PROLOGO
Una notte serena e placida ammantava l' intero Santuario immerso nella quiete. Una notte perfetta per abbandonarsi ad un dolce sonno ristoratore... tuttavia, nella zona che fungeva da perimetro alla scalinata dei Dodici Templi, due figure vegliavano insonni, fissando il cupo orizzonte con sguardo preoccupato. Il più corpulento ed alto dei due giovani individui ad un certo punto parlò al compagno con voce accorata:
"Non avrà dunque mai fine, Nachi? Non abbiamo ancora fatto in tempo a renderci conto che la Guerra fra Athena ed Hades si è conclusa con la vittoria della nostra sovrana, che già dobbiamo prepararci ad affrontare chissà quale minaccia."
Nachi, bronze saint della costellazione del Lupo, si apprestò a rispondere qualcosa alla domanda del compagno, ma fu preceduto da una voce alle loro spalle.
"Se a tal segno ti turba lo stato di allerta, ben altro mestiere che il Cavaliere avresti dovuto intraprendere, Geki dell' Orsa Minore!"
I due si volsero in direzione del nuovo arrivato, e fu Nachi del Lupo a rivolgersi a lui:
"Jabu dell' Unicorno!" - disse - "Geki ha fatto una semplice osservazione, non v' è motivo di rivolgersi a lui adoperando sì aspro tono!"
Alle parole dell' amico, Jabu abbassò lo sguardo.
"Perdonatemi, amici" - si scusò - "Avete ragione, ho sbagliato a parlare in tal modo. Ho rimproverato Geki, ma la verità è che anche io avverto un profondo disagio a causa di questo incessante susseguirsi di minacce alla sicurezza di Athena e dei popoli del mondo. Ciò che più mi urta, tuttavia, è il senso di inutilità che provo nei miei stessi confronti. Prima la lotta intestina contro i Gold Saints, poi i God Warriors di Asgard, di seguito Poseidone ed i suoi Marina Generals ed infine Hades e gli Specters... in tutte queste vicende, tutto ciò che ho potuto fare è starmene in disparte a pregare per la sorte di Athena. La mia forza era del tutto inutile contro avversari dotati di un potere così grande… e anche stavolta sarà così."
Geki e Nachi fissarono per un istante l' amico, poi abbassarono lo sguardo, segno che ne condividevano i foschi pensieri. In cuor loro, avvertivano tutti la frustrazione che, nelle battaglie passate, scaturiva dal contrasto tra la volontà di combattere per la giustizia e l' inadeguatezza della propria forza guerriera per un tale scopo. Tuttavia, mentre erano preda dello sconforto, udirono la voce di un nuovo arrivato:
"Non fare torto al tuo valore ed a quello dei tuoi compagni, Unicorno!"
I tre cavalieri di Bronzo si volsero in direzione di colui che aveva appena parlato, appena giunto al Santuario. Un individuo dal cui cosmo dorato, seppur sopito, si avvertiva provenire una virtù guerriera di immane grandezza, accompagnata dlla saggezza e dal rigore che solo anni di meditazione e disciplina possono dare. I tre ragazzi si tolsero gli elmi, ponendoli sottobraccio, e reclinarono leggermente il capo in segno di deferenza.
"Venerabile Dohko!" - disse Jabu.
Il nuovo arrivato era infatti Dohko, il Cavaliere d' Oro della Costellazione di Libra, rivestito della maestosa Armatura Dorata della Bilancia, il quale subito riprese a parlare, sfoggiando un caldo e rasserenante sorriso.
"Jabu, ricorda bene che la potenza da sola non è metro di giudizio sufficiente per stabilire il valore di un Cavaliere di Athena. Ben più significativi, a tal fine, sono la nobiltà dell' animo e la capacità di offrire la propria vita per la salvezza degli innocenti. Qualità che tu ed i tuoi compagni avete dimostrato di possedere in abbondanza, quando avete protetto la sorella di Seiya dalla forza omicida del dio della Morte. E' stato grazie al vostro eroismo che Seiya ha ritrovato la forza di innalzare il proprio cosmo a livelli divini, poiché in lui rinacque la speranza, dal momento che egli sapeva la persona a lui più cara protetta da mani sicure."
A quelle parole, il cuore dei tre ragazzi si riempì di orgoglio misto ad imbarazzo, che sostituiva il senso di impotenza provato poc' anzi, sbriciolato da poche, semplici parole del Cavaliere d' Oro. Dopo questo breve scambio di battute Dohko oltrepassò i tre Bronze Saints muovendosi in direzione del tempio del Bianco Ariete. Questo era vuoto, poiché Mu della Prima Casa al momento si trovava in Jamir. Il tempio successivo, quello del Toro Dorato, era invece custodito : il guardiano, il gigantesco Aldebaran di Taurus, indossava la massiccia veste dorata del Toro, ed accolse con reverenza il suo parigrado.
"Vecchio Maestro!" - disse - "E' un piacere rivedervi, siate il benvenuto! Noto con piacere che la vostra Veste è in perfette condizioni! Mu ha dato ancora una volta prova della propria maestria!"
"In effetti sì "- rispose Dohko sorridendo - "La mia armatura è stata la prima che il Cavaliere di Ariete ha riparato. Shaka di Virgo, Aiolia di Leo e Camus di Aquarius si trovano ancora in Jamir con lui per aiutarlo nella restaurazione delle rispettive vesti, ma non dovrebbe volerci ancora molto."
Aldebaran annuì, poi riprese :" Qui è tutto tranquillo, per ora. Lady Saori si trova in cima al Santuario, nelle proprie stanze. Per ogni evenienza Milo di Scorpio è con lei, mentre i restanti Cavalieri d' Oro custodiscono i rispettivi templi."
Dohko fece un cenno di assenso, poi disse : "Debbo andare a conferire con la grande Athena. Ti saluto, amico mio."
Il Cavaliere di Libra uscì dal Secondo Tempio, incamminandosi in direzione del terzo. Mentre ripercorreva la scalinata dei Dodici Templi, ripensò ai convulsi avvenimenti degli ultimi mesi. La Guerra contro il dio degli Inferi, Hades, aveva esatto un alto prezzo: per riuscire ad infrangere il Muro del Pianto, l' invalicabile barriera che divideva il fondo degli Inferi dai Campi Elisi, i dodici Cavalieri d' Oro avevano sacrificato la propria vita creando un raggio di luce solare, la sola cosa che poteva squarciare il Muro eretto nel mondo della tenebra assoluta. Grazie a questo sacrificio, Seiya ed i suoi quattro amici cavalieri di Bronzo avevano potuto raggiungere i Campi Elisi dove riposava il vero corpo del Signore dell' Oltretomba e dove Saori / Athena correva mortale pericolo. La cruenta battaglia si era chiusa con la sconfitta del perfido dio, che stava per trasformare la terra in un mondo di tenebra ove la luce non sarebbe mai più giunta ed ogni vita si sarebbe spenta, ma il coraggioso Cavaliere di Pegaso era stato raggiunto al cuore da un fendente della spada di Hades. Mentre tutto svaniva intorno a loro, Athena inglobò Seiya e gli altri quattro nel proprio cosmo, al fine di ricondurli con sé sulla Terra. Ma insieme a loro, accolse anche gli spiriti dei Cavalieri d' Oro. Ella non possedeva il potere di resuscitare i defunti, ma anche dopo il loro sacrificio dinanzi al Muro del Pianto, le anime dei Cavalieri d' Oro erano ancora attive dentro le rispettive armature, e riportati sulla Terra ebbero miracolosamente restituita la vita, persino coloro che erano defunti già da tempo, poiché grazie all ' intervento di Hades tutti loro avevano posseduto un corpo sino a poche ore prima. Il caso fu davvero fortuito, e se fosse trascorso anche solo un po' di tempo in più il prodigio non si sarebbe verificato. L' unico che non fu benedetto da questa resurrezione miracolosa era Aiolos, Cavaliere d' Oro del Sagittario e Custode del Tempio del Centauro; lui era l' unico che non aveva ricevuto in dono un corpo ed una vita effimeri ad opera di Hades. Ma la gioia di ritrovarsi sani e salvi sulla Terra, libera dalla nefasta influenza del signore dell' Ade, fu di breve durata: Seiya, il Cavaliere di Pegaso, ferito dalla daga del dio infero, si trovava fra la vita e la morte; nonostante Athena si fosse prodigata per risanarne la ferita, egli non riacquisiva vitalità, e si spegneva lentamente. Il suo soggiorno presso la Fonte di Athena, miracolosa sorgente in grado di risanare le ferite dei Saints, si stava rivelando un debole palliativo, in grado di procrastinare ma non di arrestare la caduta di Seiya nel sonno da cui non v'è ritorno. E poco dopo il ritorno sulla Terra, Dohko aveva avvertito un oscuro presagio, simile a quello che lo aveva visitato all' epoca della resurrezione delle 108 stelle diaboliche; un nuovo pericolo, grande quanto e forse più dello stesso Hades, era all' orizzonte.
Rimembrando questi avvenimenti, Dohko giunse infine alle soglie del Trono di Athena, dove trovò Saori assisa in trono, e di fianco a lei il Custode del Tempio dello Scorpione Celeste, Milo di Scorpio, anche lui rivestito della maestosa veste dorata della propria costellazione, che lo salutò con un cenno del capo. Dal canto suo, Dohko si inginocchiò facendo una profonda reverenza a Saori, che lo accolse con un caldo sorriso.
"Bene arrivato, Vecchio Maestro." - disse la fanciulla.
"Grande Athena" - replicò il Gold Saint di Libra - "Felice di rivedervi"
"Il piacere è mio, Dohko. Anche Mu e gli altri sono con voi?"
"No, sono ancora in Jamir, ma torneranno presto, non temete. Piuttosto, arrivando qui ho visto i Cavalieri di Bronzo dinnanzi alla scalata dei Dodici templi, ma non i Cavalieri d' Argento Marin dell' Aquila e Shaina dell' Ofiuco..."
Un' ombra di tristezza velò gli occhi di Saori, che rispose : "Le due Silver Saints si trovano al Tempio presso cui sorge la Fonte di Athena; assistono Seika nelle cure del fratello..."
"Capisco" - rispose Dohko - "Nessun miglioramento, vero?"
Saori si limitò a scuotere la testa in segno di diniego.
La fanciulla cercava di mantenere un atteggiamento distaccato, ma il suo sguardo palesava tutta la sua ansia per Seiya ed il suo desiderio di trovarsi accanto a lui, nel momento in cui egli lottava contro la morte, e non lì, seduta su un freddo trono , ad un' angosciante riunione che con tutta probabilità faceva da preludio all' ennesima guerra contro una divinità maligna. Tuttavia essa comprendeva bene quale fosse il suo ruolo: ella era la reincarnazione della dea Athena, il cui compito è difendere gli ignari uomini dalla tirannìa di divinità malevole, e perciò era suo dovere tenere consiglio con i suoi cavalieri in merito alla prossima minaccia; non poteva cedere ai suoi sentimenti di fanciulla e correre al capezzale di Seiya , dando ad un solo cavaliere l' affetto che invece doveva essere equamente ripartito fra tutti i suoi Saints.
Pur senza proferire parola, dal canto loro Milo e Dohko comprendevano bene tutto ciò, e pensavano a quanto le costasse in quel momento adempiere stoicamente ai suoi compiti, rinnegando e soffocando il proprio desiderio di essere solo una ragazza normale, e questo non faceva che rinsaldare la loro devozione a lei.
Spezzando quella serie di riflessioni, Milo parlò:
"Vecchio Maestro, sapete qualcosa di più preciso circa il nuovo pericolo che ci minaccia?"
"Per il momento non sono ancora sicuro di nulla, Milo" - rispose il Custode del settimo Tempio della Bilancia - "L' attuale stato di allerta è solo una precauzione. E comunque, al momento non sono qui per questo."
Saori e Milo lo guardarono con aria interrogativa.
"Quale incombenza maggiore di questa vi può essere?" - chiese Milo, incuriosito.
"E' semplice" - riprese Dohko - "Forse esiste un modo di salvare Seiya."
Saori sbarrò gli occhi.