Capitolo 5
Tisifone nel suo sarcofago di ghiaccio stava per perdere i sensi. La sacerdotessa stava infatti lottando con sé stessa per non perdere la vita per sempre. Non poteva cedere, non in quel momento.
Il freddo stava per sopraffarla, provava un gran sonno…Si stava per addormentare…
"Non ti arrendere! Siamo qui per uno scopo, ricordi?"
La sacerdotessa vide Crystal nella sua mente parlarle in questo modo.
Le immagini successive di Atena, Ioria, Scorpio, Pegasus e gli altri cavalieri di bronzo furono talmente nitide, che sembrava fossero lì presenti insieme a lei.
"Devo farcela, non può essere così dura…"
Tisifone espanse pian piano il suo cosmo, aumentandolo sempre di più. Arrivò quasi al suo stato ultimo…L’aumentò di poco…
SBRANG!
La prigione di ghiaccio si ruppe in mille pezzi. Nonostante il suo sforzo, a Tisifone non parve esageratamente resistente. Quella rotta da Crystal doveva essere sicuramente molto più salda.
La sacerdotessa era stesa a terra, presa dalla debolezza.
Vide per terra i segni dei colpi di Crystal che era riuscita ad evitare. Allontanandosi un po’ vide che un colpo segnava delle lettere. Ed anche gli altri.
Si accorse subito dopo che quelli lasciati dal cavaliere non erano colpi lanciati a vuoto, ma un modo per poter lasciarle un messaggio; lo lesse: "E’ A NORD . ATTRAVERSA LA PARETE…"
Pensò cosa potesse significare, ma non riuscì ad analizzare bene tutto. Cedette e svenne prima di pensare qualcos’altro.
Intanto a Nuova Luxor era finalmente arrivato il momento della partenza e Mylock stava informando i cavalieri sulle ultime disposizioni:
-Partirete tra pochi minuti con un jet della fondazione che vi porterà a Kiev, Kyiv (К
иїв) in ucraino, e da lм vi muoverete sempre in treno: prima passerete la frontiera russa a Kovskij, (Kовский), dove i vostri documenti vi presenteranno come archeologi della fondazione; in seguito vi dirigerete a Novorossiysk, (Новоросси́йск), sulla costa del mar Nero. Ares dovrebbe essersi stabilito lм vicino. Il treno che userete tra Kovskij e Novorossiysk sarà unicamente locale, il che forse vi creerà qualche problema con la lingua e qualche disagio, ma il tutto non può farvi che bene! Ultimamente Milady vi viziava troppo!--Hai detto con un treno locale? Non sarebbe più facile muoversi con la famosa "Vodka Train"? La transiberiana insomma!-intervenne Pegasus.
-Avevo ragione a dire che vi eravate troppo abituati al lusso Pegasus, disgraziato! In ogni caso non è possibile: la transiberiana ha il compito di collegare l’occidente con l’oriente: anche la via più meridionale passa molto lontano dal mar Nero. Per di più i treni che prenderete saranno gli stessi che hanno già preso Crystal e Tisifone, credo che vi sarà più facile rintracciarli ripercorrendo la stessa strada.-
-O forse cercavi semplicemente di risparmiare il più possibile, crapa pelata?!-ribatté il ragazzo divertendosi.
-Come ti permetti ragazzino?!-
Mylock tuonò in una serie di imprecazioni che è meglio tralasciare ed a fatica i cavalieri riuscirono a tenerlo separato da Pegasus, che continuava a fargli boccacce sopra le loro spalle. A calma ritrovata, l’aria che si respirava in quella stanza era molto più leggera ed anche la tensione per la partenza sembrava svanita in una fragorosa risata.
-Ancora una cosa…-aggiunse Mylock tornando serio.
-Che cosa c’è? Mancano forse le raccomandazioni della brava mammina?-rispose Pegasus sempre più divertito.
Mylock respirò profondamente guardando torvo Pegasus, e disse:
-Ho deciso di venire con voi. -
-CHE COSA?!?!?!?-
Esclamarono all’improvviso tutti i presenti strabuzzando gli occhi, a parte ovviamente Phoenix che si limitò ad alzare lo sguardo sorpreso.
-Ho deciso di venire con voi! Siete forse diventati tutti sordi?-ripeté Mylock alquanto irritato.
Silenzio...
-Allora??-Mylock li incitò a parlare.
-Ma Mylock...-iniziò pacatamente Andromeda, ma fu bruscamente interrotto da Asher:
-Non se ne parla proprio!-
-Asher! Non osare contraddirmi!-
-Ma al diavolo Mylock! Non capisci che è tremendamente rischioso? Per non parlare del fatto che ci saresti solo d’impiccio! Si può sapere che cavolo ti è passato per la testa?-rispose il cavaliere dell’Unicorno.
-Sono d’accordo con Asher, Mylock: finiresti solo per crearci problemi! Che cosa diamine pensi di fare?-disse anche Pegasus.
-So benissimo di non potervi aiutare in battaglia ma non posso rimanere qui in panciolle!-fece Mylock agitandosi.
-Perché no? Non ti lamenti sempre di noi quando siamo qui? Goditela finché non ci siamo!-rispose nuovamente Pegasus.
-Voi non capite!-
-Mylock, non abbiamo nessun vantaggio a portarti con noi, anzi! Se hai delle buone ragioni per questa decisione potresti rendercene parte?-intervenne Andromeda.
-Anche tu Andromeda la pensi come loro? Come fate a non capire?! Lady Isabel è come se l’avessi cresciuta io! Anche se non amo i bambini è come se fosse mia figlia! Non posso rimanere qui fermo senza far niente mentre le sta succedendo Dio sa cosa!-
I cavalieri ammutolirono: era la prima e forse l’unica volta che Mylock dimostrava così apertamente un sentimento umano. La sua ligiosità al servizio di Milady era sempre stata impeccabile, ma i ragazzi non avrebbero mai sospettato che quella specie di Himalaya a testa d’uovo avesse un così sincero affetto per la signorina. Mylock dal suo lato era in evidente imbarazzo per essersi lasciato scoprire e stava inutilmente cercando di riprendere il contegno austero che gli era sempre appartenuto.
-In ogni caso non mi fido a lasciavi passare la frontiera russa da soli! Non scorrono buone acque tra ucraini e russi e non oso neanche immaginare che cosa potrebbe combinare una linguaccia lunga come quella di Pegasus alle richieste di un militare russo! Inoltre le informazioni si ottengono sempre più facilmente se si hanno soldi da dare in cambio e in questo momento sto amministrando io i beni di Lady Isabel. Quindi è deciso che vengo con voi. –così dicendo si diresse verso il jet.
Erano tutte scuse, ed i cinque ragazzi lo sapevano benissimo, ma non ebbero cuore di distruggere la recita del "buon" maggiordomo. Con loro era sempre stato un bastardo come pochi, era vero, ma l’affetto per una persona cara è un sentimento caldo che accomuna tutti. Sirio si limitò a scuotere la testa, sconsolato ed in parte anche divertito, alzandosi per raggiungere Mylock che li attendeva alla porta. Andromeda lo seguì prontamente e dopo un’occhiata di assenso tra di loro si avviarono anche Asher e Pegasus, anche se le loro facce erano tutt’altro che convinte o soddisfatte. Rimase solo Phoenix fermo le braccia conserte ad osservare la situazione, e tutti si voltarono a guardarlo per ricevere l’ultimo assenso. Dopo un attimo, mise la giacca scura che aveva in mano e , allontanandosi dal gruppo proferì:
-Non mi fa né caldo né freddo se questo stupido ha deciso di suicidarsi, ma che non si aspetti che gli salvi la vita, e se solo mi causerà dei problemi rimpiangerà amaramente questa decisione! In ogni caso non ho nessuna intenzione di affrontare un viaggio con una persona del genere! Se avrete fortuna ci incontreremo al castello di Ares altrimenti… Bye Bye!-
E così dicendo salutò con il suo solito gesto della mano e dopo pochi attimi sparì dalla vista.
-Forza andiamo! Se non sbaglio il jet ci aspetta! Mica vorremmo arrivare in ritardo?-disse Pegasus scongelando quella situazione.
-Senti chi parla! Sbaglio Pegasus o il ritardatario cronico qui sei tu?-intervenne Andromeda sorridendo.
-Chi, io?? Ma va! Ogni tanto mi è capitato di avere qualche "incidente di percorso", ma sono sempre arrivato praticamente puntuale!-
-Sì, e gli asini volano!-
-E perché no, Andromeda? Un allevatore di asini avrà pure il diritto di trasportarli in aereo, quindi volano! Non ho ragione Sirio?-
Dragone si limitò a sorridere.
Il tempo in aereo e sui vari treni passò veloce. Un po’ scherzarono e parlarono, un po’ dormirono e ci furono anche dei momenti di silenzio, ognuno assorto nei suoi pensieri sull’imminente battaglia o sugli amici ormai sempre più vicini. Perfino la compagnia di Mylock non creò molti problemi alla compagnia, anche se come era ben prevedibile risultò totalmente inutile. Alla frontiera bastarono tranquillamente i falsi documenti forniti dalla fondazione e alle stazioni almeno gli impiegati si arrangiavano con un po’ d’inglese, non causando troppi problemi con la lingua. Unica nota negativa era che con Mylock certo non si poteva sperare di passare inosservati: non per la sua altezza, rimaneva comunque alto, ma la cosa tra i russi non veniva notata molto; più che altro per l’indossabile completo da pinguino che si ostinava a non volersi togliere. Fortuna che almeno all’esterno veniva coperto da una pesante pelliccia…
Ormai erano sull’ultimo treno, in prossimità di Novorossiysk, e gli istanti di allegria erano sempre più rari, soppiantati da discussioni più pratiche sul da farsi all’arrivo. All’ultima stazione Mylock comprò un largo basco, russo suscitando l’ilarità di Pegasus che era più di un quarto d’ora che si divertiva alle sue spalle.
-Basta! Non sopporto più il tuo atteggiamento irriverente! Come se già non bastasse questo treno lercio ed il freddo assurdo a rendermi irritabile! Bada Pegasus, non osare oltre!-
-Oh oh oh! E dimmi un po’ Mylock: cos’è che ti da più fastidio? La stia con le galline al tuo fianco o l’animale che ti porti sulla testa?-
Mylock diventò paonazzo, si alzò bruscamente, facendo morire di spavento le povere galline e l’anziano contadino che era con loro, e minacciò di morte Pegasus se non l’avesse fatta finita al suo ritorno, recandosi poi in bagno lasciandoli soli.
-Forse hai un po’ esagerato, Pegasus!-gli disse Andromeda apprensivo.
-Ma dai! Hai visto com’è ridicolo con quel coso in testa? E poi voi due eravate diventati troppo seri: un po’ di divertimento ci voleva, non è vero Asher?-
-Mpf! Non vedo che cosa trovarci di divertente in un comportamento così infantile! Avevamo argomenti ben più seri di cui parlare!-
-Uffa! Ma avete deciso di fare una congiura contro di me?-
-Ma dai Pegasus! E tu come ci sei arrivato?-intervenne Sirio sarcastico.
-Ah non ti ci mettere anche tu ora Sirio!-
E scoppiarono tutti e quattro allegramente in una risata.
-Guardate un po’: il signorino è già di ritorno…-disse Pegasus indicando Mylock.
-Visto che faccia che ha? Nemmeno avesse visto un fantasma…-affermò Asher scrutandolo.
-Mylock! Che hai? Stai bene?-chiese Sirio preoccupato.
-E’... E’... E’ un’inciviltà insomma!-esclamò sdegnato Mylock.
-Mamma mia! E come mai questo discorso così offensivo?-chiese Pegasus incuriosito.
-Ma giudicate voi! Questo treno non è degno di avere questo nome e basta andare in bagno per averne un’idea anche peggiore! Altro che comunismo!-
Bastò un’occhiata fugace fra di loro, e subito si alzarono tutti insieme per andare a vedere.
-Aspetta qua con Mylock Andromeda!-gli dissero Asher e Pegasus.
-Che cosa?-
-Non ti preoccupare, ti faccio compagnia!-
-Grazie Sirio. -
Asher e Pegasus ritornarono dopo pochi minuti, sganasciandosi dalle risate.
-Forza! Andate a vedere anche voi due!-
Sirio si avviò a dare un’occhiata incuriosito, mentre Andromeda rimase a chiedere spiegazioni ai due amici:
-Ma si può sapere che c’era in bagno?-
-Ah non immagineresti mai Andromeda! Ti conviene andare a vedere!-iniziò Pegasus ridendo.
-Dai provate a raccontare…-
-E va bene! Siamo corsi al bagno e come abbiamo aperto la porta cosa abbiamo trovato? Una fila di water!-
-E allora? Grazie tante!-rispose il cavaliere con ovvietà.
-No no, non hai capito… I water non erano divisi da qualche parete o simile: erano tutti uno accanto all’altro! Tanto che c’erano due signori seduti uno accanto all’altro con le braghe calate che leggevano insieme un giornale!-spiegò Asher brevemente.
-Che cosa?!-
-Sì sì, te lo giuro! Se non ci credi puoi andare a vedere!-
-E il bello è che come abbiamo aperto la porta uno dei due ha alzato la testa, ci ha guardato e ha detto qualcosa tipo Dobri strani e visto che non ci muovevamo ci ha indicato il water libero accanto al suo!-aggiunse Pegasus tenendosi l’addome.
-Dobri strani???-
-A me è sembrato più qualcosa tipo Dabryj d’ienin astranis…-intervenne Sirio tornando.
-Allora l’ ha detto anche a te Sirio?-
-Ve l’avevo detto che era un’inciviltà!-s’inserì Mylock ancora turbato.
-Ma dai Mylock! E’ solo questione di abitudine… Non è per caso che la prima parola che vi ha detto era
Добрый день(Dòbryi d’en’)??-chiese Andromeda dubbioso.-Sì esatto! Era proprio quella! Ma tu come la conosci?-domandò Asher stranito.
-Crystal mi ha insegnato qualche parola, vuol dire Buon Giorno!-
-Ah e così quella specie di orso ti ha insegnato un po’ di russo? Non potevi mica dircelo prima!?-disse Pegasus cambiando argomento.
-Non è un orso! Se provassi a parlargli un po’ di più o anche semplicemente a chiederglielo sono convinto che sarebbe ben felice di insegnarlo anche a te… Qualche volta mi ha detto che siamo i suoi più cari amici. Però in genere dopo è come se si fosse fatto sfuggire una parola di troppo e aggiunge sempre: "D’altronde non potrebbe essere diverso visto che abbiamo mangiato insieme un pud di sale *!" e poi ride…-
-Per favore no! Ho già abbastanza problemi con le lingue che conosco ora… Un pud di sale?? E che cosa sarebbe?-fece Pegasus accigliato.
-Per la verità non l’ ho mai capito!-rispose Andromeda alzando le spalle.
-Ma davvero ogni tanto dice così?-domandò Sirio.
-Certo, ma ogni volta è come se si auto cogliesse di sorpresa e cambia subito discorso o la butta sul ridere…-
-Comunque… L’altra parola che vuol dire?-chiese Pegasus ritornando al discorso lasciato precedentemente.
-Non lo so, ma posso provare a guardare…-
Andromeda tirò fuori dalla tasca un piccolo dizionario e iniziò a sfogliarlo cercando di codificare i suoni che gli avevano riferito gli amici:
-Ecco. Forse ho trovato! Era
иностраннoй (Inastrànits)?--Bravo, era proprio quella! Che vuol dire?-
-Straniero. In poche parole vi ha detto Buon giorno stranieri. Molto incivile Mylock...veramente!-
Ormai mattina, al castello di Ares Crystal era appena giunto al cospetto del dio.
-Добрый день конь! (= Buon giorno cavaliere!) Passato una bella nottata?-
-Добрый день, ho trascorso una notte tranquillissima, la ringrazio. -
Non era affatto vero: era rimasto sveglio tutta la notte a pensare sul da farsi, ogni tanto protendendo i sensi verso i cosmi dei suoi amici, in avvicinamento, e su quello fioco di Tisifone. Era preoccupato. Non aveva la minima idea di come riuscire ad ottenere le informazioni necessarie in tempo, Tisifone sembrava troppo indebolita per giungergli in aiuto, ma se non altro era ancora viva, e soprattutto non era mai riuscito a sentire il cosmo di Atena. Che fosse già troppo tardi? No, non era possibile, altrimenti tutto il "gioco" che stava recitando Ares sarebbe stato inutile. Ma allora dov’era? E soprattutto, in che condizioni era?
-Ne sono felice, così potrai superare la tua prova facilmente. Prima di iniziare hai domande?-esordì Ares scrutando Crystal dall’alto del suo trono.
-No, nessuna. -
-Ne sei sicuro?-
Crystal tentennò; era chiaro che Ares riuscisse a sentire almeno parte dei suoi pensieri. Se avesse negato sarebbe stata una prova di sfiducia, ma di certo non poteva dirgli la verità.
-In verità, avrei una domanda; ma è un po’ ardita e non vorrei risultare indiscreto o peggio non essere degno della sua fiducia. -
-Sentiamo questa domanda allora. -
Crystal sudò freddo, ma si sforzò ad alzare lo sguardo e a celare il più possibile le sue vere intenzioni.
-Mi chiedevo solo come mai le interessi così tanto Atena da muoverle guerra e rapirla. -
Ares tuonò in una fragorosa e cupa risata, che mal si addiceva al suo volto e alla sua costituzione fisica.
-Audace! E impertinente anche… Se non altro mia sorella sa scegliere dei cavalieri con carattere. Ammirevole. Vuoi conoscere il mio interesse nei suoi confronti? Ebbene te lo dirò. Tutta la mia vita fino ad ora, compresa la mia nascita è stata caratterizzata da Atena: mia madre mi diede vita per dispetto a Zeus che la ebbe e come se non bastasse siamo entrambi dei della guerra! Solo che lei si diverte a fare la dea buona, benigna, della guerra astuta e giusta! Ma non esistono guerre giuste… Io invece sono il dio della guerra selvaggia, sanguinosa, violenta fino a meritarmi gli appellativi di Brotoloigos (
Βροτολοιγός), il distruttore di uomini, Andreiphontès (Ανδρειφοντης), l’assassino di uomini, o di Miaiphonos (Μιαιφόνος), colui che è macchiato di sangue. Tuttavia, nonostante tutto sono sempre stato sconfitto da lei, da Atena! Persino durante la battaglia di Troia è riuscita a sopraffarmi con la sua stupida Egida. Alla fine sono sempre stato considerato un suo sottoposto! Il fratellino cattivo da tenere a bada e da cui farsi servire a suo piacimento! Ma adesso basta. Ora ho ottenuto perfino il favore degli altri dei e finalmente la "Guerra Giusta ed Astuta" s’è piegata al mio volere! Con la sua astuzia, Nike, il suo scudo, la mia ferocia, i miei figli ed il mio giavellotto nessuno potrà più fermarci… Sarò finalmente il dominatore incontrastato di questo mondo!-Il cavaliere di Atena non poteva credere alle sue orecchie: come poteva essere riuscito a piegare Atena al suo volere? E aveva detto "figli"? Voleva forse dire che sarebbero stati costretti a misurarsi anche con dei minori e semidei??
-Capisco le sue motivazioni, ma non sarà facile convincere quella dea a darle una mano. -
-Ti sbagli! Atena è già dalla mia parte. Se non ci credi, se supererai le prove ti condurrò da lei. -
-Si trova qui a palazzo?-
-Ma certo, e dove credevi che stesse? Ma lasciamo stare le chiacchiere: la tua prova di fedeltà sarà divisa in due sottoprove. Permettimi di presentarti mia figlia, Pentesilea, a cui ho lasciato l’onere di verificare la tua fedeltà al tuo nuovo Padrone. Pentesilea!-
Una porta laterale del salone reale si spalancò di botto e fece ingresso una ragazza alta dall’incedere maestoso e fiero. Si inchinò di fronte ad Ares e si voltò verso il cavaliere del Cigno. Crystal rimase sbalordito. Davanti a lui si trovava una ragazza bellissima: pelle ambrata, liscia come seta, muscoli dai lineamenti ben definiti e carichi di potenza, ma non troppo marcati; capelli del colore dell’ebano le scendevano mossi e sciolti lungo le spalle; viso ovale, minuto ma ben proporzionato con il resto del corpo dove spiccavano due labbra carnose e soprattutto due occhi verdi, ma così verdi da ricordare i prati primaverili coperti di rugiada. Al contrario delle numerose dicerie sulle amazzoni, la ragazza (forse ventenne) possedeva anche due magnifici seni, floridi e prosperosi. Anche la sua armatura rispecchiava l’aria di regalità e di bellezza della ragazza: di colore bianco, con intarsi azzurri e incredibili riflessi rosso sangue copriva gran parte del corpo, ricordando più un’armatura d’oro che una delle armature che aveva sempre visto indossare alle sacerdotesse. Nonostante la copertura quasi totale appariva molto leggera ed aggraziata, permettendo ogni genere di movimento dagli schinieri al gonnellino ai copri spalle a forma d’ala d’uccello. Il tutto accompagnato da un elmo formato da due ali elegantissime che si chiudevano in cima alla testa, da una faretra munita di frecce ed un arco tutti in argento finissimo, non privi di intarsiature.
-Cavaliere!-
La sua voce, cristallina e abbastanza tipica per la sua età, denotava una fermezza e risolutezza che ben rispecchiavano il carattere dei suoi occhi, ma che allo stesso tempo risuonavano gelidi come un uragano di ghiaccio.
-Mi sono occupata personalmente della tua prova. Ho cercato molte informazioni sul tuo passato ed ho anche scoperto che affrontasti ed uccidesti il tuo maestro per la giustizia ed il volere di Atena. Ho deciso di ripresentarti questa prova per iniziare, l’ hai già affrontata, quindi ti servirà solo da riscaldamento, ma ho saputo che all’epoca il tuo maestro ti aiutò a diventare un cavaliere d’oro, perché credeva in te ed in Atena; ora gli sono state presentate le tue nuove motivazioni, pertanto combatterà per ucciderti e lavarsi di dosso il disonore di averti fatto cavaliere. La prova sarà conclusa solo ed unicamente con la sua morte, ma sappi che anche se lo risparmiassi tornerebbe comunque nell’oltretomba. L’armatura di Aquarius che otterrai diverrà la tua armatura ufficiale al servizio di Ares!-
*
pyд COли CbECTb (modo di dire russo): aver mangiato con qualcuno un pud di sale: si dice di una persone che si conoscono bene, a fondo, per aver vissuto con qualcuno a lungo tempo o per aver condiviso qualche attività. In parte corrisponde al nostro "Mangiare sette salmi di sale con qualcuno". Un pud era un’antica misura russa di peso, pari a circa 16,38kg.