nuova amica Ilda di Polaris e celebrante di Odino. Al loro ingresso il chiacchere che c'era stato fino a quel momento s’interruppe di colpo, e tutti i Cavalieri s’inginocchiarono ai piedi delle rispettive sovrane. fu in quel momento che la duchessa di Thule cominciò a parlare. "Miei Cavalieri come vuoi tutti certamente saprete questa è una situazione che definire tragica è complimento. La nostra amata terra è ancora una volta in pericolo, Kanon dei Gemelli e fratello Gemello di Gemini ancora non pago delle sofferenze che ci ha fatto patire per le guerre contro Asgard e Nettuno scatenate solo per un proprio capriccio, sta ancora tentando di stendere il proprio dominio sull'intero globo e ancora una volta spetterà a noi intervenire e fermarlo per salvare l'umanità.
Ho passato l'intera nottata in bianco per trovare un modo che potesse far il nostro nemico, per evitarvi un'altra e inutile guerra che a niente porterà se non ad altre stragi. Sfortunatamente non sono riuscita a trovarlo, e ora l'unica cosa che ci rimane per fermarlo è la guerra.
Quindi prima di scendere di nuovo sul campo di battaglia vorrei raccomandavi di essere prudenti e di non agire impulsivamente, per non gettare via impunemente le vostre vite che per me sono molto care!"
" E questo vale anche per voi guerrieri del Nord, ho già visto cadere sei dei vostri coraggiosi e intrepidi compagni e non voglio vedere morire anche voi due!". Disse in quel momento Ilda, riferendosi agli unici due superstiti Cavalieri dell’Orsa Minore. Anche lei era molto preoccupata per la sorte dei suoi combattenti e se avesse potuto non li avrebbe mai fatti scendere in campo in questo nuovo conflitto, per paura che anche loro potessero morire come Orion e gli altri protettori di Asgard; ma purtroppo per lei, le cose non andarono come la regina delle fredde lande del Nord aveva sperato
"Mia regina la pregò di non preoccuparsi per la nostra sorte, le prometto che quando scenderemo in battaglia saremo molto prudenti. Non è vero fratello?" Intervenne Mizar, cercando di provare a calmare la loro regina giurando che non avrebbero commesso avventatezze sul campo di battaglia, e anche il Alcor annuì.
In quel momento prese la parola Pegasus, parlando a nome di tutti i Cavalieri lì presenti. "Milady, io so che lei vorrebbe impedirci di combattere ancora e che noi potessimo vivere come normali adolescenti: andare a scuola e fare i compiti come tutti i ragazzi normali; pero noi siamo i Cavalieri di Atena e il nostro compito è quello di difendere la nostra Dea e la terra intera, ed è per questo che non possiamo esimerci dal combattere anche se preferiremo una vita tranquilla e lontano dalla guerra e dalla violenza.
Perciò combatteremo anche se contro voglia, perché questo è il nostro dovere! Siete d'accordo, amici?" Tutti annuirono al sentire il discorso di Pegasus, questo perché sapevano che le parole del compagno d'armi erano vere.
E Isabel dovette constatare che era inutile continuare a insistere nel cercare di farli desistere dal combattere, sarebbe stato un inutile perdita di tempo e in quella situazione di crisi non se la sarebbero potuta permettere. Alla fine sospirò rassegnata e delusa dal suo tentativo di persuasivo, ma una dolca mano di donna accarezzo la sua, era quella di Ilda, che cercava di rincuorare l'amica.
Quel piccolo gesto servì a tranquillizzare un po’ Isabel, ma tutti sapevano che sarebbe servito a poco: l’unico modo per tranquillizzare completamente la loro Dea era di eliminare completamente la minaccia di Kanon, e loro c’è l’avrebbero messa tutta per sconfiggere il pericoloso e odioso nemico, che da tempo immemore li tormentava senza dargli respiro.
Nessuno di loro sapeva che mentre stavano parlare alla tredicesima casa, Kanon stava mettendo in atto la seconda parte del suo piano. Lui e la sua piccola armata, formata da pochissimi Cavalieri Neri che erano sopravvissuti alla distruzione dell’Isola della Regina Nera, si erano sistemati in un altura di montagna, a pochi chilometri dal centro abitato di Atene.
La gente che li abitava non sapeva nulla di Atena, dei suoi Cavalieri e le gesta da loro compiute e la loro vita passava normalmente, senza sapere che a pochi metri da loro si trovava la residenza della Dea della Giustizia e dei suoi guerrieri.
<<Quei sciocchi non sanno nulla dei Cavalieri di Atena e di me, e conquistare la citta sarà un gioco da ragazzi!>>, penso Kanon.
La conquista della città di Atena non era altro che un diversivo prima del suo vero e unico obiettivo: il Grande Tempio, l’unico posto del mondo che può vantare la nomina di posto più sicuro del pianeta in cui i più valenti combattenti del mondo si riunivano intorno alla loro dea per difendere sia lei che l’umanità.
"Mio signore, l’esercito è pronto stiamo solo aspettando un suo segno", lo interruppe in quel momento un Cavaliere nero che lo stesso Kanon aveva nominato luogotenente.
"Arrivo subito, tu intanto torna subito alla tua postazione e cerca di non disturbami più la prossima volta.", lo minaccio.
Il soldato non disse nulla e torno subito al suo posto per onde evitare che il suo capo lo potesse punire, infatti tutti i soldati che avevano preso parte al piano di Kanon non osavano disobbedire ai suoi ordini per evitare di essere puniti, o peggio essere condannati a morte.
Il Cavaliere oscuro passo in rassegna per l’ultima volta il suo esercito della cui sorte non gli interessava proprio nulla. L’unica cosa che gli importava davvero era la conquista del Grande Tempio dell’odiosa Dea che aveva vergognosamente ripudiato sia lui che il fratello, mentre quei uomini che avevano aderito al suo scopo per lui non erano altro che carne da cannone da eliminare non appena fosse riuscito a raggiungere il tanto sognato e agognato potere.
"Vedo che nessuno manca all’appello, molto bene cosi forse riusciremo a cercare di mettere in atto il nostro piano nel minor tempo possibile. Ora vi illustrerò il mio piano: ci divideremo in quattro gruppi da dieci guerrieri ciascuno e attaccheremo la città di Atena soggiogando tutti suoi abitanti, poi daremo un servizio stampa a tutti i paesi del mondo dove avviseremo che la stessa cosa che è successa alla Grecia succederà anche alle altre nazioni del globo, a meno che i loro capi di stato non ci pagassero cifre astronomiche per cercare di ottenere la liberta per le loro nazioni. A quel punto vedendo che la situazione è disperata tutte le più grandi nazioni del mondo chiederanno l’intervento dei Cavalieri di Atena che cercheranno di risolvere la situazione, e noi gli uccideremo tutti senza nessuna eccezione. Avete capito?", spiego Kanon ai suoi soldati.
Sissignore, pero vorrei farvi notare che tutto il vostro bel piano rischierebbe di saltare se per un malaugurato scherzo del destino i Cavalieri non dovessero non intervenire in aiuto dei civili, ed è questo il punto clou del nostro obbiettivo!"
"Prima di tutto non usare più quel tono quando ti rivolgi a me, secondo non preoccupati perché sono certo che i Cavalieri arriveranno presto per salvare tutti i civili di Atene. Loro lo fanno sempre quando si tratta di salvare degli sciocchi incapaci di difendersi da soli, e non si tireranno indietro proprio adesso! E la stessa cosa vale per tutti voi, capito!"
"Signor si, signore!", risposero tutti i soldati inginocchiati ai piedi di Cavaliere Oscuro.
<<Il mio piano sta andando come speravo, bene. Che tu sia maledetto cavaliere della Fenice, ma presto sia te che i tuoi compagni finirete diritti agli inferi che è la giusta punizione per aver ostacolato i miei piani di rivincita nei confronti di mio fratello Gemini. Ah, ah, ah!>>. Penso tra se e se Kanon che pregustava già la sua meritata vendetta, prima di dare ordine ai suoi soldati di marciare verso la capitale greca che sarebbe capitolata entro poche ore.
Intanto, ad Atene i cittadini della metropoli greca non sospettavano minimamente il grande pericolo che sarebbe caduto sulle loro teste da li a poche ore e quella per tutti loro era una normale giornata di routine, resa più difficile dalla continua pioggia battente che andava avanti da settimane ormai. Il traffico, che era pesante già di per se, con le piogge persistenti era aumentato ancora di più, molte strade erano inagibili già da mattina presto e neanche i vigili riuscirono a sgorgare le trafficatissime vie della capitale Greca.
Improvvisamente sul corso principale di Atene si intravide un enorme globo di luce che esplose immediatamente al contato con il suolo, scatenando immediatamente il panico tra i civili, che non capirono cosa stava succedendo. Finche nelle aere non si senti una voce che ordino a tutti loro di fermarsi e inginocchiarsi al suo cospetto.
"Cittadini di Atene, sono venuto a dirvi che le vostre inutili vite sono nel pugno di Cavaliere Oscuro. Tutte le vie della città sono bloccate dai miei uomini e se anche uno di voi cercherà di scappare loro non esiteranno un attimo ad uccidervi tutti, quindi farete meglio a rispettare i miei ordini. Da ora e in poi sarete miei schiavi, piegatevi a me e forse io sarò magnanimo da risparmiare le vostre vite. Mi sembra un compromesso abbastanza ragionevole, che ne dite?! Ah, ah, ah!", rise sguaiatamente Kanon.
In quel momento, un ragazzo di circa 15/16 anni che si trovava lì per fare delle compere cercò di scappare dalla blindatissima metropoli per portare il triste messaggio a chi di dovere. <<La situazione è gravissima, milady deve essere informata di quanto accaduto>>, penso, mentre correva verso il Grande Tempio sperando che i Cavalieri Neri non uccidessero tutti gli abitanti di Atene mentre lui cercava di mettere in guardi Atena sull’attentato terroristico di Kanon.
In quel momento, Lady Isabel e i suoi Cavalieri stavano ancora parlando di come trovare e sconfiggere Kanon, e fu in quel momento che una mano forte e decisa bussò sull’enorme e pesante portone che conduceva alle sale del Sacerdote.
Isabel diede il suo permesso a far entrare il soldato semplice e un suo accompagnatore, che in realtà era Shadir, uno dei tre Cavalieri d’Acciaio, tutto fradicio per colpa della tempesta che continuava a infuriare all’infuori della tredicesima casa. In fretta e furia il giovane racconto ad Atena, i Cavalieri e gli ospiti inattesi quello che era successo ad Atene.
"Io sono riuscito a scappare solo perché i nostri nuovi nemici hanno abbassato la guardia credendo che nessuno delle mille e mille persone che abitano la capitale greca possa possedere le capacità necessarie per fuggire alla stretta sorveglianza che sono riusciti a tirare su. "
"Quel maledetto di Kanon non soddisfatto delle vittime che ha mietuto scatenando i vari maremoti e inondazioni usando a suo uso e consumo i poteri di Nettuno, continua ancora a uccidere degli innocenti come se niente fosse". Sbotto in quel momento Pegasus, stufo di dover aspettare che fossero gli altri a fare la prima mossa.
"Cerca di stare calmo Pegasus, anche noi vorremo fermare Kanon, ma se facessimo come vorresti fare tu, rischieremo di mettere in pericolo migliaia di innocenti, e questo non sarebbe giusto", disse Andreomeda, cercando di calmare i bollenti spiriti dell’amico, e anche gli altri Cavalieri erano d’accordo con quanto detto dal discepolo di Albione.
"Questo è vero, pero non possiamo neanche stare qui ad aspettare che Kanon faccia il bello e il cattivo tempo con gli abitanti di Atene. Quello di tenere sotto rischio tutti gli abitanti di Atene, è un atto indegno di un Cavaliere di Atena" Controbatté Pegasus, desideroso di entrare in azione quanto prima. Nessuno rispose alle accorate e giuste accuse del compagno nei confronti del traditore, perché tutti erano consapevoli che quello che l’amico era giusto, quello di rapire migliaia di persone era un atto indegno anche per chi non era un Cavaliere della Speranza.
"Forse so io so come eludere la stretta sorveglianza dei nostri avversari. Ascoltatemi attentamente. Intervenne in quel momento Shadir, dando nuove speranze agli spaesati eroi, sperando di arrivare prima che i Cavalieri Neri fecero strage degli abitanti di Atene.