Capitolo 12

Un passato da dimenticare

Con l'arrivo di Phoenix sul campo di battaglia, a tutti i cittadini catturati e portati in quella piazza come prigionieri, sembro che l'intensità della pioggia fosse aumentato, come se i loro problemi non fossero ancora terminati.

Intanto, un po’ fuori dal centro storico di Atene, Pegasus, dopo aver sconfitto la coppia, stava correndo per raggiungere gli amici, e mentre correva avverti che i cosmi delle contro parti malvage erano sparite, segno che i Cavalieri Neri erano stati sconfitti una seconda volta. Mentre correva, vide una figura venirgli incontro, e quando questi fu un po’ più vicino rallento l'andatura e procedette con circospezione per paura di una trappola. Quando stette per attaccare, una voce però lo fermo, rivelando chi fosse, e il cavaliere vide comparire davanti a se Andromeda, fradicio per via dell'incensante pioggia che non cessava a diminuire, anzi aumentava sempre di più.

"Andromeda, sei tu! Sei riuscito a sconfiggere il tuo avversario, dunque?!", chiese Pegasus.

"Si, e mentre mi stavo dirigendo da questa parte, ho avvertito i cosmi dei cavalieri Neri spegnersi uno dopo l'altro, segno che anche Sirio e Cristal hanno sconfitto ognuno il proprio avversario!", gli disse l'amico, e subito dopo anche le sagome di Sirio e Cristal apparvero di fianco ai due amici. Ora, i cinque famosi eroi di Atena erano di nuovo insieme.

"E ora che siamo di nuovo insieme faremo irruzione in piazza e liberiamo tutta quella gente innocente dalle mani di Kanon!", disse Pegasus con baldanza.

"E vero che abbiamo sconfitto per la seconda volta i Cavalieri Neri, pero dagli racconti che Phoenix vece ad Andromeda delle sue battaglie nel regno Sottomarino di Nettuno, sappiamo che Kanon è un uomo molto ambizioso, tanto è che uso anche lo spirito di Nettuno, il re dei Mari, per i suoi scopi! Potrebbe aver preparato qualche trappola!", disse Sirio, cercando di convincere Pegasus che contro un nemico come lui, andare all'attacco senza un buon piano sarebbe stato contro producente, e che avrebbero dovuto usare prudenza.

"Hai ragione, amico mio! Ma pensare a tutte quelle persone in mano Kanon, mi ha fatto perdere la ragione! E probabile che abbia messo delle trappole per fermarci, ma non possiamo stare fermi qui e aspettare che il nemico a fare la prima mossa, ma essere noi i primi a reagire!" disse Pegasus, con rinnovata baldanza.

"Ehi, sentite anche voi questo cosmo caldo come le fiamme e molto familiare?", chiese Cristal agli amici.

"Certo, è quello di mio fratello Phoenix!", fece Andromeda, che fu il primo a riconoscerlo.

"Questo vuol dire che anche lui è sceso sul campo di battaglia, e ci aiuterà a sconfiggere Kanon, visto che è stato lui a sconfiggerlo, ed abbattere la colonna del Atlantico del Nord! Avrà visto tutti i suoi colpi e per lui sarebbe facile sconfiggere Kanon!", esclamo Pegasus, che aveva piena fiducia del compagno.

"E vero, Phoenix ha visto tutti i colpi segreti di Kanon, ma questo non vuol dire che sia un' avversario facile da sconfiggere! Rimane comunque il fratello minore di Gemini, e anche tu ricordi che la sua forza era tremenda!", rispose Sirio, e anche Andromeda e Cristal erano d'accordo con lui.

"E allora cosa proponi di fare?!" gli chiese Pegasus, ansioso di scendere sul campo di battaglia.

"Di attaccarlo su quattro fronti. in modo che lui non sospetti un' attacco di questo tipo!", disse Sirio, spiegando agli amici il suo piano.

Mentre Pegasus e gli altri stavano preparando il loro piano, Phoenix era difronte al suo doppio, pronto per combattere.

"Phoenix Nero, ancora in vita?! Eppure ti sconfitto pochi attimi prima che l'Isola della Regina Nera si abissasse!, disse Phoenix, allibito.

"E cosi è! Ma Hades, re del mondo dei morti, e nemico giurato di Atena, ha riportato in vita sia me che i miei compagni!", disse il nemico, mentre gli altri Cavalieri Neri sopravvissuti si accingevano a circondare il cavaliere dell'araba fenice.

"Hades, il re del mondo dei morti?!", ripete il ragazzo.

"Proprio lui! E ora preparati a combattere!", gli disse il nemico.

Phoenix parti all'attacco cercando di colpire Phoenix con un pugno, ma il ragazzo lo fermo a pochi metri dal suo viso e lo spinse indietro, ma il nemico facendo una salto in aria riuscì ad atterrare in piedi preparare il terribile colpo segreto.

Phoenix Nero lancio il suo colpo, ma il suo avversario riuscì ad evitarlo, ed contrattacco, buttando a terra il nemico.

Mentre Phoenix Nero stava per dare il colpo di grazia al nemico, quattro nuovi cosmi comparvero sul campo di battaglia, fermando sul nascere ogni iniziativa dell’avversario.

"Non ti permetterò di colpire mio fratello!", disse Andromeda, mentre la catena con cerchio si arrotolava al braccio del nemico.

"Togliermi, questa inutile ferraglia dal mio braccio!", replico Phoenix Nero, cercando di spezzare con il taglio della mano la catena di Andromeda, non riuscendoci.

"Non lo farò mai, perché se ti lasciassi libero tu colpiresti sicuramente mio fratello!", disse Andromeda.

"Ben detto Amico! Kanon, che tu sia maledetto! Affrontarci a viso aperto invece di rincorrere all’aiuto di uomini cosi malvagi come i Cavalieri Neri!", disse Pegasus rivolgendosi al nemico, che era rimasto in disparte a vedere tutta la scena.

Allora una figura con un’armatura nera simile a quella che aveva indossato nel regno sottomarino, ma più nera e con i bordi seghettati, si avvicinò ai cavalieri, con sguardo trovo e minaccioso. Provava un’ odio profondo verso tutti i Cavalieri di Atena, ma verso quei cinque ragazzini che avevano raggiunto il rango di Cavalieri di Bronzo, provava vero e proprio astio, e l’unica cosa voleva ora era quella di ucciderli e prendersi la propria vendetta.

"Finalmente potrò avere il piacere di uccidere coloro che hanno mandato in fumo i miei piani di conquista cullati per anni!" disse Kanon.

"Il piacere è tutto e solo tuo. Come tu vuoi eliminare noi per averti impedito di attuare i tuoi piani di conquista, anche noi vogliamo vendicare tutte le persone che sono morte per i tuoi sciocco desiderio di dominio!", disse Pegasus infervorato al ricordo di tutte le vittime causate durante le inondazioni che Nettuno aveva scatenato per distruggere l’umanità, rea di non venerare più gli dei e inquinare sia le terre immerse e i mari, per poi scoprire che dietro a tutto ciò c’era lo zampino di Kanon per punire il genere umano che non era a conoscenza dei suoi patimenti all’interno della prigione di roccia a Capo Sounion. E questo pensiero lo faceva infuriare, perché in mezzo a tutte quelle vittime c’erano anche molte persone innocenti.

"Fermi, aspettate!", disse una voce che stupì e fece voltare tutti i presenti.

Phoenix, dopo essere stato abbattuto dall’ultimo colpo di Phoenix Nero era rimasto distesso al suolo fino a quel momento, ma ora stava cercando di rimettersi in piedi.

"Questa battaglia riguarda me solo, voi non intromettetevi!" , disse il Cavaliere della Fenice ai compagni.

"Il duello contro il tuo doppione nero si, ma in fondo questa battaglia è tutti i cavalieri, in quanto Kanon è l’unico responsabile delle guerre contro Asgard e Nettuno, e ha anche la responsabilità di aver convinto Julian di essere il Dio dei Mari e aver scatenato innumerevoli inondazioni per i suoi futili scopi!", spiego Pegasus al compagno.

"Io non sono responsabile di nessuna delle cose che hai appena elencato, l’umanità meritava di essere distrutta per non essere a conoscenza di quello che ho patito per mesi in quella caverna sul livello del mare!", cercò di difendersi Kanon.

"Patimenti che non hai fatto niente per evitare! Dopo la battaglia nel Regno Sottomarino, Phoenix ci ha raccontato che ha usato su di te il suo colpo in grado di manipolare la mente, il Fantasma Diabolico, grazie a quale ha scoperto che sei stato tu a spingere Gemini verso le forze oscure, e sempre tu hai liberato lo spirito di Nettuno, che si è incarnato in Julian, trasformandolo in uno spietato assassino, in quanto convinto di essere il Dio dei Mari ha scatenato innumerevoli maremoti che hanno ucciso moltissime persone che c’entravano nulla! E tutto questo per un fatto che hai creato solo tu! Come potremo starcene fuori visto che questa cosa riguarda tutti noi Cavalieri?!, disse con trasporto Pegasus.

"Pegasus ha ragione, per una volta lasciarti aiutare fratello!", disse Andromeda.

Se avete finito di parlare io vorrei continuare la lotta, perché se non lo sapeste questo è un campo di battaglia e non un salotto per fare conversazione!", intervenne in quel momento Phoenix Nero.

A quelle parole, Phoenix si rialzo e fece bruciare il suo cosmo sempre di più, per poi lanciare il suo colpo segreto più potente le sfavillanti "ALI DELLA FENICE!".

Il colpo si abbatte con violenza inusuale sul nemico, che si accascio a terra in fin di vita.

A pochi metri di distanza Kanon aveva assistito a tutta la scena, e non provò ne dispiacere e ne compassione per il suo seguace appena passato all’altro mondo, ma anzi solo un crescente rancore per aver fallito la missione, e per questo lo maledisse.

Fu Pegasus ad attirare la sua attenzione su di loro.

"Ora che sei rimasto solo non ti resta che combattere con noi da uomo! Visto che anche gli altri Cavalieri Neri che formavano la tua scorta sono stati tutti sconfitti!" disse Pegasus.

"A quanto pare quei buoni a nulla non mi sono stati di nessuna utilità, ma io non sono cosi sciocco da farmi vincere da cinque ragazzini! Disse Kanon, mettendosi in posa da combattimento.

"Questo è tutto da vedere! Fulmine di Pegasus!", spiego il primo Cavaliere di Atena, lanciando il suo colpo segreto, seguito dal Colpo Segreto del Drago Nascente di Sirio e dalla Polvere di Diamanti di Cristal.

Kanon provo a evitare tutti e tre i colpi dei Cavalieri, ma per quanto si sposto alla velocità della luce alcuni colpi riuscirono a centralo in pieno, crepando l’armatura e causando delle ferite nelle parti non scoperte dalla corazza.

Finito l’impeto dei colpi, il fratello minore di Gemini ricade malamente al suolo, un po’ frastornato, e quando cerco di rialzarsi si accorse che lui e i cinque Cavalieri di Bronzo si trovavano in un luogo diverso da dove stavano combattendo prima. Qualcuno aveva usato il teletrasporto sui sei combattenti portandoli in un luogo diverso dalla piazza di Atene, per timore che con l’incidere dello scontro qualche cittadino poteva venire ferito, o peggio, venire ucciso.

Ma la maggior sorpresa era quella di trovarsi di fronte Atena, con sguardo preoccupato e amorevole a tempo stesso, ma senza rancore nei confronti di Kanon.

"Atena, come mai è qui, di fronte a me, con il rischio di venire uccisa da me!", chiese stupito il giovane.

"Sono qui per parlare con te, Kanon!" disse semplicemente la giovane duchessa di Thule.

E questa frase stupì non poco sia il fratello di Gemini che i cinque Cavalieri di Bronzo.