Capitolo 1

Arrivati a palazzo, Mylock li accolse dicendo:

-Milady, c’è un affare da sbrigare per la cena di domani sera…Ehm…Pegasus, i tuoi amici sono in salotto…-

-Io sto bene Mylock, e tu?Anch’io sono contento di rivederti!-fece sarcastico il ragazzo per far notare il suo disappunto a Mylock. In seguito aggiunse:

-Ci vediamo dopo Milady allora…-

Vedendola annuire, Pegasus raggiunse i compagni. Entrando vide che tutti e quattro stavano parlando animatamente (a parte Phoenix che era seduto in disparte) e, appena lo videro, lo salutarono calorosamente.

Crystal non poteva essere più felice di stare fra loro. Un pensiero bello e indimenticabile gli attraversò la mente, mentre vedeva che Pegasus si univa alla conversazione con le sue solite battute:

"Adesso sono a casa!"

Il giorno dopo fu abbastanza divertente per i cinque amici; tutti si svegliarono alla buon ora per fare un salto all’orfanotrofio, dove rimasero quasi tutta la giornata. Verso il tardo pomeriggio però, tornarono a palazzo per prepararsi ad accogliere gli ospiti di Lady Isabel.

Ognuno andò quindi nella sua stanza. Crystal però, non amava molto restare lì senza far nulla, così decise di uscire per una corsa; un po’ di moto gli avrebbe fatto solo del bene.

Senza dire niente agli altri si ritrovò fuori, nell’aria notturna e fresca di Novembre. Incominciò a correre sentendo il vento che gli carezzava dolcemente il viso e Crystal assaporò appieno quel momento di pura libertà: si sentiva felice, malgrado tutto.

Rimase fuori per circa un’ora e, rientrando, sperò che gli altri non si fossero accorti della sua assenza magari preoccupandosi per lui.

Stranamente, invece, sentì un innato silenzio, così dopo essersi cambiato decise di perlustrare ogni stanza in cerca degli amici. Cercò dappertutto, ma non li trovò così la preoccupazione sorse in lui invece che a loro. Girando per gli innumerevoli corridoi pensava:

"Ma dove sono finiti tutti quanti??"

Iniziava ad essere stanco. Odiava rimanere alla villa: sempre troppo caldo, anche in inverno, arredamento decisamente troppo lussuoso per i suoi gusti e, in verità, non gradiva molto la compagnia...La maggior parte almeno.

Era sempre stato a disagio in quel posto, come un pesce fuor d’acqua, fin dalla prima volta. Lui era un russo ed un russo cristiano per giunta. Di certo questo non l’aveva favorito in un paese in cui l’orgoglio nazionale era fin troppo presente e valorizzato…Inoltre c’era lingua diversa e di certo finora non si era mai sentito di un cavaliere di Atena cristiano.

Ad ogni modo, a salvarlo da quella situazione c’erano i ragazzi; con loro era diverso. Forse…Almeno ci sperava.

Incredibile a dirsi, questa volta persino Phoenix era presente: evento troppo raro per lasciarselo sfuggire…

L’ultima volta che era partito gli erano mancati molto i suoi amici anche se non l’avrebbe mai ammesso (figurarsi se lo scopriva Pegasus…). In fondo loro erano i suoi amici, anzi, di più: erano amici fraterni! Li sentiva veramente come se fossero la sua famiglia...Un sogno se non fosse stato per le circostanze…

Ma in questo momento difficilmente li avrebbe lasciati vivere; lo stavano facendo decisamente preoccupare e se fosse stato uno scherzo, non l’avrebbe trovato affatto divertente.

Passando davanti all’ufficio di Lady Isabel, finalmente sentì delle voci, ma in russo:

-Ti ripeto che è ora!-

-No, non ne sono convinto. Ci sono troppi cavalieri, rischiamo di fallire!-

A Crystal sorse spontanea una domanda; pensò fra sé e sé:

"Russo? Com’è possibile? Qui sono l’unico che lo parla!"

Così si avvicinò curioso alla porta per ascoltare la conversazione(che avveniva sempre in russo):

-Il signor Ares rischia di arrabbiarsi se non ci muoviamo Сергей!- (=Sergey)

-Sempre meglio di un affrettato fallimento, mio caro Димитрий!- (=Dimitrij)

Eh sì. Era proprio russo…

Non avrebbe dovuto rimanere lì ad origliare, né tanto meno socchiudere la porta, questo Crystal lo sapeva bene, ma la curiosità vinse sul suo buon senso.

Dallo spiraglio della porta Crystal riuscì a vedere Milady seduta alla scrivania circondata da Andromeda e tutti gli altri.

"Ecco dov’erano finiti quei miserabili…"

Pensiero fulminante quello di Crystal, accompagnato da qualche epiteto non proprio carino, ma fu di breve durata; infatti il ragazzo si soffermò subito ad osservare i volti dei suoi amici e della sua dea, che lasciavano trapelare agitazione e disagio.

"Chi può essere in grado di mettere a disagio uno come Pegasus?" si chiese il biondino.

Milady si mostrava impeccabile, come sempre, in un tailleur grigio perla (grazie a Phoenix, che con un commento poco carino le aveva fatto smettere di indossare quelle specie di "tende" che usava prima), ma il viso era segnato da un disagio che forse mostrava per la prima volta.

Sirio alzò il viso verso la porta, come al solito vedeva più degli altri, nonostante dopo la battaglia contro Nettuno fosse tornato cieco.

Crystal gli rivolse subito un caldo sorriso ed un cenno di saluto, spesso si chiedeva se fosse inutile, ma il sorriso di Sirio di risposta fugò nuovamente ogni suo dubbio. Così Crystal decise di bussare ed entrare, visto che da lì non riusciva a vedere l’altra parte della stanza e il continuo vociare in russo sommesso che sentiva non lo tranquillizzava né punto né poco.

-Ah, guarda un po’ chi c’è! Finalmente ti degni di farti vedere!Si può sapere dov’eri? A questo punto pensavamo che te ne fossi tornato dai tuoi orsi…-

Crystal evitò di rispondere verbalmente a Pegasus, ma non lo privò di un’occhiata fulminea. In fondo era già una pessima battuta senza dover far precipitare le cose. Andromeda scosse la testa ridacchiando rassegnato, mentre a Phoenix scappò un mezzo sorriso ironico; evidentemente a lui la battuta non era dispiaciuta poi tanto.

-Buongiorno!-disse poi Crystal facendosi vedere.

Il volto di Milady si distese nello stesso istante in cui vide il cavaliere del cigno e ci mancò poco che non gli andasse immediatamente incontro.

- Crystal! Che sollievo vederti!Abbiamo proprio bisogno del tuo aiuto .-

Lady Isabel si alzò dalla sua scrivania andandogli incontro e, quando gli fu distante pochi passi, si voltò presentando con un elegante gesto della mano i due sconosciuti seduti sul divano, che fino a quel momento avevano continuato a parlottare tra loro concitatamente.

Crystal non aveva potuto fare a meno di squadrarli: indossavano vesti tipiche della Russia del sud, che in origine non dovevano essere prive di una certa eleganza, ma che ora si presentavano logore, sgualcite e sporche, come se fossero state indossate durante un viaggio molto lungo e neanche dei più confortevoli. Spostò lo sguardo sui loro volti: occhi e capelli castani, zigomi alti, ma non troppo accentuati, barba incolta ed ispida. Più o meno sui vent’anni e presentavano numerose ferite sul viso e sulle mani, anche se non sembravano profonde.

Non senza una punta di malizia, Crystal si ritrovò a pensare alla faccia che avrebbe fatto Mylock, se avesse visto due simili persone comodamente seduti sul divano e gli stivali infangati che sporcavano il pavimento. Le migliori espressioni, però, sembrava riservarle sempre per Pegasus…

-Questi sono Sergey e Dimitrij. Da quel che sono riuscita a capire, il loro villaggio nei pressi del Mar Nero è stato attaccato e conquistato dal dio Ares. Loro sono riusciti a scappare in quanto semplici contadini e si sono diretti al Grande Tempio, che li ha mandati qui. Mi lascia un po’ perplessa il fatto che Virgo o Mur non siano riusciti ad avvertirmi in nessun modo, comunque confido che tu possa capirci qualcosa di più .- spiegò brevemente Isabel al ragazzo.

"Milady ha ragione ad avere dei dubbi. I vestiti che indossano sono molto rovinati, è vero, ma dovevano appartenere a tutt’altro ceto che a quello contadino…Per di più le mani ed il volto presenteranno anche qualche taglio, ma non c’è alcuna traccia di calli; non credo che abbiano mai lavorato manualmente. Anche il viso non sembra quello di un contadino; deve essere stato esposto raramente al sole. E in ogni caso al Grande Tempio non li avrebbero mai indirizzati qui senza accompagnamento o anche solo una lettera ed un cambio d’abiti."

Crystal, dopo essersi chiesto tutto ciò, cercò con lo sguardo gli altri: Andromeda e Pegasus sembravano non notare alcunché di sospetto. Phoenix se ne stava appoggiato ad una parete con gli occhi chiusi, la testa bassa ed un’espressione indecifrabile in volto(era già molto il fatto che fosse lì, chiedere collaborazione sarebbe stato troppo…). Sirio sembrava l’unico leggermente preoccupato.

-Buongiorno signori!-si espresse dopo una lunga pausa il cavaliere del cigno in russo.

Si era limitato a salutarli, ma l’espressione allarmata dei loro volti si accentuò appena si sentirono rivolgere la parola in russo. Ci fu un attimo di silenzio, poi i due "ospiti" si scambiarono un’occhiata di tacito accordo ed inscenando false facce di esaltato sollievo, esplosero a parlare contemporaneamente, quasi come un fiume in piena.

Ripeterono a Crystal quello che dovevano aver già raccontato in precedenza, perché non aggiunsero molti dettagli a quel che già si sapeva, così finirono per essere zittiti a fatica (e a forza) da Crystal, che aveva deciso di interrogarli a modo suo:

-Dite un po’, da quando un contadino del Mar Nero si può permettere una fibbia con uno stemma d’oro?-chiese sempre parlando in russo.

"Centro!"

Pensò il cavaliere, ed infatti i suoi due interlocutori impallidirono fino a sembrare marmorei. In seguito calò un nuovo silenzio, più ricco di tensione.

-Ma si può sapere cosa hai detto? Se avessero visto un fantasma probabilmente avrebbero una faccia migliore!-intervenne Pegasus che, come gli altri, non aveva capito una parola.

Crystal guardò di sottecchi l’amico, poi si voltò e si appoggiò in silenzio con le spalle al muro, incrociando le braccia al petto.

-Non mi convince affatto la loro storia; hanno tutto tranne che l’aspetto di contadini. Mi sono limitato ad esporre uno dei miei dubbi. –rispose Crystal soddisfatto.

-A quanto pare hai capito tutto…-commentò sottovoce Andromeda, mentre Phoenix dimostrò un po’ più di attenzione aprendo gli occhi per osservare i due "ospiti" in piedi davanti al divano.

-Come sarebbe a dire??-

Pegasus si era messo in allerta ed anche Milady ebbe un piccolo sussulto, senza per altro manifestare visibile stupore. Crystal ignorò completamente l’amico e continuò il discorso con gli "ospiti" nella sua lingua:

-Allora?Staremmo aspettando una risposta…-

-Ehm…Beh…-

-Pensavamo solo che avreste aiutato più volentieri dei semplici contadini piuttosto che degli

aristocratici…non proprio "corretti". -

A parlare era stato Dimitrij. Ogni traccia di timore era completamente scomparsa dal suo volto ed anzi, ora ostentava un’acida sfrontatezza, cosa che infastidì non poco il santo del cigno.

-Ah sì?Allora vogliamo parlare del perché avete mentito riguardo al Grande Tempio?O forse preferite spiegarci quale missione vi ha affidato Ares?In fondo prima sembravate avere tanta fretta di eseguirlo, potremmo darvi una mano…-

-Non mi aspettavo che Atena potesse avere dei cavalieri così infimi da origliare di nascosto le conversazioni altrui. Vorrà dire che vi insegnerà il grande Ares un po’ di buone maniere!E in quanto al suo piano, beh…Permetteteci di mostrarvelo personalmente. Per ringraziarvi dell’ospitalità!-

Mentre Dimitrij parlava, sia lui che Sergey avevano aumentato un cosmo tenuto sapientemente celato fino a quel momento e lo esplosero appena finirono il discorso.