Capitolo 2

Tutti si erano preparati ad una rivelazione del genere durante il discorso. I cinque cavalieri estesero a loro volta il proprio cosmo, ma fu troppo tardi. Sergey e Dimitrij, li colpirono uno dopo l’altro facendo perdere loro i sensi. Nel trambusto portarono via la dea, che cercò invano di ribellarsi.

Riprendendosi i ragazzi si accorsero della sparizione dei due, ma soprattutto del fatto che all’appello mancava Lady Isabel.

-Dov’è Lady Isabel? ? -si chiese allarmato Pegasus.

-Atena!-la chiamarono Phoenix e Andromeda.

-Inutile cercarla, la realtà ci si presenta sotto gli occhi ragazzi: Milady è stata rapita…-li interruppe Crystal.

In quel mentre varcò la soglia Mylock accompagnato da Tisifone.

-Tisifone!Che ci fai tu qui? -chiese Pegasus sorpreso.

-Dov’è Atena? -domandò lei non curandosi della domanda di Pegasus.

-E’ appena stata rapita…-rispose Sirio.

-Come immaginavo, non siete riusciti a fermare Sergey e Dimitrij…-disse esasperata la sacerdotessa.

-Che cosa sai? -chiese Crystal cercando di capire.

-Da qualche giorno al Grande Tempio accadono misteriose sparizioni!I cavalieri d’oro non sono più alle rispettive case. Io e Castalia eravamo le uniche rimaste…-iniziò Tisifone.

-Che vuol dire? Dove sono andati tutti? -domandò Andromeda.

-E dov’è Castalia? -aggiunse Pegasus.

-Lei ora è andata in avanscoperta in Russia. Dove risiede Ares in questo momento. Ed è lì che sto andando anch’io. –

-Aspetta un momento: come facevi a sapere di Sergey e Dimitrij? -chiese Sirio dubbioso.

-Sono passati anche al Grande Tempio, ma non hanno trovato nessuno…-rispose fermamente Tisifone.

-D’accordo, andiamo allora. Che stiamo aspettando? ? -concluse Pegasus convinto.

-Aspetta Pegasus. Non mi sembra saggio recarci tutti insieme in un luogo del tutto sconosciuto senza aver prima fatto una ricognizione del posto. D’altronde io mi muovo bene in quei luoghi, potrei andare con Tisifone e voi ci raggiungerete più tardi. –ribatté Crystal.

-E noi dovremmo stare qui con le mani in mano ad aspettare che anche voi vi facciate prendere? ? -rispose Pegasus imperterrito.

-Pensavo ci dessi più fiducia, Pegasus. Di sicuro cercheremo di non farci scoprire, tu che dici? -Crystal accennò un vago sorriso di sicurezza, ma in lui non ce n’era poi così tanta. Era molto coraggioso e sicuro di sé, questo è vero, ma non voleva rischiare di sottovalutare il pericolo. Si trattava del dio Ares; il dio della guerra, con a seguito sicuramente dei cavalieri molto valorosi, come i due che gli avevano portato via la loro dea.

-E sia. Noi aspetteremo qui qualche giorno prima di raggiungervi. -intervenne deciso e secco Phoenix riprendendosi dal suo letargo verbale.

-Arriverete in aereo fino in Russia e lì vi dovrete muovere in treno. Non c’è alternativa…-decise Mylock per loro.

Pegasus dal suo lato cercava di dissuaderli, non troppo convinto della decisione presa.

-Credete di farcela? -chiese Phoenix serio guardando fisso negli occhi azzurro ghiaccio di Crystal.

-Spero proprio di sì, Phoenix. Ora andiamo. –

Con ciò i due salutarono tutti e partirono per la missione.

"Ed eccoci in avanscoperta..."

Pensò il cavaliere del Cigno; ormai erano in treno da quasi una giornata intera e cominciava a sentire la mancanza di tutto quel lusso soffocante della villa. Avevano preso vestiti tipici della zona e un posto in terza classe in un treno che c’era da stupirsi se non deragliava. Per di più la compagnia non era proprio quella desiderata per non dare nell’occhio: una maschera di metallo non è proprio una consuetudine tra le contadine della zona, già era anormale trovarne una con i pantaloni...

"E noi dovremmo stare qui con le mani in mano ad aspettare che anche voi vi facciate prendere? ?

Credete di farcela? "

No, non lo credeva sicuro, ma di certo non poteva far partire loro. Chissà cosa avrebbero trovato una volta arrivati e ormai era inverno; il clima in Russia non è certo rigido come in Siberia ma comunque è bene sapersi muovere. Senza contare che i russi dei piccoli villaggi non sono sempre ben disponibili verso gli stranieri...

Crystal era agitato e nervoso, su di questo non c’erano dubbi. Chiunque fossero stati quei cavalieri di certo non avevano brillato in intelligenza ma in quanto a forza...

Per non pensare a chi poteva aver rapito i cavalieri d’oro al Grande Tempio. Sorprendere Virgo aveva più del miracoloso che dell’impossibile. Ed anche Milady era stata rapita... Sotto il loro naso... Di nuovo.

Come se tutto questo non bastasse si trovava a dover viaggiare fianco a fianco con una perfetta sconosciuta, che tra l’altro non gli era mai piaciuta: troppo violenta e aggressiva, fredda e impulsiva e anche piuttosto antipatica. Ok, poteva ammettere che era di idee un po’ maschiliste riguardo alle donne: già che una ragazza fosse una sacerdotessa non si presentava proprio come suo tipo ideale, ma c’era modo e modo di esserlo. Nemes, lei era una sacerdotessa simpatica e sensibile, ma Tisifone…Se non avesse confessato il suo amore a Pegasus avrebbe quasi pensato che avesse "altri gusti" in questione d’amore... Niente da ridire comunque.

Tutti questi pensieri alla fine sfociarono in un ricordo dolce: una bella principessa di un mondo lontano...

Dal canto suo Tisifone non se la passava molto meglio: aveva preso in considerazione l’ipotesi di viaggiare con Pegasus e gli altri ma non certo con quello lì. Di sicuro non da sola con quello lì… Ma dico, aveva persino cercato di convincerla a indossare una gonna... Tanto valeva che si mettesse a vendere fiori a volto scoperto. Ma chi si credeva di essere? Era già tanto se aveva accettato la sua compagnia e non si poteva permettere quella certa aria di sfacciata superiorità da "signorino so tutto io". Nemmeno le avesse rivolto una parola ogni tanto, no. L’unico accenno verbale era stato qualche freddo "grugnito" ogni tanto e sempre sentenziale o perentorio. Chissà come faceva Pegasus, il suo Pegasus, a provare amicizia per un tipo così. Fosse stato per lei, l’avrebbe di certo rimandato in mezzo a quegli orsi dai quali proveniva e a cui tanto assomigliava.

E poi anche quel treno…Che bisogno c’era? Andavano lì, buttavano giù qualche testa ed il gioco era fatto. Beh, probabilmente non sarebbe stato così semplice, anzi... Ma di sicuro non c’era alcun motivo per indossare quei cenci e soprattutto per essere su quel treno…

C’era gente letteralmente ovunque, che russava, urlava, giocava a carte, mangiava, litigava e chi più ne aveva più ne metteva. Bastava pensare ai loro "vicini" (o meglio: a quelli sopra di loro): un vecchietto con più pelle che ossa che fumava un qualcosa di pestilenziale da quando erano partiti, uno studente piuttosto allegro e brillo che avevo persino provata ad avvicinarla e ad importunarla con un braccio intorno alla spalla con la scusa di offrirle qualche schifezza che stava mangiando…

Ed il bello era che il suo "accompagnatore" l’aveva pure mangiata con gusto. Ma chissà con che cosa era stata fatta…

Neanche bastasse oltre a quei due c’era una donna con cinque bambini urlanti e piagnucolanti di cui uno ancora in fasce che non aveva smesso di piangere da quando erano saliti…

Un fatto positivo fra tutta quella gente c’era: in quel treno sporco e da rottamare mancava anche il riscaldamento: sicuramente sarebbe gelata da un pezzo se non fosse stato per quel poco di calore animale.

Insomma, Ares doveva aver avuto un buon motivo per farle sopportare tutto questo o gliel’avrebbe fatta pagare… Oppure in alternativa se la sarebbe presa con quel bell’imbusto del cavaliere del Cigno che nemmeno si preoccupava di tradurle qualche discorso.

-Eccoci, siamo arrivati. Seguimi. –Crystal rivolse solo queste parole alla sacerdotessa mentre scendeva dal treno.

-Senti "cavaliere", è arrivato il momento che io e te facciamo un bel discorso!-fece Tisifone seguendolo.

-Mi chiamo Crystal, e sicuramente ora non è il momento di parlare…-rispose lui brusco continuando a camminare.

-Ti fermi un momento? ? -esclamò irritata la ragazza.

Crystal si fermò e si girò lentamente:

-Che c’è? -chiese calmo cercando di controllarsi.

-A nessuno dei due piace essere insieme…Ma per collaborare devi assolutamente smetterla di dirmi cosa devo fare e basta. So cavarmela da sola!-

Il cavaliere del Cigno la guardò per un po’, poi rispose:

-C’era bisogno di fermarci per questo? -

Alzò gli occhi al cielo e riprese a camminare, ma poco dopo si fermò vedendo che Tisifone non lo stava seguendo.

-E ora che hai? Perchè non vieni? ? -le chiese esasperato.

-Mi dispiace "cavaliere", ma io vado per conto mio. –

-Che stai dicendo? Avanti, andiamo. –

-Ci vediamo al villaggio Crystal!-

-Non ti lascio andare da sola, potresti finire nei guai…-si pose in modo apprensivo il ragazzo.

-Non ci provare nemmeno!Ti ho già detto che so cavarmela da sola, non dimenticare che sono una sacerdotessa, "biondino"!-

-Ma ti stai comportando come una ragazzina!-

Tisifone non rispose, ma si scagliò sul cavaliere:

-COBRA INCANTATORE!-

Crystal evitò il colpo della sacerdotessa con prontezza di riflesso.

-Ok!Fa come ti pare!-concluse Crystal rassegnato.

Tisifone gli lanciò uno sguardo gelido (anche se lui non poté vederlo per via della maschera) e prese la strada opposta.

Crystal, però, non aveva alcuna intenzione di lasciarla da sola, era pur sempre un cavaliere, così la seguì senza farsi notare.

Lungo il cammino fra le nevi, la mente di Tisifone fu attraversata da una miriade di pensieri; ognuno negativo nei confronti di Crystal.

"Ma chi si crede di essere il biondino? ? Ragazzina io? ? Non ha proprio capito con chi ha a che fare…Io non sono la principessina da salvare, né tanto meno una ragazzina che fa esattamente quello che gli si dice! Se quando lo rivedrò rinizierà giuro che nessuno lo salverà dalla mia ira…Possibile che sono stata così sfortunata? ? Non poteva venire Pegasus? Mi sarei trovata cento volte meglio, ma sicuramente anche con gli altri! Meno male che me lo sono levata di torno… Che diavolo pensa? ? Che siccome ha quel bel faccino tutti lo devono seguire e venerare? La regola varrà per qualcun'altra, ma sicuramente non per me!"

Presa dalla frustrazione e dalla rabbia Tisifone calciò un bastone con tutta la sua forza.

Dietro di lei Crystal, ben accorto a non farsi vedere, osservò il suo gesto, ma non i suoi pensieri…Altri attraversavano la mente del cavaliere del Cigno.

"Ma che le prende? ? Io l’ho sempre detto che quella è sclerotica… Proprio lei doveva venire in missione con me? Se riuscissi a capire che diavolo le passa per la testa potrei anche andarle incontro, ma così… Mi sembrano davvero i capricci di una ragazzina! Non lo capisce che non siamo venuti qui in vacanza? ? Non siamo qui per rapportarci, ma per salvare Atena… Ha forse intenzione di farlo da sola? ? Spero solo che cambi idea il prima possibile…"

Mentre fra Crystal e Tisifone si creava qualche divergenza, a Nuova Luxor la situazione non era molto diversa.

Pegasus scendeva le scale convinto ad uscire. Andromeda, non capendo le intenzioni dell’amico, iniziò il discorso:

-Pegasus! Dove stai andando? -

-Raggiungo Crystal e Tisifone ragazzi… E non provate a fermarmi!-

-Che cosa? Non capisco… Pegasus fermati!-ribatté Andromeda preoccupato.

Sirio, da un lato della sala, le braccia conserte, decise che quello era il momento adatto per intervenire; conosceva fin troppo bene Pegasus, ragione per cui sapeva come si sentiva:

-Non è nella natura di Pegasus restare con le mani in mano attendendo che altri compiano anche il suo lavoro… Non è così? -

-E’ saggezza orientale la tua o ti ho dato modo di conoscermi troppo bene? -fece Pegasus irritato.

-Pegasus!-Andromeda ammonì l’amico per il suo modo brusco.

-Scusate. Il fatto è che Sirio ha ragione…Non ce la faccio proprio a restare qui in attesa!-rispose Pegasus abbassando lo sguardo.

-Non sei l’unico Pegasus…Ma abbi la forza di farlo. E’ necessario…-disse Sirio saggiamente.

-Ne sei sicuro? Sono passati già due giorni! In questo momento Crystal e Tisifone potrebbero essere nei guai!E noi siamo qui ad aspettare che cosa? -

-Devi avere più fiducia in Crystal. E’ capace abbastanza da poter difendere lui e Tisifone. –intervenne Andromeda pacato.

-Anche se non credo che la sacerdotessa abbia molto bisogno di protezione…-aggiunse Sirio accennando un vago sorriso.

-D’accordo…Forse avete ragione. –si arrese Pegasus rispondendo al sorriso dell’amico.

-Che succede qui? -Asher era appena arrivato seguito da Phoenix.

-Unicorno? ? Tu che ci fai qui? -domandò Pegasus un po’ seccato.

-Sta calmo "cavallino"!Mylock mi ha detto di seguirvi nella missione appena partirete…-

-Che cosa? ? E a che ci servi, scusa? -ribattè Pegasus alquanto brusco.

-Evidentemente vi servono rinforzi, visto che fra voi manca un cavaliere ed io ho tutte le capacità necessarie per sostituirlo. Quindi poche arie Pegasus!-disse Asher in malo modo.

-Tu non sostituisci proprio nessuno Asher!Forse hai inteso male…-

-Vi servirò per la missione…Come farete solo in quattro? -

-In sei, noi saremo in sei!Crystal e Tisifone sono andati avanti apposta per spianarci la strada, non per farsi catturare! Quindi non c’è alcun bisogno di te!-

-Pegasus, non pensi che ci potrebbe essere utile l’aiuto di Unicorno? Sii realista. E’ possibile che Crystal stia per essere scoperto ed un cosmo al suo posto sarebbe bene averlo. Può anche essere che Crystal sarà con noi appena lo raggiungeremo, questo vuol dire solo che avremo un po’ di forza in più. In fondo si tratta del dio Ares, non di una persona qualsiasi!-Phoenix come al solito intervenne cessando il suo silenzio e creando un po’ di scompiglio.

-Phoenix!Come fai a parlare così? ? Crystal non verrà scoperto, ok? ? -replicò Andromeda.

-Tuo fratello ha ragione Andromeda. Confido molto in Crystal, ma se viene anche Unicorno avremo solo della forza in più e non è male…-disse anche Sirio.

-Due contro due, cosa facciamo? -domandò Asher irritato per la conversazione a suo sfavore.

Pegasus e Andromeda si guardarono, per poi volgere lo sguardo agli altri due. Si videro costretti ad accettare la proposta:

-E sia. Verrai con noi, ma comincia ad allenarti da adesso Asher. Ti servirà tutta la forza del mondo per combattere con Ares. –sentenziò Pegasus.

-Mi serve solo la forza che ho. E il discorso dovrebbe valere anche per voi. –rispose sulla difensiva il cavaliere dell’Unicorno.

Tutti annuirono ed abbandonarono l’ingresso per allenarsi in attesa della partenza.