Capitolo 3
Una tremenda verità
Era ormai notte inoltrata quando Toro si riprese dallo svenimento causato dalla botta in testa che gli aveva dato Kanon, sotto le false spoglie di Cavaliere Oscuro. Ci mise un minuto o due per rimettere a posto i vari ricordi frammentati, e quando finalmente ci riuscì vide che intorno a lui c'erano cinque figure maschili e una femminile a lui note, e un poco più in là un bambino di circa otto anni. E subito capì che quelle figure appartenevano al Lady Isabel e ai cinque Cavalieri di Bronzo a lei più fedeli. Prima che potesse dire qualcosa, si sentì un forte grido, era il grande Mur dell'Ariete che arrivò alla seconda casa di corsa e preoccupato per la salute del suo amico.
Ma Toro lo tranquillizzò dicendo che non c'era da preoccuparsi, perché ce ne volevano almeno 100 di guerrieri cosi per abbatterlo. Dopo i primi convenevoli, Phoenix, impaziente come sempre, chiese a Toro se il nemico che lo aveva attaccato fosse davvero Kanon. Il guerriero rispose di sì, e raccontò che adesso si faceva chiamare il Cavaliere Oscuro, anche se non sapeva per quale motivo avesse cambiato nome.
La discussione venne interrotta da una terribile esplosione alla quinta casa, segno inequivocabile che c'era una terribile battaglia in atto.
Ioria aveva fatto in tempo a raggiungere l'edificio da lui protetto che subito si trovò davanti una decina di guerrieri dalle armature nere come la notte più oscura, capitanati da uno strano guerriero muto. Il fratello di Micene notò subito che si trattava di un guerriero da non sottovalutare, e che il suo cosmo era pari, se non superiore a quello di un Cavaliere d'Oro.
Preso di sorpresa e irritato che i nemici fossero arrivati fino a lì, li attacco subito con il suo colpo più potente, che uccise all'istante tutti i Cavalieri Neri, ma non impensierì minimamente il loro capo.
"Come è possibile, il Sacro Leo è un colpo quasi impossibile da evitare, eppure costui c'è riuscito con irrisoria facilità", disse incredulo.
"Umpf, ci vuole di più per abbattermi, e mi dispiace per te, ma non hai attacchi sufficientemente forti per sconfiggermi.", rispose a tono l'altro.
"Lo vedremo." Rispose irritato Ioria, lanciando un altro Sacro Leo, che stavolta prese la forma di una sfera dorata, che si diresse contro l'avversario. Anche stavolta il nemico riuscì nell'incredibile impresa di fermare il globo energetico. "E’ pazzesco, nessuno può riuscire a fermare il Sacro Leo, eppure costui c'è riuscito una seconda volta." Esclamo sbalordito Ioria, che comincio a temere una sconfitta.
Alla seconda casa, Pegasus e gli altri Cavalieri sentirono che lo scontro in corso stava volgendo a favore del nemico, e decisero di correre in soccorso di Ioria. Prima di seguire gli amici, Pegasus pero vietò a Isabel e Kiki di seguirli, perché poteva essere pericoloso. Dopo le molte proteste da parte dei due, si lanciò all'inseguimento degli altri compagni.
Alla quinta casa, Kanon, ormai stanco di giocare al gatto e il topo con Ioria, decise di ricorrere al suo colpo definitivo, la Dimensione Oscura, con cui sperava di spedire il Cavaliere di Leo in una dimensione parallela. Mentre lanciava il colpo, pero, venne fermato da un raggio di luce rosso cremisi, Scorpio e Virgo, sentendo il compagno in difficolta decisero di intervenire a salvarlo, e scesero dalla sesta alla quinta casa.
Il Cavaliere Oscuro pero non si lasciò impressionare dalla superiorità numerica e lanciò il suo colpo distruttore, l'Esplosione Galattica, ma i due seppero evitarla piuttosto facilmente, e nel mentre del salto, Scorpio riuscì a lanciare altre due Cuspidi Scarlatte, che crearono delle piccole crepe sull'armatura, specie sui i gambali.
Non erano sufficienti a sconfiggere il Cavaliere, ma furono sufficienti a distrarlo quanto bastava a Virgo per lanciare il Sacro Virgo e cominciare a toglierli i cinque sensi, a parte il gusto che gli sarebbe servito per raccontar loro tutta la sua storia e il suo piano. Avevano infatti scoperto che il Cavaliere Oscuro altri non era che Kanon dei Gemelli, il fratello minore di Gemini, che aveva risvegliato nel fratello le forze oscure, e usato il potere concessogli da Nettuno per i suoi piani e causato una strage con i maremoti della sua sete di potere, ed è per questo che ne loro e ne Atena lo possono perdonare.
In quel momento arrivarono anche i Cavalieri di Bronzo, pronti a combattere con i Cavalieri d'Oro contro l'uomo che tanto dolore al mondo intero.
Una nuova battaglia per la giustizia stava per cominciare.
Prima che la battaglia potesse cominciare, pero, arrivò a perdifiato Atena, che cercò di convincere i suoi Cavalieri a non attaccare Kanon, perché anche se ha sbagliato non poteva permettere che lo uccidessero.
Virgo, Scorpio e Ioria, non riuscivano a perdonare Kanon, per tutto quello che aveva fatto, e cercarono di distoglierla dal proposito di perdonarlo. Atena pero si mise davanti a lui, come uno scudo per difenderlo dagli attacchi degli altri Cavalieri, che cosi non poterono attaccarlo, e urlarono a Isabel di sportarsi perché la poteva attaccare, ma non avvene nulla di questo.
Anzi, anche lo stesso Kanon restò basito dal fatto che la stessa Atena, la Dea che sia lui che Gemini avevano cercato di uccidere, ora lo difendesse strenuamente.
"Umpf, Atena deve essere impazzita per cercare di difendere una persona malvagia come me", ma Atena scosse la testa e gli rispose in tono gentile. "Kanon, il fatto che io voglia proteggerti è per il semplice motivo che tu non sei stato sempre malvagio, ma che qualcuno ha instillato in te una parte di malvagità, in realtà tu eri destinato a essere un angelo come tuo fratello. Ora io voglio sapere chi è questo qualcuno che ti fatto quel maleficio, e che si è abbattuto su tuo fratello." Un maleficio che si è abbattuto anche su mio fratello Gemini?" "Esatto, quello che è successo a te e Gemini è opera di un Dio più forte di Nettuno." Un Dio più forte di Nettuno, è impossibile che esista, Atena." "Invece esiste un Dio più forte dello stesso Nettuno." "In verità, esiste un Dio che farebbe qualsiasi cosa per impossessarsi della terra, ma sarebbe meglio se ne parlassimo in un posto fuori da orecchie indiscrete, magari nelle sale del Grande Sacerdote." Disse una voce che Kanon conosceva molto bene, voltandosi vide che dietro di lui era appena arrivato alla quinta casa di Leo, niente di meno che Julian Kedives, incarnazione del Dio dei Mari, Nettuno. E affianco a lui stava ben ritta in piedi Ilda di Polaris, celebrante di Odino.