Capitolo 4

Alleanza

Dopo la sconvolgente quanto dura e innaspettata battaglia alla quinta casa, i Cavalieri sull'uscio del tempio del Leone videro Ilda di Polaris celebrante di Odino e Julian Kedives, reincaranzione del Dio dei Mari Nettuno.

Subito i Cavalieri alzarono le difese, ma Ilda li tranquillizò dicendo che dopo che lo spirito di Nettuno aveva abbandonato il suo corpo ora Julian era tornato a essere un normale essere umano come lo era prima della battaglia nel regno sottomarino.

Pegasus però non era molto convinto di ciò e attaccò i due, ma il colpo fu fermato dallo scettro di Atena, che intimò di non attaccare più i due nuovi venuti che erano ospiti di Lady Isabel.

In meno di un'ora, alle stanze del Sacerdote fu preparato un banchetto per gli ospiti, a cui erano presenti anche Pegasus insieme ai suoi amici, a parte Phoenix, assente come sempre. Tutti sapevano, pero, che se la situazione si fosse fatta pesante il ragazzo sarebbe tornato ad aiutare i compagni nella lotta.

Quella sera, l'unica discussione fu il ritorno di Kanon, fratello gemello di Gemini della terza casa, nei panni di Cavaliere Oscuro, insieme a un piccolo gruppo di Cavalieri Neri sopravissuti all'inabissamento dell'Isola della Regina Nera, che quel giorno avevano attaccato il Grande Tempio. Dopo il crollo del Regno Sottomarino Phoenix aveva raccontato del suo scontro contro Kanon, rivelando così che la causa della malvagità di Gemini era lui, che aveva risvegliato nel fratello il lato oscuro, cercando di convincere il fratello a uccidere il Grande Sacerdote e Atena e regnare insieme sul Grande Tempio e il mondo intero.

Le cose, però non erano andate come Kanon sperava, Gemini in un impeto di rabbia dopo l'ennesima provocazione del fratello lo aveva rinchiuso in una prigione di roccia a livello del mare, chiamata Capo Sounion, sulla cui cima si trovavano le rovine di un tempio dedicato a Nettuno, e li restò finche riuscì a trovare il tridente del Dio che lo portò in fondo al Mare, dove si trovava il suo Tempio, a cui interno erano custodite le armature della divinità e dei suoi guerrieri più forti, i Generali degli Abissi, chiamate Armature di Scaglie d'Oro. Oltre alle armature di Scaglie d'Oro in quella sala si trovava anche un'anfora con un sigillo di Atena, dove riposava lo spirito di Nettuno tenuto fermo proprio da quel sigillo.

Mentre Gemini dopo aver ucciso il Grande Sacerdote e provato a fare altrettanto con Atena, prese il nome di Arles, che in quel tempo era Primo Ministro, ed dopo la morte dell'oracolo di Atena ne prese il suo posto, e regno incontrastato fino all'arrivo di Isabel e i Cavalieri di Bronzo in terra di Grecia. Dopo di che ci furono le battaglie a Asgard e nel Regno di Nettuno, volute dallo stesso Kanon per eliminare nemici molto scomodi che avrebbero potuto essere fastidiosi per i suoi piani.

I Cavalieri dello Zodiaco però riuscirono a sconfiggere sia Nettuno che Kanon, e prima ancora Gemini, e a far trionfare la giustizia. Ora Kanon è tornato per vendicarsi di coloro che avevano osato combatterlo, e avrebbe fatto di tutto per ucciderli.

"Bhe, non mi sembra che la minaccia di Kanon sia cosi pericolosa, già una volta è stato sconfitto da Phoenix, e anche questa volta riusciremo a batterlo", disse Pegasus, ma Atena lo prego di tenere i nervi saldi. "E vero che Kanon è stato già sconfitto una volta, ma è un uomo che nel suo cuore non ha niente se non odio e rancore, e per questo è molto pericoloso. Non possiamo sottovalutarlo, sarebbe un errore imperdonabile e le conseguenze potrebbero essere terribili.

"Accidenti a lui, non ancora soddisfatto del male che ha provocato è tornato ancora una volta per provocare altre vittime e altro dolore, per il suo maledetto piano di conquistare il mondo. Non gli sono bastate le vittime innocenti causate dai maremoti e alluvioni scatenati dal Nettuno, che è stato tradito e usato a sua insaputa per assecondare i piani di Kanon. Io non posso sopportare che ci possano essere altre morti per causa sua, piuttosto preferisco andare a cercarlo personalmente e a sconfiggerlo una volta per tutte con queste mie mani anche se dovrò morire nell’impresa." Disse Pegasus, in un impeto d’ira al ricordo di tutti gli innocenti morti durante i disastri naturali causati dai poteri di Nettuno e delle battaglie combattute in passato, prima contro i Cavalieri d’Argento e d’Oro loro compagni d’armi poi contro i Cavalieri di Asgard e i Generali degli Abissi.

"Ora calmati Cavaliere. Non pensi che anche noi siamo addolorati per tutte le morti avvenute per i volere di Gemini e del fratello Kanon, per tutti i Cavalieri e civili morti in inutili battaglie e eventi naturali scatenati solo per inutili follie di dominio?! Sì lo siamo anche noi e non potremo mai perdonare Kanon per quello che ha fatto, ma lasciarci prendere dalla rabbia non ci aiuterà a cercare e fermare il fratello di Gemini che a quanto pare sta cercando di conquistare il mondo intero con un altro perfido piano. L’unica cosa che ci potrebbe essere utile per trovarlo è quella di stipulare un’alleanza con Julian e Ilda, in modo da unire le forze per cercare di fermarlo" Disse Lady Isabel cercando di richiamare all’ordine il suo più fidato cavaliere.

"E all’ora cosa dovremo fare milady, anche stare fermi in questa stanza a pensare a un modo di fermarlo non ci aiuta a fermarlo, anzi è molto probabile che mentre noi stiamo qui a parlare Kanon sia già all’opera per fare altre vittime. Datemi reta, e andiamo subito a cercarlo anche se questo vuol dire non badare troppo alla cautela e alla prudenza, perché sicuramente lui non farà lo stesso con noi." Rispose Pegasus, che non voleva affatto calmarsi al pensiero di tutte le stragi compiute da Kanon.

"Invece lady Isabel ha ragione, Pegasus. Agitarsi non serve a niente, a parte farci innervosire ancora di più e in questo particolare frangente." Intervenne allora Sirio il Dragone, sperando di tranquillizzare un po’ l’amico.

"Anche tu la pensi come Lady Isabel, Sirio?!", chiese Pegasus al suo migliore amico vedendo che nessuno a parte lui aveva intenzione di scendere in campo inutilmente, preferendo aspettare che fosse lo stesso Kanon a fare la prima mossa e cercare di risparmiare più energie possibili per un’eventuale conflitto futuro.

Dopo aver appurato che anche gli altri, compresi Ilda e Julian la pensavano come Atena, Pegasus comprese che era inutile insistere e decise di fare come Lady Isabel aveva consigliato di fare.

Dopo quella breve discussione, la riunione fu sciolta e i presenti si ritirarono nelle loro stanze, all’interno dell’enorme palazzo che di solito fungeva dal residenza per il Grande Sacerdote di Atena.

Lady Isabel e i suoi cinque amici erano i più desiderosi di andare a farsi una doccia e riposarsi un po’, visto che il caldo afoso di Nuova Luxor non lasciava dormire affatto, e inoltre i loro vestiti erano strizzare da quanto erano sudati.

Mentre era sotto la doccia Isabel non penso ad altri se non a Kanon, a come fosse possibile che sia lui che suo fratello Gemini fossero i responsabili di quelle incommensurabili stragi di innocenti, e non si dava pace per la sorte delle loro anime. Lei infatti sapeva che gli Dei dell’Olimpo non potevano lasciare che un essere umano potesse passarla liscia dopo aver ingannato cosi impunemente un loro simile, ossia il Dio che governa tutti e sette gli oceani che si trovavano sul suolo terrestre, Nettuno.

<<Speriamo che questa strana alleanza ci possa essere utile per fermare Kanon, non vorrei che ci fosse altro sotto.>>

Isabel immaginava, infatti, che dietro allo strano comportamento dei due gemelli ci fosse l’intervento di una divinità malvagia e senza scrupoli. Ma quale divinità poteva causare tutto ciò, doveva essere solo un Dio malvagio e assetato di sangue. Che si trattasse di Ares, il Dio della Guerra Violenta.

Non avendo idee su chi potesse essere e stremata dalle lunghe notti passate senza dormire causate dall’afa insopportabile di quei giorni, decise di andare subito a letto, perché lei e i suoi Cavalieri avevano cenato sull’aereo che li aveva portati in Grecia. Non prima di essersi cambiata d’abito, infatti portava ancora il copricostume che aveva indossato in quei giorni di caldo torrido con sotto un bellissimo costume a due pezzi con dei cuori sopra, ora che era al Grande Tempio decise di indossare il suo solito vestito bianco senza maniche, che aveva indossato in diverse occasioni anche nella fredda Asgard e nel Regno Sottomarino.

E stessa cosa fecero i suoi Cavalieri, ancora in abbigliamento estivo, più adatto per il mare che per un luogo sacro qual era il tempio di Atena.

Ma nessuno di loro sapeva che due figure nascoste nell’ombra stessero spiando le mosse dei Cavalieri, e ridevano soddisfatti perché i piani del loro signore stavano procedendo bene e presto dei Cavalieri di Atena non ne sarebbe rimasto nemmeno il ricordo.