CAPITOLO 2: Assalto al Jamir
Il lugubre aspetto dell'impervio monte Jamir era accentuato dall 'oscurità di una notte priva di stelle. Tuttavia, le inquietanti figure che ne solcavano le vallate non sembravano impressionate, e seguitavano a percorrerne a grande velocità i tortuosi sentieri, mostrandosi insensibili all'aria rarefatta che soffoca il respiro ed appesantisce i movimenti, e questo nonostante le lugubri ed imponenti corazze di colore rosso cupo che indossavano. La loro meta era una zona che pochi esseri umani avevano visto.
"Dunque i Cavalieri d'oro si trovano qui?" - chiese uno di loro.
Un altro del gruppo rispose:" Sì, o perlomeno parte di loro, secondo le informazioni che possediamo. Stermineremo quelli che si trovano qui, in modo che non infastidiscano i nostri compagni che nel frattempo devastano il Santuario!"
"Ha ha ha! Per vincere questa guerra basteremo noi dell'Armata del Falco! Il Sommo Galvan sarà fiero di noi!" -commentò un altro.
"Ci siamo!" - disse un altro ancora - "Oltre quel ponte di terra dovrebbe esserci il palazzo di Mu dell'Ariete, il Cavaliere d'oro!"
"Li coglieremo di sorpresa e li faremo tutti a pezzi!"
All'improvviso, uno dei misteriosi guerrieri si fermò, rendendosi conto che il suo piede era imprigionato.
"Mh?"
I suoi compagni, accorgendosene, si volsero verso di lui.
"Che ti succede? "- chiese uno.
"Non so... c'è qualcosa che mi trattiene... forse una radice."
Il guerriero guardò meglio, dopodichè emise un gemito di terrore: ciò che tratteneva il suo piede era una mano ossuta e scarnificata che emergeva dal terreno.
"Ma cosa?! E'... è una specie di zombie!!"
I misteriosi guerrieri emisero un grido di stupore misto a raccapriccio; poi uno di loro si accorse di qualcosa di orrendo.
"Guardate! Non è il solo! Ci sono spettri ovunque!!"
Era terribilmente vero: uno spettacolo nauseabondo e grottesco si parava dinnanzi agli occhi spiritati del gruppo di uomini corazzati. Dovunque spuntavano raccapriccianti cadaveri ambulanti, che emettendo gemiti e lamenti si avvinghiavano attorno agli inorriditi individui, paralizzati dal terrore.
"Non è possibile!! Ma cosa sta succedendo?!" - gridò uno.
"E'un incubo! Non può essere vero!!" - gli fece eco un altro.
Fra il gruppetto di guerrieri, si distingueva maestoso un individuo che indossava una corazza inquietante: l'elmo, a diadema, sfoggiava tre fregi sulla protezione della fronte che ricordavano degli occhi; i maestosi coprispalla sembravano essere ricavati dal muso di un animale, mentre su tutta la corazza si ripetevano simboli con l'aspetto di piccoli teschi. Capelli neri e ricci, di media lunghezza, adornavano un volto fiero e deciso, su cui spiccavano due occhi azzurri e penetranti. Di tutto il gruppo, costui non dava segni di timore per la raccapricciante situazione in cui lui ed i suoi compagni versavano, e ben presto lo dimostrò, con parole e con azioni.
"Finitela di frignare come donnicciole!" - ammonì i suoi compagni, dopodichè alzò la mano destra, nel cui palmo brillava una sfera di energia. Subito dopo, si chinò colpendo il terreno con la sfera, i cui bagliori si sparsero al suolo. Immediatamente, le immagini dei disgustosi cadaveri si dissolsero e sparirono, come non vi fossero mai state.
Il gruppo di misteriosi assalitori rimase sbigottito.
"Sono... sono spariti?!" - Disse uno, con tono stupito.
"Ma allora... erano solo illusioni?!" - domandò un altro.
"Qualcuno ha osato farsi beffe di noi!" - sbottò un terzo, irato.
"Mh?! Guardate! Lassù, su quel picco!" - indicò un quarto.
Tutti si volsero nella direzione indicata, e videro un Cavaliere rivestito di un'armatura dorata seduto a gambe incrociate in cima ad una piccola collinetta.
"Un cavaliere d'oro!" - constatò uno.
"Sei stato tu, maledetto?!" - gli urlò un altro
"Chi sei? Rivelati!!" - Domandò un terzo.
Il cavaliere d'oro, dotato di una calma imperturbabile, aveva lunghi e fluenti capelli biondi e teneva le palpebre costantemente abbassate; rispose con tono pacato ma deciso.
"Di buone maniere non siete certo maestri!" - disse - "Avete la sfrontatezza di presentarvi qui non invitati, e senza neppure fornire il vostro nome ardite ordinarmi di rivelarvi il mio? Sia dunque: il mio nome celeste è Shaka di Virgo, Cavaliere d'oro e custode del Tempio della Vergine! Chiunque voi siate, sappiate che un grave errore avete commesso: meglio sarebbe stato per voi rimanere preda dell'illusione che avevo creato, anziché affrontare il pieno potere di Virgo!"
"Vanaglorioso sfrontato!!" - replicarono i misteriosi guerrieri - "Tuo è l'errore; avresti dovuto rimanere al palazzo di Mu assieme ai tuoi compagni, anziché recarti qui ad affrontarci da solo! Pagherai a caro prezzo la tua presunzione!"
A quelle parole Shaka rispose: "Dunque sapete che questo sacro luogo è dimora di Mu, cavaliere d'Oro dell'Ariete! A lui debbo riconoscenza, poiché ha restituito all'antico splendore le mie vestigia, distrutte nella battaglia contro Ade. Egli è impegnato nella riparazione delle altre sacre armature d'oro, e per ripagarlo della sua cortesia difenderò in sua vece l'accesso alla sua dimora. Ma prima vi esorto ancora una volta a svelarmi chi voi siate, acciocchè io conosca l'identità di chi mi appresto a precipitare in una dimenticanza da cui non v'è ritorno."
I misteriosi guerrieri sfoggiarono un ghigno che testimoniava la loro voglia di sangue, e con orgoglio risposero: "Sarai tu a precipitare nel limbo senza ritorno, illuso!! Per nostra mano, per mano dei Berserkers, i sacri guerrieri del nume tutelare della guerra, il Sommo Ares!!"
A quelle parole, la serenità di Shaka sussultò.
"Ares!" - pensò - "Tale dunque è la natura del nostro nuovo nemico! La divinità più feroce e sanguinaria di tutto il pantheon greco... colui che al tempo del mito ingaggiò battaglia con la dea Athena al fine di trasformare la Terra in un oceano di sangue, e fu a malapena respinto! E costoro sono i suoi guerrieri, nomati 'berserkers'... nome foriero di oscuri presagi."
"Molto bene!" - si espresse ancora Shaka, stavolta a voce alta. - "Ora che avete svelato la vostra appartenenza alle truppe del sanguinario Ares, non abbiamo più nulla da dirci! Disporrò immediatamente di voi!"
"Non ti sarà facile, pazzo!" - replicò uno dei berserkers - "Tu sei solo contro tutti noi, e se tu indossi la famosa armatura d'oro, noi siamo protetti dai nostri Mantle, le sacre vestigia scarlatte forgiate al tempo del mito per noi gloriosi soldati dell'esercito di Ares!"
"Non riporre fallaci speranze in fragili corazze, sgherro di Ares!" - ammonì Shaka di rimando - "Ben misera difesa ti offriranno dinnanzi alla celeste pienezza di Virgo, stanne certo!"
Detto ciò, Shaka pose le proprie mani a palmo aperto l'una di fronte all'altra, e fra di esse apparve una sfera luminosa che iniziò a pulsare sempre di più.
"Ma che significa?!" - commentarono i guerrieri di Ares - "Il suo cosmo! E'concentrato fra le sue mani... e sta bruciando!!"
Nel percepire il cosmo di Shaka, ai Berserkers parve di trovarsi di fronte ad un immenso e placido oceano, la cui superficie si increspasse all'improvviso ad opera di un'immane tempesta. In un istante, visioni di follia e disperazione obnubilarono la mente dei guerrieri di rosso bardati, mentre l'energia mistica del cosmo di Shaka si apprestava ad annichilirli.
"Scomparite da questo mondo, esseri impuri! OOOOOOOHM... TENMA KOFUKU!!!!!"
La sfera di energia di Shaka esplose in un immenso lampo accecante, pronta a fagocitare il gruppetto di avversari... ma con stupore del Gold Saint, il lampo si estinse immediatamente, senza provocare alcun danno agli spaventatissimi Berserkers... mentre ciò che restava del colpo di Shaka sfrigolava nella mano di uno di loro, lo stesso che poco prima aveva annientato le illusioni del Cavaliere d'Oro della Vergine. Il possente guerriero chiuse di scatto il pugno estinguendo definitivamente il mistico attacco.
I berserkers guardarono con un sospiro di sollievo al loro compagno.
"Ragas!!" - dissero sorridendo.
Pur senza aprire gli occhi, Shaka volse la testa in direzione del Berserker chiamato in quel modo.
"Sei tu che hai vanificato la mia tecnica?" - chiese.
"Non pensare di impaurire chiunque con i tuoi giochi pirotecnici, Shaka di Virgo." - rispose Ragas. - "Conosco bene la tua fama. Si dice che, fra tutti i Saints, tu sia il più prossimo agli dei. Ebbene, il mio nome è Ragas di Yama, terzo luogotenente dell'Armata del Falco... e fra i miei compagni sono il più temuto e riverito, al pari di una divinità infernale. Quale avversario più adatto per chi vanta il tuo nome?"
"Yama!" - constatò Shaka - "Il nome del Deva che nel buddismo presiede alla morte! Se hai detto il vero, non mi stupisce che tu abbia neutralizzato il Tenma Kofuku! E'dunque necessario che io ti affronti al massimo delle mie possibilità."
Dette queste parole, Shaka sciolse la posizione del Loto, e levitò scendendo a terra, ponendosi a pochi metri di distanza da Ragas, che senza fare nulla continuò a fissarlo imperterrito.
Il Cavaliere della Vergine portò le mani dinanzi a sé, sistemando le dita in posizione meditativa, ed il suo cosmo si espanse nuovamente.
"Poichè Yama è il tuo spirito guida, certo gradirai questo mio attacco" - disse Shaka . - "Preparati, servo di Ares! Ti mostrerò sei mondi, a te scegliere quello in cui desideri venga eretta la tua lapide! Ricevi le Sei Vie della Metempsicosi!! RIKUDO RINNE!!!!!!"
Con eleganza, Virgo sciolse le mani, portandole a palmo aperto la destra in alto e la sinistra in basso. Da dinanzi al suo petto si dipartì un'onda luminosa che ghermì l'anima dell 'impietrito Ragas, scaraventandola nel vortice del Rikudo evocato dal Cavaliere di Virgo. In balia del cosmo del Cavaliere d'Oro, lo spirito di Yama volteggiava inerte, mentre l'imperiosa voce di Shaka lo guidava nel caleidoscopio dei sei mondi.
"Inferno! Un lago di fuoco, una montagna irta di punte aguzze, e l'aere che riecheggia di grida d'agonia senza sosta! Chi cade in questo mondo è destinato a soffrire per l'eternità!"
Ragas fu testimone dell'orrore che imperversava in quel mondo, ma presto la sua anima fu risucchiata per contemplare la visione del mondo successivo.
"Mondo degli spiriti! Il tuo corpo sarà consumato dalla brama, divenendo pelle ed ossa! Chi cade in questo mondo è destinato a ricercare di che cibarsi per l'eternità, ed a nutrirsi persino della carne dei morti, pur di trovare momentaneo ristoro da una fame infinita!"
La visione dell'orribile carestia fu seguita da una di violenza.
"Mondo delle bestie! Un mondo in cui vige solo la legge del più forte, popolato da bestie che si uccidono e si divorano a vicenda poiché nessuna legge lo vieta! Chi cade in questo mondo è destinato a sbranare e ad essere sbranato senza speme di posa!"
Un fiume di sangue annunciò all'anima di Ragas la visione del quarto mondo.
"Shura, il mondo della guerra! Il sangue scorre senza sosta, l'omicidio è all'ordine del giorno! Per sopravvivere è necessario uccidere continuamente! Chi cade in questo mondo è destinato a combattere una guerra eterna, senza speranza di vittoria!"
Ancora un mondo, sorprendentemente familiare.
"Mondo degli uomini! Un mondo instabile, dove non esistono bene o male assoluti. Chi cade in questo mondo è destinato ad essere dominato dai sentimenti e da emozioni effimere come gioia, tristezza, amore, odio, rabbia e rancore, senza mai trovare la quiete dell'animo!"
Una luce abbacinante annunciò la visione del sesto ed ultimo mondo.
"Nirvana, il mondo celeste! Un mondo pieno di luce e gioia, ma anche il più periglioso di tutti, poiché essendo impossibile sottrarsi alla metempsicosi, in qualunque momento può condurre in uno degli altri cinque mondi!"
Il grido dell'anima di Ragas riecheggiò nell'aere, mentre il guerriero di Ares cadde a terra immobile. Shaka ne contemplò un attimo le spoglie, poi si volse verso gli altri suoi compagni, atterriti dall'avere visto il loro membro più forte venire annichilito.
"Non è possibile!!" - commentarono, attoniti. - "Ragas di Yama... abbattuto senza colpo ferire!! ma chi è costui?!"
"Se davvero Ares è tornato a minacciare questo mondo" - affermò Shaka - "Certo il suo bersaglio sarà il Santuario! Indi noi Cavalieri d'Oro non possiamo sprecare altro tempo qui."
Il Gold Saint della Vergine, certo di non essere più ostacolato, affrontò a viso aperto il gruppetto di invasori, che in preda al panico arretravano.
Preparandosi ancora una volta a lanciare il Tenma Kofuku, Shaka disse: "E'tempo che vi ricongiungiate col vostro compagno appena caduto; sfide maggiori di voi mi attendono!"
"Attesa destinata a non vedere mai la fine!" - tuonò una voce alle spalle di Shaka. Questi si voltò attonito, in tempo per vedere il pugno di Ragas sfrecciare verso la sua fronte. L'impatto fece cadere l'elmo del Gold Saint, mentre un esile rivolo di sangue colava dalla sua fronte, imperlandone il volto. Shaka comunque non si scompose e si volse verso il suo avversario, mentre i berserker dimenticarono la paura di un istante prima e si abbandonarono di nuovo al sollievo.
"Sei dunque sfuggito al vortice del Rikudo?" - chiese il cavaliere d'Oro, detergendosi con eleganza il volto con il dorso della mano.
"E' naturale!" - rispose Ragas sorridendo. - "Come poc'anzi dicesti, Yama è il mio nume tutelare, la divinità che presiede al trapasso ed alla morte! Come potevi sperare che proprio io rimanessi intrappolato nel vortice della Metempsicosi da te creato? Ed ora a te subire il mio colpo, Shaka di Virgo!"
In quella, lo scarlatto cosmo di Ragas crebbe a dismisura, ed attorno a lui aleggiarono a centinaia spiriti spaventosi ed ululanti.
"La moltitudine di spiriti inquieti che accompagna Yama nelle sue peregrinazioni!" - commentò Shaka - "Costui è in grado di evocarli!"
"Sembri sereno, Shaka di Virgo, ma avverto il turbamento del tuo cosmo!" - affermò Ragas - "E ne hai giusto motivo! La moltitudine di demoni da me evocata non farà nulla al tuo corpo, ma dilanierà il tuo spirito! Un attacco contro cui non esiste difesa! A te! KYUJIGOKU NO UTSU!!!!"
Ragas spalancò le braccia, e da ciascuna delle sue mani si dipartì un'onda di energia. Le due onde si ricongiunsero alle spalle di Shaka, poi i contendenti sparirono in una sfera nera che li inglobò entrambi. All'interno della sfera, l'oscurità era totale, ma questo non era un problema per Shaka, abituato sin dalla più tenera infanzia ad escludere la vista al fine di accrescere il cosmo interiore. Era piuttosto la percezione di quanto stava accadendo a turbarlo.
"I Nove inferni?! Ha creato un passaggio che conduce ai mondi del tormento!"
Invero, una moltitudine di demoni urlanti sciamò su Shaka, bramosa di nutrirsi del suo spirito. Il Cavaliere di Virgo eresse la barriera del Kaan, ma le creature maligne l'attraversarono come se non esistesse.
"E'inutile, Shaka di Virgo!" - lo ammonì Ragas - "Non esiste difesa che possa proteggere la tua anima dai demoni dei nove inferni!!"
Era terribilmente vero: Shaka non potè fare altro che guardare l'orrenda orda avventarsi su di lui pronta a divorarne l'anima. Il tutto durò un solo, terrificante istante, poi la cupola di energia nera creata da Ragas si dissolse, ed i compagni del berserker di Yama rividero Ragas trionfante e torreggiante sul corpo inerte del Cavaliere d'Oro, steso a terra immobile.
"Ragas!! Dunque hai vinto!"
"Ne dubitavate? Neppure il più potente tra i guerrieri di Athena può costituire una minaccia per me. Ed ora proseguiamo, abbiamo perso abbastanza tempo qui. Rechiamoci al palazzo di Mu e sterminiamo tutti i Cavalieri d'oro presenti."
"Sìììììì!!" - urlarono compiaciuti i Berserkers.
Il gruppetto di guerrieri di Ares si mosse per raggiungere Ragas e partire con lui alla volta del palazzo di Mu, ma furono costretti a fermarsi, poiché una voce riecheggiò alle loro spalle.
"Non osate muovere un passo!"
Lo sgomento li prese alla gola: Shaka di Virgo si stava infatti rimettendo in piedi con eleganza, scrollando dalla sua armatura la polvere.
Il più inorridito tra tutti era indubbiamente Ragas.
"Non è possibile!!" - urlò, mentre il sudore gli imperlava la fronte. - "Le zanne dei demoni dei Nove inferni ne hanno dilaniato lo spirito! Dovrebbe essere un guscio privo d'anelito vitale!! Perchè?! Perchè tutto questo?!"
"E'molto semplice" - rispose Shaka pacatamente - "Di fronte all'attacco dei demoni che annientano lo spirito non v'è difesa alcuna, ciò è vero... ma sfortunatamente per te, i tuoi demoni non hanno trovato nulla da dilaniare!"
"Cosa?! Ma che significa?!" - chiese Ragas.
"ONORE WO MU NI SURU" - disse solennemente Shaka. "'Diventerai il nulla'. Avevo solo un istante, ma mi è stato più che sufficiente. Una tecnica rischiosa e mai sperimentata prima, ma era la mia unica possibilità: nell 'istante in cui le miriadi di demoni si sono avventate sulla mia anima, ho fatto il vuoto di mente, cuore e spirito. I demoni sono stati tratti in inganno dal vuoto assoluto in cui si sono imbattuti, e hanno creduto non vi fosse alcuna anima da dilaniare, poiché occultata. Un solo attimo di ritardo, ed ora sarei un guscio privo di vita. "
Ragas impallidì mortalmente: il suo colpo definitivo, da cui nulla, forse nemmeno un dio, avrebbe potuto difendersi, aveva fallito.
Shaka mosse un passo verso l'atterrito Berserker, apprestandosi ad annientarlo.
"Riconosco di avere peccato di leggerezza nei tuoi riguardi, Ragas di Yama" - disse - "Un avversario della tua caratura può essere vinto solo dal colpo più potente della Costellazione della Vergine. Sentiti onorato, poiché ben pochi avversari mi hanno costretto a ricorrere a quest'ultima risorsa."
Detto ciò, Shaka portò di nuovo le mani al petto, ed al contempo spalancò gli occhi, lasciando che il proprio cosmo interiore dilagasse e raggiungesse il limite massimo. Visioni del Buddha si sparsero ovunque, circondando l'attonito Ragas.
"TENBU HORIN!!!! Questa tecnica genera un mondo di perfetta armonia, che mostra la verità dell'universo!" - annunciò il Cavaliere di Virgo - "Sotto il suo effetto, sono interdette sia la fuga, che la difesa che l'attacco. Non avrai modo di reagire, mentre estirperò i tuoi sensi uno ad uno! OOOOOOHM... Annullamento dei sensi!!"
Ragas urlò, mentre il suo Mantle di Yama finiva sbriciolato dalla forza mistica di Shaka. Uno ad uno, perdette tutti i cinque sensi: tatto, olfatto, vista, gusto ed udito, e finanche il sesto senso, l'intuizione, per poi accasciarsi al suolo esanime.
I compagni di Ragas, stavolta, compresero che non avrebbero rivisto il Berserker di Yama rialzarsi, e furono presi dal panico, che cercarono di vincere nel modo più folle.
"Ragas... è morto?!"
"Presto!! Attacchiamolo e annientiamolo prima che usi il suo colpo su di noi!"
Come un solo uomo, i guerrieri di rosso corazzati balzarono in aria per avventarsi su Shaka; questi generò una sfera di energia sul proprio palmo, pronto a spazzarli via in un istante, ma non ebbe bisogno di usarla: una pioggia di polvere di stelle annientò i Berserkers rimanenti in un attimo.
"STARDUST REVOLUTION!!!!"
I corpi martoriati ed esanimi dei guerrieri di Ares caddero al suolo, mentre Shaka sorrise, volgendosi in direzione del Cavaliere che aveva lanciato l'attacco, appena comparso sulla scena; era ovviamente Mu di Aries, Guardiano della Casa del Bianco Montone e signore di quei luoghi. Al suo fianco, c'erano anche Aiolia di Leo, Guardiano del Tempio del Leone, e Camus di Aquarius, Custode del Tempio della Giara del Tesoro.
"Grazie per l'aiuto, Cavaliere di Ariete" - disse il Saint di Virgo - "Benchè non ne avessi bisogno"
"Ne sono consapevole" - rispose il sereno Mu - "Ma essendo questa la mia magione, a me toccava l'onere della sua difesa. Mi rincresce di averti dato un simile fastidio."
"Non dirlo, amico mio" - replicò di nuovo Shaka - "Riparare le armature rimaste ha certo consumato molte delle tue energie; provvedere alla difesa del tuo sancta sanctorum era il minimo che io potessi fare per te, specie dopo che mi hai usato la cortesia di restaurare la mia Veste."
"Perdonatemi, compagni" -interloquì Aiolia di Leo "Ma vi sono questioni più pressanti dei vostri convenevoli! E'evidente che un nuovo pericolo minaccia Athena e la pace!"
"Aiolia è al solito poco affabile "- si intromise Camus - "ma ha indubbiamente ragione. Shaka, chi erano questi individui?"
"Si sono autoproclamati Berserkers, i feroci guerrieri al soldo del violento Ares, il dio greco della guerra e dello sterminio." - rispose il cavaliere d'Oro di Virgo.
"Ares il sanguinario" - commentò Mu, con il suo solito fare imperturbabile -" E'questa dunque la nuova minaccia che incombe sul Santuario."
"Se hanno detto il vero "- disse Aiolia, nel cui tono di voce erano palpabili l'ansia e l'agitazione - "non abbiamo un solo istante da perdere! Probabilmente mentre noi parliamo, i nostri compagni al Santuario stanno già affrontando le avanguardie di Ares!"
Camus cercò di placarlo: "Aldebaran e gli altri Cavalieri d'Oro rimasti a guardia delle dodici Case sapranno certamente difendere la Terra Santa; non sono uomini da lasciarsi sopraffare, chiunque sia l'avversario."
"Sono d'accordo" - gli diede manforte Mu - "Benchè ridotti di numero, i Cavalieri d'Oro di Atene respingeranno l'assalto; ciò nondimeno, Aiolia ha colto nel segno: ora che tutte le armature d'Oro hanno riacquisito l'integrità, non v'è motivo di sprecare altro tempo qui."
"Ben detto, Cavaliere di Ariete!" - riprese Aiolia - "Mettiamoci immediatamente in marcia dunque; l'urgenza del momento lo richiede!"
I quattro Cavalieri d'Oro si lasciarono dunque alle spalle l'aspro monte tibetano, dirigendosi verso la Grecia... ove intanto si svolgevano avvenimenti che confermavano in pieno i loro timori.