L’AQUILA E IL LEONE
By Cheshire Cat
NOTA: La mia storia si basa sulla storyline del manga e non tiene quindi conto della saga di Asgard, finirà dopo la serie di Ades (in cui i cavalieri combattono contro il dio dell’oltretomba).
CAPITOLO I
La battaglia era finita, la giustizia aveva trionfato grazie al coraggio dei Bronze Saint.
La pace regnava nuovamente sul Santuario di Atena.
Ma la vittoria aveva un sapore amaro…. Le perdite subite erano state gravi e tragiche: Camus dell’Acquario, Shura del Capricorno, Death Mask del Cancro, Aphrodite dei Pesci…. e Saga….
Angelo e diavolo nello stesso corpo, bene e male incapaci di fondersi ed equilibrarsi.
Quante tragedie si sarebbero potute evitare se il vecchio Grande Sacerdote avesse palesato i suoi dubbi sul cavaliere dei Gemelli….prima tra tutte la morte del Sacerdote stesso e poi Aiolos….
Il coraggioso cavaliere del Sagittario che per anni era stato creduto un traditore.
Forse anche le sofferenze dei Bronze Saint….no!… quelle purtroppo erano parte del loro immutabile destino di Cavalieri di Atena.
A questo pensava Saori Kido, incarnazione della dea Atena, mentre assisteva alle esequie dei defunti Cavalieri d’Oro. Attorno a lei erano riuniti tutti gli abitanti del Santuario sopravvissuti alle battaglie degli ultimi mesi: i Gold Saint rimasti le avevano chiesto perdono e giurato fedeltà e tutti gli altri avevano seguito il loro esempio. Tutti avevano sul volto espressioni di tristezza e rammarico, soprattutto Aiolia di Leo, che essendo il fratello di Aiolos era stato particolarmente colpito dalle ultime rivelazioni e dal crudele gioco mentale che Saga, l’ex migliore amico di suo fratello, gli aveva inflitto per impedirgli di rivelare la sua impostura.
Doveva essere stata dura per lui crescere solo, come il fratello di un traditore…l’aveva visto in lui per un attimo quella sera in cui si era presentato a prendere l’armatura del Sagittario e uccidere Seiya….Seiya… lui e i suoi fratelli giacevano all’ospedale coperti di ferite, vivi per miracolo.
Come avrebbe voluto fare qualcosa per rimediare all’infanzia infernale che avevano dovuto sopportare a causa sua… perché lei potesse sopravvivere e prendere il posto che le spettava.
Guardò verso Marin dell’Aquila, la maestra di Seiya, il volto mascherato che non poteva dare segni del dolore che la ragazza provava. Saori però poteva sentirlo irradiarsi da lei: anche la guerriera era molto preoccupata per Seiya e i suoi amici, avrebbe voluto poterli aiutare di più.
Un’idea balenò improvvisa nella mente di Saori "forse dopotutto c’è qualcosa che posso fare con l’aiuto della persona giusta" pensò la giovane Dea, sorridendo tra se per la prima volta da giorni.
La cerimonia era finita… i defunti erano stati seppelliti ed ora ognuno tornava ai suoi compiti: c’erano molte cose da fare per riparare i danni causati nella battaglia delle 12 Case.
Marin dell’Aquila tuttavia era molto riluttante a tornare ai suoi doveri ed indugiava nel giardino accanto al tempio di Atena… aveva così tante cose per la testa e tutte alquanto deprimenti, prima tra tutte il fatto che Seiya era ancora in coma. Come se le avesse letto nel pensiero, una voce alle sue spalle la riscosse dicendo:
«Vedrai che ce la farà! Quel ragazzo è troppo testardo per morire»
«Aiolia!» Lo salutò la ragazza riconoscendo subito la sua voce
«Non dovresti perdere tempo con i miei malumori, hai già abbastanza cose a cui pensare»
Il cavaliere sorrise amaramente «Già, ho solo l’imbarazzo della scelta! Ma forse proprio per questo preferisco pensare ai guai altrui, tanto ai miei non c’è rimedio, appartengono al passato e non posso fare altro che accettarli e andare avanti al meglio»
Impulsivamente lei gli strinse il braccio «E’ vero, appartengono al passato, ma questo non vuol dire che facciano meno male! E ricorda che non sei solo: se hai bisogno di aiuto sai dove trovarmi»
Il ragazzo le prese la mano e se la portò alle labbra mentre le sorrideva con calore.
«Ero venuto per consolarti e alla fine sei stata tu a tirare su me!»
Marin intanto per una volta ringraziava la sua maschera, che gli impediva di vederla arrossire: nessuno le aveva mai rivolto un gesto del genere, e quel sorriso poi! Imbarazzata ritrasse di scatto la mano e se ne andò dicendo che aveva delle cose da sbrigare.
Aiolia rimase a guardarla allontanarsi sorridendo tra se. Marin gli era sempre piaciuta… forse perché era l’unica che non l’aveva mai evitato negli anni che erano seguiti alla morte di suo fratello, segnati dall’ostracismo generale del santuario nei suoi confronti. "Probabilmente perché anche lei era un’emarginata" Pensò il cavaliere: era unica orientale che fosse mai entrata nel Santuario prima di Seiya e si era dimostrata migliore di moltissimi greci ed europei, conquistando addirittura un Silver Cloth! E per di più era una donna! "Abbastanza da far rivoltare nella tomba i vecchi sacerdoti!" si disse sarcasticamente.
"Amici… ma siamo poi solo questo?" A quel pensiero Aiolia si riscosse dandosi dello stupido "certo che siamo solo amici, che vado a pensare! Però non posso negare di sentire qualcosa di più…basta! Se sapesse ciò che sto pensando Marin non mi rivolgerebbe più la parola" E tornò al suo Tempio irritato con se stesso.
Di pattuglia nella zona opposta del santuario, Marin stava pensando alla stessa cosa dandosi dell’idiota
"Certo che siamo solo amici! Che altro ci dovrebbe essere?! Però devo ammettere che quando sono con lui mi sento serena come con nessun altro, nemmeno Seiya che è sempre stato come un fratello per me…E poi oggi il suo tocco mi ha così elettrizzata…"
I suoi pensieri furono interrotti dall’arrivo di un messaggero
«La Dea le vuole parlare e l’attende ai piedi delle 12 Case Cavaliere dell’Aquila!»
Marin si lanciò di corsa, chiedendosi cosa volesse da lei Atena.
Saori Kido sedeva pensierosa sotto un albero nel giardino accanto alla prima casa, sorvegliata da Mu dell’Ariete; molti si sarebbero stupiti a vederla così, ma lei era abituata a fare ciò che voleva senza curarsi della disapprovazione altrui. Si riscosse sentendo arrivare la guerriera dai capelli rossi, e l’invitò con un cenno a sedersi accanto a lei. Marin s’inchinò dicendo:
«Sono ai vostri ordini Milady» e accettò l’invito a sedersi.
«Marin» esordì Saori «Seiya ha parlato molto di te e ho capito che siete molto legati… lui pensa addirittura che tu possa essere sua sorella, tranquilla, so che non è così» disse prevenendo l’intervento dell’altra ragazza «vedi io…. Vorrei fare qualcosa per lui, per ripagarlo dei suoi sacrifici…. una volta gli promisi che tramite la fondazione Grado avrei ritrovato Seika, ma non fu possibile….ora vorrei incaricare qualcuno di fidato di proseguire le ricerche» «E vorreste che fossi io!!» rispose la Silver Saint, stupita dalla piega che quella discussione stava prendendo.
«Si, è così. So che sei un Saint pieno di risorse e il tuo affetto per Seiya ti rende la persona più degna di fiducia per questo incarico; so che se potessi lo aiuteresti anche di tua iniziativa, lasciando il tuo posto al Santuario, ora potrai farlo con il mio permesso!» Vedendo l’esitazione della ragazza chiese:
«C’è forse qualche motivo particolare che ti trattiene al Santuario?»
Sentendola innervosirsi Saori pensò alla scena che aveva sbirciato qualche ora prima tra lei e il Cavaliere di Leo e dovette trattenersi dal ridacchiare maliziosamente mentre Marin riusciva infine a dire
«No, no, non c’è nulla che mi trattenga qui!» mentre nella sua mente appariva il bel volto abbronzato di Aiolia, che subito cancellò con rabbia "perché deve venirmi in mente lui?"
Saori moriva dalla voglia di ridere di gioia: era bello rivedere l’amore dopo quel periodo così nero, in cui la speranza sembrava scomparsa "è per questo che vale la pena combattere!" Poi si adombrò, pensando che proprio lei stava per dividere i due giovani "…..non importa! Se il Leone e l’Aquila sono destinati a stare insieme come credo, se il loro è vero amore, allora si ritroveranno a dispetto di tutto"
Presa la sua decisione si rivolse al Silver Saint con autorità:
«Allora ti do ordine di cercare la sorella di Seiya, Seika, finché non l’avrai trovata! Questa tua missione avrà la priorità su tutto, anche su un’eventuale Guerra Sacra. Partirai non appena Tatsumi ti avrà dato le informazioni raccolte dalla fondazione Grado; penserò io ad avvisare della tua assenza. Mi raccomando, non dire nulla Seiya quando si sarà ripreso, vorrebbe di sicuro seguirti. Buona fortuna!»
Marin si alzò, capendo che il colloquio era finito e s’inchinò rispettosamente
«Eseguirò il compito che mi avete affidato!» E scomparì velocemente
All’interno del suo palazzo, Mu dell’Ariete pensava inquieto a ciò che aveva appena sentito
"Marin in questi anni è stata un elemento importante per il mantenimento dell’equilibrio del Santuario, anche se non si è mai fatta avanti apertamente… cosa accadrà ora che non ci sarà più?….Certo ora Atena è tornata ma non potrà occuparsi di tutto, e ho la sensazione che intenda lasciare il Santuario!
Chissà poi come la prenderà Aiolia?" Quest’ultimo pensiero portò un raro sorriso divertito di Mu, sempre così composto e sereno.
Aiolia sedeva solo sui gradini dell’entrata della Casa del Leone Dorato, immerso nei suoi pensieri mentre ammirava il sole tramontare. Come spesso gli era accaduto nei tre giorni passati, stava rimuginando sulla conversazione avuta con Marin dopo la cerimonia Funebre. Da allora infatti non l’aveva più rivista: ogni luogo in cui si recava lei pareva averlo appena lasciato, sembrava quasi che lo stesse evitando! E perché poi? Forse era rimasta infastidita dalla libertà che si era preso baciandole la mano? No! Avrebbe reagito sul momento se si fosse offesa….
"Dannazione! Non è da lei comportarsi così! E’ sempre stata una persona calma e schietta!"
La rabbia cominciava a montare in lui e subito la soppresse "Devo imparare a controllarmi! Ho già avuto una bella lezione su come sia pericolosa questa mia impulsività!"
Si concentrò sul suo cosmo e subito la calma lo invase; era così immerso nelle sue profondità che non s’accorse dell’arrivo del Saint dell’Aquila finché non fu seduta al suo fianco.
Allora aprì gli occhi sussultando «Marin! Che fai qui?»
la domanda gli era uscita involontariamente con una certa acredine e lei ribatté freddamente:
«Se non mi vuoi trai piedi basta dirlo!» e fece per andarsene.
Lui la prese per il polso e la fece sedere di nuovo
«Non è così! Mi hai solo preso di sorpresa, tutto qui!»
Lei ritirò il braccio e si strinse al petto le ginocchia; entrambi guardarono per un po’ la fine del tramonto in silenzio. Infine Marin si decise a parlare:
« Sono venuta per dirti che questa notte parto, Atena mi ha affidato una missione…
non so quanto starò via…» A quelle parole Aiolia si sentì come se gli avessero dato un colpo in testa e riuscì a dire solo « Parti?»
« Si, devo cercare la sorella perduta di Seiya, ricordi? Ne parlava spesso. Ora Milady vuole che la ritrovi ad ogni costo… sarà il mio solo incarico. Quindi non so quando tornerò!»
Il cavaliere intanto si era ripreso dallo choc iniziale
« Se è un ordine di Atena non puoi che andare…. E’ per questo che negli ultimi giorni non ti sei fatta vedere? Ti stavi preparando?»
Marin si sentì in colpa perché in quei giorni aveva cercato di evitarlo, sperando così di schiarirsi le idee… ma non era servito a molto.
«Bhe…si, la signorina Saori vuole che parta al più presto» mentì senza troppa convinzione
« ho fatto in fretta per avere il tempo di salutarti…»
« Perché?»
Lei arrossì sotto la maschera «Bhe… tu sei l’unico vero amico che ho qui al Santuario, non ha senso che saluti qualcun altro…»
Aiola non riuscì a trattenersi e rispose bruscamente «E’ questo che siamo? Soltanto amici?»
Stupendosi lui stesso di ciò che stava dicendo
«E non mentirmi stavolta! Non farlo mai Più!!!»
L’afferrò per le spalle e la fece girare verso di lui perché lo guardasse in faccia mentre pensava
"Dannata maschera che m’impedisce di gurdarla negli occhi!"
Rimasero così per un tempo che sembrò infinito finché Marin sussurrò
«Non lo so, non lo so più !!!»
Stupito dalla risposta e dai sentimenti che esprimeva, istintivamente Aiolia la trasse a se e l’abbracciò: « Nemmeno io sono certo, ma….. non lo sento sbagliato!»
Ed espanse il suo cosmo, permettendole di sentirlo, di vedere dentro di lui come nessuno aveva mai fatto prima. Circondata dal cosmo di Aiolia, sommersa dalle sue emozioni e dal suo potere, per un attimo Marin ebbe paura, ma decise di affrontarla come sempre aveva fatto ed espanse il suo cosmo: un faro azzurro nel mare dorato di lui.
E per la prima volta si videro per ciò che davvero erano: due anime solitarie alla ricerca del loro compagno, di una mano da stringere nel buio sentiero della vita, che si erano finalmente trovate.
Si sentirono sereni, completi, per un tempo che sembrò eterno.
Poi la paura, le incertezze assalirono di nuovo Marin: la ragazza si staccò di scatto e scappò via, fermandosi un attimo per mormorare «Devo andare…..ma tornerò»
Aiolia non provò a fermarla, aveva visto nell’animo di lei e sapeva che mille dubbi l’assillavano…
Se l’avesse obbligata ad affrontarlo l’avrebbe persa per sempre.
Anche così faceva male, molto male…. "Chissà quando la rivedrò? So che tornerà, non è mai venuta meno alla parola data… E poi chi voglio prendere in giro? Se anche mi avesse detto che non sarebbe più tornata io l’aspetterei lo stesso per sempre."
Si stese sui gradini con le braccia dietro la testa e rimase a fissare le stelle che intanto erano sorte.
CAPITOLO II
Erano stati giorni difficili quelli che avevano seguito la sconfitta di Poseidone; la battaglia era finita senza nemmeno una perdita da parte dei Saint, ma nel mondo regnava il caos.
Molte erano state le tragedie causate dall’alluvione e Atena aveva ordinato ai suoi cavalieri di sparpagliarsi e dare tutto l’aiuto che potevano. Anche alcuni cavalieri d’oro erano partiti, ma Aiolia di Leo non era stato fra di essi e questo gli era pesato: era forse una silenziosa punizione per l’irruenza e la ribellione che aveva esternato durante le ore cruciali, quando era stato sul punto di disubbidire del vecchio Maestro della Bilancia? Egli sapeva bene che la peggior cosa per il giovane Leone era l’inattività, il sentirsi impotente.
Ora l’emergenza era finita, tutti erano rientrati al Santuario e Aiolia era di guardia al Tempio di Atena, dove la Dea riposava, ancora stanca nonostante fosse ormai trascorso più di un mese da quando era fuggita dalla Main Bread Winner. Al tramonto Milo dello Scorpione venne a dargli il cambio, e il cavaliere di Leo tornò alla quinta casa. Toltosi l’armatura e rifocillatosi uscì lateralmente e scese lungo un sentiero roccioso, da cui erano stati grossolanamente cavati dei gradini; dopo circa dieci minuti di cammino raggiunse una piccola valle ben nascosta tra le pareti di roccia: attorno ad una polla d’acqua crescevano erba e svariati alberi, alcuni molto antichi.
Non era nulla rispetto al giardino di Shaka nella casa della Vergine, ma era comunque meglio della nuda roccia che costituiva il normale panorama del Santuario; si sdraiò sotto due ulivi intrecciati e si rilassò guardando le stelle. Il suo sguardo si posò sulla costellazione dell’Aquila e subito nella sua mente apparve la figura di una guerriera dai capelli rossi, il volto coperto da una maschera argentea
"Marin… chissà dov’è ora?" Da quando era partita alla ricerca della sorella di Seiya di Pegasus non era più tornata al Santuario; non la vedeva da quella notte….. la notte in cui aveva capito di amarla e che forse anche lei lo amava. Aveva cercato di non pensare troppo a lei per non sprofondare nella malinconia, ma a giudicare dalle occhiate e dai commenti dei suoi compagni non c’era riuscito poi tanto. "Il Leone che sospira d’amore! Ormai devo essere diventato la barzelletta del Santuario, anche se nessuno oserebbe ridermi in faccia." Rise di se stesso e tornò a pensare a lei.
Si riscosse dalle sue fantasie quando sentì un potente cosmo maligno esplodere a nova vita;
subito dopo udì la voce mentale di Doko della Bilancia provenire da Goro-Ho in Cina
«Cavalieri, allerta! Il sigillo di Atena si è spezzato: Ades è libero, la guerra sacra s’avvicina!»
Sconvolto da quanto aveva udito Aiolia si precipitò alla quinta Casa per indossare il suo Cloth e recarsi da Atena, che probabilmente li stava già aspettando. Si fermò solo qualche istante ad osservare l’entrata principale del tempio: seduto su quei gradini aveva parlato con Marin per l’ultima volta "Probabilmente quello rimarrà davvero il nostro ultimo incontro!"
Con il cuore gonfio di tristezza e rimpianto si voltò e corse verso il tempio di Atena.
"L’ho trovata finalmente!" Marin non stava nella pelle dalla gioia: aveva finalmente scovato Seika, la sorella di Seiya, ora sarebbe potuta tornare al Santuario! "Finalmente lo rivedrò!"
Il volto di Aiolia apparve nella sua mente e per un po’ si lasciò andare ai ricordi di lui.
Era sola sul tetto della modesta casa in cui Seika aveva vissuto immemore per tutti quegli anni, così vicina all’amato fratello che era venuta a cercare fino in Grecia ma che, ironia della sorte, non ricordava più. "Ci penserà Seiya a farle recuperare la memoria, sono sicura che appena lo vedrà si risveglierà! Chissà cosa sta combinando quel ragazzaccio?" Un sorriso materno attraversò il suo volto mascherato per poi trasformarsi in una risata allegra quando tornò a pensare al cavaliere del Leone "Non vedo l’ora di vederlo! Chissà cosa diranno gli altri quando sapranno di noi? Non che me ne importi!" Quel periodo di lontananza forzata infatti aveva avuto il merito di aiutarla a schiarirsi le idee: ora sapeva di amare Aiolia di Leo!
L’improvvisa esplosione di un cosmo malefico la riscosse dai suoi pensieri "Cosa sta succedendo? Di sicuro è opera di un nemico, ma chi?" Il suo primo impulso fu di correre al Santuario
"No! Il mio posto è accanto a Seika, questo è il volere di Atena per me… ma se c’è un nuovo nemico probabilmente Seiya dovrà combattere….. potrebbe non sopravvivere per rivedere la sorella……" Marin rifletté intensamente per qualche minuto finché non ebbe deciso il da farsi
" La porterò al Santuario, così che possa rivederlo… e se è già partito… attenderemo insieme l’esito della battaglia!" Saltò agilmente a terra e andò a cercare Seika per avvertirla che sarebbero partite all’alba, sarebbe stato un viaggio lungo con la ragazza al seguito.
Tutto sembrava perduto! Atena era sola nei campi Elisi e loro, i suoi Saint, erano fermi di fronte al muro del Pianto, impossibilitati a raggiungerla e portarle il suo God Cloth.
La disperazione cominciava ormai a invadere i cuori dei Gold e Bronze Saint presenti quando Doko della Bilancia, ora nuovamente giovane e forte, parlò deciso:
«C’è ancora qualcosa che possiamo tentare! Se tutti e dodici i Gold Saint bruciassero al massimo il loro cosmo contemporaneamente, riusciremmo a creare un raggio di luce abbastanza potente da abbattere il muro del pianto!»
Milo dello Scorpione obbiettò «Come potremmo? Siamo rimasti solo in cinque!»
In quel momento apparvero tutti i Gold Cloth, animati dagli spiriti dei Saint defunti tornati a combattere per la loro Dea, anche coloro che un tempo l’avevano tradita!
Aiolia scambiò un sorriso con suo fratello Aiolos e disse coraggiosamente
«Direi che ora ci siamo tutti! Possiamo andare!»
Dopo che i Bronze Saint si furono messi al riparo, bruciarono al massimo il loro Cosmo, convogliandolo nella freccia di Aiolos, che mirò al muro del Pianto.
Mentre la freccia saettava verso il suo obbiettivo Aiolia fu assalito dalla paura: ora che aveva compiuto il suo dovere poteva tremare come qualsiasi uomo di fronte alla morte imminente, rimpiangere ciò che lasciava. Quando l’onda d’urto l’investì il suo ultimo pensiero fu per LEI
"Addio Marin! Ti amo!"
"Manca poco ormai!" Pensava Marin mentre correva verso il Santuario: aveva lasciato indietro Seika con il piccolo Kiki, venuto a cercarla su ordine di Shaina, che la voleva al Santuario ora sguarnito. Qualcosa la spinse a fermarsi e a guardare il cielo, ora crepuscolare a causa della Greatest Eclipse di Ades: dodici stelle cadenti lo solcarono nello stesso momento e per un attimo udì la voce di Aiolia chiamare il suo nome. E capì….. "Se n’è andato con i suoi compagni!"
Un dolore sordo le attanagliò il cuore, voleva gettarsi a terra e piangere….. ma non poteva!
"Sono un Saint di Atena, non posso lasciarmi andare mentre la battaglia infuria! Seiya è ancora vivo e sta combattendo…. La presenza di Seika al Santuario potrebbe essergli d’aiuto!"
Ricacciò indietro le lacrime e riprese a correre. "Atena dammi la forza!"
Shaina stava osservando il sole insieme ai Saint rimasti, pregando per il successo e il ritorno di Seiya e dei suoi compagni, quando d’improvviso vide giungere Marin e l’apostrofò duramente:
«Finalmente Kiki ti ha trovata! Dove diavolo sei stata tutto questo tempo? Non sapevi che eravamo in stato di emergenza?»
«Sono stata a cercare una persona…..»
«E chi?»
«La sorella di Seiya….. Seika!»
Nel bel mezzo dello stupore causato da quell’affermazione arrivò Kiki, conducendo la ragazza in questione: tutti le si fecero intorno presentandosi, parlandole di Seiya, ma lei era confusa e spaventata e Marin li allontanò
«E’ inutile! Seika non ricorda nulla del fratello; venne in Grecia a cercarlo ma rimase ferita in una frana non lontano da qui, venne accolta in un villaggio e lì ha vissuto per anni.»
Tutti ammutolirono dispiaciuti, mentre Shaina fissava la sua vecchia rivale
"Marin è strana! Non sembra ferita ma…. Nella sua voce e nel suo corpo sento sofferenza…"
Non ebbe modo di pensare oltre, il Dio della morte Thanathos stava attaccando Seika per far soffrire Seiya: doveva proteggere la sorella dell’uomo che amava!
Piangeva. Marin dell’Aquila si era tolta la maschera e piangeva senza ritegno, sdraiata sotto i due secolari ulivi intrecciati che adornavano quello che Aiolia aveva definito una volta il suo giardino, confidandole che vi si recava ogni volta che voleva stare solo a pensare o riposarsi….
Era il suo rifugio. Ora era diventato anche quello di Marin: quando non riusciva a trattenere le lacrime veniva qui a sfogarsi e a volte le sembrava quasi di sentirlo vicino a lei.
Dicono che il tempo guarisce ogni ferita, ma a distanza di un mese dalla tragedia si sentiva se possibile più disperata di prima. "E si che di cose da fare per non pensare ne ho avute!"
Dopo il ritorno di Atena aveva organizzato e seguito le operazioni di riparazione del Santuario; da quando la Dea aveva riportato in vita i Gold Cloth, facendoli rinascere con il suo sangue, allenava il giovane Kiki che aspirava a prendere un giorno il posto di Mu come cavaliere dell’Ariete; e andava a trovare Seiya in ospedale. Lì il ragazzo giaceva in coma, la ferita infertagli da Ades era stata mortale e solo la volontà di Atena l’aveva salvato. "Perché non ha salvato anche gli altri? Non è giusto!" Pensò con rabbia Marin asciugandosi le lacrime "questo pensiero è indegno di un Saint! Se LUI mi sentisse s’arrabbierebbe molto, e a ragione!" "Ma mi manca così tanto! E non ho mai potuto dirgli chiaramente che lo amavo, tra noi era rimasto tutto così confuso! E ora lui non c’è più!!!"
Stava per scoppiare di nuovo a piangere quando udì la voce di Shaina, arrivata senza che lei se ne accorgesse: «Se continui così diventerai un salice piangente… pensi che lui ne sarebbe felice?»
Quelle parole la fecero infuriare e saltò in piedi
«Come ti permetti! Cosa ne sai tu?! L’uomo che ami non è morto!»
«Vero, è solo in coma» fu la triste risposta
Marin abbassò lo sguardo «Scusa….»
«Anch’io ho esagerato, ma non mi piace vederti così; anche se probabilmente al posto tuo mi comporterei nello stesso modo»
«Perché mi cercavi?» Chiese Marin mentre recuperava la sua maschera.
«Atena mi ha mandata a cercarti, ti vuole parlare»
Le due donne s’incamminarono in silenzio, fianco a fianco
«Come sta?»
«Come sempre…. La ferita è quasi guarita ma non accenna a svegliarsi. Seika non lascia mai il suo capezzale….poveretta! Almeno ha fatto amicizia con gli altri Bronze Saint che vengono a trovare Seiya, ed è meno sola»
«E tu?»
«Siamo troppo diverse per essere amiche; ma ha capito cosa provo per lui e riusciamo ad intenderci. Sembra molto colpita dal fatto che lui non mi ricambi.»
Mentre parlavano erano giunte la tempio di Atena attraversando le vuote case dello Zodiaco.
«ti saluto, la dea ti attende…. Cerca di stare su!» Detto questo Shaina si dileguò.
«Anche tu amica mia, anche tu» sussurro Marin.
Saori Kido sedeva sola nelle stanze a lei riservate nel tempio di Atena, arrovellandosi.
Dal giorno della cerimonia commemorativa in onore dei Gold Saint, durante la quale aveva dato nuova vita ai Gold Cloth, si tormentava all ricerca di un modo per far tornare anche i suoi Cavalieri
"Erano tutti così giovani e forti…. Non meritavano di morire! Hanno dato tutto per me… voglio che siano ricompensati! Ma come posso fare? Io da sola non posso farcela ma gli altri dei non vogliono aiutarmi… dicono che è inutile sprecare energie per i mortali"
Non aveva ancora parlato con Zeus suo Padre poiché egli non amava molto i mortali
"A parte le belle donne" Pensò irriverentemente "Deve esserci un modo per spingerlo ad aiutarmi!
Sono sempre riuscita a trovarlo, ce la farò anche stavolta"
Sentì bussare alla porta e vide entrare il cavaliere dell’Aquila con aria abbattuta; l’aveva chiamata per sapere come procedevano i lavori di riparazione, ma appena sentì la sua sofferenza se ne dimenticò e l’invitò a sedersi, pensando con dolore a quando l’aveva vista insieme ad Aiolia poco prima della sua partenza alla ricerca di Seika
"Anche lei meriterebbe di essere ricompensata….. se non l’avessi mandata via dal Santuario sarebbe potuta essere felice almeno per un po’" A quel pensiero ebbe un’illuminazione e un piano le si affacciò alla mente "Perché non ci ho pensato prima?!"
A disagio per quel prolungato silenzio Marin chiese «Avevate bisogno di me Milady?»
Saori sorrise furbescamente «Si! Stavo pensando che non ti ho ancora ricompensata per il servigio che mi hai reso ritrovando la sorella Seiya»
«Ho fatto solo il mio dovere, ciò non merita ricompensa»
«Non è vero! So quanto ti è costato lasciare il Santuario» disse Atena allusivamente
Marin arrossì sotto la maschera «No, io…..»
«Chiedimi qualsiasi cosa e l’avrai, TI DO LA MIA PAROLA! L’unica condizione è che deve essere qualcosa che riguardi te, conoscendoti potresti chiedermi di aiutare qualcun altro»
Sbalordita dalla piega che aveva preso quel colloquio, la guerriera restò a lungo in silenzio
«Non penso di meritare ricompense ma …. Se davvero volete farmi un dono…
allora chiedo che i Gold Saint siano riportati in vita!»
«Cosa centrano loro con te?» Chiese Saori fingendosi severa, ma conoscendo già la risposta.
«Uno di loro mi è molto caro…. Ma non sarebbe giusto che tornasse solo lui!»
Saori sorrise «Era così difficile ammetterlo? Molto bene! Esaudirò la tua richiesta ma ci vorrà un po’ di tempo »
Marin non credeva alle sue orecchie e dovette fare uno sforzo per non piangere di gioia
"Shaina ha ragione, sto proprio diventando un salice pingente" Infine riuscì a dire
«Non importa» "Ora che so che tornerà non importa quanto dovrò attenderlo!"
S’inchinò ad Atena riconoscente:
«Grazie o mia Dea, siate sicura che avrete sempre in me il più fedele dei servitori!»
Atena sorrise trionfante e congedò la ragazza, del tutto dimentica del motivo per cui l’aveva inizialmente chiamata, troppo presa dalla soddisfazione per la riuscita della prima fase del suo piano.
CAPITOLO III
«Ho detto di NO!»
La voce roboante di Zeus, padre degli Dei Olimpici, fece tremare l’intero monte con la sua forza; ma Atena in piedi di fronte al trono del Dio dei Fulmini non indietreggiò.
Da parecchi giorni la Dea visitava assiduamente il Tempio del Padre sull’Olimpo, apparentemente senza altra ragione che la compagnia del "vecchio" genitore; quel giorno però Zeus si era stancato di giocare a rimpiattino e le aveva chiesto senza tanti peli sulla lingua cosa volesse da Lui:
quello che aveva sentito non gli era piaciuto per niente!
«Sono il Padre degli Dei, non un servitore ai tuoi ordini! E perché mai poi dovrei sprecare tempo ed energie per qualche misero mortale?! A forza di reincarnarti sei forse diventata umana anche tu?
Sarebbe ora che la piantassi!»
Atena replicò stizzita
«Sei invecchiato Padre? Da quando in qua resuscitare qualche mortale è diventato faticoso per il tuo immenso potere?! Ti sei forse impigrito? E poi proprio tu mi accusi di aver passato troppo tempo con gli umani? La prossima volta che Era mi chiederà aiuto per ripescarti dall’ennesima scappatella saprò cosa risponderle!»
Zeus si guardò intorno per controllare che la moglie non fosse a portata d’orecchio
«Non oseresti!»
«Non hai che da mettermi alla prova!» lo sfidò la figlia.
Si fronteggiarono in silenzio per qualche tempo, entrambi determinati a non cedere;
sentendosi alle strette Atena tentò la sua ultima carta:
«Se non vuoi farlo per me, allora fallo per l’onore degli Dei Olimpici!»
«E questo cosa significa?» Domandò Zeus cominciando a preoccuparsi.
«Ho dato la mia parola di Dea ad una mortale! Sono stata forse un po’ avventata ma ho promesso che avrei trovato un modo per ridare la vita ai miei Gold Saint.»
«Cos’hai fatto?!?» di nuovo il Tempio tremò «Sapevi bene di non poterci riuscire da sola!»
«Ho offerto una ricompensa, come potevo sapere cosa mi sarebbe stato chiesto?»
rispose contrita Atena abbassando gli occhi, i lunghi capelli che le coprivano il volto.
«Possibile che tu debba sempre fare di testa tua? Benedetta ragazza cosa devo fare con te!?
Io sono anche la Divinità che presiede ai giuramenti e da sempre ho stabilito che la parola di un Dio
sia inviolabile….. Avresti dovuto formulare meglio la tua promessa, in modo che il desiderio non andasse oltre i tuoi poteri!»
Finita la sua tirata Zeus sospirò esasperato, lasciandosi andare contro lo schienale del suo trono.
«Significa che mi aiuterai?»
Chiese Atena prudentemente, celando il trionfo dalla sua voce. Lui rispose seccato
«Ho forse altra scelta? Ma lo farò alle mie condizioni!»
«Cosa vuoi dire?»
«Non li riporterò in vita tutti e dodici….»
«Ma!…»
«Taci e ascoltami!!!»
Sotto la sguardo di fuoco del Padre Atena tacque e abbassò il capo in segno di obbedienza, consapevole di non poter tirare troppo la coda.
«Resusciterò solo coloro che sono morti per la prima volta durante questa Guerra Sacra mentre erano nel regno dei Morti…. E non ammetto abiezioni da parte tua! Il destino degli altri Saint è già stato deciso da troppo tempo per poterlo cambiare. E NESSUNO può opporsi al Fato»
"Nemmeno IO"
Atena chinò nuovamente il capo tristemente in segno d’accettazione
"A questo non avevo pensato! Ma ha ragione, non si può combattere la Moira….."
«Così sia!»
«Vedi di prestare più attenzione in futuro a ciò che prometti! Stavolta ti aiuterò, ma se dovessi cacciarti di nuovo nei guai potrei decidere di lasciartici.»
La redarguì Zeus irritato. Atena rise sbarazzina vedendo il cipiglio paterno
«Oh Padre! Lo sai che non lo faresti mai! Come io non ti lascerei mai nei guai con Zia Era!»
Il Padre degli Dei si guardò nuovamente attorno istintivamente alla menzione della sua dolce metà
e disse burbero alzandosi dal trono:
«Forza! Sbrighiamoci a compiere questo miracolo prima che lei ritorni…
non sarà affatto contenta quando lo scoprirà!»
"Il che potrebbe rendere la cosa divertente….
Sono secoli che io ed Era non ci facciamo una litigata come si deve!"
«In guardia!»
Il giovane Kiki si avventò con foga contro la sua maestra: era un attacco potente e preciso, ma nella fretta di riuscire il ragazzo aveva calato la guardia, permettendo così all’avversaria di atterrarlo pesantemente prima che andasse a segno.
«Ohi- Ohi» si lamentò Kiki massaggiandosi la schiena, mentre gli altri allievi ridacchiavano, subito redarguiti dai loro insegnanti.
«Quante volte te lo devo dire di non essere così irruente e di prestare attenzione a ciò che fai?!
Sei troppo impulsivo!» Lo rimproverò duramente Marin.
«Ma…..»
«Niente ma! Per punizione farai 3000 flessioni, e la prossima volta che abbassi la guardia non tratterrò la mia forza…. Sei avvertito! Ora vai!»
«Si maestra!» E s’allontanò abbattuto.
Marin sospirò pesantemente «Quel ragazzo finirà per farmi impazzire!»
«Non dicevi la stessa cosa di un certo ragazzo giapponese di nostra conoscenza?»
Rise Shaina affiancandolesi; Marin si unì alla risata dell’amica e la condusse ai lati del campo di addestramento per parlare tranquillamente.
«Sì! Ma Kiki è anche peggio in quanto a indisciplinatezza, energie e malizia!
Però promette davvero bene… la settimana scorsa è riuscito finalmente a distruggere una roccia con un pugno…. Il suo cosmo s’espande a vista d’occhio ed è molto vicino a comprendere il settimo senso nonostante abbia solo 9 anni… sarà un grande cavaliere! Suo fratello Mu sarà fiero di lui!» La guerriera non riuscì a celare l’orgoglio che provava per il suo nuovo pupillo.
Il Saint dell’Ofiuco la guardò stranita
«Ti vedo molto serena ultimamente Marin, come mai? E’ da quando hai parlato ad Atena che sei così… la Dea invece scompare per ore senza dire nulla a nessuno…. Da ieri poi è introvabile ma i Bronze Saint sembrano tranquilli e dicono che è al sicuro… Tu ne sai qualcosa?»
Il Saint dell’Aquila sorrise sotto la maschera "Avrei voglia di gridarlo ai quattro venti ma non posso; sbrigati a tornare amore mio!" e cambiò discorso
«Come sta Seiya? E’ da un po’ che non vado a trovarlo»
Shaina capì che da lei non avrebbe saputo niente
«Ormai le ferite sono completamente guarite…. Ma non si sveglia…. I dottori non sanno più cosa pensare, sembra quasi che stia aspettando qualcosa…. Ma cosa? Sua sorella ora è con lui, come può la sua voce non essere sufficiente a richiamarlo?»
«Non perdere la speranza Shaina! Abbi fede in Atena e vedrai che ce la farà»
«Hai ragione…. Sai, ho quasi paura che si svegli; finora ho potuto prendermi cura di lui illudendomi di poterlo amare ma quando tornerà in se non mi vorrà certo al suo fianco….»
«….. Ricorda che Seiya è molto giovane…. Non sa cosa significhi amare una donna, non ha avuto il tempo di pensare a queste cose….»
«Dove vuoi andare a parare?»
«Lotta per lui dannazione! Quando si sveglierà non lasciartelo scappare, poiché i tuoi sentimenti sono chiari sii tu ad insegnargli ad amare. Se ti tiri indietro per paura lo rimpiangerai per sempre… per sempre!»
"Come sto facendo io ora…. Ma grazie ad Atena potrò rimediare! "
Le due donne restarono in silenzio, ognuna persa nei propri pensieri, finché il dovere non le richiamò: gli allievi avevano finito i loro esercizi e reclamavano le loro insegnanti per proseguire gli allenamenti della mattina.
Marin sospirò, seduta per l’ennesima volta sotto i due ulivi intrecciati nel giardino accanto alla quinta Casa; questa volta però non piangeva: la speranza aveva preso il posto della disperazione nel suo cuore. "Stamani Shaina se né accorta… che strano! Un tempo eravamo acerrime rivali e ora è la migliore amica che potessi desiderare. Come cambiano le persone! Chissà se anche Aiolia sarà diverso?" Pensò al volto di Aiolia, alla dolcezza dei suoi occhi quell’ultima notte prima che lei partisse… In essi aveva letto una promessa gratuita: amore eterno. Quel ricordo la rassicurò
S’appoggiò contro il tronco dei due alberi e ammirò le stelle sorgere; si addormentò mentre guardava la costellazione del Leone, che sembrava brillare solo per lei… e sognò di LUI.
"Perché c’è tutta questa luce?"
Seiya di Pegasus aveva faticosamente aperto gli occhi, rimanendo abbacinato dai raggi del sole sorgente che entravano dalla finestra della sua camera d’ospedale.
"Ma dove diavolo sono?" si guardò attorno distrattamente "Un ospedale, perché?…. ADES!"
Si portò le mani al petto ricordando il dolore della ferita infertagli dal Dio dei Morti ma era ormai guarito. "Quanto tempo sono stato qui? Ricordo solo un bellissimo giardino in cui ho incontrato i Gold Saint e ogni tanto mi pareva di sentire le voci di mia sorella e dei miei amici…. Poi la presenza di Atena, che ci chiamava tenendo per mano una figura imponente dal cosmo devastante"
Si guardò di nuovo intorno frastornato e vide ciò che non aveva notato al primo esame della stanza:
abbandonate su un divanetto nell’angolo ancora in ombra alla sua destra c’erano due donne addormentate. Una era Shaina "Chissà cosa vuole stavolta?" e l’altra…..
«SORELLA!!!!»
Le due giovani si svegliarono di soprassalto, e quando si resero conto di ciò che stava accadendo scoppiarono entrambe in lacrime, incapaci di dire o fare qualunque cosa. Shaina però si riprese subito e spinse in avanti Seika, incoraggiandola «Vai!»
La ragazza si buttò letteralmente tra le braccia del fratello e con voce rotta
«Seiya fratello mio come sono felice! Pensavo non ti saresti più svegliato!
Ho così tante cose da dirti!»
Anche il Saint di Pegasus piangeva
«Ora abbiamo tutto il tempo del mondo!»
Shaina chiuse la porta silenziosamente, andandosene con un sorriso amaro sul volto mascherato
"Non si è nemmeno accorto della mia presenza…."
Nello stesso momento in cui Seiya si destava in ospedale l’intero Santuario tremava al ritorno di Atena, il cui Cosmo immane abbracciò l’intera area per poi concentrarsi nel Tempio della Dea;
ella non era sola, sei potenti Cosmi la circondavano protettivi.
Tutti gli abitanti del Santuario si svegliarono o lasciarono ciò che stavano facendo per precipitarsi al Tempio: tutti avvertivano che qualcosa d’incredibile era accaduto!
Marin, che aveva trascorso la notte alla Casa del Leone, fu la prima ad arrivare di fronte al palazzo del Grande Sacerdote ma d’un tratto le mancò la forza per proseguire
"LUI è lì!" Sentiva chiaramente il suo Cosmo "Aiolia è tornato! E’ tornato!"
Qualcosa si spezzò in lei: amore, dolore, disperazione, solitudine, speranza, gioia….. tutto ciò che aveva provato in quel periodo e abilmente celato a tutti eruppe in lei come un fiume in piena.
"Oddio! Che mi succede?! Perché devo crollare proprio ora? Non posso farmi vedere così!"
Mentre gli altri cominciavano ad arrivare Marin si dileguò, tornando da dove era venuta.
Aiolia si guardò attorno ancora incredulo….. non stava sognando! Lui e i suoi compagni erano davvero al Tempio di Atena con la loro Dea vestiti dei loro Cloth….. VIVI!
Mu, Kanon, Milo, Doko, e perfino l’imperturbabile Shaka della Vergine: erano tutti stupiti quanto lui! Si volsero ad Atena inchinandosi ed ella sorrise dolcemente
«Bentornati miei Cavalieri!»
Nessuno di loro riuscì a parlare, ma le lacrime di quegli uomini forti e fedeli erano il miglior ringraziamento che si potesse avere. Infine Doko della Bilancia riuscì a dire:
«Atena… penso d’interpretare il pensiero di tutti porgendovi la nostra gratitudine, che dimostriamo giurandovi nuovamente fedeltà! Qualsiasi cosa….»
«Oh smettila Doko!» Lo redarguì bonariamente Saori «Siete appena resuscitati! Non perdiamo tempo in formalità…. Ho fatto ciò che sentivo di dover fare….. mi spiace solo di non aver potuto fare nulla per gli altri vostri compagni…..Ma ora andiamo, ci aspettano tutti per festeggiare!»
I Cavalieri si alzarono e la seguirono, scambiandosi occhiate, stupiti da quegli sbalzi d’umore fra tristezza e giovialità.
«E poi non è me che dovete ringraziare ma Marin dell’Aquila!»
«Cos’ha fatto?» Chiese Aiolia con foga, evidentemente allarmato, mentre i suoi compagni lo guardavano sorpresi e maliziosi., facendolo arrossire.
«Le ho offerto un dono e lei ha implorato per le vostre vite; siccome però da sola non potevo farcela ho chiesto aiuto a Zeus… lui non voleva ma non poteva certo far passare sua figlia per spergiura!» Atena rise maliziosa, facendo loro l’occhiolino.
I Gold Saint rimasero a bocca aperta e Shaka disse preoccupato
«Non avreste dovuto esporvi in questo modo per noi milady, se LUI scoprisse…»
«Ci penserò quando sarà il momento!» tagliò corto Saori sottolineando così che la questione era chiusa. "Anche se penso che abbia già capito tutto…vorrà sicuramente qualcosa in cambio un giorno…. chissà cosa sta architettando? "
Aiolia intanto ripensava alle parole della sua Dea
"Avrebbe potuto avere tutto e ha chiesto la nostra…. La MIA vita…. Marin!"
La voce maliziosa di Milo lo riscosse
«Hei Aiolia ci sei!? Stavo dicendo che potresti essere tu a portare la gratitudine di tutti noi alla CARA Marin»
«Già! Direi che sei la persona più adatta…» rincarò la dose Mu.
L’imbarazzato Saint del Leone fu salvato dal fatto che avevano ormai raggiunto l’entrata del Palazzo: appena uscirono furono accolti da grida festanti di benvenuto.
Atena avanzò e tutto fu silenzio
«Miei fedeli! I Gold Saint sono tornati fra noi! Ecco a voi Mu dell’Ariete, Kanon dei Gemelli, Aiolia del Leone, Milo dello Scorpione e Doko della Bilancia…. Nuovo Grande Sacerdote di Atena!»
Un boato esplose dalla folla: tutti inneggiavano ad Atena e ai suoi Cavalieri, che intanto si congratulavano con Doko assicurandolo che non avrebbero accettato nessun altro in quel ruolo.
Aiolia si guardò intorno ansioso: non vedeva Marin da nessuna parte!
"E’ impossibile che non sappia cosa sta succedendo… ma allora perché non è qui?"
Un’espressione decisa scese sul suo volto "Questa volta non me la lascerò scappare!"
Non era stato difficile trovarla: gli era bastato allontanarsi di nascosto dalla folla festante e concentrarsi qualche istante per sapere che era alla Casa del Leone Dorato.
Il saperla lì l’aveva rassicurato ed aveva attraversato le sette case che li separavano con tranquillità.
Entrato nel Tempio non trovò nessuno ma seppe all’istante dove cercarla; affrettò il passo verso il giardino e la vide: seduta sotto i due ulivi intrecciati s’abbracciava al petto le ginocchia e vi affondava il volto, la maschera abbandonata nell’erba. Marin avvertendo la sua presenza alzò il viso rigato di lacrime e Aiolia si fermò come pietrificato dalla visione che gli si presentava; l’aveva sognata tanto ed ora era di fronte a lui: gli occhi nocciola leggermente a mandorla erano arrossati dal pianto ma ugualmente magnetici e lui vi si perse affascinato. Quello scambio di sguardi fu più eloquente di ogni parola: Aiolia tese le braccia e Marin si alzò di scatto per rifugiarvisi stringendosi a lui spasmodicamente, mormorando il suo nome con voce rotta; il cavaliere l’abbracciò forte senza dire nulla, accarezzandole la schiena, affondando il volto nella cascata rossa dei capelli di lei.
Rimasero così a lungo, circondati dal mantello bianco del Gold Saint, quasi temendo che staccandosi l’altro sarebbe svanito come un sogno al risveglio.
«Ti amo Aiolia!»
Riuscì infine a dire lei quando ebbe domato le lacrime.
Lui sorrise contro la sua tempia e si scostò per guardarla negli occhi; in essi vide ciò che aveva agognato da quella notte lontana….. una decisione, una promessa: amore eterno.
Il suo volto splendette di gioia
«Anch’io ti amo Marin!»
Disse mentre le accarezzava il volto dai tratti sottili e delicati con una mano tremante, asciugandole le guance ancora umide di lacrime, sfiorando le piccole labbra color ciliegia senza mai lasciare i suoi occhi. Marin gli cinse il collo con le braccia, affondando le mani trai riccioli castani e avvicinando i loro volti per invitarlo a reclamare la sua bocca in un primo tenero bacio, che divenne pian piano sempre più appassionato.
Si staccarono di malavoglia soltanto quando sentirono una voce insistente chiamare i loro nomi
«E’ Seiya!» Esclamò Marin stupita, felice che il suo pupillo si fosse finalmente destato.
«Quel ragazzaccio farà meglio ad avere un buon motivo per venire a disturbarci!»
Borbottò Aiolia irritato. Marin rise vedendolo così imbronciato
«La prossima volta faremo in modo di non essere disturbati!»
Disse sorridendo seducentemente per poi andare a recuperare la sua maschera, mentre Aiolia
arrossiva andando già col pensiero alla "prossima volta".
Poi corsero verso il tempio tenendosi per mano, trovando ad attenderli l’impaziente Saint di Pegasus insieme ai Bronze Saint, alquanto imbarazzati dell’irruenza dell’amico.
«Hei finalmente! Dove vi eravate cacciati?»
Esclamò il giovane, rimanendo a bocca aperta quando vide che i due si tenevano per mano.
Il primo a riprendersi dallo stupore fu Shiryu del Dragone, che diede una pacca sulla schiena al compagno per riscuoterlo dall’imbarazzo in cui era caduto.
«Seika ci ha raccontato tutto ciò che è successo e Seiya non stava più nella pelle dal desiderio di ringraziarti Marin! Sai com’è…. Quando decide una cosa è irrefrenabile.»
«Uffa non è vero. Ma si, sono qui per ringraziarti: quello che hai fatto per me è il dono più grande che io abbia mai ricevuto in vita mia….. te ne sarò sempre grato Marin!»
«Non devi…non a me! E’ stata Saori Kido ad ordinarmi di cercare Seika per te! Mi disse che ti aveva fatto una promessa e che voleva mantenerla per ricompensarti»
«Cosa?!» Esclamarono in coro i Bronze Saint.
Vedendoli così stupiti, quasi increduli, Aiolia intervenne gravemente
«Atena è veramente una persona molto generosa e di parola, dovreste saperlo ormai…..
Ho sentito che in passato non si è fatta amare da voi….. ma cercate di capirla…. Anche lei come noi è gravata da un destino ineluttabile e quel periodo della sua vita è stato l’unico in cui abbia potuto indulgere ai capricci della sua natura umana. Ora però è la nostra Dea: ha abbandonato tutto per assumere quel fardello…. E nonostante il peso che deve sopportare non cessa di amare coloro che la servono fedelmente. Qualsiasi altro Dio probabilmente ci avrebbe abbandonato al nostro destino…» guardò Marin intensamente «…..non Lei! Andiamo ora!»
«Dove?» Chiesero i giovani commossi dalle parole di Aiolia
«A ringraziare la nostra Dea dove se no?»
rispose il Gold Saint scoppiando a ridere e avviandosi verso il tempio di Atena con Marin al suo fianco; si scambiarono un’occhiata e seppe che sotto la maschera gli stava sorridendo felice:
non importava dove o come, erano insieme.
"Per sempre" pensarono entrambi nello stesso momento mentre correvano nel sole.
FINE